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Messaggio Da Ospite Lun 24 Mag 2010, 13:47

dal Fattore ICS con il consenso di Brina78

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Special News Empty Marco per le Mengonelle [09/01/2010]

Messaggio Da Ospite Lun 24 Mag 2010, 13:57

Dopo attenta considerazione, ho concluso che visto che ognuno ha la sua intervista con Marcolino, non poteva mancarne anche una a noi, tanto intervistare il celestiale è molto più semplice di quello che sembra.

Brina78: Marco, finalmente riusciamo a parlare con te, il successo ti ha travolto o sbaglio?
Marco: (Ride) No, nun sbaji pe'gnente. Non me l'aspettavo, nel loft eravamo totalmente isolati da tutti, non ci potevamo rendere conto dell'attenzione di fuori verso di noi.
Eppure, come vedi hanno dovuto ristampare il tuo ep che in pochi giorni è andato esaurito...
Cioè, 'sta cosa mi ha lasciato de me... A Milano c'ho un amico che m'ha chiamato e m'ha detto: "In giro i tuoi cd sono tutti finiti", nun ce potevo crede.
Le tue fan sono scatenatissime, e di ogni età, come vivi questo uragano di ammiratori?
Per natura sono un timido, però l'amore del pubblico mi dà la carica, soprattutto quando mi sento stanco di questi nuovi ritmi. E cerco di ricambiarlo come so fare, cioè con la musica.
A proposito di ritmi, ti manca il loft, le lezioni con Carcano, gli incontri con Morgan?
La vita nel loft era strana. Cioè, giorni pienissimi e ore vuote. Io amo la libertà, fare quello che me pare, quindi stare richiuso tanti giorni, un po' m'è pesato. Però è stato bellissimo ho conosciuto persone splendide umanamente e professionalmente come Carcano, Morgan e Tommassini, grazie ai quali sono cresciuto tantissimo. Ho legato poi anche tanto con i miei compagni, un po' con tutti, ma soprattutto con Silver, Damiano e Giuliano. Anzi Silver l'ho sentito proprio ieri.
Con Morgan, però non sono state subito rose e fiori...
All'inizio ce dovevamo capì, siamo due persone complesse, un po' matte, ma poi è stato bellissimo. Morgan, come Carcano ci tenevano veramente a noi, e grazie a loro che ho fatto un bel percorso.
Chi ti è mancato di più durante quei mesi?
Iaia, mia cugina. Lei è un'amica, la mia confidente, mi ha commosso tanto rivederla. Mi padre e mi madre, invece pe' gnente, meno li vedo e mejo 'sto (alza gli occhi al cielo e ride).
Ma dài Marco, non mi dirai che oltre tua cugina Claudia non c'era nessun altro di cui sentivi nostalgia, non so, qualcuno di importante....
I miei amici sono importantissimi per me, come la mia famiglia, ovviamente. Ma se intendi se ho una storia, no, nessuno. Sono stato con una ragazza per un anno e mezzo, era una mia amica, e forse l'errore è stato quello. E' stato doloroso ma adesso siamo in ottimi rapporti, come Claudia, anche lei per me è un punto di riferimento.
C'è chi si chiede se tu sia gay o meno...
Embè? Lascia che se lo chiedano, è una cosa che mi diverte tanto. Mi piace giocare sull'ambiguità, mi sento aperto mentalmente e non escludo nulla nella vita.
Quand'è che hai iniziato a capire di voler fare musica?
Quando a 16 anni con gli amici ho scoperto il Karaoke...'mmazza, non pensavo di divertirmi così tanto, e da lì ho iniziato, ho preso pure lezioni di canto per un annetto, ma poi ho lasciato. Ho continuato a fare musica con gli amici, a Roma, dove abito da solo, ho un gruppo con cui mi esibivo nei locali.
A proposito, lo sai vero che abbassi la media nazionale dell'età dei giovani che vanno a vivere per conto loro?
(Ride) Un giorno l'ho detto a pranzo ai miei, così, de botto. Mio padre m'ha detto: "Va bene,ma l'affitto te lo paghi da te". Alla fine poi mi hanno aiutato un sacco, perchè io da solo arrivavo sì e no a fine mese con 10 euro. Facevo il cameriere, le serate con i miei amici, i matrimoni, ma Roma è cara e le spese sono tante, però sono riuscito a mettere i soldi da parte per comprare una sala di registrazione.
E adesso che farai con i profitti del tuo successo?
Penso che mi arrederò la casa all'Ikea. Poi, da quando ho superato le 35.000 copie, le royalties aumentano (ride).
Ancora in distribuzione il tuo primo ep già stai lavorando al nuovo album...
Sì, e te posso dì che sta uscendo da paura. Dovremmo pubblicarlo dopo Sanremo, ma nun me ce fa pensà ar festival perchè me metto paura...
A quanto pare anche Mina è una tua grandissima fan, dalle sue rubriche di Vanity Fair ti dimostra tutta la sua ammirazione...
Cioè te rendi conto, m'ha mandato un messaggio dove alla fine ha scritto di essere onorata di fare il mio mestiere, lei a me, nun so se mi spiego...
Si potrebbe quasi dire che anche Mina è diventata una Mengonella come noi. Per concludere ci vuoi mandare un saluto speciale?
A Brina, mò te stai ad allargà, er saluto ancora nun l'ho mai mannato!!! Bello 'sto giubbetto rosso, se me lo regali forse ne possiamo parlà...

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Special News Empty Importanti rivelazioni di Marco sul festival [10/01/2010]

Messaggio Da Ospite Lun 24 Mag 2010, 13:58

Ragazze, questa proprio non ce l'ha ancora nessuno. Ero indecisa per la privacy se pubblicarla o meno, ma per amore della verità non posso più tacere.
Insomma, tutto ebbe inizio terminata la mia intervista a Marco. Uscita dall'hotel dove la sua manager Silvia ci ha fatto incontrare, tutta infreddolita (alla fine Marco ha preteso il mio giubbino per rilasciarmi la prossima intervista) mi stavo incamminando verso la metropolitana con ancora in mente gli occhi teneri e illuminati di Marco quando improvvisamente un uomo con un impermeabile scuro mi afferra il braccio.
Voltandomi per guardargli il viso mi accorgo che a dispetto di una presa energica, il tipo ha uno sguardo triste, malinconinco, e mi chiede, anzi mi implora di ascoltarlo per qualche minuto.
Quell'individuo mi fa compassione, e così decido di assecondarlo.
"Fino a un anno fa ero la persona più felice del mondo, innamorato, ricambiato, e con mille progetti da avviare. Avevo il mondo in tasca, ma ignoravo ciò che mi sarebbe successo a breve.
Avevo fissato la data del mio matrimonio per la primavera, pensavo che con l'aria frizzante tutto sarebbe stato ancora più bello. Avevo voluto organizzare tutto io, per non fare stancare la mia fidanzata che era parecchio impegnata con il lavoro. Fiori, chiesa, locale, anelli, tutto, perfino i musicisti e il cantante. Il cantante, appunto."
Intravedo il bagliore di una lacrima, ma forse mi sbaglio.
"La funzione in chiesa è stata commovente, avevo scelto un quartetto d'archi senza voce, mi sembrava più elegante....avrei dovuto continuare così anche in sala....." L'uomo inizia a piangere. "E invece no..... chiamai quello strano ragazzo stralunato...mi sembravo un po' tonto, non sapevo neanche se prenderlo per l'accento burino...ma avevo speso tutti i soldi per la musica in chiesa e per il resto e poi mi aveva detto che si sarebbe accontetato di trenta euro e di una cotoletta a cena, come potevo immaginare....Quando ha inziato a cantare, vedevo mia moglie distratta, ma ho pensato a un po' di stanchezza, di stress...vedevo lui che aveva perso quell'aria estraniata e che schiacciava di continuo un occhio, ma ho pensato a un po' di congiuntivite, o chessò, a un tic come quello di arpeggiare in aria durante gli acuti....ma non potevo capire....non potevo intuire che mia moglie se ne sarebbe scappata con lui prima ancora di tagliare la torta!!
Ho saputo da amici comuni che è stata l'avventura di una notte, almeno per lui... di lei ho perso traccia, mi hanno detto però che vaga per l'Ikea con una sciarpa al collo, sperando di incontrarlo nuovamente. Stia attenta signora, quell'uomo sembra disorientato, ma quando vuole si orienta benissimo!
E singhiozzando mi volta le spalle, allontanadosi lungo la strada.
Scossa dal racconto decido di ritornare da Marco, per sincerarmi se quanto avessi ascoltato avesse fondamento.
Rientro nella hall dell'albergo dove prima si era tenuta l'intervista. Non lo vedo, ma sento in lontananza la sua
voce, credo discuta al telefono con qualche discografico: "No-o! Ve dico de no! Se non me fate cantà l'inedito del
mio amico chitarrista, io a sanremo nun ce vado, e l'artro album nun lo faccio, tiè! Chiamateve a Chiara, a
Giuliano, a Damiano, a chi ve pare a voi, ma se non me state a sentì io sta cosa nun la faccio!"
Poi, fortunatamente (dopo lunga mia insistenza) mi ci fanno parlare, e gli spiego l'accaduto. Inizialmente finge di non ricordare, poi però cede e mi confessa di capire di chi parliamo.
"Ahhh, sì certo, la pazza de l'Ikea. Ma guarda che io a quella non gli ho fatto gnente, è lei che s'è inventata tutto pe' mollà er marito. Un po' c'è stata a provà ma io so' un bravo ragazzo e 'ste cose nun le faccio. Dopo che hanno servito l'abbacchio, quanno ha capito che nun era cosa, m'ha detto che voleva molla er marito comunque, e allora gli ho detto: te basta annà, e lei se n'è andata.
Fine. Ora, 'sta storia l'ho raccontata a due amici miei musicisti, che c'hanno fatto un pezzo: TBA, bello, intenso.
Ma quell'antipatico de Rossi dice che è poco sanremese, e non me lo vuole fa cantare. E' da dicembre che litighiamo pe' sta cosa, la Clerici s'è incazzata perchè dice che siamo fuori tempo e che perfino Pupo e il Principe vonno conto, Morgan al telefono mi ha detto che per lui 'sto pezzo fa tanto Modugno e che me devo impuntà, Carcano dice che il ritornello è calante, e io nun so più che ffà. Ho sentito pure Mina, che m'ha detto che si nun lo canto io ce fa lei un duetto con Renato Zero, e allora me so deciso a fàllo, sempre che Rossi la smette de rompe'.
Mo' sai tutto, ma me devi spiegà tu adesso 'na cosa: ma come è che Liliana e l'artre mengonelle hanno già saputo tutto, ma a loro chi l'ha detto? Perchè io è la prima volta che lo dico a un giornalista, gli altri m'hanno sempre e solo chiesto se mi piacciono le donne o gli uomini, e poi le ragazzine vojono sapè 'ndo compro i braccialetti...

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Special News Empty La posta di Marco [13/01/2010]

Messaggio Da Ospite Lun 24 Mag 2010, 13:59

Cari lettori, qui alla redazione de Il Resto del Mengone, ci è arrivata una lettera, indirizzata a Marco, ed essendo riusciti dopo mille peripezie a recapitargliela, ve la pubblichiamo, insieme alla risposta del Celestiale.

Lettera di una BM a Marco
Caro Marco, da quando sei comparso in Tv ad X Factor, il mio kuoricino ha iniziato a battere solo per te.
Non faccio altro ke pensarti tanto tanto, anche mentre guardo la tele, e anke mentre sono a scuola e i prof spiegano.
Non mi era mai successa una cosa del genere in 13 anni di vita, neanke per quel bono pazzesco della terza d (e ho detto tutto).
Porto sempre la sciarpa come la porti tu, anke se mamma non vuole, perkè dice ke si sporca e un'altra non me la compra prima del mio compleanno, che è a giugno (pensa, proprio il 25 come te)...
Prima ke la mia compagna di banco (è anche la mia amica per la pelle) mi parlasse di te (anke lei è fissata ma io di più), non guardavo X Factor, ma solo Amici. L'anno passato mi piaceva da morire Scanu, ma solo per te ho fatto casino ai miei perchè volevo il poster in cameretta.
Avrei mille cose da kiederti: se le battute in Roncionese ti venivano così o te le scrivevi prima, dove compri i braccialetti, quante sciarpe hai,se ti piacciono di più i cani o i gatti, se ci litighi spesso con i tuoi....Io sempre, anzi in questo periodo di più perkè da quando è finito X Factor la mamma ha monopolizzato il pc e l'adsl, e non riesco a capire il perkè. Poi ultimamente va in giro con un sacchetto di carta in testa, e io non me lo spiego proprio!
Ormai, poi, è in fissa con le lezioni di danza, ha sempre in cuffia una canzoncina che non mi vuole dire qual'è e se la fa mandando baci per aria.
Ora ti devo salutare, se non finisco i compiti, domani che gli racconto a quella di italiano su Pascoli?
Risposta di Marco:
Cara BM, e cche te devo dì? I braccialetti li pijio dai polacchi, a Roma ne trovi parecchi, come le sciarpe, me so' sempre piaciute. Nun pensavo potesse diventà na moda, ma quelli da'a Rai, me hanno detto de continuà così, che fa' gajardo.
Tra cane e gatto mille volte mejo i cani, come ho già detto io so' propio cinico, ma da sempre, anche se il gatto, come me, ama tanto 'a libertà.
Poi, sulle battute in Roncionese, te dirò, me vengono così, a braccio. Ho studiato lingue per un anno, ma quella, cioè, è la mia lingua madre.
Per la tua de madre nun te sta' a preoccupà troppo, anzi, dille che se diventa brava di scrivemme pure lei che la manno da Tommassini pe'l'anno prossimo, o se proprio è capace, già 'st'anno a ballà a teatro co' Chiara.
Studia, comunque, che penso che nella vita ce vuole, ma vivi giorno per giorno, io lo dico sempre.

E a proposito: Pascoli? Pascola!!!!

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Special News Empty La scottante verità di Marco [20/01/2010]

Messaggio Da Ospite Lun 24 Mag 2010, 14:01

E’ stato difficile ritrovare Marco dopo l’ultima volta che ci eravamo visti. Sapevo che era impegnatissimo tra la preparazione del suo nuovo album, e l’appuntamento di Sanremo, però alla fine ce l’ho fatta.

Non posso certo rivelarvi i meccanismi che mi hanno aiutato a contattarlo nuovamente, posso dirvi però che è stata preziosa la collaborazione di un parente stretto di una mengonella di cui non posso rivelare il nome. Grazie a questo “gancio”, dunque, sono riuscita anzitutto ad entrare in possesso di un preziosissimo numero di cellulare. Lo compongo fattasi sera, intorno alle sette, sperando che a quell’ora si sia liberato dai suoi impegni, o quanto meno possa fare una pausa, per fissarmi un incontro. “Marco, sono Brina, de Il resto del Mengoni”. Lui è subito gentilissimo, accogliente. Mi riconosce e mi dà appuntamento per l’indomani, durante la pausa che in genere si prende per il pranzo. Lo trovo con la solita sciarpa avvolta ormai “alla Marco Mengoni”, sorridente, pacato, disinvolto.


“Allora Marco, com’è adesso la tua giornata? Come ti senti a “fare il cantante?”.

“Ma, guarda, normale. Cioè, io sono sempre lo stesso, faccio quello che me piace, non è che ci penso più de tanto, non me sento diverso da prima. Certo ho tanti impegni, tante cose da fa, però so’ contento così, cioè, se nun lo fossi sarei pazzo.”

Mentre parliamo, gli si avvicinano alcune ragazzine che gli chiedono foto e autografo. “Marco, sei troppo bravo, dài, facci la faccia da Psycho Killer, così ci facciamo una bella foto insieme!”. Immediatamente, come ricevuto un ordine, esegue. Spalanca gli occhi, aggrotta la fronte e si morde le guance. Rilascia gli autografi, sorride alle adolescenti, alle quali, in risposta ai loro continui elogi, dice: “Siete pazzesche, grazie, mi fate sempre troppi complimenti, non so come ringraziarvi!”. Le giovani, soddisfatte, lo salutano e se ne vanno.

Mentre ordino un caffè e una brioche, noto che lui non chiede nulla, e mi dice, sempre sorridendo, di essersi portato qualcosa da casa e di continuare con l’intervista, per non perdere tempo.

“Mi hai parlato delle cose che fai adesso, ma non mi hai detto ancora delle persone che ti circondano, dei tuoi collaboratori, ma anche dei tuoi amici e della tua famiglia. Dici di essere sempre lo stesso, ma come trovi gli altri intorno a te?”

Ruota un attimo gli occhi verso il cielo, poi però, nuovamente, sorride. Prima di rispondermi, apre un borsello che si è portato appresso, ed estrae un barattolino. Contiene una cremina, almeno mi sembra,direi un omogeneizzato. Mi risponde mangiandone un po’. “Sono tutte persone favolose, cioè, veramente. La mia famiglia non è cambiata affatto, anzi. I discografici, i produttori, tutta gente stupenda”. Gli squilla il telefono, proprio mentre stava completando il suo pasto. “Me dispiace tanto, Brina. Ma la mia manager mi ha mandato un sms in cui mi dice che devo ritornare al lavoro perché s’è fatto troppo tardi. Ti prometto però che appena mi libero riprendiamo”. Gli lascio allora il mio recapito, nella speranza che si rifaccia vivo appena possibile per terminare la nostra chiacchierata. Un po’ delusa, certo, ma più che altro stranita.

Non so, sarà stata solo un’impressione, ma c’era qualcosa che non mi quadrava, che mi impensieriva. Qualcosa di indecifrabile, ma anche di assolutamente netto.

Passano alcuni giorni. Il cellulare che avevo dato a Marco, zitto. Muto. Morto.

Dopo una settimana ricevo invece uno strano sms su un altro telefonino, quello che in realtà avevo comprato più recentemente, tanto da non ricordarne neanche il numero. “Vieni a questo indirizzo Sabato mattina:…. Marco Mengoni.”.

Certo ero perplessa se andare o meno a quell’appuntamento così curiosamente richiesto, ma caspita, la cosa mi stuzzicava alquanto, non potevo rinunciare. E così parto.

Faccio un mare di strada perché l’indirizzo che mi ha mandato per sms si rifà ad una sorta di cascina sperduta in mezzo ad un’estesa campagna, lontano dalla città ma anche dalla pur vicina costa.

Mi avventuro tra le spighe e raggiungo l’uscio, dove un simpatico vecchietto mi indica la panchina dove avrei trovato Marco.

Lo trovo raggiante. Con un bel paio di occhiali da sole avvolgenti, senza sciarpa né fascia né bracciali. Eppure glamour, come sempre.

“Ciaooo Bri’, come stai? Te piace qua? Hai visto, se sta ‘na favola!”. La prima domanda che mi viene naturale porgli è: “Ma scusa, mi spieghi come fai a stare in mezzo alla campagna di Gallipoli con tutto quello che hai da fare?” .

Stavolta ride proprio di gusto. “A Brì nun gliela facevo più. E Marco de qua e Marco de là, e famose na foto e fa’ lo psicopatico e cantame ‘na cosa…e che palle!!!! E questo solo pe’ dire i fans, ma nun parlamo de tutto il resto, e dei colleghi tuoi soprattutto. Tempo un mese che sò uscito dal loft già ho capito che nun potevo règge. Nun te dico poi ‘e lotte co’ o’ zio dell’amica tua. Teribbile. Cioè, me so' detto: qua ce vole ‘na soluzione drastica, anche perché mò arriva sanremo, e diventa tutto peggio. Devi sapè ‘nfatti, che da quando me ne so' andato da Ronciglione e nun magno più le cose buone de mi mamma, de mi nonna e de mi zia, ci ho sempre o’ stomaco ammalato, e devo annà in bagno de continuo. Er medico m’ha detto che forse so' 'e cotolette. Po’ esse. In ogni caso la situazione peggiora notevolemente se sto in tensione. So’ solo io quello che ho passato ogni mercoledì pe’ tre mesi, che le Yavanna hanno chiesto alla produzione se potevano cambià de camerino….Tu pensa al festival… Quanno gliel’ho detto a Mollica, mica c’ha creduto, se la stava a ride’…. Ma si vede che lui ‘e cotolette ‘e digerisce, me pare… Noo, guarda, nun se po’, dovevo trova’ ‘na soluzione. Ma a chi potevo chiede! Cioè ho pensato subito ai miei compagni del loft, che magari avevano avuto gli stessi problemi miei. Ma figuramose. Io volevo fa ‘na cosa de nascosto pure ai discografici, a chi me dovevo rivolge, a Silver, che la peggio cosa ch’ha fatto in vita sua è stata de spià ad Anita mentre se cambiava?! Naa. Ho chiesto a Morgan. M’ha parlato mezz’ora, non che c’abbia capito più de tanto, perché al solito suo è partito per la tangente, però un’idea me l’ha data. E così me so’ fatto un replicante”.

Inutile dirvi che ero pressoché agghiacciata. “Ma, fammi capire, cosa intendi per replicante?”.

“Intendo a Robocop, c’avrai un’idea de Robocop tu che sei pure più grande de me! Ma nun c'è voluto tanto a fàllo. Morgan me ha detto che in tanti, dai politici agli attori se ne fanno uno, perché dopo un po’ non ne puoi più veramente. Cioè si nun fai così scleri. E così me lo so preparato per bene. Ho registrato il disco de le risposte da dare ai giornalisti (tanto, so sempre quelle), ho registrato le canzoni nove (tanto te le fanno fa' mille vorte e poi è buona la prima!), e so' tornato qua, che me piace ‘nsacco. Mejo de Ronciglione, co’ tutte e ragazzette sceme che nun fanno lavorà manco mi madre; Mejo de Roma, ‘ndo me fanno le poste pure sotto casa, ma te dico de più: pure mejo de Parigi, che quanno ce so' stato co’ la scuola me so fatto du palle così chiese chiese!”

Ero allibita, ma avevo bisogno quanto meno di un ultimo chiarimento. “E quindi io avrei parlato con il tuo replicante! Ma allora tu come hai fatto a contattarmi? Perchè tra l’altro mi hai chiamato su un numero che in genere non uso per il lavoro!”. Sorride e strizza l’occhio. “Cioè, dopo che m’hai lasciato il tuo giubbetto rosso (te ricordi, l’artra vorta?) me so ritrovato in tasca questo numero e dietro c’avevi scritto n’appunto, così ho capito che era il tuo. Mica potevo nun parlà co' te, che tra tutti quelli che m’hanno tenuto ore e ore a famme sempre 'e stesse domande sei a mejo, e poi scherzi, mica potevo lascià le mengonelle mie senza sapè a verità, in mano a un replicante!.” Si era fatta quasi l’ora di pranzo, il vecchietto di prima aveva imbandito una ricca tavola per me e per Marco, ma prima di andare a mangiare non potevo non chiedergli : “Ma quindi a Sanremo adesso ci andrai tu, o ci mandi il replicante?”. Stavolta invece di sollevare gli occhi, sorridendo li abbassa “’’Nnamo, ‘nnamo a magna che poi te dico”……

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