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Interviste, articoli e recensioni, chi canta e chi suona

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Messaggio Da mafalda Mer 21 Dic 2011, 17:14

Salta il concerto di Capodanno
Giusy Ferreri al vetriolo sul web


La cantante annuncia su Facebook che non canterà a Roma la notte di San Silvestro e se la prende con il suo team, "che pensa alle sue esigenze senza salvaguardarmi". Testo che scompare e riappare ripulito. Ma blogger e fans avevano salvato l'originale
di PAOLO GALLORI


http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2011/12/20/news/giusy_ferreri_non_canta_e_attacca_su_facebook-26927547/?ref=HREC2-19

ROMA - Ai calciatori è vietato andare in moto, perché gli investimenti delle società vanno tutelati. Ai cantanti, forse un giorno saranno vietati internet, chat e social network. Perché se Vasco può dire e fare ciò che vuole, non è detto che tutto si tramuti sempre in oro. E l'immagine di discografici e promoter può uscire molto male dal "darsi" in rete dei rispettivi protetti. Questa, almeno in apparenza, la morale della vicenda che ha per protagonista Giusy Ferreri e il suo profilo Facebook.

La notizia è che, con una nota ufficiale, Giusy Ferreri ha annunciato che non canterà al Concerto di Capodanno in via di allestimento ai Fori Imperiali di Roma. "Con grande dispiacere - scrive la cantante - sono costretta a retrocedere all'impegno previsto per il Capodanno 2012 perché, avendo subito un intervento alle corde vocali il 29 settembre 2011, dovuto a un polipo causato da sforzo eccessivo dello strumento, mi sto adoperando attualmente ad una graduale riabilitazione. Successivamente mi dedicherò al lavoro creativo riguardante il mio prossimo album di inediti previsto per ottobre 2012 e di conseguenza un successivo tour sarà allestito per quella occasione. Ulteriori appuntamenti verranno aggiornati sul mio sito ufficiale www.giusyferreriofficial.it oppure potete seguirmi su Facebook...".

Sono in tanti a seguire Giusy Ferreri sul suo profilo Facebook. Per questo, sono in tanti a sapere che la storia non è esattamente tutta qui.
Perché è accaduto, succede e avverrà ancora che un artista declini un invito, anche all'ultimo momento, per cause di forza maggiore. Ragioni blindate, dietro le quali il pubblico può sentire che vi sia dell'altro ma non averne alcuna prova se non nel proprio intuito. Ma è ben altra cosa leggere a chiare lettere che all'annullamento del concerto si è arrivati in modo tutt'altro che indolore. Leggere, ovviamente, grazie a Facebook.

Sul suo profilo, nei giorni scorsi Giusy Ferreri ha pubblicato un lungo post per raccontare dell'intervento subìto e della difficile riabilitazione del suo "strumento", le corde vocali. Giusy aveva raccontato di una settimana trascorsa nel silenzio, cercando di sfuggire ai "cattivi pensieri". Cattivi pensieri che deflagrano, letteralmente, sul finire del testo. Quando la cantante giudica "troppo lunga per il livello riabilitativo" la scaletta dei pezzi prevista per il concerto di Roma e che il "peso" dell'evento è "prematuro per la mia condizione". "Purtroppo - scriveva ancora Giusy - il Comune di Roma non era stato informato della mia condizione". "Molto probabilmente - presagiva Giusy - su quel palco non ci salirò nemmeno".

I toni, a questo punto, si alzano. Giusy Ferreri non ci sta a passare per quella "che si nega quando ha esageratamente bisogno di darsi". "Per questo motivo - concludeva l'artista - ad oggi il mio sistema nervoso è a pezzi, anche perché in tre anni e mezzo mi rendo conto di avere un team alle spalle che porta avanti le proprie esigenze senza salvaguardare le mie".

Cosa sia accaduto successivamente, tra Giusy e il suo management, non si sa. Quello che si sa, è che dopo qualche ora, il post di Giusy Ferreri viene rimosso, per riapparire più tardi, accuratamente purgato nei passaggi più aspri. Dove scompaiono i riferimenti al concerto nella Capitale, ai nervi a pezzi e alla fiducia nei collaboratori che non c'è più. Ma il pasticcio è ormai compiuto. Il testo originale viene recuperato dalle cache dei computer da fan e blogger, che raccontano la vicenda a modo loro, dando risalto alla storia della ragazza che lavorava al supermarket, vince il talent show e dopo qualche anno si ritrova spremuta dagli ingranaggi di uno showbusiness senza pietà.

La storia potrebbe essere meno scontata. Giusy Ferreri potrebbe essere perfettamente consapevole della potenza di Facebook, sapere che ogni sua parola finisce in tempo reale sotto gli occhi di una tribuna assiepata da migliaia di persone. E il suo sfogo avere altri obiettivi rispetto al bisogno di condividere il disagio personale. Ad esempio, lo scaricabarile.

L'unica verità, in fondo, è che internet, Facebook e i social network esistono, fanno parte della vita di tutti, personaggi noti e non. E vanno presi molto seriamente. Chiedere a Cesare Cremonini: nel 2001, il suo abbandono dei Lunapop, un autentico scoop per l'epoca, emerse da un'avventata conversazione in chat. Dieci anni dopo, la storia si ripete. O forse è tutta un'altra storia.
(20 dicembre 2011)
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Messaggio Da camila Gio 05 Gen 2012, 09:47

Il vecchio Banco fa 40 anni prog
(Di Giacomo si toglie i sassolini)


ROMA

Francesco Di Giacomo, voce tenorile indimenticabile del Banco di Mutuo Soccorso, lo ricorda con orgoglio quieto: «Nel 1972 il nostro album "Darwin" fu proclamato da 300 critici americani il miglior disco progressive dell’anno». Allora ci si poteva pure permettere di cantare il tema dell’evoluzionismo, con le liriche sapienti di Big Francesco. Ma se il tempo passa, e la memoria si riduce a un soffio di cenere sparsa nel vento, quello stesso vento sta riportando all’attenzione dei ragazzi più inquieti uno stile nel quale l’Italia ha sparato alcune delle sue più corpose cartucce, dalla PFM al Banco stesso. Quel Banco, protagonista di memorabili festival alternativi nei torridi ‘70, sta per festeggiare i 40 anni di vita: con un tour che ha come ospiti le Orme, in partenza il 24 febbraio da Palermo; con un concerto che verrà trasmesso da Radiouno il 27 prossimo; e con un disco che non potrebbe che essere dal vivo, la dimensione più consona ad artisti di questo calibro, la cui lontananza spaziale dalle logiche industriali contemporanee è insieme un problema e una risorsa. Anzi, aggiunge Francesco: «Stiamo invitando altri artisti a incidere nostri pezzi a modo loro. Avremo lasciato un segno?».

Intanto Vittorio Nocenzi, compositore eclettico e fondatore carismatico del primo nucleo BMS nel 1969, nel libro-intervista, «Sguardi dall’estremo Occidente» racconta le proprie esperienze a tutto campo, dallo studio del pianoforte al lavoro con Gabriella Ferri, dal progressive rock fino alla collaborazione con circuiti di studio e ricerca. Un curriculum denso, che ne fa uno dei personaggi italiani di rilievo nel pop del secondo Novecento. E se anche, in questi ultimi due decenni convulsi, del Banco di Mutuo Soccorso s’è parlato pochino, esso non ha mai smesso l’attività dal vivo: della band originaria sono rimasti Nocenzi, Di Giacomo e Maltese, in pausa per problemi di salute; nuovi musicisti hanno innervato nel tempo la formazione, che si prepara a calcare le scene sotto occhi più attenti.

«In realtà - spiega Di Giacomo - per i nostri 40 anni stavamo cercando, senza snobberia, di evitare nostalgia e festeggiamenti. Ci sono colori, storie e autori che ci siamo portati dietro: siamo arrivati a oggi con convincimenti forti. Per esempio, abbiamo detto di no al programma tv "I Migliori Anni" perché il tempo che ci avevano dato era così stretto, e il batterista doveva suonare in playback. C’è un asservimento totale agli ospiti stranieri, se mi tolgono un minuto e mezzo e poi Michael Bublé o chiunque altro si fa mezz’ora, punto i piedi. Noi abbiamo fatto, come lui, concerti veri e tour in America ma non a Little Italy con tutto il rispetto; e in Giappone, Inghilterra, sempre sold out, e ci trattano come provincia dell’impero. Allora ti metti il cuore in pace e dici: il mio motore reale è il live dove io mi sento me. Questo è il mio mestiere, questo so fare e questo faccio».

La coerenza paga: «Abbiamo scoperto con enorme piacere che da un paio d’anni ai concerti abbiamo un pubblico di giovani che riscopre un movimento storico, e anche che cosa significhi suonare non solo per il sogno di guadagnare quanto i calciatori. Vedo con raccapriccio in tv bimbi mandati allo sbaraglio a cantare, hanno dieci anni e la voce da quarantenni».

Ma il prog del Banco non è solo progressive; è un’amalgama che oltrepassa l’etichetta per tingersi di melodia e storia della musica, con testi immaginifici: «Credo che abbiamo scavalcato tale etichetta senza neanche rendercene conto - racconta ancora Di Giacomo -. Oggi ci piace far diventare quasi minimalisti certi brani ponderosi. Ma non c’è dubbio che volendo ricavalcare l’onda sarebbe facile...». L’autore e il vocalist, Nocenzi e Di Giacomo, dopo tanti anni non sono diventati fratelli/coltelli alla Keith&Mick: «Il nostro è un rapporto spesso conflittuale, guai se così non fosse, però le nostre cose son sempre nate da un confronto forte. Conosciamo qualità e difetti, possiam montare un pezzo e distruggerlo dopo una settimana di lavoro perché non è quello che volevamo».

http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/hrubrica.asp?ID_blog=20
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Messaggio Da camila Ven 13 Gen 2012, 13:16

Sanremo 2012, D'Alessio e Bertè in gara al Festival

La strana coppia si esibirà col brano Respirare. E' stato lo stesso D'Alessio a darne notizia sul suo profilo Facebook. Ieri l'annuncio che Emanuele Filiberto canterà (forse) un brano di Morgan

In attesa di scoprire se la notizia della partecipazione di Emanuele Filiberto con una canzone di Morgan sia una "simpatica" burla del principe oppure no, ecco profilarsi all'orizzonte un'altra strana coppia pronta a scompigliare i rassicuranti equilibri sanremesi: Gigi D'Alessio e Loredana Bertè. I due canteranno Respirare, un brano che la star partenopea aveva già inciso con la Bertè e che sarebbe dovuto uscire a fine gennaio, ma che a questo punto subirà un rinvio. E' lo stesso D'Alessio ad annunciare l'inedito duetto aristoniano. Sul suo profilo Facebook si legge infatti testuale (punti esclamativi inclusi): «La mia nuova canzone Respirare sono convinto sia un brano che possieda un'energia infinita e una forza particolare. Più la ascolto e più mi convinco che meriti una platea tra le più illustri della musica mondiale. E' per questo che ho deciso di presentare Respirare in duetto con una delle più belle e autentiche voci italiane, Loredana Bertè, dal palcoscenico più famoso del mondo!!! La notizia è un'anteprima assoluta perchè è unadecisione presa nelle ultime ore e ho voluto subito condividerla con chi mi è sempre accanto, VOI!!!! Fate la valigia, si va a Sanremo!!!!!!!!!!!». Dal canto suo, la Loredana nazionale ha dichiarato di avere accettato la partecipazione alla kermesse canora «solo perché c’è lui, Gigi. Un signore». Ci dovremmo quindi aspettare una Bertè in versione tatan-melodica? No, viceversa, è D'Alessio che virerà al rock: «Ero abituato a scrivere al pianoforte che naturalmente ti porta alla melodia. Questa volta ho usato il computer che ti permette di fare batteria, chitarra, basso sin dall’inizio. Nel disco ci sarà il Gigi che tutti conoscono, anche due pezzi in dialetto, ma si spazia fino al reggae e al rock». E questa una boutade non lo è di sicuro.
http://www.vanityfair.it/show/tv/2012/01/13/sanremo-gigi-d-alessio-loredana-berte-respirare

rock rock magia
Vuoi vedere che GIGGI nel nuovo disco ci stupirà con effetti speciali? :stupore scusa
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Messaggio Da carabottino Sab 14 Gen 2012, 11:03

Clamoroso: a 24 ore dalla deadline, Mengoni avrebbe detto no a Sanremo. E non andrà nemmeno a Baku


Domani pomeriggio su Rai Uno, nel corso de “L’Arena” di Massimo Giletti sarà resa nota la lista dei partecipanti al prossimo Festival di Sanremo e noi siamo in grado di fornirvi una anticipazione che arriva direttamente dalla Riviera. La Rai non sarebbe riuscita a chiudere l’accordo con Marco Mengoni, che dunque sarebbe clamorosamente fuori dal lotto dei partecipanti. Questo significherebbe, visto che a Sanremo è legata anche la scelta del rappresentante italiano all’Eurovision Song Contest, che a meno di improbabili cambi di rotta nel processo di selezione, non sarà il cantante di Ronciglione a rappresentare l’Italia a Maggio a Baku.

Una situazione che avrebbe del clamoroso a solo 24 ore dall’annuncio ufficiale dei partecipanti. A quanto sembra, era soprattutto la Sony a volere Mengoni a Sanremo, visto che l’ultimo album “Solo 2.0″, pur disco d’oro, non ha venduto come previsto e dunque la vetrina del Festival sarebbe stata una occasione per rilanciare il lavoro. Ma alla fine pare che l’accordo fra le parti, che pareva praticamente raggiunto sino a ieri, sia saltato all’ultimo minuto per motivazioni ancora sconosciute e dunque Mengoni non sarebbe fra i partecipanti al prossimo Sanremo e non andrà nemmeno a Baku. Domani sarà ufficializzata questa situazione, in una lista ancora in completa fase di stesura e con pochissime certezze sui cartellone degli artisti in gara a ridosso della deadline. Cosa succederà adesso? Dove si orienterà la Rai per Baku visto che nessuno dei nomi su cui puntava forte sarà al Festival (nemmeno in veste di ospite)? Non resta che attendere la lista che sarà diramata domani (ma ovviamente potrebbe essere scelto anche un giovane: oggi alle 16.20 su Rai Uno sapremo i sei che faranno compagnia a Bidiel e Io ho sempre voglia) e poi comincerà il balletto dei nomi.

Considerazione a margine. Nel dispiacere di non vedere Mengoni all’Ariston e a Baku, la notizia a sorpresa conferma (ma non ce n’era certo bisogno) che quando si parla di Sanremo e di tutto ciò che è ad esso correlato – compreso in questo caso l’Eurovision Song Contest – non ci sono certezze fino a quando non c’è la lista ufficiale o fino a quando non è la Rai a dare la comunicazione. Il nostro blog e i suoi blog partner hanno sempre cercato, come in questo ed in altri casi, di fornire anticipazioni (non senza aver ovviamente verificato prima la notizia). L’uso del condizionale o talvolta di espressioni prudenti è dettato proprio da questa esperienza, con decisioni che spesso sono mutate all’ultimo secondo. La scelta di Raphael Gualazzi, avvenuta l’anno scorso proprio sul rush finale quando tutto pareva orientato diversamente, ne è un esempio tipico.

http://www.eurofestival.ws/2012/01/14/clamoroso-a-24-ore-dalla-deadline-mengoni-dice-no-a-sanremo-e-non-andra-nemmeno-a-baku/
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Messaggio Da mafalda Dom 22 Gen 2012, 11:15

Un omaggio a Etta James sulla radio nazionale spagnola, è in spagnolo ma parlano lentamente .

http://www.rtve.es/alacarta/audios/la-madeja/madeja-etta-james-21-01-12/1300074/
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Messaggio Da camila Mar 31 Gen 2012, 08:35

Rolling Stone: e siamo al numero 100!

Nove anni di RS: per festeggiare abbiamo stilato la classifica dei 100 dischi italiani più belli di sempre
Spoiler:

1. Vasco Rossi: Bollicine
2. Franco Battiato: La voce del padrone
3. Lucio Battisti: Una donna per amico
4. Fabrizio De Andrè: Crêuza de mä
5. Jovanotti: Lorenzo 1994
6. Vinicio Capossela: Ovunque proteggi
7. Diaframma: Siberia
8. CSI - Consorzio Suonatori Indipendenti: Linea gotica
9. Area: Arbeit Macht Frei
10. Adriano Celentano: Adriano Celentano con Giulio Libano e la sua orchestra
11. Luciano Ligabue: Buon compleanno Elvis
12. CCCP Fedeli Alla Linea: 1964-1985 Affinità-divergenze fra il compagno Togliatti e noi del conseguimento della maggiore età
13. Edoardo Bennato: I buoni e i cattivi
14. Rino Gaetano: Mio fratello è figlio unico
15. Elio e le Storie Tese: Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu
16. Subsonica: Microchip emozionale
17. Pino Daniele: Nero a metà
18. Massimo Volume: Stanze
19. Verdena: WoW
20. Francesco De Gregori: Rimmel
21. Baustelle: La malavita
22. Luigi Tenco: Luigi Tenco
23. Offlaga Disco Pax: Socialismo tascabile
24. Loredana Bertè: Traslocando
25. Sangue Misto: SxM
26. Zucchero: Oro, incenso e birra
27. Eugenio Finardi: Sugo
28. Caparezza: Verità supposte
29. Francesco Guccini: Via Paolo Fabbri 43
30. Teatro degli Orrori: A sangue freddo
31. Black Box: Dreamland
32. Carmen Consoli: Confusa e felice
33. 3 Allegri Ragazzi Morti: La testa indipendente
34. Casino Royale: Sempre più vicini
35. Renato Zero: Zerofobia
36. Almanegretta: Sanacore
37. Sergio Caputo: Un sabato italiano
38. Negramaro: Mentre tutto scorre
39. Frankie Hi-NRG: La morte dei miracoli
40. Lucio Dalla: Lucio Dalla
41. Afterhours: Non è per sempre
42. Gaznevada: Sick Soundtrack
43. Linea 77: Horror vacui
44. PFM: Storia di un minuto
45. Faust’o: Suicidio
46. Le Luci della Centrale Elettrica: Canzoni da spiaggia deturpata
47. Fabri Fibra: Controcultura
48. Giorgio Gaber: Far finta di essere sani
49. 99 Posse: Curre curre guaglió
50. Ivano Fossati: Panama e dintorni
51. Le Orme: Uomo di pezza
52. Alan Sorrenti: Aria
53. 883: Hanno ucciso l’Uomo Ragno
54. Enrico Ruggeri: Vai Rouge!
55. Garbo: A Berlino... va bene
56. Autori Vari: Rock ’80/Rockerilla: Gathered
57. Franco Califano: Tutto il resto è noia
58. Pooh: Parsifal
59. Goblin: Profondo rosso
60. Tiziano Ferro: Nessuno è solo
61. Ivan Graziani: Pigro
62. Alberto Camerini: Rockmantico
63. Vanadium: A Race with the Devil
64. Balletto di Bronzo: Sirio 2222
65. Krisma: Chinese Restaurant
66. Skiantos: Kinotto
67. Claudio Lolli: Ho visto anche degli zingari felici
68. Marlene Kuntz: Il vile
69. Negazione: Lo spirito continua
70. Paolo Conte: Concerti
71. Gianna Nannini: Latin Lover
72. Matia Bazar: Tango
73. Patty Pravo: Patty Pravo
74. Elisa: Pipes and Flowers
75. Gianni Morandi: Gianni Morandi
76. Ornella Vanoni: La voglia la pazzia l’incoscienza l’allegria
77. Negrita: Reset
78. Cesare Cremonini: Maggese
79. Alberto Fortis: Alberto Fortis
80. Gino Paoli: Gino Paoli allo Studio A
81. Mina: Live ’78 Bussoladomani
82. Giardini di Mirò: Punk... Not Diet!
83. Nuova Compagnia Canto Popolare: La gatta Cenerentola
84. Flavio Giurato: Il tuffatore
85. Biglietto per l'Infeno: Biglietto per l’inferno
86. Litfiba: 17 re
87. Squallor: Pompa
88. Perturbazione: In circolo
89. The Gang: Le radici e le ali
90. Piero Ciampi: Io e te abbiamo perso la bussola
91. Umberto Tozzi: Gloria
92. Banco del Mutuo Soccorso: Darwin!
93. Bluvertigo: Metallo non metallo
94. Luca Carboni: Carboni
95. Zen Circus: Andate tutti affanculo
96. Africa Unite: Un sole che brucia
97. Enzo Jannacci: Quelli che...
98. Prozac+: Acidoacida
99. Maurizio Bianchi: Mectpyo Bakterium
100.Antonello Venditti: Sotto il segno dei pesci

http://www.rollingstonemagazine.it/musica/notizie/rolling-stone-e-siamo-al-numero-100/47531

spia molti di questi nomi non li ho mai sentiti...sarò vecchia ,ma non si può vedere Fabri Fibra che precede in classifica Gaber e Fossati,
Frankie ecc prima di Dalla e PFM,gli 883 al 53esimo posto prima di Ciampi,Banco,Conte ,Graziani e tanti altri .. vergogna
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Messaggio Da ziggy Gio 02 Feb 2012, 11:07

Ho visto adesso questa classifica fucile

.....non riesco a capire come quel coxxxne di Fibra con il suo disco monnezza Controcultura possa essere prima di 'Far finta di essere sani' di Gaber e di 'Aria' di Sorrenti che per me sono due capolavori assoluti :stupore


ma con che coraggio pubblicano certe classifiche diavolo

Spoiler:
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Messaggio Da daluxx Gio 02 Feb 2012, 13:12

ziggy ha scritto:Ho visto adesso questa classifica fucile

.....non riesco a capire come quel coxxxne di Fibra con il suo disco monnezza Controcultura possa essere prima di 'Far finta di essere sani' di Gaber e di 'Aria' di Sorrenti che per me sono due capolavori assoluti :stupore


ma con che coraggio pubblicano certe classifiche diavolo

Spoiler:

Per quanto riguarda la classifica ..concordo con te e Camila riguardo il.......manco lo voglio nominare :uhm: ah.. a proposito se c'è qualcuna "esperta" di rap..mi può segnalare quali sono gruppi/artisti presenti nella classifica..così per sapere..grazie sereno

Altra cosa: Renatone al 35 :uhm: e pure Venditti al 100..magari è da tanto che non fà roba decente...ma Sotto il segno dei pesci è un signor disco :uhm:
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Messaggio Da camila Gio 09 Feb 2012, 09:05

Lana Del Rey stona al ''Saturday Night Live'', pioggia di critiche sul web

Il web le ha dato onori e popolarità ma gli stessi utenti sono rimasti delusi davanti alla sua prima performance dal vivo in una tv Usa. Fatale per la nuova star Lana Del Rey è stata l'esibizione al Saturday Night Live: gli stessi blogger e fan che hanno celebrato la sua bravura mettendola sul podio dei video cliccati milioni di volte si sono scatenati di fronte alle stonature dell'interpretazione dei suoi pezzi "Blue Jeans" e "Video Games". Al punto che Lana, comunque in testa alla classifica dei dischi più venduti, ha rinunciato al minitour previsto in 30 date in giro per gli Stati Uniti. Ecco una collezione dei peggiori momenti dell'esibizione al Saturday Night Live

http://video.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/lana-del-rey-stona-al-saturday-night-live-pioggia-di-critiche-sul-web/87612?video=&ref=HRESS-64

PLOP!!!
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Al link trovate il video,non è un bel sentire... vomito vi avviso
Una star osannata,il nuovo fenomeno...nei video occhiolino
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Messaggio Da ziggy Gio 09 Feb 2012, 10:21

http://www.tgcom24.mediaset.it/spettacolo/articoli/1036164/lacuna-coil-il-made-in-italy-che-piace-agli-usa.shtml
Lacuna Coil, il made in Italy che piace agli Usa
Nuovo album 15.mo in top 200 di Billboard, Cristina Scabbia: "In Italia il rock è ancora tabù"


13:59 - Debutto con il botto per "Dark Adrenaline", il nuovo album dei Lacuna Coil: 15.mo posto nella gloriosa Top200 di Billboard, mentre in Italia il gruppo milanese conquista il 18.mo posto su iTunes. "Paradossalmente vale più il risultato in Italia - dice la cantante Cristina Scabbia a Tgcom24 -. Da noi il rock duro e il metal sono vittime di pregiudizi e ignoranza, manca una vera cultura. La gente purtroppo si ferma a ciò che passano tv e radio".
Attualmente impegnati nel "Gigantour" negli Stati Uniti accanto a mostri sacri come Motorhead e Megadeth, i Lacuna Coil con i loro risultati hanno costretto a occuparsi di loro anche media che di solito il metal lo snobbano. Dalla periferia milanese al Madison Square Garden il passo è davvero grande, soprattutto se si pensa che la musica italiana negli Stati Uniti è spesso considerata semplice appannaggio di immigrati o associata a proposte classicamente melodiche come nel caso di Andrea Bocelli. Invece per il gruppo milanese entrare in classifica negli Usa non è nemmeno una novità. "Mi stupisce molto di più il 18.mo posto nella classifica italiana - conferma Cristina - che non il risultato di Billboard dove eravamo già entrati in passato".

Ti sei data una spiegazione per questo vostro exploit?
In realtà è difficile trovare la ricetta del successo. Si tratta di un insieme di cose. Sicuramente l'aver fatto molti tour ha contribuito a renderci popolari. La voce si sparge rapidamente. Oltretutto oggi con internet è molto più facile, alla promozione classica si associa l'auto promozione che si crea attraverso i social network. Sicuramente negli Stati Uniti è stato molto importante l'essere spesso presenti in tour o festival.

Apprezzatissimi negli Stati Uniti, gruppo di nicchia in Italia. Da noi il rock duro è destinato a restare in un recinto?
Il problema è culturale, l'Italia non è mai stata un territorio rock. Purtroppo il rock e il metal vengono considerati generi estremi, soprattutto il metal spesso è associato al satanismo. Si pensa spesso che chi ascolta metal sia una cattiva persona solo perché veste di nero. Tutte cazzate figlie fondamentalmente di ignoranza. Troppa gente si ferma a un livello superficiale e non va oltre a ciò che gli viene proposto da tv e radio. E' un peccato perché la musica è bella in tutte le sue forme e non dovrebbero esserci preconcetti.
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Messaggio Da camila Gio 09 Feb 2012, 15:57

Roger Daltrey, 'Tommy' 2012: l'intervista di Rockol


09 feb 2012 - Roger Daltrey E’ Tommy.
Immortalato nel film che Ken Russell trasse nel 1975 dalla prima rock-opera degli Who, uscita sei anni prima, il cantante ha finito per immedesimarsi nel protagonista – almeno agli occhi dei fans. Il doppio album che procurò alla sua band il lasciapassare per la leggenda e a Pete Townshend quello per l’empireo dei più grandi autori di genere, regalò anche a Daltrey una dimensione più completa: il suo Tommy cinematografico, per quanto figlio di un’interpretazione da novizio, si sovrappose al bullo dalla voce potente che roteava i microfoni sul palco, rendendolo più artista che mero interprete. Oltre quattro decenni dopo, Roger insieme ai suoi No Plan B (Frank Simes e Simon Townshend alle chitarre, Jon Button al basso, Loren Gold alle tastiere e Scott Devours alla batteria) è tornato a calcare le scene per raccontare la storia del ragazzo cieco-muto-sordo diventato guru: è straordinario quanto il simbolismo che il personaggio e la trama incarnano per la nostra società sembri ancora fresco come una rosa. Roger sta per approdare in Italia per otto date dal vivo: lo abbiamo intervistato alla vigilia del suo mini-tour e ha parlato, tra l’altro, di Keith Moon, di un nuovo progetto con Townshend per un tour di “Quadrophenia” e di talent-show...


Ciao Roger, innanzitutto come introdurresti il concetto di ‘rock opera’ se il tuo interlocutore fosse un giovane nativo-digitale abituato a download, YouTube e ‘pay per’ e, quindi, alla logica dei singoli?
Una volta gli album erano qualcosa a cui dedicavi molto tempo per approfondirli e da cui, dopo una decina di ascolti, potevi ricavare un’impressione anche molto diversa da quella originale. Era un’esperienza abbastanza normale che accadesse questo. Prendeva tempo e attenzione. Oggi ovviamente non è più così. E quindi, se dovessi spiegare cos’è una rock opera, la assimilerei semplicemente alla musica classica.
“Tommy” all’epoca della sua uscita nel 1969 ricevette recensioni contrastanti all’inizio, ma poi fu un enorme successo di critica e pubblico: cosa dei suoi contenuti, secondo te, faceva presa sulla gente?
Penso che “Tommy” fosse particolarmente in sintonia con i suoi tempi. Non ho mai ritenuto che “Tommy” raccontasse la storia di una persona, ma che parlasse invece di tutti noi. Quando uscì fu accolto con scetticismo e molti reagirono in modo negativo. Ai tempi l’opinione pubblica e la critica potevano ritenere addirittura osceno che un disco popolare che andava in radio parlasse di qualcuno che era muto, cieco e sordo. Ma quella metafora serviva per guardare all’esterno con occhi diversi, per raccontare la società in cui vivevamo, le sue distorsioni e le sue oscenità.
Quanto Pete Townshend vi presentò “Tommy”, come funzionò? Sapevate cosa stava creando?
Quando rileggo le cronache rock del tempo, devo dirti che spesso trovo delle inesattezze, nel senso che non è che Pete se ne uscì con questa rock opera che portò alla band perché la suonasse: la genesi fu in realtà molto diversa, più organica, più partecipativa. Pete ci chiese cosa ne pensavamo dell’idea di raccontare di questo ragazzo che viveva e comunicava solo attraverso delle vibrazioni. All’inizio aveva solo un abbozzo di canzone introduttiva. Da quel punto di partenza in poi, aggiungemmo qualcosa e l’opera si sviluppò in maniera graduale, acquisì personalità. Ricordo bene, per esempio, che fu John a pensare al personaggio di Uncle Ernie, mentre la suggestione di Keith fu quella di Cousin Kevin, e così via.
Ma oggi che lo porti in tour, dopo averlo vissuto nella sua genesi e dopo averlo interpretato in un film, per te “Tommy” è soprattutto un album, un musical o un film?
Come ho detto prima, per me “Tommy” è veramente un’opera di musica classica. E’ così che va concepito: sia per la sua struttura, sia per la costruzione delle canzoni, sia perché è un lavoro organico. Io lo tratto e lo considero con lo stesso rispetto che di solito si riserva a un pezzo di musica classica di grande levatura.
Come ti sei avvicinato al personaggio quando hai interpretato “Tommy” nel film di Ken Russell del 1975?
Quando mi chiesero di farlo, ero pieno di dubbi. Non avevo mai recitato prima di allora, così cominciai a interpretarlo dentro di me. Sai, mi cantavo e mi recitavo le parti a bassa voce, mi mettevo alla prova. Ma poi si passò a trasporlo davanti alla cinepresa e trovai sorprendentemente difficile attuarlo nel film, perché mi toccava trasformare Tommy da idea a persona reale - e per me Tommy non era una persona reale, come dicevo prima. Ken Russell? Era un pazzo completo. E il mio impatto con i metodi dell’industria cinematografica fu catastrofico: dovevi alzarti alle sei per essere sul set alle sette di mattina. Un musicista rock si alza alle sei di pomeriggio, semmai, giusto? E i miei primi due giorni di riprese furono terribili. Il primo rimasi immerso nell’acqua per oltre quattro ore e dopo un po’ l’acqua si raffreddò completamente e stavo letteralmente gelando; il secondo lo passai a essere frustato con l’antincendio. E il vecchio Ken sembrava provarci gusto… Dopo due giorni il mio intero corpo era coperto di lividi blu e neri… Allora mi dissi: “Beh, peggio di così proprio non potrà andare….”.
Dal cinema al palco: un momento epico di “Tommy” avvenne quando suonaste “See me, feel me” a Woodstock…
Oh, non credere che ricordi molto di Woodstock (ride)... Al momento di suonare eravamo stravolti. Però mi restano negli occhi quella sensazione e quell’immagine di salire sul palco mentre all’improvviso ecco che sorgeva il sole e illuminava tutta quella gente sotto di noi...
Invece che ricordi hai di una sera a Verona, nel giugno 2007…? Rockol era presente in massa e tra noi ci diciamo che è una notte da dimenticare ma anche una notte da ricordare…
Oddio, che notte tremenda! Sai, per come si era messo il tempo, era veramente pericoloso restare a suonare sul palco, così tentammo di aspettare che la tempesta passasse, e fortunatamente passò. Poi quando le cose si sistemarono, eravamo pronti e al momento di “Who are you?” non so semplicemente dirti dove andò a finire la mia voce. Ma veramente: un attimo prima stavo bene ed ero caldo, un attimo dopo non c’era più. Che devo dire? Meglio viverla una sera così che non provarla. La definirei una vera rock and roll night!
Mentre tu porti in tour “Tommy”, gli Who hanno da poco ripubblicato una versione deluxe di “Quadrophenia”: che te ne pare? Il remaster ha fatto giustizia, la tua voce si sente meglio che non nell’originale?
Non l’ho ascoltata! Com’è?
Ma che risposta furbetta… A me è piaciuto essere immerso nuovamente in un classico, riscoprirlo e trovarci elementi nuovi. E credo che la tua voce ne esca meglio…
Beh, ottimo allora. Io ricordo solo che quando venne pubblicato l’album lo trovai molto diverso da come lo ricordavo suonato in sala d’incisione, come se passando dallo studio al vinile ne fosse uscito molto meno potente.
Che ricordi conservi di Keith Moon e John Entwistle?
Meravigliosi. Con il tempo tendi a ricordare solo le cose belle, le più divertenti, i momenti piacevoli. Ma ripeto: meravigliosi. Erano due persone eccezionali e posso giurarti che ogni volta che sono sul palco e canto i nostri pezzi, loro due sono sempre là con me. Tieni presente che, come cantante, durante i concerti non vedevo molto né Keith è John, ma soprattutto Keith. Eppure sento la loro presenza costantemente al mio fianco.
E che ne è del tuo vecchio progetto del film su Keith Moon?
Ah, la verità è che appena avrò un po’ di tempo dovrò mettermi a scriverlo. In passato ha attraversato molte fasi, ma il progetto di fatto non è mai decollato. Però posso dirti che quando sarà pronto sarà qualcosa che il pubblico forse non si aspetta. Desidero che sia una rappresentazione articolata e complessa perché dovrà parlare di una persona estremamente intensa, molto divertente, geniale, comica e, purtroppo, anche tragica. Keith era un ragazzo buonissimo e un musicista incredibile. Per me era un eroe. Parlare oggi di chi potrà interpretarlo ha poco senso. Molto tempo fa (saranno stati vent’anni, ormai) ne parlai con Robert Downey Jr., trovavo che fosse perfetto per Keith. Ma ora non saprei…
Pete è l’amico di una vita: come sta, vi sentite spesso?
Pete sta bene, grazie, e ci parliamo moltissimo, anche proprio in questi giorni. E sai una cosa? Stiamo parlando proprio di “Quadrophenia”: vorremmo rifarla dal vivo, possibilmente entro la fine dell’anno. Non che abbiamo un’agenda, ma potrebbe succedere tra novembre e dicembre. Posso solo dirti che abbiamo idea di farla diversa da come la riproponemmo nel 1997. Sì, con Pete ci sentiamo continuamente.
Come hai reagito di fronte alle accuse di pedofilia nei suoi confronti?
Il più colossale carico di merda che abbia mai sentito. Quando accadde fui sconcertato, fu devastante. Ma conosco Pete nell’intimo, e quando lo vidi al telegiornale e guardai i suoi occhi mentre raccontava la sua versione dei fatti, seppi immediatamente che non aveva fatto nulla di ciò per cui lo accusavano. Disse che era vero che aveva visitato quei siti, ma con uno scopo e senza scaricare nulla. Gli credo senza dubbio. Non so come qualcuno abbia potuto montare questa cosa contro di lui, forse lo deve a certi suoi atteggiamenti arroganti. Ma su internet certe cose accadono spesso, no?
Roger, chi è il migliore cantante rock di sempre?
Il migliore è sempre quello che ti piace, no…?
Diplomatico… Però puoi dirmi almeno chi è il più grande cantante blues…
Mmmh… Difficile. Se proprio devo dirne uno, allora scelgo Howlin’ Wolf. Ma anche John Lee Hooker.
Quali nuove band ti piacciono?
Guarda, cerco di avere il polso della scena, ma mi è difficile - e quando sono in tour, perdo contatto con tutto il resto. Posso dirti che ho la sensazione che ci sia dell’ottima musica che viene prodotta là fuori, ma personalmente non amando molto internet (la uso solo per le email, in pratica) trovo che sia paradossalmente più difficile scoprirla. Ce n’é moltissima, ma devi cercarla e a me non piace. E mi rendo conto, allo stesso tempo, che la radio non assolve più alla funzione primaria che aveva una volta, non è più il mezzo principale per ascoltare o scoprire buona musica.
Per concludere: da vecchio leone del palco, che ne pensi dei talent show?
Credo che i talent facciano emergere buoni cantanti. Ma credo anche che non scoprano nessuna star. Mai. Se ci fai caso, tutti i cantanti dei talent show sono tecnicamente eccellenti ma terribilmente ordinari. Non prendono rischi. Non si stagliano tra la folla. La mia impressione è che i talent stiano preparando la scena per una rinascita del punk. Mi sembra la tipica situazione nella quale una reazione è matura: presto si avvertirà il bisogno di qualcosa di verace, essenziale, sporco, duro.

http://www.rockol.it/news-335618/Roger-Daltrey,--Tommy--2012--l-intervista-di-Rockol
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Messaggio Da Ospite Ven 10 Feb 2012, 09:36

Marky, l’ultimo dei Ramones


Siamo lontani dal 1977 ma sembra proprio che del punk, non se ne possa fare a meno; la musica di quell’epoca continua imperterrita a ispirare il nostro tempo.

Ispirare è forse una parola “grossa”, oggi “tutti copiano tutto”,
quindi, anziché rivolgere l’attenzione al presente – anche perché non si
saprebbe bene dove guardare – l’ennesima capriola all’indietro ci porta
diritti nel mondo dei Ramones o perlomeno in quello di Marky Ramone, l’unico sopravvissuto della storica band newyorkese.

Proprio in questi giorni il rocker suonerà in Italia. Domani aprirà la
tournèe al Bò Live di Fidenza (in provincia di Parma), il giorno dopo
sarà a Moncalieri, presso l’Auditorium, mentre il 17 suonerà al
Controsenso di Prato, per poi chiudere il mini tour al Pascià Disco Club
di Olbia.

Incontrarlo si è rivelato più difficile del previsto. L’entourage
al seguito è degno delle più grandi rockstar ma, nonostante questo,
Marky si è reso disponibile, prestandosi con piacere alle rituali “9
domande 9”.

1• Hai cominciato a suonare con i
Ramones nel 1978. A quei tempi a New York esisteva un solo locale: il
Cbgb. Che ricordi hai di quel posto?
Era l’unico luogo in città che ci permetteva di suonare la nostra
musica. Questo grazie a Hilly Cristal, padrone del locale e una sorta
di mecenate per tutte le band che hanno cominciato a suonare lì.

2 • Cramps, Blondie, Television, Talking Heads, Ramones… La storia è stata scritta al Cbgb. Cosa ne pensi?
Richard Hell e Tom Verlaine hanno scoperto quel posto. Le band cui tu fai riferimento sono venute dopo, compresi i Ramones.

3 • Quali altre band ricordi di quel periodo?
Penso ai Dead Boys, a Johnny Thunders & the Heartbrakers, a Blondie. Tutti insieme. Un periodo indimenticabile.

4 • Domanda da un milione di dollari: il punk è nato prima negli States oppure in Inghilterra?
Il punk è nato al Cbgb un anno e mezzo prima che gli inglesi
sapessero della sua esistenza. In Uk a quei tempi suonavano pub-rock.

5 • Malcom Mc Laren poco prima di lanciare Rotten e soci, venne a New
York e rimase impressionato da Richard Hell. Tutto lascia supporre che i
Sex Pistols siano stati concepiti proprio dopo quel viaggio. È
possibile?
È proprio così. Mc Laren venne a Ny e non fece altro che clonare
il look di Richard, veicolandolo in Inghilterra e facendolo diventare,
grazie ai Sex Pistols, un fenomeno di massa.

6 • Fermo restando che in Uk sono nate diverse band importanti per il periodo…
Sì, è vero, ma hanno copiato tutti dai Ramones e da Richard
Hell o perlomeno sono cose venute in risposta a quanto succedeva negli
States. Ti faccio un esempio, Pretty Vacant dei Sex Pistols è una risposta a Blank Generation di Hell. Non è un caso che la canzone di Richard sia uscita un anno e mezzo prima…

7 • A prescindere dai Sex Pistols, la scena inglese a quei tempi ha
prodotto cose piuttosto interessanti. Quali sono, a tuo parere, i gruppi
che hanno fatto la differenza?
I Sex Pistols per qualche mese a quei tempi fecero davvero la
differenza. Penso anche ai Clash ma c’erano un sacco di altre band, come
gli UK Subs e gli Sham 69 che mi piacevano parecchio.

8 • Vorresti svelarci un ricordo dei tuoi compagni che ti porterai sempre nel cuore? (Nel corso degli anni sono venuti a mancare tre membri della band: Joey, Johnny e Dee Dee Ramone)
Noi abbiamo creato un sound e questo nessuno può contestarlo. Loro erano i miei migliori amici e mi mancheranno per sempre.

9 • Che cosa dobbiamo aspettarci da questa mini tournée?
Insieme agli Undead, suonerò alcune canzoni dei Ramones, ma ci sarà il tempo anche per una drum clinic e il consueto meet and greet con
i fan. Mi cimenterò anche come dj; a Fidenza, salirò in consolle per un
set rigorosamente rock: da Wilson Pickett agli Stones, tanto per
intenderci.

A corredo di questa piacevole chiacchierata avresti voglia di
consigliare ai lettori una piccola play list? “9 canzoni 9 di Marky
Ramones”…


Potrei pensarne nove dei Ramones, vediamo…

9 canzoni 9 … dei Ramones (selezionate da Marky Ramone)
Lato A

I Wanna Be Sedated

Shena is a Punk Rocker

Kkk Took My Baby Away

Rock ‘n’ Roll High School



Lato B

Teenage Lobotomy

Beat on the Brat

Pet Cemetery

Judy is Punk

Rock ’n’ Roll Radio

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/09/marky-lultimo-ramones/190048/

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Messaggio Da mafalda Dom 12 Feb 2012, 08:59

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Messaggio Da Zoe Lun 13 Feb 2012, 09:24

http://www.rockol.it/news-341623/Grammy-Awards-2012,-trionfo-per-Adele-e-Foo-Fighters.-La-lista-dei-vincitori

Grammy Awards 2012, trionfo per Adele e Foo Fighters. La lista dei vincitori

13 feb 2012 - Sono Adele e Foo Fighters i vincitori della cinquantaquattresima edizione dei Grammy Awards, la cui serata di gala si è conclusa nelle prime ore della mattina di oggi allo Staples Center di Los Angeles, California: la giovane cantautrice britannica ha conquistato cinque riconoscimenti nelle categorie "Best short form music video" (per "Rolling in the deep"), "Best Pop Vocal Album" (per "21"), "Song of the year" (per "Rolling in the deep"), "Record of the year" (per "Rolling in the deep") e "Album of the year" (per "21"), mentre la band capitanata da Dave Grohl ha portato a casa altrettante statuette nelle sezioni "Best long form music video" (per "Back and forth"), "Best Hard Rock/Metal Performance" (grazie a "White limo", dall'album "Wasting light"), "Best Rock Song" (grazie a "Walk", sempre da "Wasting light"), "Best Rock Album" (ancora una volta grazie a "Wasting light") e "Best rock performance" per "Walk", da "Wasting light". Buona la prestazione di Skrillex, vincitore in tre categorie "Best remixed recording" per la versione remixata di "Cinema" di Benny Benassi, "Best Dance/Electronica Album", grazie all'album "Scary monsters and nice sprites", e "Best dance recording", sempre con la title track del suo "Scary monsters and nice sprites", così come molto soddisfacente è stata quella di Bon Iver, vincitore nelle sezioni "Best new artist" e "Best Alternative Music Album". Tony Bennett grazie al suo "Duets II" ha sbaragliato la concorrenza nella sezione "Best traditional pop vocal album", dal quale è stata tratta la celebre "Body and soul", il duetto con Amy Winehouse che ha avuto la meglio nella categoria "Best pop duo/group performance". Sul versante hip-hop, Kanye West non ha avuto rivali, affermandosi negli ambiti "Rap Album", "Rap Performance", "Rap Song" e "Rap/Sung Collaboration", mentre su quello country a segnalarsi maggiormente è stata Taylor Swift, vincitrice nelle categorie "Country Solo Performance" e "Country Song".


Durante la serata, non sono mancati omaggi a Whitney Houston, scomparsa a Los Angeles solo poche ore fa, e Etta James, mentre grande entusiasmo hanno raccolto le esibizioni dal vivo di Beach Boys, Paul McCartney e della stessa Adele, tornata a cantare dal vivo dopo l'operazione alle corde vocali subita lo scorso mese di novembre.
Ecco, di seguito, la lista dei vincitori nelle principali categorie:

Record of the Year: "Rolling in the Deep", Adele
Song of the Year: "Rolling in the Deep", Adele
New Artist: Bon Iver
Pop Solo Performance: "Someone Like You", Adele
Pop Performance by a Duo or Group: "Body and Soul", Tony Bennett & Amy Winehouse
Pop Vocal Album: "21", Adele
Alternative Album: "Bon Iver", Bon Iver
Rock Song: "Walk", Foo Fighters
Rock Album: "Wasting Light", Foo Fighters
Rock Performance: "Walk", Foo Fighters
Hard Rock/Metal Performance: "White Limo", Foo Fighters
R&B Album: "F.A.M.E.", Chris Brown
R&B Song: "Fool For You", Cee Lo Green, Melanie Hallim & Jack Splash
R&B Performance: "Is This Love", Corrine Bailey Rae
Traditional R&B Vocal Performance: "Fool For You", Cee Lo Green & Melanie Fiona
Rap Album: "My Beautiful Dark Twisted Fantasy", Kanye West
Rap Performance: "Otis", Jay-Z e Kanye West
Rap Song: "All of the Lights", Kanye West
Rap/Sung Collaboration: "All of the Lights", Kanye West (con Rihanna, Kid Cudi & Fergie)
Dance Recording: "Scary Monsters and Nice Sprites", Skrillex
Dance/Electronica Album: "Scary Monsters and Nice Sprites", Skrillex
World Music Album: "Tassili", Tinariwen
Latin Pop Rock, Rock or Urban Album: "Drama y Luz", Mana
Country Solo Performance: "Mean", Taylor Swift
Country Album: "Own the Night", Lady Antebellum
Country Performance by a Duo or Group: "Barton Hollow", Civil Wars
Country Song: "Mean", Taylor Swift
Jazz Instrumental Album: "Forever", Corea, Clark & White
Improvised Jazz Solo: "500 Miles High", Chick Corea
Folk Album: "Barton Hollow", Civil Wars
New Age Album: "What's It All About", Pat Metheny











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Messaggio Da Kaiser Gio 23 Feb 2012, 11:50

Enrico Ruggeri: «Il mio nuovo disco? Un flop»
Il cantante si sfoga su Facebook: «Perchè dite che è bello
e poi non lo comprate?». E si scatena il dibattito.

MILANO- «Vendite fantastiche, strabilianti, il disco è al primo posto a un giorno dalla sua uscita»: gli uffici stampa son soliti urlare, così ai quattro venti, i numeri dell'album appena uscito del loro artista X. Nessuno che si periti di andare a controllare, mentre il suddetto artista è costretto a confermare i roboanti annunci dei suoi addetti. Anche se in cuor suo, sa che le cose sono andate ben diversamente.

DICHIARAZIONI «CHOC»- E ben diversamente ha deciso invece di comportarsi Enrico Ruggeri: sul suo sito ufficiale di facebook ha postato queste dichiarazioni, presto diventate choc: «Voglio essere sincero: il mio nuovo cd non sta andando bene. Tutti mi fanno i complimenti, tutti dicono di averlo ascoltato, ma le vendite sono molto più basse della mia media» Già, a molti è piaciuto, almeno a parole, «Le canzoni ai testimoni», il disco in cui Enrico gioca a farsi reinterpretare dalla nouvelle vague della musica italiana (da Boosta a Dente).
«MI SEMBRA STRANO» -Ma la cosa che più lo sorprende, lui che ha iniziato a suonare in un'epoca in cui, al più, i fan lo aspettavano sotto casa, è questa: «Mi sembra strano proprio in un momento in cui grazie a facebook e twitter ho instaurato un rapporto continuativo e cordiale con decine di migliaia di persone. Non posso pensare che tutti questi miei amici vogliano solo interagire con me senza aver voglia di sentirmi cantare». E poi il sospetto,per nulla campata in aria, nell'era dello sharing: « E non voglio pensare che tutte queste persone lo abbiano scaricato illegalmente. Cosa pensate in proposito?».

HA FATTO DI TESTA SUA - Il dibattito si è aperto, eccome, e prosegue: molti seguaci della prima ora assicurano Enrico di averlo comprato, il disco, altri invece ammettono che, di questi tempi, i soldi son pochi e scaricare vien più facile ( e conveniente). Il suo manager, a quanto pare, è molto arrabbiato, la discografica pure: Enrico ha fatto tutto di testa sua (con i social è un baleno, si scrive, si schiaccia invio e il più è fatto), senza concordare niente con nessuno. E dopo aver lanciato il (fragoroso) sasso, per ora, tace.

Matteo Cruccu
http://www.corriere.it/spettacoli/12_febbraio_22/ruggeri-disco-flop-cruccu_0cdd8616-5d7a-11e1-8d58-29f34aaed5a4.shtml
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Messaggio Da Therese Gio 23 Feb 2012, 20:06

Ruggeri ha detto la verità. E pure i suoi fan che gli hanno risposto.
Di soldi non ce ne sono piu'...che abbassi un po' i prezzi il signor Ruggeri invece di lamentarsi, dovrebbe rendersi conto che non è piu' sulla cresta dell'onda da un bel pezzo...
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Messaggio Da camila Ven 24 Feb 2012, 12:18

MUSICA E TIVÙ
Nella vita ci vuole talent
L'ingresso di Lambert nei Queen e lo strapotere del format.

La regola del talent show, coi tempi che corrono, è l'unica che funziona nel mondo musicale. E i Queen, coi loro trascorsi da campioni tra rock band e operetta, si sono adattati.
Il cantante che rimpiazzerà l'icona del canto e del corpo mistico, Freddie Mercury, è Adam Lambert, diventato famoso nell'edizione 2009 di America's got talent, dove ha tenuto il palco alla grande con le cover degli Aerosmith, dei Rolling Stones e, naturalmente, dei Queen.
PUPILLO DI LADY GAGA E DEI MUSE. La scelta di Lambert, dopo che il gruppo inglese aveva sperimentato in modo non del tutto convincente una vecchia gloria come Paul Rodgers, sembra perfetta per la macchina da show guidata dal chitarrista Brian May.
Lambert ha voce, estensione e presenza sufficienti per imitare Mercury; il giusto grado di freak e di gayezza dichiarata. E qualche vezzo insolito, come cantare in ebraico nelle funzioni religiose. Per il suo disco in uscita hanno composto i brani Lady Gaga e Matthew Bellamy dei Muse.
Il suo esordio come titolare dei Queen, invece, sarà il 7 luglio al Sonisphere Festival di Knebworth.

La vicenda Lambert è crisma di una tendenza: il predominio ormai assoluto del talent show come via d'accesso alla scena poppettara.
I FENOMENI BOYLE E LEWIS. In questi anni dai vari talent, specie americani e inglesi, sono emersi personaggi come Susan Boyle (Britain's got talent, terza edizione), la casalinga 50enne e bruttina dalla voce straordinaria; Leona Lewis (quella di Bleeding love), e perfino una nuova stella del country come Carrie Underwood.
In Italia abbiamo la vincitrice di Sanremo 2012 Emma Marrone, figlia di Maria (nel senso della De Filippi) e del programma Amici. Come Marco Carta. E poi Giusy Ferreri e Marco Mengoni, originati da XFactor, come Noemi, terza classificata all'Ariston. Solo per restare ai nomi più noti.

Red Ronnie: «I talent sono come il catrame»


Ma se da un lato il talent è una palestra dove imparare, se non a cantare, almeno a comunicare con il pubblico, dall'altro il predominio di questo format potrebbe essere il segnale della mummificazione della creatività musicale.
«Il caso di Lambert dimostra una cosa», ha spiegato a Lettera43.it Red Ronnie, «i talent sfornano dei cloni. Franco Battiato sarebbe immediatamente eliminato a XFactor, come Vasco Rossi, e Jovanotti. Sono troppo originali. I talent sono come il catrame bollente: seppelliscono e cristallizzano gli animaletti che si trovano sotto. Disabituano gli spettatori alle novità. Si va in cerca di qualcosa che già si conosce».
LA DIFESA DI MAIONCHI. Di tutt'altro avviso Mara Maionchi, che ha attraversato con successo la discografia italiana tradizionale (Gianna Nannini e Tiziano Ferro sono creature sue), ma poi si è buttata con altrettanto successo, e autoironia, nel talent show: prima a XFactor, ora ad Amici. «Non credo che i talent uniformino più di tanto», ha spiegato. «Per esempio Giusy Ferreri non è una cantante “tradizionale” e nemmeno Gerardo Pulli, che quest'anno ad Amici è il più interessante, e ha solo 19 anni».
«RISORSA IN TEMPI DI CRISI». Nessuna ombra? Non proprio. Per Maionchi, infatti, il fenomeno talent è una risorsa, sì, ma in tempi di crisi. «La discografia è cambiata, e di soldi da spendere ce ne sono meno. Le major devono rientrare con le spese, e devono farlo in fretta. E le radio non appoggiano i nuovi talenti, è difficile far passare i loro brani».
Anche secondo Red Ronnie «già il fatto che una radio usi lo slogan “Solo grandi successi” è una specie di gioco al ribasso. Vuol dire che le novità non interessano».
Il vero problema è la mancanza d'autori

Insomma, che le case discografiche debbano risparmiare in tempi di crisi è un dato di fatto. E che i talent consentano di confezionare il personaggio e arrivare a un pubblico vasto in tempi rapidi è altrettanto vero. «Questo non è un male in sé», ha sottolineato Maionchi. «Certo si rischia che i personaggi si brucino subito, ma questo succedeva anche prima. L'estate in cui Tiziano Ferro uscì con Perdono si trovò di fronte l'imbattibile Sole-cuore-amore di Valeria Rossi. Ma lei è scomparsa, Ferro è diventato una star».
«NESSUN INVESTIMENTO A LUNGO TERMINE». Il problema vero, secondo la discografica, è la mancanza di autori. «Per imparare a scrivere canzoni ci vogliono anni. Una volta le case discografiche facevano crescere gli autori, ora lo si fa sempre meno, perché è un investimento a lungo termine. Quest'atteggiamento impoverisce la musica».
Alla base di tutto c'è il fatto che la musica non è più l'unico mezzo per parlare ai giovani, e che i legami con i benesseri e i malesseri sociali «non sono più quelli di quando Bob Dylan cantava Blowin' in the wind e c'era la guerra in Vietnam».
Gli antidoti: tornare alla nicchia e avere coraggio

Certo la musica è diventata un piccolo capitolo nel vasto mondo dell'entertainment globale e multimediale. «E proprio per questo è inutile prendersela coi talent show», ha ribadito Maionchi.
Ma se il panorama è questo qual è la via d'uscita? Per Red Ronnie oggi bisognerebbe tornare al piccolo, alla nicchia televisiva in cui dare spazio a «gruppi, volti, musicisti diversi. E alle loro storie».
RIMPIANTI ED ERRORI. Per Maionchi, invece, occorre ritrovare il coraggio di rischiare. «Puntare su alcuni artisti si è rivelato un errore», ha ammesso. «Ma non ho rimpianti. Ho rifiutato Biagio Antonacci, e oggi, a distanza di anni, ne ridiamo insieme. Ho bocciato in buona fede Noemi e non me ne pento. Un produttore deve fare delle scelte».
A questo proposito, forse va detto che la scelta di Lambert da parte dei Queen non è stata proprio coraggiosissima. D'altra parte monetizzare la nostalgia di Mercury con un nuovo cantante è un desiderio legittimo.
Basta non chiamarlo rock.

Venerdì, 24 Febbraio 2012

http://www.lettera43.it/cultura/41071/nella-vita-ci-vuole-talent.htm
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Messaggio Da Riala Ven 24 Feb 2012, 15:06

Ma quando da una crepa nel catrame vedi spuntare un fiore, rimani così occhioni , perchè la forza di quel piccolo seme è un mistero che ti riempie il cuore.
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Messaggio Da camila Ven 24 Feb 2012, 15:12

Riala ha scritto:Ma quando da una crepa nel catrame vedi spuntare un fiore, rimani così occhioni , perchè la forza di quel piccolo seme è un mistero che ti riempie il cuore.

Che bella immagine,Riala ! amò è proprio vero ! love
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Messaggio Da Kaiser Dom 26 Feb 2012, 18:30

Arisa e le sue tre 'patate' spia



c'è anche un intervento di Pagani che commenta il lavoro con Arisa e dà una stoccatina ad Emma scusa
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Messaggio Da Ospite Dom 26 Feb 2012, 21:58

Riala ha scritto:Ma quando da una crepa nel catrame vedi spuntare un fiore, rimani così occhioni , perchè la forza di quel piccolo seme è un mistero che ti riempie il cuore.

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Messaggio Da Ospite Mer 29 Feb 2012, 19:59

http://www.tgcom24.mediaset.it/spettacolo/articoli/1038586/nina-zilli-querelata-dalluniversita-iulm.shtml

Nina Zilli querelata dall'Università IULM
La cantante aveva definito il suo corso di studi "stronzologia"

13:35 - Il rettore dell'Università IULM Giovanni Puglisi ha dichiarato di aver querelato la cantante Nina Zilli, ex studentessa dell'ateneo milanese. In alcune recenti interviste l'artista aveva definito il suo corso di studi "stronzologia". L'annuncio durante la conferenza stampa per l'iniziativa "Disco d'arte", un progetto di collaborazione fra IULM e la Triennale. "Offende tutti coloro che hanno seriamente studiato", ha detto il rettore.
La polemica è iniziata con alcune dichiarazioni della cantante a proposito dei suoi studi. Nina Zilli si è laureata all'Università IULM di Milano in Relazioni pubbliche con specializzazione in Consumi e pubblicità con tesi sulle subculture giovanili. "E' in pratica aria fritta, o come dico io, stronzologia", ha detto l'artista.

L'Università è passata all'attacco annunciando querela contro: "Maria Chiara Fraschetta in arte Nina Zilli professione cantante. Nel rammaricarsi che la signora Fraschetta giudichi inutili (‘aria fritta’) i suoi studi accademici e denigri il titolo di studio da lei conseguito il Rettore, professor Giovanni Puglisi, rende noto che l’Università IULM, ritenendosi parte offesa ha deciso di sporgere querela per tali infamanti affermazioni nei confronti della stessa signora Fraschetta e della testata che le ha riportate".

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Messaggio Da Tyn@67 Mer 29 Feb 2012, 21:26

Strawberry Fields ha scritto:http://www.tgcom24.mediaset.it/spettacolo/articoli/1038586/nina-zilli-querelata-dalluniversita-iulm.shtml

"E' in pratica aria fritta, o come dico io, stronzologia", ha detto l'artista.


dubbio ha la spocchia anche verso se stessa??
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Messaggio Da camila Mer 14 Mar 2012, 08:48

James Taylor "Oggi mi drogo
solo di bellezza"

"Ho avuto anni difficili oggi rifletto sull’inutilità dei viaggi artificiali"

Il caffè italiano è capace di rimetterti in sesto fin dal primo sorso e quando vengo da voi è la prima cosa che desidero». James Taylor, uno dei miti della musica moderna è appena partito con il suo tour italiano: sarà il 16 a Milano, il 19 a Torino.

Lei ha fatto cinque anni di gavetta prima del successo con You’ve got a friend scritta dalla sua amica Carole King. Un lasso di tempo impossibile oggi.
«Di cose in queste anni ne sono cambiate tante, troppe. Il mondo della musica e della discografia, è sotto scacco. Mi sento fortunato per essere nato artisticamente negli Anni 60; forse oggi il mio percorso artistico sarebbe impossibile»

Nei suoi concerti, classici come Carolina on my mind fanno la parte del leone, ma il pubblico apprezza anche le ultime incisioni.
«Specialmente qui in Italia. Artisticamente siete un’audience che emoziona. La gente canta in coro le canzoni tanto che a volte potrei fare un concerto solo suonando la chitarra».

Fra pochi giorni (il 12 marzo) lei compie 64 anni, è stato capace di rialzarsi dopo essere stato quasi divorato dall’eroina. Che ricordo ha di quel periodo?
«Una sensazione di paura. Ho due figli piccoli e una bella moglie che ora sono con me. Ho voluto che mi seguissero per fargli conoscere le bellezze dell’Italia. Quando li guardo osservare le bellezze di una città, della natura, rifletto sull’inutilità della cosiddetta “serenità lisergica”. Sul viaggio che quel tipo di droghe promettevano, strangolandoti. La bellezza è già intorno a noi, basta cercarla».

A quando un disco di inediti?

«Al termine del tour finirò i missaggi e la produzione. Mi sbilancio un po’ dicendole che dovrebbe uscire a ottobre».

http://www3.lastampa.it/musica/sezioni/news/articolo/lstp/446359/
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Messaggio Da camila Ven 16 Mar 2012, 12:08

Ivano Fossati: l'addio alle scene il 19 marzo. L'intervista

Il cantautore genovese dice addio alle scene con il concerto al Piccolo di Milano. Dagli inizi con Jeshael alla consegna del Grifo d'Oro e a 'Decadancing'

Tutto sta nel modo. In particolare nel mondo del rock, dove ogni notizia viene caricata, esasperata, sparata a tutto volume. La band americana dei R.e.m. lo ha comunicato ai fans con tre righe sul sito internet; Vasco Rossi - sempre tra quelli che hanno appeso il microfono al chiodo nel 2011 - ha dovuto dire basta dopo una carriera «al massimo» e qualche ricovero in clinica di troppo; gli intramontabili Stones del quasi settantenne Mick Jagger sembrano non volerlo fare mai.

Ivano Fossati invece lo ha fatto alla sua maniera, lo scorso ottobre: ha annunciato il suo ritiro dalle scene musicali in tv, seduto alla scrivania dell’amico Fabio Fazio, davanti ai milioni di telespettatori di Che tempo che fa, ma con lo sguardo sereno e gli occhi semplici di sempre. E senza troppe parole.
Ha detto addio a dischi e palcoscenico all’insegna del tipico understatement genovese, lui che sotto la Lanterna è nato, cresciuto e ha abitato fino a quando non ha scelto la pace della sua casa tra gli ulivi di Leivi, nell’entroterra di Chiavari.

«L’ho sempre saputo, ci pensavo da due o tre anni - ha spiegato questo cantautore colto, che racconta l’Italia da quarant’anni anni ma tutto sembra tranne che una star - e a sessant’anni ho la sensazione che forse potrei fare altro. Un motivo più concreto, poi, è che mi sono domandato se per il prossimo album ipotetico da fare fra quattro anni sarei stato in grado di metterci la stessa passione e la stessa lucidità. E ogni volta che mi sono fatto questa domanda mi sono risposto: non lo so».

Tutto sta nel modo, anche quello di prendere la decisione e capire cosa si farà «da grandi». Fossati è ancora impegnato nel Decadancing Tour, ultima tournée per promuovere il suo ultimo disco, e finirà di girare l’Italia verso metà marzo (il 19 al Piccolo di Milano il passo d’addio). Il ritiro dalle scene diventa così l’occasione per ripercorrere le tante tappe di una carriera fatta di pezzi di storia della canzone (Jesahel e Una notte in Italia come La mia banda suona il rock, La Canzone popolare o La costruzione di un amore e Musica moderna), e fermarsi e pensare a chi potrà cantare i suoi pezzi. O per dimenticare per un attimo le centinaia di migliaia di dischi venduti, gli oltre venti album pubblicati, le canzoni scritte per Mina, De Andrè, Celentano, Mannoia, Vanoni, e tornare con i ricordi alle origini, alla sua Genova. Raccontare dopo tanto tempo l’inizio di tutto, quando era ragazzino e passava le giornate a «schitarrare con gli amici sulle panchine di piazza Galileo Ferraris, a Marassi».

Il suo quartiere, da cui è partito chitarra a tracolla per scalare le classifiche con i Delirium, che allora si chiamavano ancora 'Sagittari'. Marassi è la Genova a cui pensa per prima?
È la prima immagine della mia città che mi viene in mente, il luogo a cui pensare 'a pelle', a cui ritorna il pensiero. Quasi più una sensazione che un ricordo. In sogno ritorno lì.

Il quartiere spazzato via dall’alluvione di novembre, poco dopo il suo annuncio dell’addio alla musica in tv.
Quello che mi ha visto crescere fino a 15 anni: il quartiere di casa, degli amici che ancora in tanti vivono e vado a trovare lì dove ci siamo lasciati. Vederlo sepolto dal fango è stato un grande dolore: sarebbe stato terribile in ogni altro angolo di Genova, ma vedere l’onda di piena arrivare lì nei miei posti, dove conosci tutti, ogni singolo angolo dei palazzi, provoca una grande e profonda tristezza.

Chi era l’Ivano Fossati quindicenne?
Un ragazzino che andava al Liceo D’Oria con gli altri trenta asini della sua classe, e non vedeva l’ora di uscire da scuola per perdersi nelle vetrine sulla via del ritorno a casa. In via Brigate Liguria c’erano la Upim, la Standa, negozi di dischi dove immergersi e perdersi per ore.

C’era già la musica, a distrarre dalla scuola?
Non solo, c’erano i film di Sergio Leone con Clint Eastwood, gli amici, tutto quello che può interessare un ragazzino che non ha voglia di studiare. Ero nel pieno di un guazzabuglio di desideri. Immagina trenta compagni di classe che hanno voglia di tutto tranne che di stare a scuola. Il miracolo lo faceva tutte le mattine la professoressa Rolla, una donnetta già anziana che insegnava lettere. Aveva una bellissima casa vista mare a Carignano, e faceva amare la sua materia come nessuno: la mitologia classica la faceva diventare cinema, ci faceva innamorare.

Torniamo al presente, se non al futuro: abbandona le scene senza rimpianti?
Assolutamente sì. Lascio il mondo discografico, però: non la musica. E la cosa più bella è che non ho ancora realmente deciso cosa farò: e questo mi tiene in uno stato positivo di curiosità. È un buon momento proprio perché non so bene cosa succederà di me, e la cosa mi piace, mi costringe a studiarmi, immaginarmi in un modo diverso.

Non vedremo più suoi dischi, saluta il pubblico con l’ultimo Decadancing. Lei però ha sempre scritto per cantanti e cantautori, l’ultima è Laura Pausini: per chi vorrebbe comporre in futuro?

Se mi verranno, e bene, nuove canzoni, le proporrò a uno dei tanti bravi artisti giovani che ancora sono in scena. Li conosco quasi tutti: mi piacciono molto Marco Mengoni, Noemi, Caparezza, pure i Subsonica, al successo ormai da anni. Mi piacciono in tanti.

Al Carlo Felice aveva festeggiato i 50 anni, e a gennaio ha salutato con un concerto speciale il pubblico di Genova. Poi è tornato ancora 'a casa' per ritirare il Grifo d’oro, l’onorificenza che celebra chi porta il nome della città nel mondo. Che effetto le ha fatto?
È stato un riconoscimento inaspettato, e molto bello. Non si ha idea di quanto aiuti l’essere genovese in giro per il mondo. Soprattutto quando ho lavorato lontano, ho suonato negli Stati Uniti, in giro per l’Europa, in Russia: ovunque nel mondo ci conoscono bene, sanno la nostra storia. Siamo abituati a sentirci provinciali, ma dobbiamo essere orgogliosi della nostra storia, della nostra cultura, della nostra lingua.

Quella che lei ha messo in musica, tra tutti, per Fabrizio De André, in Mêgu megùn e A çimma.
Il genovese mi ha anche aiutato a scrivere canzoni. Scrivo - e penso scriverò - canzoni in italiano, ma le penso spesso in genovese. È la stessa cosa dell’inglese: in genovese spesso si dice bene, e in poche parole.

http://genova.mentelocale.it/35764-ivano-fossati-l-addio-alle-scene-il-19-marzo-l-intervista/

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