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[Sanremo 2012] Le pagelle e i giudizi

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Messaggio Da Kaiser Mer 15 Feb 2012, 09:13

Venegoni :

http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=20&ID_articolo=1605

Sanremo, debutto del CeleFest
Passione (e pagelle) per i 14 big



Stasera, per problemi al sistema di rilevazione della giuria demoscopica, torneranno a esibirsi tutti quanti.


Mi hanno mandato gli auguri in tanti, alla vigilia del Festival. Come se dovessi compiere gli anni, come se cantassi pure io. Invece ho ascoltato per voi, e qui scrivo via via che le ragazze e i ragazzi (giovani, vecchi, coppie...) in gara scendono dal palco.


DOLCENERA: CI VEDIAMO A CASA
Discopop e discoimpegno, da ballare storditi dentro una cascata di effetti speciali. Sarà carina, l'avranno messa lì per prima come specchietto per attirare i ggiovani. Ma c'è del superfluo nella musica, la linea melodica è banale, non ha appeal la voce, è banale pure l'idea del testo: che vuole il disagio giovanile placato nella sicurezza dell'amore casalingo.
Voto: 4

SAMUELE BERSANI: UN PALLONE
E' il re delle metafore, outsider spaesato a Sanremo. Il pallone rubato che rotola per pericoli e speranze e rifiuti rappresenta l'Italia. Il brano ha idee, struttura non convenzionale, ritmica sferragliante, echi vintage, ponderata lievità.
Voto: 8

NOEMI: SONO SOLO PAROLE
Una voce che comporta un repertorio scelto, può arenarsi. Qui l’avvio è difficoltoso assai, poi - anche se il ritornello si rivela il più appiccicoso del Sanremone - il pezzo di Fabrizio Moro non convince, non prende e non aiuta l’interprete.
Voto: 5

FRANCESCO RENGA: LA TUA BELLEZZA
Superlativa resa vocale: la bravura fredda, frutto di anni di studio, è come riscaldata dalla capacità di comunicazione, in un brano poco convenzionale e molto tecnico che è un inno d’amore. L’emozione per la bellezza fisica diventa uno spunto morale.
Voto: 7

CHIARA CIVELLO: AL POSTO DEL MONDO
Pianista e cantautrice, la voce big più sconosciuta ai non jazzomani, nel pop perde un po’ di smalto e sicurezza, e peccato per la sofisticata milonga e le sue scalate nervose, fra fisarmonica e violini spiegati.
Voto: 6

IRENE FORNACIARI: GRANDE MISTERO
La figlia d’arte si scatena in una filastrocca zoofila e quasi rock di Van De Sfroos, cantando i misteri della natura. E’ anche uno dei pochi pezzi trascinanti in gara, piacerà ai bambini e ai grandi che vogliono tirarsi su con il morale.
Voto: 7

EMMA: NON E’ L’INFERNO
Il pop della crisi by Kekko viaggia fra «Signor Tenente» e i Modà, e trova una portavoce accorata e convinta nella pasionaria bionda, qui nei panni di un sessantenne che prega in preda all’angoscia per il futuro. Lei è brava, la canzone un po’ stucchevole.
Voto: 5

MARLENE KUNTZ: CANZONE PER UN FIGLIO
Alfieri del mondo indie, sono gli unici letteralmente rock in questa tornata sanremese. La ballad s’inerpica subito sulle chitarre, spezzate da una tromba inquieta. Cristiano Godano dà voce magnetica al tema del rapporto fra stupidità e felicità.
Voto: 7

EUGENIO FINARDI: E TU LO CHIAMI DIO
Prova interpretativa superba di un artista che migliora con il passare degli anni. Qui è alle prese con il non agile tema del bisogno umano di spiritualità, efficacemente risolto in melodia soprattutto grazie all’appassionata intensità di Finardi.
Voto: 8

GIGI D’ALESSIO/LOREDANA BERTE’: RESPIRARE
Specchi di Montecitorio oggi, dove niente è impossibile, il neomelodico e la rockettara si uniscono in un pop ritmato e lieve dove l’Autore (travolto) fa volontariamente da spalla, e la Sulfurea canta la propria nota resistenza alla felicità.
Voto: 6

NINA ZILLI: PER SEMPRE
L’ampio pezzo parte con qualche fatica, sognando Mina, le sue note e le sue grandi canzoni d’amore classiche dei primi Sessanta; poi s’inerpica e la bella Zilli porta alla fine la notevole impresa senza sbavature, ma non le resta il tempo per l’emozione.
Voto: 6.

CARONE E DALLA: NANI’
Echi della poetica dalliana e freschezza adolescenziale del più bravo figlio di «Amici» si mescolano nella ballata a presa rapida, fra candore e furbizia consumata, elettronica e chitarra, nell’eterna storia del ragazzo innamorato della prostituta.
Voto: 7

ARISA: LA NOTTE
Dimenticare il personaggio bamboleggiante. Arisa diventa drammatica e somatizza un amore perduto: la voce rischia l’anonimato, poi si riprende complice l’ottima orchestrazione di Mauro Pagani (ma ridateci l’occhialona svaporata).
Voto: 6

MATIA BAZAR: SEI TU
Sono tornati un pochino alle origini, morbidamente soft, da ascolto disinvolto. E’ tornata anche Silvia Mezzanotte, alla quale va riconosciuto lo sforzo di tentare di abbandonare l'antico vizio del virtuosismo a tutti i costi.
In bocca al lupo a tutti quanti. Voto: 5



Ultima modifica di Kaiser il Mer 15 Feb 2012, 10:27 - modificato 2 volte.
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Messaggio Da Kaiser Mer 15 Feb 2012, 09:18

Giordano:

Brani migliori del solito, ma interpreti troppo tesi
Tutti a guardare i comici e le canzoni non sono state il centro dello show. Lo spartito quest’anno è cambiato davvero
di Paolo Giordano - 15 febbraio 2012, 08:00

Ma com’è schiacciata. Prima Luca e Paolo. Poi il monumentale Celentano. In mezzo la musica del Festival di Sanremo, sapete quella roba che dovrebbe essere il centro dello show.
La cantante EmmaIngrandisci immagineDolcenera in cerca di un centro di gravità permanente. Samuele Bersani in smoking ma con le scarpe da calcio (però è rimasto in panchina). Noemi, introdotta a sorpresa da You really got me dei Kinks, lenta all’inizio ma poi esplosiva. E Renga persino troppo disinvolto visto che ha una canzone perfetta per struttura armonica e melodia. D’accordo che ieri sera il Noleggiato (grande battuta, Luca e Paolo l’hanno proprio azzeccata) ha fatto quel che voleva. Però le canzoni, quelle sì, hanno fatto la loro parte meglio del solito. Non le interpretazioni, talvolta rigate dall’emozione come nel caso di Chiara Civello che sembrava a metà strada tra lo Studio Uno di Mina e il repertorio della Motown. Ma proprio i brani, più radiofonici che sanremesi, più adatti alla playlist che alla fulminea e impietosa classifica dell’Ariston (dove tra l’altro la giuria demoscopica ha avuto problemi di voto). Ad esempio Irene Fornaciari (con testo di Van De Sfroos) ha fatto il passo giusto. Dopo di lei, il vuoto. Nel senso che è arrivato Celentano, lo spettacolo nello spettacolo, il festival nel festival, il Molleggiato più molleggiato di sempre. Un buco nero (visto che il balletto iniziale della serata richiamava le atmosfere extraterrestri di Odissea nello spazio) che è andato avanti per quasi cinquanta minuti di adorazione assoluta a Sua Adrianità. Poi sono planati i Marlene Kuntz e non hanno spostato di una virgola la sensazione che Canzone per un figlio sia un bell’esercizio cui manca l’incisività. A seguire il secondo round di cantanti, da Emma che con quella voce si è messa l’Ariston sottobraccio fino ai Matia Bazar, gli ultimi della serata se non altro perché è il loro ennesimo Festival ma il primo (da un bel po’) con una canzone degna di nota. E quindi, giusto il tempo di vedere Lucio Dalla dirigere Pierdavide Carone o la coppia D’Alessio Berté e infine Arisa senza gli occhialoni, e si è spenta la musica. Due eliminati, che però potranno essere ripescati. E qualche certezza: lo spartito è cambiato, forse persino in meglio.
PG http://www.ilgiornale.it/spettacoli/ma_come_e_sacrificata_musica_festival_troppo_lento/15-02-2012/articolo-id=572212-page=0-comments=1


Ultima modifica di Kaiser il Mer 15 Feb 2012, 09:21 - modificato 1 volta.
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Messaggio Da Kaiser Mer 15 Feb 2012, 09:20

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Messaggio Da camila Mer 15 Feb 2012, 10:58

Fabio Fiume


Dolcenera - Ci vediamo a casa: Piglio decisamente internazionale per questa proposta di Dolcenera. Manca l'immediatezza e la freschezza di "il mio amore unico" e lei parte sottotono per ricordarsi di avere canna solamente al finale. Non ci dispiace, comunque. 6+

Samuele Bersani - Un pallone : Geniale come sempre. Si lascia seguire anche se complice la febbre, stonacchia e non poco. Il brano è ispirato nel testo e l'arrangiamento ricorda simpaticamente le sigle dei cartoni animati e la cosa non è detta in senso ironico, ma accolta come vento fresco d'estate. 8

Noemi - Sono solo parole: Canzone figlia del suo autore ( Fabrizio Moro ) e si sente, con quella partenza bassa per poi esplodere dalla seconda strofa e più esplicitamente dal secondo inciso. Lei è giù di voce, ma la sua vena blues non ne esce scalfita. Brano piacevole e strappa applausi. 7

Francesco Renga - La tua bellezza: Bisogna riconoscere a Renga una capacità vocale di pochi. Il brano è bello e ce lo regala in una veste rock quasi sinfonica, con una variazione finale che ricorda i Coldplay ultima maniera. 8 1/2

Chiara Civello - Al posto del mondo: Il jazz fine sposa il pop per regalare alla Civello la sua grande occasione per piacere alle masse. La canzone funziona, prendendo la piacevolezza leggera dal pop, combinandola ad un arrangiamento fatto di fisarmoniche ed archi. Il pubblico applaude parecchio. 7

Irene Fornaciari - Grande mistero: E arriva il ritmo, lei si scatena e ci crede, non spingendo come fa di solito con la voce. Irene è brava, ma ancora, a nostro avviso, non riesce a trovare la canzone della vita; sicuramente non è questa. 6=

Emma Marrone
- Non è l'inferno: Bella e grintosa Emma, fa fatica a stare sui tacchi ma non certo sulle note che ha scritto per lei Francesco Silvestre. La canzone è importante, ma potrebbe avere il limite di non resistere nel tempo; a volte lo slancio emotivo te le fa premiare a momento, ma poi difficilmente scegliere si riascoltarle poi. Per il momento vince lo slancio emotivo, domani i penseremo. 7

Marlene Kuntz
- Canzone per un figlio: Sicuramente c'è tanto musicalmente in questo brano, confessiamo però di non aver capito una parola. Facile pensare che siano la vittima sacrificale della prima serata. Va però a loro dato il merito di esser rimasti nel loro stile e non essersi snaturati per il Festival. Resta che non si è capita una parola. 5

Gigi D'alessio & Loredana Bertè
- Respirare: Musicalmente più vicina al mondo di Loredana, ma Gigi resta se stesso anche sulle chitarre e Loredana è imprevedibile soprattutto per lo stare sul tempo. Potrebbe piacere alle radio, più di ogni altra cosa fatta fino ad oggi da D'Alessio. Intonazioni precarie. 6

Eugenio Finardi
- E tu lo chiami Dio: Testo importante, arrangiamento orchestrale, buona sicuramente l'interpretazione. Finardi potrebbe essere la sorpresa di questo Festival; la conferma del cantautorato sul palco di Sanremo. 7+

Nina Zilli - Per sempre: Rivivono gli anni 60. Forse il brano che unisce la melodia classica ed il gusto vintage tanto di moda in questo periodo a livello internazionale. Bella la variazione d'archi. Sinceramente bella e molto funzionale. 8 1/2

Pierdavide Carone & Lucio Dalla
- Nanì: C'è tanto Dalla in questo brano, come senso ed arrangiamento. Dalla alla fine interviene con i backing vocals impreziosendo la voce invece più limitata di Carone, che tuttavia è funzionalmente dolce sul pezzo che per sensibilità lo richiedeva. 7+

ARISA - La notte: Molti dicevano sorpresa Arisa, ma sinceramente non ci stupisce questa evoluzione della cantante lucana, che ha dalla sua un'intonazione ed una musicalità davvero strepitose. Questa canzone è forse il passaggio che una voce simile meritava per iniziare ad essere presa in considerazione al di là delle filastrocche. 7 1/2

Matia bazar
- Sei tu: I Matia si muovono su un terreno che è a loro congeniale. Non regalano sorprese, ma solo una buona canzone pop, che la gente potrà cantare già da domani. Forse questa è la vera essenza di Sanremo no? 7=

http://festival.blogosfere.it/2012/02/festival-sanremo-2012-big-le-pagelle-di-fiume.html
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Messaggio Da camila Gio 16 Feb 2012, 07:46

TFM

Sanremo 2012, le pagelle dei cantanti: se Vero Cantautore tu vuoi diventare, scrivi una bella canzone sulle buttane
C’è una cosa che non perdoneremo mai al delirio di Celentano, a Mazza, Mazzi, Lei, Morandi e soci (Rocco Papaleo no, lui ci piace persino quando fa i film con Pieraccioni), e cioè l’averci irrimediabilmente distratto dalle canzoni, mai così brutte al primo ascolto. Al secondo migliorano un pochetto e al terzo qualcosa si salva, ma insomma. Premesso che utilizzeremo parametri pretestuosi tipo L’analisi logica delle strofe, Coerenza o meno rispetto alla Poetica Generale dell’Artista, Look Pretenziosi e Scopiazzi Indecorosi, e premesso (per i parenti che leggono) che non c’è nulla di personale e che non sempre ci sarà un coinvolgimento emotivo del Vostro Blogger (se va bene, di QUESTA ROBA solo una al massimo due rimarranno nella sua testa), ecco a voi le pagelle dei 14 artisti in gara a Sanremo 2012:
Abbiamo i voti da 0 a 10, Usiamoli:

1- Dolcenera, Ci vediamo a casa. Con ancora il ricordo del sontuoso pezzo Il mio amore unico buttata fuori subito, Dolcenera torna a Sanremo con un pezzo che come al solito pare peggio di quello che è. Sarà quella bocca che distrae, sarà l’inciso con quell’amiamo tanto buttato come esca in pasto agli ingenui. Eppure Emanuela è brava, si scrive le canzoni da sola, cosa che la differenzia da altre galatine e dintorni ben più celebri. Apprezzamento per il doppio ‘monolocale’, sul finale arriva qualche eco baustelliano ma Bianconi no, non entra come Anna Oxa. Voto: 5, non basta.

2 – Samuele Bersani, Un Pallone. A proposito di gente che si scrive le canzoni. Signori, questo è un Signor Cantautore, ricordiamocelo sempre quando diamo aria agli sfiati su Twitter. L’uomo che ha scritto Giudizi Universali e Replay gode di una quantità di Punti Meraviglia Illimitati Flat Tutto Compreso non replicabile in natura. Si presenta po’ Nerd po’ Alex Karev degli universi paralleli e al primo ascolto è un bel meh che verrebbe voglia di buttarsi dalla finestra. Ma sono io o sei tu? Forse sono io. Il pezzo, intesto come Summa di lirica e parola, è talmente raffinato che solo al dodicesimo ascolto capisci cosa voleva dire. Il punto è che lo dice bene. Sì, ci vuole davvero molto coraggio a rotolar giù in un contesto vigliacco. Samy, sperando che nel corso delle serate riuscirà a scattare quella famosa scintilla, ti diamo un bel 6,5 che vale come Ringrazio Per Tutto Il Resto.

3- Noemi, Sono solo parole. Il compagno TFM propone la mozione ‘Non diciamo MAI i nomi degli autori delle canzoni’. Fabrizio Moro. Come si fa a predisporsi all’ascolto di una canzone firmata Fabrizio Moro? Si fa. Intro molto lunga e parlata che serve a Noemi per dimostrarci di saper fare le note basse, quelle alte e quelle che stanno in mezzo. Noemi è brava, è intensa, è roba nostra di noi che la televisione la guardiamo e ce ne vantiamo pure. Il testo è quel che è, ma l’apertura a 2/3 del pezzo fa volare la nostra Noemi a un discreto 7,5 a patto che tu, Noemi interrompa la trasformazione in Luciana Turina adesso, subito, ieri.

4- Francesco Renga, La tua bellezza. Francesco Renga a Sanremo fa rima con Ambra, sua figlia, Angelo, cose così. Poi c’è tornato ma nessuno se lo ricorda. Ora rieccolo con un look tutto nuovo che fa di tutto per distrarci da The Stempia Incipiente. Francescorenga ha questa cosa che deve sempre farci sapere che lui è bravissimo e quindi riempie i ritornelli di VOCALI che può spalancare a piacimento SEEEEEEEEE. È un po’ l’Albano del nuovo millennio, se nessuno l’ha mai detto lo diciamo adesso. Se la tua bellezza è qualcosa che somiglia alla parte migliore di me. Devo ancora capire se è un complimento a lei o il segno di un ego smisurato. Il finale COPIATO a Chris Martin (Saltini e OHOHOH compresi) mi destabilizza. Per ora è 6, oh, cantare bene canta bene.

5- Chiara Civello, Al posto del mondo. La presenza di una SCONOSCIUTA sul palco di Sanremo è tollerabile solo nel caso che la suddetta socnosciuta presenti qualcosa di unico. Se invece la “migliore cantante jazz del mondo” porta un brano che avrebbe potuto cantare chiunque, beh, allora, dateci questo CHIUNQUE. C’è una tragica aggravante, che si chiama Daniele Magro Lui Aveva Già Inciso Questo Pezzo. Voto: 1, non ce ne frega niente.

6- Irene Fornaciari, Il mio grande mistero. Una cantante vestita male, che ogni anno ce la ritroviamo in gara o superospite, senza mai aver venduto MEZZO DOWNLOAD, che porta una canzone che si chiama Il mio grande mistero. LOL, doppio LoL, triplo LoL carpiato. Ci piace la gente che si percula a se stessa. E poi, ricordiamolo, Irene, Adelmo e i suoi Sorapis hanno un merito, e questo merito si chiama Il mondo piange. Il pezzo è curioso, ci sono merli, fiori calpestati e lune a dondolo, ma il punto è che è lei, proprio lei, Irene, il nostro grande mistero, una cantante vestita male, etc. Iry, per ora è 4, riprova, sarai più fortunata.

7 – Emma Marrone, Non è l’inferno. Sfidando coraggiosamente il proprio cognomen omen, si presenta in una mise tutta verde con dei pantaloncini rubati a Martina Navratilova. Diciamolo subito, il pezzo è una bomba, teso, vibrante, che permette alla nostra EMMONA di eccellere nel suo talento, cioè GETTARE VOCI. En plus, etti di presenza scenica, ogni tanto arriva anche Alessandra Amoroso a dare manforte, cosa volere di più? Come dite, un testo meno retorico? Che palle. E se questi giovani cantano l’amore e perché cantano l’amore, se portano il tema sul MIO PAESE e perché il MIO PAESE, e quanti cazzi. Emmona è brava, ci infila anche un Nananà finale che la spedisce verso un bel 7 pieno

8- Marlene Kuntz, Canzone per un figlio. Dopo Canzone di domani e La Canzone che scrivo per te, ecco il pezzo finale della trilogia. Confessiamo però di non averlo ascoltato minimamente, ipnotizzati com’eravamo da quel DOLCEVITA ACCENNATO sotto la camicia di Cristiano Godano. O quel che ne rimane. Ok, parliamo del dolcevita. Era il 1992 e avevamo uno stock di dolcevita, e sopra portavamo le camicie di FLANELLA a quadrettoni di Kurt Cobain. Sì, ci vestivamo come Howard di The Big Bang Theory. Ma dicevamo. La felicità, in fondo all’anima, Cristiano Godano ma che cazzo dici. Voto: 1, ma può sempre scendere.

9- Eugenio Finardi, E tu lo chiami Dio. Registriamo l’ennesima, frusta insistenza tematica in un artista sanremese. Segno di grandezza o abbiamo perso le parole? Non lo so, Luciano. Eugenio Finardi nel frattempo manda Toni Garrani e si fa introdurre da Born In the Usa. LOL. (Finardi è nato in America. Quando salirò sul palco dell’Ariston mi farò introdurre da un pezzo dei Subsonica). Non so, non mi è sembrata la serata ideale per parlare di Dio. Trattandosi di Cantautore, dobbiamo segnalare un Verso Intenso or it didn’t happen: devo combattere con le mie lacrime, mica con una poesia. Minchia. Respect. Eugenio, per ora è 5, forse un remix potrebbe dare nuova vita al pezzo.

10- Nina Zilli, Per sempre. Nina Nina ma che mi combini. Nina, ma insomma, hai tutto, sei bravissima, bellissima, hai una cofana che ormai nessuna cantante viva può vantare, ti pareva male portare pure un testo minimamente decente? Per sempre, l’orgoglio in amore è un limite. Ah sì? NON LO SAPEVAMO. Vabbè l’operazione vintage molto consapevole in coppia con il Re Mida Casalino, ma ecco, non sarà un po’ troppo? Nina, si sente troppo che vuoi vincere. Questa al paese mio si chiama hybris. Poteva essere 9, invece è un magro 6.

11- Pierdavide Carone feat. Lucio Dalla, Nanì. Se Vero Cantautore tu vuoi diventare, scrivi una bella canzone sulle buttane. Questo il messaggio che Lucio Dalla, esperto cantautore e di cantautori, deve aver trasmesso al giovane Carone, peraltro già vincitore sanremese come autore dei Laghi di Scanu. Il punto è che i Veri Cantautori non tendono trappole emotive tipo Nanì piove ma non ti puoi riparare, amo a cui molti insospettabili (amici! ma che dite!) hanno abboccato. Potrei star giorni ad annusare il tuo mestiere. Ok, ça suffit. Voto: 3, non è che siccome ci sono le buttane infelici che la vita è crudele possiamo sempre dire CHE BELLO. Altrimenti rivalutiamo Amanda è libera di Albano e facciamo finire il mondo. E poi, Pier, fatti la barba, davvero.

12- Gigi D’Alessio e Loredana Bertè, Respirare. Ieri sera, presi dal Furore e bisognosi di uno squarcio che ci riportasse alle sane cose di una volta, ci siamo fatti confondere. No, questa canzone non ci piace sì, questa canzone è tremenda. È trash che evapora mentre si srotola, è nulla moltiplicato per nulla, è Gigi D’Alessio, AMICI. E poi, Loredana che dice Sono maledetta. Dai, basta, è accanimento terapeutico. Voto: 2

13- Arisa, La notte. Ed ecco finalmente ZE BALLATONA di questo Sanremo. E arriva da chi meno te l’aspetti. Sì, perché là fuori c’è un mondo che non alimenta i nanoshare di la7 e Sky e invece è rimasto a Sincerità e a quell’altra canzone. E quindi poi spunta Arisa con questo vocione e dice Ah, ma allora non era solo scemina. No. Dolce, delicata e misurata, il voto è 6+, ma appena riesco a ricordarmi quale altra canzone SCOPIAZZA sarà un precipitare agli inferi.

14- Matia Bazar, Sei tu. Ok, cari Matia e cari Bazar, e anche per quest’anno l’àmo sfangata. La tournée a Petralia Soprana e Castellammare del Golfo è assicurata. Ma davvero, non è che potete infilare la parola Brivido ogni volta che salite su quel cazzo di palco. Sei tu che mi hai rubato il cuore. Rendetevi conto. Radio Italia ha già chiamato per dissociarsi. Radio Italia! Voto: 0 con lo stoppino, e lasciate stare Spagna e Insensitive!

E questi erano i Big. Stasera ben 4 eliminazioni. Auspicio/Pronostico per una Andata A Casa Immediata: Chiara Civiello, Marlene Kuntz, Matia Bazar. Ci saranno anche gli otto giovani di Sanremo Social. Qui per una veloce ripassata. Ciao.

http://tuttofamedia.com/2012/02/sanremo-2012-le-pagelle-dei-cantanti-se-vero-cantautore-tu-vuoi-diventare-scrivi-una-bella-canzone-sulle-buttane/

risata risata risata

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[Sanremo 2012] Le pagelle e i giudizi Empty Re: [Sanremo 2012] Le pagelle e i giudizi

Messaggio Da Kaiser Gio 16 Feb 2012, 08:53

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[Sanremo 2012] Le pagelle e i giudizi Empty Re: [Sanremo 2012] Le pagelle e i giudizi

Messaggio Da Kaiser Ven 17 Feb 2012, 01:03

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/spettacolo/2012/02/17/visualizza_new.html_99758796.html

Le pagelle della terza serata
17 febbraio, 00:47
di Paolo Biamonte

ROMA - Queste le pagelle ai duetti della terza serata del 62/mo festival di Sanremo

SHAGGY-CIVELLO: Ne avevamo viste di tutti i colori, ma un oltraggio così è difficile ricordarlo. Shaggy ha infierito senza pietà su un capolavoro di Pino Donaggio, Io che non vivo senza te, davvero un rano che ha fatto il giro del mondo, ma neanche gli sposi ubriachi del Kazakistan l'avrebbero cantata come ha fatto Shaggy stasera. Chiara Civello, che è bravissima e ha cantato come se la canzone fosse uno standard, dovrebbe rivolgersi a un avvocato. 2

BERSANI-BREGOVICH: Samuele Bersani ha avuto davvero una bella idea a chiamare Goran Bregovich per rileggere Romagna Mia, classico dei classico del Liscio firmato Casadei. Anche se ha perso la verve irresistibile e musicalmente rivoluzionaria dei giorni d'oro con Kusturica, Bregovich è un musicista fuori dai canoni, con un suono inconfondibile. La sua Funeral and Wedding orchestra trasforma il folklore balcanico in un linguaggio universale e lo ha fatto anche stasera, accompagnato con la giusta ironia da Samuele Bersani. Poi a Bregovich è stato concesso lo spazio per un brano da solo, che mescola la sua tradizione con quella dei Gipsy Kings. 6 e 1/2

NINA ZILLI-SKYE: Nina Zilli e Skye dei Morcheeba hanno portato una ventata di classe, energia ed elegante sensualità. Hanno duettato in Grande grande grande, il super classico di tony Renis, e in Rome wasn't built in a day, la hit dei Morcheeba in nome del groove e dello swing. E' con momenti così che si fa grande un festival. 8

AL JARREAU - MATIA BAZAR: Al Jarreau, consumata leggenda dell'acrobazie vocali, è riuscito a vincere anche questa sfida. Districarsi tra gli eccessi di Silvia Mezzanotte, la voce dei Matia Bazar che lo hanno chiamato a nobilitare il tema del Padrino. Jarreau sta al canto jazz funk come Messi al calcio. Le sue variazioni sul tema vanno segnate come gli appunti a una lezione all'Università. Avergli offerto la possibilità di cantare We, in this World Together è stato un atto d'amore verso la musica. 8 a Jarreau e 5 Matia Bazar

EMMA - GAY GO: Emma con Gary Go ha riletto Il Paradiso, uno dei titoli manifesto di Patty Pravo. E' una canzone irresistibile ma Emma la canta come se andasse in cerca di una denuncia per eccesso di grinta. I due hanno poi cantato insieme uno dei singoli di Gary Go, Wondferful. 5

ARISA - JOSE' FELICIANO: Accanto ad Arisa c'é Jose Feliciano, una leggenda della musica latina e di Sanremo. Qui ha vinto nel 1971, con Che sarà, un brano di Migliacci, Jimmy Fontana e Carlo Pes. José è molto ingrassato ma canta ancora da grande e suona con la grazia di un mago della sei corde. Emozionante il duetto con Gianni Morandi in "C'era un ragazzo ...". 5 Arisa 7 Feliciano

RENGA-DALMA Francesco Renga e Sergio Dalma hanno scatenato le ugole nel Mondo, ormai un super classico che non passa mai di moda. Dalma ha fatto in Spagna quello che Renga ha fatto in Italia: rileggere in chiave orchestrale grandi titoli della canzone italiana. Poi Bella senza anima di Cocciante. 6 e 1/2

DALLA-CARONE CON LANGER Pierdavide Carone Mads Langer Lucio Dalla si sono un po' accaniti contro Anema e core. Mads Langer sta avendo un buon successo con brani tipo Yoùre not Alone ma non sembra proprio adatto al clima di un capolavoro di Salvo D'Esposito e Tito Manlio. Lo stesso vale per Carone. Dalla, furbescamente, si è tenuto un po' in disparte. Le cose sono andate un po' meglio proprio con Yoùre not Alone. 4

FORNACIARI-ELLIS CON MAY Con Uno dei tanti, un successo di Joe Sentieri, Irene Fornaciari con Kerry Ellis hanno coinvolto Brian May, leggendario chitarrista e fondatore dei Queen (27 anni fa sono passati dall'Ariston) in un'escursione nel rock più heavy, un sound che raramente si ascolta al festival. May è un gentleman e un rocker che non ama le sfumature: mentre Irene Fornaciari piangeva per l'emozione alla fine del brano, il canuto Brian si è lanciato in We Will Rock You, che è anche il titolo del musical che ha dato la celebrità a Kerry Ellis. 6

PATTI SMITH - MARLENE KUNTZ: Hanno chiamato Patti Smith i Marlene Kuntz per rileggere Impressioni di Settembre, il classico della Pfm. Patti Smith somiglia sempre di più a Joey Ramone ha interpretato con intensità il brano e anche meglio di Cristiano Godàno. Praticamente di rigore l'esecuzione di Because the night, con Vittorio Cosma al piano e Patti che l'ha dedicato a Fred Sonic Smith, il chitarrista, scomparso che è stato il compagno della Smith e che è l'uomo cui è dedicata questa canzone che è stata composta da Bruce Springsteen. 6 1/2

D'ALESSIO-BERTE' CON MACY GRAY: Almeno tu nell'universo è un capolavoro scritto da Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio che è diventato un classico di Mia Martini che con questo brano ha vinto il premio della Critica nel 1989. Gigi D'Alessio e Loredana Berté l'hanno cantato con Macy Gray, star del nuovo soul. Un'esibizione che ha toccato le corde dell'emozione. 6 1/2

FINARDI - NOA: Con Torna a Surriento Noa l'ha cantata da soprano in napoletano, Finardi in inglese sferragliando rock. Noa che è un'interprete raffinatissima e colta, ha poi reso omaggio a Roberto Murolo e ha riproposto il tema di La vita è bella. Noa 7 Finardi 5 ù

DOLCENERA-PROFESSOR GREEN: Dolcenera ha dimostrato un gran coraggio affrontando Vita spericolata, che è come entrare nel sancta sanctorum di Vasco. Lei è una di quelle cantanti convinte che la grinta sia tutto ma n'é uscita bene anche grazie al perfetto timing dell'intervento di Professor Green, star bianca dell'hip hop inglese. Bella l'idea di Morandi di far riprendere il ritornello insieme al pubblico. 6

NOEMI- SARAH JANE MORRIS: Non poteva mancare Lucio Battisti in questa serata di omaggi ai grandi della musica italiana. Noemi ha scelto Amarsi un po'. Lei è proprio brava, ma ha chiamato a duettare Sarah Jane Morris, una che vent'anni fa sembrava destinata alla gloria e poi si è persa per strada. Duetto su Fast Car di Tracy Chapman. 7 Noemi 5 Sarah Jane Morris.
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[Sanremo 2012] Le pagelle e i giudizi Empty Re: [Sanremo 2012] Le pagelle e i giudizi

Messaggio Da camila Ven 17 Feb 2012, 08:09

TFM

Sanremo, la seconda serata: lo scellerato meccanismo delle sfide tra i giovani e il borsino tieffemmino

Allora, ieri sera sono uscito e sono tornato a casa, boh, saranno state tipo le undici, insomma ho aperto l’apparecchio e ho messo su Raiuno. In quell’istante Belen Rodriguez stava scendendo le scale e stava dimostrando agli Italiani che no, sotto quel vestito colorato non c’era niente di ingombrante e che no, lei non ce l’ha placcata d’oro. Belen, ufficiale, è una ragazza semplice come tutte le altre (grazie Bely, di te sappiamo ormai tutto, ma proprio tutto, anche le facce che fai in quei-momenti-là, ma la prossima volta ricordati di portarci le radiografie all’arcata dentaria, quella ancora ci manca). La sua BFF Elisabetta ha però avuto paura che qualcuno potesse fraintendere e l’ha spinta a tranquillizzare le nonne d’Italia: Bely ce le avevi, vero? Belen: sìsì, come no. Belen, attenta, che se dici le bugie poi agli italiani cresce un naso lungo così.



Insomma niente, ho fatto GULP e sono andato sull’internet per capire se mi ero perso qualcos’altro. Repubblica, Corriere, L’Unità, Il Secolo, L’Avvenire, Twitter: tutti titolavano a Nulla Unificato LO SPACCO HOT DI BELEN. Minchia!, ho detto, mi sa che mi sono perso davvero qualcos’altro! E allora ho aperto il lettore betamax, ho riavvolto la cassetta e ho cominciato a guardare la puntata dall’inizio.
Daniel Ezralow e gli Xx; i bianchi e i neri e vabbè che ci fa, ognuno ha le sue opinioni; Nina Zilli conciata a metà tra Miriam Makeba e la tipa del caffè Kimbo; Caronno Pertusella (?); la canzone di Bertè e D’Alessio che mi ricorda una canzone di Nek; quella degli Marlene Kuntz invece una degli Afterhours; la solita improvvisazione d’accatto con San Gobbo a reggere il moccolo; Ivana Moldavia che finalmente la vediamo e scopriamo che non solo è gente come noi, ma che è anche la figlia illegittima di Eva Herzigova; il pippone che Gianni Morandi fa a Erica Mou che lo guarda come a dire Sì, ma che mi conti a me, valle a dire a Iacchetti, queste cose; quei due idioti che sono l’ennesima bruciante sconfitta della postmodernità e qualcuno prima o poi se ne dovrà assumere le responsabilità; il micidiale siparietto tra Rocco Papaleo e Martin Solveig (Martàn! Si dice Martàn! È francese!); le eliminazioni di gente che non voglio nemmeno nominare.
Insomma, i soliti allarmismi dei giornali italiani. Uno spacco basta e avanza. Non mi ero perso niente’altro. Circa.



Ma parliamo di cose serie. Parliamo dei Giovani e di una cosa su cui nessuno si è indignato abbastanza.

LO SCELLERATO MECCANISMO DELLE SFIDE



Io voglio conoscere colui (Moccia sei tu?) o colei (Ercolani? C’è nessuno?) che ha avuto la brillante idea di fare le SFIDE (sì, è stata Simona Ercolani, sicuro). Dunque le SFIDE tra i giovani in gara. Abbiamo questi otto disgraziati che si giocano la carriera e questi fanno le SFIDE uno contro l’altro. Le SFIDE. Dice: ma magari l’hanno fatto per l’audience, sai, con le SFIDE c’è pathos e la gente è più motivata a seguire la faccenda, a votare (cazzate: meno dieci punti rispetto alla prima puntata). E allora? Allora niente, dov’è Iacchetti quando serve? Non protesta più? LE SFIDE. Finisce che in finale ci arrivano tre canzoni mediocri e una no, Alessandro Casillo detto Sonohro Spaiato asfalta Dana Angi (89% vs 11%: the imbarazzo), Erica Mou batte i Bidiel (che erano parenti a Luca Madonia, se lo sapevo mandavo un televoto internazionale) e gli altri francamente poco mi cale. Le SFIDE, buttana la miseria, se ci penso mi sale il sangue al cervello. E questi parlano ancora di Celentano.



Comunque, detto quel che dovevo dire, e fatta la polemica che dovevo fare, ecco il borsino tieffemmino dei BIG in gara.

NOEMI, Sono solo parole. Diamante lei, luce lei. Sicura, padrona della situazione, da quel buonasera all’inizio al sorriso a metà. Noemi è una di quelle che prende la curva al 3% e la centuplica in un batter d’occhio, l’eccezione che rimane normalità e viceversa. E quando parte con E ora penso che il tempo che ho passato con te, mettetevi il cuore in pace, non ce n’è per nessuno. Amici, questo è molto più di un endorso, è un Signor Endorso. Noemi vinci Sanremo per noi. Voto: 8,5

FRANCESCO RENGA, La tua bellezza. Chi l’ha detto che il bel canto per noi è un no? Questo è il festival della canzone italiana, e la canzone italiana è innanzitutto una canzone d’amore. Francescorenga porta una canzone d’amore che non è lagnosa, piena di giuoia e che, soprattutto, fa venire voglia di cantarla appresso, come succede con le Vere Canzoni d’amore. SEEEAHHHH la tua bellezza è un chiodo che trase in testa e ti martella finché non dici Madonna che Bella Canzone. Voto: 7,5

ARISA, La notte. Dicevamo le canzoni d’amore. Pianoforte ebbro di dolore, malessere, cupe cupezze. L’amore è anche questo, fuori nevica e dentro il mio cuore c’è tanto amore ma tu non mi vuoi. Arisa è cresciuta, quando canta non fa più le facce buffe ma gli occhi lucidi di lacrime e solitudine. Il tempo dirà se La Notte potrà diventare la Someone like you italiana. Intanto, per non sapere né leggere né scrivere, Arisa ha girato il video a Parigi, esattamente come Adele. Voto: 7



EMMONA, Non è l’inferno. È vero, questa ragazza sembra programmata per uccidere. Ha sempre quell’aria incazzata, che se non la saluti viene lì e ti dice MA COME TI PERMETTI, io ho dato tutto per il mio paese! Però poi parla di padri di famiglia e di gente che non arriva a fine mese. Amici che fate gli snobettini, la verità è che se questo pezzo lo portavano i Nomadi a quest’ora stavate tutti a pogare alle feste dell’unità. Voto: 7

E queste per il momento sono le mie preferite. Me ne manca una per arrivare a cinque. Si accettano suggerimenti.

http://tuttofamedia.com/2012/02/sanremo-la-seconda-serata-lo-scellerato-meccanismo-delle-sfide-tra-i-giovani-e-il-borsino-tieffemmino/#more-9398

p.s le pagelline di TFM arrivano in differita sorriso
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[Sanremo 2012] Le pagelle e i giudizi Empty Re: [Sanremo 2012] Le pagelle e i giudizi

Messaggio Da camila Ven 17 Feb 2012, 10:04

Andrea Scanzi

Le pagelle di Sanremo
Chiara Civello, Al posto del mondo. Il nome colto del Festival, caro (si dice) ai jazzisti di mezzo mondo. E’ brava, senz’altro. Troppo spesso, però, bisogna fidarsi del sentito dire per crederci. Ogni volta che è chiamata a dimostrare il suo valore, fatica. E’ legittimo che, alle prese con il pop, soffra. Di sicuro la canzone è debole, molto debole. 5

Arisa, La notte. Bistrattata da troppi. Forse per il passato remoto da Paperino, forse per quello prossimo a X Factor. O forse per il presente quasi-sofisticato, con quei tacchi indossati come fossero zappe acuminate. Non è un fenomeno, e non si capisce mai – detto con simpatia – se ci faccia o ci sia. Però la canzone è onesta. Il tocco di Mauro Pagani si avverte. E lei ci prova, con apprezzabile dignità. 6

Eugenio Finardi, E tu lo chiami Dio. E’ molto più a suo agio nel rock (o nel blues). Sanremo gli somiglia poco. E’ il brano non è indimenticabile. Ma è ben scritto, ben cantato. E la stoffa, al netto di qualche ridondanza, è di pregio. 7-

Samuele Bersani, Un pallone. Le sue doti di paroliere sono innegabili. Come cantante, invece, ha sempre un po’ sofferto. La canzone ha bel testo, ma la musica incide poco e suona noiosetta. A Sanremo ha regalato picchi notevoli. Stavolta, si è fermato al “gradevole”. 6+

Matia Bazar, Sei tu. Anacronistici, desueti, fuori tempo massimo. Un po’ Ricchi e Poveri, un po’ Orchestra Casadei. Onestamente: male. 3.5

Francesco Renga, La tua bellezza. Eterna elargizione di stile, tra birignao e un talento tecnico (forse) minore di quanto si creda. Perfetto per chi si accontenta del virtuosismo algido. In salsa melassosa. Eterno alfiere della post-romanza, ha molti estimatori e può trionfare ancora. 5+

Nina Zilli, Per sempre. Se non ci fosse Mina, sarebbe originale. Se non ci fosse (stata) Amy Winehouse, sarebbe suonata inedita. Così, tra un gorgheggio e un gargarismo, sembra tutto – troppo – derivativo. Un po’ di talento c’è, ma il brano è una nenia mica da ridere. 5.5

Irene Fornaciari, Grande mistero. Di fronte a una tale mancanza di eleganza, e grazia, c’è quasi da trasecolare. Più che aggredire il palco, dà la sensazione di volerlo fagocitare. Con inaudita, e ingiustificata, ferocia. A prescindere dalla interprete, verosimilmente non al meglio, il grande mistero è se davvero non ci fossero – in tutta Italia – canzoni migliori di questa da dare in pasto all’Ariston. 4

Carone-Dalla, Nanì. Carone è l’autore del testo in cui Scanu faceva l’amore in tutti i laghi (curiosa forma di perversione lacustre). La canzone affronta torbido e prostituzione, “venti euro di verginità” e “camionisti da accontentare”. Rischio retorica brillantemente superato, nel senso che nessuno si è posto il problema. Dalla, direttore d’orchestra, aggiunge enfasi e teatralità. A metà del guado (e del lago). 5.5

Marlene Kuntz, Canzone per un figlio. Dovevano recitare la parte degli alternativi che sfidano il nazionalpopolare, ma non ha funzionato: vecchi fan inviperiti, nuovo (presunto) pubblico freddissimo. E Cristiano Godano, il cantante, deve smetterla di farfugliare (o urlare) quando canta: vie di mezzo, mai? Occasione persa, e di fatto sbagliata, per una band meritevole. Che non è andata oltre il compitino. 6-

D’Alessio/Bertè, Respirare. Ci si attendeva l’orrore, in realtà il brano è meno brutto di quanto tutti temessero. Ma va anche detto che tutti, in merito, erano assai pessimisti. E non è poi così difficile risultare appena più gradevoli dell’Armageddon. 5-

Dolcenera, Ci vediamo a casa. Di questa eterna promessa, non si è mai capito bene per chi, ammalia l’invidiabile mancanza di idee chiare. Dolcenera è l’idea che i puffi hanno di Morgan. Un po’ fatalona (ma anche no), un po’ artista che affronta temi scabrosi. Tutto e niente. Soprattutto niente. 4-

Noemi, Sono solo parole. Parte piano, poi esplode come un esercito di mine astiose. Ripete ottocento volte “Sono solo parole”, con quella voce rugginosa che è sua cifra e forse condanna. La sensazione è che la ragazza – e non è l’unica – confonda la grinta con l’ostentazione d’ugola. Il paragone con Janis Joplin, azzardato da chi l’ha presentata la prima sera, è semplicemente da arresto. C’è di peggio, ma anche di meglio. Molto meglio. Anche se forse non all’Ariston. 5.5

Emma, Non è l’inferno. Il titolo della canzone, senza il “non”, può essere preso come recensione perfetta. Urla a casaccio, voce sguaiata, strofe intrise di retorica “impegnata”. Sembra quasi che Emma debba perennemente dimostrare al mondo che “non è solo quella della De Filippi”. Si rassereni. E, nel suo piccolo, gioisca. Il suo Sanremo vanta senz’altro una cosa bellissima: il jingle di Jimi Hendrix che, senza alcun motivo, la introduce ogni sera. 4.5

Il Fatto Quotidiano, 17 febbraio 2012

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/02/17/pagelle-sanremo/191904/

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[Sanremo 2012] Le pagelle e i giudizi Empty Re: [Sanremo 2012] Le pagelle e i giudizi

Messaggio Da camila Ven 17 Feb 2012, 12:58

Venegoni

Arisa / Josè Feliciano - voto: 8
CHE SARÀ La voce dell'antico aedo non ha perso smalto; ritorna come una cartolina illustrata miracolosamente conservata dal 1971, quando il brano di Jimmy Fontana arrivò secondo al Festival con lui e i Ricchi e Poveri, volando poi in giro per il mondo. La voce di Arisa è qui pleonastica quanto indispensabile al regolamento, ma svolge il suo compito con grazia e senso storico.

Emma / Gary Go - voto: 7
IL PARADISO Emma predilige le canzoni drammatiche o comunque di tinte forti, che giudicherà più adatte al suo temperamento passionale. Ma ascoltata nella lievitá lisergica di questo brano che fece il successo di Patty Pravo, l'interprete rivela un coté allegro e trascinante che rischiara la sua figura di ragazza, a fianco dello stellino britannico Gary Go.

Carone / Mads Langer /Dalla - voto: 7
ANEMA E CORE Si sarà divertito Lucio Dalla, a prendere questi due ragazzi speranzosi e trasformarli in crooner acerbi sotto la sua navigata direzione al riparo del pianoforte. Se, come futuro crooner, il danese Mads Langer ha comunque una marcia in più del cantautore di Amici, l'avventura si è rivelata piacevole (e meno svenevole del repertorio del giovane ospite internazionale).

Dolcenera / Professor Green - voto: 4
VITA SPERICOLATA Il Vate di Zocca si sarà Rivoltato sulla sua pagina Facebook, mentre ascoltava questa oltraggiosa versione di uno dei suoi capolavori, trasformata in canto della lavandaia a gettoni. Urli, strepiti, maltrattamenti dei tasti, e a placare il misfatto il dialogo con il rapper è suonato come il minore dei malii. Anzi, quasi un sollievo (e non trattasi di accanimento personale).

May / Ellis / Fornaciari - voto: 6
UNO DEI TANTI Il successo del vecchio Joe Sentieri riporta in scena l’eliminata Irene, che porta a sua volta in dono al Festival Brian May. Lui però come contropartita ha una sua pulzella da mandar avanti: la bionda Kerry Ellis si sbatte da consumata performer, mette in ombra l’intimidita Irene. Va bene che arriva “We Will Rock You”, con le preziose schitarrate di mr. Queen, ma tutto sa molto di colonia overseas.

Marlene Kuntz / Patti Smith - voto: 9
IMPRESSIONI DI SETTEMBRE Ecco una via più democratica all’approccio. La mitica Patti traduce le Impressioni della PFM in proprie impressioni, l’eliminato Cristiano Godano che ha portato cotanto gioiello è sulfureo compagno di avventura, asseconda e accompagna. Quando scatta “Because the Night” è dedicata all’amore di sempre, il marito scomparso Fred Sonic Smith. E storia e leggenda si mescolano con classe piana.

Noemi / Sarah Jane Morris - voto: 7
AMARSI UN PO' La rossa ragazza quest'anno a nostro avviso un po' sottotono, ha l'occasione di rilanciarsi nel dialogo con la collega inglese, dentro il brano di Lucio Battisti che, antico come il mondo, offre risvolti di occasioni di modernità e nuova ispirazione ad entrambe.

Samuele Bersani / Goran Bregovic - voto: 5
ROMAGNA MIA Un pensiero affettuoso alla sua Terra da parte del cantautore di Gabicce, ma vale più la testimonianza che non il risultato. La divertentissima Orchestra Matrimoni e Funerali del musicista serbo, con anche due eclatanti Voci Bulgare, resta saldamente ancorata al di là dell’Adriatico, e non c'è piadina che tenga. Con tutta la simpatia.

Francesco Renga / Sergio Dalma - voto: 8
IL MONDO Due "Mondo", due stili per coniugare una canzone che nessuno in 40 anni ha mai saputo migliorare. Anche Renga e lo spagnolo Dalma scelgono la strada classica, più virtuosa Renga, più sommessa Dalma. E il Mondo è sempre bello davvero.

Eugenio Finardi / Noah - voto: 8
TORNA A SURRIENTO Un piccolo gioiello, un breve spettacolo di voci dedicate e lontane dal pressapochismo praticato qui e lá in questa serata. L'occasione serve a ricordare i risvolti americani della canzone con Elvis, e a rilanciare la tradizione napoletana come unica accreditata universalmente nel nostro passato. Con due voci così, poi.

Nina Zilli / Skye - voto: 7
GRANDE GRANDE GRANDE. La bella Nina conferma che quest'anno, e forse chissà per quanto, il suo nume ispiratore è Mina. Nella canzone famosissima di Tony Renis, giá gran duetto di Pavarotti con Céline Dion, qui si colgono aspetti più romantici che non virtuosi, forze grazie all'aiuto della deliziosa Skye

Chiara Civello / Shaggy - voto: 6
IO CHE NON VIVO Una coppia improbabile, giusto una scusa per riascoltare "Bombastic" prima del duetto dedicato alla bellissima canzone di Pino Donaggio, frutto delle stagioni più leggendarie del Sanremone. Civello, comunque, sta rieducandosi con calma al pop...

Gianni Morandi - voto: 10
Lunghe e tortuose sono state le prove di ieri, dalle dieci del mattino alla vigilia della cena. Morandi non ha mai abbandonato il palco, ha chiesto alle principali star straniere un "regalo" per il pubblico della serata, ha rassicurato gli insicuri, consigliato gli spersi, coccolato i più giovani, cantato con gli smarriti.

http://multimedia.lastampa.it/multimedia/sanremo/lstp/119408/

ha dimenticato Giggi-Bertè e Matia? :uhm:

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[Sanremo 2012] Le pagelle e i giudizi Empty Re: [Sanremo 2012] Le pagelle e i giudizi

Messaggio Da Ospite Sab 18 Feb 2012, 10:01

Le pagelle, in duetto i voti salgono

Noemi supera tutti con Gaetano Curreri
17 febbraio, 23:35

di Paolo Biamonte

SANREMO - In duetto i voti salgono, ma non per tutti.

- E' stata una scelta felice per Noemi chiamare Gaetano Curreri a duettare in Sono solo parole, che anche in questa versione più intimistica e più costruita sulle dinamiche dimostra di essere un bella canzone. Perfetto l'affiatamento tra i due con Curreri, uno che la sa lunga, al servizio dell'esecuzione. 7 1/2

- Per risollevare le sorti di Nanì ci vorrebbe un effetto speciale stile Transformer. Pierdavide Carone e Lucio Dalla hanno chiamato Gianluca Grignani che, diligente, ha fatto il compitino. 4

- La canzone, Ci vediamo a casa, è quella che è, Dolcenera la canta come se dovesse affrontare un duello in un cortile e stasera ha coinvolto Max Gazzé, uno che ama le sfumature e che se l'é cavata armonizzando la voce. Per dir così, "di tecnica". 5

- Ho visto cose che voi umani … ma chissà se al di là dei bastioni di Orione hanno visto la performance di Gigi D'Alessio e Loredana Berté insieme a Dj Fargetta. D'Alessio discotecaro é davvero qualcosa che va ben al di là della cronaca. Respirare versione techno dance, con un mare di ballerini e break dancer ci riporta ai fasti dei Sanremo con il povero Mino Reitano. 4

- Salvate Chiara Civello. Bisognerebbe lanciare una petizione per lasciarla cantare in pace. Ieri, poverina le hanno affibbiato Shaggy, stasera Francesca Michielin, vincitrice di X Factor. Possibile che non si possa trovare un partner alla sua altezza? Lei è bravissima, nonostante un pezzo privo di qualità. Quanto alla Michielin, si può solo sperare che il suo X Factor stasera sia stato soffocato dall'emozione. 5

- Samuele Bersani ha chiamato Paolo Rossi per rileggere Il pallone. I due, con le scarpe da calcio ai piedi, hanno "fatto coppia" in un brano molto adatto al Paolo Rossi cantante. 6

- Peppe Servillo ha dato un tocco di nobiltà a Tu lo chiami Dio, il brano non irresistibile di Eugenio Finardi, dandogli quel sapore teatrale che è un po' il suo marchio di fabbrica. Ad arricchire la performance la sezione d'archi dei ragazzi del progetto integrazione del conservatorio di Milano. 6

- Nina Zilli ha chiamato accanto a se il suo vecchio amico Giuliano Palma. Per sempre è un pezzo d'atmosfera lontanissima dal clima rocksteady cui è abituato Palma e la Zilli stasera è stata al di sotto delle sue possibilità. Chi suona sempre da fuoriclasse è Fabrizio Bosso, trombettista ospite. 6

- Insieme a Mauro Giovanardi e con la complicità di Mauro Pagani, per stasera di nuovo violinista, Arisa ha dato una veste più elegante ed intensa a La Notte, veramente valorizzata da questa versione. 7

- Emma è candidata alla vittoria e per non correre rischi ha chiamato a duettare un'altra ex star di Amic, Alessandra Amoroso. Non è l'inferno è scritto su misura per la grinta che non fa prigionieri di Emma e l'implacabile melodramma della Amoroso. 5

- Per esibirsi con i Matia Bazar Platinette è tornato Maurizio Coruzzi, senza trucco. Prima voce recitante poi anche cantante in Sei tu: molto più sobrio lui di Silvia Mezzanotte.. 5

- Buona l'idea di Francesco Renga di chiamare accanto a se il coro Scala e Kolacny Brothers, celebre perché specializzato in un repertorio rock. La tua bellezza ha acquistato un tono diverso, molto meno muscolare, dando di Renga un'immagine diversa. 7.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/spettacolo/2012/02/17/visualizza_new.html_100540275.html

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