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Messaggio Da Kaiser Mer 19 Feb 2014, 10:08


18/02/2014
Sanremo 14, le vecchie care pagelle
Per gli eroi della prima serata Big


MARINELLA VENEGONI
ARISA: "Lentamente", "Controvento". Voto: 7
Lo strano incontro tra Arisa e l’autrice Cristina Donà si risolve, nel primo brano, in un rarefatto reperto di modernariato Anni ‘50, e qui Arisa interpreta benissimo (anche se con molta fifa) lo spirito che contamina le epoche. Più banalotta, ma più moderna e appiccicosa, "Controvento" abbraccia l’elettronica: però sempre nella prudenza dell’interprete che, abbandonati definitivamente certi simpatici atteggiamenti freak, sembra ormai mirare al mainstream più consolidato. Inevitabilmente, ha vinto la più facile.


FRANKIE HI-NRG : "Un uomo vivo", "Pedala". Voto : 8
Il prototipo del rap italiano è ora un uomo, e cambia passo. Niente più proclami, ma sentimenti anche dolorosi, rielaborati con forza vitale nella casa ormai vuota dei genitori scomparsi, nella lucida "Un uomo è vivo" dove spunta pure un accenno di canto. Poi, le divertenti e acute metafore tessute in reggae e con trombe messicane, quando poi sale sulla bicicletta, i cui complessi meccanismi singoli o sinergici diventano fermata e movimento, come nella società. C’è un notevole lavoro chirurgico nel testo, sotto lo slogan così attuale: "L’hai voluta tu la bicicletta..." (e dunque pedala con il 74% dei voti).





ANTONELLA RUGGIERO: "Quando balliamo", "Da lontano". Voto: 9
Un'interprete che assomma nella sua lunga storia professionale leggerezze pop e studi rigorosi, a volte anche troppo. Eterea e sempre un po’ irraggiungibile, da quella ferrea protagonista che è, la Ruggiero mostra una vocalità rinnovata che conquista anche i non adepti. Con atmosfere un po’ lente per le orecchie giovanili, venate di lieve malinconia, dipinge una idea tenera di consolidato amore agé che piacerebbe al Papa; il secondo pezzo è più un esercizio di stile, ma non si può rimanere indifferenti di fronte a tanta grazia, evidente frutto di studio e rigore immutati nei decenni. Poi, come ormai si è capito, vince sempre il pezzo meno impegnativo, cioè il secondo.


RAPHAEL GUALAZZI & THE BLOODY BEETROTS: "Tanto ci sei", "Liberi o no". Voto: 7.
Pazzesco, gli italiani hanno preferito il gospel alla canzone da discoteca, finora avevano votato tutti la seconda canzone che era la più facile. Inossidabile a un anno dal suo Sanremo importante ma poco compreso, Gualazzi stasera ha arruffato le idee in un imprevisto confronto elettronico con il minuscolo DJ da Bassano del Grappa buffamente mascherato come i Daft Punk, che entra felicemente a sconvolgere il suo mondo creativo. Diverte, e sorprende sempre, ma a colpi di citazioni. Gospel spruzzato di elettronica, il primo brano è Anni ‘60, poi si balla finalmente in questo Festival un po’ mesto con ardore da discoteca felice degli Anni ‘80. Il vero Gualazzi, però, resta da scoprire (forse lo deve fare pure lui)


CRISTIANO DE ANDRE’: "Invisibili", "Il cielo è vuoto". Voto: 8
Dentro una serata già abbastanza movimentata arriva la voce di Cristiano. Un uomo non facile, le inquietudini sono il suo pane quotidiano. Il convincimento con il quale recita due "Invisibili" vite in bilico crea un incantesimo che tiene dietro a un testo dolcemente impegnativo; la magia si rompe solo per evocare la voce e la poetica paterna in un ritornello cantato in ligure, improvviso come un brivido. Talking song anche "Il cielo è vuoto", sempre in territorio maudit, con l’irruzione rabbiosa di un canto mai facile e prevedibile, al massimo con un briciolo di retorica. Ma la performance complessiva è certo la più apprezzabile e scompone dall’interno la prevedibilità di un Festival. (Poi, naturalmente, la canzone più bella non vince).


PERTURBAZIONE: "L’unica", "L’Italia vista dal bar". Voto: 7.
Dopo le inquietudini esistenziali, le esistenze allegramente inquiete. Una ventata d’aria fresca e contemporanea attraversa due brani pop che raccontano vite credibili di ragazzi di provincia. Alle prese con divertite avventure amorose, sghangherate o peccaminose; oppure chiusi nel cielo del bar, l’ultimo rifugio per irrequieti in un Paese di "Poeti, santi ed avventori", come cantano loro. Forse l’unica performance verace che ci racconti qualcosa di questi anni in cui viviamo, con ironia allegra, senza cercare rifugio in un altrove astratto, come fa chiunque altro al Sanremone. Vince "l'unica", con il 74 per cento dei voti.


GIUSI FERRERI: "L’amore possiede il bene", "Ti porto a cena con me". Voto: 5
Periodo difficile per l’ex reginetta di X-Factor, che ha sofferto anche problemi alla voce in questi giorni, tanto da non aver potuto provare sul palco lunedì. E tuttavia la vocalità roca, un po’ sguaiata e monocorde che le aveva fatto avere successo, prima di un lungo silenzio, si è ora trasformata, almeno in partenza dei due pezzi, con una modalità più raccolta e convincente, meno grezza, che deve però prima di tutti convincere lei. Due ballads, una romantica e furbescamente tradizionale, l’altra elettronica, con una ritmica a dir poco isterica. Vince "Ti porto a cena con me" con il 57% dei voti.

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Messaggio Da Kaiser Mer 19 Feb 2014, 10:12

Sanremo 2014, le pagelle della prima serata
Il Liga omaggia De André, poi Arisa inaugura la gara. Gualazzi e Bloody Beetrrots convincono. Standing ovation per Cat Stevens

di Gianni Poglio
Dopo il caos in sala, le proteste e gli inconvenienti tecnici, parla la musica. Quella di Fabrizio De André che oggi avrebbe compiuto 74 anni. Ligabue accompagnato da Mauro Pagani riporta il Festival a quello che è o dovrebbe essere: un evento musicale. Insieme rileggono un capolavoro, Creuza de ma. La platea in silenzio ascolta e alla fine applaude. Forse si comincia...
Di seguito le pagelle della prima serata a cominciare da Giusy Ferreri, l'ultima big ad esibirsi.
- Giusy Ferreri
L'amore possiede il bene: ha dalla sua una voce immediatamente riconoscibile. Si esibisce almeno 20 minuti dopo la mezzanotte e non incide: un brano a tinte pop con una ritmica martellante che non scalda. Voto: 5
Ti porto a cena con me: un pezzo d'atmosfera, potente quanto basta e ben interpretato. Da riascoltare. Voto: 6 - Qualificata
Alle 23, 59 il momento cult della serata: dalla macchina del tempo rispunta un mito 70's, Cat Stevens con quella voce speciale per nulla intaccata dal tempo. Cat-Yusuf si concede anche un remake si All you need is love e persino l'Ariston per qualche istante si accende. Standing ovation. Gran finale con Father and son. Da brividi.
- Perturbazione
L'unica: Pop e synth, con accenni di R&B. Raffinati e tecnicamente ineccepibili. Ma il pezzo non arriva (a chi scrive, per gli spettatori è largamente il migliore). Voto: 5,5 Qualificata
L'Italia vista dal bar: ha un discreto respiro melodico questa canzone che racconta il Belpaese visto dal lato del bancone dei bar. Voto: 6,5
- Cristiano De André
Invisibili: "Eravamo talmente invisibili che non ci vedevamo mai" dice une dei passaggi più intensi di questa intrigante canzone d'autore. Colpisce nel segno la strofa parlata - Voto 6,5
Il cielo è vuoto: Grande intensità nell'interpretazione per una ballata vibrante che cresce e cresce...Ottima prova. Voto 7,5 - Qualificata
- Raphael Gualazzi & Bloody Beetroots
Tanto ci sei: l'incontro artistico che non ti aspetti sortisce un buon pezzo d'atmosfera, Seventies, con incursioni gospel. Voto: 6,5
Liberi o no: sale il ritmo e non è un male in una serata finora molto, troppo, soft. Bob Cornelius Rifo, mascherato come sempre, va di chitarra elettrica. L'unica vera nota originale della serata. Pura potenza dance nel ritornello. Voto 7 - Qualificata
- Antonella Ruggiero
Quando balliamo: nel suo caso la voce non ha età e si sente. Base ritmica leggera, fisarmonica e violino. Intensa ma non accessibile al primo ascolto. Voto: 5,5
Da lontano: Una ballad di classe senza un vero crescendo. Piacevole e raffinata. Voto: 6 - Qualificata
- Frankie Hi NRG
Un uomo è vivo: una discreta linea di basso, ritmo vellutato, testo che scorre via liscio. Il classico brano circolare. Da risentire almeno un paio di volte. Voto 5,5
Pedala: reggae, dub, frequenze basse potenti e fiati mariachi style. Brano vitale che supera il Televoto in scioltezza. Troppo più forte dell'altra. Voto 6,5
- Arisa
Controvento: Pop intelligente. Una canzone avvolgente, piacevole, con una melodia riconoscibile ma non scontata. E infatti passa indenne il test del televoto. Voto: 6,5
Lentamente: grande raffinatezza senza troppa immediatezza. Non è necessariamente un male. Arisa ha voce e talento ma il brano decolla lentamente. Da riascoltare. Voto 6

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Messaggio Da Kaiser Gio 20 Feb 2014, 14:10

I cantanti in gara nella seconda serata
di Paolo Biamonte

FRANCESCO RENGA
A un isolato da te - 6 - Perfino Renga, che non sbaglia mai, stasera ha accusato l'emozione del palco dell'Ariston. Questo brano in linea con il pop da classifica, scritto da Roberto Casalino, l'ha eseguito un po' bloccato, lontano dalle abituali acrobazie delle sue performance.
Vivendo adesso - 6 - L'autrice è Elisa che ha cucito il tessuto melodica su misura per la vocalità di Renga, un brano tecnicamente difficile da eseguire che proseguirà nella gara.

GIULIANO PALMA
Così lontano - 6 L'autrice è Nina Zilli e si sente per gli echi evidenti di 50 mila. Un gradevole pop retro da valutare nel tempo, al netto dell'emozione di Giuliano Palma al suo debutto all'Ariston. La giuria lo ha premiato.
Un bacio crudele - 5 - Un tentativo di ricreare le atmosfere della Motown e delle Supremes rimasto nelle intenzioni.

NOEMI
Un uomo è un albero - 6 - Da qualche tempo Noemi vive a Londra e nella sua musica (ha firmato entrambi i brani proposti a Sanremo) si comincia a sentire. A cominciare dagli echi di Adele. Il look è piuttosto temerario.
Bagnati dal sole - 6 - Orecchiabile e ritmicamente vivace, è stata interpretata con una maggiore disinvoltura che è stata premiata dalla giuria.

RENZO RUBINO
Ora - 7 - Rubino ha un talento naturale per melodie insolite e linee armoniche non scontate che in questo caso si sposano con l'immediatezza del pop e qualche eco new wave.
Per sempre e poi basta 5 - Una ballatona un po' melodrammatica molto adatta all'arrangiamento orchestrale ma un po' involuta anche se interpretata con trasporto.

RON
Un abbraccio unico - 6 - Un brano che ricorda molto da vicino il repertorio di Lucio Dalla, con cui ha condiviso un lungo percorso artistico.
Sing In The Rain - 6 - Un country pop orecchiabile e disincantato che porta freschezza nella musica del festival e che è stata ammessa alle prossime serate pregiudicando probabilmente le speranze di un piazzamento per Ron.

RICCARDO SINIGALLIA
Prima di andare via - 6 - Un'atmosfera molto vicina al sound dei Tiromancino, di cui Sinigallia è stato uno dei fondatori. Un pezzo che ha un appeal radiofonico e che proseguirà il percorso al festival.
Una rigenerazione - 6 - Una canzone dai toni sfumati, impegnativa per la vocalità non esplosiva di Sinigallia, che sfida il tipico gusto popolare.

FRANCESCO SARCINA
Nel tuo sorriso - 6 - Sarcina ha un talento melodico che concilia con la sua naturale vocazione al rock e per testi che utilizzano frasi inconsuete. E' questa la canzone che prosegue nella gara.
In questa città - 6 - Il pezzo è costruito con abilità su dinamiche tipiche di certo rock e sulla vocalità aperta di Sarcina.

CLAUDIO BAGLIONI - 7 - E' tornato all'Ariston a 30 anni di distanza dal suo unico passaggio e ha proposto alcune delle sue canzoni più famose. Ha anche detto che Sanremo dovrebbe essere "il festival delle musiche". E la presenza di personaggi come Claudio Baglioni e Ligabue dovrebbe essere la norma.

RUFUS WAINWRIGHT - 8 - Un talento spettacolare, capace di mescolare l' Opera, il pop e i Beatles con grazia e disinvoltura. Sono proprio presenze come la sua che rendono un festival contemporaneo, che portano il suono dell'originalità e della musica che viene ascoltata nel mondo.

I cantanti in gara nella prima serata

Arisa
Lentamente 6 – Un brano ispirato al Bolero di Ravel scritto da Cristina Donà che il combinato tra il televoto e il giudizio della sala stampa ha eliminato finendo per danneggiare l'artista.
Controvento – 5 – Secondo una regola quasi implacabile, il voto ha premiato la canzone peggiore.

Frankie Hi-NRG MC
Un uomo è vivo 5 – Il tentativo di avvicinarsi alla canzone in stile Jovanotti che scorre via innocuo, come l'acqua sul vetro.
Pedala 6 – Un'allegoria sulle difficoltà del vivere che riporta Frankie nel suo terreno preferito che è l'hip hop anche se qui in chiave orchestrale. Pedala è stato scelto dal voto.

Antonella Ruggiero
Quando balliamo 6 – Un brano complesso ispirato alle atmosfere del tango molto in linea con lo stile di una veterana del festival alla sua 11ma partecipazione.
Da lontano 6 – Una sorta di aria pop che permette alla Ruggero di dare fondo alla sua tecnica vocale e che ha un appeal più diretto premiato dal voto della giuria.

Raphael Gualazzi e Bloody Beetroots
Tanto ci sei – 7 – Un soul in italiano molto adatto allo stile e alla vocalità di Gualazzi. La star del techno punk si ritaglia un ruolo quasi da producer.
Liberi o no – 7 – Con la complicità di Sir Bob Cornelius Rifo, Raphael si avventura nella disco soul con cassa in quattro quarti. Un lampo di vitalità che va avanti nel festival.

Cristiano De Andrè
Invisibili 6 – Un brano impegnativo, con citazioni autobiografiche, impegnativo proprio nel giorno del compleanno del papà.
Il cielo è vuoto 6 – Una canzone più pop e diretta che Cristiano De Andrè ha interpretato con convinzione e sicurezza. E' il brano ammesso alle serate successive.

Perturbazione
L'Italia vista dal bar 5 – Un ritratto leggero di un''Italia fatta di “poeti, santi e avventori”, un brano fondamentalmente innocuo.
L'unica – 5 – Il diario di una vita sentimentale molto animata su una struttura pop senza il minimo spigolo. E' questo il pezzo scelto.

Giusy Ferreri
L'amore possiede il bene 5 - Un brano in linea con lo stile gutturale di una cantante spesso in bilico sull'intonazione.
Ti porto a cena con me - 6 - La firma, come il titolo precedente, è di Roberto Casalino, uno specialista di successi. Questo è più diretto e intenso con un inciso impegnativo ed è stato premiato dal vivo.

Ligabue 7 – Per la sua prima volta al festival Liga si è trovato nelle condizioni più difficili: l'inizio dello spettacolo con il sipario bloccato e i due disoccupati che minacciavano di buttarsi giù si aggiunge al peso di proporre un capolavoro come “Creuza de ma” proprio nel giorno del compleanno di De Andrè. Per fortuna accanto a lui c'era Mauro Pagani. Una prova da consumato performer.

Raffaella Carrà 8 – Una star, con un look che può permettersi solo lei, ha dominato la scena con la consapevolezza e la tranquillità di chi sa che non ha più nulla da dimostrare.

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Messaggio Da Kaiser Gio 20 Feb 2014, 14:23

Sanremo 2014, le pagelle della seconda serata
I voti ai Big: bene Renga e Sinigallia.

di Gianni Poglio
Ieri Raffaella Carrà, oggi le gemelle Kessler danzanti raggiunte in scena dalla Littizzetto. Chiusa la parentesi revival, inizia finalmente la gara.
Tra gli ospiti, Rufus Wainwright, talentuoso cantautore canadese, straordinariamente intenso nel rileggere Across the Universe dei Beatles.
Di seguito, le pagelle ai Big della serata a partire dall'ex cantante delle Vibrazioni che si è esibito per ultimo tra i Campioni.
- Francesco Sarcina
Nel tuo sorriso: attacco da ballad di rock americano per l'ex vocalist delle Vibrazioni. Ritornello potente con sfoggio d'ugola. Non originalissimo, ma efficace. Voto 6 - Qualificata
In questa città: passa e va, senza dubbio meglio l'altro brano. Questo è più rock ma anche più scontato. Voto: 5
- Riccardo Sinigallia
Prima di andare via: chitarre acustiche, una bella melodia vocale e ritmica da ballata country. Una gradita sorpresa dall'ex Tiromancino. Voto: 6,5 - Qualificata
Una rigenerazione: canzone pop rock dritta come la sezione ritmica che la sostiene. Ben pensata e suonata ma necessita di ascolti supplementari. Voto: 5,5
Ci sono buone chance che il medley di Claudio Baglioni si riveli il picco d'ascolto della serata. Una manciata di classici (ma anche un brano nuovo, Con voi, di grande impatto) che sono nella storia della canzone italiana, ma soprattutto impressi nella memoria collettiva di più generazioni. Standing ovation all'Ariston.
- Ron
Un abbraccio unico: voce solida, arrangiamento vibrante e un testo d'autore. Lo stile Ron declinato senza sbavature. Voto: 6
Sing in the rain: basta un po' di country folk rock per spiazzare in questo Festival con pochi guizzi originali. Pezzo divertente e ben suonato. Voto: 6,5 - Qualificata
- Renzo Rubino
Ora: base pop martellante ed efficace, buona l'interpretazione vocale: ha uno stile tutto suo e testi mai banali. Non è poco. Voto: 6,5 - Qualificata
Per sempre e poi basta: cambio d'atmosfera. Piano voce e orchestra. Poi cambia tutto con un crescendo che non t'aspetti. E l'Ariston applaude. Voto: 6
- Noemi
Un uomo e un albero: sound british e ritmica pulsante per questo brano che a un primo ascolto decolla solo a tratti. Voto: 6
Bagnati da sole: Pop rock potente arrangiato con gusto contemporaneo. Parte piano poi svela le sue potenzialità da hit. Voto: 6,5 - Qualificata
- Giuliano Palma
Così lontano: attacco tex mex, qualche chitarra in levare, fiati e un beat azzeccato. Tra soul, r&b e ska. Voto: 6,5 - Qualificata
Un bacio crudele: un pezzo andante nel classico stile di chi lo interpreta. Fa battere il piede ed è solare ma non convince del tutto. Voto 5,5
- Francesco Renga
A un isolato da te: una ballad radiofonica cantata con classe e sicurezza. Funziona il crescendo finale. Voto: 6
Vivendo adesso: piano, voce, ritmica martellante, qualche chitarra e il magic touch di Elisa, che di questa canzone è l'autrice. Voto: 7 - Qualificata
Sul palco anche quattro nuove proposte: Diodato, Filippo Graziani, Bianca e Zibba.

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Messaggio Da Kaiser Gio 20 Feb 2014, 14:25

Sanremo, continuano le pagelle Big
(Ma la serata è apparsa più moscia)

MARINELLA VENEGONI

FRANCESCO RENGA: "A un isolato da te" e "Vivendo adesso". Voto: 8

E' anche un bel ragazzo, il barbone gli sta benissimo. Ma Il voto è soprattutto all’interprete. Nessuno, se non la Ruggiero, ha allevato come lui la propria voce, nutrendola con studio continuo, e trovando gran difficoltà però nel reperire uno stile e un repertorio adatto. Anche qui la fatica si indovina. "A un isolato da te" di Casalino guarda a mondi più tradizionali, l’apertura odora di Abba lontano un miglio, e la ballad poi si apre a conforto della voce. Elisa ha scritto invece "Vivendo adesso", un più efficace power pop che racconta incontri clandestini con testo piuttosto retorico, ma vincente grazie a lui che rischia proprio la vittoria 14. Per ora, passa con la canzone di Elisa.


GIULIANO PALMA: " Così lontano", " Un bacio crudele". Voto: 7

Il debuttante più agé della combriccola, con i suoi 48 anni, è un tipo che quando canta ti fa comunque ballare, e si muove con grande ritmo sul palco grazie all’enorme esperienza accumulata in anni gloriosi con i Bluebeaters ora abbandonati. Il primo brano è firmato da Palma con Nina Zilli ed è certo il più grazioso; il secondo non è che si allontani in verità molto dal primo, se non per l’ulteriore carica ritmica. Ma Palma compie il suo dovere sociale di divertire, in un Sanremone alquanto tristanzuolo. E vince con Nina Zilli, un raro primo brano che passa.


NOEMI: " Un uomo è un albero", "Bagnati dal sole". Voto: 5
C’è un po’ di provincialismo in tutti noi, quando ci accendiamo perché (come in questo caso) qualcuno è andato a incidere a Londra. Noemi è una ragazza sveglia che si muove cercando una propria identità artistica, dopo essersi molto affidata in giro. I nuovi brani sono lodevoli nelle intenzioni, però il secondo, elettronico, suona più esperimento sonoro che canzone vera e propria, anche a causa del testo; mentre il primo, «Un uomo è un albero", a parte le immagini bislacche sempre del testo, decolla con qualche imbarazzo anche per l'ascoltatore, che non capisce tanto entusiasmo. (nel finale dell'albero, tra l'altro, Bob Marley si rivolta).


RENZO RUBINO: " Ora", "Per sempre e poi basta". Voto: 5.

Si sono sentiti fischi in platea, che magari si potevano ascoltare prima. Con Rubino, Fazio si è voluto trasformare in talent-scout. L’anno scorso fra i Giovani ha servito la causa gay, con il brano più brutto di un album grazioso. Ora, un po’ avventurosamente trasformato in Big, Rubino si riscatta guardando al mondo cantautorale e perfino, per quanto possibile, a Umberto Bindi. Ma l’ambizione deve ancora fare i conti con limature, asciugature e più esperienza, mentre il rischio di trasformare i brani in una fiction sono reali. Alla fine ha vinto il primo brano, "Ora".


RON: "Un abbraccio unico", "Sing in the rain". Voto: 5

Alla fine il telefoto ha scelto la parte più allegra della poetica di Ron, riscattando così in qualche modo questa stagione problematica per uno dei cantautori più significativi dell’età dell’oro, autore di «Piazza Grande», che nel primo brano non riesce a trovare la chiave per un ritorno avvincente, e si avvita in un formalismo stilistico che evoca da lontano grandi momenti, senza riuscire a emularli. «Sing in the rain» è poi una trovatina divertente, un pop-folk con il suo banjo e l’allegra band, ma non così spumeggiante com’era forse nelle intenzioni dell’autore.


RICCARDO SINIGALLIA: "Prima di andare via", " Una rigenerazione". Voto: 6
Poco risentito, subito ritrovato, l’ex Tiromancino torna qui da solo con il suo stile consolidato e senza sorprese. Gradirà forse "Una rigenerazione" la sua generazione, che si potrà specchiare in un ottimismo elettronico e un po’ fanciullesco, immemore di cadute e risalite anche musicali; mentre "Prima di andare via" sembra uno sposalizio fra le sue ritmiche e quelle di Manu Chao, in una dolcezza snervata e minuziosa che si alimenta dell’esperienza lunga, e farà di certo sognare qualcuno. Sinceramente, poi, sfuggono le prospettive a lungo termine di questa presenza, al di là del piacere di essere a Sanremo.


FRANCESCO SARCINA: "Nel tuo sorriso", "In questa città". Voto: 5

L’ex leader delle Vibrazioni torna da solista, dopo l’ennesima implosione di una band, e propone l’unica bandierina di rock accorato e sanguigno, in questa rassegna di canzoni fuori dal tempo e dallo spazio. La sua intensità va al servizio di una riconosciuta poetica, fra la prima canzone di puro stile Vibrazioni, con l’ausilio emotivo di chitarre sia nella prima ballad che più copiosamente, poi, nella inutilmente accorata «In questa città». Sanremo potrebbe comunque per lui essere una buona ripartenza.


DIODATO. " Babilonia". Voto: 5
Fra retorica e pensieracci, il ragazzo del mondo indie parte bene in sussurro, poi erompe in un canto disperato e metaforico sui nostri tempi difficili. L'impressione è di una ambizione non contenuta e un poco opprimente, che ci lascia affondare nello slogan condivisibile: "certi giorni ho il cuore nero ed è sempre lunedì"


FILIPPO GRAZIANI: "Le cose belle". Voto: 6


La voce ricorda quella indimenticabile del suo babbo Ivan, la canzone è un poprock di protesta adatta ai tempi, ma bella carica che neanche nei più verdi Anni '60 cui si ispira. "La mia generazione è a spasso/come lupi sul Gran Sasso" è il riassunto del problema.


BIANCA: "Saprai": 6
La ragazza torinese che s'è fatta da sé, uscita da SanremoLab, promette di occuparsi seriamente del proprio futuro. Vocalità cristallina, venata di soul. Un tipo pop ma non troppo rassicurante. si attendono sviluppi.


ZIBBA: "Senza di te". Voto: 7
Quel vocione alla Pierangelo Bertoli nasconde un cuore da lottatore e lunghi anni di gavetta, che cedono più al pop in questo momento delicato di grande esposizione tv. Ma Zibba ha già scritto altrove parte della propria storia e generalmente ha uno sguardo più ampio.

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