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Messaggio Da Ospite Sab 11 Set 2010, 16:45

Sanremo 2011, clamoroso Morgan: “Io, la Ventura e Celentano insieme per condurre il Festival”


Quelle di Morgan sono rivelazioni clamorose. Una vera e propria provocazione che ha tutta l’aria di scatenare un polverone mediatico nei prossimi giorni. Si parla di conduzione del Festival di Sanremo…:

“Ci siamo proposti io e Simona Ventura, per condurre insieme ad Adriano Celentano”.

Un trio inaspettato ma che sicuramente farebbe molto parlare da qui ai prossimi cinque mesi che separano dalla kermesse all’Ariston. Ma il loro che Sanremo sarebbe? Morgan ha le idee abbastanza chiare:

“Io, Simona e Adriano lavoreremo per un Sanremo decente, con una rivitalizzazione totale che includa autori come De Gregori, Baglioni, Bennato e forse riusciremo a far venire anche Mina. E’ un’idea forte, se ai direttori Rai non piace vuol dire che non vogliono rilanciare l’azienda. Ora basta solo che Celentano dica si”.

Ma soprattutto, sottolinea, occore portare sul palco nomi di livello perchè altrimenti si andrebbe incontro all’ennesimo Sanremo appannato.

E i suoi rapporti con la tv di Stato? A sentire lui è tutto sistemato per il meglio:

“La mia posizione in Rai adesso è ok perché sono stato da Giovanardi a farmi sdoganare, anche se loro all’Ariston preferirebbero Vespa”.

Tali dichiarazioni, o meglio provocazioni, sono state riportate poco fa dal sito blitzquotidiano.it. Parole che sicuramente si faranno sentire…

E voi che ne pensate? Vi piacerebbe l’idea di un Sanremo condotto dal trio Ventura-Morgan-Celentano?

da : http://zonareality.wordpress.com/2010/09/11/sanremo-2011-clamoroso-morgan-io-simona-ventura-e-adriano-celentano-insieme-per-condurre-il-festival/#more-16960

ditemi se va bene postato qua scusa

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Messaggio Da duful Gio 16 Set 2010, 18:45

http://www.corriere.it/spettacoli/10_settembre_09/lady-gaga-copiona_9a9d729a-bc40-11df-8260-00144f02aabe.shtml

Il CASO


Lady Gaga: non è tutta farina del suo sacco


Una madre accusa: Ha copiato mia figlia Lina, una ragazza morta suicida a 19 anni. Le due cantanti avevano registrato una dozzina di canzoni nel 2007



Il CASO

Lady Gaga: non è tutta farina del suo sacco

Una madre accusa: Ha copiato mia figlia Lina, una ragazza morta suicida a 19 anni. Le due cantanti avevano registrato una dozzina di canzoni nel 2007

Notizie e interviste TV e spettacolo Lina_b1--180x140
Lina Morgana, la cantante che si è suicidata a 19 anni
MILANO - Lady Gaga, al secolo Stefani Germanotta, ha "inventato" il personaggio che ha ottenuto un successo planetario. Ma non è tutta farina del sacco suo sacco. O almeno così sostiene Yana Morgana, una signora di Staten Island che accusa la provocatoria cantante di avere copiato la musica e lo stile di sua figlia Lina, suicidatasi a diciannove anni. Lady Gaga e Lina, racconta il New York Post, si erano conosciute nel 2007 allo studio di registrazione del produttore Rob Fusari che le aveva fatte incontrare nella speranza che i testi di Germanotta e la voce di Morgana potessero creare delle hit. Le due avevano registrato una dozzina di canzoni che non sono mai state pubblicate, anche se qualcuna circola su Youtube e Myspace.


LA COLLABORAZIONE - Secondo la mamma di Lina è proprio durante queste collaborazioni che Gaga avrebbe copiato stile, modo di cantare, tecnica e coreografie della figlia. Persone interne al mondo della musica sostengono che in effetti la somiglianza è eclatante. Per il momento sia Lady Gaga sia Fusari non hanno rilasciato commenti sulle affermazioni di Yana Morgana.



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Messaggio Da Ospite Gio 16 Set 2010, 19:25

Sconcertante neutro Tra l'altro trovo più interessante Morgana di Lady Gaga,almeno dall'ultimo video che ho visto,sarà che non trovo nulla di musicale in questa musicista che si definisce cantante ma muove la sua fama attraverso il gossip.Nel primo video nell'ultimo frame c'è un pezzo di giornale con una frase di Gaga che dice che la musica é una bugia,come l'arte.Io penso sia una delle poche cose vere e belle che ci siano rimaste.

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Messaggio Da duful Gio 16 Set 2010, 19:39

ha sconcertato anche me Notizie e interviste TV e spettacolo 11810
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Messaggio Da Ospite Dom 19 Set 2010, 15:36

L'INCONTRO
Filippo Timi, dal palco al set
"Capire le donne? Sforzo inutile"


Ha una rara malattia agli occhi, ma è diventato uno scrittore famoso. Ha la balbuzie, ma è diventato uno degli attori più richiesti. Mamma infermiera, papà operaio, "da bambino sognavo di firmare gli autografi alle ragazze, come Elvis, invece ero uno sfigato"

di IRENE MARIA SCALISE

Notizie e interviste TV e spettacolo 110702573-b5f9de22-e145-4d9a-8676-530fdc6a9c74MILANO - Cita i grandi filosofi ma avrebbe voluto essere Elvis Presley. Recita con voce profonda ma quando non è sul set s'inceppa sulle parole. Ha uno sguardo intenso ma soffre di una rara malattia agli occhi che gli impedisce di vedere il centro delle cose. Scrive libri ed è diventato famoso come mattatore. Ha paura di volare eppure è sempre in viaggio. È Filippo Timi, trentasei anni, nuovo mito trasversale. Specialmente per le donne. Lui, onesto, ammette: "Seduco a trecentonovanta gradi".

Alto, spalle larghe, barba e capelli arruffati, quarantasei di piede, Timi è un uomo ingombrante. Si racconta sempre divertito e, anche quando esita sulle sillabe, sdrammatizza. Negli ultimi tre anni ha scelto di vivere a Milano, città che ama perché la trova comodissima. Lungo i Navigli si muove disinvolto, sorriso aperto e passi lunghi. È umbro. Ponte San Giovanni, appena fuori Perugia. Ama la sua terra e quando torna a casa è sempre un'emozione. "Soprattutto per mia madre che si agita come una bambina appena legge un articolo che mi riguarda sul Corriere dell'Umbria. Sospetto però che l'orgoglio aumenti quando sulla stessa pagina magari compare anche una foto della Bellucci", compatriota di Città di Castello. Un'infanzia semplice quella di Timi: "Da bambino facevo parte del gruppetto degli sfigati, soffrivo anche di ernia e i medici avevano ordinato ai miei di non farmi piangere: mia sorella mi odiava perché mi vedeva come un privilegiato. Ero il classico "ciccio"he non ha mai avuto il motorino. Quel tipo di bambino che fa tenerezza agli adulti e che i coetanei sfottono".

Mamma infermiera e papà operaio, Filippo sognava in grande: "In un tema di quinta elementare scrissi che da grande mi sarebbe piaciuto essere una "specie" di Elvis Presley per avere tante ragazze che mi chiedessero l'autografo. Finita la scuola, invece, mi sono messo a studiare filosofia e al secondo esame un professore mi ha cacciato perché avevo deciso di applicare con lui il metodo di Socrate, rispondendo alle domande con un altro quesito". Una pessima partenza che lo fa velocemente traslocare all'istituto d'arte. "Ero tra i più bravi, facevo duecentocinquanta disegni alla settimana con gli insegnanti che mi passavano i fogli di nascosto perché consumavo carta in modo compulsivo. Lì mi si è aperto un mondo. Ho scoperto quanto era meraviglioso studiare, e ho cominciato a immaginare una vita d'artista - anche se mia madre era sempre lì a ricordarmi che i soldi per mantenermi non c'erano".

Poi, come a volte succede, tutto si risolve per caso: "Sono andato ad accompagnare un mio amico a un provino e hanno scelto me". Un successo inaspettato, nonostante l'evidente balbuzie. "Non capisco cosa accade quando recito ma ogni esitazione sparisce, forse perché entro nelle cose con il cuore e con gli occhi. Anzi, è proprio quell'incognita nella parola che mi dà un punto in più nel rapporto con il pubblico". Giorgio Barberio Corsetti, il regista, si appassiona a questo strano personaggio. Lo prende nella sua compagnia teatrale e gli cambia la vita. "Era un modo per fuggire dal niente. E dopo un mese di prova ho potuto interpretare Edipo il giovane con lo stesso Corsetti, che ancora recitava, e un anziano Franco Citti che interpretava il vecchio e mi parlava in romanesco. Mi sembrava di sognare. Lavoravo senza aver fatto nessuna scuola. Solo energia pura".

In quegli anni viene fuori però il problema agli occhi. Una malattia degenerativa, la sindrome di Stargardt, che gli complica i sogni. "Ogni tanto penso a quanto mi piacerebbe guidare", racconta con un sorriso. "Con il computer mi sono abituato a usare i caratteri quaranta e grazie all'iPhone riesco a inviare anche i messaggi". Anzi, è proprio grazie ai suoi caratteri al cubo se è diventato anche scrittore. "Scrivo in continuazione, un'urgenza sotto la pelle che forse è un modo per sfogarsi". Sceneggiature, pensieri, testi teatrali ma soprattutto tre libri tra cui Tuttalpiù muoio, concepito a quattro mani con Edoardo Albinati. Un libro da cui ha tratto e interpretato l'adattamento teatrale La vita bestia. "C'era un po' d'incoscienza nel fare un passo così impegnativo, poi quando l'ho visto in libreria mi è preso un attacco di panico. Anche la rappresentazione non è stata semplice, un monologo di due ore con temi molto personali".

Il silenzio della mattina milanese è rotto da una telefonata. Filippo Timi si alza dal tavolo e per non disturbare l'atmosfera sonnacchiosa del vecchio caffè milanese, esce dal locale. La città risplende di quella luce speciale che ogni tanto la illumina. Una breve pausa e ricomincia a raccontarsi. "A ventiquattro anni, nel '99, ho debuttato nel cinema con un film di Anna Negri. Un'esperienza indimenticabile". Da quel momento molti registi lo scoprono e sembrano innamorarsi di questo ragazzone. Improvvisamente è ovunque. In memoria di me di Saverio Costanzo, in Saturno contro di Ferzan Ozpetek, ne I demoni di San Pietroburgo di Giuliano Montaldo, in Signorina Effe di Wilma Labate, in Come Dio comanda di Gabriele Salvatores. E naturalmente in Vincere di Marco Bellocchio. "Al cinema ho portato molto del teatro, soprattutto la forza espressiva del mio corpo, forse perché non mi fido della parola. Attraverso la parola spesso tradisci quello che vuole dire il personaggio, e proprio per costruire un ruolo "credibile" non mi baso mai su quello che il personaggio dice".

La continua oscillazione tra set e palcoscenico non lo spaventa. Anzi: "Il teatro è corpo a corpo, un modo di fare l'amore con il pubblico. Al cinema invece basta pensare una cosa e la macchina ti riprende, non devi avere coscienza ma solo farti rubare. C'è un tempo cinematografico che è diverso da quello del teatro ma, soprattutto, da quello della vita. Per pochi fortunati è un dono naturale e, tra questi, sicuramente c'è Elio Germano". Che appena vinto la Palma d'oro a Cannes al telefono gli ha detto: "Ahò, Filì, sto vicino a Javier Bardem: ma lo sai che siete identici!".

Con la televisione ha un rapporto sincopato. Generalmente se ne dimentica, poi ogni tanto s'appassiona a qualche serie e allora diventa un'ossessione. Non fa altro per giorni. "È che non conosco il piacere della sosta. Se faccio tre cose mi concentro meglio che se ne affrontassi una sola, adoro lavorare per sottrazione". È ansioso, ma in un modo tutto suo. "Non ho timori per me ma mi pongo domande impressionanti del tipo: dove andremo a finire?". Nella vita è quasi sempre innamorato: "L'amore lo concepisco in modo francescano, non ho il senso dell'appartenenza ma voglio essere amato a tutti i costi. Anche perché non puoi recitare in teatro senza che ti batta il cuore". Sino ad ora non ha approfittato del suo successo con le donne. Casomai il contrario. "Ho troppo rispetto per me stesso per abbandonarmi alle avventure. Senza contare che la mia generazione è stata inibita dalla paura dell'Aids e questo mi ha parecchio frenato". Il mondo femminile lo affascina, anche se sa bene che ogni sforzo per comprenderlo "è inutile". "Carmelo Bene diceva che far piangere una donna è una cosa irreparabile e io sono pienamente d'accordo con lui. Ma per esempio non capisco cosa passa nella testa di Nina, una delle protagoniste del mio primo libro, che non ama più e continua fare l'amore con il marito. Perché le donne spesso accettano una storia fatta di un rapporto sessuale che equivale a uno stupro?".

Del successo non ha ancora la sicurezza paludata. "È bello e gratificante sapere che fai un lavoro che smuove qualcosa negli altri e che degli estranei spendono energie per venire a vederti e per farti i complimenti. Spero solo di mantenere questa leggerezza che mi fa aspettare ancora con curiosità che accadano le cose". Della malattia e della morte cerca razionalmente di farsene una ragione, ma l'istinto bestiale è di terrore puro: "Se penso alla morte vorrei allungare un braccio e aggrapparmi a Dio. Da un po' ho anche timore di volare. Nei viaggi lunghi mi ripeto frasi scontate - tipo "nulla può accadere sino a quando non arriva il tuo momento" - . Poi però mi assale il dubbio atroce che "il momento" sia arrivato per il mio vicino. E allora entro nel panico".

Di figli ne vorrebbe, ma non subito. "Quando torno in Umbria e vedo le figlie gemelle di mia sorella le trovo meravigliose, ma molto impegnative. E poi ancora non ho un rapporto stabile. So solo che un giorno sarò padre". L'estate scorsa ha portato ancora in tournée Il popolo non ha il pane? Diamogli le brioche, di cui è autore, regista (assieme a Stefania De Santis) e interprete. Una rilettura di Amleto. Gioco e ira. Struggimento e provocazione. "Da quando un attore comincia a fare teatro sogna d'interpretare Amleto, e io su quel palcoscenico ogni sera soffro perché muoio, uccido, amo. E la sera successiva soffro nuovamente. Uso la risata come specchio della vita e pur essendomi basato sulle tragedie di Shakespeare e sui testi filosofici di Agamben, rileggo tutto a modo mio". Dopo i mesi caldi dedicati a premi e festival, dopo aver partecipato al film che Michele Placido ha presentato fuori concorso a Venezia Vallanzasca. Gli angeli del male e aver recitato un cammeo in La solitudine dei numeri primi, ora ci sono le prime riprese del film di Cristina Comencini, Quando la notte. Un altro inizio per Filippo Timi.

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Messaggio Da nerina Mer 29 Set 2010, 14:38

http://www3.lastampa.it/cultura/sezioni/articolo/lstp/339032/
60 anni di Radio3, l'arcipelago felice
Il direttore Sinibaldi: nel '50 l'Italia era povera ma aveva il coraggio di investire nella cultura
ALESSANDRA COMAZZI
Valgono sempre le parole di Finardi: «Amo la radio perché arriva tra la gente, entra nelle case e ti parla direttamente. Ma se una radio è libera, ma libera veramente, mi piace ancor di più perché libera la mente».

E liberare la mente era proprio l'idea dei padri fondatori di Radio3 Rai, anno 1950. La rete cominciò a trasmettere il 1° ottobre, quindi sta per compiere i suoi primi 60 anni.

Sarà un periodo di festeggiamenti, ma pure di ripensamenti. Dice Marino Sinibaldi, il direttore: «È stata un'invenzione straordinaria: la prima radio culturale, la prima emittente in modulazione di frequenza, la prima che non cercasse un pubblico generalista. Molte cose sono cambiate, naturalmente, ma la vocazione resta intatta. Radio3 deve trasmettere musica, arte, teatro, libri, poesia, letteratura, scienza, la bellezza del mondo, senza considerarla evasiva o decorativa. E senza ignorare la complessità, le contraddizioni, i conflitti del proprio tempo».

Radio3 nacque prima degli altri due canali, che si chiamavano Rete rossa e Rete azzurra: le differenze tra loro erano soprattutto regionali. Sinibaldi, nel preparare il compleanno, si è letto i documenti del ‘50: «Impressionanti. C'erano consapevolezza e coraggio: l'Italia era povera, chiusa, ben lontana dal boom. Ma la sua classe dirigente pensava che la cultura fosse un veicolo di miglioramento. Si cominciarono a differenziare i programmi. Non tutto per tutti. La sfida era rendere popolare qualcosa che lo era poco. Era allargare. Ma senza svilire nulla né sperare di coinvolgere ogni ascoltatore». Uno spirito opposto a quello generalista che la radio si permette ancora, ma che allora si permettevano pure la tivù, il cinema, il teatro. La popolazione doveva essere elevata. «Adesso allargare vuol dire abbassare la qualità e l'aggettivo popolare significa “per tutti". E no, non va bene, è inutile fingere che non siamo divisi in tribù. La sfida è proprio quella opposta: diversificare, far capire che vanno ascoltati anche i linguaggi che non ci appartengono. Noi proponiamo soprattutto un metodo: ascolto e confronto».

La Rai alla radio concede più libertà. «Non è un caso che sempre più personaggi televisivi vogliano venire da noi», dice Antonio Preziosi, direttore di Radio1 e del Gr. E lancia una proposta: «Un'unica testata radiofonica europea che coinvolga tutte le radio del servizio pubblico, un progetto da sviluppare anche attraverso le nuove tecnologie crossmediali». Le tecnologie sono importanti, come il concetto di servizio pubblico che torna orgogliosamente nelle parole di chi fa radio. «Da noi - nota Sinibaldi - tutti si esprimono con civiltà e rispetto, persino i più schierati». Perché non si sentono costretti a parlare per slogan, come invece accade in tivù, massima concitazione per massima dilatazione.

Poi, gli ascoltatori. Dopo Prima pagina, alle 10 del mattino, va in onda Tutta la città ne parla: si approfondiscono all'impronta temi scelti dal pubblico. «Che a volte sono sorprendenti, diversi dall'informazione ufficiale. Per esempio: il caso della donna uccisa a Napoli dopo aver denunciato lo stupratore della figlia. Ce ne siamo occupati solo noi e La Stampa».

La festa dei 60 anni, dunque: il 29 settembre, all'Auditorium di Roma, si apre la mostra fotografica La voce delle immagini. Altre foto nella sede storica di via Asiago, per la rassegna Bianco Nero Piano Forte. Le opere, tutti pianoforti, di Silvia Lelli e Roberto Masotti, dialogheranno con un'istallazione sonora di Luigi Ceccarelli e con i testi di Mara Cantoni. Sarà l'occasione per ribadire una delle principali vocazioni di Radio3, quella musicale: «Trasmettiamo 900 concerti dal vivo all'anno». Il 1° ottobre maratona con musicisti, attori, scrittori, poeti. Alle 21, all'ora esatta della prima trasmissione del ‘50, serata sul mito di Orfeo, lo stesso tema con cui il Terzo Programma iniziò. Poi concerti, speciali, quattro radiodrammi commissionati a giovani scrittori, Nicola La Gioia, Chiara Valerio, Carlo D'Amicis, Giosuè Calaciura: «È un modo per aiutarli, questi autori agli esordi, in un momento in cui la cultura perde fondi».

Il mese di festeggiamenti si concluderà il 28 ottobre con una giornata dedicata al futuro delle radio culturali in Europa. Radiotre si pone insomma non soltanto come una rete, ma come una vera istituzione di promozione culturale. «Finché la Rai ce lo lascia fare, credo che questo sia un bel modo per svolgere servizio pubblico». Siete un'isola felice? «Diciamo un arcipelago felice».

http://www.unita.it/news/103993/un_pubblico_speciale
Un pubblico speciale
di Marino Sinibaldi
C’è qualcosa da festeggiare il 1º ottobre? Per noi di Radio3 sì: i nostri 60 anni, un lungo cammino che iniziò con la prima trasmissione la sera del 1º ottobre 1950. Ma penso che la festa (e la riflessione) non riguardi solo noi. Certo, pensare che nell’Italia povera e antica di quegli anni qualcuno ebbe l’audacia di inventare qualcosa di particolare e di inedito, specializzato addirittura in cultura e musica di qualità, suscita sentimenti contrastanti: un po’ di orgoglio, molta responsabilità ma anche una sfumatura di malinconia se si considera quanto sarebbe difficile oggi, con la cultura in un angolo.

È stato un pezzo della ricostruzione morale e civile del paese, la nascita del Terzo Programma. Ma è stata anche una scommessa sul futuro. Su quel pubblico che è cresciuto in questi anni «adoperando» Radio3 come un frammento o un canale della propria formazione, insieme alla scuola diventata di massa, ai teatri delle città e delle periferie, alle biblioteche e ai parchi della musica, ai festival letterari. E ora, nel timore che quegli spazi progressivamente si chiudano, affidando a Radio3 il ruolo simbolico e materiale di qualcosa che resiste. Così risuonano gli auguri che stiamo ricevendo in questi giorni, da persone famose e comuni. Non contano i nomi ma i toni: affettuosi ma anche preoccupati.

L’affetto ci fa piacere ma anche la preoccupazione è un bel segnale. Indica quanto un pezzo di questo paese tenga alla bellezza e all’intelligenza, a uno spazio dove le idee si confrontano senza urla e i suoni si diffondono senza pregiudizi. È per questo pubblico che pensiamo ci sia davvero qualcosa da festeggiare. Un pubblico anch’esso speciale, esigente per definizione: e dunque mai solo soddisfatto, e sempre, per fortuna, un po’ critico; molto affettuoso, competente, appassionato e dunque spesso, prontamente polemico. Non ne vorremmo uno migliore, meno esigente e più passivo, noi di Radio3.

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Messaggio Da Ospite Dom 03 Ott 2010, 21:52

(ANSA) - TAORMINA, 2 OTT - Il vicedirettore di Raiuno Ludovico Di Meo esprime la convinzione che la prossima edizione di Sanremo sara' condotta da Gianni Morandi. 'Ormai ci siamo, anche perche' l'Italia sembra che non aspetti altro. Saprete tutto nei prossimi giorni', precisa Di Meo. 'Siamo in grande ritardo, ma c'e' una buona sensazione', aggiunge. Il Festival - sottolinea Di Meo - sara' un successo e, nonostante il ritardo nell'organizzazione 'alla fine tutto andra' perfettamente in porto'.

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Messaggio Da Ospite Dom 03 Ott 2010, 21:58

ubik ha scritto:(ANSA) - TAORMINA, 2 OTT - Il vicedirettore di Raiuno Ludovico Di Meo esprime la convinzione che la prossima edizione di Sanremo sara' condotta da Gianni Morandi. 'Ormai ci siamo, anche perche' l'Italia sembra che non aspetti altro.
spia spia spia è vero,l'attesa mi sta sfinendo

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Messaggio Da Ospite Sab 09 Ott 2010, 12:23

In arrivo fiction su Troisi : L'attore avrà il volto di Troiano
Un film su Canale 5, titolo "Ricomincio da me". Protagonista, nel ruolo del grande artista napoletano scomparso a soli 41 anni, l'interprete della serie "Ris". Il produttore Valsecchi: "Massimo era una persona speciale, oggi ci sono i dvd dei suoi film ma i giovani non l'hanno mai conosciuto"

"Racconteremo il sogno di un ragazzo del Sud che va alla conquista del cinema, il sogno realizzato di un grande attore, che avrebbe potuto ancora dare tanto". Il produttore Pietro Valsecchi (Un eroe borghese, Il capo dei capi) prepara un film per Canale 5 sulla vita di Massimo Troisi. Si intitolerà Ricomincio da me, protagonista sarà Fabio Troiano, 36 anni, visto in tv nella serie "Ris" e adottato dal cinema. Le riprese - ma ancora non è stato scelto il regista - partiranno a primavera; Anna Pavignano, da sempre coautrice dei film di Troisi, curerà la sceneggiatura. "L'Italia è un paese che dimentica in fretta - dice il produttore - oggi ci sono i dvd dei film di Massimo, ma i giovani - penso a mio figlio adolescente - non l'hanno conosciuto. Era tempo che stavo pensando al progetto di un film sulla storia umana e professionale di Troisi, e credo che finalmente i tempi siano maturi". Valsecchi era amico dell'attore regista: "Massimo era una persona speciale, un uomo ironico ma dotato di grande sensibilità. Era intelligente e molto spiritoso, abbiamo passato insieme una settimana indimenticabile in un centro benessere. Mi sfidava a biliardo e vinceva sempre lui".

Troisi, scomparso nel '94 a soli 41 anni stroncato da un attacco cardiaco, è rimasto uno degli attori più amati: aveva iniziato con La Smorfia, dopo il debutto il grande successo in tv si era imposto al cinema. Nei film metteva in scena se stesso, un ragazzo di provincia (era nato a San Giorgio a Cremano, alle porte di Napoli) sfortunato con le donne, sognatore, un po' ingenuo. Indimenticabili "Ricomincio da tre", "No grazie, il caffè mi rende nervoso", "Scusate il ritardo". "Non ci resta che piangere", "Pensavo fosse amore invece era un calesse "., Nel 1996 fu candidato all'Oscar come miglior attore per "Il Postino" (il film ebbe in tutto cinque candidature, vinse l'Oscar Bacalov per la colonna sonora).

Timido, dotato di una vena poetica rara, Troisi raccontava che da ragazzino era rimasto folgorato da "Roma città aperta" di Rossellini, film che lo aveva emozionato e spinto verso il cinema. Anche se il primo pensiero, dopo aver visto quel capolavoro, era stato un altro: "Massimo, da grande tu devi fà 'o geometra".



http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/10/08/news/in_arrivo_fiction_su_troisi_l_attore_avr_il_volto_di_troiano-7856735/

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Messaggio Da Ospite Mar 02 Nov 2010, 20:41

http://realityshow.blogosfere.it/2010/11/millevoci-milly-carlucci-dal-4-dicembre-su-rai1-con-un-talent-show-ispirato-a-glee-presenteremo-grup.html



Millevoci, Milly Carlucci dal 4 dicembre su Rai1 con un talent show ispirato a Glee: "Presenteremo gruppi che cantano e ballano con le loro storie"

E' l'unico programma "nuovo" (anche se è un mix di altre trasmissioni che dà vita all'ennesimo talent/people show) nel periodo di garanzia autunnale e solo per questo merita un'attenzione maggiore rispetto alle "solite" trasmissioni in onda in queste settimane. Stiamo parlando di Millevoci (titolo che ha battuto la "concorrenza" di Chorus), in onda dal 4 dicembre su Rai1 con Milly Carlucci (voto: 7).
La conduttrice spiega a Tv Sorrisi e Canzoni che l'ispirazione è nata da Glee, il fortunato telefilm americano in onda su Sky e presto su Italia 1, con l'obiettivo di "portare anche in Italia questa realtà, tutta speciale, dei gruppi che cantano e ballano contemporaneamente". "Nella prima puntata presenteremo i gruppi con le loro storie proprio perchè non vivono di culto della personalità ma è fondamentale lo spirito di squadra. Uno dei cori che prenderà parte al programma, per esempio, arriva da Bari capitanato da un professore di matematica e si è presentato ai provini con una delle componenti in dolce attesa, pronta a partorire a Roma 'assistita' dal resto del gruppo (come accade in Glee, ndB). Racconteremo, quindi, anche la nascita di un nuovo elemento del gruppo che, nel frattempo, avrà visto la luce. In un gruppo ci sono due pensionati ma sono in forma perchè devono anche ballare. I più giovani, invece, sono dei liceali che arrivano dal Lazio".
La Carlucci spiega, poi, come saranno le prove: "Dopo una prima esibizione che rappresenterà il biglietto da visita del gruppo ci saranno delle sfide a tema: per la seconda, per esempio, entrerà in scena l'ospite musicale della puntata e ci si focalizzerà sui suoi successi". In giuria ci saranno tre esperti. Per ora vengono corteggiati come giudici e/o ospiti Claudio Baglioni, Renato Zero, Laura Pausini, Eros Ramazzotti e Gigi D'Alessio. Ai vincitori sarà garantita la partecipazione in un evento prestigioso.


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Messaggio Da Ospite Mar 02 Nov 2010, 20:45

Stiamo parlando di Millevoci

urlo plagioooooooo


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Messaggio Da Ospite Mar 02 Nov 2010, 20:45

anna ha scritto:
Stiamo parlando di Millevoci

urlo plagioooooooo

risata risata risata risata risata risata risata

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Messaggio Da Ospite Mar 02 Nov 2010, 20:48

Strawberry Fields ha scritto:
anna ha scritto:
Stiamo parlando di Millevoci

urlo plagioooooooo

risata risata risata risata risata risata risata

Lo sapevo che vi scatenavate scusa

risata risata risata risata risata

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Messaggio Da Alux Mar 09 Nov 2010, 12:03

Ascolti Tv Lunedì 8 novembre 2010: Fazio Saviano (e Benigni) fanno il botto con quasi 8 mln (25%), Grande Fratello 11 tiene con quasi 5 (19,89%). Esordio di Trasformat al 10%

Come previsto e non poteva essere altrimenti, l’interesse suscitato per un programma ben fatto e molto atteso come Vieni Via con me (Live) fa fare record a Rai 3 ma allo stesso tempo il Grande Fratello recupera negli ascolti e non soccombe. Eccezionale risultato assolutamente non previsto in questi termini per il programma condotto da Fabio Fazio e Roberto Saviano (con un monologo di Roberto Benigni) che si è portato a casa ben 7.623.000 telespettatori e il 25,48%, risultato record per la terza rete Rai. Un dato importante se si aggiunge che sul target commerciale l’ascolto è salito al 26,93%. A questo risultato come detto storico per la rete (il più alto negli ultimi 10 anni), risponde il Grande Fratello 11 (Liveblogging) con la sua quarta puntata che ha visto l’eliminazione della sexy congolese Norma Silvestri. Qualcuno dava per spacciato contro una simile concorrenza il primo reality italiano ma invece è cresciuto in ascolto medio e ha trattenuto una platea pari a 4.862.000 telespettatori, share 19,89% (20,91% su t.c.)

http://www.tvblog.it/post/22434/ascolti-tv-lunedi-8-novembre-2010-fazio-saviano-fanno-il-botto-con-quasi-8-mln-grande-fratello-11-tiene-con-quasi-5


Dopotutto c'è ancora gente che sa scegliere cosa guardare in tv occhioni
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Messaggio Da Ospite Mar 09 Nov 2010, 12:12

http://www.ilsalvagente.it/Sezione.jsp?idSezione=8711&idSezioneRif=53

''Silvio dimettiti'', Benigni sbanca l'Auditel: quasi 8 milioni di telespettatori
Vieni via con me è il programma più visto di ieri. Il Gf 11 sotto i 5 milioni. Appello del comico al capo camorrista Sandokan: "Non ammazzare Saviano".

Martina Aureli
Vieni via con me, il programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano, tanto contrastato dal direttore generale della Rai, Mauro Masi, sbanca l'Auditel. E con quasi 8 milioni di telespettatori davanti alla tv (7.623.000, con punte superiori ai 9 milioni durante il monologo di Roberto Benigni) è il più visto di ieri. Quasi doppiato il Grande fratello 11, in onda su Canale 5, che si è fermato a 4.682.000 spettatori. nails nails nails
Superati alla grande anche i Soliti ignoti di RaiUno, che non sono andati oltre i 6 milioni e mezzo di telespettatori.

Su Raitre il più visto degli ultimi 10 anni

Vieni via con me si laurea come il programma più visto di Raitre degli ultimi dieci anni. Nel momento di massimo ascolto, durante il monologo di Bengni, il programma ha ottenuto picchi superiori a 9,3 milioni di spettatori con il 32% di share (il più alto alle 22:42 con 9 milioni 321 mila e il 32,02%).
I contatti sono stati oltre 18 milioni, con una permanenza record del 42,30%.

"Silvio dimettiti": l'ironia di Benigni

"Silvio dimettiti": il monologo "segreto" di Roberto Benigni (qui il video della prima parte e qui la seconda), in onda a partire dalle 22,15 nella prima puntata di Vieni via con me, è stato pieno di ironia sulle ultime avventure di Silvio Berlusconi.
Benigni corre sul filo del paradosso e "provoca" su Ruby ed Emilio Fede.
"Indagato per sfruttamento della prostituzione", dice, ma "è da anni che pensavo che era sfruttato e cercavo chi era il suo sfruttatore".
"Naturalmente - continua Benigni - tutto quello che si legge sui giornali non è vero, ma, se per caso lo fosse, dimettiti".
Il premio Oscar, prima, ironizzava sul concetto contrario: "Silvio, non ti dimettere, non dare retta a Fini, perchè altrimenti ci rovini, non si lavora più. Santoro, Fazio, l'Unità, Repubblica non lavorano più. E poi Ghedini che fa, il solito film horror? Silvio, tieni duro, dai retta a me".

Sul caso Ruby: "La mafia ora manda le escort"

Poi sul caso Ruby: "Berlusconi - dice Benigni - ha detto che la vicenda è stata una vendetta dalla mafia. La mafia una volta ti ammazzava, ora invece ti manda due escort in bagno... Io ho il terrore di questo". Poi, rivolto ai mafiosi: "Siete delle bestie, vendicatevi di me, fate schifo: vi fornisco l'indirizzo del mio albergo a Milano".

L'appello a Sandokan: "Scrivi un libro anche tu"

Benigni affronta anche il tema della mafia, con un appello direttamente a Francesco Schiavone, il boss dei Casalesi detto Sandokan.
"Saviano - dice Benigni - è felice. È quello che mi ha preso. Ma possibile che uno che ha scritto un libro sia condannato a morte? Sandokan Schiavone, ma scrivi un libro pure te! Lui non ha la pistola, ha la biro".

La canzone con le proprietà di Silvio (video)

Poi la canzone dedicata alle proprietà di Berlusconi. Benigni prende in mano il microfono e inizia a cantare (qui il video). "Il Milan, la Rai e Mediaset - inizia - Camera e Senato...e tra tre anni, è naturale, il Quirinale... il Gionale e il Viminale, banche e banchieri...".

Abbado contro i tagli alla cultura: sullo sfondo Pompei

Non si vive senza cultura. Mentre sullo sfondo dello studio campeggiano le immagini del crollo della domus dei gladiatori a Pompei, il maestro Claudio Abbado elenca i motivi per cui vale la pena difendere la cultura dai tagli.

Il duetto Saviano/Fazio: Vado via/resto

Aseguire, il duetto Fabio Fazio e Roberto Saviano. Con le motivazioni per cui "Vado via" o "Resto qui".
Tra le frasi più applaudite. "Vado via perchè a Milano cacciano i bambini Rom", "Vado via perchè non voglio vedere altri crolli di Pompei". Per il "Resto": "Resto qui perchè non ho case ad Anatigua", o più semplicemente, "perchè sono italiano".
Vendola e i tanti modi di dire gay (video)

Da "invertito" a "buzzarone", da "pederasta" a "cripto-checca": è Nichi Vendola l'ospite di "Vieni via con me" a cui è affidato l'elenco dei diversi modi per definire gli omosessuali (qui il video). Seguito delle possibili espiazioni: da "evirato" a "deportato nei lager e nei gulag", da "confinato" a "ricoverato in manicomio" e "stuprato per punizione". E ancora le classificazioni dell'omosessualità nella vita pubblica: "crimine", "disordine", "sporcizia", "peccato".
Allora, conclude Fazio citando una recente battuta del premier Berlusconi, "si dice che è molto meglio guardare le belle ragazze che essere gay"?. "È molto meglio essere felici": risponde Vendola.

Dopo tante polemiche: "Vieni via con me"
Dopo tante polemiche parte stasera (alle 21,05 su RaiTre) Vieni via con me, il programma di Fabio fazio e Roberto Saviano, che tante polemiche ha sollevato alla vigilia. E altre, probabilmente, sono dietro l'angolo, visto che in programma c'è il monologo - ancora top secret - di Roberto Benigni che dura 30 minuti. E di monologhi ce ne sarà anche un altro (si spera più breve, perché lo scrittore non è Benigni!), quello di Roberto Saviano, a cui sta ancora lavorando in queste ore.


Ambientato in una sorta di anfiteatro greco

Il programma sarà ambientato in una sorta di anfiteatro greco e intende raccontare l'Italia di oggi, il suo farsi e disfarsi, i suoi problemi e le sue contraddizioni, ma anche le sue risorse e le sue speranze, attraverso diverse testimonianze.
Stasera tocca a Benigni, Claudio Abbado, Nichi Vendola, Angela Finocchiaro, Daniele Silvestri.
Sono previsti anche e interventi di esponenti della società civile e di persone comuni.
Previste quattro puntate

Vieni via con me andrà in onda per 4 lunedì consecutivi. Gli autori, assieme a Fazio e a Saviano, sono Pietro Galeotti, Marco Posani, Michele Serra e Francesco Piccolo.
Vieni via con me debutta dovendosela vedere con il Grande Fratello e con la fiction di Raiuno (che stasera, però, propone una replica, 'L'uomo che cavalcava nel buio' con Terence Hill).
Il tricolore dell'Italia dominerà la scenografia, il brano di Paolo Conte, che dà il titolo al programma, sarà ovviamente la colonna sonora.
Saviano, alla vigilia, sembra preoccupato dagli ascolti. "La tv pubblica - dice - non dovrebbe preoccuparsene più di tanto".
Ma neppure lui, visto che ha da giocarsi un atout come Roberto Benigni.

nails nails nails

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Messaggio Da Ospite Mar 09 Nov 2010, 15:11

Roberto Saviano bate récords de audiencia en televisión
El programa 'Viene via con me' logra 7,6 millones de espectadores. Benigni ofreció gratis media hora de sátira feroz sobre Silvio Berlusconi

"Cuando un hombre con una pistola se encuentra a un hombre con una pluma, el que lleva la pistola es hombre muerto". Esta frase del cómico toscano Roberto Benigni, lanzada directamente a las cámaras y dirigiéndose a Francesco Schiavone, Sandokán, el jefe de la Camorra que tiene amenazado de muerte a Roberto Saviano, fue el momento más emocionante del debut televisivo del autor de Gomorra, anoche en la cadena pública italiana RAI3 .

Conducido a medias por el presentador Fabio Fazio y por Saviano, el programa Viene via con me, título tomado de una célebre canción de Paolo Conte, fue un homenaje a la palabra y a la libertad de expresión y de crítica, y sorprendentemente batió todos los récords de audiencia. La emisión, que tuvo como invitados especiales a Benigni y a Claudio Abbado, logró 7,6 millones de espectadores y un 25,4% de share, lo que la convierte en el programa más visto de RAI3 en los últimos diez años.

Con un formato ágil y un guión basado en la palabra más que en las imágenes, Saviano cautivó a la audiencia con un monólogo sobre la 'máquina de fango' que los medios de Silvio Berlusconi usan contra quienes osan criticar al primer ministro, y denunció que "la democracia italiana está en peligro".

Saviano habló de los recientes ataques a Gianfranco Fini y recordó cómo el juez asesinado Giovani Falcone afrontó sin arrugarse todos los intentos de deslegitimación que sufrió. El autor de Gomorra, de 30 años, respondía así a las invectivas de Berlusconi, quien hace unos meses dijo que estrangularía con sus propias manos a los que deslegitiman a Italia escribiendo libros sobre la mafia.

Fazio y Saviano habían denunciado en pasadas semanas que la RAI estaba poniendo trabas, económicas y laborales, al programa, que planea emitir cuatro episodios a lo largo de cuatro semanas. La dirección de la cadena pública replicó diciendo que los cachés que pedían Benigni y Abbado superaban sus posibilidades económicas. En respuesta, el cómico y el director de orquesta decidieron participar gratis.

La actuación de Benigni consistió en un desternillante monólogo de media hora sobre los últimos escándalos sexuales y los casos judiciales de Berlusconi. El número del 'oscarizado' director de 'La vida es bella' incluyó referencias a la joven marroquí Ruby Robacorazones, que frecuentó las fiestas de Berlusconi cuando era menor de edad y a la que este ayudó cuando fue arrestada en Milán acusada de robo pidiendo a la policía que la liberaran porque era sobrina de Hosni Mubarak.

Benigni invitó a Rosy Bindi (dirigente del Partido Democrático a la que el primer ministro suele atacar por su "falta de belleza") a colarse en casa de Berlusconi: "Y si te detienen dices que eres la suegra de Zapatero, o la mujer de Fidel Castro".

Benigni acabó su show cantando una canción compuesta por él mismo sobre la propiedades del primer ministro (Ve aquí el vídeo de Benigni).

Luego, el artista toscano interpretó el Vieni via con me, que ya grabó con Paolo Conte hace 30 años. Antes de irse, abrazó a Saviano y se dirigió a Schiavone: "Mira cómo es de guapo. Mátale con un libro, si quieres. El solo tiene una pluma para defenderse. A los poetas no se les mata. Escriben fábulas. Y las fábulas no nos enseñan que los dragones existen, eso los niños ya lo saben. Nos enseñan que es posible vencer a los dragones".

También participó en la emisión el gobernador de Apúlia, Nichi Vendola, poeta, homosexual y comunista, que leyó una lista con 27 palabras italianas que se usan como sinónimo de gay. Cuando acabó, Fazio le preguntó a Vendola por la frase de Berlusconi "es mejor mirar a las chicas que ser gay". Vendola contestó: "Lo mejor es ser felices".

La participación de Abbado, recuperado de una grave enfermedad, sirvió para denunciar los recortes a la cultura decididos por el Gobierno. Fazio recordó una frase del ministro de Economía, Giulio Tremonti: "Haceros un bocadillo con la Divina Comedia". Un fondo con una foto de las ruinas de Pompeya, donde el sábado se derrumbó la Domus Gladiatoris, presidió el escenario. ¿La paradoja? La productora del programa es Endemol . Propiedad, entre otros, de Silvio Berlusconi.

http://www.elpais.com/articulo/internacional/Roberto/Saviano/bate/records/audiencia/television/elpepuint/20101109elpepuint_9/Tes

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Messaggio Da Ospite Mer 10 Nov 2010, 12:23

Lady Gaga a Torino, la festa dei 'piccoli mostri'
Laser sul sipario, fan in delirio e lei: io ingrassata ma va bene così


TORINO - "Stasera, quando uscite di qui, voglio che ne usciate amando un po' di più voi stessi, rifiutando chi vi ha fatto sentire esclusi, fuori dal gruppo o non abbastanza carini, perché in ognuno di voi c'é una dannata rockstar". Pochi eccessi, molti messaggi positivi nel primo concerto italiano di Lady Gaga a Torino, dove diecimila "little monster", così la popstar chiama i suoi fans, si sono radunati per il suo Monster Ball Tour. ßß Dal palco di Torino li saluta in italiano: "Vi amo, piccoli mostri". Poco dopo dedica "ai gay italiani e al loro orgoglio" la canzone "Boys Boys Boys", e suona "Speechless" al piano avvolta nella bandiera arcobaleno simbolo del movimento gay.

Accenna alle sue origini italiane: "Non so molto la vostra lingua, ma so cucinare italiano come una fottuta signora". ßß Uno show che, se non poteva basarsi solo sui pochi pezzi dei due album di Gaga usciti finora (il nuovo "Born This Way" uscirà nel 2011), ha tenuto tutti col fiato sospeso per le scenografie e i costumi di Lady Gaga, che cambiavano continuamente. Tra le mise più esagerate della serata - tutte disegnate dalla maison Giorgio Armani che collabora coi creativi della Gagas Haus - un gigantesco abito fatto interamente di capelli biondo platino, a frange, una porpora cardinalizia con enormi spalline a punta e il costume da angelo in fibre ottiche, nylon e ali di plexiglass sfoggiato in "So Happy I could Die". Non mancano i riferimenti alla religione, che ricordano la sua arcinemica Madonna: "Gesù ci ama tutti - dice, col collo coperto di sangue durante 'Teeth' - indipendentemente dalla nostra razza e dalle nostre preferenze sessuali". E anche toni molto burlesque: il pianoforte che prende fuoco, i ballerini toy-boy, la monumentale drag-queen Posh che duetta con Gaga per tutta la prima parte del concerto. La popstar, che ha di recente messo su qualche chilo, ha lanciato messaggi rassicuranti anche alle donne del pubblico: "guardatemi, sono ingrassata, ma nella mia famiglia mi hanno insegnato che una donna non è una donna senza un bel sedere e qualche curva".

E ai ragazzini: "A scuola i bulli mi tormentavano, ma io mi ripetevo che sarei diventata una star essendo me stessa". Insomma la dark lady del pop icona di questi anni distribuisce al suo popolo i suoi valori. E pazienza se, a parte tutto, a parte cioé la perfezione e l'energia della serata, ogni tanto viene da chiedersi il perché e il senso profondo di tutto questo. Gran finale, poi, con tutti i pezzi forti della star: "Alejandro" con, sullo sfondo, un'immagine sacra in argento e in pista molti crocifissi, "Poker Face" e poi, dopo un interludio techno servito a preparare la sorprendente scenografia finale, "Paparazzi" (su questa canzone mostra io suo storico reggiseno lanciafiamme) e "Bad Romance". Quest' ultima canzone, che le è valsa pochi giorni fa l' Mtv Award, Gaga la canta tra gli applausi del pubblico che quasi la coprono: sullo sfondo del palco il "Fame Monster", un enorme polipo viola di cartapesta, dai denti acuminati, insegue la popstar: è il mostro della fama, il suo mostro personale.

http://www.ansa.it/web/notizie/photostory/spettacolo/2010/11/09/visualizza_new.html_1703041553.html?idPhoto=15

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Messaggio Da Ospite Dom 21 Nov 2010, 20:46

http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/11/21/news/sciopero_spettacolo-9335106/


LA PROTESTA
Un giorno senza cinema e teatro
in scena lo sciopero dello spettacolo
Domani sale chiuse e artisti in piazza contro i tagli. Adesione unanime, comprese Agis e Anica, all'iniziativa organizzata dai sindacati confederali

di ANNA BANDETTINI
La protesta di giovedì scorso in piazza Montecitorio


ROMA - Chiuse le sale da concerto, i cinema, i circhi. I teatri - solitamente di riposo il lunedì - cancellano prove e organizzano presidii come il Petruzzelli, i set cinematografici si fermano. Più di 250mila lavoratori dello Spettacolo domani incrociano le braccia per protestare contro il governo che impone misure draconiane e nella manovra finanziaria annunciata riduce il contributo statale (Fus) a 288 milioni di euro, minimo storico, con un taglio che sfiora il 40 per cento in un settore dove nell'ultimo biennio si sono già perse 150mila giornate di lavoro.

Lo sciopero di domani, organizzato dai sindacati confederali (Slc-Cgil, Fist-Cisl e Uilcom-Uil) è clamoroso per l'adesione unanime, comprese Agis e Anica (le due associazioni che potrebbero essere la Confindustria del settore) e perché arriva (dopo le proteste dei giorni scorsi) alla vigilia dell'importante incontro al Quirinale di martedì di tutto il settore con il presidente Napolitano per i premi De Sica. Varie le forme della protesta: un'assemblea alle 10.30 al cinema Adriano a Roma, dove l'attrice Sabrina Impacciatore dirà in una conferenza stampa che "la cultura è un nutrimento per l'anima. Non siamo una falla del sistema, ma una potenzialità enorme"; a Genova Zubin Mehta terrà un concerto al Carlo Felice a sostegno del teatro e dello sciopero.

"Qualcuno ha detto che con la cultura non si mangia - ha ironizzato il maestro con riferimento alle dichiarazioni del ministro Tremonti - Ma il pubblico
partecipe di un'esperienza artistica migliora il suo modo di essere un cittadino. Per favore, Italia, cambia direzione sulla cultura, e guarda cosa fanno, anche con la crisi, gli altri Paesi d'Europa"; a Milano dalle 15 alla Camera del Lavoro parleranno Stephane Lissner, sovrintendente della Scala, Sergio Escobar, direttore del Piccolo, Andrèe Ruth Shamah, Renato Sarti. Toni Servillo, che ha cancellato per domani i Memoires di Goldoni al Piccolo, sarà con loro: "Lo Spettacolo è un patrimonio artistico che attira risorse, a cominciare dal turismo. Ed è un'impresa che dà lavoro soprattutto a giovani e donne".

Con lo sciopero si chiede il reintegro del Fus, il ripristino delle agevolazioni fiscali, la legge dello Spettacolo dal vivo e lo stop alla delocalizzazione delle produzioni cineaudiovisive (in Rai hanno fatto perdere in un anno 400mila ore di lavoro). "Portano al depauperamento economico e artistico - dice Stefano Rulli, sceneggiatore a nome dei Centoautori - Il ministro Bondi ha promesso che le cose cambieranno. Bene, siamo qui per vedere se accadrà davvero".
(21 novembre 2010)

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Messaggio Da Ospite Mer 24 Nov 2010, 19:08

http://canali.kataweb.it/kataweb-guardaconme/2010/11/24/rai-5-la-nuova-rete-tra-rock-e-cucina/?ref=HRSN-3




DIGITALE TERRESTRE
Rai 5, rete pubblica tra arte e cultura pop
a cura di Lara Gusatto
Cultura e culture per il nuovo canale semigeneralista della Rai. Un palinsesto vario e diversificato per Rai 5, con una prima serata affidata a “spiriti guida” esperti che, come novelli Virgilio, accompagnano lo spettatore nel mondo della musica rock, della cucina, del cinema, dei viaggi, dell'arte e della danza. In onda da venerdì 26 novembre (giorno dello switch-off definitivo in Lombardia e Piemonte) Rai 5 prenderà il posto di Rai Extra concludendo così la diversificazione dei 13 canali di viale Mazzini. La direzione operativa del canale è affidata a Pasquale D'Alessandro. Scopriamo insieme dal venerdì al giovedì la programmazione del prime time della nuova rete.
LEGGI Intervista a Kledi Kadiu

Da X Factor all’Africa. La prima serata del venerdì sera si apre con Benedetta Mazzini che in Africa Benedetta esplora il Continente Nero, la sua storia e le curiosità. Nel viaggio l’extra-esperta di X Factor è accompagnata da personaggi del mondo dello spettacolo, da Enzo Iacchetti a Max Gazzè. Il venerdì, giornata dedicata ai viaggi, prosegue con Spain on the road, un itinerario alla scoperta della Spagna con Gwyneth Paltrow. La serata si conclude con Megalopolis, una serie di documentari dedicati alle grandi città del mondo. Si comincia con Tokyo
(24 Novembre 2010)

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Messaggio Da Ospite Sab 11 Dic 2010, 15:23

Mara Maionchi saluta 'X Factor' e va ad 'Amici'?

Il futuro di Mara Maionchi è come giudice e discografica dalla De Filippi?


E' il giudice storico di X Factor, visto che ha accompagnato il programma fin dalla sua prima puntata. Ora, però, per l'inossidabile Mara Maionchi sembrano presentarsi nuove sfide e nuove possibilità a livello artistico e professionale.

A rivelarlo è “Il Giornale” che annuncia la possibilità che la Maionchi da X Factor “emigri” ad Amici. Ora dopo ora questo rumor sta avendo sempre più riscontri e par Maria De Filippi questo sarebbe davvero un bel colpaccio visto che Mara, nelle vesti di discografica, potrebbe essere un giudice esterno di grande spessore.

Di più, il linguaggio diretto e un po' colorito della Maionchi e i suoi giudizi taglienti sono da sempre “un must” che piace anche ai telespettatori più giovani proprio per il fatto di essere la meno “politicamente corretta” tra i giudici che si sono visti in quattro edizioni del talent di Rai Due.


Sembra che sia stata la partecipazione alla puntata pilota di “Let's Dance” a far avvicinare la Maionchi al gruppo di lavoro della De Filippi e di Canale 5. Poi, evidentemente, i contatti si sono fatti più intensi e qualcosa di interessante sembra essere venuto fuori.


Al blog di Davide Maggio la Maionchi ha spiegato: “Partecipando ad Amici potrei portare avanti un artista mio e farei il mio mestiere preferito. Il mio mestiere è fare il produttore”. E poi ancora: “Se tutto dovesse andare bene potrebbe essere che l’anno prossimo faccia l’allenatore, portando avanti un mio artista come tutte le etichette”. Ed in merito ad X Factor sottolinea: “Tra l’altro non si sa se X Factor l’anno prossimo ci sarà o meno”.




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Messaggio Da Ospite Gio 16 Dic 2010, 12:02

Bruce Springsteen in esclusiva: ''Songs From the Promise''

Solo su Repubblica.it 4 delle 21 canzoni inedite contenute nel doppio CD 'The Promise' registrate la scorsa settimana durante un raro evento live con Bruce Springsteen e la sua band nello storico Carousel House del New Jersey.

Uno show per sole 60 fortunatissime persone ripreso dal regista Thom Zimny, la session 'Songs From The Promise' vede per la prima volta Bruce Springsteen, Clarence Clemons, Stevie Van Zandt, Max Weinberg, Roy Bittan e Gary Tallent impegnati a suonare 4 canzoni del nuovo album 'The Promise' contenente brani appartenenti alle sessioni di registrazione del disco del 1978 'Darkness On the Edge Of Town' più il brano natalizio 'Blue Christmas'.

I brani che potete ascoltare in esclusiva


Racing in the Street ('78)
Gotta Get That Feeling
Ain't Good Enough For You
The Promise
Blue Christmas



Per la registrazione di ‘Songs From The Promise’ Bruce Springsteen & The E Street Band si sono avvalsi della collaborazione di Charles Giordano alle tastiere e di una sezione fiati completa composta da Ed Manion, Barry Danielian, Curt Ramm, Clark Gayton e Stan Harrison. Special guest il musicista e compositore David Lindley che, per l’occasione, ha suonato il violino.

Le 5 canzoni di 'Songs From The Promise' sono state mixate da Bob Clearmountain.

Per ascoltare le canzoni


http://tv.repubblica.it/copertina/bruce-springsteen-in-esclusiva-songs-from-the-promise/58326?video=&ref=HRERO-1

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Messaggio Da Ospite Sab 25 Dic 2010, 22:50

http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/12/23/news/televoto-10519442/

Televoto selvaggio, stop del Garante
Nuove regole per chi gareggia in tv
I paletti dell'Autorità in vigore dal 2011. Dietro il sistema potrrebbero nascondersi i peggiori trucchi, richiesta maggiore limpidezza. L'idea è di vietare le telefonate oppure gli sms anonimi: l'utenza che invia un voto sarà sempre rintracciabile



ROMA - Il Garante per le Comunicazioni regola il famigerato "televoto", quando il destino di una canzone (metti a Sanremo) o di un concorrente (del Grande Fratello o di X-Factor) è affidato alle telefonate oppure ai messaggini del "pubblico da casa".

Dietro questo esercizio di democrazia televisiva, potrebbero nascondersi i peggiori trucchi, almeno a giudicare dalle norme che il Garante per le Comunicazioni propone in materia. Regole abbastanza circostanziate che entreranno in vigore a inizio 2011 - per le sole emittenti nazionali, sono escluse le locali - dopo un periodo di confronto pubblico sulla questione.

Il Garante per le Comunicazioni chiede, intanto, una maggiore limpidezza e vuole vietare le telefonate oppure gli sms anonimi. L'utenza che invia un voto sarà sempre rintracciabile. In questo modo il Garante - che accederà a qualsiasi documento o dato sia in possesso delle trasmissioni tv - potrà verificare se una stessa utenza invii decine o centinaia di voti per falsare il verdetto del "televoto". In questo caso, i voti saranno annullati.

Il 16 settembre un altro Garante (quello alla Concorrenza) si è posto lo stesso problema quando ha ordinato a Rai e Mediaset di escludere dal "televoto" le utenze business. Sono le utente che fanno capo ad agenzie specializzate nel bombardare il numero della trasmissione così da "dopare" i risultati di un concorrente. Bene: la soluzione che il Garante alla Concorrenza ha avanzato a settembre (via le utenze business) non piace ora al Garante per le Comunicazioni (perché "contraria alla libertà di espressione"). Nessun coordinamento insomma tra i due organismi di garanzia.

Il Garante per le Comunicazioni vuole anche che i programmi pubblichino sul loro sito il regolamento che disciplinerà il "televoto" (in passato i regolamenti, quando c'erano, risultavano lacunosi). Un funzionario dell'emittente dovrà restare a disposizione degli spettatori fino a due mesi dopo la fine del programma per chiarimenti o reclami. Il Garante chiede, poi, che il voto non sia riservato ai clienti dei colossi (Tim, Telecom, Vodafone, Infostrada) e venga esteso agli abbonati di operatori meno forti (oggi tagliati fuori perché mancano della tecnologia necessaria a questo servizio).

C'è poi il capitolo dei costi. Il Garante delle Comunicazioni ricorda che il "televoto" va organizzato sulle sole numerazioni legittimate ad ospitarlo (894, 46, 47) e con pagamenti fissi, a forfait. Vuole, inoltre, che il telespettatore paghi soltanto per il voto classificato come valido. C'è infine il problema dell'andata e del ritorno. Lo spettatore riceve spesso, senza che lui voglia, un Sms a conferma dell'arrivo del suo voto. Dunque paga due volte: per l'invio del suo messaggio (con il voto) e per la ricezione dell'Sms di conferma (non richiesto). E questa cosa non è certo corretta.

spia mah...

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Messaggio Da Ospite Gio 30 Dic 2010, 22:39

Andrea Scanzi per "La Stampa"

intervista a teo teocoli


È diventato famoso a 47 anni, ma aveva già vissuto mille vite: playboy, cantante, ballerino, attore, agitatore del Derby, membro del Clan, testimone della Milano violenta. Nella sua autobiografia comica, Io ballo da solo (Mondadori), citazione non di Bertolucci ma della jannacciana Il dritto a lui dedicata, Teo Teocoli si racconta in 250 pagine. Ora concupito da Gala, musa 84enne di Dalì, ora definito «sfigatò» da Brigitte Bardot.

«Tante volte ho pianto davanti allo specchio. Perché non potevo essere me stesso». L'ha scritto lei.
«Con la malinconia ci convivo. Ho conosciuto la miseria. Poi ho scoperto questo talentaccio alla Gassman: belli che sanno far ridere. Una volta andai fuori di testa per uno sketch orrendo di Fatma Ruffini: è convinta di avere inventato la tivù, quando è appena diverso. Ero vestito da coniglio e spaccai tutto. Come fai a essere preso sul serio, truccato da coniglio? Così è la vita dei comici».

Lei ha litigato con tutti.
«Ho le incazzature eclatanti. Faccio ridere, ma rompo anche i coglioni. Con la Gialappa's sono stato otto anni, poi ho chiuso. Non benissimo. Antonio Ricci mi volle a Paperissima , programma che odio. Mi presentai e trovai già scritti tutti i copioni. Dovevo fare il Gabibbo accanto alla Estrada. Figuriamoci».

Anche La domenica sportiva non la fa più.
«Scelta dall'alto. Con Jacopo Volpi mi divertivo, così non la farei mai».

Ha ammesso di avere letto solo un libro, Lo straniero di Camus.
«Non ho studiato, non m'informo, non leggo, non uso computer e al telefonino so solo rispondere. Nella vita non ho fatto nulla, salvo guardare lavorare gli altri. Camus l'ho letto perché me l'ha regalato Jannacci».

Uno dei pochi di cui parla bene.
«L'antidivo, un poeta vero. Con Boldi, Cochi e Renato sono stato il primo cliente del suo ambulatorio. Enzo è stato un antesignano del Viagra, Cochi ne sa qualcosa».


E Gaber? E Celentano?
«Gaber era la persona più educata del mondo e io la più maleducata. Un sorriso bellissimo. Mi prendeva in giro perché ogni giorno cambiavo lavoro. Adriano era il mio mito. Gli somigliavo, pure troppo. Quando mi fece entrare in casa, ero così emozionato che entrai in bagno con lui. Indossa la faccia corrucciata dal ‘58, ma in Francamente me ne infischio gli facevo sempre scattare la ridarola».

Va di moda rivalutare i Settanta violenti: la Banda della Magliana, Turatello.
«Il Far West. Una volta il povero Giorgio Porcaro entrò in un'osteria per bere. Uscì e cinque minuti dopo ne ammazzarono dieci. Turatello veniva al Derby a festeggiare gli omicidi. Non potevi farla fuori dal vaso. Rivalutarli no, ma sapevi chi era cattivo e chi no. Oggi è tutto più sfumato».

Com'è la storia del «geometra» Berlusconi?
«Anni Ottanta. Gli dissi: lei faccia il geometra, che l'artista sono io. Mi hanno allontanato cinque anni, mentre Boldi, Gaspare e Zuzzurro, presenti alla scena ma pavidi, sono andati avanti. Tante umiliazioni, come al Drive In quando Gino e Michele mi dissero che non c'era posto. Proprio loro, che avevo lanciato io».

Con Berlusconi che rapporti ha?
«Era quello che c'entrava meno con la mia esclusione. Nel 2009, alla festa del Milan, mi ha fatto i complimenti: più invecchi e più diventi bravo. Però quest'anno non mi hanno invitato».

Com'era De Niro al telefono?
«Telefonava dall'America alla mia casa in Spagna per parlare con amico comune. Harvey Keitel abitava sotto di lui e rincorreva il tenente Castillo di Miami Vice con un fucile a canne mozze: gli aveva sottratto la moglie. Tutto vero. Keitel mi ha mandato foto e autografo. C'era scritto "Mister Wolf". Io: chi è ‘sto Wolf? Poi ho visto Pulp Fiction e ho capito».

Funari, Bertè, Zero. Alcuni dei tanti personaggi che cita.
«Funari era l'unico non milanese che funzionava al Derby: pieno di denti, spaccone e presuntuoso, ma gran brava persona. Bertè e Zero li conobbi ai provini per Hair . Renato era vestito da baronetto in seta azzurra: Teo, te vojo un bene che nun se po' ddì, dobbiamo esse' tutti amici, che siamo membri attivi dell'umanità. La Bertè sembrava Satanik. Io: Loredana, come stai? Lei: so' cazzi mia! Erano tempi così»

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Messaggio Da Ospite Gio 30 Dic 2010, 22:48

risata risata risata spia forse una delle poche cose che non gli avevo ancora sentito raccontare


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Messaggio Da Ospite Lun 10 Gen 2011, 10:36

Buon compleanno David Bowie

L’editoriale di Luca Valtorta: Perché amiamo Bowie, i “Ragni da Marte”, tutti gli alieni e chi non ha paura di osare

Buon compleanno David Bowie! Sabato 8 gennaio l’artista inglese compie 64 anni. Per celebrarlo XL ha deciso di dedicargli la copertina del numero speciale di gennaio allegato a Repubblica per il solo giorno dell’8 a euro 1,50 e successivamente in edicola per tutto il mese (in formato pocket) a 0,50 euro. XL ripercorre la carriera dell’icona glam che ha cambiato per sempre la musica anche attraverso le testimonianze di musicisti italiani che lo hanno vissuto, come Morgan, Francesco Bianconi, Enrico Ruggeri, Beatrice Antolini, Boosta dei Subsonica. Mentre i fumettisti di XL lo reinterpretano a modo loro.
Da un anniversario all’altro con i vent’anni dall’uscita di Nevermind, il disco dei Nirvana simbolo del grunge. Un volume ne celebra i protagonisti attraverso delle immagini eccezionali e l’introduzione di Thurston Moore dei Sonic Youth che XL pubblica in esclusiva. A quella rivoluzione rock si sono ispirati anche i Verdena, che tornano dopo quattro anni con un nuovo, doppio album, Wow, di cui hanno parlato con XL.
Nel numero in edicola anche le interviste a Heike Has The Giggles, Quintorigo e Juliette Lewis, Mark Ronson, White Lies, Alan McGee, Salem, Anna Calvi e Wanda Jackson.
Per il cinema, una storia di serial killer spiantati nella Scozia di inizio Ottocento. Si intitola Ladri di cadaveri e così il regista-mito John Landis è tornato sugli schermi. Il regista francese Michel Gondry, invece, si confronta con un mondo nuovo per lui, quello dei supereroi, in The Green Hornet. Mentre lo shakespeariano Kenneth Branagh affronta il mito di Thor, il paladino più epico della Marvel.
Ancora supereroi ma della musica nel libro Beatles a fumetti che ripropone le strisce più celebri dedicate ai Fab Four nella storia del fumetto.
Sempre libri con un grande ritorno: Michel Houellebecq ha da poco pubblicato La carta e il territorio con cui ha vinto il premio Goncourt. Lo ha intervistato per XL un altro scrittore, Marco Philopat.
Per i game, in anteprima mondiale il terzo capitolo della serie di Uncharted, saga da sette milioni di copie. Un’avventura rocambolesca per Ps3 fra le più attese di questo 2011 appena iniziato.


http://videodrome-xl.blogautore.repubblica.it/2011/01/07/buon-compleanno-david-bowie/?ref=HRESS-20

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