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Interviste, articoli e recensioni, chi canta e chi suona

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Messaggio Da Therese Gio 12 Ago 2010, 15:08

Ma guardate voi se un professionista come La Chance, che ha tirato la carretta di Amici per anni deve essere trattato in questo modo. Hanno fatto le audizioni senza di lui. Roba da matti. Interviste, articoli e recensioni, chi canta e chi suona - Pagina 3 765263
Le sue coreografie erano rimaste le uniche cose di qualità da vedere in quel programma. Via, togliamole subito, presto !!! Qualità, professionalità!! Che orroreee!!! Interviste, articoli e recensioni, chi canta e chi suona - Pagina 3 95261

No ho capito il senso che avrebbe Steve a XF, a meno che non vogliano aprire anche una sezione danza
Ci manca pure quella.Interviste, articoli e recensioni, chi canta e chi suona - Pagina 3 32937
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Messaggio Da Ospite Gio 12 Ago 2010, 15:35

Non è che vogliono sostituire Luca? Interviste, articoli e recensioni, chi canta e chi suona - Pagina 3 11810

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Messaggio Da Therese Gio 12 Ago 2010, 15:41

Strawberry Fields ha scritto:Non è che vogliono sostituire Luca? Interviste, articoli e recensioni, chi canta e chi suona - Pagina 3 11810

.....non ci avevo mica pensato..... Interviste, articoli e recensioni, chi canta e chi suona - Pagina 3 Suspect Interviste, articoli e recensioni, chi canta e chi suona - Pagina 3 Suspect Interviste, articoli e recensioni, chi canta e chi suona - Pagina 3 Suspect

potrebbe essere, e a parte tutto, Luca è un grande professionista, lui stesso non penso abbia voglia di rimanere attaccato ad XF in eterno... Interviste, articoli e recensioni, chi canta e chi suona - Pagina 3 658780

edit: riporto l'articolo anche sul topic di XF, visto che se ne parla....
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Messaggio Da layla Sab 14 Ago 2010, 01:53

Luca Dirisio "Nell'assenzio" veleno contro le major e i talent show

http://blog.panorama.it/culturaesocieta/2010/08/09/luca-dirisio-nellassenzio-veleno-contro-le-major-e-i-talent-show/

Parliamo subito del tuo nuovo lavoro discografico.

Rispecchia il percorso umano di questi due anni di silenzio. Ho dovuto fare scelte importanti, scelte precise conseguenza della precedente produzione nella mia vecchia casa discografica. Mi sentivo un operaio
: scrivevo i brani, le melodie e al terzo album mi tenevano ancora fuori dagli arrangiamenti.

Lavorare su commissione non è bello: si perde lo spirito creativo. Così ho deciso di ricominciare da capo, mettendo da parte certi soggetti che mi seguivano. Gli avvocati Nico Regina e Milena Panaro, persone splendide che ho incontrato in un momento successivo, mi hanno chiesto cosa mi servisse per tornare ad essere felice.

E io ho chiesto loro di lavorare insieme al mio nuovo disco, lasciandomi intervenire negli arrangiamenti dei brani. Con l’intervento di un produttore valido e senza manie di protagonismo.

Così abbiamo inviato il prodotto grezzo, solo chitarra e voce, a Martin Terefe, produttore di James Morrison, Craig David e dei Train. Lui ha risposto alla demo dicendomi “It’s a pretty fucking good album“, frase che diventerà anche titolo del mio nuovo lavoro.

Sono andato a Londra, abbiamo girato tantissimo insieme, sono entrato in contatto con la famiglia di Martin e ho sentito un clima di amicizia e di grande rispetto.

Compis invece è il mio nome di battaglia, io chiamo tutti compis e tutti mi chiamano così.

Il nuovo video estratto dal primo nuovo singolo “Nell’assenzio” verrà registrato a fine mese. Puoi darci qualche anticipazione?

Lo gireremo a Londra, con la regia di Gaetano Morbioli. È il regista di tutti i miei video fin dal mio esordio. Con Gaetano c’è un rapporto sincero ed è per questo che lui è l’unico nome che ho portato avanti dal mio passato.

Per me è il top dei professionisti nel campo dei videoclip negli ultimi dieci anni e questa volta faremo un lavoro che non sarà didascalico e vestito sul testo della canzone, ma punteremo piuttosto sulla simpatia e sulla semplicità.

Una cosa simpatica che spero porti bene. Per ora non posso dire di più.

Al quarto album, ora hai un repertorio abbastanza esteso, quali sono le canzoni che chi ti conosce poco dovrebbe assolutamente ascoltare?

Ogni mio brano è un pezzo della mia vita. In ognuna di esse cerco di essere franco con la gente. Non potrei scegliere.

Due però sono le cose che vogliono si sappiano di me: che non voglio più farmi bello all’occhio delle ragazzine e rendere davvero solido quello che ho fatto finora.

Per essere chiaro: non voglio che la gente mi ricordi solo per “Calma e sangue freddo”.

Si sta parlando molto di questa nuova realtà indipendente di produzione, Ultrasuoni:

È una bella unione di forze. Io sono arrabbiato con le major per un semplice motivo: potrebbero avvalersi della consulenza di professionisti e discografici, invece mi sono sentito circondato da persone che non sanno niente di musica, che non hanno mai preso uno strumento tra le mani. Come fanno allora ad aiutarmi?

Le grosse case discografiche puntano sul fatto di avere tanti ganci con le radio e con le televisioni… Ecco: ci sono persone che si sono rese conto di certe lacune in quell’ambiente, proprio dentro le radio.


La realtà di Ultrasuoni sta prendendo forma, ma è certo che chi vi è dentro capisce di musica. Non ci sono degli incoscienti che con la nascita di Napster hanno lasciato fare e una volta dilagato il fenomeno non sanno con chi prendersela e ora vivono in piena crisi.

I critici sul web ti descrivono come un personaggio che magari produce dei buoni pezzi, ma si propone in modo un po’ troppo “spaccone”. Chi sei davvero?

Sono unico e inimitabile. Spaccone o meno, queste persone dovrebbero venire a farmi queste osservazioni quando avranno fatto il mio percorso di vita e la mia carriera. Chi scrive sul web è anonimo ed è gente capace solo a buttare fango sulla tua persona.

Ho finito il liceo classico con ottimi voti e ho fatto Giurisprudenza, non uso il computer e scrivo solo su fogli di carta le mie canzoni. Forse sarò pure tamarro, ma fino ad un certo punto. Le critiche le accetto solo dai miei cari e dai professionisti.

Odi ancora i talent?

Chi partecipa ai talent show ha perso una buona occasione per farcela con le proprie forze.


Parliamo un po’ del tuo futuro e degli obiettivi che ti sei posto per “Compis”.

Il mio obiettivo è continuare a fare canzoni e farle con passione. Fare cose nuove è sempre una sfida interessante e più lontano si va meglio è.

Per me è importante continuare ad avere vicino amici e professionisti in grado di comprendermi, che credano nel mio progetto e in quello che voglio fare.

Per ora posso dire solo che l’album ha delle potenzialità per sbarcare più in là, forse, in occasione del prossimo Sanremo. Staremo a vedere.
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Messaggio Da Therese Mer 18 Ago 2010, 10:09

GAUDI UNICA DATA ITALIANA A BARD

Dalla scena electronica londinese, sabato 4 settembre 2010, il musicista e performer Gaudi, porta la sua musica al Forte di Bard in un evento audio-visual assolutamente unico.
Un concerto dal vivo - unica data italiana del tour che lo sta vedendo protagonista in particolare negli Stati Uniti - in cui l’artista, noto al grande pubblico per la sua partecipazione alle ultime edizioni del talent show di Raidue, X Factor, come vocal coach al fianco di Mara Maionchi, proporrà il meglio delle sue perfomance live, dove unisce musica dub e breakbeat, a installazioni sceniche d’impatto e proiezioni concepite in collaborazione con il team Immersive di Londra.
Un live show in cui Gaudi oltre al mixer utilizza moog, theremin,
vocoder, echi a nastro, manipolazioni dub e alta tecnologia musicale.
La serata sarà occasione anche per presentare il suo nuovo album No Prisoners, già presente nelle classifiche statunitensi. Sul palco con Gaudi, ci sarà il cantante e campione di "human beatbox" britannico, Danny Ladwa.
A rendere ancora più unico il live set in cui suonerà Gaudi, le
installazioni sceniche create appositamente per l’evento dal team
londinese Immersive leader nel settore nella realizzazione di impianti scenici per concerti di artisti internazionali, videoclip, show
televisivi e multimediali.
Lo spettacolo avrà inizio alle ore 21.00, preceduto da un deejay set
con aperitivo in Piazza di Gola dalle ore 19.00. L’evento è promosso
dall’Associazione Forte di Bard. I biglietti, al costo di 8 euro, sono
disponibili in prevendita sul sito www.valledaostaspettacoli.it o pressola Biglietteria del Forte.
(red)
(18 agosto ´10)
http://www.newsic.it/news/body_news.php?id=28048

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Messaggio Da Tyn@67 Lun 23 Ago 2010, 21:21

Niccolò Fabi torna a cantare: il 30 agosto concerto per la figlia Olivia

Non ci sono parole di fronte a quanto capitato a Niccolò Fabi, che poco più di un mese fa ha perso per una rara forma di meningite la figlia Olivia, di soli due anni. Un lutto che lui stesso ha voluto condividere con i fan attraverso la sua pagina Facebook, e che ha ricevuto fortissimi l'affetto e la solidarietà di tante persone.Un affetto che ora Fabi è pronto a ricambiare: il 30 agosto, giorno in cui Olivia avrebbe compiuto due anni, suonerà a Casale di Treja (vicino Roma, dalle ore 15) per un concerto- tributo alla figlia. Per l'occasione Fabi ha chiamato a raccolta numerosi artisti, fra cui Jovanotti, Max Gazzé, Daniele Silvestri, Elisa e Gianni Morandi.
Hanno confermato la loro presenza anche Cristina Donà, Simone Cristicchi, Samuel, Boosta,i Gnu Quartet, Paola Turci, Alex Britti, Stefano Di Battista,i Velvet, Roberto Angelini, Marina Rei, Luca Barbarossa, Neri Marcoré e Pier Cortese.L'evento avrà anche un risvolto benefico: il ricavato (l'ingresso è a offerta libera) sarà interamente devoluto alla costruzione di un ospedale in Angola. Fabi è anche ripartito con il suo tour: dopo le prime due date a Sessano del Molise e Bassiano, sono in programma concerti a Cassino (lunedì 16 agosto), Val di Non (mercoledì 18 agosto) e Tolfa (venerdì 27 agosto). "Sento la forza e il bisogno di ricominciare. Senza enfasi, come sempre, giorno dopo giorno": così il cantante ha commentato il suo ritorno al palcoscenico.


http://spettacoli.blogosfere.it/2010/08/niccolo-fabi-torna-a-cantare-il-30-agosto-concerto-per-la-figlia-olivia.html
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Messaggio Da camila Mar 21 Set 2010, 22:50

Non so se è il posto giusto,l'ho visto ora e ho fatto un salto,"fuori orario "per me sul forum ,per segnalarlo...
notte notte,a domani
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/09/21/news/morgan_raidue-7283606/?ref=HREC2-11


L'esilio è finito, Morgan torna in tv
a febbraio su RaiDue con "Delitti rock"
Il direttore della rete, Liofredi: "E' un cantante e va usato come tale, come opinionista può essere male interpretato". Il programma sulla scomparsa di miti come Lennon e Jackson sarà condotto da Faletti
di RITA CELI

L'esilio è finito, Morgan torna in tv a febbraio su RaiDue con "Delitti rock" Marco Castoldi in arte Morgan

DOPO la clamorosa "cacciata" prima da Sanremo e poi da X Factor, l'esilio forzato di Morgan dalla tv pubblica è terminato. Il rientro è previsto nel 2011 sulla seconda rete, in un programma che parla di musica, anche se ne racconta il lato più oscuro, trattando le vite spezzate di miti come John Lennon, Jim Morrison, Michael Jackson. Ad annunciare il ritorno ufficiale dell'artista è il direttore di RaiDue, Massimo Liofredi, in occasione del Prix Italia 62 a Torino, dove ha anche parlato di un'altra trasmissione, sempre musicale, che vedrà Morgan in veste di conduttore. "E' un cantante e va usato come tale - ha tenuto a precisare - come opinionista può essere male interpretato".

"Per il 2011 stiamo lavorando su un progetto in seconda serata o chi lo sa, forse andrà anche in prima, che partirà a febbraio e si chiama Delitti rock" ha spiegato Liofredi. Il programma è affidato a Giorgio Faletti che percorrerà in una decina di puntate i grandi delitti che hanno accompagnato la storia del rock e della musica, facendo luce su casi irrisolti come appunto la morte di Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, Elvis Presley, John Lennon e, in qualche modo, anche sulla scomparsa, poco più di un anno fa, di Michael Jackson. Nel corso di ogni puntata, ambientata nei luoghi dove si sono svolti i fatti, saranno proposte immagini di repertorio e testimonianze attuali, oltre a interviste esclusive e documentazioni inedite. Inoltre ci sarà un intervento di Morgan che illustrerà il percorso dell'artista preso in considerazione e forse eseguirà anche qualche brano.

"Morgan ha una vasta cultura musicale - ha sottolineato Liofredi - e spetta a lui il compito di raccontare il personaggio. Il suo omaggio a Modugno è stato straordinario e si può permettere di raccontarci John Lennon". L'idea parte da un libro scritto da Ezio Guaitamacchi e secondo Liofredi è un progetto "che si sposa con la filosofia di RaiDue, aperta alla musica". L'intero lavoro è targato Rai, scritto dallo stesso Liofredi con la collaborazione di Gianmarco Mazzi.

Il direttore di RaiDue ha poi aggiunto che è allo studio anche un altro progetto. "In cantiere c'è una trasmissione sugli ultimi 20 anni dei Music Award che andrà in onda il sabato pomeriggio. E ho pensato a Morgan come conduttore. Ne stiamo parlando".

Si conclude così il periodo in cui Morgan è stato tenuto lontano dal piccolo schermo. Il suo rientro da protagonista è previsto a distanza di un anno dalle polemiche relative alle sue dichiarazioni circa l'uso di sostanze stupefacenti 1. L'artista ha dichiarato in più occasioni che quell'intervista "è stata una trappola che ha deformato il mio pensiero" e ha ribadito che la sua "posizione verso le droghe resta molto critica". Si è comunque preso le sue responsabilità, accettandone le conseguenze e riscattandosi un po' per volta. Qualche settimana fa ha riconquistato con onore la platea di Verona 2 e ha avuto un piccolo risarcimento da chi occupa ora la sua poltrona a X Factor, Elio, che nella prima puntata della nuova stagione 3 si è presentato vestito e truccato come lui.

(21 settembre 2010)


Ultima modifica di camila il Mer 22 Set 2010, 07:32 - modificato 1 volta. (Motivazione : edit:ora sono più sveglia,ho copia-incollato anche l'articolo)
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Messaggio Da Therese Gio 23 Set 2010, 09:58

Una bella intervista a Renato Zero sul corriere della Sera . Parla amche di Marco "Tra i giovani è interessante Marco Mengoni. Mi ha confidato di essersi ispirato a me, mi fa piacere"

http://www.corriere.it/spettacoli/10_settembre_22/renato-zero-intervista-aldo-cazzullo_863f1576-c66b-11df-89af-00144f02aabe.shtml

Le piume, le fidanzate, lo zio comunista «I miei 60 anni di scandali e amori»
Renato Zero: storie con uomini? Lo svelerò presto in una canzone

Renato Zero: storie con uomini? Lo svelerò presto in una canzone
A 15 anni ballava una sera per Jimy Hendrix e un’altra per Rita Pavone. A 20 era il fidanzato di Enrica Bonaccorti. A 25 sconvolgeva l’Italia molto cattolica e molto comunista di metà anni Settanta travestendosi e cantando «Mi vendo» e «Il triangolo no». Ha amato ed è stato amato da generazioni di italiani: «Ogni tanto un ragazzo scappava di casa e la polizia veniva alle 5 del mattino a cercarlo nel mio letto». Tra una settimana Renato Fiacchini – «il nome Zero lo scelsi con Gianni Boncompagni»- ne compie sessanta.

«Mio padre era un poliziotto. Abitavamo in un grande condominio di periferia, alla Montagnola, con 163 famiglie di poliziotti. Io uscivo di casa in jeans e camicia, con i trucchi e i costumi in una borsa, e mi cambiavo negli androni. Nel primo il boa di struzzo, nel secondo la stivalata, nel terzo gli strass. I colleghi di papà mi puntavano. Finivo regolarmente al commissariato di Campo Marzio, dove lui lavorava. Lo apostrofavano: “Non ti vergogni ad avere un figlio così?”. Ma lui non si è vergognato mai. Mi veniva a prendere: “Renatì, nnamo a casa”. Casa non era sempre stata alla Montagnola. Sono nato in via Ripetta. Il centro di Roma allora era molto promiscuo. Ci stavano calzolari, ombrellari, bottari che facevano botti e fiaschi, e carbonari, perché avevamo il riscaldamento a carbone. E ci stavano le grandi famiglie papaline, gli Odescalchi, i Torlonia, i Del Drago: quando traslocavano, vedevi passare mobili meravigliosi. Poi la mia casa fu comprata in blocco dall’ospedale San Giacomo. Così ci cacciarono in borgata. Ho impiegato tutta la vita a tornare in centro. Qualche anno fa ho comprato vicino a piazza del Popolo; ma non riuscivo a viverci. Solo boutique, neanche una panetteria: mica potevo magnamme ‘e scarpe de Prada. Sò scappato. Ora vivo alla Camilluccia, con mio fratello Giampiero e mia sorella Maria Pia. Vicino a mio figlio adottivo, Roberto Anselmi Fiacchini».

«Andò così. Ero al cinema, e noto questo ragazzino. Era pettinato come Barth Simpson. E mi regalò un pupazzetto di Barth Simpson. Mi raccontò la sua storia: il padre era morto, la madre malata. Sono sempre stato vicino ai ragazzi degli orfanotrofi. Cominciai a seguire Roberto. Quando fu possibile, lo adottai: la legge consente anche ai single di adottare, se il figlio è maggiorenne e non ha più i genitori. Roberto si è sposato con Manuela e hanno due bambine. La grande si chiama Virginia, la piccola Ada, come mia madre. Fare il nonno è delizioso. Fare il padre è più difficile. Ma a poco a poco sono riuscito a ricreare una famiglia numerosa, come quella in cui sono cresciuto. Mio padre, figlio di pastori marchigiani, aveva dieci fratelli. Il più importante per me è stato lo zio prete, don Pietro. Andavamo in vacanza a Esanatolia, nella sua parrocchia, e io gli facevo da chierichetto, servivo messa. Poi lo spostarono a Brondoledo di Castelraimondo, dove il suo unico compito era dare la comunione a un’anziana contessa: lui soffrì molto, e ancora di più soffrirono i parrocchiani, che lo adoravano. Ora gli hanno dedicato un busto e a me hanno dato le chiavi della città. Credo profondamente in Dio. Papà ha studiato in seminario, io dalle suore. Sono al mondo grazie a un frate, che mi ha donato il sangue: sono nato con l’Rh negativo, come mia madre, e ho avuto subito bisogno di una trasfusione. Ho amato molto Wojtyla, un grande uomo. Ratzinger invece è un Papa. Ho cantato contro l’aborto: se lo vediamo come l’ultimo degli anticoncezionali, è un disastro. Vado a messa dai sacerdoti che stimo, come padre Augusto Matrullo, il rettore della basilica dei santi Giovanni e Paolo a Roma: è stato lui a benedire l’urna di Marcella, il portiere del Piper, che aveva scelto di diventare donna. In famiglia avevamo greggi, qualche pascolo, ma eravamo poveri. La sorella gemella di mio padre morì di broncopolmonite. Lui entrò in polizia ma sognava di fare il baritono. Adorava l’opera, compresi i costumi di scena e i lustrini. Forse per questo è sempre stato così comprensivo con me».

«Altri nel quartiere lo erano meno. Mi vedevano e mi gridavano dietro qualsiasi cosa, ma io li affrontavo: “Perché mi dici così? Che cosa ti ho fatto?”. Allora si schermivano: “Nun so’ stato io, è stato lui…”. Ma una volta un tizio mi tirò uno sganassone, così, senza neppure parlare, e mi lasciò tramortito. Una sera andai a cantare a Monte Compatri, ai Castelli, credo fosse una sagra della salsiccia. Presi un sacco di insulti. A vedermi c’erano mia sorella Enza e il suo fidanzato. Riportandola a casa, lui le disse: “Certo che quello lì è strano forte…”. E lei: “Quello lì è mì fratello, e se nun te sta bbene, tra noi è finita”. Si sposarono. Je stavo bbene. Adriano Panatta ha raccontato l’imbarazzo della sera in cui andò a prendere con la sua spider in piazza Venezia un amico della sua fidanzata, Loredana Bertè. Era vestito da angelo: Renato Zero. Se vuoi che si accorgano di te, devi scuoterli. La mia vita è stata una partita di biliardo: passavo anni a mettere insieme le palline nel triangolo; poi all’improvviso davo un colpo terribile con la stecca, e le palline schizzavano dappertutto. Il lavoro più bello del mondo è il marciapiede. Riportare a casa un tossicodipendente è una cosa meravigliosa, che ti ripaga di tante altre».

I suoi amori?
«Con Enrica Bonaccorti è stato un lungo viaggio affettivo insieme. Poi c’è stata Lucy Morante. Mi amava al punto da vendere i miei dischi fuori dai concerti. Si è presa un sacco di gavettoni per me, e non metaforici. Il Piper era in un quartiere borghese, il Salario. Ci odiavano. Passavano vecchine eleganti, adorabili, e ci gettavano addosso buste piene d’acqua. Poi è arrivato il successo, e ha reso tutto ancora più difficile. Per uscire di casa dovevo nascondermi nel furgone della lavanderia, tra le robe sporche».

Amori maschili?
«Presto uscirà una canzone in cui risponderò definitivamente a questa domanda, che mi ha stancato. Ognuno si curi il proprio orto, lasci aperta la porta, non si chiuda gli orizzonti, non si appiccichi da sé etichette che la vita potrebbe smentire. Non mettiamo limiti alla provvidenza. Conosco uomini con quattro figli che la sera si truccano pesante e vanno al Colle Oppio sui tacchi a spillo. L’importante è essere sempre aperti all’amore. Pensare solo al tuo benessere fa di te un miserabile, o un benestante: condizioni cui non aspiro minimamente».

Il triangolo no.
«Era la ricerca di un’identità, che giustifica errori, malintesi, contrattempi. La trasgressione è la timidezza che si maschera. E’ la valvola di sfogo della disperazione, che ti evita il manicomio, la casa di recupero”.

Mi vendo.
«Non mi sono mai venduto. Anche se mi volevano comprare in tanti, e ricchi. Niente di male: inviti a casa, a cantare per gli amici. Ma io le trovavo offerte offensive. A Milano conosco meglio Quarto Oggiaro dei salotti».

La droga.
«Era merce d’importazione, non romana. Roba da attici, non da mezzanini. C’era gente che fumava ancora l’oppio. La cocaina era inarrivabile. Pasolini mi faceva paura. In borgata giravano voci cattive su di lui, lo raccontavano come un depravato, un pervertito. Però c’era chi gli voleva bene. Ho capito Pasolini solo quand’è morto, in quel modo così coerente con la sua vita. Fellini era affettuoso. Gli chiesi di recitare nei suoi film. Lui mi accarezzò l’ovale e mi disse: “Renatino, tu qui sei sprecato”. Ma che sprecato, famme lavorà! Così mi fece lavorare in Satyricon e in Casanova. Si girava sempre di notte. Ammiravo Mario Schifano, c’è un suo quadro dedicato a me: gli artisti di piazza del Popolo erano il mio lasciapassare per entrare nei locali da minorenne. Ballai per don Lurio e per la Pavone, finché i ballerini professionisti mi fecero fuori proprio perché non avevo l’età. Andavo a fare il pubblico di Bandiera gialla, la trasmissione radio di Arbore e Boncompagni, che mi diede i soldi per il primo disco. Facemmo la versione italiana di Hair, con Loredana Berté, sua sorella Mimì e Teo Teocoli. Al Piper c’era anche Christian De Sica, con cui sono amico da quando avevamo 17 anni perché gli riconosco una grande qualità: è sempre stato Christian; non è mai stato De Sica. La sera del 24 dicembre 1974, al Folk Rosso, suonai per un solo spettatore. Il proprietario stava spegnendo le luci. Lo fermai: ho detto in casa che stasera lavoro, e voglio lavorare. Dopo di me, lo spettatore solitario ascoltò pure Venditti. Una sera andai a Zocca, a un concerto organizzato da Vasco Rossi. Alla terza canzone si fulminò l’impianto; cominciai a raccontare barzellette. Vasco mi diede un milione e mezzo e mi disse: “E’ la prima volta che paghiamo volentieri qualcuno che non ha cantato”.
«Mia madre faceva l’infermiera al Santo Spirito, finché dovette smettere: per seguire i cinque figli, e perché non sopportava più le avances dei medici. Mamma era una gran bella donna. Di cognome si chiamava Pica, come Claudio Villa, che si era convinto che fossimo parenti. Così ci invitò sulla sua barca, a Viareggio. Arriviamo al porto e vediamo una sfilza di barche, una più bella dell’altra, ma non Claudio. Ce ne stavamo andando, quando notiamo l’unica barca con tutti i panni stesi ad asciugare. “A mà, me sa che l’avemo trovato…”. Anna Magnani invece la vidi al semaforo. Ero sulla Prinz con papà e notai quella signora che si passava tra i capelli neri una mano piena di braccialetti: “Papà, quella è la Magnani!”. Lei si gira e mi saluta: “Ciao Nì!”. Poi è arrivato il verde”.
Il primo film di Renato Zero si intitola Ciao Nì. Fu campione di incassi, ma fu anche l’ultimo.
«Siccome era costato due lire, mi offrivano budget ridicoli. E io ho sempre tenuto a fare le cose bene. Provare. Curare i dettagli. Madonna non mi piace. Mi piacciono Barbra Streisand e Celine Dion; Madonna no. Una sera a New York Elio Fiorucci mi portò a vedere una cantante italoamericana, spiegandomi che avrebbe avuto successo: era lei. Cantava in playback, saltellando qua e là. Meglio Patty Pravo, che una sera arrivò al Piper su una Rolls bianca guidata da un nero, con due levrieri al guinzaglio, salì sul palco e cominciò a cantare Ragazzo triste. Nessuno di noi l’aveva riconosciuta. Ce ne accorgemmo dopo un quarto d’ora: “A Nicolè, ma che ffai? Scenni ggiù…”. Nicoletta ha voluto il successo, l’ha avuto. E un poco ci ha sacrificati. Ci ha privato della sua compagnia. Adoro Paolo Poli. Ho adorato Gaber. Jannacci. Fiorenzo Fiorentini, Mario Scaccia, Giancarlo Cobelli. Mi manca Battisti: un giorno mangiavamo insieme alla mensa della Rca, mi chiamò al suo tavolo e cominciò a raccontare barzellette; era una persona molto tenera. Mi mancano gli amici morti da poco: Piero Vivarelli, Pietro Calabrese. E i grandi che ci hanno lasciato: Michael Jackson, Freddy Mercury. Tra i giovani è interessante Marco Mengoni. Mi ha confidato di essersi ispirato a me, mi fa piacere».

L’immagine dei “sorcini”, il nome che ha dato ai suoi fan, gli venne da un nugolo di motorini che correvano attorno alla sua macchina. Uno dei segreti della longevità del suo successo, spiega Zero, è di tenere sempre d’occhio le prime quaranta, cinquanta file della platea. Capire gli ammiratori, seguirli, vederli portare i figli.
«Un sorcino ora è il presidente di una banca, un altro è un alto magistrato di Milano. No, niente nomi. Un medico mi ha visitato e, dopo che mi ero rivestito, si è rivelato: “Finalmente sono riuscito a toccarti…”. Mi vogliono bene anche ora che sono cambiato, da quando nel ’91 a Sanremo ho deciso che i lustrini mi stavano stretti. La chirurgia estetica, però, mai. Ho fatto una sciocchezza, farmi togliere il doppio mento dall’ex marito della Santanchè. Basta così: altrimenti non ti fermi più, e alla fine sembri una mappa geografica. Già è pieno di gente con il parrucchiere privato; l’imbalsamatore privato mi pare troppo».
Nel mondo dello spettacolo si racconta di quando la Bertè stava per accasarsi con un miliardario, finchè una sera nel ristorante di New York, dove Loredana cenava in tailleur con i futuri suoceri, entrò Renato Zero, vestito da Renato Zero…
«E’ stata colpa mia, è vero. Ma alla cena ero invitato. E non fu una questione di vestiti. Il “suocero” era un benestante che parlava male dell’Italia. E quando io all’estero sento parlare male del mio paese, non ci vedo più. Loredana si schierò con me”.
La conversazione, che avviene in un’osteria di quartiere, è interrotta di continuo dall’omaggio dei fan, dalle telefonate della Berté – “da sempre sono suo fratello e il suo punching-ball” – e ora dal nipote di Enis Togni, quello del circo, con cui Zero comincia una conversazione nella lingua dei sinti, in cui ricorrono di frequente i termini “dritto” e “gaggio”.
«L’ho imparata quando feci la tournée con il tendone dei Togni, che ogni sera i sinti montavano e smontavano. Dritti sono loro, gaggi siamo noi – traduce Renato -. Questa politica contro i nomadi è orribile. A pensarci bene, tutta la politica oggi è orribile».

Lei cosa votava, e cosa vota?
«Spesso non voto. Non ho stima di nessuno, sono fermo ad Antonio Gramsci e a Luigi Einaudi. Vengo da una famiglia di comunisti. Mario Tronti era mio zio: figlio di Nicola, il fratello di mia nonna Renata. I suoi genitori avevano il banco ai mercati generali, si alzavano alle 4 di mattina. Andavo a trovarlo nella sua casa sull’Ostiense. Ricordo una piccola stanza foderata di libri, questo ragazzo più vecchio dei suoi anni; ero così fiero di lui. Per me il partito comunista era questo: un padre che torna a casa stanco dal lavoro, mette in tavola un pane, un bicchiere di vino e un fiasco d’olio, e con quel che ha risparmiato compra un libro a suo figlio. Oggi questi c’hanno la barca e l’ossessione per la poltrona. Litigano, ma non per la politica; per il loro ego. E fanno i soldi. Oggi fa politica solo chi ha i miliardi. Per entrare in Parlamento, un operaio deve bruciare alla Thyssen. In compenso vedi molti sindacalisti. A me comunque il partito comunista non m’ha mai voluto. Gli altri suonavano alla festa dell’Unità con le loro band; io giravo i locali con il registratore, pigiavo play, partiva la musica e cantavo, solo come un cane. Non sono mai stato in quelle trincee, ma in altre, molto più esposte. E ancora adesso la politica di me non vuol saperne. Ho maturato la pensione: 800 euro al mese. Una presa in giro. Le darò a chi ne ha bisogno davvero. Ho il passaporto intonso: non sono mai andato da nessuna parte. La mia Nuova Zelanda, il mio Oklahoma, la mia Namibia sono stati i palcoscenici d’Italia. Eppure, con tutto quel che ho lavorato, con tutte le persone che ho aiutato, cosa mi ha dato il mio Paese? Niente. Manco una croce di cavaliere».

Davvero lei, Renato Zero, l’uomo con i lustrini, vorrebbe una croce da cavaliere?
«Sì. Ne sarei onorato. Embé?».

Aldo Cazzullo

22 settembre 2010(ultima modifica: 23 settembre 2010)
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Messaggio Da Ospite Sab 25 Set 2010, 15:53

L'addio di Milva firmato Battiato

di Diego Perugini


Pochi mesi fa ha rischiato di morire, complice un mix di varie patologie. Ricoverata in clinica, ne è uscita risanata, pronta per la sua ultima avventura. Non si nasconde, Milva, e racconta quei terribili momenti di maggio: «Pensavo fosse giunta la mia ora. A un certo punto ho anche perso la memoria, non riconoscevo più nessuno». Invece, la «rossa» ce l’ha fatta e oggi ce la ritroviamo di fronte elegantissima e disponibile, con una classe immensa e un filo di malinconia esistenziale. Accanto a lei c’è Franco Battiato, amico di lunga data, con cui ha inciso un paio di memorabili lavori, a cui ora s’è aggiunge Non conosco nessun Patrizio!, in uscita martedì. «Franco è unico, è l’artista che mi regala le maggiori emozioni. Ricordo quando l’ho conosciuto, questo ragazzo coi sandali e gli occhiali scuri, che cantava Venezia-Istanbul... Mi hanno proposto un best, ma io ho detto di no. Volevo fare un altro album con lui e chiudere la mia carriera».

NIENTE TOUR, NIENTE DISCHI
Eh, sì. Milva annuncia il ritiro: già era uscito un annuncio sulla sua pagina Facebook, ora la cosa diventa ufficiale. «A 71 anni e dopo le ultime vicissitudini, credo sia giusto dire basta. Niente più tour, forse un recital ogni tanto, magari con qualcuno. E credo nemmeno più dischi. Non ho altri desideri, ho avuto grandi soddisfazioni nella mia carriera e ho lavorato con gente come Strehler, Berio, Vangelis. Mi dedicherò a me stessa. Sto scoprendo l’importanza della conoscenza interiore. In passato ho corso troppo: impegni, amori sbagliati, depressione, mai vacanze».
Il «canto del cigno» della pantera di Goro va, comunque, nella direzione giusta. Un cd bello e ispirato, già a partire dalla copertina (una vecchia foto scattata da Franco dove Milva è sdraiata su un lettino al mare), che pesca nell’immenso repertorio di Battiato evitando i classici più celebri e soffermandosi su episodi meno noti. I pezzi più famosi sono Le aquile e Segnali di vita, gioielli melodici dei primi anni 80, che Milva reinterpreta con slancio emotivo. Ma ci sono anche titoli più recenti come I giorni della monotonia e Bist du bei mir: «Col tempo Franco è molto cambiato, le sue canzoni di oggi sono più complesse e difficili da cantare. Confesso che, a volte, ho faticato parecchio». «Ma, alla fine, ha vinto lei – ribatte Battiato - Riuscendo anche a sorprendermi, come quando ha accettato di interpretare Io chi sono?, un brano mistico dalle tonalità particolari. Milva è riuscita a calarsi pienamente nell’atmosfera».

Poco cantabile e poco singolo è anche la «title-track», unico inedito, storia di un amore finito senza rimpianti. In scaletta c’è pure Il ballo del potere, uno dei pezzi più politici (e polemici) di Battiato. Una scelta non casuale, visto che Milva non è tenera coi nostri governanti e l’anno scorso dalla Germania aveva sparato a zero su Berlusconi, spingendosi al punto di pensare di trasferirsi all’estero. «No, non lascerei mai l’Italia. Qui c’è mia figlia e poi il nostro rimane un paese straordinario per arte, cultura e architettura. Sul resto confermo: sappiamo tutti che questo signore è entrato in politica per fare i suoi interessi. E credo che il governo che abbiamo sia il meno desiderabile».

25 settembre 2010

l'unità

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Messaggio Da Ospite Dom 26 Set 2010, 20:19

e dall'eliseo la convincono a rimandare l'uscita del suo prossimo disco: tempi non propizi

Carla Bruni canta Bowie per beneficenza Ma critici e pubblico la stroncano

La versione di «Absolute Beginners» in un cd con vari interpreti dal 12 ottobre, ma i giudizi negativi si sprecano

MILANO - «Un'assoluta principiante»: i media francesi non usano mezzi termini. Carla Bruni interpreta il leggendario brano «Absolute Beginners» di David Bowie per un disco benefico. Il pezzo, tuttavia, sembra al di sopra delle sue possibilità; la première dame, accompagnata solo da un pianoforte, lo «massacra» impietosamente. Almeno così dicono quanti lo hanno ascoltato. Il cd con vari artisti impegnati a reinterpretarebrani del Duca Bianco esce in ottobre. Ma un clip del brano della Bruni è apparso su YouTube. Per poche ore, prima di sparire.m Come se non bastasse venerdì la signora Bruni-Sarkozy avrebbe dovuto accettare, un po' a malincuore, di rinviare l'uscita del suo prossimo cd, il quarto, al quale lavora da più di un anno, cedendo così alle volontà dei consiglieri dell'Eliseo che giudicano il momento «poco propizio per darsi alla musica».
STRONCATA - Carla Bruni canta David Bowie nella compilation omaggio al cantante inglese «We Were So Turned On» (in vendita dal 12 ottobre), i cui proventi saranno devoluti in beneficienza a War Child, un'associazione britannica per la difesa dei bambini vittime delle guerre. Nel disco, la première dame interpreta «Absolute Beginners», uno dei successi degli anni Ottanta del «Duca bianco». La performance, trapelata nella giornata di venerdì su YouTube, è stata rimossa dopo poche ore. Ciò nonostante, migliaia di utenti hanno ascoltato la versione del brano di Bowie del 1986 cantata da Carla Bruni. E le reazioni sono state spietate, come riporta anche il britannico Telegraph. Sia quelle dei critici musicali, sia quelle degli utenti. «E' la versione peggiore nella storia del rock», ha sentenziato Jean Daniel Beauvallet, critico musicale per la rinomata rivista Les Inrockuptibles. «Insignificante, mal prodotta e mal registrata», conclude Beauvallet . Solamente il quotidiano Le Figaro, spesso vicino alla linea del governo Sarkozy, loda l'interpretazione spiegando che la first lady francese dà al brano una «maestà melodica». Dal tono seccato invece le tante reazioni degli internauti: «Carla Bruni dovrebbe smettere di fumare sigari», dice uno; «Un'assoluta disgrazia», scrive un altro; «solo spazzatura», si legge sul portale di musica «Don'tMISS», che evidenzia come la cantante Bruni non sia in grado di raggiungere le note più alte del brano e la sua voce venga il più delle volte soffocata dal pianoforte.

COME MARIA ANTONIETTA - In Francia, però, non è tempo di cantare. Giovedì scorso più di un milione di persone sono scese in strada per protestare contro la riforma delle pensioni annunciata dal presidente Nicolas Sarkozy. Anche per questo motivo, stando alla rivista «Paris Match», da sempre vicina alla coppia presidenziale, l'ex modella italiana avrebbe accettato di rinviare l'uscita del suo quarto album cedendo così alle volontà dei consiglieri del presidente. Questi giudicano il momento «poco propizio per darsi alla musica». La popolarità di Sarkozy è infatti scesa in picchiata nelle ultime settimane, anche per colpa degli scandali che hanno investito il presidente e i suoi membri di governo. Dallo staff della Bruni piovono smentite: non c'è stato nessun rinvio, ha detto un portavoce sottolineando che l'album è tuttora in lavorazione. Il quotidiano britannico «Times» fa rifermento alla vicenda Bruni, tacciando la 43enne addirittura di un possibile «momento à la Marie Antoinette», la regina (1755-1793) che, - leggenda più che storia vuole - suggerì di distribuire brioches al popolo affamato, alla vigilia della rivoluzione francese. Ora, dopo più di 200 anni Paris Match si chiede: «La Francia soffre e madame canta. Come la prenderanno gli elettori?».

Elmar Burchia

25 settembre 2010


corriere della sera

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Messaggio Da Ospite Dom 26 Set 2010, 20:24

Solamente il quotidiano Le Figaro, spesso vicino alla linea del governo Sarkozy, loda l'interpretazione spiegando che la first lady francese dà al brano una «maestà melodica»


risata risata risata mi ricorda un Giornale italiano.... occhioni

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Messaggio Da Ospite Mer 29 Set 2010, 10:32

Via Twitter

Ci sono stati dei problemi legati alla pioggia durante la prima serata della kermesse O'Scià


Lampedusa: O’ Scià, prima serata interrotta dalla pioggia
È stata interrotta a causa di un temporale la prima delle cinque serate di ÒScià, la kermesse musicale a sfondo sociale dedicata al tema dell’immigrazione organizzata da Claudio Baglioni a Lampedusa per l’ottavo anno consecutivo.
Dopo aver aperto la serata con il primo ospite, Morgan, Baglioni ha condiviso il palco con gli altri ospiti in scaletta: Tony Esposito, Simone Cristicchi, Cristiano De Andrè, Fabri Fibra.
Sul singolare quanto inaspettato duetto con il graffiante rapper sulle note di “In Italia”, la pioggia si è fatta più intensa fino a costringere il padrone di casa a fermare la musica e a chiamare sul palco assistenza per coprire gli strumenti musicali.
Non si sono esibiti, quindi, gli altri ospiti previsti: Niccolò Fabi, Edoardo Bennato, Irene Grandi e Mario Biondi che presumibilmente, impegni permettendo, si aggiungeranno agli ospiti di oggi.
Lo spettacolo si è fermato alle 23.30, poi Baglioni è tornato da solo sul palco con una chitarra per intonare un paio di brani per i fan più accaniti che si sono ostinati a rimanere sotto al palco allestito sulla spiaggia della Guitgia.
Fonte AgrigentoFLASH.IT

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Messaggio Da layla Lun 04 Ott 2010, 00:31

Intervista a Marco Masini
Marco Masini

Marco Masini intraprende la sua ennesima battaglia, questa volta contro la BMG Ricordi. L'artista toscano ha fatto causa alla sua casa discografica, per ottenere la risoluzione del contratto e un risarcimento di oltre due miliardi di lire. MusicaItaliana.com continua a seguire la vicenda e a interrogarsi sui perché di una storia tanto amara.

Accusi la Bmg Ricordi di inadempimenti contrattuali, a cosa é venuta meno nei tuoi confronti?
La Bmg non ha rispettato le sue obbligazioni promozionali e non mi ha tutelato nei rapporti con i media. Io credo che ognuno debba adempiere ai proprio doveri, il mio é di scrivere canzoni, il loro é di promuoverle, distribuirle e di tutelare l'immagine dell'artista, perché oggi in Italia non si vendono soltanto i dischi con le canzoni, ma si vende anche l'immagine. Si sa benissimo che un cantante può fare un disco più brutto, ma venderlo lo stesso perché ha credibilità come artista. Questa é una cosa importante che la casa discografica doveva fare per non arrivare poi a rimediare in qualche altro drammatico sistema. Se già dall'inizio cominciavano in un certo senso a far sentire la loro voce, le cose sarebbero andate diversamente, e fidati che loro sono una casa discografica molto potente, molto grande, molto forte e molto competente, quindi a mio parere dovevano far valere questa loro forza. La casa discografica ha il dovere di tutelare l'immagine dell'artista.

In che modo avrebbe dovuto tutelarti?
Questo non lo, sono cose tecniche, ma una casa discografica lo sa benissimo come fare per difendere l'artista cui é contrattualmente legata.

Dici dunque che se avessero voluto avrebbero potuto?
Sì, assolutamente sì. Dal momento in cui gli dai in esclusiva l'immagine io penso che se vogliono la difendono, ripeto non so come, perché tecnicamente non sono la Bmg e non sono neanche un ufficio legale. Io difendo solo la mia immagine.

La denuncia é già partita?
Sì, sì, io sono convinto di andare fino in fondo anche perché sono tranquillo, sono contento come tutte le volte che intraprendo una battaglia e so di avere ragione e di avere la coscienza pulita. Sono contento e non mi tirerò indietro per nessuna ragione al mondo, e so che alla fine, se ci sarà una sentenza, chi avrà la coscienza apposto ne uscirà vincitore.

Questa causa é una battaglia in più...
Sì, questa causa fa parte della mia battaglia per riuscire poi a vincere una guerra anche con me stesso, per rivalutarmi e per sentirmi veramente contento del lavoro che ho fatto fino adesso.

L'inosservanza da parte della Bmg, a tuo dire, avrebbe portato a una forte contrazione delle vendite, provo a fare l'avvocato del diavolo e ti chiedo quale giovamento ne avrebbe tratto la tua casa discografica nel farti vendere meno?

A questa domanda non posso rispondere, perché c'é una spiegazione tecnica che non posso dire pubblicamente. Io non so che scopo possano avere avuto, ma sicuramente quando tu investi meno, intanto hai già guadagnato. Loro hanno investito poco rispetto a quello che avrebbero dovuto. Per far sapere alla gente che il disco di un artista esce, devi fare spot radiofonici e televisivi, devi fare dei cartonati, delle esposizioni, delle vetrine, organizzare incontri, avere rapporti potenti con i giornali, comprare pagine anche sulle riviste tecniche. Io gli contesto questo, di non aver investito abbastanza, cosa che secondo me, e secondo i miei legali, dovevano fare. Non solo in un rapporto artista-Italia, ma anche artista-estero, dopo che all'estero avevo venduto delle sostanziali cifre, quasi mezzo milione di dischi. Quindi mi sembra giusto che se il contratto dovesse andare avanti, anzi se avesse dovuto andare avanti sarebbe andato male avanti così, quindi mi sembra giusto interrompere questo rapporto, perché assolutamente non ci sono le possibilità e le basi per portare avanti il progetto in due.

Pensi che la Bmg non abbia creduto in te?
Non lo so. Io ho visto veramente una totale rinuncia a un'esposizione, a un investimento, a un credere in quella che é la potenzialità di un artista, oppure crederci, ma non voler rischiare e il rischio fa parte del business, nel senso che se tu vuoi guadagnare devi investire. Il mio compito é quello di scrivere canzoni e andarle a cantare dove la mia casa discografica mi manda, e io questo l'ho sempre fatto, loro hanno il dovere di promuovere il disco e di investire sul prodotto attraverso gli spazi promozionali, ma spetta assolutamente a una casa discografica promuovere più possibile e tutelare più possibile un artista. Io ho sentito che la Bmg Ricordi, nella sua perfezione, nella sua potenza, nella sua forza, nella sua competenza, perché la ritengo una delle più forti se non la più forte in assoluto casa discografica mondiale, non ha assolutamente aiutato il progetto Masini.

Tu hai delle responsabilità in tutto questo?
Io mi prendo la mia responsabilità di aver fatto nel 1998 un disco sicuramente diverso da quello che la gente si aspettava, ma proprio perché stai per distribuire un disco diverso devi maggiormente supportare l'artista, se ci credi. Io non ho mai preso delle decisioni da solo, obbligando loro a farmi uscire con un disco, ho sempre cercato il confronto con loro, quindi non ho assolutamente imposto nulla. Io sono sempre stato una persona che ha voluto lavorare insieme ai suoi partner, e ora non posso assolutamente perdonare certe distrazioni e certe superficialità che riguardano invece scopi e doveri ben precisi.

La cifra che può ripagarti si aggira sui 2 miliardi. Lo ha deciso il tuo avvocato?
Sì, tecnicamente le decisioni le ho fatte prendere a lui, nel senso che é lui che ha gestito la cosa, e che continuerà a gestirla. In quanto a me, io me ne sto tranquillo a scrivere le mie canzoni per me stesso, nessuno mi farà disinnamorare di questo mestiere, di questa passione, anche se per me non sarà più un mestiere.

E adesso cosa farai?
Vivrò le mie giornate con grande serenità, con un po' di rimpianto per non aver fatto prima quello che poi in estremis ho dovuto fare, ma se avessi forse avuto la palla di vetro avrei capito che questa situazione sarebbe degenerata, ma purtroppo la palla di vetro non ce l'ha nessuno in questo pianeta e quindi credo che non mi si possa accusare più di tanto per non aver agito prima. Ma al di là di questo, ti ripeto, ho passato un periodo di solitudine, di tristezza, di abbandono totale, come forse qualcun'altro ha vissuto, mi riferisco sempre a lei, a Mia Martini, che poi però si é ritrovata in una situazione molto più grave, perché non ha avuto forse il coraggio, non ha avuto la forza, non ha avuto abbastanza amici vicino, io fortunatamente ho degli amici, ho un padre che mi vuol bene e che mi aiuta, ho una ragazza, ho dei collaboratori che mi danno forza e personalmente ritengo di avere la forza per combattere la mia battaglia fino in fondo.

Intanto sei in tour, i tuoi fans ti sono vicini
?
Il pubblico mi é vicino in una maniera enorme, ricevo lettere di solidarietà, quasi delle serie "se smetti smettiamo anche noi di vivere", e io ho sempre cercato di rispondere che non sono e non voglio assolutamente essere il punto di riferimento di nessuno. La propria vita va vissuta secondo le proprie esperienze, secondo le proprie convinzioni, non assolutamente perché un cantante ti dice di fare una cosa in una canzone piuttosto che un'altra. Io il tour lo faccio proprio per stare con i miei ragazzi, perché da un punto di vista umano é sempre un'emozione, indipendentemente dalla mia situazione tecnica, poi non potevo assolutamente disdire impegni presi un anno fa. Comunque il pubblico mi dà tanto affetto ed è l'unica cosa vera e pura che é rimasta in un sistema che vive soltanto di soldi, di compromessi, di business, di politica e che a volte purtroppo rischia di diventare anche ricatto, perché spesso veramente, vedo dei giovani accettare compromessi che quasi rasentano il ricatto. Non mi piace questo sistema e sono sempre più convinto che se le cose non cambieranno, ringrazio tutti quanti veramente, ma non me la sento neanche di ipotizzare un ritorno, perché non mi convince niente.

Tra i commenti che i navigatori hanno scritto, ce n'é uno che ci ha colpito particolarmente, una ragazza dice di essersi tagliata le vene appena ha saputo del tuo abbandono. Non entriamo nel merito della veridicità della vicenda, ma ti chiediamo un pensiero per tutti i fans che non riescono ad accettare questo tuo addio.
Quando si entra nell'umano cambiano tante cose, non so come reagirei se una ragazza mi dicesse "se non canti più mi ammazzo", se dicesse il vero probabilmente mi metterei subito a fare un disco. Io ho preso una decisione tecnica, che, al di là di tutto, non serve solo a difendere la mia dignità, ma anche a difendere la mia azienda e il mio portafoglio. Quindi credo di aver diritto a prendere questa decisione, a meno che le cose non cambino e mi vengano a chiedere scusa, non importa neanche pubblicamente, mi basta un invito a cena. Però indipendentemente da questo, ora si é sommato anche il problema della casa discografica, e sarà un problema abbastanza rognoso. Tornando ai fans non so proprio come reagirei di fronte a un evento così drammatico. Forse andrei a casa a convincere la persona che non deve assolutamente farsi del male anche se io smetto lo stesso. Ma il mio pubblico é forte, e anche se quello di Ramazzotti é più numeroso, e quello di Renato Zero lo é cento volte di più, i miei fans ti garantisco che sono forti, sono persone che vinceranno contro quelli che mi sfottono, sono sicuro che vinceranno, perché hanno una forza, una sensibilità e una sicurezza dentro la loro fragilità che ti giuro é commovente ed é pazzesco.

Intervista di Paola De Simone


http://www.rockol.it/musicaitaliana.com/interviste/marcomasini_20010627.html
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Messaggio Da ziggy Lun 04 Ott 2010, 01:16

@ Layla. grazie per l'intervista.

anche se non sopporto Masini penso abbia ragione ma non so se
possa far valere le sue ragioni in un tribunale.
Se la risposta è affermativa ci sono un paio di passaggi interessanti che potrebbero valere anche per il nostro tatino
se la Sony non si comporta come si deve

''ti chiedo quale giovamento ne avrebbe tratto la tua casa discografica nel farti vendere meno?

A questa domanda non posso rispondere, perché c'é una spiegazione tecnica che non posso dire pubblicamente. Io non so che scopo possano avere avuto, ma sicuramente quando tu investi meno, intanto hai già guadagnato.
''

e poi
''Per far sapere alla gente che il disco di un artista esce, devi fare spot radiofonici e televisivi, devi fare dei cartonati, delle esposizioni, delle vetrine, organizzare incontri, avere rapporti potenti con i giornali, comprare pagine anche sulle riviste tecniche. Io gli contesto questo, di non aver investito abbastanza, cosa che secondo me, e secondo i miei legali, dovevano fare.'' sisi
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Messaggio Da Ospite Mer 06 Ott 2010, 00:16

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A VANITY FAIR

«Che cosa succederà dopo?», chiede Tiziano Ferro.
Poi, si risponde da solo: «Niente sarà più come prima».

«Dopo» è dopo questa intervista, che Vanity Fair pubblica come storia di copertina nel numero in edicola dal 6 ottobre. E prima del libro autobiografico Trent’anni e una chiacchierata con papà (in libreria dal 20 ottobre), dove l'artista ha raccolto i suoi diari dal 1995 al 2010 per fare un regalo a chi gli vuole bene, ma soprattutto a se stesso: vivere felice. E concedersi la pace e l'amore a lungo negati.

«Un paio di anni fa», racconta, «ho iniziato un percorso di analisi. Da tempo non stavo bene, e avevo capito di dover riprendere in mano una serie di cose: dal forzato esilio lontano da amici e famiglia alla relazione col mio lavoro, al rapporto contrastato con l’omosessualità. Così, dopo due anni di duro lavoro su me stesso, sono arrivato a una conclusione: volevo vivere meglio».

Come ci è riuscito, perché ha scelto di rendere pubblico questo percorso attraverso un libro, e che cosa sogna per il suo futuro: tutto questo nell'intervista a Vanity Fair.


LovvoLO, se possibile ancora più di prima amò

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Messaggio Da vallettadelre Mer 06 Ott 2010, 00:19

Valentina ha scritto:
A VANITY FAIR

«Che cosa succederà dopo?», chiede Tiziano Ferro.
Poi, si risponde da solo: «Niente sarà più come prima».


LovvoLO, se possibile ancora più di prima amò

quoto
è un cantante e un autore grandissimo e mi piace davvero molto (pur non avendolo mai conosicuto di persona). leggerò il suo libro!
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Messaggio Da Ospite Mer 06 Ott 2010, 00:31

vallettadelre ha scritto:
Valentina ha scritto:
A VANITY FAIR

«Che cosa succederà dopo?», chiede Tiziano Ferro.
Poi, si risponde da solo: «Niente sarà più come prima».


LovvoLO, se possibile ancora più di prima Interviste, articoli e recensioni, chi canta e chi suona - Pagina 3 459537

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è un cantante e un autore grandissimo e mi piace davvero molto (pur non avendolo mai conosicuto di persona). leggerò il suo libro!

E anche una persona di grande sensibilità, ma del resto uno che scrive quei testi deve per forza essere dotato di estrema umanità e dolcezza.
Mi spiace che per 2 anni sia stato psicologicamente male e li abbia dovuti passare sotto analisi, spero che ora possa essere veramente felice di ciò che è e continuare a deliziarci della sua musica e della sua voce, perchè alla fine a noi solo quello importa e deve importare.

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Messaggio Da ghost Mer 06 Ott 2010, 08:42

Sarò ipersensibile ultimamente, ma mi sono commossa! Interviste, articoli e recensioni, chi canta e chi suona - Pagina 3 591958
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Messaggio Da ziggy Mer 06 Ott 2010, 09:12

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Messaggio Da Ospite Mer 06 Ott 2010, 09:46

Ho letto la lunga intervista su Vanity Fair....non ho più parole pianto
Consiglio di leggerla tutta, ne vale la pena.

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Messaggio Da Therese Ven 08 Ott 2010, 09:52

http://www.ilgiornale.it/spettacoli/i_talent_testa_classifiche__tv_vera_casa_discografica/08-10-2010/articolo-id=478735-page=0-comments=1

venerdì 08 ottobre 2010, 09:24

I "talent" in testa alle classifiche E' la tv la vera casa discografica di Paolo Giordano
Cercare e coltivare nuovi artisti è diventato economicamente rischioso. E allora si punta su nomi scoperti e collaudati dal piccolo schermo. Peter Gabriel, fondatore di un'etichetta musicale, è giudice a The source

Massì per rendere l’idea iniziamo da Peter Gabriel: nessuno meglio di lui spiega quale sia adesso il ruolo della tv nella musica leggera. Nel 1989, tra tanti squilli di tromba, ha fondato una etichetta discografica (la Real World) per cercare nuovi talenti. Oggi, per lo stesso identico scopo ma con meno squilli, è giudice in «The source», un talent show inglese di una tv satellitare. Per di più, divide lo schermo con due rockettari che vent’anni fa scappavano solo a sentir nominare la televisione: Peter Hook, ex Joy Division e New Order, e Ian Brown degli Stone Roses.
«La tv è sempre stata un volano formidabile – spiega Marco Alboni, lucido come al solito, presidente della Emi -: i Beatles sono esplosi negli States dopo l’Ed Sullivan Show e gli U2 hanno fatto il salto grazie a Live Aid in mondovisione».
Però, oltre a lanciare nuovi talenti, oggi la televisione li individua proprio. «Sicuramente – conferma Enzo Mazza, presidente della Fimi – porta in classifica volti nuovi. Questo è un aspetto positivo in un mercato come il nostro, fatto di una forte percentuale di repertorio nazionale, oltre il 55 % del venduto, ma concentrato finora in pochi artisti consolidati. Ciò che preoccupa di più è se questi volti nuovi saranno in grado, anche grazie alle case discografiche, di costruirsi una carriera almeno di medio periodo o se sarà solo un turn over continuo di fenomeni». In ogni caso, nulla sarà più come prima. «I produttori degli show hanno sostanzialmente preso il posto dei direttori artistici. Ma si devono ancora affinare» aggiunge Claudio Cecchetto, forse il talent scout più blasonato in circolazione. In ogni caso basta qualche dato: il nuovo cd della vincitrice di Amici Alessandra Amoroso Il mondo in un secondo, rimarrà un bel po’ in cima alla classifica. Marco Mengoni, premiato da X Factor, ha fatto sfracelli a Sanremo e tra i critici musicali. Non ti scordar mai di me di Giusy Ferreri (sempre X Factor) è uno dei brani più trasmessi dalle radio in questo decennio. Di più: ogni settimana entrano nella hit parade uno o due ragazzi sfornati dai talent italiani e l’anno scorso il disco più venduto del mondo è stato quello di Susan Boyle, neanche vincitrice di «Britain’s got talent» ma fenomeno assoluto. Insomma, volendo semplificare con un paradosso, oggi la casa discografica più potente è la tv.
Anzi, aggiunge Cecchetto, «vorrei che i produttori tv creassero realmente delle case discografiche». Per ora la sinergia è strettissima, come conferma Alboni: «In una fase di completo redesign del mercato, questa formula ci permette di incontrare direttamente centinaia di potenziali artisti. E per mesi garantisce loro una ribalta tv». In fondo, una volta c’era più crudeltà e se i Beatles non avessero fatto il botto all’Ed Sullivan Show sulla Cbs nel 1964 (73 milioni di spettatori in un colpo solo) la loro arrampicata americana sarebbe stata più lenta.
E, per rimanere in Italia, in mezzo secolo centinaia di cantanti esordienti hanno «sanguinosamente» provato al Festival di Sanremo: una apparizione e addio per sempre in caso di bocciatura. Senza che, detto per inciso, nessuno gridasse allo scandalo.
Ora invece i tempi sono più dilatati e compassionevoli. «La tv ha preso il ruolo della discografia perché utilizza la musica per fare show» dice Marcello Balestra, direttore artistico della Warner Music, uno che a ogni cantante scoperto «si gioca la panchina».
«La differenza – aggiunge – è comunque che la tv fa scouting ma poi abbandona l’artista, che torna ad aver bisogno della casa discografica. Diciamo che la tv fa il cosiddetto “start up”, ossia il lancio. E la discografia si occupa ancora di scoprire talenti più “indie”: senza una multinazionale, i Baustelle non sarebbero passati da quattromila a quarantamila copie vendute».
Insomma siamo a un punto di svolta che, come sempre, scatena entusiasmi ma pure critiche. Un fatto generazionale, forse. «L’altro giorno – dice Alboni - Joe Cocker su Repubblica si lamentava che oggi ci sono Lady Gaga e Katy Perry mentre una volta c’era solo musica innovativa. In realtà mi sembra di ricordare che più o meno ai suoi tempi ci fossero anche Pat Boone o Neil Sedaka, bravissimi ma non certo geniali. Non si può celebrare sempre e solo ciò che è stato». Appunto: altrimenti ci si dimentica del futuro.
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Messaggio Da Ospite Mer 13 Ott 2010, 17:39

Adam Lambert è troppo gay per fare un concerto in Malesia

Un partito politico fondamentalista musulmano sta chiedendo a gran voce la cancellazione del concerto di Adam Lambert, poco distante dalla capitale Kuala Lumpur, perchè promuoverebbe la cultura gay.

Un membro del Pan Malaysian Islamic Party ha infatti ribadito l’avversione verso il cantante definendo il suo concerto “oltraggioso, con balli osceni e performance gay che includono anche baci tra ballerini uomini“. E tutto questo non è un bene per il Paese.

Si consolino i fan di Adam; precedentemente, erano finiti nel mirino delle proteste anche Rihanna e Mariah Carey (che, non mi risulta sia così oltraggiosa per la società… bah). L’intenzione degli appartenenti a questo partito politico è quello di fare propaganda durante l’esibizione dell’artista, con lo scopo di attirare nuovi proseliti. Venuto a conoscenza di queste proteste, Lambert ha accettato di esibirsi ugualmente, a condizione che non venisse effettuata alcuna modifica al suo vestiario e che il palco fosse ad una distanza di sicurezza di circa 8 metri da pubblico.

Fonte: Queerblog.it

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Messaggio Da Ospite Lun 01 Nov 2010, 13:40

Trovata su La Riserva questa notizia

Il settimanale “Tv Sorrisi e Canzoni”, in edicola da martedì prossimo, svela alcune anticipazionisui cantanti in gara.
Almeno due sarebbero certissime!

Alessandra Amoroso, vincitrice dell’ottava edizione di Amici che è già salita sul palco dell’Ariston in occasione del duetto con Valerio Scanu.
Alessandra, con il suo ultimo album Il mondo in un secondo, uscito meno di un mese fa, ha già ottenuto il doppio Disco di Platino con oltre 60 mila copie vendute.

L’ altro nome molto probabile tra i cantanti in gara è quello di un popolare cantautore italiano Roberto Vecchioni.

Non ufficiale ma quasi data per certa è anche la presenza di Giusy Ferreri tra i big del festival.

In quanto ad Anna Tatangelo, è suo desiderio tornare a Sanremo e, intervistata in un collegamento telefonico dalla trasmissione radiofonica “Attenti a Pupo” ha dichiarato: Un pensiero su Sanremo l’ho fatto, appena tornerò a casa mi dedicherò a questa canzone, perché a Sanremo ci si va se si ha una bella canzone. Sanremo mi ha dato tanto. Il brano però non l’ha scritto Gigi.



Chissà allora chi vincerà Sanremo quest'anno scusa chissà chissà scusa

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Messaggio Da layla Dom 07 Nov 2010, 00:57

http://www.giornaledibergamo.com/spettacoli/19-ottobre-2010/silver-cerca-una-casa-discografica-900.html

Silver cerca casa discografica
L’ex di X-Factor lancia un appello (e si fa consigliare da Morgan)
19 ottobre 2010 | SPETTACOLI

«Una serata fantastica», esultano all’unisono l’organizzatore di “Arte, sport e solidarietà”, Claudio Locatelli, e uno dei suoi protagonisti, Silvio-Silver Barbieri, concorrente della passata edizione di X-Factor.
Motivo della gioia di Locatelli (nel tondo con il figlio) è aver raggiunto e superato (di un migliaio di euro) l’obiettivo di 20mila euro da raccogliere e devolvere alla Aob (Associazione Oncologica Bergamo) e alla Fondazione per la ricerca sulla fibrosi cistica. Il tutto grazie alla serata ospitata sabato 16 al Teatro Serassi di Villa d’Almè, con protagonisti del mondo dello spettacolo (Francesco Facchinetti, Silver, Ambra Marie, Daniele Magro) e non. «Mi ha toccato nel vivo l’intervento di Felice Gimondi, che oltre a snocciolare una serie di aneddoti sportivi ha dato una lezione di vita». Il padrone di casa va molto fiero anche della componente spettacolare della serata: «Una grande piacevolezza musicale. Facchinetti è stato protagonista di una performance con gli ex ragazzi di X-Factor al limite dell’improvvisazione, e il pubblico ha gradito. Un bravo ragazzo, che si sente ancora uno che ha molto da imparare, nonostante i traguardi che ha già raggiunto. Si è seduto e, chitarra alla mano, ha iniziato a suonare e cantare, passando poi lo strumento a Silver, Ambra e Daniele».

Doveroso, a questo punto, anche il bilancio di Silver, 24enne di Fara Olivana con Sola. «È stata una serata stupenda, soprattutto considerato che ci siamo ritrovati tutti insieme, nello stesso camerino, a raccontarci a vicenda le nostre vite. Noi ex ragazzi del talent siamo tutti sulla stessa barca: cerchiamo di proporre i nostri inediti alle case discografiche».
E continua: «Sono reduce da un periodo in Toscana in cui insieme a Eros Cristiani - il pianista di Mauro Pagani - abbiamo concluso gli arrangiamenti di una decina di inediti, in chiave british. Ora bisogna rifinire alcuni dettagli e, poi... cerco una casa discografica!».
Farti produrre da Morgan non è possibile?
«Lui mi dà molti consigli, ma come produttore non si indirizza verso il mio genere. Però ci sentiamo ancora spesso, tant’è che gli ho chiesto alcuni dei suoi vestiti per un servizio fotografico: quando sono arrivato a casa sua mi aveva preparato una quindicina di giacche e pantaloni bellissimi, molto particolari. Anzi, a pensarci bene, li ho già da due settimane: devo restituirglieli!».
Da Claudia Mori?
«Impossibile. Non è aperta e disponibile come faceva credere. Me l’hanno detto due dei suoi ex pupilli, Damiano e Giuliano».
Non resta che Mara Maionchi.
«Infatti volevo sentire la Mara, quando tutto è pronto, per capire se possa essere interessata o, comunque, per farmi dare qualche contatto. Nel frattempo ho organizzato una gita a X-Factor: fra due settimane vado a vedere la puntata insieme ad Ambra, Sofia, Ornella, Damiano e altri ex concorrenti. In totale siamo otto».
Quest’estate hai fatto una serie di live.
«Sì, come solista. Con i Sunshine, la band che avevo prima di entrare ad X-Factor, abbiamo preso una pausa: uno si è trasferito in Australia, l’altro a Milano... trovarsi anche solo una sera a settimana per le prove era un’impresa. Tornando ai live estivi, sono andato a Bari, Roma, Verona, Alessandria e Pisa: sono state belle serate anche se, ovviamente, essendo svanito l’effetto della fama televisiva un po’ si cade nell’oblio».
Il tuo amico fraterno Marco Mengoni, però, ce l’ha fatta. Ha persino vinto il premio come "Best italian act" agli European Music Awards. Ti dà consigli?
«Ci sentiamo spessissimo e sono andato anche al suo concerto al PalaSharp. Consigli? No, alla fine anche lui è alle prime armi. È vero che è sulla cresta dell’onda ma va anche considerato che lui - come Noemi e Giusy Ferreri - prima di entrare a X-Factor aveva già una produzione: significa molto».
Qualche ragazzo della tua edizione ha accantonato il sogno della musica per tornare a fare il vecchio lavoro?
«Sì, almeno un paio. Gli altri non demordono. Io nemmeno. Perché entrare ad X-Factor è una gran fortuna, ma il lavoro vero, quello duro, arriva dopo».
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Messaggio Da layla Mer 17 Nov 2010, 01:56

http://www.tgcom.mediaset.it/spettacolo/articoli/articolo495927.shtml

15/11/2010
Negramaro tra le radio e il singolo
Sangiorgi presenta il disco "Casa 69"
A 3 anni da "La Finestra" i negramaro, capitanati da Giuliano Sangiorgi, tornano coi 16 brani (18 con la versione deluxe) di "Casa 69". Il singolo "Sing-hiozzo" - in radio dal 29 ottobre - non è tra i primi dieci della hit parade Fimi-Nielsen ed è al 33esimo posto dei brani più trasmessi in radio (fonte Earone). "Credo che ci sia un cartello delle radio contro - dice il vocalist a Tgcom -, ma preferisco pensare che il brano non sia piaciuto".


In una conferenza stampa affollata chiediamo a Sangiorgi e ai negramaro (rigorosamente con la N minuscola come si presentano ora) perché "Sing-hiozzo" fatichi a scalare le classifiche sia delle radio che Fimi Nielsen, scelta sbagliata del pezzo o ci sono altri motivi? Sangiorgi schiettamente risponde: "Ci sono altri motivi e non sono sicuramente artistici. La mia opinione è, ancora sono libero di poterla esprimere, che ci sia un cartello delle radio contro di noi".

Si riferisce pure all'etichetta Ultrasuoni, la nuova casa discografica nata da Rtl 102.5, Rds e Radio Italia? "Anche - dice -, ma preferisco di gran lunga credere che questa canzone non sia piaciuta che a cartelli e a questo genere di schifo. Noi certamente non condividiamo questo sistema e spero che qualcosa cambi. In ogni caso anche se arrivassimo alla 52esima posizione della classifica africana non ci importerebbe. Abbiamo diverse cose da dire con questo disco e ci sono altri brani che sicuramente faremo conoscere". Secondo i dati diffusi dall'ufficio stampa sono oltre 120 mila le copie prenotate per "Casa 69".

Insomma nessun problema se i Modà, un'altra rock band in ascesa e molto quotata, sono secondi nella classifica dei singoli e 14esimi in quella radio: "Assolutamente nulla contro i talenti, né loro né quelli che vengono da Amici e da X Factor", specifica Sangiorgi.

Sangiorgi (voce, piano e chitarre) con Emanuele Spedicato (chitarre), Ermanno Carlà (basso), Danilo Tasco (batteria), Andrea Mariano (pianoforte, sintetizzatori, programming, editing) e Andrea De Rocco (campionatore) hanno scelto il produttore David Bottrill (già collaboratore, tra gli altri, di Placebo, Muse, Tool, David Bowie e David Sylvian) per completare l'album che suona molto rock.

Oltre ai sedici brani in tracklist ci sono pure per la versione deluxe del disco: “Lacrime”, brano che i negramaro eseguono insieme all’orchestra di Mauro Pagani, e “Comunque vadano le cose (Scusa Mimì)”. Quest'ultimo è nato anche dall’esigenza di chiedere scusa a Mia Martini. "Un'artista che rispettiamo - dice Giuliano Sangiorgi -, con la sua voce comunicava tantissime cose e soffriamo di questa mancanza. E' assurdo morire per la gente e le incomprensioni che si possono creare". C'è anche un duetto con Elisa in "Basta così", un brano che è nato contemporaneamente a "Ti vorrei sollevare": "E' venuta a Bologna da noi per una giornata intera a incidere la canzone, ci siamo divertiti molto e le vogliamo molto bene". I due amici-cantanti saranno anche protagonisti della nuova stagione di "2", il programma musicale di Rai Due, secondo l'agenzia Agi.

L'album "Casa 69" - che prende il titolo dal numero civico della casa in cui la band convive da tempo - si snoda attraverso i temi della non comunicazione, l'individualismo, c'è anche l'amore e l'affetto familiare. "Non abbiamo tralasciato nulla, siamo completi e ci siamo espressi in maniera diretta", dice Sangiorgi che poi aggiunge "sono sempre aperto ai confronti. Vivo di notte, faccio jam session in giro e amo avere uno scambio serrato con chi non la pensa come me. Credo sia la cosa più bella che ci possa essere!".

Tracklist: “Io non lascio traccia”, “Sing-hiozzo”, “Se un giorno mai”, “Quel matto sono io”, “Dopo di me”, “Basta così” (duetto con Elisa), “Voglio molto di più”, “Casa69”, “Manchi”, “Apollo 11”, “Luna”, “Londra brucia”, “Senza te”, “E’ tanto che dormo”, “Polvere” e “Il Gabbiano”.

Andrea Conti

Ultimo aggiornamento ore 15:48
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