[AZM] Osservazione dell’habitat in cui si muove libero
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[AZM] Osservazione dell’habitat in cui si muove libero
Esimie dottoresse, questa mattina i reperti fotografici esposti su FB mi hanno ispirato la preparazione di un saggio.
Mi permetto umilmente di sottoporlo al vostro giudizio di studiosi e di profondi conoscitori del Mengoni della Tuscia.
Ossequi, la studentessa vallettadelre
Il Mengoni della Tuscia - osservazione dell’habitat in cui si muove libero
Interessante contributo alla ricerca scientifica è l’osservazione del Mengoni della Tuscia nel periodo successivo alla cattività nel laboratorio di ricerca sugli “animali canterini” (cfr. relazioni dr.sse Therese e Miskin).
Il Mengoni della Tuscia infatti, una volta riacquistata la condizione di libertà, ha manifestato la tendenza a rinchiudersi per periodi di 4/5 giorni nella sua tana (detta anche “celletta Mengoniana”, per le ridottissime dimensioni) – annullando tutti i contatti con il mondo esterno, eccettuati rarissimi mugugni lanciati nell’iperuranio di MySpace. La pigrizia del Mengoni della Tuscia è stata trattata nel saggio della Dr.ss Therese.
Fortunatamente per la ricerca però, che trova i suoi massimi spunti nelle occasioni di osservazione libera del soggetto, il Mengoni della Tuscia è costretto ad uscire dalla tana. Ed avventurarsi nell’habitat che più corrisponde al suo essere animaletto predatore: il centro commerciale.
Non contento, infatti, delle prede sottratte al laboratorio dei Dottori Castoldì e Carcano’, il Mengoni della Tuscia prosegue imperterrito la sua ricerca spasmodica di accessori, di cui è particolarmente goloso (cfr ricerca della Dr.ssa Pancaspe).
Il Mengoni della Tuscia è imprevedibile, in questi suoi spostamenti migratori a caccia di prede.
La nostra onestà intellettuale di studiosi non può, a questo punto, non attribuire importanza vitale alle "predatrix Bimbae minchiones", le uniche in grado di stanare il Mengoni della Tuscia in questi suoi fulminei spostamenti di caccia.
Le "predatrix Bimbae minchiones” conoscono bene infatti questo lato debole del Mengoni della Tuscia, e utilizzano spesso le prede-accessori per attirarlo nelle loro trappole.
Le “predatrix” hanno suddiviso il territorio della Paeninsula Italica in aree di caccia, ma è l’area della URBIS ROMAE quella maggiormente battuta dal Mengoni della Tuscia.
Le "predatrix Bimbae minchiones" utilizzano varie tecniche di caccia, ma la più efficace sembra essere l’appostamento all’esterno del centro commerciale, mimetizzandosi in un mezzo a gruppetti di cuccioli di homo sapiens (a cui il Mengoni della Tuscia non sa resistere).
Il reperto fotografico che segue mostra il Mengoni della Tuscia che (ancora ignaro della trappola ordita dalla "predatrix Bimbae minchiones" che si vede sulla sinistra) si avvicina pericolosamente al gruppo.
Non ci è dato sapere a quali prove fisiche e psichiche sia stato sottoposto, dopo questa immagine sorridente. Gli studiosi però, che ben conoscono la specie predatoria della “Bimbae minchiones", temono che anche in questo caso il Mengoni della Tuscia sia stato assalito da flash danneggia-retina oculare e prese strangolanti di sumu giapponese.
Buon esito hanno anche gli appostamenti singoli delle “"predatrix Bimbae minchiones", che si mimetizzano in mezzo alle file di vestiti ed accessori e saltano fuori nel momento in cui il Mengoni della Tuscia è intento ad osservare, con sguardo bramoso, la preda-accessorio che ha attirato la sua attenzione.
In questo reperto fotografico il Mengoni della Tuscia è colto proprio nell’attimo in cui è stato accecato dal flash urticante delle “predatrix”, schizzata fuori dalla montagna di magliette accatastate alle sue spalle.
Da notare il ciuffo del Mengoni della tuscia, che qui raggiunge la su massima elevazione – a conferma che il Mengoni della Tuscia è stato sottoposto ad uno degli eventi più stressanti per lui, pari solo alla sua esposizione ad ambienti quali l’arena televisiva di un certo Vespa.
Non si deve ritenere però che il Mengoni della Tuscia si avventuri nel centro commerciale solo a fini di caccia.
Il soggetto infatti, necessita spesso di rigeneranti esposizioni alle temperature polari di questo habitat. E’ risaputo infatti, che il Mengoni della Tuscia non riesce a raggiungere una temperatura corporea superiore ai 15 gradi, anche in presenza di condizioni climatiche esterne sahariane.
Abbiamo a conferma questo eccezionale reperto, che mostra il Mengoni della Tuscia bloccato da una “"predatrix” proprio nel momento in cui si esponeva alle temperature glaciali per lui vitali.
Da notare le differenze di abbigliamento tra le due specie, che fanno presumere che la temperatura ambientale si aggirasse intorno ai 41 gradi – che non sortisce alcun effetto sul Mengoni della Tuscia. Questo reperto ci conferma anche l’attitudine a mimetizzarsi del Mengoni della Tuscia, che si stava muovendo negli spazi aperti del Centro commerciale coprendo le sue caratteristiche più riconoscibili: lo sguardo assassino ed il ciuffo radar.
Ma vogliamo concludere questo studio con una immagine felice del soggetto analizzato, che non è sempre vittima delle “”predatrix” ma spesso riesce a concludere con successo le sue battute di caccia.
Questo reperto mostra il Mengoni della Tuscia proprio nell’attimo successivo alla cattura della preda-accessorio, che sta osservando con sguardo goloso ed ansioso nella sua bisaccia.
Da notare anche che il Mengoni della Tuscia spesso non sa resistere e dà subito mostra della sua vittoriosa battuta di caccia, esponendo il trofeo di caccia nelle maniere più (e meno) opportune.
L’importanza del rapporto del Mengoni della Tuscia con questo habitat naturalistico, è ormai confermata da tutti gli studiosi.
Non ci dimentichiamo che nel centro commerciale il soggetto non solo ha trovato gli strumenti per la costruzione della sua “celletta mengoniana” (nell’ampia radura dell’ IKEA), ma questo habitat contiene anche la principale riserva di cibo del soggetto: il MC Donald.
Per questo gli studiosi si battono e si batteranno sempre per il mantenimento di questo habitat, l’unico che ci permetterà anche in futuro di osservare il Mengoni della Tuscia zompettare libero e felice alla ricerca di nuove prede.
Mi permetto umilmente di sottoporlo al vostro giudizio di studiosi e di profondi conoscitori del Mengoni della Tuscia.
Ossequi, la studentessa vallettadelre
Il Mengoni della Tuscia - osservazione dell’habitat in cui si muove libero
Interessante contributo alla ricerca scientifica è l’osservazione del Mengoni della Tuscia nel periodo successivo alla cattività nel laboratorio di ricerca sugli “animali canterini” (cfr. relazioni dr.sse Therese e Miskin).
Il Mengoni della Tuscia infatti, una volta riacquistata la condizione di libertà, ha manifestato la tendenza a rinchiudersi per periodi di 4/5 giorni nella sua tana (detta anche “celletta Mengoniana”, per le ridottissime dimensioni) – annullando tutti i contatti con il mondo esterno, eccettuati rarissimi mugugni lanciati nell’iperuranio di MySpace. La pigrizia del Mengoni della Tuscia è stata trattata nel saggio della Dr.ss Therese.
Fortunatamente per la ricerca però, che trova i suoi massimi spunti nelle occasioni di osservazione libera del soggetto, il Mengoni della Tuscia è costretto ad uscire dalla tana. Ed avventurarsi nell’habitat che più corrisponde al suo essere animaletto predatore: il centro commerciale.
Non contento, infatti, delle prede sottratte al laboratorio dei Dottori Castoldì e Carcano’, il Mengoni della Tuscia prosegue imperterrito la sua ricerca spasmodica di accessori, di cui è particolarmente goloso (cfr ricerca della Dr.ssa Pancaspe).
Il Mengoni della Tuscia è imprevedibile, in questi suoi spostamenti migratori a caccia di prede.
La nostra onestà intellettuale di studiosi non può, a questo punto, non attribuire importanza vitale alle "predatrix Bimbae minchiones", le uniche in grado di stanare il Mengoni della Tuscia in questi suoi fulminei spostamenti di caccia.
Le "predatrix Bimbae minchiones” conoscono bene infatti questo lato debole del Mengoni della Tuscia, e utilizzano spesso le prede-accessori per attirarlo nelle loro trappole.
Le “predatrix” hanno suddiviso il territorio della Paeninsula Italica in aree di caccia, ma è l’area della URBIS ROMAE quella maggiormente battuta dal Mengoni della Tuscia.
Le "predatrix Bimbae minchiones" utilizzano varie tecniche di caccia, ma la più efficace sembra essere l’appostamento all’esterno del centro commerciale, mimetizzandosi in un mezzo a gruppetti di cuccioli di homo sapiens (a cui il Mengoni della Tuscia non sa resistere).
Il reperto fotografico che segue mostra il Mengoni della Tuscia che (ancora ignaro della trappola ordita dalla "predatrix Bimbae minchiones" che si vede sulla sinistra) si avvicina pericolosamente al gruppo.
Non ci è dato sapere a quali prove fisiche e psichiche sia stato sottoposto, dopo questa immagine sorridente. Gli studiosi però, che ben conoscono la specie predatoria della “Bimbae minchiones", temono che anche in questo caso il Mengoni della Tuscia sia stato assalito da flash danneggia-retina oculare e prese strangolanti di sumu giapponese.
Buon esito hanno anche gli appostamenti singoli delle “"predatrix Bimbae minchiones", che si mimetizzano in mezzo alle file di vestiti ed accessori e saltano fuori nel momento in cui il Mengoni della Tuscia è intento ad osservare, con sguardo bramoso, la preda-accessorio che ha attirato la sua attenzione.
In questo reperto fotografico il Mengoni della Tuscia è colto proprio nell’attimo in cui è stato accecato dal flash urticante delle “predatrix”, schizzata fuori dalla montagna di magliette accatastate alle sue spalle.
Da notare il ciuffo del Mengoni della tuscia, che qui raggiunge la su massima elevazione – a conferma che il Mengoni della Tuscia è stato sottoposto ad uno degli eventi più stressanti per lui, pari solo alla sua esposizione ad ambienti quali l’arena televisiva di un certo Vespa.
Non si deve ritenere però che il Mengoni della Tuscia si avventuri nel centro commerciale solo a fini di caccia.
Il soggetto infatti, necessita spesso di rigeneranti esposizioni alle temperature polari di questo habitat. E’ risaputo infatti, che il Mengoni della Tuscia non riesce a raggiungere una temperatura corporea superiore ai 15 gradi, anche in presenza di condizioni climatiche esterne sahariane.
Abbiamo a conferma questo eccezionale reperto, che mostra il Mengoni della Tuscia bloccato da una “"predatrix” proprio nel momento in cui si esponeva alle temperature glaciali per lui vitali.
Da notare le differenze di abbigliamento tra le due specie, che fanno presumere che la temperatura ambientale si aggirasse intorno ai 41 gradi – che non sortisce alcun effetto sul Mengoni della Tuscia. Questo reperto ci conferma anche l’attitudine a mimetizzarsi del Mengoni della Tuscia, che si stava muovendo negli spazi aperti del Centro commerciale coprendo le sue caratteristiche più riconoscibili: lo sguardo assassino ed il ciuffo radar.
Ma vogliamo concludere questo studio con una immagine felice del soggetto analizzato, che non è sempre vittima delle “”predatrix” ma spesso riesce a concludere con successo le sue battute di caccia.
Questo reperto mostra il Mengoni della Tuscia proprio nell’attimo successivo alla cattura della preda-accessorio, che sta osservando con sguardo goloso ed ansioso nella sua bisaccia.
Da notare anche che il Mengoni della Tuscia spesso non sa resistere e dà subito mostra della sua vittoriosa battuta di caccia, esponendo il trofeo di caccia nelle maniere più (e meno) opportune.
L’importanza del rapporto del Mengoni della Tuscia con questo habitat naturalistico, è ormai confermata da tutti gli studiosi.
Non ci dimentichiamo che nel centro commerciale il soggetto non solo ha trovato gli strumenti per la costruzione della sua “celletta mengoniana” (nell’ampia radura dell’ IKEA), ma questo habitat contiene anche la principale riserva di cibo del soggetto: il MC Donald.
Per questo gli studiosi si battono e si batteranno sempre per il mantenimento di questo habitat, l’unico che ci permetterà anche in futuro di osservare il Mengoni della Tuscia zompettare libero e felice alla ricerca di nuove prede.
vallettadelre- mengonella
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[AZM] Osservazione dell’habitat in cui si muove libero :: Commenti
Ma come fate???
No, davvero, come fate???
Siete incredibili
No, davvero, come fate???
Siete incredibili
verod ha scritto:Ma come fate???
No, davvero, come fate???
Siete incredibili
...si vede che sono in malattia dal lavoro da 3 settimane?!
il cervello in qualche modo, se deve da sfogà!
..quando il Mengoni della Tuscia stava cercando le idee, la faccia meta-truccata, stava: "..al cancello..citofono..entro.. se non mi approno?" il dottor Castoldi lo disse:"..e troverai.."Therese ha scritto:@ Arzach io non so piu' che inventarmi!
anche la dott. Therese trovera'
il trucco
teatralita'
meravigliose
Cara collega, direi che il suo studio spicca per profondità di contenuti e ricchezza di reperti da laboratorio: faccia il favore di lasciarsi ispirare in questo modo ogni volta che le fototografie di ambiente del tusciano la colpiscano Dobbiamo ad ogni costo seguire le tracce delle predatrix per trovare i nascondigli del Mengoni, di cui ancora restano parecchi aspetti del comportamento quasi totalmente sconosciuti...adesso vado a studiare...vecchi reperti del periodo di cattività.... ([color=red] faccino rosso che sorride a crepapellle )[/color]
ma voi siete GENIALI
adesso mi aspetto un trattato sulla foto del pranzo di oggi
Aggiornamento : osservazioni da laboratorio:studio comparato reazione agli obiettivi fotografici
Mi permetto di contraddire l' esimia collega Val. Trade : durante la vita diurna Il Mengoni della Tuscia " non corre e zampetta felice"quasi mai, piuttosto si trascina da un ambiente all'altro, molto sconsolato e depressino..addormentandosi appena gli è possibile: si anima solo in vista delle Predatrix o di qualunque macchina fotografica che attrae invariabilmente la sua attenzione: immediatamente il suo volto si trasforma da clown triste alla Buster keaton " a pazzo furioso alla " Psyco Killer"; la vista di un qualsiasi obiettivo agisce immediatamente sui recettori facciali del muso del Mengonis Tuscianus i cui lineamenti si mescolano come gomma arabica , fondendosi in espressioni spropositate e caratterizzate da rigonfiamenti, ciglia inarcate, sbuffi, labbroni ..non si capisce bene la ragione di questo comportamento: Se qualche collega ha testimonianze da sottoporre allo studio delle dottoresse , è pregata di fornirne subito una copia per facilitare le analisi interpretative ( boccacce e smorfie : quale significato etnologico ? )
Mi permetto di contraddire l' esimia collega Val. Trade : durante la vita diurna Il Mengoni della Tuscia " non corre e zampetta felice"quasi mai, piuttosto si trascina da un ambiente all'altro, molto sconsolato e depressino..addormentandosi appena gli è possibile: si anima solo in vista delle Predatrix o di qualunque macchina fotografica che attrae invariabilmente la sua attenzione: immediatamente il suo volto si trasforma da clown triste alla Buster keaton " a pazzo furioso alla " Psyco Killer"; la vista di un qualsiasi obiettivo agisce immediatamente sui recettori facciali del muso del Mengonis Tuscianus i cui lineamenti si mescolano come gomma arabica , fondendosi in espressioni spropositate e caratterizzate da rigonfiamenti, ciglia inarcate, sbuffi, labbroni ..non si capisce bene la ragione di questo comportamento: Se qualche collega ha testimonianze da sottoporre allo studio delle dottoresse , è pregata di fornirne subito una copia per facilitare le analisi interpretative ( boccacce e smorfie : quale significato etnologico ? )
Valletta.....bravissima !
l’ampia radura dell’ IKEA
le predatrix Bimbae minchiones
Miskin ....espressioni spropositate e caratterizzate da rigonfiamenti, ciglia
inarcate, sbuffi, labbroni
l’ampia radura dell’ IKEA
le predatrix Bimbae minchiones
Miskin ....espressioni spropositate e caratterizzate da rigonfiamenti, ciglia
inarcate, sbuffi, labbroni
Miskin ha scritto:Cara collega, direi che il suo studio spicca per profondità di contenuti e ricchezza di reperti da laboratorio: faccia il favore di lasciarsi ispirare in questo modo ogni volta che le fototografie di ambiente del tusciano la colpiscano Dobbiamo ad ogni costo seguire le tracce delle predatrix per trovare i nascondigli del Mengoni, di cui ancora restano parecchi aspetti del comportamento quasi totalmente sconosciuti...adesso vado a studiare...vecchi reperti del periodo di cattività.... ( faccino rosso che sorride a crepapellle )
Dr.ssa Miskin la ringrazio....non merito di essere chiamata "collega"
Stia certa che se avrò altre "ispirazioni, non mi tirerò indietro..la ricerca scientifica deve proseguire!
spero che la Dr.ssa Arzach vada avanti con il suo progetto della veste grafica del lavoro....
La pubblicazione della ricerca sarà un passo importantissimo, da tramandare ai posteri e per tutti quelli che vorranno avvicinarsi alla conoscenza di questo rarissimo esemplare di Mengoni della Tuscia!
Valletta
E devo ammetterlo: è bellissimo leggere dei saggi in cui vengono citati studi di altri senza pensare "eh? " e capendo tutto.
E devo ammetterlo: è bellissimo leggere dei saggi in cui vengono citati studi di altri senza pensare "eh? " e capendo tutto.
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