Mengonis Scripta

Rossella ha scritto:Credo sia l'articolo più bello che ho letto su quest'album fin'ora, e certo lo ha scritto lui

poplar ha scritto:Consacraziò Consacraziò
 

lilli3 ha scritto:...
Ma è lui? E proprio di Marco? Se sono PAROLE sue, questo ragazzo sta tornando all'iperuranio da cui è venuto e questa cosa mi esalta ed inquieta nello stesso tempo. Che grande!

Therese ha scritto:parole vere e sincere fino al midollo... ...parole che stanno crescendo dentro di lui e che cresceranno ancora... il suo spirito creativo e artistico che scopre e si confronta un nuovo mezzo espressivo... ...la parola...


al di là di ogni nostro pensiero ed emozione, seguire Marco nel suo cammino resta un privilegio...di cui ancora una volta lo ringrazio...

mafalda ha scritto:...
qualcuno disse che noi diventiamo le parole che ascoltiamo.
E' provato che quando le parole entrano nella nostra testa attivano dei processi attraverso i quali la nostra psiche cambia .
Lungo   un percorso che va dal nostro timpano fino alle nostre sinapsi le parole si diramano e vanno ad agire attraverso i nervi su tutto il nostro corpo. 
Una volta che abbiamo "ascoltato" una parola non siamo più gli stessi.

Mi ha fatto  molto piacere leggere quello che ha scritto, veramente profondo 

Blanca ha scritto:...
Leggere Marco  ritempra lo spirito  Ieri sera ho letto e riletto frasi e parole di quanto ha scritto. Ad ogni passo ho scorto la sua anima spoglia di veli, di quelli che tante volte si e' costretti a usare per non svelare troppo di se stessi o  della propria dimensione lavorativa. Marco e' questo, una fusione rara ed incontaminata di purezza e stupore, incanto e disincanto,  ragione e  sentimento, energia e malinconia, regole e trasgressione ad ambienti artistici spesso stereotipati e aridi,  regolati dalle fredde strategie del mercato. Di questa energia, di questo candore, che non significa ingenuita' al circolo dentro cui ci si muove, Marco si nutre e ci sazia. Sono felice di sentirmi  un pezzetto di questo suo mondo divenuto sin dal principio anche il nostro.   Grazie Marcolino 
...

djian ha scritto:...
Avevo scorso distrattamente e rapidissimamente l'articolo e non mi ero accorta che era stato scritto in prima persona
Avete detto tutto voi  Io ammiro la sua scrittura prima di tutto, la sua profondità, sincerità, semplicità e mancanza di frasi a effetto, l'anima davanti anche quando scrive 
Io gli voglio bene, come voglio bene ai miei scrittori preferiti
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eripola ha scritto:È da stamattina che penso al pezzo che Marco ha scritto per Rolling Stone...
A parte che mi viene da leggerlo come il testo di una canzone, credo che faccia finalmente chiarezza sull'urgenza creativa ed espressiva che Marco ha attraversato nei lunghi, silenziosi mesi di gestazione del disco e che ha scelto di assecondare. Io seguo sempre Marco nel terreno in cui mi porta, e in cinque anni mi ha aperto più volte scenari inaspettati che ho scoperto di poter abitare come "miei" . Anche stavolta, io amo il mondo sul quale queste parole mi fanno affacciare, a partire da Guerriero ma non solo: un mondo non consolatorio ma aperto alla speranza, in cui la consapevolezza di sé è il passo necessario all'amore verso gli altri, in cui il desiderio di essere amati in maniera perfetta si bilancia con quello di vivere ogni attimo con intensità, amando la vita prima ancora di amare una persona sola, in cui a un amore che si spegne si dedicano cure e anche un amore che muore lascia radici e dà frutto. Io non trovo nessuna banalità in tutto questo, anzi sento un linguaggio nuovo, senza la rabbia, l'aggressività, le frustrazioni che hanno circolato per decenni, e mi sembra che per i nostri tempi difficili questo sia un linguaggio buono, un possibile punto di partenza per  un mondo migliore, in cui ognuno può recuperare la consapevolezza di sé stesso e del proprio valore di essere umano. E in questa ricchezza che vedo non riesco proprio a soffermarmi per rimproverargli il verso banale, e capisco anche l'apparente semplicità musicale, che scompare del tutto davanti all'interpretazione e che credo ci sorprenderà nel corso dei live. Insieme a Marco sto bene, sempre, e stargli dietro è un'avventura bellissima, sorprendente e che mi riempie di orgoglio 

eripola ha scritto:È da stamattina che penso al pezzo che Marco ha scritto per Rolling Stone...
A parte che mi viene da leggerlo come il testo di una canzone, credo che faccia finalmente chiarezza sull'urgenza creativa ed espressiva che Marco ha attraversato nei lunghi, silenziosi mesi di gestazione del disco e che ha scelto di assecondare. Io seguo sempre Marco nel terreno in cui mi porta, e in cinque anni mi ha aperto più volte scenari inaspettati che ho scoperto di poter abitare come "miei" . Anche stavolta, io amo il mondo sul quale queste parole mi fanno affacciare, a partire da Guerriero ma non solo: un mondo non consolatorio ma aperto alla speranza, in cui la consapevolezza di sé è il passo necessario all'amore verso gli altri, in cui il desiderio di essere amati in maniera perfetta si bilancia con quello di vivere ogni attimo con intensità, amando la vita prima ancora di amare una persona sola, in cui a un amore che si spegne si dedicano cure e anche un amore che muore lascia radici e dà frutto. Io non trovo nessuna banalità in tutto questo, anzi sento un linguaggio nuovo, senza la rabbia, l'aggressività, le frustrazioni che hanno circolato per decenni, e mi sembra che per i nostri tempi difficili questo sia un linguaggio buono, un possibile punto di partenza per  un mondo migliore, in cui ognuno può recuperare la consapevolezza di sé stesso e del proprio valore di essere umano. E in questa ricchezza che vedo non riesco proprio a soffermarmi per rimproverargli il verso banale, e capisco anche l'apparente semplicità musicale, che scompare del tutto davanti all'interpretazione e che credo ci sorprenderà nel corso dei live. Insieme a Marco sto bene, sempre, e stargli dietro è un'avventura bellissima, sorprendente e che mi riempie di orgoglio