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Messaggio Da Ospite Lun 17 Mag 2010, 10:21

Fonte: http://www.corriere.it/spettacoli/10_maggio_17/dio-morto-ronnie-james_c4d92138-6189-11df-a380-00144f02aabe.shtml


Morto Ronnie James Dio,
la «voce del metal»



Ex cantante dei Black Sabbath, rimpiazzò Ozzy Osbourne nel 1980. Se n'è andato a 67 anni per un tumore

Ci hanno lasciato ... Dio_b1--140x180

Ronnie James Dio, l'icona dell'hard rock mondiale, non c'è più. Il 67enne americano è deceduto domenica in un ospedale di Houston, in Texas, per un tumore allo stomaco. Dopo i successi con le sue band Elf e Rainbow (con i quali incise la mitica ballata Catch the Raimbow), è diventato famoso alla fine degli anni '70 soprattutto per aver sostituito Ozzy Osbourne nei Black Sabbath. «Il mio cuore si è spezzato, Ronnie si è spento. Tanti, tanti amici e familiari hanno potuto fare i propri saluti, in forma privata, prima che lui se ne andasse in pace», le parole della compagna sul sito del rocker.
ORIGINI ITALIANE - Ronald James Padavona – vero nome di Ronnie James Dio – era nato nel 1949 a Portsmouth, New Hampshire da genitori italiani, secondo l'Enciclopedia del Rock & Roll di Rolling Stone. C'è però sempre stato dissenso tra i fan e gli addetti ai lavori sulla reale data di nascita dell'artista; per numerosi media Dio sarebbe tuttavia nato nell'estate del 1942. In ogni caso cambiò il suo nome in Dio, ispirandosi non alla religione ma al capo mafioso statunitense Johnny Dio.
PARADISO E INFERNO - La sua lunga carriera artistica durò oltre mezzo secolo: dal 1980 al 1983 militò nei Black Sabbath come vocalist, dopo l'addio di Osbourne nel '79. Diede alla luce il leggendario album «Heaven And Hell», considerato dai critici come uno dei migliori LP heavy metal di tutti i tempi. Successivamente formò la band con il suo nome, i Dio, assieme al batterista Vinny Appice. Il gruppo ebbe un notevole successo e pubblicò una decina di album. La sua ultima band furono gli Heaven & Hell, incarnazione dei Black Sabbath, con Tony Iommi, Vinny Appice e Geezer Butler. Nel 2009 hanno pubblicato l'ultimo album, «The Devil You Know». «Ronnie James Dio ha posseduto una delle più grandi voci del heavy metal di tutti i tempi - e aveva un grande cuore», ha commentato Jay Jay French, chitarrista dei Twisted Sister la band con la quale i Dio andarono in tour fin dal 1983. Le tappe europee, previste per quest'estate, erano stato annullate a inizio maggio dopo la diagnosi del cancro allo stomaco scoperta lo scorso anno. L'ultima sua volta in Italia è stata a giugno del 2009 con gli Heaven & Hell in occasione dell'annuale Gods of Metal. «Sappiate che lui vi ha amato tutti, e che la sua musica vivrà per sempre», ha spiegato la moglie Wendy con il figlio adottivo Dan e i due nipoti.



Elmar Burchia

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Messaggio Da Ospite Ven 28 Mag 2010, 21:18

MILANO - Addio a Gary Coleman, protagonista della celebre serie "Il mio
amico Arnold". Il 42enne è morto dopo essere stato ricoverato in gravi
condizioni in un ospedale dello Utah per un brutto infortunio: l'attore
statunitense sarebbe caduto battendo violentemente la testa.

INCIDENTE
- Il cognato dell'attore aveva definito «critiche» le condizioni della
star. L'ex bambino prodigio è stato trasportato d'urgenza a Provo,
nello Utah, dove è stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva in
seguito ad un intervento d'urgenza. L'incidente si sarebbe verificato
mercoledì notte nell'abitazione dell'attore a Santaquin, nei pressi di
Salt Lake City. I dettagli della vicenda sono ancora poco chiari. Per
Coleman si trattava del terzo ricovero nel giro di pochi mesi: si era
sentito male a gennaio, mentre un mese più tardi aveva avuto un malore
sul set del programma tv The Insider. Problemi di salute dati anche dal
ciclo di dialisi cui si doveva sottoporre sin dalla giovane età, in
seguito al doppio trapianto di reni cui è stato sottoposto durante gli
anni '80.

PROBLEMI CON LA GIUSTIZIA - L'attore, che soffriva di
nefrite - malattia che gli ha impedito di crescere in altezza -, è
stato però spesso al centro delle cronache anche per i suoi problemi
economici e con la giustizia. A inizio anno era stato arrestato dalla
polizia dello Utah per un presunto reato di violenze domestiche; due
anni fa era finito in prigione per aver investito un uomo in un
parcheggio. Nel 1998 è stato condannato a 90 giorni di carcere, con la
condizionale, per aver picchiato una donna che aveva chiesto il suo
autografo. E nel 1990 aveva denunciato i genitori adottivi sostenendo
che avevano sottratto molti soldi al suo conto bancario. Nonostante
l'attore guadagnasse fino a 100.000 dollari a episodio negli anni in
cui interpretava Arnold Drummond nella serie "Different Strokes" -
andata in onda negli Usa dal 1978 al 1986 - Coleman nel 1999 ha
presentato istanza di fallimento. È sposato dal 2007 con Shannon Price,
conosciuta sul set di un suo film.

MALEDIZIONE - Sembra proprio
che una sorta di maledizione perseguiti le star del famoso telefilm
«Arnold»: l'ultima tragedia risale al 6 maggio scorso. Il 25enne Tyler
Lambert, figlio dell'attrice Dana Plato (nella serie Kimberly Drummond,
sorellastra di Arnold) si è ucciso con un colpo di pistola alla tempia.
E l'episodio è avvenuto a undici anni quasi esatti dal giorno in cui
morì la madre, stroncata da un'overdose di farmaci l'8 maggio 1999.


http://www.corriere.it/cronache/10_maggio_28/attore-coleman-ospedale-grave_37d3f3d4-6a3b-11df-bd58-00144f02aabe.shtml

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Messaggio Da Ospite Ven 28 Mag 2010, 21:25

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Messaggio Da Ospite Ven 28 Mag 2010, 21:26

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Messaggio Da Ospite Sab 29 Mag 2010, 19:31

http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/05/29/news/e_morto_dennis_hopper-4431486/



LUTTO NEL CINEMA
Muore a 74 anni Dennis Hopper
Addio al mito di "Easy Rider"



Ci hanno lasciato ... 192445389-33840e5d-3561-4efa-8e46-91198bf7a99b


LOS ANGELES - L'attore Dennis Hopper, noto al pubblico soprattutto come regista e interprete del film cult "Easy Rider,", è morto sabato nella sua casa di Venice, in California, per complicazioni in seguito al tumore alla prostata. Ne ha dato notizia all'agenzia Reuters un amico dell'attore, che aveva 74 anni. "E' morto circondato dai suoi cari", ha detto l'amico, Alex Hitz.


(29 maggio 2010)

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Messaggio Da Ospite Sab 29 Mag 2010, 19:32

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Messaggio Da Puccafra Sab 29 Mag 2010, 20:05

Dennis Hopper ....... grande attore! Ci hanno lasciato ... 405516 Ci hanno lasciato ... 405516
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Messaggio Da Ospite Sab 29 Mag 2010, 21:57

http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/05/29/news/e_morto_dennis_hopper-4431486/


LUTTO NEL CINEMA
E' morto Dennis Hopper
Addio al mito "Easy Rider"



L'attore aveva 74 anni, era malato da tempo. Si è spento nella sua casa in California. Oltre cinquant'anni di carriera, cinque mogli, quattro figli, due nomination all'Oscar. Una vita esagerata, per un personaggio-simbolo della controcultura americana


Ci hanno lasciato ... 192445389-33840e5d-3561-4efa-8e46-91198bf7a99b Un'immagine recente di Dennis Hopper

LOS ANGELES - L'attore Dennis Hopper, celebre per aver diretto e interpretato il film cult Easy Rider, è morto nella sua casa di Venice, in California. Aveva 74 anni, da tempo era malato di tumore alla prostata. Durissimi i suoi ultimi giorni. Era arrivato a pesare 45 chili, non era in grado di sottoporsi a chemioterapia. Ma nonostante la malattia, poco tempo fa non aveva rinunciato a un omaggio che Hollywood gli ha dedicato: la stella con il suo nome sulla Walk of Fame. Nato a Dodge City, nel Kansas, il 17 maggio del 1936, per lungo tempo fu schierato dalla parte dei repubblicani. Poi subì il fascino di Obama e diventò fervido sostenitore del presidente americano.

Una lunghissima carriera cinematografica, durata più di cinquant'anni - 200 film fra cinema e produzioni tv - dagli esordi accanto a James Dean in Gioventù bruciata e Il gigante. Ma il film al quale la sua immagine rimane più legata è senza dubbio Easy Rider, considerato uno dei film più importanti della storia del cinema americano, con Peter Fonda e un allora sconosciuto Jack Nicholson. Un'inno al mito dell'on the road divenuto manifesto dell'epoca, firmato - Hopper ne fu interprete e anche regista - da un personaggio che divenne simbolo dell'anticonformismo e della cultura "contro" dell'America degli anni Settanta. L'icona ribelle di Hollywood. Tra le sue altre interpretazioni più famose, quelle in Apocalypse Now, Blue Velvet e Speed. Tra gli altri titoli da regista Out of the Blue, Colors e The Hot Spot. Ha ricevuto due nomination all'Oscar, per la sceneggiatura di Easy Rider e per l'interpretazione di un allenatore di basket alcolizzato nel drammatico



Colpo vincente.

Easy Rider è considerato uno dei più grandi film della storia del cinema americano: i suoi protagonisti in Harley Davidson, Wyatt (Fonda) e Billy (Hopper), resero popolare il mito della vita on the road, il fumo e l'amore libero. Hopper dischiuse una nuova era del cinema, e la vecchia guardia di Hollywood non potè che cedere il passo. Da quel momento, il grande schermo fu terra di conquista per una nuova generazione di cineasti che si chiamavano, ad esempio, Francis Ford Coppola e Martin Scorsese. Girato con un budget bassissimo, Easy Rider introdusse l'America profonda al mondo degli hippie e all'"Età dell'Acquario" - uscì nello stesso anno di Woodstock. Fece innamorare l'immaginazione di un paese in crisi di identità, in pieno travaglio per la guerra in Vietnam.

Dennis Hopper era fuori dalle righe. Anche troppo, per alcuni. La sua è stata una vita di eccessi. E di provocazioni. Una volta, durante un'intervista, raccontò di aver sniffato strisce di cocaina "lunghe quanto un braccio, ogni cinque minuti, giusto il tempo di riprendere fiato con qualche litro di alcool". Capace di instaurare rapporti di amicizia con le persone più diverse, aveva frequentato il gotha dell'arte, dello spettacolo, della politica. Suoi amici erano stati James Dean e Andy Warhol, Roy Lichtenstein e Martin Luther King, Marlon Brando e John Wayne, Miles Davis e decine di altri nomi leggendari. Da tempo viveva a Venice, in California. Ed era stato inserito nella lista dei 100 più importanti collezionisti d'arte moderna del mondo. Di recente, la Cinematheque Francais di Parigi gli aveva dedicato una retrospettiva.

Cinque mogli, quattro figli, aveva divorziato da Victoria Duffy appena qualche mese fa. Uno dei matrimoni, con Michelle Phillips nel 1970, durò appena otto giorni: la donna raccontò a Vanity Fair di essere stata sottoposta a un trattamento "straziante". La droga, l'alcol, l'inclinazione all'autodistruzione. Ne era completamente uscito solo alla metà degli anni Ottanta. Il giornalista Alex Simon, intervistandolo alla fine del 2008 per Hollywood Interview, gli aveva chiesto come avesse fatto a sopravvivere, a Hollywood e a se stesso. "Credo sia una questione di dna- aveva risposto - ma anche di fortuna. Forse è stata anche la mia capacità di saper passare attraverso tutto ciò. Credo nei miracoli. E' un miracolo che io sia ancora qui. E penso che ci sarò ancora per un bel po'".

(29 maggio 2010)

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Messaggio Da Ospite Sab 29 Mag 2010, 22:21

:stupore triste

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Messaggio Da Zoe Sab 29 Mag 2010, 22:49

neutro triste
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Messaggio Da Ospite Dom 30 Mag 2010, 00:32

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Messaggio Da Ospite Dom 30 Mag 2010, 00:41

Bye Dennis Ci hanno lasciato ... Addio

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Messaggio Da Ospite Dom 30 Mag 2010, 02:42

che dispiacere Ci hanno lasciato ... 405516

easy rider............ Ci hanno lasciato ... 591958

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Messaggio Da Ospite Dom 30 Mag 2010, 03:45

DIN DON

informazione di servizio: il topic "ci hanno lasciati..." è stato spostato da "chiacchiere..." a "NOTIZIE: la vita quotidiana al tempo del... mengoni"

Ci hanno lasciato ... 550338

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Messaggio Da Ospite Dom 30 Mag 2010, 08:43

ubik ha scritto:DIN DON

informazione di servizio: il topic "ci hanno lasciati..." è stato spostato da "chiacchiere..." a "NOTIZIE: la vita quotidiana al tempo del... mengoni"

Ci hanno lasciato ... 550338

Scusa Ubik ... faccio sempre confusione quando apro i 3D .-. grazie ...

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Messaggio Da nerina Mar 01 Giu 2010, 09:48

fonte-http://www.unita.it/news/culture/99422/la_pi_bella_che_si_sia_mai_vista

Ci hanno lasciato ... Louise10

La più bella che si sia mai vista
di Concita De Gregorio
Regalava agli amici degli specchi, quasi sempre rotondi. «Nella vita ci sono molte realtà, come quelle che restituisce uno specchio. Bisogna accettare che la gente non vede quello che voi vedete. Ciascuno vede una cosa diversa, guarda nello specchio e vede se stesso come vuole che sia: fa paura ma bisogna accettarlo». Alla morte della madre cercò di uccidersi gettandosi in un fiume: «Era intelligente paziente opportuna utile e ragionevole. Era indispensabile, come un ragno». Per molti anni ha scolpito ragni enormi. I ragni riparano la tela dove si rompe, ricominciano sempre da capo. Come le donne fanno, come lei e sua madre facevano: riparavano arazzi. Ha sofferto tutta la vita d’insonnia, l’ha dipinta. «Rivendico il diritto di essere infelice. Rompo tutto quello che tocco, sono violenta. Distruggo i miei amici i miei amori i miei figli. Rompo le cose perché ho paura e passo il tempo a ripararle». È stata distrutta dal padre e lo ha distrutto. Ha amato molti uomini, male. Ha scolpito per anni i loro sessi enormi. «La mia bambina, fillette», aveva intitolato il più famoso. «Ci innamoriamo sempre di coloro che temiamo, così provochiamo un cortocircuito alla paura e non la sentiamo più». L’arte è una garanzia di salute mentale, s’intitola una sua opera: «Terminata la scultura sento che ho eliminato l’ansia. Combattere la paura non è tutto, anche in assenza di paura il pericolo persiste. Quello che mi interessa non è scappare, è restare. La conquista della paura. Confrontarsi, vergognarsi tremare alla fine avere paura della paura stessa. Questo è il mio tema. Questo, credo, è il tema». Louise era minuscola e gentile con un’anima di fil di ferro. Cantava ninne nanne straordinarie con voce roca. Sorrideva con gli occhi, con le rughe del volto. Aveva le mani fredde, i gesti svelti. Non aveva paura, alla fine, più di niente. Era un essere umano straordinario. Una donna, per giunta. La più bella che si sia vista mai.

31 maggio 2010


Addio a Louise Bourgeois
È scomparsa la scultrice francese Louise Bourgeois, una delle più grandi e significative figure del panorama artistico contemporaneo. Era nata a Parigi il giorno di Natale del 1911. Lo ha reso noto, «con profondo dolore» la Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, proprio nel momento in cui si sta ultimando l'allestimento a Venezia della mostra di suoi inediti «Louise Bourgeois. The Fabric Works». Partecipò a diversi correnti artistiche, dapprima negli Stati Uniti sotto l'influenza del surrealismo degli emigrati dall'Europa e dedicandosi, a partire dagli anni sessanta, alla lavorazione del metallo realizzando tra l'altro delle installazioni. La sua popolarità aumentò con la partecipazione alla Documenta nel 1983 ed alla Biennale di Venezia nel 1993. Nelle sue opere temi come sessualità, famiglia e solitudine, immagini trasfigurate del membro maschile nelle sue installazioni e poi la rappresentazione del concetto di maternità con enormi sculture filigrane a forma di ragno, forse la sua opera più nota. La Tate Modern di Londra le ha dedicato un'ampia retrospettiva in occasione del suo novantacinquesimo compleanno (2007), destinata a continuare in diverse sedi di prestigio tra cui il Centre Pompidou. Alla Fondazione Emilio e Annabianca Vedona, il presidente Alfredo Bianchini e il Ccuratore Germano Celant vogliono ricordare la grande energia e capacità creativa che hanno caratterizzato la sua ricerca visiva nell'arco della sua esistenza: «Per Louise la vita coincideva con la sua arte e nelle sue opere continua a vivere. Stiamo per inaugurare l'ultima esposizione nella quale è intervenuta attivamente, fino a due giorni fa, partecipando con sensibilità e passione a tutte le fasi della sua realizzazione » . La mostra che si aprirà venerdì prossimo nel Magazzino del Sale sulle Zattere rappresenterà così il primo grande omaggio che il mondo della cultura renderà ad una protagonista assoluta dell'arte moderna e contemporanea.

31 maggio 2010

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Messaggio Da Ospite Mer 02 Giu 2010, 01:53

Cent'anni di Butoh: addio Kazuo Ohno
Ci hanno lasciato ... Butoh

di Rossella Battisti

Se ne va alla veneranda età di 103 anni Kazuo Ohno, uno dei padri assieme a Tatsumi Hijikata del Butoh giapponese, creato intorno agli anni Cinquanta. Corpi contratti, seminudi, ricoperti di polvere bianca, come spettri in cerca di gesti rarefatti e primordiali erano i connotati di un genere di danza destinato a conquistare adepti in tutto il mondo, persino in Italia, dove un'intera generazione di danzatori è stata catturata dal fascino del Butoh.
Kazuo Ohno non è stato solo un interprete di straordinaria capacità di suggestione in scena - quello che in Giappone chiamano opera d'arte vivente -, ma anche un danzatore estremamente longevo: Kazuo ha danzato ben oltre i novant'anni. Era capace di levarsi dalla sedia a rotelle e se le gambe stentavano a rispondere, non esitava a trascinarsi sul palco. Vitale, splendido monumento poetico fino all'ultimo, evocatore di grazia e di numinosi segni.
Era nato a Hakodate, nell'isola di Hokkaido, il 27 ottobre del 1906, da una famiglia di pescatori. Da studente si manteneva dando lezioni di ginnastica. Alla danza è spinto dalla visione della danzatrice spagnola Antonia Merce, detta La Argentina. Kazuo Ohno ne è folgorato, al punto di non dimenticarla più per tutta la vita. E' con un omaggio a lei, "Admiring l'Argentina", creato nel 1977, che raggiunge fama mondiale a ben 70 anni.
Ma prima ci sono gli studi con Tagaya Eguchi, un ex allievo di Mary Wigman. Si nutre di espressionismo, ma anche dei fermenti di un Giappone sgretolato dalla guerra e in cerca di nuove identità. Il debutto in scena è tardivo, nel 1949, a 43 anni, di ritorno da un anno come prigioniero di guerra. L'incontro con Tatsumi Hijikata fondamentale. Sarà Hijikata a spingere Ohno verso la "danza delle tenebre", l'originario movimento dell'Ankoko-Butoh, da cui scaturirà il multiforme universo della danza butoh.

Curiosamente quello che diventerà il manifesto del Butoh, Kinjiki (colori proibiti), creato su un testo di Mishima, sarà invece interpretato dal figlio di Ohno, Yoshito. E' sempre Hijikata a dirigere Ohno, poi, nel celebre "Admiring l'Argentina", in cui Kazuo riversa la tradizione dell'Onnagata (attore-danzatore che recita parti femminili) in interpretazioni di carattere contemporaneo.
Dopo la morte di Hijikata, Ohno tornerà ad affreschi più onirici e meno cupi. Si avvicina all'arte occidentale, affascinato dagli impressionisti (danzerà ispirandosi alle Ninfee di Monet). Sempre più affascinato da un movimento rarefatto. Perfetto come un haiku.

01 giugno 2010

l'unità

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Messaggio Da Ospite Mer 02 Giu 2010, 01:56

Ci hanno lasciato ... Antony_and_the_johnsons_crying_light scelto da antony per la copertina di un suo album

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Messaggio Da Ospite Gio 03 Giu 2010, 20:04



Roma, 2 giu. (Adnkronos) - E' morto oggi alle 17,30 nella sua casa di roma il baritono Giuseppe Taddei. Il prossimo 26 giugno avrebbe compiuto 94 anni. Genovese, Taddei debutto all'eta' di 18 anni all'Opera di Roma nel 1936 nel ruolo dell'Araldo nel Lohengrin di Richard Wagner diretto da Arturo Toscanini. Da allora la sua carriera fu rapida e brillante fino a diventare uno dei piu' grandi baritoni del secolo scorso.

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Messaggio Da Ospite Gio 17 Giu 2010, 22:00

È morto Bekim Fehmiu Ulisse in tv



Repubblica — 16 giugno 2010 SPETTACOLI BELGRADO - L' attore kosovaro albanese Bekim Fehmiu (74 anni), rimasto nell' immaginario dei telespettatori italiani nei panni di Ulisse nel kolossal Rai di Franco Rossi, del 1968, è stato trovato morto ieri nel suo appartamento di Belgrado. Accanto al cadavere è stata trovata una pistola registrata a suo nome, cosa che induce a ritenere che si sia trattato di un suicidio. Sposato con un' attrice serba, sembra che Fehmiu soffrisse di depressione, conseguenza probabilmente dei tragici rivolgimenti politici e sociali vissuti dal suo paese negli ultimi decenni.

la repubblica


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Ultima modifica di ubik il Gio 17 Giu 2010, 22:52 - modificato 1 volta.

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Messaggio Da Alux Gio 17 Giu 2010, 22:02

Addio a Corso Salani,
l'eroe del «Muro di gomma»



Il 24 giugno avrebbe dovuto essere in piazza Maggiore
in
occasione dei 30 anni dalla strage di Ustica



Ci hanno lasciato ... Salani--190x130Corso Salani




Avrebbe dovuto esserci anche lui, in piazza Maggiore il 24
giugno, per la proiezione del film Il muro
di gomma
in occasione del trentesimo anniversario della strage di
Ustica. Ma Corso Salani, l'attore protagonista della pellicola,
48 anni, è morto ieri sera per un malore improvviso che lo ha colpito
mentre passeggiava sul lungomare di Ostia insieme alla moglie
Margherita.
IL RICORDO - La notizia ha commosso molti appartenenti del mondo
del cinema, in particolare chi ha avuto la fortuna di conoscerlo. Gli ha
dedicato parole toccanti anche Marco Risi, che lo ha diretto nella
pellicola del ’91: «Era la persona che avrei voluto essere. Gentile,
educato, uno che non se la tirava, non voleva apparire». La sua
scomparsa - ha aggiunto Risi - «è ancora più tragica perché a Bologna ci
sarà una proiezione del Muro di gomma
e Salani ovviamente non ci sarà».
ATTORE E REGISTA - Salani era nato a Firenze il 9 settembre 1961.
Debuttò alla regia nel 1984 con Zelda, fu anche aiuto regista di Carlo
Mazzacurati in Notte Italiana
(1987). Recitò per Marco Risi ne Il
muro di Gomma
e Il continente
nero
(1993). La sua carriera da regista è stata dedicata in
particolare ai documentari, la sua ultima fatica è proprio una
docu-fiction, I casi della vita, incentrata sul tema delle morti sul
lavoro.
Mauro Giordano
17 giugno 2010

http://corrieredibologna.corriere.it/bologna/notizie/cultura/2010/17-giugno-2010/addio-corso-salani-eroe-muro-gomma-1703218404589.shtml
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Messaggio Da Ospite Gio 17 Giu 2010, 22:05

Noo!!!Corso Salani è morto.....mi dispiace tantissimo Ci hanno lasciato ... 405516
e anche il mitico Ulisse,ricordo ancora quelllo sceneggiato Ci hanno lasciato ... 405516

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Messaggio Da Zoe Gio 17 Giu 2010, 22:10

mi dispiace triste
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Messaggio Da Ospite Ven 18 Giu 2010, 18:14

http://www.repubblica.it/persone/2010/06/18/news/saramago_morto-4949072/

LETTERATURA
Addio a José Saramago
poeta, visionario ed "eretico"



Lo scrittore portoghese, premio Nobel nel 1998, aveva 87 anni. Ha avuto un malore nella sua casa di Lanzarote. I capolavori, da Memoriale del Convento a Cecità. Gli ultimi anni segnati dalle polemiche con la Chiesa fino alla rottura con "Caino"


di OMERO CIAI

Ci hanno lasciato ... 143157813-988e2d3a-d1f6-4cfc-8fb6-f84389380151
Se n'è andato ad 87 anni il primo e unico Premio Nobel per la Letteratura in lingua portoghese. José Saramago è morto oggi, poco dopo le 13, nella sua casa di Tiàs, a Lanzarote (una delle Isole Canarie), dove risiedeva dal 1991 insieme alla moglie, Pilar del Rio, e alla fedelissima segreteria Pepa. Nato nel 1922 ad Azinhaga, un piccolo villaggio a nord di Lisbona, ottenne il Nobel per la letteratura nel 1998 dopo una esistenza segnata a lungo dalla provvisorietà e dalla povertà. La sua famiglia di braccianti agricoli si trasferì nella capitale dove suo padre ottenne un posto come agente di polizia. Per le difficoltà economiche della famiglia e la morte improvvisa del fratello maggiore dovette lasciare gli studi e cercare lavoro prima come fabbro e poi come meccanico. Riuscì a pubblicare il primo racconto, "Terra del Peccato", nel 1947. Ma lo scarso successo lo costrinse a fare altri lavori (impiegato in una agenzia di assicurazioni, tecnico amministrativo in una casa editrice), finché non divenne giornalista al "Diario de Lisboa". Dopo alcuni libri di poesia raggiunge una certa notorietà a metà degli anni Settanta, quando la "Rivoluzione dei garofani" portò via la dittatura militare, con la pubblicazione del "Manuale di pittura e calligafia", cui seguiranno due dei suoi romanzi più famosi: "Una terra chiamata Alentejo" nel 1980 e "Memoriale del convento" nel 1982. Due anni dopo la consacrazione con "L'anno della morte di Ricardo Reis" e, più tardi, con la "Storia dell'assedio di Lisbona" che esce nel 1989.

Ateo, comunista (si iscrisse al Pcp clandestino durante la dittatura di Salazar), ruppe con il governo del suo paese nel 1991 quando pubblicò "Il Vangelo secondo Gesù", un romanzo eterodosso sul Messia che scatenò una gran polemica. Il Portogallo rifiutò di presentare il libro in un premio letterario europeo e Saramago, infuriato, lasciò Lisbona per trasferirsi con la sua seconda moglie (e traduttrice), Pilar, alle Canarie.

Le sue opere hanno spesso provocato vivaci polemiche. E' stato accusato di antisemitismo e l'anno scorso con la sua ultima opera, "Caino", è tornato a scontrarsi con la Chiesa cattolica portoghese. Dello stesso periodo lo scontro con la sua casa editrice italiana, Einaudi, che rifiutò di pubblicare un libro, tratto soprattutto dal suo blog, perché molto critico con il primo ministro Berlusconi. Con "Cecità", del 1995, il racconto di una epidemia che fa diventare ciechi tutti gli abitanti di una città, si apre la sua ultima tappa di scrittore. E' quella più critica sulla società di massa, la globalizzazione, il consumo e lo stesso funzionamento del sistema democratico europeo. Nel suo ultimo blog, pubblicato stamattina, Saramago scrive: "Penso che la società di oggi abbia bisogno di filosofia. Filosofia come spazio, luogo, metodo di riflessione, che può anche non avere un obiettivo concreto, come la scienza, che avanza per raggiungere nuovi obiettivi. Ci manca riflessione, abbiamo bisogno del lavoro di pensare, e mi sembra che, senza idee, non andiamo da nessuna parte".

(18 giugno 2010)

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Messaggio Da Ospite Ven 18 Giu 2010, 18:24

Ciao Annina,
come stai? Le intermittenze della
morte è uno dei libri che preferisco....


''Bisogna
ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito». (da
Viaggio in Portogallo)

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