[SANREMO 2011] I Testi delle Canzoni
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[SANREMO 2011] I Testi delle Canzoni
http://www.sdamy.com/testi-sanremo-i-testi-del-festival-13763.html
http://singring.virgilio.it/speciali/sanremo-2011-le-canzoni-dei-big.html?pmk=mus_cross
Luca BARBAROSSA e Raquel DEL ROSARIO
Fino in fondo (L. Barbarossa)
Albano CARRISI
Amanda è libera (F,Berlincioni - A. Carrisi - A. Paoletti)
EMMA e i MODA'
ARRIVERA’ (F. Silvestre - E. Zapparoli - E. Palmosi - F. Silvestre)
Giusy FERRERI
IL MARE IMMENSO (Bungaro, G. Ferreri – Bungaro, M. Calò)
Nathalie GIANNITRAPANI
VIVO SOSPESA (N. Giannitrapani)
LA CRUS
Io confesso (Giovanardi - Curallo)
Luca MADONIA con Franco Battiato
L’Alieno (L. Madonia)
Anna OXA
La mia anima d’uomo (L. Imerico - A. Oxa - R. Pacco)
Max PEZZALI
Il mio secondo tempo (M. Pezzali)
Patty PRAVO
Il vento e le rose (D. Calvetti - M. Ciappelli - D. Calvetti)
Anna TATANGELO
BASTARDO (A.Tatangelo, V. D’Agostino, G. D’Alessio)
TRICARICO
3 COLORI (F. Mesolella)
Roberto VECCHIONI
CHIAMAMI ANCORA AMORE (R. Vecchioni, C. Guidetti – R. Vecchioni)
Davide VAN DER SFROOS
Yanez (D. Bernasconi)
http://singring.virgilio.it/speciali/sanremo-2011-le-canzoni-dei-big.html?pmk=mus_cross
Luca BARBAROSSA e Raquel DEL ROSARIO
Fino in fondo (L. Barbarossa)
- Spoiler:
- Voglio solo un po’ di pace, fare quello che mi va
Non avere niente intorno, solo una candela accesa
E guardarti in fondo agli occhi e con gli occhi attraversarti piano
Voglio spegnere il rumore, disarmare la mia mente
E lasciare fuori il mondo fino a quasi non sentirlo
E non cercare sempre un senso a tutto quello che facciamo
E andare su su su nel cielo
Giù giù giù nel mare
Se su su nel sole
Giù giù fino in fondo al cuore
Voglio prendermi il mio tempo, non disperderlo così
Sempre dietro a qualche cosa che non serve poi davvero
E respiro il tuo respiro fino a sentirmi vivo dentro
E andare su su su nel cielo
Giù giù giù nel mare
Se su su nel sole
Giù giù senza più dolore dolore
Non mi dire che non hai mai sentito la tristezza
Che non torni poi felice, basta solo una carezza
E andare su su su nel cielo
Giù giù giù nel mare
Se su su nel sole
Giù giù fino in fondo al cuore
Fino in fondo al cuore, fino in fondo al cuore
Voglio solo un po’ di pace, fare quello che mi va
Non avere niente intorno, solo una candela accesa
Voglio spegnere il rumore, disarmare la mia mente
E respiro il tuo respiro fino a sentirmi vivo
Su su nel cielo
Giù giù giù nel mare
Se su su nel sole
Giù giù senza più dolore dolore
Sei un’isola (giù nel mare)
Un deserto (nel cielo)
Una stella (su nel sole) in un cielo sempre aperto
Un’isola (giù nel mare)
Un deserto (fare quello che mi va)
Una stella in un cielo sempre aperto
Un’isola
Albano CARRISI
Amanda è libera (F,Berlincioni - A. Carrisi - A. Paoletti)
- Spoiler:
- Nella tiepida aria della periferia
Amanda è libera e piena di fantasia
Sembra più piccola degli anni che lei ha
Curva come una virgola di una frase a metà
Occhi che sognano giorni di libertà Una speranza che sembra un' eternità
Branco di uomini ricchi d'infamità
Promesse solite che Amanda non sa
Amanda è libera come una rondine
Sopra le nuvole della sua ingenuità
Amanda è libera, serena e fragile
Ora può ridere, è giusto alla sua età...
Ora può vivere nella nuova realtà
Amanda è un "numero", l'han messa in regola
Lungo l'asfalto che è nero di povertà
Notti di Venere, piene di oscenità
Giorni di cenere senza più dignità
Amanda è libera dentro una lacrima
Che bagna l'anima e la sua ingenuità
Amanda è libera solo nell'anima
Dentro una macchina che più strade non ha
Amanda è immobile sembra sorridere
A chi si ferma lì chiedendosi: PERCHE'?
Amanda è un angelo che ama vivere
Amanda è un angelo di un volo a metà
Amanda è un angelo che ama vivere
Amanda è un angelo di un volo a metà
EMMA e i MODA'
ARRIVERA’ (F. Silvestre - E. Zapparoli - E. Palmosi - F. Silvestre)
- Spoiler:
- Piangerai… come pioggia tu piangerai… e te ne andrai… come le foglie nell’autunno triste tu
te ne andrai… certa che mai ti perdonerai…
Ma si sveglierà … il tuo cuore in un giorno d’estate rovente in cui il sole sarà…
E cambierai… la tristezza dei pianti in sorrisi lucenti tu sorriderai…
E arriverà… il sapore del bacio più dolce e un abbraccio che ti scalderà…
Arriverà… una frase e una luna di quelle che poi ti sorprenderà
Arriverà… la mia pelle a curar le tue voglie… la magia delle stelle…
Penserai… che la vita è ingiusta e piangerai… e ripenserai… alla volta in cui non ti ho detto no
Non ti lascerò mai
poi di colpo di buio intorno a noi
ma si sveglierà… il tuo cuore in un giorno d’estate rovente in cui il sole sarà…
E cambierai… la tristezza dei pianti in sorrisi lucenti tu sorriderai…
E arriverà… il sapore del bacio più dolce e un abbraccio che ti scalderà…
Arriverà… una frase e una luna di quelle che poi ti sorprenderà
Arriverà… la mia pelle a curar le tue voglie… la magia delle stelle…
La poesia della neve che cade e rumore non fa
La mia pelle a curar le tue voglie
La poesia della neve che cade e rumore non fa
Giusy FERRERI
IL MARE IMMENSO (Bungaro, G. Ferreri – Bungaro, M. Calò)
- Spoiler:
- A volte io vorrei arrivare in cima ai tuoi segnali
per intuire tutti i sensi unici
a volte o quasi sempre io mi perdo nella notte
decido poi di scivolarti addosso
e cancellare tutto e niente mi appartiene
ma c’è qualcosa dentro che mi morde l’anima
L’amore che distrugge come cielo a fulmine
il nostro cuore fuorilegge
spara colpi di dolore
è troppo tempo che non si fa più l’amore
non scorre il sangue dentro al fiume
che ci portava verso il mare, quel mare immenso
adesso non mi pento più e rimango qui da sola
dipingo la memoria alle pareti
lo so che quasi sempre io dimenticavo il senso
non respiravo venti più leggeri
è scivolato tutto e niente ti appartiene
ma c’è qualcosa dentro che mi brucia l’anima
L’amore che distrugge come cielo a fulmine
il nostro cuore fuorilegge
spara colpi di dolore
è troppo tempo che non si fa più l’amore
non scorre il sangue dentro al fiume
che ci portava verso il mare
immenso
Come radici agli alberi d’inverno, senza più foglie
quel mare dentro
che spegne e annega ogni tormento mi toglie il fiato
Ma poi ancora repisro
Senza più fiamme
è troppo tempo che non si fa più l’amore
non scorre il sangue dentro al fiume
che ci portava verso il mare, quel mare immenso
Nathalie GIANNITRAPANI
VIVO SOSPESA (N. Giannitrapani)
- Spoiler:
- Vivo sospesa
tra sogno e quotidianità
Io mi ero persa
Per strade sconosciute già cambiate prima di arrivare
Nel mio percorso
speranze e possibilità
nei nuovi giorni
la vita si trasformerà
cambiando colore
rendendo il dolore
un punto di forza in uan tempesta di vento
fragile forma consumata dal tempo
Vivo sospesa
E un giorno io ti rivedrò
a ogni respiro
la vita io trasformerò
cambiando i miei giorni
rendendo i miei sogni
Punti di forza in tempeste di vento
fragili forme consumate dal tempo
trasformerò le ferite profonde
e le parole in sospiri di amanti
proteggerò i miei sogni più puri
si sveleranno al calore del giorno
Punti di forza in tempeste di vento
fragili forme consumate dal tempo
trasformerò le ferite profonde
e le parole in sospiri di amanti
Punti di forza in tempeste di vento
fragili forme consumate dal tempo
trasformerò le ferite profonde
e le parole in sospiri di amanti
LA CRUS
Io confesso (Giovanardi - Curallo)
- Spoiler:
- Lo so di aver sbagliato
e so cosa dirai
lo so di aver sbagliato, e sono qui
ma chi non sbaglia mai?
Lo so di aver tradito
ma tradire poi cos’è?
Non credo nel peccato, amore mio
perché non credo in Dio
Ho una frase sopra un muro
quando l’ho scritta non lo so.
Posso resistere a tutto
ma alle tentazioni no.
Ma chiamerai il mio nome
lo so che lo farai
non c’è nessun altro al mondo
così vicino a te
che è così uguale a me
e un’altra possibilità
io la voglio.
Non posso fare a meno del tuo amore,
impazzirei
ma perdermi tra i sensi, mi divora
e io non cambio mai.
Ma chiamerai il mio nome
lo so che lo farai
non c’è nessun altro al mondo
così vicino a te
che è così uguale a me
e un’altra possibilità
io la voglio.
Luca MADONIA con Franco Battiato
L’Alieno (L. Madonia)
- Spoiler:
- vago per la strada
in cerca di occasioni nuove
ma non mi basta mai quello che vedo
passo tra gli odori
e tra gli umori della gente
che mi sfiora indifferente
colgo l'occasione di una estate al mare
dell'aria un po'confusa per colpa del calore
io seguivo con lo sguardo l'onda sulla spiaggia
che arriva sempre uguale
e tutto si ripete
e tu,tu non mi basti piu'
io sono solo in questa vita
e forse come te mi sento
io vivo nei panni di un alieno
che non vola
che non mi assomiglia
ma io vivo
ai margini di una vita vera
e non mi riconosco
ho speso la mia vita
assecondando le mie voglie
che spesso mi han tradito
volate come foglie
ma al cuor non si comanda
e allora apriamo il nostro mondo
convinti che ogni storia si chiuda con un punto
e tu,tu non mi basti piu'
io sono solo in questa vita
e forse come te mi sento
io vivo nei panni di un alieno
che non vola e non mi riconosco
io vivo nei panni di un alieno
che non vola che non mi assomiglia ma
io vivo ai margini di una vita vera e non mi riconosco
Anna OXA
La mia anima d’uomo (L. Imerico - A. Oxa - R. Pacco)
- Spoiler:
- Si riparte da un punto
Da una linea qualunque e non serve una meta
Nè una stella cometa
Si riparte da un punto senza scuse o retaggi
Da una pagina aperta
Da una frase capita
Questo posto è un assurdo deserto
In un fitto mercato rionale
Dove tutto ci sembra diverso
Dove tutto è patetico e uguale
E andiamo… e si va
Per un sogno più vero
Per la voglia di andare
E coraggio…si va… si fa!
Questo capolavoro
La mia anima d’uomo
Si riparte da adesso
O per mare o per terra
Costeggiando pensieri
Scavalcando binari
O per terra o per cielo
Un saluto sincero agli amici perplessi
Ed un gesto col dito
A chi gufa o ci porge sbadigli
E andiamo… e si va
Per un sogno più vero
Per la voglia di andare
E coraggio…si va… si fa!
Risalire alla finte
Siamo noi questo viaggio
Questo posto è una favola vuota
Che ti mostra la sua copertina
Dove tutto è una botta di vita
Dove al cielo si chiede perdono e fortuna
E coraggio…si va… si fa!
Questo capolavoro
La mia anima d’uomo
E si va…e si fa…
Si…
Si…
Si…
Siii… si va
Max PEZZALI
Il mio secondo tempo (M. Pezzali)
- Spoiler:
- Finchè un bel giorno non mi sono accorto che
bisognava decidere
finchè un bel giorno la carta d’identità
non mi ha rivelato la verità
non è il momento, non è il momento di scherzare
qui c’è un casino, un casino di cose da fare
ho superato, ho superato la metà
del mio viaggio e mi devo sbrigare
che c’è il mio secondo tempo e non voglio perderlo
perchè io un po’ mi sento come all’inizio dello show
però è il mio secondo tempo e io voglio godermelo
perchè io, io spero tanto che sia splendido.
Finchè un bel giorno io non ho capito che
era l’ora di scegliere
cose e persone che mi succhiavano via
anche soltanto un grammo di energia
buttare tutto, buttare quello che fa male
o perlomeno buttare quello che non vale
non vale niente o non vale almeno un’emozione
se non vale mi devo sbrigare
che c’è il mio secondo tempo e non voglio perderlo
perchè io un po’ mi sento come all’inizio dello show
perchè è il mio secondo tempo e io voglio godermelo
perchè io, io spero tanto che sia splendido.
Quanti armadi da svuotare
quante cose da buttare
che sembrano importanti e invece non mi servono
quante occasioni perse da recuperare
quante carta da giocare.
Che c’è il mio secondo tempo e non voglio perderlo
perchè io mi sento come all’inizio dello show
perchè è il mio secondo tempo e io voglio godermelo
perchè io, io spero tanto che sia splendido.
Patty PRAVO
Il vento e le rose (D. Calvetti - M. Ciappelli - D. Calvetti)
- Spoiler:
- Senti chi bussa alla porta
Sarà il solito scocciatore della domenica
Ma no, tu non ti muovere
Che stai benissimo su di me
Venti minuti d’amore
E sentire alla televisione di questa economia
Mi vuoi, o vuoi un altro caffè
Dicevi non si può e poi sei qui da me
E un giorno il cielo si aprirà
E mi racconterà che tu
Tu sei un’altra illusione
Ma fino a allora fammi vivere così
Nell’incoscienza ormai di chi
Confonde il vento con le rose
Giura, o forse è meglio di no
Sarà l’ennesima voglia di nuovo di questa vita mia
Tra noi un letto ed un caffè
Chissà domani se sarà possibile
E un giorno il cielo si aprirà
E mi racconterà che tu
Tu sei la solita illusione
Ma fino a allora fammi vivere così
Nell’incoscienza ormai di chi
Confonde il sesso con l’amore
Ma fino a allora fammi vivere così
Nell’incoscienza ormai di chi
Confonde il vento con le rose
Senti chi bussa alla porta
Anna TATANGELO
BASTARDO (A.Tatangelo, V. D’Agostino, G. D’Alessio)
- Spoiler:
- C’è una ragione di più
L’hai detto…ma che bravo
Ma questa parte di te
Davvero la ignoravo
Non me l’aspettavo davvero
E’ come bere il più potente veleno
E’ amaro
Non recuperare ti prego
Tanto più parli e ancora meno ti credo
Peccato
Lascia al silenzio la sua verità
Aspetta…
Voglio dirti quello che sento
Farti morire nello stesso momento
Bastardo!!!!!
Voglio affrontarti senza fare un lamento
Voglio bruciarti con il fuoco che ho dentro
Per poi vederti cenere…bastardo!
Far soffiare su di te…il vento
Io spezzata in due dal dolore
Mentre ti amavo tu facevi l’amore
Per gioco
Lasciami sognare la vita
L’hai detto tu quanto è finita è finita
Io vado
Chissà se un giorno poi mi passerà
La rabbia che porto nel cuore
Voglio dirti quello che sento
Farti morire nello stesso momento
Bastardo!!!!!
Vendere gli occhi tuoi in un mare profondo
Farti affogare nei singhiozzi del pianto
E spingerti sempre più giù…bastardo
Ma purtroppo tocca a me
Soffrire…gridare…morire
Tu
Hai preso senza dare mai
Noi
La cosa che non vuoi
Maledetto sporco amore…
Voglio dirti quello che sento
Farti morire nello stesso momento
Bastardo!!!!!
…
E poi vederti cenere…bastardo
Ma purtroppo tocca a me
Soffrire…gridare…ti amo bastardo!!!
TRICARICO
3 COLORI (F. Mesolella)
- Spoiler:
- Mezza luna cilentana
nebbia padana
soldatini non ne abbiamo più
tutti pronti sull’attenti
partono i fanti
colorati con le giacche blu
quelli nella nebbia hanno una bandiera verde
ricorda che la nostra tre colori ha
la battaglia è già iniziata
buona giornata
cannoncini con le bocche in su
partiremo noi da dietro
con l’aiuto di San Pietro
il destino poi ci guiderà
quelli sul confine hanno una bandiera rossa
ricorda che la nostra tre colori ha
quelli nella nebbia hanno una bandiera verde
ricorda che la nostra tre colori ha
soldatini di frontiera
mille mamme aspettano
cercate di non farvi fucilar
questa storia è stata scritta
e già studiata
pensavate di doverla ripassar?
quelli in cima al monte hanno una bandiera bianca
ricorda che la nostra tre colori ha
verde la speranza rosso il sangue di frontiera
neve biancaneve i cuori abbraccerà
tre colori come i fiori
non son per caso
ta tata tata tata tata.
Roberto VECCHIONI
CHIAMAMI ANCORA AMORE (R. Vecchioni, C. Guidetti – R. Vecchioni)
- Spoiler:
- E per la barca che è volata in cielo
che i bimbi ancora stavano a giocare
che gli avrei regalato il mare intero
pur di vedermeli arrivare;
per il poeta che non può cantare
per l’operaio che non ha più il suo lavoro
per chi ha vent’anni e se ne sta a morire
in un deserton come in un porcile
e per tutti i ragazzi e le ragazze
che difendono un libro, un libro vero
così belli a gridare nelle piazze
perché stanno uccidendo il pensiero;
per il bastardo che sta sempre al sole
per il vigliacco che nasconde il cuore
per la nostra memoria gettata al vento
da questi signori del dolore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
dovrà pur finire,
perché la riempiremo noi da qui
di musica e di parole;
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
In questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo
Chiamami ancora amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Perché le idee sono come farfalle
che non puoi togliergli le ali
perché le idee sono come le stelle
che non le spengono i temporali
perché le idee sono voci di madre
che credevano di avere perso,
e sono come il sorriso di Dio
in questo sputo di universo
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
dovrà pur finire,
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole;
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Continua a scrivere la vita
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
che è così vera in ogni uomo
Chiamami ancora amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Che questa maledetta notte
dovrà pur finire,
perché la riempiremo noi da qui
di musica e parole;
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
In questo disperato sogno
tra il silenzio e il tuono
difendi questa umanità
anche restasse un solo uomo
Chiamami ancora amore
Chiamami ancora amore
Chiamami sempre amore
Perché noi siamo amore.
Davide VAN DER SFROOS
Yanez (D. Bernasconi)
- Spoiler:
- Sale scende la marea e riporta la sua rudeera
Un sedèll e una sciavata e una tuletta de Red Bull
Sandokan cun't el mohito e'l bigliett cum soe l'invito
Sandokan che ha imparato a pilotare le infradito...
E la geent che la ruva al maar taant per dì che l'è straada che,
Cul getton de la sala giochi el cavàll el moev un zicch el cuu
Uduu de frituura de pèss e de pizza de purtà via
Kamammuri l'è de sessant'ann che sta in soel dondolo de la pension...
YANEZ DE GOMERA se regordet cume l'era?
Adess biciclett e vuvuzela e g'ha el Suzuki anca Tremal Naik
YANEZ DE GOMERA se regordet de James Brook
El giuga ai caart giò al Bagno Riviera e i hann dii che l'è sepru ciucch
Stuzzichini, moscardini e una bibita de quatru culuur
Abbronzati , tatuati i henn pirati vegnuu de Varees
La pantera, gonna nera, canottiera, cameriera
Moev el cuu anca senza i gettoni ma l'è che dumà per cambiàtt el bùceer
Sandokan in soe la spiaggia cui mudand della Billabong
G'ha l'artrite e g'ha el riporto, partiss per Mompracem cul pedalò
E i Dayaki cun scià la Gazzetta g'hann mea teem per tajatt el coo
I lassen la spada suta l'umbrelon e fan piu danni con l'iPhone
YANEZ DE GOMERA l'eet deduda l'otra siira?
Pussee che la Perla de Labuan,Marianna adess me paar un sass...
YANEZ DE GOMERA cunta soe ammò cum l'era
Ho veduu che s'è rifada i tètt,l'ha mea perduu fifàss el coer...
La sirena l'è incazzada che pò mea giugà al balòn
Pulenta e cuba libre per i granchi in prucussion
Cumincia l'eppi auar , la tigre di malesia
Finiss all'usteria cul riis in bianch e la magnesia
Ustionati, pirati senza prutezion , barracudas cun soe i rai ban che giughen a ping pong
Sandokan che 'l vusa deent in pizzeria...el vusa e canta Romagna Mia...
YANEZ DE GOMERA se rogordet cume l'era?
Adess biciclett e vuvuzela e g'ha el Suzuky anca Tremal Naik
YANEZ DE GOMERA se regordet del colonnello Fitzgerald?
L'ho veduu in soe la curriera che 'l nava a Rimini a vedè i Delfini...
Ultima modifica di Kaiser il Mar 08 Feb 2011, 21:21 - modificato 1 volta.
Kaiser- Messaggi : 11889
Data d'iscrizione : 12.05.10
Età : 69
Re: [SANREMO 2011] I Testi delle Canzoni
Kaiser, grazie!
Da oggi ho cominciato a leggere qualcosa su Sanremo e ho letto tutti i testi. Cosa dire?
Albano – Amanda è libera. Quasi una poesia con rime e licenze poetiche. Non è malissimo il testo, solo che io conosco solo uno stile per Albano e so che non mi piace. Ah e penso che il duetto non lo possa aiutare, se effettivamente sarà Riccardo Scamarcio/Michele Placido.
Anna Oxa – La mia anima d’uomo. Altro testo poetico, ma anche frasi che lasciano così . Come per Albano, la Oxa ha lo stesso stile da anni che ugualmente non rientra nei miei gusti. Il duetto? Non so immaginarmelo perché conosco poco Marta sui tubi.
Anna Tatangelo – Bastardo. Mamma mia quanta rabbia ladytata. Eh che d’è… Gigi ti ha fatto arrabbiare? Ma non fare così, dai… No, non mi piace! Duetto con Loredana Errore! Perché???
Emma e i Modà – Arriverà. Lo so che non c’entra nulla, ma criticate ancora Marcolino per i suoi testi “giustamente” da ventenne e mi metto ad urlare. Ma che testo è? Mia nipote di 15 anni scrive le stesse cose sul diario. Facile che possano vincere, facile che sarà un successo radiofonico, possibile che possano vendere un botto con il nuovo album (si autocelebrano dicendo che hanno già 110.000 album in pre-vendita), ma devo dire che giudicando solo il testo, la bravura è decisamente altrove. Duetto con Renga? Mah, come ce lo appiccicano?
Giusy – Il mare immenso. La penna di Bungaro c’è e si vede. Non so se mi piace o no, diciamo ni. Devo ammettere che la Giusy mi fa simpatia, l’ho sempre vista umile e con la sola voglia di fare quello che le piace. Che poi possa piacere o meno il suo stile è un’altra questione. M’incuriosisce anche il duetto con Sarcina.
La Crus – Io confesso. Testo semplice, ma non banale. Forse non hanno un appeal sul pubblico come altri, ma potrebbero piacere, almeno lo spero. Il duetto pure è “furbo”, nel senso che la Zilli piace molto al pubblico.
Luca Barbarossa e Raquel Del Rosario - Fino in fondo – Giù, giù, su, su… diciamo che mi suggerisce altro… Scherzo! L’accostamento con la moglie di Alonso mi fa pensare a qualcosa di spagnoleggiante e se così fosse, ben venga un po’ di ritmo. Anche Barbarossa mi fa simpatia. Un suo disco non lo comprerei, ma mi fa sorridere e per questo mi piace. E mi piace pure Marcorè che detterà con loro. Secondo me c’è da divertirsi.
Luca Madonia con Franco Battiato - L’Alieno. Finora è il testo che mi piace di più. Dipenderà molto da come lo canteranno. Speriamo bene. Duetto con Carmen Consoli interessante.
Max Pezzali – Il mio secondo tempo. Il solito Max, credo. Io ho consumato il cd a forza di ascoltare Gli anni, Ti sento vivere, Senza averti qui… E’ difficile ripetersi e forse Max ha poco da dire adesso. Mi piace sempre, ma non è più quello di una volta e neppure è riuscito ad evolversi. Duetto con un duo comico che non conosco. Boh.
Nathalie – Vivo sospesa. Così, al primo impatto, il testo non mi sembra molto particolare, però è un’artista nuova, tutta da scoprire, è un’autrice e le auguro il meglio. Anche il duetto con L’aura mi intriga tanto.
Patty Pravo – Il vento e le rose. Mah, altro testo che mi lascia perplessa. Sarà la solita Patty? Boh! Spero non stonino troppo lei e Morgan.
Roberto Vecchioni – Chiamami ancora amore. Mi lascia una strana sensazione, è come se avesse voluto dire 1000 cose, però tutto rimane sospeso. Mi piace questo passaggio: Perché le idee sono come farfalle / che non puoi togliergli le ali / perché le idee sono come le stelle / che non le spengono i temporali / perché le idee sono voci di madre / che credevano di avere perso, / e sono come il sorriso di Dio / in questo sputo di universo… Però ripeto, giudicando solo il testo, ho una sensazione di incompiuto. PFM con lui in duetto. Spero non sia una cosa “antichizzata”…
Tricarico – 3 colori. Canzone patriottica direi. Il testo non mi piace. Duetto ancora non deciso. Ogni anno cercano di mettere una canzone impegnata, un testo che parli di attualità. Tricarico e Vecchioni sono i prescelti del 2011, ma credo che siamo ben lontani dagli indimenticabili/indimenticati: Signor Tenente, Pensa e Ti regalerò una rosa, in assoluto, quelli che ricordo con più piacere sul genere…
Davide Van de Sfroos. Ho bisogno della traduzione.
Ovviamente pareri prettamente personali...
Da oggi ho cominciato a leggere qualcosa su Sanremo e ho letto tutti i testi. Cosa dire?
Albano – Amanda è libera. Quasi una poesia con rime e licenze poetiche. Non è malissimo il testo, solo che io conosco solo uno stile per Albano e so che non mi piace. Ah e penso che il duetto non lo possa aiutare, se effettivamente sarà Riccardo Scamarcio/Michele Placido.
Anna Oxa – La mia anima d’uomo. Altro testo poetico, ma anche frasi che lasciano così . Come per Albano, la Oxa ha lo stesso stile da anni che ugualmente non rientra nei miei gusti. Il duetto? Non so immaginarmelo perché conosco poco Marta sui tubi.
Anna Tatangelo – Bastardo. Mamma mia quanta rabbia ladytata. Eh che d’è… Gigi ti ha fatto arrabbiare? Ma non fare così, dai… No, non mi piace! Duetto con Loredana Errore! Perché???
Emma e i Modà – Arriverà. Lo so che non c’entra nulla, ma criticate ancora Marcolino per i suoi testi “giustamente” da ventenne e mi metto ad urlare. Ma che testo è? Mia nipote di 15 anni scrive le stesse cose sul diario. Facile che possano vincere, facile che sarà un successo radiofonico, possibile che possano vendere un botto con il nuovo album (si autocelebrano dicendo che hanno già 110.000 album in pre-vendita), ma devo dire che giudicando solo il testo, la bravura è decisamente altrove. Duetto con Renga? Mah, come ce lo appiccicano?
Giusy – Il mare immenso. La penna di Bungaro c’è e si vede. Non so se mi piace o no, diciamo ni. Devo ammettere che la Giusy mi fa simpatia, l’ho sempre vista umile e con la sola voglia di fare quello che le piace. Che poi possa piacere o meno il suo stile è un’altra questione. M’incuriosisce anche il duetto con Sarcina.
La Crus – Io confesso. Testo semplice, ma non banale. Forse non hanno un appeal sul pubblico come altri, ma potrebbero piacere, almeno lo spero. Il duetto pure è “furbo”, nel senso che la Zilli piace molto al pubblico.
Luca Barbarossa e Raquel Del Rosario - Fino in fondo – Giù, giù, su, su… diciamo che mi suggerisce altro… Scherzo! L’accostamento con la moglie di Alonso mi fa pensare a qualcosa di spagnoleggiante e se così fosse, ben venga un po’ di ritmo. Anche Barbarossa mi fa simpatia. Un suo disco non lo comprerei, ma mi fa sorridere e per questo mi piace. E mi piace pure Marcorè che detterà con loro. Secondo me c’è da divertirsi.
Luca Madonia con Franco Battiato - L’Alieno. Finora è il testo che mi piace di più. Dipenderà molto da come lo canteranno. Speriamo bene. Duetto con Carmen Consoli interessante.
Max Pezzali – Il mio secondo tempo. Il solito Max, credo. Io ho consumato il cd a forza di ascoltare Gli anni, Ti sento vivere, Senza averti qui… E’ difficile ripetersi e forse Max ha poco da dire adesso. Mi piace sempre, ma non è più quello di una volta e neppure è riuscito ad evolversi. Duetto con un duo comico che non conosco. Boh.
Nathalie – Vivo sospesa. Così, al primo impatto, il testo non mi sembra molto particolare, però è un’artista nuova, tutta da scoprire, è un’autrice e le auguro il meglio. Anche il duetto con L’aura mi intriga tanto.
Patty Pravo – Il vento e le rose. Mah, altro testo che mi lascia perplessa. Sarà la solita Patty? Boh! Spero non stonino troppo lei e Morgan.
Roberto Vecchioni – Chiamami ancora amore. Mi lascia una strana sensazione, è come se avesse voluto dire 1000 cose, però tutto rimane sospeso. Mi piace questo passaggio: Perché le idee sono come farfalle / che non puoi togliergli le ali / perché le idee sono come le stelle / che non le spengono i temporali / perché le idee sono voci di madre / che credevano di avere perso, / e sono come il sorriso di Dio / in questo sputo di universo… Però ripeto, giudicando solo il testo, ho una sensazione di incompiuto. PFM con lui in duetto. Spero non sia una cosa “antichizzata”…
Tricarico – 3 colori. Canzone patriottica direi. Il testo non mi piace. Duetto ancora non deciso. Ogni anno cercano di mettere una canzone impegnata, un testo che parli di attualità. Tricarico e Vecchioni sono i prescelti del 2011, ma credo che siamo ben lontani dagli indimenticabili/indimenticati: Signor Tenente, Pensa e Ti regalerò una rosa, in assoluto, quelli che ricordo con più piacere sul genere…
Davide Van de Sfroos. Ho bisogno della traduzione.
Ovviamente pareri prettamente personali...
Paz i Enza- mengonella
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Re: [SANREMO 2011] I Testi delle Canzoni
Paz i Enza ha scritto:Patty Pravo – Il vento e le rose. Mah, altro testo che mi lascia perplessa. Sarà la solita Patty? Boh! Spero non stonino troppo lei e Morgan.
per fortuna Morgan non ha la dentiera
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Re: [SANREMO 2011] I Testi delle Canzoni
'Traduzione' della canzone di Van Der Sfroos
Sale scende la marea e riporta i suoi rifiuti
Un secchio e una ciabatta e una lattina di Red Bull
Sandokan con il mohito e il biglietto con su l'invito
Sandokan che ha imparato a pilotare le infradito...
E la gente che arriva al mare tanto per dire che ci è stata che,
Col gettone della sala giochi e il cavallo muove un pochino il culo
Odore di frittura di pesce e di pizza da portar via
Kamammuri sono sessant'anni che sta nel suo dondolo della pensione...
YANEZ DE GOMERA ti ricordi com'era?
Adesso bicicletta e vuvuzela e ha il Suzuki anche Tremal Naik
YANEZ DE GOMERA ti ricordi di James Brook
Gioca a carte giù al Bagno Riviera e han detto che è sempre ubriaco
Stuzzichini, moscardini e una bibita di quattro colori
Abbronzati, tatuati sono pirati venuti da Varese
La pantera, gonna nera, canottiera, cameriera
Muovi il culo anche senza i gettoni ma è che solo per cambiarti il bicchiere
Sandokan sulla spiaggia con le mutande della Billabong
Ha l'artrite e ha il riporto, parte per Mompracem col pedalò
E i Dayaki con la Gazzetta non hanno tempo per tagliarti il collo
Lasciano la spada sotto l'ombrellone e fan più danni con l'iPhone
YANEZ DE GOMERA l'avevi vista l'altra sera?
Più che la Perla di Labuan, Marianna adesso mi sembra un sasso...
YANEZ DE GOMERA racconta com'era
Ho visto che si è rifatta le tette, non ha potuto rifarsi il cuore...
La sirena è incazzata che non può giocare al pallone
Polenta e cuba libre per i granchi in processione
Comincia l'eppi auar , la tigre di malesia
Finisce all'osteria col riso in bianco e la magnesia
Ustionati, pirati senza protezione , barracuda con su i rai ban che giocano a ping pong
Sandokan che grida dentro in pizzeria...grida e canta Romagna Mia...
YANEZ DE GOMERA ti ricordi com'era?
Adesso bicicletta e vuvuzela e ha il Suzuky anche Tremal Naik
YANEZ DE GOMERA ti ricordi del colonnello Fitzgerald?
L'ho visto sulla corriera che andava a Rimini a vedere i Delfini...
(ps. in alcuni punti sono andato ad intuito perchè la 'trascrizione' era sicuramente sbagliata)
Sale scende la marea e riporta i suoi rifiuti
Un secchio e una ciabatta e una lattina di Red Bull
Sandokan con il mohito e il biglietto con su l'invito
Sandokan che ha imparato a pilotare le infradito...
E la gente che arriva al mare tanto per dire che ci è stata che,
Col gettone della sala giochi e il cavallo muove un pochino il culo
Odore di frittura di pesce e di pizza da portar via
Kamammuri sono sessant'anni che sta nel suo dondolo della pensione...
YANEZ DE GOMERA ti ricordi com'era?
Adesso bicicletta e vuvuzela e ha il Suzuki anche Tremal Naik
YANEZ DE GOMERA ti ricordi di James Brook
Gioca a carte giù al Bagno Riviera e han detto che è sempre ubriaco
Stuzzichini, moscardini e una bibita di quattro colori
Abbronzati, tatuati sono pirati venuti da Varese
La pantera, gonna nera, canottiera, cameriera
Muovi il culo anche senza i gettoni ma è che solo per cambiarti il bicchiere
Sandokan sulla spiaggia con le mutande della Billabong
Ha l'artrite e ha il riporto, parte per Mompracem col pedalò
E i Dayaki con la Gazzetta non hanno tempo per tagliarti il collo
Lasciano la spada sotto l'ombrellone e fan più danni con l'iPhone
YANEZ DE GOMERA l'avevi vista l'altra sera?
Più che la Perla di Labuan, Marianna adesso mi sembra un sasso...
YANEZ DE GOMERA racconta com'era
Ho visto che si è rifatta le tette, non ha potuto rifarsi il cuore...
La sirena è incazzata che non può giocare al pallone
Polenta e cuba libre per i granchi in processione
Comincia l'eppi auar , la tigre di malesia
Finisce all'osteria col riso in bianco e la magnesia
Ustionati, pirati senza protezione , barracuda con su i rai ban che giocano a ping pong
Sandokan che grida dentro in pizzeria...grida e canta Romagna Mia...
YANEZ DE GOMERA ti ricordi com'era?
Adesso bicicletta e vuvuzela e ha il Suzuky anche Tremal Naik
YANEZ DE GOMERA ti ricordi del colonnello Fitzgerald?
L'ho visto sulla corriera che andava a Rimini a vedere i Delfini...
(ps. in alcuni punti sono andato ad intuito perchè la 'trascrizione' era sicuramente sbagliata)
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Re: [SANREMO 2011] I Testi delle Canzoni
sarebbe stato uno scontro memorabileubik ha scritto:Paz i Enza ha scritto:Patty Pravo – Il vento e le rose. Mah, altro testo che mi lascia perplessa. Sarà la solita Patty? Boh! Spero non stonino troppo lei e Morgan.
per fortuna Morgan non ha la dentiera
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Re: [SANREMO 2011] I Testi delle Canzoni
Kaiser grazie per la traduzione.... La mettiamo nel post Notizia è l'anagramma del mio nome???
Paz i Enza- mengonella
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Re: [SANREMO 2011] I Testi delle Canzoni
Luca Barbarossa e Raquel Del Rosario - Fino in fondo - Su su su e giù giù giù giù....sarà un tormentone?
Albano – Amanda è libera Questa volta Albano racconta una storia. Mi piacerà, forse , se riuscirà a cantarla puntando sull'interpretazione invece che sulle sue doti vocali...cosa che ritengo altamente improbabile
Emma e i Modà – Arriverà Già la trovo insopportabile
Giusy – Il mare immenso. No, ecco, parliamone. Diciamo che l'ascolterò fingendo che canti in una lingua sconosciuta, perché a me, adesso, chi me la toglie dalla testa l'immagine della Giusy appollaiata su un cartello stradale?
Nathalie – Vivo sospesa Il testo mi piace e sono molta curiosa di ascoltarlo.
La Crus – Io confesso. A differenza di Paz, io trovo questo testo molto banale. Dicono che la canzone è bella...in questo caso, però, oltre a fingere di non capire il testo come per la Ciusy, dovrò superare la mia insofferenza nei confronti della voce del cantante dei La Crus: ha un bel timbro, ma a me sembra che "si canti addosso" peggio di Renga Da qualche parte in casa devo avere un CD, ma me ne tengo alla larga
Luca Madonia con Franco Battiato - L’Alieno Bello, bello, bello!
Fine prima parte
Albano – Amanda è libera Questa volta Albano racconta una storia. Mi piacerà, forse , se riuscirà a cantarla puntando sull'interpretazione invece che sulle sue doti vocali...cosa che ritengo altamente improbabile
Emma e i Modà – Arriverà Già la trovo insopportabile
Giusy – Il mare immenso. No, ecco, parliamone. Diciamo che l'ascolterò fingendo che canti in una lingua sconosciuta, perché a me, adesso, chi me la toglie dalla testa l'immagine della Giusy appollaiata su un cartello stradale?
- Spoiler:
- A volte io vorrei arrivare in cima ai tuoi segnali per intuire tutti i sensi unici
Nathalie – Vivo sospesa Il testo mi piace e sono molta curiosa di ascoltarlo.
- Spoiler:
- la vita io trasformerò cambiando i miei giorni, rendendo i miei sogni punti di forza in tempeste di vento
La Crus – Io confesso. A differenza di Paz, io trovo questo testo molto banale. Dicono che la canzone è bella...in questo caso, però, oltre a fingere di non capire il testo come per la Ciusy, dovrò superare la mia insofferenza nei confronti della voce del cantante dei La Crus: ha un bel timbro, ma a me sembra che "si canti addosso" peggio di Renga Da qualche parte in casa devo avere un CD, ma me ne tengo alla larga
Luca Madonia con Franco Battiato - L’Alieno Bello, bello, bello!
Fine prima parte
Re: [SANREMO 2011] I Testi delle Canzoni
ubik ha scritto:Paz i Enza ha scritto:Patty Pravo – Il vento e le rose. Mah, altro testo che mi lascia perplessa. Sarà la solita Patty? Boh! Spero non stonino troppo lei e Morgan.
per fortuna Morgan non ha la dentiera
Poverina però dai ... si era beccata un pesante posacenere di cristallo in faccia negli anni 70
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Re: [SANREMO 2011] I Testi delle Canzoni
Avevo lasciato il 'lavoro' a metà
Anna Oxa – La mia anima d’uomo Non ho capito questa cosa dell'anima "d'uomo" ma perché?
Occhio al dito quando canterà
"Un saluto sincero agli amici perplessi
Ed un gesto col dito
A chi gufa o ci porge sbadigli"
Attenzione al duetto con i Marta sui Tubi è quello che attendo di più mi piacciono troppo
Max Pezzali – Il mio secondo tempo.
"finchè un bel giorno la carta d’identità
non mi ha rivelato la verità"
"Che c’è il mio secondo tempo e non voglio perderlo"
Patty Pravo – Il vento e le rose - Non so come si possa confondere il vento con le rose Mistero
Il testo mi ha fatto ripensare a Mogol-Battisti (chissà se qualcuno ha capito di che canzone parlo ) , però qui non ci fa capire chi ha bussato alla porta, e io sono curiosa
Anna Tatangelo – Bastardo. No, no, no, non ci siamo proprio non puoi prima dirne di tutti i colori a quello che ti ha tradito e poi dirgli che lo ami. Su, un po' di contegno
Tricarico – 3 colori. La canzone è di Mesolella (Avion Travel). Parla del tricolore e di padre e figlio che stanno giocando con i soldatini. Boh, sono perplessa.
Roberto Vecchioni – Chiamami ancora amore. La prima parte è la fotografia di ciò che ci circonda in questo momento. Sono curiosa di sentirla. Approfondirò meglio più avanti
Davide Van de Sfroos - Yanez In poche parole: Salgari in riviera adriatica. Sembra divertente ma non so che ci faccia a Sanremo.
Finito
Anna Oxa – La mia anima d’uomo Non ho capito questa cosa dell'anima "d'uomo" ma perché?
Occhio al dito quando canterà
"Un saluto sincero agli amici perplessi
Ed un gesto col dito
A chi gufa o ci porge sbadigli"
Attenzione al duetto con i Marta sui Tubi è quello che attendo di più mi piacciono troppo
Max Pezzali – Il mio secondo tempo.
"finchè un bel giorno la carta d’identità
non mi ha rivelato la verità"
"Che c’è il mio secondo tempo e non voglio perderlo"
Patty Pravo – Il vento e le rose - Non so come si possa confondere il vento con le rose Mistero
Il testo mi ha fatto ripensare a Mogol-Battisti (chissà se qualcuno ha capito di che canzone parlo ) , però qui non ci fa capire chi ha bussato alla porta, e io sono curiosa
Anna Tatangelo – Bastardo. No, no, no, non ci siamo proprio non puoi prima dirne di tutti i colori a quello che ti ha tradito e poi dirgli che lo ami. Su, un po' di contegno
Tricarico – 3 colori. La canzone è di Mesolella (Avion Travel). Parla del tricolore e di padre e figlio che stanno giocando con i soldatini. Boh, sono perplessa.
Roberto Vecchioni – Chiamami ancora amore. La prima parte è la fotografia di ciò che ci circonda in questo momento. Sono curiosa di sentirla. Approfondirò meglio più avanti
Davide Van de Sfroos - Yanez In poche parole: Salgari in riviera adriatica. Sembra divertente ma non so che ci faccia a Sanremo.
Finito
Re: [SANREMO 2011] I Testi delle Canzoni
Anna
mi ha sempre colpito questo testo che è una vera e propria sceneggiatura. Tutte le volte che l'ascolto vedo scorrere le immagini
mi ha sempre colpito questo testo che è una vera e propria sceneggiatura. Tutte le volte che l'ascolto vedo scorrere le immagini
Re: [SANREMO 2011] I Testi delle Canzoni
è vero Delilah
infatti,come sempre per questa canzone,ho avuto subito presente tutta la storia,ma ho faticato a ricordare il titolo meno male che san tubo mi ha capito
infatti,come sempre per questa canzone,ho avuto subito presente tutta la storia,ma ho faticato a ricordare il titolo meno male che san tubo mi ha capito
Ospite- Ospite
Re: [SANREMO 2011] I Testi delle Canzoni
Giuseppe Antonelli, docente di Linguistica italiana e autore del libro “Ma cosa vuoi che sia una canzone. Mezzo secolo di italiano cantato” (Il Mulino), dà i voti ai testi di tutte le canzoni del Festival di Sanremo.
Giusy Ferreri, "Il mare immenso" (testo di Bungaro e Giusy Ferreri)
Molte metafore, poco congruenti tra loro. Si parte da una montagna di cartelli stradali («A volte io vorrei arrivare in cima ai tuoi segnali / per intuire tutti i sensi unici») e si finisce dentro a «quel mare immenso» che a Sanremo era già stato cantato da Marcella Bella («un mare immenso e laggiù una vela») in una canzone dal titolo leopardiano: “Dopo la tempesta”. Prima di naufragare in questo mare, il testo passa per una citazione cinematografica («quel mare dentro») e per una televisiva («non scorre il sangue dentro al fiume» che ricorda lo «scorre il sangue nelle vene» della sigla di Sandokan: ma Yanez non lo doveva cantare Van De Sfroos?). Anche se a un certo punto l’atmosfera diventa quella di un western («il nostro cuore fuorilegge / spara colpi di dolore» suona a metà tra Little Tony e Clint Eastwood). Tutto si spiega quando giunge la frase rivelatrice: «È troppo che non si fa più l’amore».
Voto: 4 e ½ (il ½ per l’astinenza)
Luca Madonia con Franco Battiato, L’alieno (testo di Luca Madonia)
Più che un alieno, un Frankenstein. Il testo di Madonia, usando una tecnica cara a Battiato, costruisce un puzzle di citazioni e richiami più o meno espliciti. «Colgo l’occasione di un’estate al mare» si rifà apertamente al brano scritto dallo stesso Battiato per Giuni Russo, e in area battiatesca rimane anche il primo verso («Vago per la strada / in cerca di occasioni nuove»), che ricorda quel «Vagavo per i campi del Tennessee» con cui si apre una strofa di “La cura”. Non ci si allontana di molto per «passo tra gli odori e tra gli umori della gente», che richiama il testo di una canzone di Alice: «Cammino a disagio tra gli umori / e i rumori che si accavallano fuori». E se quella «gente / che mi sfiora indifferente» riporta alla “Sally” di Vasco Rossi, che «ormai guarda la gente, con aria indifferente», il «Tu, tu non mi basti più» echeggia – basta cambiare l’ultima parola con “mai” – un brano di Lucio Dalla. In tutto questo festival di citazioni, non ne poteva mancare una celeberrima di anonimo: «al cuor non si comanda».
Voto: 6 (di stima)
La Crus, “Io confesso” (testo di Mauro Ermanno Giovanardi)
Finalmente un testo che prova a mimare l’andamento sintattico del parlato. Fin dal primo verso, che presenta una struttura in cui il pronome anticipa la frase successiva: «Lo so di aver sbagliato», e allo stesso modo «Lo so di aver tradito» o anche «non posso farne a meno del tuo amore» (stesso procedimento, ma speculare, in «un’altra possibilità io la voglio»). Una sintassi mossa e, rispetto agli altri brani, originale. Molto meno originale la citazione di un consunto Oscar Wilde già sfruttato da uno spot («posso resistere a tutto, ma alle tentazioni no»). D’altra parte, anche qui – come nel testo di Giusy Ferreri – ci si perde tra i sensi: forse vietati, più che unici («ma perdermi tra i sensi, mi divora»). E anche qui si rischia il naufragio semantico: «non c’è nessun altro al mondo / così vicino a te / che è così uguale a me» (scusa, in che senso?).
Voto: 6 – (il meno per la citazione scontata)
Luca Barbarossa e Raquel Del Rosario, “Fino in fondo” (testo di Luca Barbarossa)
Dopo "amore", tra le parole più frequenti in tutta la storia del Festival ci sono "cuore", "mare", "cielo" e "sole". È bello ritrovarle tutte insieme in questo ritornello: «andare su su su nel cielo / giù giù giù nel mare / su su su nel sole / giù giù fino in fondo al cuore». E pensare che esattamente trent’anni fa fu proprio Barbarossa a rompere per primo, con la sua «Roma puttana», il tabù sanremese delle parolacce. Non troppo originale anche quel «fino a sentirmi vivo» («coi tuoi occhi mi sorridi e mi fai sentire vivo» Barbarossa l’aveva già cantato molti anni fa). Per non parlare della spericolata parafrasi vascorossiana: «voglio spegnere il rumore disarmare la mia mente / e lasciare fuori il mondo fino a quasi non sentirlo / e non cercare sempre un senso a tutto quello che facciamo», a metà tra «oggi non ho tempo / voglio stare spento» ("Vivere"), «e tutto il mondo fuori» ("Albachiara") e «anche se tutto questo un senso non ce l’ha» ("Un senso"). L’unico rumore che si sente è quello della Ferrari di Alonso.
Voto: 3
Al Bano, “Amanda è libera” (testo di Fabrizio Berlincioni e Albano Carrisi)
Nel solco della tradizione sanremese, il testo si ostina a darci in pasto sfilze di astratti in rima come “metà : libertà : eternità : infamità” o anche “povertà : oscenità : dignità : ingenuità”. Chi legge si fa la stessa domanda di «chi si ferma lì chiedendosi: perché?». Servono a far tornare i conti della metrica anche la collocazione del verbo in fondo alla frase («una macchina che più strade non ha») e la ridondante insistenza sul pronome soggetto («Amanda è libera piena di fantasia / sembra più piccola degli anni che “lei” ha»). E sono vecchie anche immagini come «dentro una lacrima» («siamo nella stessa lacrima», cantava Elisa su testo di Zucchero in “Luce”) o «libera come una rondine», che ricorda – tra l’altro – il Modugno di “Libero" («libero / voglio vivere / come rondine / che non vuol tornar al nido»). Più che attuale, invece, addirittura profetica – guardando alla cronaca di questi giorni – l’ornata perifrasi «notti di Venere, piene di oscenità / giorni di cenere senza più dignità».
Voto: 4+ (il + per la capacità profetica)
Modà con la partecipazione di Emma, “Arriverà” (testo di Francesco Kekko Silvestre dei Modà)
Qualche anno fa lo scrittore Tiziano Scarpa pensò di giocare sulla prevedibilità del lessico sanremese, assegnando ai testi in lizza un punteggio basato sulla ricorrenza di alcune parole. Cinque punti a “cuore” e “amore”; tre alle voci del verbo “amare”, a “tu” e a “sempre”; un punto a un altro centinaio di vocaboli tipici del canzonettese (come“cuore”, “mare”, “cielo” e “sole”, ma anche “luna”, “stelle”, “vento”, “pelle”, “pioggia”, “poesia”, “piangere”, “sorriso”, “bacio”). Ecco: in questo brano le parole citate ci sono tutte. Forse per questo le quote Snai lo danno tra i favoriti. Altrettanto prevedibili le rime, tutte basate sui futuri di seconda e terza persona: “piangerai : te ne andrai :mi perdonerai” e poi “si sveglierà : sarà : scalderà : arriverà :sorprenderà”. Modà: un nome un destino, verrebbe da dire: non è che l’altra si pronuncia Emmà?
Voto: 2
Nathalie, “Vivo sospesa” (testo di Nathalie Giannitrapani)
Dev’essere una sindrome, quest’anno: anche lei si è persa («Io mi ero persa / per strade sconosciute già cambiate prima di arrivare»). Anche lei fa rimare “possibilità” e “trasformerà”, “rivedrò” e “trasformerò”, “colore” e “dolore”, “vento” e “tempo” (che poi non è proprio una rima, ma insomma). Con l’idea di trasformare «le parole in sospiri di amanti», crea un testo evanescente, che ripete in loop gli stessi versi fatti di sogni puri e ferite profonde. Le sue «speranze e possibilità» ricordano quelle dei “Quattro amici” di Gino Paoli: forse anche lei aveva bisogno di tirar fuori i suoi perché e proporre i suoi sarà (sarà, più che altro, una scusa per cantare bene un po’ di sillabe in sequenza).
Voto: 3
da: http://www.rockol.it/
Giusy Ferreri, "Il mare immenso" (testo di Bungaro e Giusy Ferreri)
Molte metafore, poco congruenti tra loro. Si parte da una montagna di cartelli stradali («A volte io vorrei arrivare in cima ai tuoi segnali / per intuire tutti i sensi unici») e si finisce dentro a «quel mare immenso» che a Sanremo era già stato cantato da Marcella Bella («un mare immenso e laggiù una vela») in una canzone dal titolo leopardiano: “Dopo la tempesta”. Prima di naufragare in questo mare, il testo passa per una citazione cinematografica («quel mare dentro») e per una televisiva («non scorre il sangue dentro al fiume» che ricorda lo «scorre il sangue nelle vene» della sigla di Sandokan: ma Yanez non lo doveva cantare Van De Sfroos?). Anche se a un certo punto l’atmosfera diventa quella di un western («il nostro cuore fuorilegge / spara colpi di dolore» suona a metà tra Little Tony e Clint Eastwood). Tutto si spiega quando giunge la frase rivelatrice: «È troppo che non si fa più l’amore».
Voto: 4 e ½ (il ½ per l’astinenza)
Luca Madonia con Franco Battiato, L’alieno (testo di Luca Madonia)
Più che un alieno, un Frankenstein. Il testo di Madonia, usando una tecnica cara a Battiato, costruisce un puzzle di citazioni e richiami più o meno espliciti. «Colgo l’occasione di un’estate al mare» si rifà apertamente al brano scritto dallo stesso Battiato per Giuni Russo, e in area battiatesca rimane anche il primo verso («Vago per la strada / in cerca di occasioni nuove»), che ricorda quel «Vagavo per i campi del Tennessee» con cui si apre una strofa di “La cura”. Non ci si allontana di molto per «passo tra gli odori e tra gli umori della gente», che richiama il testo di una canzone di Alice: «Cammino a disagio tra gli umori / e i rumori che si accavallano fuori». E se quella «gente / che mi sfiora indifferente» riporta alla “Sally” di Vasco Rossi, che «ormai guarda la gente, con aria indifferente», il «Tu, tu non mi basti più» echeggia – basta cambiare l’ultima parola con “mai” – un brano di Lucio Dalla. In tutto questo festival di citazioni, non ne poteva mancare una celeberrima di anonimo: «al cuor non si comanda».
Voto: 6 (di stima)
La Crus, “Io confesso” (testo di Mauro Ermanno Giovanardi)
Finalmente un testo che prova a mimare l’andamento sintattico del parlato. Fin dal primo verso, che presenta una struttura in cui il pronome anticipa la frase successiva: «Lo so di aver sbagliato», e allo stesso modo «Lo so di aver tradito» o anche «non posso farne a meno del tuo amore» (stesso procedimento, ma speculare, in «un’altra possibilità io la voglio»). Una sintassi mossa e, rispetto agli altri brani, originale. Molto meno originale la citazione di un consunto Oscar Wilde già sfruttato da uno spot («posso resistere a tutto, ma alle tentazioni no»). D’altra parte, anche qui – come nel testo di Giusy Ferreri – ci si perde tra i sensi: forse vietati, più che unici («ma perdermi tra i sensi, mi divora»). E anche qui si rischia il naufragio semantico: «non c’è nessun altro al mondo / così vicino a te / che è così uguale a me» (scusa, in che senso?).
Voto: 6 – (il meno per la citazione scontata)
Luca Barbarossa e Raquel Del Rosario, “Fino in fondo” (testo di Luca Barbarossa)
Dopo "amore", tra le parole più frequenti in tutta la storia del Festival ci sono "cuore", "mare", "cielo" e "sole". È bello ritrovarle tutte insieme in questo ritornello: «andare su su su nel cielo / giù giù giù nel mare / su su su nel sole / giù giù fino in fondo al cuore». E pensare che esattamente trent’anni fa fu proprio Barbarossa a rompere per primo, con la sua «Roma puttana», il tabù sanremese delle parolacce. Non troppo originale anche quel «fino a sentirmi vivo» («coi tuoi occhi mi sorridi e mi fai sentire vivo» Barbarossa l’aveva già cantato molti anni fa). Per non parlare della spericolata parafrasi vascorossiana: «voglio spegnere il rumore disarmare la mia mente / e lasciare fuori il mondo fino a quasi non sentirlo / e non cercare sempre un senso a tutto quello che facciamo», a metà tra «oggi non ho tempo / voglio stare spento» ("Vivere"), «e tutto il mondo fuori» ("Albachiara") e «anche se tutto questo un senso non ce l’ha» ("Un senso"). L’unico rumore che si sente è quello della Ferrari di Alonso.
Voto: 3
Al Bano, “Amanda è libera” (testo di Fabrizio Berlincioni e Albano Carrisi)
Nel solco della tradizione sanremese, il testo si ostina a darci in pasto sfilze di astratti in rima come “metà : libertà : eternità : infamità” o anche “povertà : oscenità : dignità : ingenuità”. Chi legge si fa la stessa domanda di «chi si ferma lì chiedendosi: perché?». Servono a far tornare i conti della metrica anche la collocazione del verbo in fondo alla frase («una macchina che più strade non ha») e la ridondante insistenza sul pronome soggetto («Amanda è libera piena di fantasia / sembra più piccola degli anni che “lei” ha»). E sono vecchie anche immagini come «dentro una lacrima» («siamo nella stessa lacrima», cantava Elisa su testo di Zucchero in “Luce”) o «libera come una rondine», che ricorda – tra l’altro – il Modugno di “Libero" («libero / voglio vivere / come rondine / che non vuol tornar al nido»). Più che attuale, invece, addirittura profetica – guardando alla cronaca di questi giorni – l’ornata perifrasi «notti di Venere, piene di oscenità / giorni di cenere senza più dignità».
Voto: 4+ (il + per la capacità profetica)
Modà con la partecipazione di Emma, “Arriverà” (testo di Francesco Kekko Silvestre dei Modà)
Qualche anno fa lo scrittore Tiziano Scarpa pensò di giocare sulla prevedibilità del lessico sanremese, assegnando ai testi in lizza un punteggio basato sulla ricorrenza di alcune parole. Cinque punti a “cuore” e “amore”; tre alle voci del verbo “amare”, a “tu” e a “sempre”; un punto a un altro centinaio di vocaboli tipici del canzonettese (come“cuore”, “mare”, “cielo” e “sole”, ma anche “luna”, “stelle”, “vento”, “pelle”, “pioggia”, “poesia”, “piangere”, “sorriso”, “bacio”). Ecco: in questo brano le parole citate ci sono tutte. Forse per questo le quote Snai lo danno tra i favoriti. Altrettanto prevedibili le rime, tutte basate sui futuri di seconda e terza persona: “piangerai : te ne andrai :mi perdonerai” e poi “si sveglierà : sarà : scalderà : arriverà :sorprenderà”. Modà: un nome un destino, verrebbe da dire: non è che l’altra si pronuncia Emmà?
Voto: 2
Nathalie, “Vivo sospesa” (testo di Nathalie Giannitrapani)
Dev’essere una sindrome, quest’anno: anche lei si è persa («Io mi ero persa / per strade sconosciute già cambiate prima di arrivare»). Anche lei fa rimare “possibilità” e “trasformerà”, “rivedrò” e “trasformerò”, “colore” e “dolore”, “vento” e “tempo” (che poi non è proprio una rima, ma insomma). Con l’idea di trasformare «le parole in sospiri di amanti», crea un testo evanescente, che ripete in loop gli stessi versi fatti di sogni puri e ferite profonde. Le sue «speranze e possibilità» ricordano quelle dei “Quattro amici” di Gino Paoli: forse anche lei aveva bisogno di tirar fuori i suoi perché e proporre i suoi sarà (sarà, più che altro, una scusa per cantare bene un po’ di sillabe in sequenza).
Voto: 3
Re: [SANREMO 2011] I Testi delle Canzoni
...continuazione
Anna Oxa, “La mia anima d’uomo” (testo di Lorenzo Imerico e Anna Oxa)
In un’annata senza parolacce, il massimo della trasgressione è rappresentato dall’evocazione di un gesto oggi di gran voga («un saluto sincero agli amici perplessi / ed un gesto col dito a chi gufa») e in questo piattume linguistico spiccano persino il vecchio gergalismo “gufare” e modi di dire alla Alberto Sordi come “una botta di vita” («questo posto è una favola vuota / … / dove tutto è una botta di vita»). In questo festival del conformismo, d’altra parte, i testi rispettano anche la punteggiatura; che nelle canzoni c’è ma non si vede, e allora per farla sentire viene ogni tanto messa a testo («curva come una virgola di una frase a metà», Al Bano). Qui «si riparte da un punto senza scuse o retaggi / da una pagina aperta»: più o meno da dove si fermava Jovanotti («vorrei che questa pagina tornasse bianca / per scriverci ti amo / punto»); in netta contraddizione con “L’alieno” di Luca Madonia, convinto «che ogni storia si chiuda con un punto». Anche la Oxa ha il suo viaggio e il suo percorso («siamo noi questo viaggio»), ma la sua esortazione «coraggio … si va … si fa» ricorda un po’ troppo quella dell’Albertone nazionale: «e va e va / va avanti tu / che adesso c’ho da fa’...».
Voto: 5 (per non gufare)
Max Pezzali, Il mio secondo tempo (testo di Max Pezzali)
Un bell’attacco in medias res («Finché un bel giorno mi sono accorto che / bisognava decidere»); anche se quel “che” sospeso a fine verso è un vecchio trucco per far cadere l’accento sull’ultima sillaba. Il secondo tempo è quello che comincia a metà del cammin di nostra vita e la metafora dello spettacolo («un po’ mi sento come all’inizio dello show») si mescola con quella solita del viaggio («ho superato / la metà del mio viaggio»). Solo che Max di viaggi se ne intende (“Viaggio al centro del mondo”) e soprattutto ha sempre con sé la sua bussola (“Nord sud ovest est”): per questo riesce a non perdere il contatto con la lingua di tutti i giorni. Usa un lessico quotidiano («qui c’è un casino, un casino di cose da fare») e gioca sulla ripetizione che simula l’incertezza di chi parla («perché io, io spero tanto che sia splendido»; «buttare tutto, buttare quello che fa male»). Certo, quell’insistenza sul quanto («quanti armadi da svuotare / quante cose da buttare») riporta un po’ a un Baglioni d’annata: «quanta polvere / quante città / quanta vita ho lasciato qua e là / quanta strada da fare».
Voto: 7 (bene, bravo)
Patty Pravo, “Il vento e le rose” (testo di Diego Calvetti e Marco Ciappelli)
Io, il vento e le rose. Ma c’è anche un “tu”, ovviamente; immortalato in una posizione abbastanza inequivocabile: «ma no, tu non ti muovere / che stai benissimo su di me». Qualcuno nel primo verso bussa alla porta («Senti chi bussa alla porta») e lo fa di nuovo nell’ultimo («Senti chi bussa alla porta»). In mezzo, «venti minuti d’amore». Possibile che qualcuno abbia aspettato venti minuti? Il testo, insomma, risulta un po’ confuso; come la protagonista, che «confonde il vento con le rose» e «confonde il sesso con l’amore» (non come Julio Iglesias, che essendo un pirata e non un signore non faceva la stessa confusione). Dunque il vento sta al sesso come le rose all’amore? Dunque, come diceva Gigi D’Alessio «non è amore è sesso senza cuore»? Tra un tiggì ed un caffè («sentire alla televisione di questa economia / mi vuoi o vuoi un altro caffè»), la Pravo sembra ripetere stancamente cose che a Sanremo ha già detto qualche anno fa («bevi qualcosa, cosa volevi / vuoi far l’amore con me»).
Voto: 4
Tricarico, “Tre colori” (testo di Fausto Mesolella)
Anche fuori della serata speciale dedicata all’anniversario dell’Unità, la bandiera del 150° sarà tenuta alta da Tricarico, risorgimentale nelle scelte linguistiche, oltre che in quelle cromatiche. Una canzone di quattro colori, in realtà, visto che si parte dai fanti «colorati con le giacche blu» e solo dopo, passando in rassegna «quelli» (ma quelli chi?) con la bandiera verde (i leghisti?), con la bandiera rossa (i comunisti? ancora?) e con la bandiera bianca (i democristiani? i qualunquisti? gli ignavi?), si prepara il gran finale: «verde la speranza, rosso il sangue di frontiera, neve biancaneve i cuori abbraccerà». Tra le rime, spiccano i troncamenti ottocenteschi: «cercate di non farvi fucilar», «questa storia è stata scritta / e già studiata / pensavate di doverla ripassar?» No, appunto; almeno non in questi termini.
Voto: 5 (per l’afflato patriottico)
Anna Tatangelo, “Bastardo” (testo di Valentina D'Agostino e Anna Tatangelo)
Che Venere possa ridurre l’uomo in cenere (con o senza Bacco e tabacco) è cosa assai nota, ma qui la Tatangelo prende la cosa alla lettera, riattizzando la metafora del fuoco d’amore: «voglio bruciarti con il fuoco che ho dentro / per poi vederti cenere». Già cinquant’anni fa Giorgio Gaber aveva ironizzato sull’abuso di questa metafora, portando al Festival “Benzina e cerini”: «la mia ragazza / … / ha inventato un nuovo gioco / mi cosparge di benzina e mi dà fuoco / e io brucio brucio d’amor». Ma il tono della Tatangelo è molto serio, a tratti anche un po’ patetico, se si pensa a versi come «farti affogare nei singhiozzi del pianto» (gli unici singhiozzi d’amore a Sanremo erano stati finora proprio quelli di D’Alessio: «ti penso in piena notte e parlo singhiozzando»). Il bastardo del titolo ricorda un po’ lo Julio Iglesias di “Sono un pirata sono un signore” («a volte sono un bastardo e a volte un buono»), anche se qui – in una riuscita simulazione di dialogo – parla a vanvera un po’ come l’Alberto Lupo di “Parole, parole”: «C’è una ragione di più / l’hai detto… ma che bravo», «l’hai detto tu quando è finita è finita».
Voto 7
Davide Van De Sfroos, “Yanez” (testo di Davide “Van De Sfroos” Bernasconi)
Dai “Tre colori” di Tricarico ai quattro evocati da Van De Sfroos: «stuzzichini, moscardini e una bibita de quatru culuur». Una canzone in dialetto lombardo (il laghée o tremezzino, per la precisione, parlato sulle sponde del lago di Como) che – paradossalmente – rinverdisce il filone non solo sanremese dei ritratti nazionali. Quello, per intenderci, a cui appartengono “La terra dei cachi” di Elio e le Storie Tese, ma anche “Viva l’Italia” di Francesco De Gregori (che infatti Van De Sfroos canterà giovedì). Altrettanto paradossalmente, questo testo – il primo in un dialetto diverso dal napoletano a essere ammesso al Festival – è l’unico che in questa edizione fa posto alle parole di oggi. Una serie di marchi commerciali come Red Bull, Suzuki, Billabong, iPhone; e poi neologismi recenti come “infradito” o recentissimi come “mohito” e “vuvuzela”; espressioni inglesi ormai entrate nell’uso come “happy hour” («pulenta e cuba libre per i granchi in prucession / cumincia l’eppi auar»). Lambrusco e pop corn, avrebbe detto Ligabue: ovvero un atteggiamento che oggi si ama definire glocal. Altro che l’esotismo misterioso di Salgari: qui la Perla di Labuan «s’è rifada i tètt, l’ha mea puduü rifàss el coer» (va da sé che i tètt non sono i tetti).
Voto: 8
Roberto Vecchioni, “Chiamami ancora amore” (testo di Roberto Vecchioni)
L’attacco con “E” fa molto cantautore: da Battistimogol («E se davvero tu vuoi vivere una vita luminosa e più fragrante») a Francesco De Gregori («E qualcosa rimane fra le pagine chiare e le pagine scure»), fino a Franco Battiato («E i volontari laici / scendevano in pigiama per le scale»). Anche se ultimamente lo hanno usato anche gli Zero Assoluto («E come sempre / ritorni te»). Fa molto cantautore anche il “cantare per”: «per il poeta che non può cantare / per l’operaio che non ha più il suo lavoro / per chi a vent’anni se ne sta a morire». In mezzo a canzoni che non parlano di niente, colpisce l’idea che un testo possa ancora avere un messaggio, legato in questo caso alla difesa della cultura e del pensiero: «perché le idee sono come le stelle / che non le spengono i temporali». E che – vivaddio! – nelle canzoni si possa usare una lingua non troppo diversa da quella che si parla tutti i giorni. In cui appunto si usa gli per “a loro” («perché le idee sono farfalle che non puoi togliergli le ali») e si legano le frasi con un che tuttofare: «E per la barca che è volata in cielo / che i bimbi stavano ancora a giocare / che gli avrei regalato il mare intero»). Vecchioni, insomma, non si arrende e non si adegua: tu chiamalo ancora cantautore.
Voto: 7 e ½
Anna Oxa, “La mia anima d’uomo” (testo di Lorenzo Imerico e Anna Oxa)
In un’annata senza parolacce, il massimo della trasgressione è rappresentato dall’evocazione di un gesto oggi di gran voga («un saluto sincero agli amici perplessi / ed un gesto col dito a chi gufa») e in questo piattume linguistico spiccano persino il vecchio gergalismo “gufare” e modi di dire alla Alberto Sordi come “una botta di vita” («questo posto è una favola vuota / … / dove tutto è una botta di vita»). In questo festival del conformismo, d’altra parte, i testi rispettano anche la punteggiatura; che nelle canzoni c’è ma non si vede, e allora per farla sentire viene ogni tanto messa a testo («curva come una virgola di una frase a metà», Al Bano). Qui «si riparte da un punto senza scuse o retaggi / da una pagina aperta»: più o meno da dove si fermava Jovanotti («vorrei che questa pagina tornasse bianca / per scriverci ti amo / punto»); in netta contraddizione con “L’alieno” di Luca Madonia, convinto «che ogni storia si chiuda con un punto». Anche la Oxa ha il suo viaggio e il suo percorso («siamo noi questo viaggio»), ma la sua esortazione «coraggio … si va … si fa» ricorda un po’ troppo quella dell’Albertone nazionale: «e va e va / va avanti tu / che adesso c’ho da fa’...».
Voto: 5 (per non gufare)
Max Pezzali, Il mio secondo tempo (testo di Max Pezzali)
Un bell’attacco in medias res («Finché un bel giorno mi sono accorto che / bisognava decidere»); anche se quel “che” sospeso a fine verso è un vecchio trucco per far cadere l’accento sull’ultima sillaba. Il secondo tempo è quello che comincia a metà del cammin di nostra vita e la metafora dello spettacolo («un po’ mi sento come all’inizio dello show») si mescola con quella solita del viaggio («ho superato / la metà del mio viaggio»). Solo che Max di viaggi se ne intende (“Viaggio al centro del mondo”) e soprattutto ha sempre con sé la sua bussola (“Nord sud ovest est”): per questo riesce a non perdere il contatto con la lingua di tutti i giorni. Usa un lessico quotidiano («qui c’è un casino, un casino di cose da fare») e gioca sulla ripetizione che simula l’incertezza di chi parla («perché io, io spero tanto che sia splendido»; «buttare tutto, buttare quello che fa male»). Certo, quell’insistenza sul quanto («quanti armadi da svuotare / quante cose da buttare») riporta un po’ a un Baglioni d’annata: «quanta polvere / quante città / quanta vita ho lasciato qua e là / quanta strada da fare».
Voto: 7 (bene, bravo)
Patty Pravo, “Il vento e le rose” (testo di Diego Calvetti e Marco Ciappelli)
Io, il vento e le rose. Ma c’è anche un “tu”, ovviamente; immortalato in una posizione abbastanza inequivocabile: «ma no, tu non ti muovere / che stai benissimo su di me». Qualcuno nel primo verso bussa alla porta («Senti chi bussa alla porta») e lo fa di nuovo nell’ultimo («Senti chi bussa alla porta»). In mezzo, «venti minuti d’amore». Possibile che qualcuno abbia aspettato venti minuti? Il testo, insomma, risulta un po’ confuso; come la protagonista, che «confonde il vento con le rose» e «confonde il sesso con l’amore» (non come Julio Iglesias, che essendo un pirata e non un signore non faceva la stessa confusione). Dunque il vento sta al sesso come le rose all’amore? Dunque, come diceva Gigi D’Alessio «non è amore è sesso senza cuore»? Tra un tiggì ed un caffè («sentire alla televisione di questa economia / mi vuoi o vuoi un altro caffè»), la Pravo sembra ripetere stancamente cose che a Sanremo ha già detto qualche anno fa («bevi qualcosa, cosa volevi / vuoi far l’amore con me»).
Voto: 4
Tricarico, “Tre colori” (testo di Fausto Mesolella)
Anche fuori della serata speciale dedicata all’anniversario dell’Unità, la bandiera del 150° sarà tenuta alta da Tricarico, risorgimentale nelle scelte linguistiche, oltre che in quelle cromatiche. Una canzone di quattro colori, in realtà, visto che si parte dai fanti «colorati con le giacche blu» e solo dopo, passando in rassegna «quelli» (ma quelli chi?) con la bandiera verde (i leghisti?), con la bandiera rossa (i comunisti? ancora?) e con la bandiera bianca (i democristiani? i qualunquisti? gli ignavi?), si prepara il gran finale: «verde la speranza, rosso il sangue di frontiera, neve biancaneve i cuori abbraccerà». Tra le rime, spiccano i troncamenti ottocenteschi: «cercate di non farvi fucilar», «questa storia è stata scritta / e già studiata / pensavate di doverla ripassar?» No, appunto; almeno non in questi termini.
Voto: 5 (per l’afflato patriottico)
Anna Tatangelo, “Bastardo” (testo di Valentina D'Agostino e Anna Tatangelo)
Che Venere possa ridurre l’uomo in cenere (con o senza Bacco e tabacco) è cosa assai nota, ma qui la Tatangelo prende la cosa alla lettera, riattizzando la metafora del fuoco d’amore: «voglio bruciarti con il fuoco che ho dentro / per poi vederti cenere». Già cinquant’anni fa Giorgio Gaber aveva ironizzato sull’abuso di questa metafora, portando al Festival “Benzina e cerini”: «la mia ragazza / … / ha inventato un nuovo gioco / mi cosparge di benzina e mi dà fuoco / e io brucio brucio d’amor». Ma il tono della Tatangelo è molto serio, a tratti anche un po’ patetico, se si pensa a versi come «farti affogare nei singhiozzi del pianto» (gli unici singhiozzi d’amore a Sanremo erano stati finora proprio quelli di D’Alessio: «ti penso in piena notte e parlo singhiozzando»). Il bastardo del titolo ricorda un po’ lo Julio Iglesias di “Sono un pirata sono un signore” («a volte sono un bastardo e a volte un buono»), anche se qui – in una riuscita simulazione di dialogo – parla a vanvera un po’ come l’Alberto Lupo di “Parole, parole”: «C’è una ragione di più / l’hai detto… ma che bravo», «l’hai detto tu quando è finita è finita».
Voto 7
Davide Van De Sfroos, “Yanez” (testo di Davide “Van De Sfroos” Bernasconi)
Dai “Tre colori” di Tricarico ai quattro evocati da Van De Sfroos: «stuzzichini, moscardini e una bibita de quatru culuur». Una canzone in dialetto lombardo (il laghée o tremezzino, per la precisione, parlato sulle sponde del lago di Como) che – paradossalmente – rinverdisce il filone non solo sanremese dei ritratti nazionali. Quello, per intenderci, a cui appartengono “La terra dei cachi” di Elio e le Storie Tese, ma anche “Viva l’Italia” di Francesco De Gregori (che infatti Van De Sfroos canterà giovedì). Altrettanto paradossalmente, questo testo – il primo in un dialetto diverso dal napoletano a essere ammesso al Festival – è l’unico che in questa edizione fa posto alle parole di oggi. Una serie di marchi commerciali come Red Bull, Suzuki, Billabong, iPhone; e poi neologismi recenti come “infradito” o recentissimi come “mohito” e “vuvuzela”; espressioni inglesi ormai entrate nell’uso come “happy hour” («pulenta e cuba libre per i granchi in prucession / cumincia l’eppi auar»). Lambrusco e pop corn, avrebbe detto Ligabue: ovvero un atteggiamento che oggi si ama definire glocal. Altro che l’esotismo misterioso di Salgari: qui la Perla di Labuan «s’è rifada i tètt, l’ha mea puduü rifàss el coer» (va da sé che i tètt non sono i tetti).
Voto: 8
Roberto Vecchioni, “Chiamami ancora amore” (testo di Roberto Vecchioni)
L’attacco con “E” fa molto cantautore: da Battistimogol («E se davvero tu vuoi vivere una vita luminosa e più fragrante») a Francesco De Gregori («E qualcosa rimane fra le pagine chiare e le pagine scure»), fino a Franco Battiato («E i volontari laici / scendevano in pigiama per le scale»). Anche se ultimamente lo hanno usato anche gli Zero Assoluto («E come sempre / ritorni te»). Fa molto cantautore anche il “cantare per”: «per il poeta che non può cantare / per l’operaio che non ha più il suo lavoro / per chi a vent’anni se ne sta a morire». In mezzo a canzoni che non parlano di niente, colpisce l’idea che un testo possa ancora avere un messaggio, legato in questo caso alla difesa della cultura e del pensiero: «perché le idee sono come le stelle / che non le spengono i temporali». E che – vivaddio! – nelle canzoni si possa usare una lingua non troppo diversa da quella che si parla tutti i giorni. In cui appunto si usa gli per “a loro” («perché le idee sono farfalle che non puoi togliergli le ali») e si legano le frasi con un che tuttofare: «E per la barca che è volata in cielo / che i bimbi stavano ancora a giocare / che gli avrei regalato il mare intero»). Vecchioni, insomma, non si arrende e non si adegua: tu chiamalo ancora cantautore.
Voto: 7 e ½
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