Il concertone - 1 maggio 2012

Delilah ha scritto:Lo recupererò sul tubo perché sono arrivati ospiti e non sono riuscita a seguire bene però era fastidioso il sottofondo musicale

Paolo Belli
Band travolgente, gente nuova ragazzi che lui, Paolo Belli, ha voluto
sostenere, una classica “party band” in grado di far ballare chiunque.
Maestro dell’intrattenimento musicale, Paolo Belli riesce a convivere
con “Ballando con le stelle” e il Primo Maggio, ed è la dimostrazione
che si può fare. E dimostra anche che si può provare a cambiare le
regole, ha chiesto le canzoni al pubblico lo scorso anno, ne ha scelte
alcune, le propone nel concerto, assieme ai ragazi che le hanno scritte.
Nessun capolavoro, ma il buon vecchio Paolo Belli è non solo un bravo
ragazzo, ma una persona per bene, un appassionato cultore di musica e
dell’intrattenimento, che merita massimo rispetto

“Te la ricordi Lella, quella ricca”, uno degli “incipit” più bella della
canzone popolare italiana. Un classico di Edoardo De Angelis. Dubito
che molti dei ragazzi della piazza sappiano chi è De Angelis, e
conoscano la canzone. Anche se l’arrangiamento è bello e rende giustizia
alla bellezza della canzone, la reazione del pubblico è di sostanziale
disinteresse. De Angelis è un cantautore che ha scritto molte canzoni, a
solo, con De Gregori, con Dalla ha conosciuto il successo con la Schola
Cantorum, è stato a lungo al Folkstudio, proporlo sul palco di San
Giovanni è un modo per rendergli giustizia. Anche se la canzone nuova,
“Nostra signora del golpe” non regge il confronto con “Lella”.

IL LUNGO POMERIGGIO

Non possiamo dire che sia stata una fantastica giornata di musica. Se
il Primo maggio è una fotografia della scena musica italiana odierna la
foto che ne esce è piuttosto monotona, ripetitva, provinciale e
vecchia, troppo vecchia. Ragazzi in piazza moltissimi, ragazzi in scena
assai pochi, il “gap” generazionale è decisamente alto, la musica
italiana è “anziana” sotto ogni punto di vista. E quest’anno la
selezione degli artisti che vanno in scena non è delle migliori,
bisognerebbe avere voglia di far diventare il palco, almeno nel
pomeriggio, una passerella per le novità della musica italiana,
l’occasione per dare alle giovani voci e alle giovani band un’occasione
per poter farsi ascoltare da un pubblico enorme. E invece quest’anno non
è andata così, i nomi, tranne quello della Mou e quello di Lucariello,
sono sostanzialmente sempre gli stessi. Ma quello che è preoccupante è
che la musica è sempre la stessa, che vedere il Primo Maggio dieci anni
fa e vederlo oggi non produrrebbe particolari sorprese. E’ un peccato e
speriamo che la serata consenta di ascoltare cose migliori e più
interessanti. Non novità, perchè non ne sono previste, ma almeno buona
musica.

Delilah ha scritto:da Assante

IL LUNGO POMERIGGIO

Non possiamo dire che sia stata una fantastica giornata di musica. Se
il Primo maggio è una fotografia della scena musica italiana odierna la
foto che ne esce è piuttosto monotona, ripetitva, provinciale e
vecchia, troppo vecchia. Ragazzi in piazza moltissimi, ragazzi in scena
assai pochi, il “gap” generazionale è decisamente alto, la musica
italiana è “anziana” sotto ogni punto di vista. E quest’anno la
selezione degli artisti che vanno in scena non è delle migliori,
bisognerebbe avere voglia di far diventare il palco, almeno nel
pomeriggio, una passerella per le novità della musica italiana,
l’occasione per dare alle giovani voci e alle giovani band un’occasione
per poter farsi ascoltare da un pubblico enorme. E invece quest’anno non
è andata così, i nomi, tranne quello della Mou e quello di Lucariello,
sono sostanzialmente sempre gli stessi. Ma quello che è preoccupante è
che la musica è sempre la stessa, che vedere il Primo Maggio dieci anni
fa e vederlo oggi non produrrebbe particolari sorprese. E’ un peccato e
speriamo che la serata consenta di ascoltare cose migliori e più
interessanti. Non novità, perchè non ne sono previste, ma almeno buona
musica.

Già

E finalmente gradne musica. “Tutti i miei sbagli” è un capolavorom la
band è grande, sono originali, forti, moderni e italiani. Per nulla
provinciali, E poi il look, tutti in camicia bianca e cravatta, con il
sostegno dell’orchestra, è fantastico.
Se c’è una band che merita rispetto totale e assoluto sono loro. Non
hanni mai mollato di un millimetro su quello che pensano sia giusto
suoanre e fare, non sono un gruppo di tradizione rock, sono una
formazione in perfetta sintonia con la msucia internazionale e non
dimenticano mai di essere italiani, avendo un rapporto con la melodia
che è straordinario. Eppure il loro modo di stare in scena è totalmente
rock, con il pubblico comunicano e convivono, in una comunità che
pochissimi altri possono vantare di avere. Mettere a sedere duecentomila
persone per un unico grande salto collettivo non è un esercizio di
inutie circo spettacolare, ma la rappresentazione fisica dell’unione tra
band e pubblico, l’uno non esiste senza l’altro. I chemical brothers e
la new wave, la canzone e la dance, la melodia e il ritmo: dal vivo sono
assolutamente perfetti