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Messaggio Da Ospite Sab 28 Ago 2010, 00:01

anny_skod ha scritto:la parte che preferisco é questa

Pierluigi Diaco, l’eterno emergente che girò decine di salotti televisivi prima di condurre un programma in Rai.

risata risata io costui lo odio!!!su wikipedia c'è una citazione di Aldo Grasso,che lo definisce «blando avventuriero del piccolo schermo [...] giovane ma anche vecchio. Non ha un pensiero, ma finge di averlo»
asciugo
Quoto te e Aldo Grasso !

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Messaggio Da duful Sab 28 Ago 2010, 00:51

Quanto aveva ragione Grasso... Oggi ho letto questo... - Pagina 21 551280
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Messaggio Da Ospite Sab 28 Ago 2010, 17:02

Bene signori.....si avvicina IL momento che 150.000 persone in tutta Italia (non ho sbagliato cifra...è questa) attendono trepidanti.....la convocazione per le supplenze annuali a scuola.
Scusate se vi affliggo ma questo è il ventesimo anno che per me si ripete la trafila. Festeggio con voi inviando la cronaca semiseria (ma in realtà è più vera della realtà che vogliono farci vedere) di una giornata di un giorno da cani: L’odissea del professore precario.
E' molto ironica, lunga e dettagliata ma prendete un po' di tempo per leggerla. E' la pura verità. Buona lettura....

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/08/28/lodissea-del-professore-precario/54043/



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Messaggio Da Ospite Dom 29 Ago 2010, 16:01

Roberto Saviano vittima di un avvertimento mafioso

Roberto Saviano sarebbe stato vittima di un avvertimento mafioso. Lo rivela Dagospia. Il fatto sarebbe avvenuto nella sera di lunedì scorso. L’autore di Gomorra, accompagnato da cinque agenti, si trovava a Sabaudia, ospite di alcuni amici. Nella strada circondata dalle ville dei vp della località, la stessa sono state trovate venti cornacchie, uccise e congelate.

Due giorni dopo diversi giornali, dal Messaggero al Corriere della sera, parlarono di una goliardata, o di uno strano rito macabro.

Oggi Dagospia ha rivelato che nella stessa sera di questi strani ritrovamenti, Saviano era nella zona. Da qui l’ipotesi di un messaggio di stampo mafioso.


http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/08/28/54172/54172/

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Messaggio Da Ospite Dom 29 Ago 2010, 19:01

azzdici mi si stringe il cuore ogni volta che leggo di Saviano

snob e a pensare a quello che dicono di lui alcuni

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Messaggio Da Tyn@67 Lun 30 Ago 2010, 17:54

http://www.repubblica.it/politica/2010/08/30/news/gheddafi_fa_il_bis_con_le_hostess_farefuturo_siamo_la_sua_disneyland-6620582/

Gheddafi fa il bis con duecento hostess
"Donne più rispettate in Libia che da voi"

Il Colonnello parla di nuovo davanti a una platea di ragazze: "L'Islam è l'ultima religione".
Polemiche politiche. Berlusconi: "Solo Folklore". Ma le fondazioni "finiane" attaccano: "Basta con questa pagliacciate"


ROMA -
Seconda lezione di Corano per il colonnello Gheddafi. Duecento hostess sono arrivare all'Accademia libica anche questa mattina per incontrare la "Guida della Rivoluzione". Una decina di ragazze indossava il
tradizionale velo islamico, mentre una portava appesa al collo una foto del Colonnello. Per le altre camicetta bianca e gonna nera.


Scese frettolosamente da quattro autobus, non hanno rilasciato dichiarazioni ai giornalisti che da stamani stazionavano di fronte all'Accademia libica. Tra loro anche le tre ragazze convertitesi ieri all'Islam. Le hostess sono in numero molto minore rispetto all'incontro precedente 1, quando nella villa ne erano arrivate oltre 500.

"La donna è più rispettata in Libia che negli Stati Uniti e in Occidente". Sarebbe stato questo il messaggio principale del Colonnello nel nuovo incontro con le hostess. Lo hanno riferito alcune delle partecipanti al termine del meeting. Gheddafi ha sottolineato che in Occidente alle donne viene permesso di fare lavori che non sono consoni al loro fisico e avrebbe portato l'esempio del tranviere o del minatore.
"In Libia non sarebbe mai possibile una cosa del genere", avrebbe aggiunto il leader libico invitando tutte le ragazze a visitare il suo Paese. Non è mancato un nuovo invito a convertirsi. "L'Islam "è l'ultima religione", avrebbe detto il Colonnello, "se bisogna credere in una sola fede, deve essere quella di Maometto".

A ventiquattr'ore dall'arrivo di Gheddafi è stata montata - nel giardino della blindatissima residenza dell'ambasciatore libico a Roma - anche la tenda che accompagna il Colonnello in tutti i suoi viaggi.
Di colore bianco, la tenda è di dimensioni ridotte rispetto a quella grigio-verde che fu allestita nel 2009.

Due gli appuntamenti ufficiali che completeranno la giornata di Gheddafi. Alle 17 il leader libico visiterà
insieme al premier Berlusconi una mostra fotografica all'Accademia libica. In serata partiranno i festeggiamenti per l'anniversario del Trattato di amicizia, con lo spettacolo equestre dei 30 cavalli berberi e
il Carosello dei Carabinieri alla caserma Salvo D'Acquisto. Poi i circa 800 invitati si ritroveranno per la cena o Iftar - il pasto che spezza il digiuno imposto ai musulmani dal mese di Ramadan - offerta da
Berlusconi al leader libico.

La polemica. Non si spengono intanto le polemiche politiche sulla visita del leader libico. Nonostante lo stesso Berlusconi avesse definito solo "folklore" le uscite di Gheddafi 2,
oggi si registra un fuoco incrociato da ambienti "finiani". La fondazione "Farefuturo", vicina al presidente della Camera paragona l'Italia alla Disneyland del Colonnello. "Se l'Italia è diventata la Disneyland di Gheddafi", si legge sul sito della fondazione", la ragione è purtroppo politica. Nelle passeggiate romane il rais libico esibisce la sua amicizia con il premier, la sua paradossale centralità nella politica internazionale" dell'Italia, "che è progressivamente passata dall’atlantismo all’agnosticismo, dalle suggestioni neo-con alla logica commerciale, per cui il cliente, se paga, ha sempre ragione". E "visto che Gheddafi paga, le sue diventano anche le 'nostre' ragioni e la sua politica la 'nostra'".

Sulla stessa linea anche Generazione Italia, l'associazione vicina a Italo Bocchino. "Vi immaginate Gheddafi che va a Parigi o a Berlino e organizza un incontro con 500 hostess per dir loro 'diventate musulmane'? Noi no. E non a caso Gheddafi certe pagliacciate - è il termine giusto - le viene a fare a Roma, non a Parigi o a Berlino". Lo scrive il direttore dell'associazione, Gianmario Mariniello.

Anche Carmelo Briguglio, deputato di Fli, esprime perplessità: "Queste visite di Gheddafi da un lato aumentano le distanze tra il governo italiano e i nostri tradizionali alleati, Stati Uniti in testa, e dall'altro creano con la S.Sede e con le gerarchie cattoliche problemi e malumori di cui nessuno sentiva il bisogno".

(30 agosto 2010)

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Messaggio Da Ospite Lun 30 Ago 2010, 19:28

di nuovo?..mio dio spia

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Messaggio Da Ospite Lun 30 Ago 2010, 19:45

spia gli stanno permettendo delle cose assurde,ci stanno rendendo ridicoli agli occhi del mondo ( snob se era possibile farlo ancora di più)

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Messaggio Da DarkLullaby Lun 30 Ago 2010, 21:00

anna ha scritto: spia gli stanno permettendo delle cose assurde,ci stanno rendendo ridicoli agli occhi del mondo ( snob se era possibile farlo ancora di più)

purtroppo non c'è limite al peggio, stamattina ascoltavo per radio i commenti con questa faccia azzdici
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Messaggio Da Tyn@67 Lun 30 Ago 2010, 21:25

Io, a parte il fatto che l'opinione pubblica internazionale ce la siamo giocata già da un pezzo, mi chiedo cosa passa, se passa, dentro le testoline delle 500 di ieri e 200 hostess di oggi nell'accettare questo squallido incarico che le rende meno emancipate delle donne col burka triste
700 oggetti pagati da noi contribuenti per trastullare uno che calpesta i diritti umani Oggi ho letto questo... - Pagina 21 765263
...e stasera gran galà pagato sempre da noi... Oggi ho letto questo... - Pagina 21 535214 Oggi ho letto questo... - Pagina 21 373125
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Messaggio Da Ospite Lun 30 Ago 2010, 21:29

Tyn@67 ha scritto: mi chiedo cosa passa, se passa, dentro le testoline delle 500 di ieri e 200 hostess di oggi nell'accettare questo squallido incarico che le rende meno emancipate delle donne col burka triste
snob 70 euro

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Messaggio Da Ospite Mar 31 Ago 2010, 15:38

La Rai di Masi e il caos palinsesti.E’ il momento della verità su Annozero

Oggi il direttore generale della Rai incontra il conduttore. Dandini in onda, ma con "caratteristiche diverse"


CORTINA D’AMPEZZO – Oggi è il giorno. Mauro Masi incontra Michele Santoro, il conduttore dovrà ascoltare le richieste del direttore generale, a tre settimane dal ritorno di Annozero ancora definito spazio Santoro. Perché Masi in pantaloni rossi, intervistato da Giovanni Minoli (in pensione, ora consulente), a Cortinaincontra infiamma partite già perse e simula un’esultanza. Un gioco dei pacchi, in perfetto stile Raiuno: “Mi aspettano battaglie. La sentenza dice che Santoro deve fare un programma, non specifica quale”. E cade male sui giudici: il reintegro per rimediare all’editto bulgaro prevedeva, proprio per riparare a un danno, l’assunzione di Santoro per riprendere il lavoro interrotto. Tradotto: approfondimento giornalistico in prima serata.

L’ex segretario di Palazzo Chigi ha davanti a sé il mese della verità, la televisione che rialza la saracinesca – abbassata per ferie da giugno – e mostra poche differenze e (di)mostra il fallimento del normalizzatore (o censore) Masi. Un direttore generale che valuta ‘accettabile’ il palinsesto e che, mai applaudito dal pubblico di Cortina, finge serenità per mascherare la tensione.
Cerca di aggredire l’argomento Santoro, poi – guardando negli occhi la gente smarrita – improvvisa un ricamo: “La stima della persona e del professionista è fuori discussione. Ma è un caso specifico e peculiare, il suo rapporto con l’azienda è determinato da una sentenza”. Il dg cita la Bbc e proverbi inglesi, ma ignora che Annozero, arrivato con abbrivio al quinto anno, ormai è un marchio di successo. E anziché aiutare la redazione, sempre con la tecnica dell’ostruzionismo, l’azienda ha annullato le riunioni già in calendario per i contratti, la produzione e la scenografia. Minoli non risparmia domande insidiose che trovano in Masi risposte monosillabiche né camuffa un conflitto d’interesse. Quando sterzano in coppia su Parla con me di Serena Dandini, confermato per quattro puntate a settimana, spingono per le celebrazioni dell’Unità d’Italia che, per pura casualità, vengono coordinate da Minoli medesimo.

Il dg ha diviso la Rai in buoni e cattivi, illustra le categorie con leggerezza. Stavolta è sincero: elogia Minzolini, critica la Dandini. “Ero molto perplesso su Parla con me. Lei mi ha convinto che farà un programma con caratteristiche diverse”. La Dandini farà il suo Parla con me con novità artistiche tipiche di una trasmissione sperimentale, ma sempre con gli stessi ingredienti: ospiti sul divano, satira, musica. Parla con me debutta il 28 settembre e durerà almeno sino ad aprile, eppure Masi, che recita una parte ben precisa, incalzato da Minoli ovvero dall’Unità d’Italia in persona, ammette che la Dandini è al sicuro per il primo periodo di garanzia (in primavera, appunto). Per il Tg1 scatta la sinfonia: “Minzolini era un giornalista di punta della sua generazione. Il suo telegiornale è innovativo e non di parte”. Per scongelare un Masi rigido, osservato con distacco dal pubblico, Minoli pesca nella vita privata del direttore generale, fresco innamorato, servitore delle istituzioni: “Ho tre difetti: sono impaziente, arrogante e presuntuoso”. E anche testardo nel corteggiare Bruno Vespa per il Festival di Sanremo. E poi rivoluzionario con i sergenti di un tempo: per un pensatoio Rai ha convocato Maurizio Costanzo e Michele Guardì ( e chissà, Minoli). La portata ricca spunta per ultima: “Non è normale che una società per azioni non possa avvicendare un direttore che sta lì da otto anni. I cambiamenti a Raitre risalgono a Guglielmi e Minoli”, e ammicca all’intervistatore, Masi. Il “direttore che sta lì” è Paolo Ruffini, rimosso a novembre e reintegrato da una sentenza.

Finito il siparietto, le battute e le smorfie, i due sono affiatati nell’annunciare con ironia la trasmissione di Maria Luisa Busi su Raitre: “Ha visto? – dice Minoli – Lasci il Tg1 e ti ritrovi con una prima serata…”. A Minoli che lamenta zero euro per il canale di Storia, Masi replica con i 350 milioni in sette anni rifiutati da Sky per trasmettere sul satellite: “Ho rinunciato a svendere la Rai”. Peccato che, armato di chiavetta usb, l’abbonato di Sky può guardare il servizio pubblico: “Sono scettico. E poi ci siamo mossi per vie legali”, e sghignazza Masi. L’oretta di Cortinaincontra passa in fretta, forse per il protocollo stringente e il freddo pungente, Minoli ha smarrito il taccuino con la domanda sull’inchiesta di Trani e le telefonate di Silvio Berlusconi. Sarà per la prossima volta. Magari a Unomattina.

Da Il Fatto Quotidiano del 31 agosto 2010

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Messaggio Da Ospite Mar 31 Ago 2010, 15:45

azzdici mi sa che con l'inizio del nuovo palinsesto leggerò molti più libri

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Messaggio Da Ospite Mar 31 Ago 2010, 17:03


Maria Luisa Busi lascia il TG1: "Oggi l'informazione del TG1 è
un'informazione parziale e di parte"


"Caro direttore - scrive la Busi - ti chiedo di essere sollevata dalla
mansione di conduttrice dell'edizione delle 20 del TG1, essendosi
determinata una situazione che non mi consente di svolgere questo compito
senza pregiudizio per le mie convinzioni professionali. Questa è per me -
prosegue - una scelta difficile, ma obbligata. Considero la linea editoriale
che hai voluto imprimere al giornale una sorta di dirottamento, a causa del
quale il TG1 rischia di schiantarsi contro una definitiva perdita di
credibilità nei confronti dei telespettatori.

Come ha detto - osserva la giornalista - il presidente della Commissione di
Vigilanza Rai Sergio Zavoli: 'la più grande testata italiana, rinunciando
alla sua tradizionale struttura ha visto trasformare insieme con la sua
identità, parte dell'ascolto tradizionale´.
Amo questo giornale, dove lavoro da 21 anni. Perchè è un grande giornale. È
stato il giornale di Vespa, Frajese, Longhi, Morrione, Fava, Giuntella. Il
giornale delle culture diverse, delle idee diverse. Le conteneva tutte, era
questa la sua ricchezza. Era il loro giornale, il nostro giornale. Anche dei
colleghi che hai rimosso dai loro incarichi e di molti altri qui dentro che
sono stati emarginati. Questo è il giornale che ha sempre parlato a tutto il
Paese. Il giornale degli italiani.

Il giornale che ha dato voce a tutte le voci. Non è mai stato il giornale di
una voce sola. Oggi l'informazione del TG1 è un'informazione parziale e di
parte.
Dov'è il paese reale? Dove sono le donne della vita reale? Quelle che devono
aspettare mesi per una mammografia, se non possono pagarla? Quelle coi
salari peggiori d'Europa, quelle che fanno fatica ogni giorno ad andare
avanti perchè negli asili nido non c'è posto per tutti i nostri figli?
Devono farsi levare il sangue e morire per avere l'onore di un nostro
titolo. E dove sono le donne e gli uomini che hanno perso il lavoro? Un
milione di persone, dietro alle quali ci sono le loro famiglie.

Dove sono i giovani, per la prima volta con un futuro peggiore dei padri? E
i quarantenni ancora precari, a 800 euro al mese, che non possono comprare
neanche un divano, figuriamoci mettere al mondo un figlio? E dove sono i
cassintegrati dell'Alitalia? Che fine hanno fatto? E le centinaia di aziende
che chiudono e gli imprenditori del nord est che si tolgono la vita perchè
falliti? Dov'è questa Italia che abbiamo il dovere di raccontare?
Quell'Italia esiste. Ma il tg1 l'ha eliminata.

Anche io compro la carta igienica per mia figlia che frequenta la prima
elementare in una scuola pubblica. Ma la sera, nel TG1 delle 20, diamo
spazio solo ai ministri Gelmini e Brunetta che presentano il nuovo grande
progetto per la digitalizzazione della scuola, compreso di lavagna
interattiva multimediale.
L'Italia che vive una drammatica crisi sociale è finita nel binario morto
della nostra indifferenza. Schiacciata tra un'informazione di parte - un
editoriale sulla giustizia, uno contro i pentiti di mafia, un altro
sull'inchiesta di Trani nel quale hai affermato di non essere indagato,
smentito dai fatti il giorno dopo - e l'infotainment quotidiano: da quante
volte occorre lavarsi le mani ogni giorno, alla caccia al coccodrillo nel
lago, alle mutande antiscippo.

Una scelta editoriale con la quale stiamo arricchendo le sceneggiature dei
programmi di satira e impoverendo la nostra reputazione di primo giornale
del servizio pubblico della più importante azienda culturale del Paese.
Oltre che i cittadini, ne fanno le spese tanti bravi colleghi che potrebbero
dedicarsi con maggiore soddisfazione a ben altre inchieste di più alto
profilo e interesse generale.
Un giornalista ha un unico strumento per difendere le proprie convinzioni
professionali: levare al pezzo la propria firma. Un conduttore, una
conduttrice, può soltanto levare la propria faccia, a questo punto.
Nell'affidamento dei telespettatori è infatti al conduttore che viene
ricollegata la notizia. È lui che ricopre primariamente il ruolo di garante
del rapporto di fiducia che sussiste con i telespettatori.

I fatti dell'Aquila ne sono stata la prova.
Quando centinaia di persone hanno inveito contro la troupe che guidavo al
grido di vergogna e scodinzolini, ho capito che quel rapporto di fiducia che
ci ha sempre legato al nostro pubblico era davvero compromesso. È quello che
accade quando si privilegia la comunicazione all'informazione, la propaganda
alla verifica.

Ho fatto dell'onestà e della lealtà lo stile della mia vita e della mia
professione. Dissentire non è tradire. Non rammento chi lo ha detto
recentemente. Pertanto:
1) respingo l'accusa di avere avuto un comportamento scorretto. Le critiche
che ho espresso pubblicamente - ricordo che si tratta di un mio diritto
oltre che di un dovere essendo una consigliera della FNSI - le avevo già
mosse anche nelle riunioni di sommario e a te, personalmente. Con spirito di
leale collaborazione, pensando che in un lavoro come il nostro la
circolazione delle idee e la pluralità delle opinioni costituisca un
arricchimento.

Per questo ho continuato a condurre in questi mesi. Ma è palese che non c'è
più alcuno spazio per la dialettica democratica al TG1. Sono i tempi del
pensiero unico. Chi non ci sta è fuori, prima o dopo.
2) Respingo l'accusa che mi è stata mossa di sputare nel piatto in cui
mangio. Ricordo che la pietanza è quella di un semplice inviato, che chiede
semplicemente che quel piatto contenga gli ingredienti giusti. Tutti e
onesti.
E tengo a precisare di avere sempre rifiutato compensi fuori dalla Rai,
lautamente offerti dalle grandi aziende per i volti chiamati a presentare le
loro conventions, ritenendo che un giornalista del servizio pubblico non
debba trarre profitto dal proprio ruolo.

3) Respingo come offensive le affermazioni contenute nella tua lettera dopo
l'intervista rilasciata a Repubblica, lettera nella quale hai sollecitato
all'azienda un provvedimento disciplinare nei miei confronti: mi hai
accusato di `danneggiare il giornale per cui lavoro´, con le mie
dichiarazioni sui dati d'ascolto. I dati resi pubblici hanno confermato
quelle dichiarazioni.
Trovo inoltre paradossale la tua considerazione seguente: 'il tg1 darà conto
delle posizioni delle minoranze ma non stravolgerà i fatti in ossequio a
campagne ideologiche´. Posso dirti che l'unica campagna a cui mi dedico è
quella dove trascorro i week end con la famiglia. Spero tu possa dire
altrettanto.

Viceversa ho notato come non si sia levata una tua parola contro la violenta
campagna diffamatoria che i quotidiani Il Giornale, Libero e il settimanale
Panorama - anche utilizzando impropriamente corrispondenza aziendale a me
diretta - hanno scatenato nei miei confronti in seguito alle mie critiche
alla tua linea editoriale. Un attacco a orologeria: screditare subito chi
dissente per indebolire la valenza delle sue affermazioni.
Sono stata definita 'tosa ciacolante - ragazza chiacchierona - cronista
senza cronaca, editorialista senza editoriali' e via di questo passo.
Non è ciò che mi disse il Presidente Ciampi consegnandomi il Premio Saint
Vincent di giornalismo, al Quirinale. A queste vigliaccate risponderà il mio
legale. Ma sappi che non è certo per questo che lascio la conduzione delle
20.

Thomas Bernhard in Antichi Maestri scrive decine di volte una parola che amo
molto: rispetto. Non di ammirazione viviamo, dice, ma è di rispetto che
abbiamo bisogno.
Caro direttore, credo che occorra maggiore rispetto. Per le notizie, per il
pubblico, per la verità. Quello che nutro per la storia del TG1, per la mia
azienda, mi porta a questa decisione. Il rispetto per i telespettatori,
nostri unici referenti. Dovremmo ricordarlo sempre. Anche tu ne avresti il
dovere.



Non so se era già stata postata per intero quando ero via, ora son o andata un po' indietro e non mi sembra, se no ditemi che cancello sorriso

Comunque....Quanto mi è piaciuta la Busi sereno

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Messaggio Da mafalda Mer 01 Set 2010, 14:35

Hai fatto benissimo a postarla, curiosamente non se era sentito molto parlare di questa dichiarazione o forse è colpa mia che non seguo l'informazione
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Messaggio Da Ospite Mer 01 Set 2010, 15:07

I fatti dell'Aquila ne sono stata la prova.
Quando centinaia di persone hanno inveito contro la troupe che guidavo al
grido di vergogna e scodinzolini, ho capito che quel rapporto di fiducia che
ci ha sempre legato al nostro pubblico era davvero compromesso. È quello che
accade quando si privilegia la comunicazione all'informazione, la propaganda
alla verifica.



questo lo raccontò in un'intervista al Fatto Quotidiano,dove affermò che Minzolini le impedì di mandare in onda quel servizio.Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.Ce ne fossero di più di giornalisti come lei...

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Messaggio Da Ospite Mer 01 Set 2010, 15:10

ok comunque adesso è passata a Raitre,condurrà una trasmissione che si chiama Articolo 3 se non ricordo male,appena ne saprò di più lo posterò nel topic della tv

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Messaggio Da Ospite Mer 01 Set 2010, 15:12

anny_skod ha scritto:
Finito il siparietto, le battute e le smorfie, i due sono affiatati nell’annunciare con ironia la trasmissione di Maria Luisa Busi su Raitre: “Ha visto? – dice Minoli – Lasci il Tg1 e ti ritrovi con una prima serata…”

Da Il Fatto Quotidiano del 31 agosto 2010


simpatia vienimi a prendere

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Messaggio Da mafalda Mer 01 Set 2010, 15:17

Premetto che non sono una non estimatrice di McDonalds, anzi, mi diverte andarci ogni tanto, che non mi aveva impressionato più di tanto l'esperimento del giornaista che si ingozzava di hamburger però qualche remora mi è venuta dopo che ho letto un articolo nel quale si fotografava per 140 giorni un happy meal( sì, quello dei bambini per intenderci)
l'articolo inizia così:Cosa succede a un happy meal se lo lasci su un tavolo e lo fotografi per 137 giorni ? Niente
Non una muffa, come si vede dalle foto, quasi fosse , osserva il giornalista , il braccio incorrotto di Santa Teresa.Tutto ciò per denunciare l'abuso di conservanti fatto dalla catena nordamericana,
Oggi ho letto questo... - Pagina 21 Wb5anq10[u]

Oggi ho letto questo... - Pagina 21 2colxq13
Inquietante, no ?
http://blogs.elpais.com/el-comidista/2010/09/happy-meal-incorrupto-mcdonalds-hamburguesa.html#more
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Messaggio Da Ospite Mer 01 Set 2010, 15:22

che schifo azzdici per fortuna io non amo andare al McDonald,siamo il paese che cucina meglio al mondo e andiamo a mangiare ste schifezze.

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Messaggio Da Aeris Mer 01 Set 2010, 15:28

le patatine però si sono smaghite Oggi ho letto questo... - Pagina 21 875493 Oggi ho letto questo... - Pagina 21 875493

a parte gli scherzi.... io non mangio praticamente mai a Mcdonalds. L'ultima volta che ci ho mangiato risale a più di due anni fa Oggi ho letto questo... - Pagina 21 551280

Quando ho capito che per digerire un loro panino ci mettevo all'incirca due giorni ho deciso di lasciar perdere Oggi ho letto questo... - Pagina 21 551280
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Messaggio Da duful Sab 04 Set 2010, 18:35

http://www.repubblica.it/speciali/cinema/venezia/2010/09/04/news/potiche-6760256/?ref=HREC1-12

Fantastica Deneuve, eroina anti-machismo
"Ci siamo ispirati alla politica italiana"
L'intramontabile diva francese protagonista della divertente commedia "Potiche - Quel genio di mia moglie". E il co-protagonista Fabrice Luchini dice: "Bello interpretare personaggi ignobili come il vostro premier..."


dal nostro inviato CLAUDIA MORGOGLIONE
Oggi ho letto questo... - Pagina 21 174806278-4d4d0d69-1e47-4c2a-9a5f-95b00f7e4516 Catherine Deneuve


VENEZIA - Un antidoto alla tristezza di molte pellicole festivaliere. Una critica feroce al capitalismo del "pugno di ferro" e delle delocalizzazioni (vi ricorda qualcosa?). Ma soprattutto una denuncia fortissima del maschilismo delle nostre società, e una rivendicazione - in toni divertenti - dei diritti della donna. Attraverso uno straordinario ritratto femminile, una madre di famiglia di età avanzata che si trasforma, nel corso del film, in una vera Giovanna d'Arco dell'auto-liberazione: ruolo che solo lei, l'intramontabile Catherine Deneuve, poteva incarnare, col giusto mix di fascino e ironia.

C'è tutto questo in Potiche - Quel genio di mia moglie, diretto da Francois Ozon, di scena oggi in concorso, con Gerard Depardieu coprotagonista (ma assente qui al Lido). Un forfait, il suo, che finisce per passare in secondo piano. Perché alla presentazione ufficiale sia il regista che Fabrice Luchini, un altro degli interpreti, la buttano in politica. Ozon spiega che a ispirarlo, oltre al trattamento riservato a Segolene Royal nell'ultima campagna elettorale francese (anche lei veniva definita "potiche", ovvero vaso decorativo o bella statuina, come la protagonista della storia), è stata "la ripresa del machismo nella società e nella politica italiana". Ma sono le parole di Luchini a chiarire meglio: "Mi piace - dichiara l'attore, che interpreta il viscido e retrogrado marito della Deneuve - interpretare personaggi mediocri, meschini, reazionari, ai limiti dell'ignominia:
come il vostro presidente del Consiglio, per intenderci".

Frasi mica da poco, queste. Anche se in effetti, rileggendo la storia con la chiave di lettura appena fornita da autore e interprete, tutto combacia. Al centro della vicenda, tratta da una celebre piéce teatrale francese, c'è Suzanne Pujol (Deneuve), moglie casalinga e trascurata di un manager di una fabbrica di ombrelli, fedifrago impenitente (Luchini). Siamo nel 1977: quando gli operai sequestrano l'imprenditore dal pugno di ferro la consorte chiede aiuto al deputato comunista locale (Dapardieu), e si ritrova pure a capo dello stabilimento: con risultati sorprendenti, e regalando allo spettatore tanto buonumore.

"E' un film che vuole far riflettere sulla condizione femminile - spiega oggi la Deneuve, inappuntabile come sempre col suo tailleur bianco - ancora oggi le donne sono discriminate sul lavoro, retribuite meno degli uomini. Mi piacerebbe se con questa commedia riuscissimo a smuovere un po' le acque. Le commedie spesso sono bandite dai festival, e questo è sbagliato. Tornando alle donne, certo la situazione è migliorata, anche se lentamente; c'è maggiore libertà; ma c'è ancora tanto da fare. Io stessa in passato mi sono sentita utilizzata, anche a causa del mio aspetto fisico".

Interpellato invece su se in qualche modo il personaggio di Luchini sia ispirato, oltre che al machismo di certi politici italiani, anche a Nicolas Sarkozy, Ozon si schernisce: "No, io non credo che il nostro presidente sia macho: credo che ami molto le donne. E poi le cose peggiori sulla condizione femminile nel mio Paese le hanno dette alcuni leader uomini dell'altro schieramento: ad esempio, che se le madri lavorano non c'è chi si occupa dei figli". Nessun riferimento ufficiale al capo dell'Eliseo, dunque. Eppure quel gallismo impenitente del marito (cinematografico) della Deneuve, ricorda tanto gli sketch-parodia su Sarkò...
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Messaggio Da Ospite Sab 04 Set 2010, 18:42

uno non può neanche dirgli niente,perché é la verità... spia

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Messaggio Da duful Sab 04 Set 2010, 19:08

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Messaggio Da Ospite Dom 05 Set 2010, 19:43


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