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Michael Jackson

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Messaggio Da Ospite Mer 01 Set 2010, 16:32

LucciolaTonda ha scritto:http://oknotizie.virgilio.it/go.php?us=308010e437ee9c06

19 Ago 2010
Michael Jackson non è morto e la bara era vuota: ne siamo proprio sicuri?
Pubblicato da Marta Traverso alle 14:31 in Musica, Personaggi.



Ehmmm ho letto ora i millemila commenti a questo articolo e la teoria della non-morte..ma sono INQUIETANTI! Ma questi non mollano mai eh aiuto aiuto aiuto



Altra news di oggi sorriso

Michael Jackson - Pagina 4 King-o11

Michael Jackson è l'artista più scaricato di tutti i tempi

I record di Michael Jackson sembrano non finire mai. Sia da vivo che da morto, rimane sempre il solista più popolare di tutti i tempi.

Secondo il Musicologista Geoff Roberts del Nokia's Ovi Music Store (che monitora ben 36 paesi in tutto il mondo), Michael Jackson è l'artista più scaricato di tutti i tempi.

Il Re del Pop è riuscito a battere le superstar attuali come Lady Gaga, i Black Eyed Peas e Rihanna, che hanno come mercato principale proprio il download e superstar datate come Elvis Presley.

Inoltre, con molta sorpresa di Roberts, il paese in cui Michael Jackson riceve più download non sono gli Stati Uniti, ma l'India con il 26% dei download dell'intero paese su Ovi Music. Seguono a ruota il Regno Unito con il 15%, la Germania con il 10%, i Paesi Bassi con il 7% e la Finlandia con il 7%.

Sulla piattaforma, Beat It risulta essere il brano più popolare dei 533 di Jackson in lista, mentre Michael Jackson's This Is It, risulta essere il suo album più popolare, vendendo più del secondo per un rate di 2:1.

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Messaggio Da Ospite Gio 09 Set 2010, 01:14

Dedicato a Pucca e alla nostra artista femminile preferita (aggiungo anche Mariah Carey e Lady Gaga) sbav
Questo è a parer mio uno dei tributi più sentiti ed emozionanti fatti per Michael, purtroppo non riesco a trovare il video completo perchè durante il concerto Beyoncè prima di cantare proietta un filmato di lei quando aveva 7 anni che imita MJ e dice a sua madre che da grande vuole diventare la 'nuova' Michael Jackson, dopo che lei e la mamma sono andate ad un suo concerto risata
La canzone che gli dedica è la bellissima "Halo" in cui cambia le parole dicendo "Michael I can see your halo" e la introduce con un piccolo discorso che posto:

Michael thank you so much for teaching me so much
We all miss you and we thank you for all the beautiful memories
Thank you for bringing our families together
Thank you for giving us always great times
We love you and there'll be only one Michael Jackson
Long live the King.



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Messaggio Da Puccafra Gio 09 Set 2010, 01:24


L'ho visto un sacco di volte ........... ed ogni volta pianto pianto ......... grazie Vale bacio bacio
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Messaggio Da Ospite Gio 09 Set 2010, 01:33

occhioni occhioni occhioni occhioni
Grazie del video, Vale bacio

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Messaggio Da Ospite Gio 30 Set 2010, 18:54

Stasera va in onda su Sky il film This is it sbav

This Is It in prima Tv su Sky Cinema 1 HD

Prima visione in Tv per This is it, il film-concerto del 2009 realizzato dopo la tragica morte di Michael Jackson a un mese dall'attesissimo live a Londra: Sky trasmetterà la pellicola con i filmati del tour, interviste e immagini inedite per ricordare il grande re del pop.

Venerdì 30 settembre, alle ore 21 su Sky Cinema 1 HD, andrà in onda per la prima volta in Tv This is it, il film-concerto che mostra Michael Jackson come non è mai stato visto, immortalato nei giorni immediatamente precedenti il suo decesso, mentre preparava le coreografie per il tour This Is It, in programma a Londra dall'8 luglio 2009. Il 25 giugno Jacko muore tragicamente senza poter salire sul palco del maestoso concerto a cui stava lavorando, davanti ai suoi innumerevoli fan.

''This is it'', in prima tv per il pubblico di Sky Cinema, offre ai fan del re del pop e agli amanti della musica di tutto il mondo un'immagine unica del performer mentre dietro le quinte sviluppa, crea e prova il suoi grandioso tour. In questo emozionante film di Kenny Ortega, attraverso interviste ad amici e parenti e inedite immagini di repertorio, rivive il mito di un artista senza pari, controverso ed eccessivo ma sempre amatissimo, in grado di sorprendere ed emozionare anche dopo la morte.

http://www.jugo.it/modules.php?name=News&file=article&sid=16118

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Messaggio Da Ospite Gio 30 Set 2010, 19:15

Posto qualche recensione al film per chi vuole vederlo stasera su SKY sereno

ILSOLE24ORE
This is it, l'ultimo Jackson più in forma che mai
dal corrispondente Mario Platero

NEW YORK – Ora sappiamo davvero che la morte di Michael Jackson è stata tristemente inutile. Kenny Ortega, il produttore dei concerti che Jacko avrebbe dovuto tenere a Londra la scorsa estate, aveva promesso uno spettacolo senza precedenti. Aveva ragione. Ieri notte a New York abbiamo visto l'anteprima mondiale di "This is it", un grande film documentario girato durante le prove di Jackson allo Staples Center di Los Angeles, quattro mesi di lavoro curato nei minimi dettagli, sfumato nel nulla.

Il film è un condensato di straordinarie performance, interpretazioni, danze, avveniristiche sperimentazioni tecnologiche, interazioni di Jackson con musicisti e tecnici, editato dalle centoventi ore di filmati delle prove, che ci ha fatto vedere in tutta la sua bellezza il concerto che non c'è mai stato.

Si vede Michael Jackson inedito, lucido, in ottima forma fisica a pochi giorni dalla sua morte. Nelle scene centrali del film, l'artista ha perfettamente il controllo della situazione. Un leader indiscusso che riprende i suoi collaboratori con misurata fermezza, mai arrogante, mai sopra le righe, con un carisma e uno slancio artistico insuperabili, come sempre. Chi ha scritto ironizzando nei momenti piu dolorosi che Jackson era già morto dieci anni fa dovrà fare ammenda e chiedere perdono. Perché a vederlo nella forma in cui l'abbiamo visto e in cui lo vedrete nel film, la sua morte sembra ancora più triste, imperdonabile, inutile rispetto a quello che sembrava quando l'abbiamo seguita nelle cronache di quei giorni d'estate. Resta il fatto che quel che colpisce di più è la dimensione umana di Jackson che appare per la prima volta al naturale, intelligente, lucido e ispirato allo stesso tempo. Eppoi il sorriso. Non quel sorriso spesso vacuo, studiato delle apparizioni pubbliche a cui ci eravamo abituati. Quel che si vede nel film è il vero sorriso, di nuovo inedito, di Michael Jackson.

Un sorriso rilassato e disarmante, che spesso diventa risata, ora nell'abbraccio con Ortega, ora con gli artisti, i ballerini, i chitarristi, i tastieristi, i batteristi del suo seguito. E quando non sorride o non canta, Jackson è concentrato, inflessibile nel ripetere passaggi che secondo lui non sono ancora perfetti, passaggi complicatissimi che richiedono una padronanza assoluta della tecnologia cinematografica oltre che musicale. Ad esempio una delle canzoni è costruita su un film in bianco e nero con Humphrey Bogart. Jackson appare anche lui sulla scena, le donne lo guardano, i killer lo cercano, Bogart gli spara ma lui si salva con salto nel vuoto da una finestra. Poi c'è la scena di Thriller, girata in un cimitero con mostri dell'orrore, oppure una scena con truppe tedesche che si moltiplicano all'infinito, una scena ancora con una bambina innocente e una scena struggente con i fratelli quando insieme erano ancora i Jackson Five.

Abbiamo visto l'anteprima al Reagal Theatre sulla quarantaduesima strada a New York. Le maschere, gli uscieri, i buttafuori indossano guanti argentati sulla mano destra, cappellacci come quelli che usava il cantante, giacche di lamè, abiti tipici dello straordinario artista morto improvvisamente per un arresto cardiaco il 25 giugno scorso per somministrazioni errate di antidolorifici, lasciando il mondo sgomento. Sul grande schermo della sala numero nove siamo collegati in diretta con il Nokia Center di Los Angeles. Vediamo arrivare insieme i Quattro fratelli di MJ, Jermaine, Randy, Tito e Marlon, stelle del cinema e del mondo dello spettacolo. L'anteprima è in collegamento diretto con altre 17 città nel mondo, da Città del Capo a Montevideo a Londra e ovviamente a New York, dove cinque sale del Regal sono state bloccate dalla Sony per questa kermesse globale.

Nel fine settimana il film arriverà in Italia e in altri 110 paesi. A Los Angeles fuori dalla sala c'erano dei dimostranti: il film distorce l'immagine di una persona che stava gia' male, dicono. Forse. A vedelo energico e allegro non sembrava. Toccherà a voi giudicare.

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"This is it": alla vigilia della morte tutto il genio di Michael Jackson.
Dalle prove del suo spettacolo emerge un vero ritratto d'artista
Al di là della vita controversa e dei misteri legati al decesso
* IL COMMENTO di Gino Castaldo
La Repubblica

ROMA - Se non si è fan acritici di Michael Jackson, ci si accosta a This is it - docufilm sulle prove del suo show cancellato dalla morte, da oggi nei cinema di tutto il mondo - con un pregiudizio negativo: l'operazione sulla carta sa di eccessiva nostalgia, di agiografia, di volontà di lucrare ancora una volta sulla popolarità della popstar scomparsa. Ma la visione della pellicola - a patto che si amino la musica e il ballo - finisce invece per emozionare, per appassionare. Celebrando il talento di un uomo che, nelle sue ultime settimane di vita, appare ancora capace di cantare, di danzare, di stupire con le strabilianti coreografie del suo spettacolo.

This is it, infatti, ritrae la preparazione - dall'aprile al giugno 2009 - di quello che avrebbe dovuto essere l'ultima mega-esibizione del cantante, all'Arena 02 di Londra. E a cui lui non è mai arrivato, visto che la morte lo ha stroncato poco prima. Quelle prove, però, erano state filmate: un totale di 100 ore di materiale, da cui sono stati tratti i 112 minuti del film. E il risultato è un potente ritratto d'artista nella sua "bottega": anche se, trattandosi di un personaggio eccessivo per definizione come Jackson, la bottega è costituita da un palco faraonico, per un concerto-musical (regia di Kenny Ortega, lo stesso che firma il film) costosissimo e ambizioso. Con effetti speciali in 3D (per la performance in stile ovviamente horror di Thriller), giochi di interazione con le antiche star hollywoodiane (da Rita Hayworth a Humphrey Bogart, per il brano Smooth Criminal), effetti visivi e sonori di ogni genere. Ma anche un team di persone in carne e ossa, selezionate da lui: musicisti, coristi, ballerini, tecnici delle luci.

Pochissimi i pezzi parlati della pellicola: quasi sempre, al centro dello schermo ci sono la musica, il ballo, le trovate sceniche con cui Michael cerca il modo migliore di catturare l'attenzione del pubblico. Ed è lui, Jackson, a seguire, con maniacale pignoleria, tutti i passaggi: a chiedere che un refrain sia accelerato o rallentato; a provare e riprovare, pur di avere la certezza di aver trovato la soluzione migliore. Il tutto attraverso una serie di indicazioni date dal re del pop ai suoi collaboratori, con la sua vocina flebile di quando non canta: ordini dati con un certo garbo, e accompagnati sempre da espressoni gentili come "God bless you" o "With love".

Ma naturalmente chi va a vedere il film non può non cercare anche una correlazione tra quello che vede in sala e la tragica, e ancora misteriosa, morte del cantante: vittima di un cocktail micidiale di psicofarmaci, e - secondo le testimonianze di chi gli era vicino - stanco, provato e anoressico, subito prima di andarsene. Da qui la domanda: il Jackson che vediamo sullo schermo porta con sé quell'immagine, quell'aura di autodistruzione, di catastrofe imminente, che ci si potrebbe aspettare?

Ebbene, dalla visione del film, la risposta più onesta è un no. Certo, lui appare molto magro, ma non tanto più di come lo abbiamo visto negli ultimi anni; la faccia, spesso seminascosta dagli occhialoni scuri, è quella strana maschera un po' informe di chi ha probabilmente abusato della chirurgia estetica, ma anche questa non è una novità degli ultimi mesi di vita; la voce non ha forse più il timbro argentino della gioventù, ma è ancora a suo modo inconfondibile, capace di regalare emozioni. E poi c'è il ballo, punta di diamante della genialità di Michael: guardando le prove, c'è da dire che anche su questo fronte lui non sembra risparmiarsi.

Certo, in alcuni momenti, la stanchezza di Jackson traspare. Come pure una certa tristezza, al di là della gentilezza e della voglia di tornare prepotentemente alla ribalta.
Su tutto, però, in This is it prevalgono la potenza, la gioia della musica. Del resto col suo songbook, e con le sue capacità da ballerino, la cosa viene quasi naturale: e allora lo spettatore finisce per lasciarsi andare alla malinconia di Human nature, alla quasi violenza di Beat it, all'andamento prima lento poi scatenato di The way you make me feel, all'immortalità dell'iper-classico Billie Jean. E tanto per non lasciare nulla di intentato, la società distributrice del film, la Sony, mette in contemporanea sul mercato anche un doppio album che ha lo stesso titolo del film: i più grandi successi del cantante, nello stesso ordine in cui appaiono sullo schermo, e due versioni dell'inedita This is it.





Ultima modifica di Valentina il Gio 30 Set 2010, 19:30 - modificato 3 volte.

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Messaggio Da Ospite Gio 30 Set 2010, 19:26

L'ultimo Jacko? Prodigio ai confini della natura
Il Giornale

Aiuto! Se questo era Michael Jackson poco prima di morire (This is it era il titolo del brano che chiudeva e insieme titolava il suo ritorno concertistico sulle scene), l’unica cosa da fare è chiedergli scusa. Ricordate? «Non si reggeva più in piedi, era ormai pelle e ossa, si drogava, era calvo, aveva la dentiera»... E invece dalle immagini del film-documentario che racconta i tre mesi di prova per il primo dei cinquanta concerti previsti alla 02 Arena di Londra (Michael Jackson's This is it, regia di Kenny Ortega, da domani e per sole due settimane sugli schermi cinematografici di tutto il mondo, 600 solo in Italia) emerge un artista completo, musicalmente perfetto, di straordinaria presenza e padronanza scenica, in grado di intervenire su ogni aspetto dello show: dalle luci agli effetti speciali, dalla valorizzazione dei singoli partner alla scenografia d’insieme.
Lo spettacolo che aveva in mente e di cui il documentario dà diligentemente conto, era qualcosa che avrebbe fatto impallidire qualsiasi concerto rock e/o pop fino ad allora realizzato, una via di mezzo fra un musical, un film di Spielberg, un’opera di danza moderna...

Come tutte le creature irreali, Jackson era a suo agio solo in un mondo fantastico, dove gli zombie risorgono, le immagini si sdoppiano, la finzione cinematografica si fa realtà. Un mondo che gli permetteva di entrare e uscire dai film con Rita Hayworth e Humphrey Bogart, dai fondali di cartapesta dello skyline di New York o dalle pellicole che ritraevano la foresta amazzonica...

Questo essere asessuato, né uomo né donna, e come senza età, condannato a un’eterna e artificiale giovinezza, alieno persino nella pigmentazione della pelle, un negro-bianco, un bianco-negro, un’altra cosa, funzionava perfettamente lì dove ogni regola è sospesa, ogni prodigio è naturale, ogni licenza artistica è permessa.


Fuori da quel palcoscenico, la normalità della realtà doveva apparirgli così incomprensibile da atterrirlo. La quotidianità, ovvero la vita, deve essere stata per lui un lungo, insopportabile incubo.

Un altro aspetto che emerge in This is it, e che in qualche modo è correlato con quanto andiamo dicendo, è una professionalità mai capricciosa, ma umilmente orgogliosa. Si capisce come lavorare con lui potesse essere considerato un apice, un arricchimento e per molti versi un’educazione. Nessun divismo, nessuna compiacenza né impazienza. Essendosi costruito un mondo fuori dal mondo, Jackson vi regnava nel segno dell’armonia, un sovrano gentile che sussurrava i suoi grazie e non sopportava l’infelicità, che giocava con la musica con la serietà gioiosa tipica dei divertimenti infantili.

Per uno che aveva esordito nel campo della musica a undici anni, This is it sarebbe dovuto essere il compendio, la celebrazione e la riaffermazione di un talento artistico. Il tempo, che con lui da subito era stato prodigo, alla fine gli si è dimostrato avaro, ma può anche darsi che fosse questa la giusta misura delle cose, scomparire quando se ne attendeva la ricomparsa, ma lasciando il ricordo di che cosa sarebbe stata: una meravigliosa fiaba per adulti cantata e recitata da un principe bambino.

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mymovies.it
Kenny Ortega ricompone nel modo e nel luogo giusto il mito impalpabile di Michael Jackson. E le stelle stanno a guardare
Marzia Gandolfi

Michael Jackson muore in scena come in un dramma shakespeariano. Suicidio, overdose, arresto cardiaco? C'è tutto, come in un film hollywoodiano. C'è una grande villa, una stanza piena di indizi, un corpo nudo sul letto, la polizia che indaga, la folla che spinge fuori e oltre i nastri, l'autopsia, le (inverosimili) ipotesi del decesso, le esequie, quelle pubbliche e quelle private. Muore così il 25 giugno a Los Angeles e a un mese dal suo concerto londinese, Michael Jackson, Re del Pop, che resisteva al tempo danzando. Ma il sadismo della stampa e dello spettatore vuole sopra ogni cosa che il morto resti in scena a ciondolare sul patibolo mediatico, senza il conforto di potersene mai davvero andare via. Corpo conteso, eredità (artistica e sostanziale) reclamata, immagine contestata, l'artista dell'Indiana non trova pace, ostinatamente e barbaramente esposto alla luce del racconto. La sua vita e la sua morte vengono catturate e imbrigliate dentro una cronaca volgare e indecente. Poi arriva in sala Michael Jackson's – This is it di Kenny Ortega, si spengono le luci e inizia un altro film che potrete (e dovete) vedere in tutte le sale del mondo per quindici giorni. Poi verrà annullato, come un concerto in un giorno mesto di pioggia.
Diretto e prodotto da Ortega con il supporto della Fondazione Michael Jackson, il documentario pop del regista californiano è uno sguardo privato sul concerto che avrebbe, ci potete giurare, rivoluzionato l'arte dello stare in scena. Declinando l'approccio biografico, le interviste, gli sballi, le strade percorse o i negozi visitati, l'autore mette ai nastri di partenza una lucida, tirata e micidiale macchina del pop che si chiama(va) Michael Jackson, regalando ai suoi spettatori quello che sarebbe stato l'ultimo tour dell'artista e offrendogli un punto di vista (im)possibile su tutte le prove provate, sofferte, sudate. Non appena Michael entra sulla scena, in giacca in silver e simultaneamente nera, meraviglia del découpage, gli occhi si spalancano e l'anima si desta. Adesso esistono soltanto il gesto, il volto, il corpo, la musica, la parola, il tono, l'emozione. Come il suo Man in the Mirror, Jackson risponde con uno sguardo d'intesa alla sua immagine speculare.
Da Bad a Thriller, da Billie Jean a Go to be there, da Smooth Criminal a I just can't stop loving you, M. J. si muove agile, esperto e sinuoso, battendo il tempo in un'esecuzione perfetta che provoca emozioni autentiche. Perché la bravura tecnica, come suggeriscono le coreografe addette alle selezioni dei ballerini che faranno corona intorno all'artista, non è sufficiente per concretizzare un sogno e raggiungere “la prima fila” nello show.
Soltanto undici ballerini proveranno la singular sensation in costumi dorati e cilindro, soltanto la prima linea accompagnerà Jackson sul palco e ne sarà la sua osservante e reverente emanazione, moltiplicata all'infinito come negli specchi di Chorus Line e grazie alla magia del green screen. Dopo aver personalmente promosso gli elementi più meritevoli, l'artista avvia lo show, rigorosamente cronometrico e superbamente coreografico, costringendo la macchina da presa da creatrice dello spettacolo a spettatrice dell'esibizione.
Lo schermo diventa allora tutta una scoperta: M. J. allarga le braccia e muove le mani come un direttore d'orchestra in un teatro di marionette e di talenti, dentro uno spettacolo fondato sulla centralità della danza e di un artista in grado di avere vita sulla scena e di distruggere gli automatismi quotidiani del corpo, creando una diversa qualità di energia, visibile anche in situazioni di immobilità.
Dietro l'impressione di facilità e naturalezza, lo spettatore scoprirà una mania di perfezionismo assoluta ("Le prove servono a questo"), sempre nobile, sempre garbata. Il momento più poetico è il virtuosistico assolo su Billie Jean, mentre ballerini e stelle stanno a guardare.
Guardano espandersi il suo mito leggero e impalpabile, la dimensione espressiva della sua anima, la verità di un corpo che balla "ricomposto" (da Ortega) nel modo e nel luogo giusto. This is it. That is it.

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Messaggio Da Ospite Gio 30 Set 2010, 19:44


"Prova da Re del pop"

di Marco Molendini per Il Messaggero

La scena più tenera? Michael alle prese con un lecca lecca mentre guarda le registrazioni della prova del balletto di morti viventi per Thriller. Il momento musicale migliore? Il fantastico finale a cappella di I just can’t stop loving you, in cui Jacko si lancia in un crescendo in clima soul e poi, rivolto ai suoi tecnici, si lamenta: «Non fatemelo fare, non posso permettermelo. Devo risparmiare la mia voce». La sequenza che suscita più dubbi: quella che dovrebbe essere un punto di forza, l’esecuzione della formidabile Billie Jean, dove il labiale è ritardato rispetto al suono (sospetto playback?) e c’è solo un accenno di moonwalk. Giusto o non giusto che sia aver fatto diventare pubbliche quelle immagini private, alla fine ecco qua This is it, il film che racconta l’ultima impresa del re del pop, ovvero le prove fatte per mettere in piedi lo show mai cominciato, l’appuntamento che avrebbe dovuto sancire il suo addio alle scene nella 02 Arena di Londra, 50 spettacoli e poi, chissà, un tour mondiale.
Cento ore da cui è stato estratto un saggio di poco meno di due (centodieci minuti), lunga carrellata su tutto ciò che era stato predisposto da Michael, dalla sua equipe, dal suo regista Kenny Ortega.
Un montaggio velocissimo da cui è difficile capire quanto il divino Jackson abbia penato per seguire il suo perfezionismo, per non deludere i suoi fans, per far vedere loro come dice nella scena finale «un talento a cui il pubblico non è abituato». Chissà se, per raggiungere quel risultato, non ci abbia rimesso la vita.
Dopo aver letto delle sue dipendenze dai farmaci, della presenza di medici decisamente poco scrupolosi e lautamente pagati al suo fianco, è inevitabile pensare a che cosa abbia fatto ricorso per apparire al meglio durante i giorni di prove. Del resto, che al risultato Michael ci tenesse eccome è evidente da tutte le registrazioni fuori scena, quando discute con Ortega, con i tecnici, con i musicisti, quando spiega cosa vuole, come deve essere tale scena, come chiede che sia quel ritmo (fantastica la preparazione di Wanna be startin’ something in cui indica alla band il tempo giusto usando la voce). Lo spettacolo di luglio alla 02 Arena doveva essere roboante, qualcosa che non si era mai visto prima (come dice lui stesso), capace di riscattare la sua immagine, di restituirgli sul campo il ruolo di inimitabile re del pop. E, se è difficile capire quale realmente fosse lo stato fisico di Michael (perché il film è una sorta di monumento finale che evita ogni accenno a cadute, a momenti di defaillance che sicuramente ci saranno stati), è evidente che viene fuori lo stupefacente ritratto di un artista formidabile, dal talento travolgente alle prese coi suoi grandi successi (da I just can’t stop loving you a Black or white, a Beat it, a Human nature) intento a costruirsi una sorta di monumento che non dimentica neppure i tempi degli esordi coi Jackson 5 (con lo splendido cavallo di battaglia I’ll be there). Una sorta di musical autobiografico (ogni pezzo è accompagnato da scenografie e coreografie che non badano al risparmio) in cui Jacko è il Jackson di sempre, che guida i balletti disegnando le sue classiche figure che mostrano ancora eleganza e disciplina frutto di una scuola dura e inesorabile, altro che cinquantenne anoressico con un piede nella fossa. Certo il paragone con il passato è fulmineo: a un certo punto il film mostra una carrellata di immagini dei tempi d’oro, la fludità dei movimenti è spaziale, le piroette supersoniche, ma sono anche passati vent’anni. Sono invece trascorsi solo quattro mesi da quella notte in cui Michael non si è più svegliato, sedato dal suo medico.
This is it (e c’è anche il disco) è destinato a far lievitare record.
Per fortuna lasciando l’ultima traccia di un talento che neppure la dissipazione era riuscita a cancellare.

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La Repubblica
L' ultimo valzer di Michael Jackson principino infelice


This is it, questo è, anzi era, il principino infelice che stava preparando il colossale show per le cinquanta date previste alla 02 Arena di Londra a partire dal 13 luglio. Il film, messo in piedi a tempo record da Kenny Ortega, regista anche dello show, offre un' ampia panoramica delle prove di primaveraestate allo Staples center di Los Angeles. Jackson balla, canta, interagisce con ballerini e tecnici, benedice e manda messaggi d' amore ogni volta che chiede qualche correzione ai musicisti. Lo sguardo è insolito. Anche se la post-produzione ammanta il tutto di un' inevitabile patina dorata, rimane una visione sostanzialmente impudica di momenti che, senza il tremendo epilogo della vicenda, sarebbero probabilmente rimasti privati. E sono documenti preziosi, che ci permettono di capire come si prepara uno show di questo livello. Jackson non sembra uno destinato a una morte così tragica e improvvisa, ma è visibilmente indebolito. Canta e balla senza mai forzare troppo, ma questo potrebbe anche essere dovuto alla voglia di risparmiarsi in vista dell' onerosissimo impegno che lo aspettava. Colpisce casomai la fragilità del personaggio, quel modo di fare da gigante timido, il fil di voce col quale in ogni caso dominava il complesso allestimento che doveva mettere insieme immagini, coreografie, musica dal vivo, effetti speciali (tra cui una nuova versione in 3D della celeberrima mise en scène di Thriller ).
«Siamo qui per portare amore al mondo, per ricordare alla gente di rispettare il pianeta» dice a un certo punto davanti a tutta la crew riunita in cerchio, come in una cerimonia propiziatoria.
Ballerini, tecnici, musicisti lo venerano come una divinità, come l' unico, vero re del pop in circolazione, gratificati dal solo fatto di essere accanto a lui. E lui concede la sua grazia, il ballo scattante, il canto lieve di un bambino impaurito che il destino ha messo sulla vetta più alta del mondo.

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Messaggio Da Ospite Gio 30 Set 2010, 19:51

L'Unità
Amen in salsa pop. Ecco il testamento funky di Jacko

L’Amen questa volta è un fuoco d’artificio, è il candido e artificiale efebo Michael Jackson che allarga le braccia con il volto avviluppato in una luce bianca come un plastico Cristo postmoderno.
È un testamento funky, una immensa celebrazione a schermi unificati che coinvolge i quattro continenti, con migliaia di fan in lacrime a Los Angeles, Parigi, Berlino, Roma, Londra e un’altra dozzina di capitali mondiali che in contemporanea hanno salutato la premiére di This is it, il docu-film che ha inondato ieri l’Italia con600copie e che narra le prove per l’omonimo supershow che «Jacko» avrebbe dovuto tenere a Londra lo scorso luglio e che invece narra, de facto, le ultime settimane di vita del «Re del pop», ucciso da un cocktail di farmaci il 25 giugno 2009.
Un kolossal multi-color che già contiene in sé la miccia per innescare altri misteri e nuovE inquietudini sulle circostanze della sua morte: This is it mostra Jackson «in perfetta forma», giurano i fan e confermano molti osservatori. In realtà, per quanto lucidissimo e grande orchestratore di questa abnorme macchina da spettacolo, Jackson in diverse occasioni appare stanco, fisicamente esitante, durante il numero di Thriller addirittura quasi assente, il che pare ancor più significativo partendo dalla supposizione che delle oltre cento ore di girato il regista Kenny Ortega abbia tratto il meglio, e non certo i momenti di defaillance. Speculazioni, certo. Quel che conta è lui che chiede un basso più funky per Wanna Be Startin’ Something, lui che fa il suo micidiale moonwalking di Billie Jean, lui che vocalizza con i suoi coristi, lui che dirige la truppa con puntiglio e, spesso, con maestria: «È per questo che si fanno le prove, no?», ripete ogni volta che chiede, impone, ai suoi musicisti cambiamenti di rotta, mutazioni, innovazioni, sorprese:un uomo, questo sì, molto presente a sé, molto più di quanto facciano pensare gli infiniti filmati e le «verità segrete» diffuse dopo la sua morte, in quel lugubre delirio di spartizione delle spoglie che ha seguito il trapasso del Re. «Siamo qui per diffondere un messaggio importante», dice il piccolo re, il Peter Pan sbiancato con la sua giacchetta rossa, ai suoi adoranti ballerini, musicisti, costumisti, registi, direttori del suono, cameramen, tecnici, coreografi. Un mondo d’amore, certo, ma soprattutto un messaggio ambientalista: «Dobbiamo fare qualcosa entro i prossimi quattro anni per salvare il pianeta», dice con quella sua voce diafana e angelica. Come sempre in Michael Jackson, convivono naturalità e artificio, purezza e sofisticazione, come nel video che accompagna Human Nature, una bambina che corre dietro una farfalla in una specie di meraviglioso Eden improvvisamente mutato in un infermo di fiamme e ruspe assassine.

LA DIVINITÀ E IL KITSCH

Kitsch e genio, patacca e talento, pantaloni tempestati di strass e voce formidabile: This is it non solo è il risultato finale di riprese che in origine erano destinate a fare da making of di un dvd celebrativo, ma è curiosamente anche la testimonianza di unconcerto chenonè maistato (infatti manca il pubblico). Una specie di circobarnum del pop dove si affollano effetti pazzeschi fuoco e fiamme, video in cui Michael veste i panni di un gangster anni ‘40 e se la vede con Rita Hayworth alias Gilda prima e con Humphrey Bogart poi, zombie addobbati con abiti settecenteschi, fulmicotoniche chitarriste bionde e ballerini-acrobati che balzano come le molle da botole sotto il palco.
Il resto è adorazione allo stato puro: i ballerini scelti per affiancare il grande Michael quasi in lacrime di fronte alla divinità sembrano usciti da una via di mezzo tra Amici e A Chorus Line, il regista-produttore Kenny Ortega si rivolge al divo come fosse il Re Sole (fragilità comprese) e, alla fine, tutta la troupe viene messa in cerchio, mano nella mano come ad una messa pagana, a ringraziare il Signore. Amen.


E mi fermo qui, chi vuole se lo guarda stasera su Sky sorriso

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Messaggio Da Ospite Mer 20 Ott 2010, 17:32

Le foto inedite di Michael Jackson nei ritratti segreti di Arno Bani

Immaginate Michael Jackson solo, a Londra, in una camera d'albergo. Legge il meglio della stampa internazionale, è abituato ad ogni genere di immagine glamour, sofisticata, fatta per stupire, ad ogni tipo di trattamento fotografico della propria immagine a beneficio dello show business. «Jacko» è alla ricerca di un'emozione, da riprodurre sulla cover del suo prossimo album. E quell'emozione arriva, dalla copertina del supplemento «Style» del «Sunday Times»: una modella avvolta da uno scialle indiano che sembra una corazza d'oro, una creazione di Jean Paul Gaultier immortalata da un giovane fotografo francese che è riuscito a trasformare una bellezza contemporanea androgina in una ieratica icona bizantina. E' l'11 aprile 1999 e Michael Jackson, l'icona globale del pop, ha appena scoperto Arno Bani e il suo stile inimitabile. E vuole assolutamente che sia l'autore della serie di scatti per la cover di Invincible, l'album che segnerà l'ingresso del cantante nel nuovo millennio.
Arno ha solo 23 anni ma le idee precise: bisogna tagliare i capelli a Jacko, corti come nessuno lo ha mai visto, creare un look nuovo per la star più impalpabile di tutti i tempi. Chiama un'equipe la cui età media è 25 anni, crea quattro scenari grandiosi, «Blue Eye», «Cappa d'oro», «Sfondo rosso», «Mano d'argento», e nel luglio del 1999 uno dei photo shoot meno noti e più straordinari della storia della comunicazione ha inizio. Ne risulta una serie di immagini intimista, struggente, in cui il «Bambi» dancer della musica mondiale viene colto nella sua essenza di solitario e vulnerabile eroe vestito di luce, mai usate per Invincible, purtroppo. 182 di quegli scatti memorabili sono stati raccolti in un prezioso catalogo di Hachette e Pierre Bergé curato per l'Italia dall'editore Ippocampo in libreria da oggi, approntato per l'attesissima asta del set fotografico che si terrà il 13 dicembre a Parigi. Dodici immagini, finora inedite, sono esposte da oggi a grande dimensione alla galleria Fnac di via Torino, fino al 25 ottobre, per poi volare verso New York, Berlino, Parigi.


http://www.ilgiornale.it/milano/le_foto_inedite_michael_jackson_ritratti_segreti_arno_bani/20-10-2010/articolo-id=481428-page=0-comments=1



Oggi sono andata alla mostra alla Fnac di Milano (dove ieri c'era Marcolino e di sicuro l'ha vista anche lui perchè è stata allestita la sera prima), le foto sono straordinariamente ipnotiche e surreali. Sono rimasta molto colpita, qui ce ne sono alcune:
http://milano.repubblica.it/cronaca/2010/10/19/foto/michael_jackson-8228159/1/


Ultima modifica di Valentina il Mer 20 Ott 2010, 20:38 - modificato 1 volta.

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Messaggio Da Puccafra Mer 20 Ott 2010, 20:38


pianto pianto pianto pianto pianto
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Messaggio Da Ospite Mer 20 Ott 2010, 20:39

Meravigliaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

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Messaggio Da Tyn@67 Mer 20 Ott 2010, 20:46

bellissime foto!
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Messaggio Da Ospite Mer 20 Ott 2010, 22:41

Stupende le foto.... hanno dei giochi di colori molto particolari Michael Jackson - Pagina 4 123623

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Messaggio Da Ospite Ven 05 Nov 2010, 23:41

ansia ansia ansia

Esce "Michael", l'album inedito di Michael Jackson

New York, 5 nov. - (Adnkronos) - Michael Jackson torna con il disco tanto atteso dai suoi innumerevoli fans. Ad oltre un anno dalla scomparsa del Re del Pop il mondo si prepara all’uscita del suo nuovo album di inediti, che prenderà semplicemente il nome di "Michael" e verra' pubblicato il 14 dicembre (su etichetta Sony Epic Records) e che contiene i brani su cui il Re del Pop stava lavorando prima della morte avvenuta il 25 giugno del 2009. Sara' anticipato a novembre da 'Breaking News', il primo singolo tratto dall'uscita discografica postuma.

Michael Jackson non ha mai smesso di scrivere e registrare canzoni in qualunque luogo lui si trovasse, dalla casa di un amico in New Jersey agli studi di registrazione di Las Vegas e Los Angeles, insieme a piccoli gruppi di collaboratori scelti personalmente. Nei progetti di Jacko, dunque, era in programma un nuovo album, tant'e' che i brani che l'artista voleva portare alla luce - inseriti in 'Michael' - sono stati registrati prima della sua scomparsa, poi completati. Lunedi' 8 novembre sul sito ufficale sara' possibile ascoltare interamente in streaming la premiere mondiale di 'Breaking News', il primo inedito tratto dall'album. Si tratta di una canzone registrata nel 2007 in New Jersey e recentemente completata.

L'immagine della copertina di "Michael" e' stata creata nel 2009 dall'artista Kadir Nelson. Nel dipinto ad olio Kadir - la cui opera e' conosciuta per le storie che e' in grado di raccontare - con le immagini ci trasporta in un viaggio attraverso alcuni momenti chiave e persone importanti nella vita di Michael Jackson.



Questa è la copertina che a me non piace per nulla snob


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Messaggio Da Ospite Ven 05 Nov 2010, 23:44

mamma mia è vero,è urendo sto dipinto neutro

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Messaggio Da Puccafra Ven 05 Nov 2010, 23:45

La copertina snob ........ ma chissà cosa sentiremo ........ occhioni
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Messaggio Da Ospite Ven 05 Nov 2010, 23:57

Lo riposto di qua perchè dellà la pagina è troppo lenta e incasinata ansia ansia ansia

Esce "Michael", l'album inedito di Michael Jackson

New York, 5 nov. - (Adnkronos) - Michael Jackson torna con il disco tanto atteso dai suoi innumerevoli fans. Ad oltre un anno dalla scomparsa del Re del Pop il mondo si prepara all’uscita del suo nuovo album di inediti, che prenderà semplicemente il nome di "Michael" e verra' pubblicato il 14 dicembre (su etichetta Sony Epic Records) e che contiene i brani su cui il Re del Pop stava lavorando prima della morte avvenuta il 25 giugno del 2009. Sara' anticipato a novembre da 'Breaking News', il primo singolo tratto dall'uscita discografica postuma.

Michael Jackson non ha mai smesso di scrivere e registrare canzoni in qualunque luogo lui si trovasse, dalla casa di un amico in New Jersey agli studi di registrazione di Las Vegas e Los Angeles, insieme a piccoli gruppi di collaboratori scelti personalmente. Nei progetti di Jacko, dunque, era in programma un nuovo album, tant'e' che i brani che l'artista voleva portare alla luce - inseriti in 'Michael' - sono stati registrati prima della sua scomparsa, poi completati. Lunedi' 8 novembre sul sito ufficale sara' possibile ascoltare interamente in streaming la premiere mondiale di 'Breaking News', il primo inedito tratto dall'album. Si tratta di una canzone registrata nel 2007 in New Jersey e recentemente completata.

L'immagine della copertina di "Michael" e' stata creata nel 2009 dall'artista Kadir Nelson. Nel dipinto ad olio Kadir - la cui opera e' conosciuta per le storie che e' in grado di raccontare - con le immagini ci trasporta in un viaggio attraverso alcuni momenti chiave e persone importanti nella vita di Michael Jackson.



Questa è la copertina che a me non piace per nulla snob


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Messaggio Da Alux Sab 06 Nov 2010, 00:02

La copertina è brutta, ma proprio tanto neutro
I secondi di canzone che hai ascoltato e che ti hanno scombussolata sono tratti da Breaking news? come ti è sembrata? vabbè che dalla tua reazione immagino già la risposta... risata
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Messaggio Da Ospite Sab 06 Nov 2010, 00:21

@Alux la copertina non è brutta nel senso estetico del termine, perchè Nelson è un artista famoso e fa sempre cose di un certo spessore, il punto è che non condivido la scelta delle immagini. Cacchio è un album di inediti e metti una foto inedita! Ci sono quelle spettacolari di Arno Bani (di cui una è quella che ho in avatar) su cui hanno fatto una mostra, libri etc. e sono una cosa assurda, ma credo che per una questione di diritti non sia possibile snob L'esclusiva di queste foto spetta ad altri snob

Cmq sì ho ascoltato 10 secondi di Breaking News e la sua voce nemmeno si sente perchè è solo l'intro musicale scusa quando senitrò la sua voce dovrete portarmi al pronto soccorso scusa

Questo è il teaser:

http://link.brightcove.com/services/player/bcpid660588298001?bctid=661103604001


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Messaggio Da Ospite Mar 09 Nov 2010, 15:13

Per motivi di copyright hanno cancellato tutti i video del tubo che hanno pubblicato Breaking News, per fortuna ho trovato un canale a cui ancora non l'hanno eliminata sorriso

La canzone è una bomba, ma non so cosa pensare..in alcuni punti non sembra la sua voce dubbio



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Messaggio Da Ospite Mar 09 Nov 2010, 15:33

Vale, a proposito di quello che dici sulla "voce che non sembra la sua": non mi ricordo su quale rivista, ma ho letto che ci sono alcuni che sostengono che alcune tracce del disco nuovo non sono state registrate da lui ma da un imitatore, per quanto bravo. Tu ne sai niente di questa cosa? Michael Jackson - Pagina 4 64660

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Messaggio Da Ospite Mar 09 Nov 2010, 15:40

Non può trattarsi di un demo che non é riuscito a incidere e quindi hanno dovuto modificare la sua voce per allinearla con l'inciso?

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Messaggio Da Ospite Mar 09 Nov 2010, 16:18

Valentina ha scritto: La canzone è una bomba, ma non so cosa pensare..in alcuni punti non sembra la sua voce dubbio




Sai che quando l'ho sentita ho avuto la stessa impressione? dubbio
Probabilmente e' come dice Anny.

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Messaggio Da Ospite Mar 09 Nov 2010, 16:38

Si anche a me ha dato la stessa impressione,in alcune parti non sembra proprio lui....la mia è un'ipotesi,perché può darsi che le canzoni le aveva già incise prima del tour...

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