I poeti morti non scrivono gialli - Bjorn Larsson [Dead Readers Society]

Ad un certo punto ho temuto che si aprisse un terzo giallo all'interno del libro inedito di Jan Y. Nilson

Non mi aspettavo di veder citati i nomi di illustri italiani
quando ho letto anche il nome del signor B. m'è venuto un colpo

Una cosa che ho notato fin dalle prime pagine, e che non mi piace un granché, è l'insistere ad essere "moderni", cioé citare nomi e cose legati alla realtà dei giorni nostri, della cronaca. A parte che molto raramente uno scrittore riesce a farlo, senza dare l'impressione che la cosa sia voluta, non mi piace, perché tutto ciò che è "moderno" oggi, sarà inevitabilmente passato domani. Comunque magari nel prosieguo del libro la cosa si farà meno evidente o magari sarà meglio amalgamata nella trama. Vedremo!!

All'inizio la storia sembra interessante, è un giallo strano, che si apre con il bizzarro omicidio di un poeta, povero in canna ma puro e incontaminato nella sua arte. Il racconto si muove fra la vita del poeta, un racconto che forse non doveva essere pubblicato, le indagini e il mondo dell'editoria, con i compromessi cui anche gli scrittori piu' integri devono sottostare per portare a casa la pagnotta.
All'inizio la storia e l'ambientazione, un po' diversa dal solito, acchiappa, e ci si immaginano chissà quali sviluppi ed intrighi.

Ma quasi subito il ritmo rallenta fino ad arenarsi completamente. Interi capitoli sono dedicati ad indagini e interrogatori che non portano mai a nulla, alle frustrazioni del commissario, anche lui poeta mancato, alla descrizione sommaria dei pochi indiziati.
Nessuna suspance, nessun colpo di scena. Anche il lettore piu' distratto capisce quasi subito chi è l'assassino e inevitabilmente si annoia perchè gli intrighi che si era immaginato all'inizio non ci sono.
E la storia va via cosi', fino alla fine, dove tutto cio' che si sapeva già viene svelato.
Lo stile è ingessato, nessun guizzo, nessuna ironia.
Noiosetto.