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[Sanremo 2013] Marco va in Riviera 2 - Articoli e Interviste

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Messaggio Da Delilah Mer 20 Feb 2013, 22:57

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Messaggio Da M&M Mer 20 Feb 2013, 23:22

Scusate ma l'articolo di vanity fair è in edicola o me lo sono perso?
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Messaggio Da Delilah Gio 21 Feb 2013, 08:59

Da DIPIU

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Messaggio Da Delilah Gio 21 Feb 2013, 09:01

Da Oggi

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Messaggio Da Delilah Gio 21 Feb 2013, 09:17

Da TuStyle

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Messaggio Da Delilah Gio 21 Feb 2013, 09:25

C'era anche questa foto di Chi:

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Messaggio Da Delilah Gio 21 Feb 2013, 09:28

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Messaggio Da Delilah Gio 21 Feb 2013, 10:40

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Da Chi
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Messaggio Da Paz i Enza Gio 21 Feb 2013, 11:22

http://networkedblogs.com/IxktG

MARCO MENGONI A DM: LA GIURIA DI QUALITA’ PER EQUILIBRARE FENOMENI LEGATI AL MOMENTO E ALLA POPOLARITA’

Non un’intervista ma un veloce scambio di battute con Marco Mengoni che abbiamo rintracciato durante le registrazioni in studio, dove fervono i preparativi per il nuovo album in uscita a marzo. Ecco cosa ci racconta il vincitore del 63esimo Festival di Sanremo…

Come hai festeggiato sabato?
Facendo un sacco di interviste. Poi mi sono rilassato un momento, perchè sapevo che da lunedi sarei tornato in studio.
Dopo la vittoria hai detto: “In fondo le canzoni di musica leggera devono essere giudicate dal popolo, l’unico che può farlo”. Qual è stato secondo te il senso della giuria di qualità?
Forse quello di equilibrare i fenomeni legati solo al momento e alla popolarità.
A volte dei fanclub particolarmente attivi possono falsare la percezione reale del popolo?
Falsare la percezione reale della gente quando il fanclub è fatto dalla gente mi sembra un po’ un controsenso. Devo però ringraziare tutte le persone che mi hanno sostenuto e che mi sostengono. Quello che hanno fatto per me è meraviglioso, sono il mio premio da 4 anni.
A Domenica In parlavi di un tuo nuovo modo di scrivere nato da esperienze di vita. Quali?
Ho un nuovo team di lavoro, un nuovo produttore Michele Canova, con cui mi trovo benissimo e con cui stiamo ultimando il nuovo disco che uscirà a marzo. Non rimpiango nulla del passato perchè mi ha fatto diventare la persona che sono, ma sono molto felice delle scelte che ho fatto oggi.
Descrivi la tua giornata tipo…
Per esempio oggi: sono arrivato in studio e ci sto fino a quando ho finito. Sono un perfezionista.
Rappresenterai l’Italia all’Eurovision Song Contest. La vedi come una manifestazione prestigiosa?
Si, credo che sia un grande privilegio e una possibilità di fare sentire la nostra musica oltre confine.
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Messaggio Da Therese Gio 21 Feb 2013, 11:32

http://www.balarm.it/articoli/giuseppe-la-spada--siciliano-e-art-director-di-mengoni.asper
il Festival di Sanremo Marco Mengoni vince con "L'essenziale". A trionfare per la vittoria all'Ariston anche il suo art director, il siciliano Giuseppe La Spada
Giuseppe La Spada, siciliano e art director di Mengoni
di FEDERICA VIRGA

Sessantatre edizioni. Il solito teatro. Tanta musica, ma un solo vincitore. Quest’anno nel palco dell’Ariston a Sanremo, per il Festival della Canzone italiana, ad innalzare il leone d’oro rampante su palma, è un figlio di casa X-Factor, Marco Mengoni. “L’essenziale” è già in vette alle classifiche d’ascolto. Ma ad esultare, non è stato soltanto il neo eletto vincitore. Il regista del video della canzone premiata alla kermesse nella città dei fiori è il digital artist Giuseppe La Spada, siciliano della provincia di Messina, per l’esattezza di Milazzo.

Una collaborazione che affonda le radici in un elemento della natura, l’acqua. Un po’ bizzarro forse, pensare che l’acqua possa fare da collante a due universi un po’ diversi. Ma Mengoni fu da subito affascinato dagli scatti di La Spada, tanto da non mostrare la minima esitazione nel voler intraprendere un percorso lavorativo con lui. Ed è così che nasce il videoclip di “L’essenziale”, uno scorcio intimista sulla vita dell’autore, una sorta di ritorno alle origini in cui è lo stesso Marco ad essere quasi spiato, osservato in un momento di riflessione.

«Appena ho letto il testo non ho avuto dubbi - racconta Giuseppe La Spada -. Mi è sembrato giusto raccontare attraverso delle immagini una canzone che da subito mi ha colpito. Una sorta di fuga dal mondo in cui viviamo, un’evasione fatta di disegni, di musiche al pianoforte, di acqua. Perché è proprio l’acqua l’elemento essenziale di riconduzione al principio della vita». Un video che si cuce addosso perfettamente al significato stesso della canzone, per una ricostruzione scenica molto poetica.

E forse è proprio grazie al video che si realizza una sorta di metafora della vita dello stesso cantante, in questo momento di trasformazione. Adesso che smette i panni di personaggio rock pop un po’ ribelle e stravagante, per indossare quelli più posati in una versione più intimista del personaggio. Proprio questo lato riflessivo ha colpito l’art director siciliano che, sulla scia della poetica, con particolare riferimento all’acqua, ha tessuto il suo intero stile narrativo. In fondo è come fosse un marchio di fabbrica, uno di quelli che ti si imprime indelebile sulla pelle.

«Per me “l’essenziale” è lavorare su progetti che siano di qualità - ci confida La Spada -. Se mi avessero proposto qualcosa che avrebbe potuto snaturare il mio lavoro non avrei accettato». Si definisce un’esteta del gusto, nonché attento osservatore dell’ambiente. Uno dei suoi progetti, infatti, “Kizuna”, è volto a recuperare fondi per la ricostruzione del Giappone. Vanta collaborazioni con Marina Abramovic e Christian Marclay, due artisti con cui ha allestito una mostra sull’acqua; tra i vari riconoscimenti anche il “Webby Awards”, considerato l’Oscar del web.

Ma a corollario di tutto, ciò che ci incuriosisce sapere è perché e come nasce questo legame con l’acqua. «Sono un siciliano, sono nato, cresciuto in un paesino in provincia di Messina, anche se le contingenze della vita mi hanno portato a vivere fuori. Raccontare di mondi attraverso l’acqua mi fa sentire sempre vicino alla mia terra, una terra in cui questo elemento è fondamentale per la descrizione dei luoghi e anche delle persone stesse. Ho in mente di scrivere un libro, proprio sulla Sicilia. Senza trascurare, ovviamente, ciò che l’acqua che abbraccia quest’isola rappresenta per essa stessa e per noi».


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Messaggio Da trixi Gio 21 Feb 2013, 12:47



Mi pare che questo non c'era. Niente di che ma è sempre bello rivedere la proclamazione sorriso
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Messaggio Da camila Gio 21 Feb 2013, 14:38

SANREMO 2013, ELEONORA ABBAGNATO CONTRO LA GIURIA DI QUALITA’: SPINGEVANO TUTTI PER ELIO E LE STORIE TESE

Una ballerina fuori dal comune; una voce (e un voto) fuori dal coro. L’etoile Eleonora Abbagnato, reduce dall’esperienza sanremese in giuria di qualità, si allinea al volere del popolo televotante ed “attacca” i suoi colleghi al Festival di Sanremo, rei di aver ostacolato fino all’ultimo la vittoria di Marco Mengoni (leggi qui le dichiarazionia DM del cantante). La querelle sui talent, dunque, ha creato più di un malcontento anche, e soprattutto, dietro le quinte della kermesse:

“Sono felice per Marco, se lo merita. La sua canzone è la più bella e poi l’interpretazione che ha fatto venerdì sera del brano di Luigi Tenco ‘Ciao amore ciao’ mi ha fatto venire i brividi”. Dichiara la ballerina a Novella 2000, confessando di essere stata la sola a votare per Mengoni: “Spingevano tutti per Elio e le Storie Tese. Per carità, bravissimi, ma io ho votato con il cuore. E poi largo ai giovani”.

Dispiaciuta anche per l’esclusione de Il Cile nella finale tra i giovani (“visto che nessuno come lui rappresenta meglio in Italia il futuro dei cantautori” dice), Eleonora Abbagnato solleva più di un dubbio sull’operato della giuria di qualità; senza, però, andare a fondo. La sua la considera un’esperienza unica… in quanto non si ripeterà mai più:

“Presenziare in giuria di qualità è stato molto faticoso. Ci sono continue riunioni ed è una bella lotta. Soprattutto per una come me che si lascia guidare dalle emozioni, come il pubblico a casa, senza fare troppi calcoli. Una cosa è certa: non lo farò mai più“.

Saranno “felici” i compositori Nicola Piovani e Rita Marcotulli, Neri Marcorè/Beppe Fiorello (hanno sostituito all’ultimo Carlo Verdone rispettivamente nella quarta e nella quinta seconda serata), lo scrittore Paolo Giordano, Serena Dandini, la musicista Cecilia Chailly, il giornalista Stefano Bartezzaghi, Nicoletta Mantovani, il dj e produttore Claudio Coccoluto che, insieme alla ballerina, hanno composto la giuria di qualità di Sanremo 2013.

http://www.davidemaggio.it/archives/71005/sanremo-2013-eleonora-abbagnato-contro-la-giuria-di-qualita-spingevano-tutti-per-elio-e-le-storie-tese
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Messaggio Da Therese Gio 21 Feb 2013, 17:37

Articolo interessante...su Marco e il festival in generale...[Sanremo 2013] Marco va in Riviera 2 - Articoli e Interviste - Pagina 10 500248
Sanremo 2013: contemporaneità musicale contro i (soliti) dotti medici e sapienti
“Il re è morto? Lunga vita al re!”: questo è sembrato l’urlo esploso dalle truppe radical-chic come ogni anno accorse al capezzale del Festival. Che, però, quest’anno ha riservato loro un’amara sorpresa: l’inatteso vigore profuso dalla musica dei più giovani e da quei rivoluzionari dei social networks

Se è vero che ogni travestimento è in realtà un ritratto, abbiamo qualcosa su cui riflettere. Anche quest’anno, infatti, si è celebrato il rito pagano in cui il Paese, specchiandosi nella gaia e canterina fontana sanremese, un po’ si rimira e un po’ si prende in giro.
Ad una settimana da importanti consultazioni elettorali, con il soglio papale vacante e la peggior crisi economica dal dopoguerra, il Festival ha assolto con inconsueta tempestività la sua funzione di rassicurante porto per l’emotività nazionale.
Quest’anno la direzione artistica ha dichiarato di voler applicare un criterio di contemporaneità per la scelta dei brani partecipanti, aprendo così l’accesso a cantautori già apprezzati (Silvestri, Cristicchi, Gazzè), gruppi storici nell’ambito indipendente ma sconosciuti o quasi al grande pubblico (Almamegretta, Marta sui Tubi), giovani esponenti del pop nostrano (Mengoni, Scarrone, Galiazzo, ad Elio e le Storie Tese, geniali rappresentanti di se stessi, così come ad artisti dall’allure più sofisticata Malika, Gualazzi) o dalla vena veracemente melodica Maria Nazionale.
La possibilità per i partecipanti di presentare due brani, di cui uno solo sarebbe stato promosso dal pubblico mediante il televoto, apriva ulteriori ventagli di possibilità in cui – per una sera – ogni artista avrebbe gareggiato solo con se stesso.
Già qualcuno alla vigilia si lamentava più o meno apertamente che, mancando una competizione serrata, senza il tiro al piccione dell’eliminazione, il Festival sarebbe stato meno interessante, dato che nel nostro patrimonio genetico ancor prima dell’incensare i vincitori è stampato il gusto di infierire sui perdenti.

Ma le truppe scelte degli opinionisti e le vestali del buon gusto musicale, che per l’occasione tolgono il peplo dalla naftalina, avevano già un altro bersaglio che stava per mostrare il petto sul palco dell’Ariston, come le paperelle del tirassegno del luna park: i più giovani, quelli che con un brano si giocano la carriera e che vengono in quello storico teatro a mostrare di che pasta sono fatti.
Perché ai giovani, si sa, il cammino va ostacolato, vanno messi in soggezione, confrontati perennemente con i grandi del passato. Vanno – finché si può – trattati da cretini e possibilmente messi a tacere con ludibrio. Quando poi, da qualche anno a questa parte, molti di loro hanno iniziato la loro strada in un talent-show televisivo, quale che sia, l’anatema è totale, e solo l’insulso adeguamento alle leggi moderne impedisce che venga loro impressa sulla fronte una T rossa, marchio d’infamia e monito al pubblico ignaro che potrebbe anche apprezzarli per quello che valgono.

Al Festival ci sono state canzoni poco interessanti su cui sono scivolati interpreti di rango, come Malika; scimmiottamenti dei bei tempi andati che non hanno convinto nessuno, come nel caso di Simona Molinari e Peter Cincotti; brani convincenti per le tematiche o per l’atmosfera, citerei Almamegretta, Silvestri e Mengoni, e sorprese più o meno annunciate come Marta sui Tubi ed Elio e le Storie Tese.
Non c’è stata la nuova Volare, non si è ripetuto il miracolo di Almeno tu nell’Universo ed il perfetto connubio tra autore ed interprete come nel caso di Quello che le donne non dicono. Anzi, i brani delle penne più famose (Sangiorgi, Nannini, Bianconi) non hanno destato entusiasmo.C’è stato un buon livello generale, si sono sentiti degli arrangiamenti accurati e non tesi a strappare l’applauso, e sicuramente una buona metà dei pezzi avrà vita non effimera, a cominciare – come è giusto – da quello che ha vinto.
Eppure c’è stata una canzone che ha fatto incetta di premi, a cominciare dal prestigioso Mia Martini, il Premio della Critica, a quello per il miglior arrangiamento, al Premio Della Stampa fino al secondo posto in classifica: la brillante Canzone Mononota di Elio e compagni, che dopo averla spuntata sulla assai meno interessante Dannati forever ha attraversato il Festival come un arguto carro carnevalesco zeppo di citazioni ed ironicamente autocelebrativo.
Ma, si sa, sono gli Elii, una premiata ditta che dal 1980 unisce sberleffo e provocazione ad una sbalorditiva capacità musicale. Una certezza. Ed infatti su Elio si sono catalizzati i favori della critica e del pubblico che ama sentirsi definire “colto”, che guarda il Festival per puro caso e che magari sa anche leggere la musica
Le gloriose cariatidi, l’apparato intellettuale che “dopo John Lennon non c’è stato più niente” si è stretto intorno ad Elio come il general Cadorna intorno alla bandiera, arrivando a scrivere che vedere Mengoni davanti ad Elio era “una vergogna nazionale” quando Dio solo sa se in Italia di vergogne non ce ne sia un folto assortimento.

La Canzone Mononota è un pezzo delizioso, un vero divertissement che durante uno spettacolo può costituire un piatto goloso per i palati più esigenti, ma aveva veramente bisogno del Festival di Sanremo per avere il successo che merita? Avevano bisogno i bravissimi Elii di montare un mini-show con parrucche e travestimenti entrando in competizione come un rutilante bulldozer contro chi si presentava col pianoforte, con la chitarra o solo con la voce?
Viviamo in un paese in cui alle piante robuste e già ben radicate vengono riservati il concime migliore, il luogo meglio esposto ed ogni cura, mentre i giovani arbusti se la devono cavare spuntando dove capita e vedendosela con siccità e parassiti. E guai se queste giovani pianticelle provengono da un vivaio che vent’anni fa non esisteva… le loro foglie ed il loro profumo potrebbero essere il risultato di chissà quale pasticcio genetico, vanno tenute fuori per non contaminare la purezza dei nostri giardini con tali obbrobri.
Ma la storia, anche quella leggera e frivola del Festival di Sanremo alla fine la fa la gente che ragiona con la propria testa e segue il proprio gusto. Una percentuale altissima, il 44% di coloro che ha seguito la manifestazione, ha deciso di far valere la propria opinione – spendendo del suo – per portare Marco Mengoni sopra tutti gli altri.Alle vecchie baronesse inorridite da questo degrado dei tempi – fanclub attivi su Facebook, sostegno degli artisti su Twitter e altre piattaforme – non resta che chiudere il catenaccio, tapparsi le orecchie e rimpiangere la lontana gioventù.
Fabio Fazio l’aveva ricordato all’inizio della prima serata: il Festival è uno straordinario momento di incontro popolare in cui vengono proposte a tutti delle canzoni che alleggeriscono la vita e raccontano di noi, che si ascolteranno dappertutto e che potremo cantare dando alla nostra vita un sapore diverso.
E questo L’Essenziale, canzone vincitrice del 63° Festival di Sanremo, lo realizza perfettamente

http://www.musicpost.it/sanremo-2013-e-i-dotti-medici-e-sapienti/3468/


Ultima modifica di Therese il Gio 21 Feb 2013, 17:48 - modificato 2 volte.
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Messaggio Da Paz i Enza Gio 21 Feb 2013, 17:43

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02/21/senso-di-coccoluto-per-sanremo/507748/

Il senso di Coccoluto per Sanremo

Quando lo chiamo, ha appena finito di discutere su twitter con una fan di Annalisa. E lui, Claudio Coccoluto, una vita a far ballare la gente in ogni angolo del mondo, lo racconta quasi divertito. Scorie dell’ultimo Festival di Sanremo, dove il dj era presente come membro della giuria di qualità. Quel gruppetto radical chic presieduto da Nicola Piovani, per intenderci. L’ho chiamato con la speranza che mi racconti qualcosa di torbido, strano, scorretto nelle votazioni. E invece no, niente di anomalo. Non stavolta, non nel Sanremo targato Fazio. Altre volte, invece, il giurato Coccoluto aveva avvertito un’aria diversa: “E’ stata la mia terza volta, e le due giurie precedenti, con Pippo Baudo alla conduzione, avevano operato in un’atmosfera un po’ più baudesca…, nel senso migliore del neologismo”
Come funzionava il meccanismo di voto?
Era tutto molto preciso e trasparente. Nando Pagnoncelli ci aveva spiegato nei minimi dettagli il modo in cui avremmo espresso i nostri voti e tutto è andato liscio.
Nessuna pressione di manager e case discografiche?
No, niente.
Marco Mengoni ha vinto anche grazie ai voti della giuria. Te lo aspettavi?
Il suo era un tipico pezzo sanremese ma lui è stato bravo. Nella mia classifica era più o meno a metà…E secondo me ha vinto quando ha cantato, molto bene, la canzone di Tenco, perché lì ha convinto anche i più scettici.
E in giuria c’era qualche suo supporter, invece?
Eleonora Abbagnato si è subito dichiarata una mengoniana di ferro.
La potenza di fuoco di Mengoni sui social network è stata impressionante… Movimento spontaneo o marketing organizzato?
Ho cercato di capirlo anche io. Ma di sicuro, Justin Bieber a parte, non è si è mai vista una cosa del genere, almeno in Italia.
Vittoria del televoto, quindi?
Anche. Ma bisogna dire che in questa edizione del Festival si è premiata molto la teatralità delle esibizioni, live act Elii a parte (che non sono neanche classificabili per statura). Mengoni in questo è bravissimo. Ma anche Gazzé è stato efficace. Per non parlare di Al Bano e delle sue flessioni…
La performance più efficace del talento?
Non solo, ma sicuramente ha contato anche quella. Ti faccio un esempio: adoro Malika Ayane, ma sul palco è stata poco incisiva, rispetto al contesto dello show nel totale.
Un po’ fredda?
Esatto. Va bene essere sofisticata ma se esageri ti allontani dalla gente, parliamo di una serata su RaiUno!
La componente teatrale ha trionfato anche tra i giovani.
È vero. E sinceramente, dopo aver conosciuto Antonio Maggio qualche giorno fa, posso dirti che sono contento che abbia vinto lui.
Una vittoria su tutta la linea dei talent. Che ne pensi?
Sono una realtà, ormai. Rappresentano una gavetta compressa per tempo e contenuti. Aiutano a far fiorire in fretta il talento. Ma il rischio è che non regga il primo impatto con il grande pubblico.
Un po’ quello che è successo a Chiara…
Per quanto riguarda Chiara, hanno inciso molto anche i brani. Se hai una potenziale Adele, non puoi mortificarla con pezzi alla Giusy Ferreri.
Restiamo in tema talent. Che pensi del pubblico del talent, abituato al televoto e che ha condizionato la gara?
La parte negativa dei talent è l’aggressività del pubblico. I fan diventano tifosi, che appoggiano il loro idolo a prescindere. Bisognerebbe far capire loro che la musica non è sempre una gara.
A proposito di gara, i Modà si sono lamentati molto per come è andata a finire…
Il caso dei Modà è singolare. Risultano antipatici a un sacco di gente. La mia TL su twitter, durante le serate del Festival, era piena di gente che voleva che perdessero ad ogni costo, cosa che me li ha resi più simpatici, personalmente.
Che ne pensi del tentativo di Fabio Fazio di mischiare la musica pop con la musica d’arte?
Mi è piaciuto molto. E l’intervista al maestro Harding è stata il manifesto di questo Sanremo: Verdi e Wagner possono davvero convivere con la musica pop.
Eppure in gara c’erano molti artisti di nicchia…
E’ vero. Molti cantanti credono che vendere dischi, e quindi diventare commerciali e popolari, sia una colpa. Eppure dietro il successo nella musica c’è una fatica bestiale. Servono sensibilità e intuito.
Bisognerebbe spiegarlo a Gazzè, Cristicchi, Silvestri, eccetera…
Ma lo sanno perfettamente anche loro! Daniele Silvestri ha detto una cosa molto divertente quando ha scoperto di essere nono nel televoto: “Non starò diventando troppo popolare?”
Vuoi dire qualcosa ai fan di Annalisa che continuano ad attaccarti su Twitter?
Ma no, cosa devo dire. Semplicemente la canzone non mi è piaciuta. Se poi venderà un sacco di dischi, sarò contento per lei. Però, ragazzi, sbranatevi pure per i vostri idoli, se vi va. Ma tornate a discutere di musica, come si faceva quando ero ragazzo al bar, e litigavo con i sostenitori dei cantautori. Una discussione utile, perché porta alla contaminazione. La musica non è fatta a compartimenti stagni.
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Messaggio Da Delilah Ven 22 Feb 2013, 00:21

dalle pagelle del Messaggero Veneto

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Messaggio Da Delilah Ven 22 Feb 2013, 00:25

Da Trentino

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Messaggio Da camila Ven 22 Feb 2013, 10:36

http://blog.leiweb.it/visto/2013/02/21/intervista-a-marco-mengoni-vincitore-del-festival-di-sanremo-2013-le-vicende-giudiziarie-dei-due-ex-di-uomini-e-donne-marco-stabile-e-fabiano-reffe-la-storia-della-famiglia-di-sasha-donatelli-ex-di/

L’immagine è di qualche giorno fa ma è ancora nitida, forte e indelebile: Marco Mengoni si presenta davanti ai giornalisti con l’aria un po’ smarrita. L’emozione è a mille perché si è da poco conclusa una delle sue avventure più importanti e travolgenti, una notte magica che difficilmente potrà cancellare dalla mente: la conquista del Festival di Sanremo. Che per Marco significa guardare avanti, ripartire dal punto più alto dopo un periodo di silenzio durante il quale ha elaborato nuovi progetti, scritto canzoni, pensato al futuro, quello di oggi.
Marco a chi dedichi questa tappa della tua carriera? «A quelli che lavorano con me, a quelli che mi sostengono, che sono vicini e credono in me, i fan che soffrono e gioiscono, mi abbracciano con il loro calore e non mi abbandonano mai. E poi voglio dedicare questa vittoria soprattutto a Luigi Tenco. Quando ho cantato la sua Ciao amore ciao nella serata degli omaggi alle canzoni di Sanremo che hanno fatto la storia, mi sono venute le lacrime agli occhi».
Che cosa rappresenta per te quella canzone? «Ha un significato profondo. Parla di un uomo che si trova in una società che non è fatta per lui nella quale si sente inadeguato. Così sceglie di partire lasciandosi dietro tutto, lascia un paese e va in una città. Ma si sentirà comunque solo. È un testo nel quale mi ritrovo. Mi è venuto in mente, quando ho visto il filmato di questa canzone interpretata da Dalida, il dramma di quella vita. Che è dentro e fuori la canzone. E l’ho cantata come se fossi davvero dentro quella storia, quel viaggio da un paese alla città che anch’io ho fatto. Ho ricevuto anche messaggi dalla famiglia di Tenco che mi ha ringraziato per l’intensità dell’interpretazione. Mi ha fatto un piacere immenso. Vorrebbero incontrarmi e lo farò volentieri.
Tutte le speranze, le fatiche, le attese e le illusioni di chi fa questo mestiere vengono ripagate in momenti come questi: riuscire a trasmettere agli altri le stesse emozioni che vivi tu, condividerle. Per questo bisogna fare ciò in cui si crede, soprattutto in questo lavoro così precario. Vale sempre la pena di lanciarsi».
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Messaggio Da Delilah Ven 22 Feb 2013, 12:43

SANREMO 2013, ANCHE BEPPE FIORELLO CRITICA LA GIURIA DI QUALITA’: NON ERAVAMO ADATTI

Marco Mengoni a DM l’ha definita una sorta di elemento per equilibrare i fenomeni legati
solo al momento e alla popolarità, mentre Eleonora Abbagnato non ha più
intenzione di prenderne parte. E’ la giuria di qualità del Festival di Sanremo 2013 a finire nell’occhio del ciclone, più del tanto chiacchierato televoto. E dopo l’accusa della ballerina, un altro giurato alza bandiera bianca; si tratta di Beppe Fiorello, in giuria nella serata finale della kermesse (in sostituzione di Carlo Verdone):

<blockquote>
“Con gli altri giurati ci sono state diverse discussioni – ha rivelato l’attore a Novella 2000 – Alla fine, mi sono scocciato e ho detto che avrei votato seguendo le mie emozioni,
scegliendo la canzone e l’artista che preferivo. Della stessa mia idea
era Eleonora Abbagnato. Anche se credo che al dunque nessuno di noi
abbia votato per Mengoni”
.

</blockquote>
Ed invece, come lei stessa ha ammesso, è stata proprio l’etoile
la sola a scegliere quello che, da lì a poco, sarebbe stato proclamato
vincitore. E Beppe Fiorello, a tal proposito, fa dura autocritica e
promuove nuovi criteri di selezione nel comporre una giuria di qualità
che sia realmente competente ed imparziale:



<blockquote>
“(…) non eravamo le persone adatte a ricoprire questo ruolo. Io la giuria l’avrei composta con più qualificati artisti stranieri: avrebbero dato un tocco internazionale al Festival che rischia di diventare sempre ‘troppo’ italiano”.

</blockquote>
E anche la gara, secondo lui, va rivista. A cominciare dalle categorie, non più due ma tre:

<blockquote>
“I Big, i Contemporanei e i Giovani.
Nei Big farei partecipare nomi come Pino Daniele, Zucchero, Jovanotti,
Laura Pausini, Eros Ramazzotti. Poi nei Contemporanei metterei artisti
come Silvestri, Irene Grandi, Tiziano Ferro, Modà. Infine i veri
Giovani, quelli che non si conoscono”
.

</blockquote>
Idee da direttore artistico, magari piazzando il fratello alla conduzione. Mica male… Fazio-bis permettendo.
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Messaggio Da Ospite Sab 23 Feb 2013, 02:26

Se lallero Beppe!! risata

A sparare nomi e propositi per il Festival sono tutti buoni...
Poi quando vai al dunque e lo organizzi e ti accorgi che i Big tipo Ferro o Pausini non ci vanno, l'audience te la portano i ragazzi dei talent e le case discografiche rompono l'anima, voglio vedere...

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Messaggio Da carabottino Sab 23 Feb 2013, 16:34

Sabato 23 Febbraio, 2013
CORRIERE DELLA SERA
©️ RIPRODUZIONE RISERVATA

Doppiopetto a due bottoni con camicia «ton sur ton» Il nuovo look di Mengoni (senza più paillettes)




Q uando è emerso come vincitore di X-Factor, nel 2009, Marco Mengoni aveva già la voce da futuro vincitore di Sanremo ma il look era ancora confuso: giubbini di pelle con le zip, bracciali in abbondanza fino agli avambracci, t-shirt con grande foulard e borsalino, spalle borchiate, paillettes. Ma a Sanremo 2013 Mengoni ha dimostrato che a volte l'abito fa il cantante: sempre in giacca e cravatta, sempre in Salvatore Ferragamo con look per lui studiati dal direttore creativo del marchio Massimiliano Giornetti. Certo il glitter andava rottamato ma d'altra parte non avrebbe avuto senso ingessare Mengoni — trentatrè anni compiuti da poco — nel classico abito nero standard. Ecco la soluzione: il doppiopetto due bottoni e la camicia e cravatta «ton sur ton», un colore diverso per ogni serata. Per quella di apertura doppiopetto a due bottoni blu inchiostro con camicia, cravatta e scarpe ton sur ton, per la seconda altro doppiopetto a due bottoni ma bordeaux, sempre con camicia, cravatta e scarpe ton sur ton. E per la serata finale abito color aubergine con revers sciallati, e camicia, cravatta e scarpe ton sur ton.
Soltanto per la terza esibizione — la serata delle cover dei grandi successi del passato — l'unico look davvero classico del suo Sanremo: abito nero tre pezzi con revers a scialle, camicia bianca, cravatta nera, scarpe di vernice nera.
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risata risata risata risata trentatrè anni compiuti da poco risata risata risata
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Messaggio Da ziggy Sab 23 Feb 2013, 16:50

carabottino ha scritto:Sabato 23 Febbraio, 2013
CORRIERE DELLA SERA
©️ RIPRODUZIONE RISERVATA

Doppiopetto a due bottoni con camicia «ton sur ton» Il nuovo look di Mengoni (senza più paillettes)




Q uando è emerso come vincitore di X-Factor, nel 2009, Marco Mengoni aveva già la voce da futuro vincitore di Sanremo ma il look era ancora confuso: giubbini di pelle con le zip, bracciali in abbondanza fino agli avambracci, t-shirt con grande foulard e borsalino, spalle borchiate, paillettes. Ma a Sanremo 2013 Mengoni ha dimostrato che a volte l'abito fa il cantante: sempre in giacca e cravatta, sempre in Salvatore Ferragamo con look per lui studiati dal direttore creativo del marchio Massimiliano Giornetti. Certo il glitter andava rottamato ma d'altra parte non avrebbe avuto senso ingessare Mengoni — trentatrè anni compiuti da poco — nel classico abito nero standard. Ecco la soluzione: il doppiopetto due bottoni e la camicia e cravatta «ton sur ton», un colore diverso per ogni serata. Per quella di apertura doppiopetto a due bottoni blu inchiostro con camicia, cravatta e scarpe ton sur ton, per la seconda altro doppiopetto a due bottoni ma bordeaux, sempre con camicia, cravatta e scarpe ton sur ton. E per la serata finale abito color aubergine con revers sciallati, e camicia, cravatta e scarpe ton sur ton.
Soltanto per la terza esibizione — la serata delle cover dei grandi successi del passato — l'unico look davvero classico del suo Sanremo: abito nero tre pezzi con revers a scialle, camicia bianca, cravatta nera, scarpe di vernice nera.
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risata risata risata risata trentatrè anni compiuti da poco risata risata risata


risata risata risata risata risata non fateglielo leggere ...... risata risata se no lo vredremo farsi il bagno qui [Sanremo 2013] Marco va in Riviera 2 - Articoli e Interviste - Pagina 10 Incaro10 risata risata risata
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Messaggio Da mafalda Sab 23 Feb 2013, 17:00

33 "appena" compiuti risata risata risata

Certo definire l' abito dell' ultima sera color "aubergine" e non melanzana è molto più elegante snob

Riguardo Zucchero, grandissimo artista , ma vorrei ricordargli che ultimamente ha scalato le classifiche con una cover, Guantanamera, quindi sul percorso dei talent e sulle voci uguali, lui, in questo momento , farebbe bene a tacere spia
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Messaggio Da Ospite Sab 23 Feb 2013, 17:34


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Messaggio Da Guenda Sab 23 Feb 2013, 17:49



Ultima modifica di Guenda il Sab 23 Feb 2013, 17:56 - modificato 1 volta.
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