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Messaggio Da camila Gio 01 Set 2011, 18:52

Muore nella macchina dove viveva dopo lo sfratto

Tragedia nel Torinese. L'uomo, 65 anni, viveva da tre mesi in auto con la sorella dopo il fallimento del loro bar

Tragedia della povertà e della solitudine a Ciriè, vicino a Torino. Un uomo di 65 anni è morto, stroncato da un malore, nella macchina dove viveva da tre mesi con sua sorella.
È stata proprio lei ad accorgersi dell'accaduto, quando, al mattino, ha provato a svegliare suo fratello, inutilmente. Quindi ha lanciato l'allarme.
I due fratelli si erano trasferiti nella loro auto dopo il fallimento del bar che gestivano insieme. Nessuno dei due era sposato, per anni hanno vissuto e lavorato insieme. Fino a quando gli affari non hanno iniziato ad andare male e sono stati costretti a chiudere. Per un po' hanno continuato a vivere nella loro casa. ma, a fine maggio, sono stati sfrattati perché non pagavano l'affitto. Per orgoglio, e per vergogna, non hanno chiesto aiuto a nessuno, ma hanno continuato a dormire in macchina nella speranza che le cose si rimettessero a posto.
Per non far scoprire a chi li conosceva che erano diventati così indingenti, andavano a dormire in un parcheggio lontano da Ciriè. E intanto erano costretti a rovistare nella spazzatura per trovare qualcosa da mangiare. «Speravamo di uscirne presto. Avevamo fatto domanda per la pensione, speravamo di riceverla presto per pagarci una nuova casa», ha raccontato la sorella ai carabinieri, prima di essere accompagnata presso una casa di accoglienza gestita dalle suore.


http://www.vanityfair.it/news/italia/2011/09/01/torino,-uomo-muore-nell%27auto-dove-viveva-dopo-lo-sfratto

C'è qualcuno che ha definito l'Italia un paese di m...con certe notizie ti verrebbe voglia di dargli ragione,ma quando chi parla è colui che ne ha la maggiore responsabilità..... urlo urlo urlo
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Messaggio Da mafalda Lun 05 Set 2011, 09:55

http://www.repubblica.it/solidarieta/2011/09/04/news/ultime_ore_di_carcere_per_kate-21219442/?ref=HREC1-3

Ultime ore di carcere per Kate
Anche il web si mobilita per salvarla

La giovane nigeriana, che ha scontato 4 anni di reclusione per detenzione di droga, nel suo Paese rischia la lapidazione per essersi rifiutata di sposare un uomo più vecchio di lei e di convertirsi dal cattolicesimo all'islam. Prosegue la raccolta di firme online promossa da Care2, per sottoscrivere la petizione da inviare a Napolitano e non si fermano gli appelli del Movimento diritti civili


Kate Omoregbe
COSENZA - Il tempo della sua detenzione è scaduto. Da ieri Kate Omoregbe, la ragazza nigeriana di 34 anni che si trova nel carcere di Castrovillari, dove ha scontato una condanna a 4 anni di reclusione per droga, può uscire dalla sua cella e tornare in libertà. A trattenerla ancora lì, ricorda l'editoriale dell'Avvenire, qualche piccolo ritardo burocratico e le ferie estive, che hanno bloccato il provvedimento di scarcerazione in qualche ufficio. Eppure per Kate - che potrebbe uscire domani per una riduzione di 90 giorni dovuta a buona condotta - tornare alla vita normale potrebbe significare morte certa. La ragazza, fuggita dalla Nigeria in Italia dieci anni fa perché nel suo Paese rischia la lapidazione, avendo rifiutato di sposare un uomo più vecchio di lei e la conversione dal cattolicesimo all'islam, nonostante dieci giorni fa abbia presentato richiesta di asilo politico alla questura di Cosenza,potrebbe essere espulsa. Infatti la legge prevede per il reato da lei commesso - detenzione di droga - la revoca del permesso di soggiorno e l'espulsione.

"È una situazione assai complessa, un caso giudiziario di non facile soluzione per l'ostacolo del provvedimento di espulsione, emesso, nel 2008, nei confronti della ragazza insieme alla sentenza di condanna, dal Tribunale di Roma - afferma Franco Corbelli, leader del Movimento Diritti Civili -. Non è chiaro se domani mattina la giovane immigrata sarà, una volta lasciata la casa circondariale di Castrovillari, una cittadina libera, o se le verrà notificato il provvedimento di espulsione e l'adozione delle misure previste in questi casi, con il trasferimento in un Cie (Centro di identificazione ed espulsione) in attesa che le autorità preposte si pronuncino sulla richiesta di asilo politico presentata una decina di giorni fa dalla ragazza".

L'APPELLO INTERNAZIONALE PER KATE

Per ora non basta che sul web Care 2, una delle maggiori associazioni mondiali americane per i diritti umani, abbia raccolto più di 1.700 firme per la petizione da inviare al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, non basta la mobilitazione del Movimento Diritti Civili, che non si stanca di lanciare appelli affinché la ragazza resti in Italia, non basta che ci siano due interrogazioni parlamentari presentate ai ministri dell'Interno e della Giustizia e non basta che un istituto di suore di Lodi si sia dichiarato pronto a dare ospitalità a Kate: la sorte della nigeriana è per ora nelle mani dei giudici del Tribunale di Cosenza, che devono stabilire se dare esecuzione al provvedimento di espulsione o attendere che le autorità competenti valutino la richiesta di asilo.

E se è vero che per analizzare la domanda ci vorrà del tempo, come dicono gli organismi competenti, e quindi i tempi dell'espulsione potrebbero dilatarsi, è anche vero che la condanna che ha subito per droga potrebbe costarle che la richiesta venga rigettata. Ma non è detto che non sia possibile trovare una soluzione alternativa che potrebbe essere quella di concedere a Kate 'protezione internazionale umanitaria', con un permesso di soggiorno appunto per motivi umanitari.

Intanto la mobilitazione del mondo dell'associazionismo, della politica e del web prosegue. Anche su Facebook è stata aperta una pagina 'No alla lapidazione di Kate Omoregbe'.
(04 settembre 2011)
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Messaggio Da Kaiser Gio 15 Set 2011, 18:41

Salta "Parla con me" di Serena Dandini, il Cda Rai boccia il contratto
Polemiche. Via libera invece all'Isola dei famosi

Niente Parla con me, il programma di Serena Dandini non si vedrà sugli schermi della Rai: in Cda non è passato il contratto. Via libera, invece a maggioranza al contratto con Magnolia per la prossima edizione dell'Isola dei famosi. Il programma andrà in onda in primavera su Raidue.

In Consiglio, a quanto sembra, il Direttore generale Lorenza Lei aveva portato la proposta di contratto "scontata" e sulla quale era stato trovato l'accordo con la Fandango (società di produzione del programma), indisponibile a cedere la sua quota di contratti all'azienda secondo quanto previsto dalla policy aziendale sull'uso di risorse interne per i programmi Rai.

La proposta prevedeva un taglio dei costi di circa il 5 per cento, pari o superiore al risparmio che sarebbe derivato da una produzione tutta interna. Ma la maggioranza in Cda ha votato compatta contro, seguendo l'orientamento gia espresso nell'ultimo Consiglio. A favore, i tre consiglieri d'opposizione e il presidente, Paolo Garimberti.

A pochi giorni dalla messa in onda, quanto sembrava finalmente arrivata la soluzione, ecco l'annuncio della trattativa saltata. Il programma della Dandini sarebbe dovuto partire il 27 settembre.

Forte la dichiarazione del Presidente Rai Paolo Garimberti: "Trovo aziendalmente incomprensibile la decisione presa dalla maggioranza del Consiglio di Amministrazione su Parla con me. E mi rammarico che il Consiglio si sia spaccato come non accadeva da mesi". "Personalmente - ha proseguito - ho votato sì per coerenza con i palinsesti approvati praticamente all'unanimità prima dell'estate".

E' "una vergogna" ha dichiarato Lucia Annunziata, "soprattutto dopo gli sforzi fatti dalla produzione per rispettare ogni richiesta aziendale. Un Cda in scadenza in tutti i sensi ha ancora una volta messo i suoi piccoli interessi di parte davanti a quelli della Rai. E a questo punto mi considero sciolta da ogni obbedienza nei confronti di un organo che opera con tali modalità".

"Continua inesorabile la caccia alle streghe nella Rai - ha commentato Vincenzo Vita, componente Pd in commissione di Vigilanza - non c'è spazio verosimilmente per chi si colloca fuori dal pensiero dominante". E Paolo Pardi, capogruppo dell'Idvi in commissione Vigilanza, ha aggiunto: "Berlusconi parla con Lei e la Dandini non va più in onda sulla Rai. Così, dopo Santoro e Saviano, alla lista degli epurati si aggiunge anche Serena Dandini?".

Il consigliere di maggioranza Rai Angelo Maria Petroni ha motivato il voto contrario affermando che "l'affidamento della produzione di Parla con me ad una società esterna richiedeva la gara d'appalto tra almeno cinque società, essendo quel tipo di contratto escluso dall'applicazione del Codice di contratti pubblici".

http://cinema-tv.virgilio.it/news/tv/salta-parla-con-me-serena-dandini-cda-rai-boccia-contratto.html?shrbox=facebook&fb_ref=facebook_hp

urlo urlo urlo urlo urlo urlo urlo urlo urlo
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Messaggio Da Tyn@67 Lun 19 Set 2011, 18:44

http://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2011/09/15/news/un_terzo_degli_edifici_a_rischio-21586421/?inchiesta=%2Fit%2Frepubblica%2Frep-it%2F2011%2F09%2F19%2Fne

LE SCUOLE PERICOLOSE
Secondo i parametri fissati dai ministeri dell'Istruzione e del Tesoro, in Italia quasi una scuola su tre è "a rischio": il record spetta alla Calabria con più di cinque scuole su dieci, ma anche il Lazio ne conta quattro su dieci. Il risultato è che ogni anno nei plessi scolastici accadono una ventina di incidenti. L'anno scorso, per fortuna, nessuna vittima, ma qualche studente è rimasto ferito

di SALVO INTRAVAIA e STEFANO PAROLA.

Vecchi, trascurati, senza controlli
I numeri neri dei plessi scolastici

Un documento riservato firmato da Tremonti e Gelmini dopo la morte, nel 2008 al Darwin di Rivoli, dello studente Vito Scafidi elenca le caratteristiche di un edificio scolastico "a rischio". E, secondo i dati anch'essi segreti, forniti dalle Regioni, una scuola su tre è attualmente in queste condizioni.

Ritorno in classe per sette milioni e ottocentomila alunni nelle "solite" scuole sgarrupate. Il patrimonio edilizio delle scuole italiane continua a soffrire di una cronica carenza di finanziamenti e di interventi di ristrutturazione. Gli ultimi dati disponibili offrono un quadro dei 42mila plessi tutt'altro che confortante.

Edifici a rischio. Sono numeri riservati raccolti dal ministero e che a noi arrivano tramite il sindacato. L'elenco delle scuole messe peggio venne stilato dalle singole regioni nel 2010 e comprende il 30 per cento dei plessi: oltre 12mila edifici. Al Sud si concentrano le situazioni peggiori, mentre al Nord le cose vanno un po' meglio. In alcune regioni le condizioni di degrado degli edifici scolastici sono davvero preoccupanti. È il caso della Calabria, con il 54 per cento di edifici a rischio, e del Lazio, col 42 per cento di edifici in pericolo. Al Nord, la regione con più problemi è il Veneto, con 36 edifici scolastici su cento malmessi.


Un altro documento top secret a firma congiunta Tremonti-Gelmini che ci spiega cosa si intende per "edifici a rischio", tranquillamente frequentati ogni giorno da quasi dieci milioni tra alunni, docenti e personale scolastico. L'atto venne sottoscritto dopo il crollo del controsoffitto al liceo Darwin di Rivoli (Torino), che nel 2008 costò la vita a uno dei suoi studenti: Vito Scafidi. Il testo del decreto interministeriale, sottoscritto nel settembre 2009, parla di "edifici scolastici caratterizzati da situazioni di particolare criticità, a fronte degli elementi di degrado e dei parametri afferenti segnatamente a vetustà, tipologia strutturale, stato di manutenzione, completezza delle certificazioni rilevanti, presenza di elementi potenzialmente pericolosa ed insistenza in zona sismica".

I lavori urgenti richiesti dai presidi. Il capo d'istituto non ha né l'autorità né i fondi per ordinare i lavori di manutenzione dei propri edifici. E per le urgenze deve rivolgersi all'ente locale di competenza: il comune per le scuole materne, elementari e medie e la provincia per le scuole superiori. Secondo le segnalazioni dei capi d'istituto, gli elementi che necessitano di "interventi urgenti" sono: soffitti, coperture e impianti igienici, nel 29 per cento dei casi, e intonaci nel 38 per cento dei casi. In un plesso scolastico su quattro il dirigente scolastico ha richiesto all'ente locale di riferimento di sistemare con urgenza anche l'impianto elettrico.

L'età delle scuole. Lo stato di degrado in cui si trovano troppi edifici scolastici italiani è probabilmente legato alla vetustà degli stessi. Il grosso dei 42mila plessi scolastici del Paese è stato costruito tra il 1961 e il 1980. Ma la carta d'identità delle scuole italiane svela che un edifico su tre ha sulle spalle più di 50 primavere, il 16 per cento ha oltre 65 anni di età, e il 4 per cento è stato costruito addirittura prima del 1900. Due edifici su tre hanno più di trent'anni di età. Una situazione che potrebbe anche non avere ripercussioni sulla sicurezza se nel corso degli anni gli enti locali avessero provveduto alla manutenzione. Ma così non è stato e gli edifici scolastici oggi mostrano tutto il tempo trascorso da quando venne posta la prima pietra.

Le certificazioni. Quella delle certificazioni in possesso dei plessi scolastici non è un pura esercitazione burocratica. Ma, piuttosto, un indicatore della regolarità e della sicurezza degli edifici stessi. Se un edificio non ha un certificato previsto dalla legge, ci sarà un motivo: o l'edificio non possiede i requisiti previsti oppure, pur possedendoli, non è mai stato controllato, o il certificato è stato smarrito. Sta di fatto che l'assenza delle certificazioni lascia pensare che l'edificio non sia a norma, e sia quindi a rischio la sicurezza di coloro che lo frequentano. Secondo le ultime rilevazioni, poco più della metà dei plessi scolastici è in possesso del certificato di agibilità statica e di quello di prevenzione infortuni sul lavoro. Un solo edificio su tre possiede il certificato di conformità dell'impianto antincendio e uno su quattro il certificato di agibilità igienico-sanitaria. In teoria tre scuole su quattro non dovrebbero accogliere alunni e insegnanti perché inagibili. Le cose vanno un po' meglio sul versante degli impianti elettrici: soltanto quattro edifici su dieci sono sprovvisti di certificazione dell'impianto elettrico.

Le barriere architettoniche. Le barriere architettoniche non costituiscono di per sé un pericolo, se non per i portatori di handicap e per le persone a ridotta capacità motoria, ma la loro eliminazione costituisce un segno tangibile di civiltà. Negli edifici scolastici ci sono troppi ostacoli insormontabili per i disabili, anche se si tratta di situazioni provvisorie. Il caso più frequente è quello dello studente che si frattura un piede o una gamba e si ritrova in un'aula al secondo piano: nel bel mezzo dell'anno scolastico occorre trasferire la classe a piano terra perché soltanto il 12 per cento delle scuole è dotato di un ascensore. Ma le cosiddette "barriere" sono ancora presenti dappertutto: nel 70 per cento delle porte di accesso alle classi, nel 79 per cento delle scale, e in 71 servizi igienici su cento.
15 settembre 2011
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Messaggio Da camila Mar 20 Set 2011, 08:33

Debito, S&P boccia (a sorpresa) l'Italia
Il rating tagliato di un «notch», l'outlook è negativo: "Governo fragile, limitate capacità di risposta alla crisi"


MILANO - L'agenzia internazionale di rating Standard & Poor's ha annunciato, a sorpresa, la decisione di tagliare di un gradino, un «notch» in gergo, il voto sul debito pubblico italiano: il «rating» indica in sintesi la capacità di ripagare il debito pubblico da parte di un Paese. Standard and Poor's ha declassato il debito sovrano a breve e a lungo termine dell'Italia portandolo a «A» da «A+» e a «A-1» dal precedente «A-1+». Le prospettive future per l'Italia, spiega l'agenzia americana, sono per giunta «negative».

DEBOLI PROSPETTIVE ECONOMICHE - Nella nota dell'agenzia americana, si sottolinea come il taglio del rating sul debito sia dovuto alle «deboli prospettive» di crescita economica, con il Paese governato da una «fragile coalizione»: la situazione politica e la fragilità della coalizione di governo in Italia, si legge, «limita la capacità di risposta dello Stato» nell'affrontare la crisi, così come la debolezza della crescita economica. Sulla manovra, S&P sostiene che le misure allo studio e le riforme prospettate «riusciranno probabilmente a fare ben poco per rilanciare le performance di crescita dell'Italia». «A nostro parere - si legge ancora nella nota, datata 19 settembre e diffusa a New York nel pomeriggio, notte fonda in Italia (ndr) - una crescita economica più debole probabilmente limiterà l'efficacia del programma di consolidamento del bilancio in Italia». S&P ha rivisto le previsioni sul debito pubblico italiano, il cui picco è previsto ora a un livello più elevato rispetto alle precedenti aspettative. L'agenzia di rating sostiene come «le prospettive di crescita economica dell'Italia si stanno indebolendo. E ci aspettiamo - prosegue il rapporto - che la fragile coalizione di governo e le differenze politiche all'interno del Parlamento continueranno a limitare la capacità del governo di rispondere in maniera decisa alle sfide macroeconomiche interne ed esterne».

DECISIONE INATTESA - La scelta di Standard & Poor's - che all'inizio di agosto aveva per la prima volta declassato gli Stati Uniti, negando la «tripla A» al debito americano - è giunta inattesa nel panorama già molto complicato della finanza internazionale: ci si attendeva, per la verità, un declassamento da parte di Moody's, un'altra, e più piccola, agenzia di rating. Alla fine della scorsa settimana Moody's ha però comunicato che l'esame sul debito e sulle prospettive del Paese avrebbero richiesto un altro mese di lavoro. Invece, è arrivata la nota del gruppo Usa. La decisione è destinata a produrre effetti per nulla leggeri sui mercati del Vecchio continente, già duramente provati dallo spettro del contagio dell'effetto Grecia, considerata da molti pericolosamente vicina al default, ovvero dalla dichiarazione di insolvenza. Lunedì, i rinnovati timori sulla capacità del governo di Atene di rinsaldare le finanze pubbliche avevano mandato a picco le Borse, con Piazza Affari (-3,17%) nello scomodo ruolo di maglia nera d'Europa. Un quadro fosco, in cui il cancelliere tedesco, Angela Merkel, era stata costretta a uscire allo scoperto in difesa della moneta unica e dello stesso progetto di Unione monetaria europea: «Se crolla l'euro, crolla anche l'Europa».

Paolo Ligammari
20 settembre 2011 07:49
http://www.corriere.it/economia/11_settembre_20/sp-rating-tagliato-italia_c0c9a366-e314-11e0-9b5b-a429ddb6a554.shtml

triste "a sorpresa"? non direi spia
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Messaggio Da camila Mer 21 Set 2011, 08:05

20 settembre , 2011
Non è un Paese evoluto. E questo non fa ridere

Credo che un rapporto a pagamento sia più di una debolezza, sia una colpa morale, me ne rammarico infinitamente e non ho ancora finito di pentirmene. Volevo candidarmi alle Presidenziali, pensavo di poter essere ultile. Ma ora tutto è alle mie spalle». Strauss-Kahn parla alla televisione francese, nega la violenza sessuale sulla cameriera del Sofitel ma ammette l’errore e dice: «Ho perso molto in questa storia, e ho mancato l’appuntamento coi francesi». Che sia sincero o solo opportuno, è un uomo che sa dove stanno il bene e il male e ha rispetto del suo Paese, la Francia.
In Italia sono tornate le intercettazioni e con loro, oltre al sospetto di un sistema di ricatti, favori e corruzione, la certezza di un panorama morale dove «Su cento donne che gli ho portato è la prima volta che non dà la busta» è la frase meno mortificante.
«Me ne sono fatte otto perché tutte undici non ce la facevo. Dille che si vesta mignotta. Minigonna inguinale. Tu porti le tue, io porto le mie. Facciamole girare. C’hai un tailleur da prestarmi che devo travestirmi da segretaria? C’è la fila dietro la porta. Se sei bella e ti vuoi vendere devi poterlo fare, se sei racchia e fai schifo devi stare a casa». E le buste, i gioielli, i regali, i voli, le raccomandazioni: ancora.
Prima reazione: non ce la posso fare, non leggo neanche, coi problemi che abbiamo, il Paese in corsia d’emergenza, la gente che perde il lavoro o non lo trova, altro che patonza, discutiamo di cose serie. Ma ne parlano tutti, non capisci più niente. Che cosa c’entra la Arcuri con Anna Magnani e le Iene? E Belén? E quella parlamentare che ti ricordi perché allattava al Parlamento europeo?
Allora le intercettazioni le leggi, eccome, e ti viene pure da ridere ma subito ti senti in colpa, perché non c’è niente da ridere, perché questo è il nostro Paese, questo il nostro primo ministro, questi i nostri parlamentari e queste ragazze sono la nostra gioventù, anche se non tutta, certo, ma una bella fetta. «Il trattato immorale di Terry De Nicolò», come l’ha definito Concita De Gregorio, è molto esplicito: «Se vuoi avere successo devi rischiare il culo e vendere tua madre». Ma non è così, dannazione. Le stanno fregando, ci stanno fregando tutti: la vita non è così, il mondo non va così, le cose non funzionano così, i valori non sono questi, il sistema in questo modo implode e tutto si disgrega, anche il nostro futuro.
Ci sono Paesi dove non c’è nemmeno bisogno di discuterne. Sono tutti i Paesi evoluti, ma noi non ne facciamo più parte.

di Daria Bignardi

http://barbablog.vanityfair.it/2011/09/20/non-e-un-paese-evoluto-e-questo-non-fa-ridere/

Che tristezza triste
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Messaggio Da camila Mer 21 Set 2011, 08:21

La protesta degli oppressi di Sebastian Heinrich
– 20 settembre 2011
Pubblicato in: Germania
Traduzione di ItaliaDallEstero.info

Mittelbayerische Zeitung

Crisi del debito. In Italia montano le proteste contro la manovra finanziaria di Silvio Berlusconi – a ragione.

L’Italia è sull’orlo del baratro. Il Belpaese, la meta preferita dei tedeschi per le vacanze, scricchiola sotto 1,9 mila miliardi di Euro di debiti, pari al 119% del PIL italiano. Quasi un quarto del debito della zona Euro pesa sul paese governato da Silvio Berlusconi. Con l’aggravarsi della crisi europea del debito all’inizio dell’estate e con Grecia, Irlanda e Portogallo che si riparavano sotto il fondo di salvataggio europeo, anche l’Italia si è vista stringere sempre di più dalla morsa del debito pubblico. Da quel momento, giorno per giorno, gli economisti osservano con ansia l’andamento dei tassi di interesse dei bond italiani, ormai saliti oltre il 6%. Da quel momento è evidente: anche in Italia lo stato deve risparmiare.

Tuttavia, come già successo in Grecia, anche in Italia montano le proteste. Martedì scorso uno sciopero generale ha portato decine di migliaia di persone a manifestare nelle grandi città, molte fabbriche sono rimaste vuote, molti aerei a terra. E come nel caso della Grecia, verrebbe da pensare che “gli italiani” semplicemente non vogliano capire che devono risparmiare.

Ma chi crede questo fa un grosso torto agli italiani che scendono in piazza. Chi protesta non si oppone al fatto che lo stato risparmia. Ma a come intende farlo. La manovra da 54 miliardi elaborata dal governo colpisce più duramente chi ha meno colpe per il disastro del debito pubblico italiano. Berlusconi ha dichiarato che il suo cuore “gronda sangue” nel mettere le mani nelle tasche degli italiani. Il suo governo vuole alzare l’IVA, tagliare sulle agevolazioni fiscali per le famiglie e sui servizi degli enti locali. Nelle proprie tasche, però, Berlusconi non mette le mani: il suo debito personale con il fisco italiano è di 500 milioni di euro. Altri evasori fiscali, che grazie allo scudo fiscale hanno fatto rientrare dall’estero i propri capitali, pagheranno una tassa irrisoria del 5%, mentre in Germania e in Gran Bretagna è previsto il 30%. Il governo Berlusconi non vuole mettere mano ai privilegi della classe politica, da molti ormai chiamata solo “la Casta” per via degli stipendi astronomici – in Italia alcuni consiglieri comunali guadagnano più della cancelliera Merkel – e dell’abuso talvolta spudorato di privilegi finanziati con soldi pubblici quali voli gratuiti e macchine di lusso. Il governo dichiara di alleggerire il voluminosissimo apparato statale italiano – ma quasi nessuno crede che effettivamente si faranno tagli alla pubblica amministrazione dominata da corruzione e nepotismo, in cui troppo spesso vengono piazzati parenti o amanti.

Se si intervenisse su questi punti, l’Italia potrebbe raggiungere i suoi obiettivi di risparmio – quello che manca è la volontà politica. I vertici politici di Roma sono troppo coinvolti in un sistema inefficiente, che tutela soprattutto gli interessi privati. Un sistema che il premier Berlusconi rappresenta più di ogni altra persona. Berlusconi rimane in politica solo per sottrarsi alle sue responsabilità giudiziarie. I reati a lui imputati – tra cui concorso in prostituzione minorile, abuso d’ufficio, corruzione di giudici – squalificherebbero a vita qualsiasi politico dalla possibilità di lavorare al servizio del popolo.


Recentemente Berlusconi, parlando al telefono, ha definito l’Italia un “paese di merda”, da lasciare al più presto. Ed è proprio il governo presieduto da quest’uomo a imporre al popolo italiano una manovra “lacrime e sangue”, che colpisce i più deboli e i più onesti e risparmia gli imbroglioni. E’ questa ingiustizia inaudita che a milioni di italiani fa provare non solo rabbia, ma umiliazione. Ed è questo sentimento che ora li fa scendere in piazza.

[Articolo originale "Protest der Gedemütigten" di Sebastian Heinrich]
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Messaggio Da camila Mer 21 Set 2011, 12:07

"Ustica, duello di caccia o missile sbagliato"
i giudici di Palermo escludono la bomba

Le motivazioni della sentenza con cui il Tribunale ha condannato i ministeri della Difesa e dei Trasporti al risarcimento dei familiari delle vittime. Il Dc 9 Itavia precipitò il 27 giugno del 1980 causando la morte di 81 persone
di ALESSANDRA ZINITI

PALERMO - Non c'era nessuna bomba a bordo del Dc 9 esploso sui cieli di Ustica il 27 giugno 1980. L'aereo con 81 persone a bordo fu abbattuto in una vera e propria azione di guerra che si svolse quella sera nei nostri cieli senza che nessuno degli enti controllori intervenisse. E per di più sono evidenti responsabilità e complicità di soggetti deviati della nostra Aeronautica militare. Per questo il tribunale civile di Palermo la scorsa settimana ha condannato i ministeri della Difesa e dei Trasporti a pagare un maxirisarcimento di oltre cento milioni di euro a 81 familiari delle vittime del disastro aereo.

Le motivazioni della sentenza che nei giorni scorsi ha suscitato le vivaci reazioni di numerosi esponenti del governo e della maggioranza sono state rese note dai difensori dei familiari delle vittime, gli avvocati Alfredo Galasso e Davide Osnato.

"Tutti gli elementi considerati consentono di ritenere provato che l'incidente occorso al Dc9 si sia verificato a causa di un intercettamento realizzato da parte di due caccia, che nella parte finale della rotta del Dc9 viaggiavano parallelamente ad esso, di un velivolo militare precedentemente nascostosi nella scia del Dc9 al fine di non essere rilevato dai radar, quale diretta conseguenza dell'esplosione di un missile lanciato dagli aerei inseguitori contro l'aereo nascosto oppure di una quasi collisione verificatasi tra l'aereo nascosto ed il Dc9". Così il giudice Paola Protonotari conclude le motivazioni della sua sentenza escludendo dunque la presenza
di una bomba a bordo come pure era stato ipotizzato da una perizia. Secondo il giudice non c'è alcun dubbio: "A far precipitare il DC 9 fu un missile o una quasi collisione tra velivoli militari non identificati che volavano attorno all'aeroplano al momento del disastro.

Uno dei difensori, l'avvocato Osnato, commenta: "Dopo questa sentenza è finalmente certa la dinamica del disastro ed è definitivamente appurata la corresponsabilità degli enti controllori, che consentirono lo svolgimento di attività aeree pericolose nel basso Tirreno, nell'uccisione di 81 cittadini Italiani. È anche appurata la gravissima colpa di alcuni soggetti deviati, appartenenti all'Aeronautica Militare italiana".

I difensori delle famiglie delle vittime annunciano nuove iniziative giudiziarie per far sì che il risarcimento sia effettivo: "Mi auguro vivamente che la Corte dei Conti richieda gli atti processuali al Tribunale di Palermo ed avvii, con estrema sollecitudine, un procedimento di responsabilità per danni erariali in capo a quei Militari che depistarono e che, adesso, si nascondono dietro il dito di una prescrizione penale", dice ancora Osnato. "E annuncio ufficialmente che adiremo il Parlamento Europeo per l'istituzione di una Commissione di inchiesta temporanea che scardini i segreti di Stato italiani, francesi e Nato, facendo definitivamente luce sulla tragica vicenda".

(21 settembre 2011)

http://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/09/21/news/ustica_duello_di_caccia_e_missile_sbagliato_i_giudici_di_palermo_escludono_la_bomba-21983467/
31 anni contro un muro di gomma...era ora snob
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Messaggio Da camila Gio 22 Set 2011, 16:47

Satellite Nasa verso la Terra
pezzi forse sul Nord Italia
Il vecchio sistema spaziale dell'ente spaziale americano domani si distruggerà a contatto con l'atmosfera. E' grande come un bus e pesa 5 mila chili. Individuata un'area di 200 km che sarà ristretta di ora in ora fino ad arrivare a 10-20 km. Ma non tutti gli esperti sono d'accordo: "Impossibile prevederne la traiettoria". La protezione civile: "Nessuna evacuazione, misure di prevenzione"


ROMA - È paura nel Nord Italia per tutto quello che potrebbe arrivare dal cielo. I frammenti del vecchio satellite Uars della Nasa che domani si distruggerà 1 a contatto con l'atmosfera potrebbero infatti cadere sulle regioni del Settentrione. Allo stato delle simulazioni è questa la previsione degli scienziati che ne stanno analizzando la traiettoria. La zona di caduta individuata è un'area di 200 chilometri che comprende Val d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli, Liguria ed Emilia Romagna. Al stato non è neanche possibile stabilire che tipologia dei 26 frammenti previsti potrebbe abbattersi sul nostro territorio: si tratta di pezzi, ha spiegato il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, che vanno da 158 chili a sei etti. Allo stato delle simulazioni la probabilità che un frammento colpisca il nostro Paese è dello 0,9%.

Gabrielli ha spiegato che sono "due sono le possibili traiettorie che interessano il nostro Paese e due le eventuali finestre temporali in cui potrebbe verificarsi la caduta di uno (o più di uno) dei 26 frammenti in cui dovrebbe disgregarsi il satellite: le tra le 21,25 e le 22,03 di domani e le 3,34 e le 4,12 di sabato. Secondo l'ultimo report che ci è stato consegnato, la possibilità che i frammenti cadano sul nostro territorio corrisponde ad una probabilità dello 0,9%". Per Gabrielli, "la certezza di un eventuale impatto a terra si potrà avere solo tra i 40 e i 60 minuti prima. E questo consentirà, eventualmente, di circoscrivere il raggio di possibile caduta in un'area di 10-20 chilometri".

Gabrielli ha spiegato poi che non ci sarà nessuna evacuazione dei cittadini che abitano nelle zone del nord Italia che potrebbero essere interessate dalla caduta dei frammenti del vecchio satellite della Nasa, prevista per domani, "anche perchè dovremmo evacuare 20 milioni di persone". "Ci troviamo di fronte a un evento - ha spiegato Gabrielli - di cui non c'è letteratura perchè la stragrande maggioranza di questi frammenti cade in mare o in zone deserte. Dunque stiamo cercando di mettere in piedi per la prima volta un sistema di autoprotezione che passa innanzitutto per una informazione trasparente, chiara e tempestiva". Al momento, ha spiegato Gabrielli, i suggerimenti che vengono dati alla popolazione sono di evitare i luoghi aperti nelle finestre di caduta e di evitare i piani alti degli edifici e di porsi sotto le architravi o nelle zone ad angolo delle proprie case e non al centro dei solai.

Ma non tutti gli esperti sono concordi: "E' impossibile prevedere la traiettoria" del vecchio satellite della Nasa Uars (Upper Atmosphere Research Satellite) che sta per cadere nell'atmosfera terrestre, "non si può quindi prevedere se cadrà sull'Italia o su altri Paesi", ha detto l'astrofisico Gianluca Masi, del Planetario di Roma e responsabile del progetto Virtual Telescope. "In questo momento - ha spiegato - il satellite sta compiendo una traiettoria molto complessa, a spirale intorno alla Terra, ma è continuamente frenato dall'atmosfera, che gli fa spostare di continuo la direzione". Per questa ragione, aggiunge, è impossibile prevedere la traiettoria del satellite e calcolare il punto dove avverrà l'impatto. Secondo l'esperto, che studia le traiettorie dei cosiddetti asteroidi killer che rischiano di incrociare l'orbita della Terra, si potrà comprendere meglio la traiettoria quando si avvicinerà il momento dell'impatto, previsto per domani sera, anche se non è ancora possibile stabilire con certezza l'orario. Domattina, ha aggiunto, forse lo scenario già potrà essere più chiaro. "Si tratta di un caso molto interessante - ha proseguito - perché si sta svolgendo in un arco temporale molto lungo e potrà aiutare a comprendere come studiare le traiettorie di oggetti in casi come questo".

(22 settembre 2011)
:stupore
aiuto aiuto aiuto aiuto

http://www.repubblica.it/scienze/2011/09/22/news/frammenti_satellite-22060086/
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Messaggio Da mafalda Mer 28 Set 2011, 17:26

Non ho resistito alla tentazione risata leggete chi sarebbe l'autore de "Il pornostato" risata

http://multimedia.lastampa.it/multimedia/in-italia/lstp/83985/
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Messaggio Da mafalda Gio 29 Set 2011, 14:48

Gaffe sul tunnel Gelmini
si dimette portavoce ministro

Massimo Zennaro, padovano, classe 1973 lascia con decisione irrevocabile. La decisione arriva dopo la bufera innescata dal comunicato in cui il ministero si congratulava per l'esperimento del Cern sui neutrini citando un inesistente tunnel fra il Gran Sasso e la Svizzera che ha scatenato l'ilarità della rete

ROMA - Si è dimesso il portavoce del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. Massimo Zennaro ha reso nota "la sua decisione irrevocabile" senza entrare nel merito nè dare spiegazioni precise. Ma le dimissioni arrivano dopo la gaffe sul ribattezzato "tunnel Gelmini", in coda alle polemiche sorte in seguito al comunicato 1 del ministero sull'esperimento del Cern 2 per il superamento della velocità della luce di venerdì scorso, in cui si faceva riferimento ad un fantomatico "tunnel" tra i laboratori svizzeri del Cern ed il laboratorio del Gran Sasso, all'interno del quale si sarebbe svolto l'esperimento.

"Una polemica assolutamente strumentale" e "ridicola", aveva replicato il Miur, ma le critiche contro il ministro Gelmini, le battute e l'eco della gaffe si erano moltiplicate, soprattutto in Rete 3.

Zennaro, classe 1973, padovano, laurea in Scienze Politiche, era alla guida della comunicazione del ministero dell'Istruzione, università e ricerca dal 2008. Ora continuerà a svolgere l'incarico di direttore generale del Miur.

Sempre Zennaro era al fianco della Gelmini in un altro contesto che ha suscitato diverse polemiche: un'apparizione a Ballarò, lo scorso aprile, quando il ministro si è trovato in difficoltà di fronte alla contestazione di alcuni dati economici da parte di Enrico Letta. Dietro di lei appariva terreo il suo direttore-portavoce.

(29 settembre 2011)
http://www.repubblica.it/politica/2011/09/29/news/dimissioni_portavoce_gelmini-22414587/?ref=HRER1-1

no comment spia
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Messaggio Da camila Ven 30 Set 2011, 13:15

«Il prete tocca i neri, non dia l'eucarestia
a mio figlio: potrebbe prendere malattie»

Il parroco stringe la mano ai profughi arrivati a Santo Stefano
durante la messa: una madre corre a protestare dal sindaco

di Alessandro De Bon

BELLUNO - È sabato 14 maggio ed alcuni dei 90 profughi libici appena arrivati a Santo Stefano, cristiani, si raccolgono in preghiera nella palestra in cui sono stati accolti. Alcuni volontari se ne accorgono e offrono loro di partecipare alla messa della domenica.
Così, il giorno dopo, i quindici profughi trovano accoglienza tra i banchi della chiesa di don Diego accompagnati dal sindaco Alessandra Buzzo e dagli stessi volontari. Don Diego li accoglie, li presenta alla comunità e al momento della pace scende tra loro per stringergli la mano. Un gesto semplice, umile e fraterno. Ma a quanto pare "a rischio".
«Il giorno dopo una mamma del paese è venuta a lamentarsi direttamente da me - racconta Alessandra Buzzo, primo cittadino di Santo Stefano - dicendo che il parroco non avrebbe mai più dovuto permettersi di dare la comunione a suo figlio dopo aver stretto la mano a loro, neri». «Faceva parte del gruppo di mamme che da giorni, dopo l'arrivo dei profughi, ogni mattina si presentava davanti al municipio per chiedere quando se ne sarebbero andati - racconta Buzzo -. La palestra in cui li abbiamo ospitati è vicina a una scuola, così hanno consigliato ai loro bambini di starci lontano, di passare altrove, per evitare di prendere malattie».

«Casco dalle nuvole - assicura Don Diego Saviane - a quella messa ovviamente ero presente, l'ho celebrata io, e questo episodio me lo racconta lei per la prima volta; io ho accolto quei ragazzi con il cuore in mano, insieme alla comunità sottolineando la bellezza e la ricchezza di poterli avere tra noi».
Severo a riguardo è stato il commento di don Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana e ospite dell'assemblea annuale di «Insieme si può...» a Santa Giustina, durante la quale è stato raccontato l'episodio. «Questo è il cristianesimo d'appartenenza. Come si fa a essere cristiani nella quotidianità e non conoscere le parole uguaglianza e accoglienza? Ignorarle è tradire il vangelo. Quel che è grave è la comunità ecclesiale che balbetta, non dice. Il silenzio della Chiesa è assordante, i cristiani sono diventati afoni. Viviamo un paese in cui si stanno sbriciolando le coscienze, di degrado etico e morale, di relativismo allarmante. E in tutto questo la Chiesa non ha la forza e il coraggio di dire qualcosa di crisitiano; se si parla di accoglienza si è codini di sinistra. Eppure nulla contraddistingue il cristiano come il rispetto per lo straniero. Ora invece il massimo dell'accoglienza è la tolleranza, che è un passo verso l'esclusione, la xenofobia. E sì che basterebbe ricordarci di quando gli albanesi eravamo noi».

http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=164670&sez=NORDEST
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Messaggio Da camila Ven 30 Set 2011, 13:58

Autunno Rai
L’anno televisivo della Rai è cominciato malissimo. Rientrata da un’estate in cui ha brillato per l’assenza, nonostante qualcosina su cui informare vi sia stata, tipo la più grave crisi economica mondiale, l’informazione del servizio pubblico sta già facendo cadere le braccia. Non vorremmo che le persone più attente alla qualità dell’informazione siano già assuefatte: tanto c’è Mentana, o SkyTg24. Come per i giovani del Sud che il lavoro nemmeno lo cercano più, tanto non c’è.
Bisognerebbe invece trovare la forza per protestare ancora. E dunque, per noi, ripetere che il Tg1 fa abbastanza schifo non costituisce una novità, anche se qui si va sempre peggio. Alle 20, qui in redazione, è automatico premere il tasto de La7, se vogliamo capirci qualcosa, merito di Mentana e della sua bella redazione, certo, ma molto è demerito di Minzolini, un direttore che stravolge la gerarchia delle notizie, occulta le magagne governative (per quanto possibile, nemmeno lui può fare miracoli), propala linee politiche che nemmeno l’ultimo gregario di palazzo Grazioli: e se l’audience cala, chissenefrega.
Hanno insistito un’altra volta sul programma politico di Giuliano Ferrara, che certo sta a Minzolini come D’Annunzio a Farinacci, ma sempre lì stiamo, ad un programma non solo di parte ma pure non graditissimo al pubblico. Sugli approfondimenti, poi, c’è purtroppo poco da dire: siamo al trionfo di Bruno Vespa e della sua tv dallo spessore millimetrico, grosso professionista ma senza quello che a scuola i docenti di una volta chiamavano spirito critico e che, tradotto, significa scavo, ricerca, dubbio, pluralismo.
Dobbiamo qui lamentarci che manca Santoro, spirito controverso ma pur sempre corroborante per il cervello, dobbiamo qui osservare che siamo costretti a gioire per la permanenza di Floris, Iacona e (quando sarà) della Gabanelli, come se non fosse da considerare scontata la conferma di questi professionisti, dobbiamo qui sottolineare che il cda, stritolato dalla morsa della maggioranza di destra, incapace di avviare un politica di rilancio e di contrasto nei confronti della concorrenza privata? Tutto questo è ovvio, risaputo.
Il problema è che poi avvengono delle cose che ti danno il senso plastico dello stato catastrofico della Rai: hanno tolto Passepartout di Philippe Daverio. Una cosa assurda per un paese che vuole continuare ad essere colto e valorizzare il suo patrimonio. Daverio è un grande divulgatore, una dei rari intellettuali che in questi anni ha messo al servizio di tutti il suo sapere e la sua arte affabulatoria. Per farla breve, è una vergogna.
Mario Lavia

http://www.europaquotidiano.it/dettaglio/129557/autunno_rai

vomito anche Daverio!
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Messaggio Da Therese Ven 30 Set 2011, 14:06

ma noooo....anche Daverio??? Oggi ho letto questo... - Pagina 20 34825
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Messaggio Da Kaiser Sab 01 Ott 2011, 14:19

Donatore di sperma ritrova i suoi 75 figli
Grazie a un reality show incontra i primi due bambini

MILANO - Quando il 33enne avvocato Ben Seisler decise di donare il proprio sperma alla «Fairfax Cryobank» in Virginia per pagarsi gli studi di legge alla George Mason University (gli davano 150 dollari a prelievo), non pensava certo che un giorno si sarebbe ritrovato ad essere il padre biologico di ben 75 figli, senza contare quelli che sono ancora in arrivo (si parla di una cifra compresa fra i 120 e 140). E invece è esattamente quello che è successo e la storia è venuta fuori grazie al docu-reality Style Exposed: Sperm Donor, in onda lo scorso 27 settembre sulla tv americana Style Network, che non solo ha intervistato Seisler ma ha pure registrato l’incontro (avvenuto lo scorso maggio) fra l’avvocato e due dei suoi bambini (un maschietto di 7 anni e una femmina di 4), nati da una mamma single di Seattle che usò il suo sperma per concepire.

MAMMA SINGLE - La donna, di nome Sharon, è stata contattata dai responsabili dello show grazie a Wendy Kramer, la mamma single del Colorado che nel 2000 aprì il Donor Sibling Registry, una sorta di gigantesco database in grado di mettere in contatto i bambini concepiti tramite un donatore di sperma con i padri biologici e i fratellastri: basta inserire il numero identificativo fornito dalla banca del seme e controllare se ci sono corrispondenze. Sharon si era iscritta al registro quattro anni fa e lì aveva scoperto “il papà” dei suoi figli, ovvero Seisler, che vi si era iscritto nel 2005, postando in forma anonima il numero che gli avevano dato alla banca del seme (il 2149).


«Cara, ho 75 figli sparsi nel mondo»
La confessione di Seisler alla moglie
I MESSAGGI - «Dopo appena una settimana ricevetti la mail di una mamma che aveva usato il mio sperma – ha raccontato l’avvocato al Boston Globe», – e in breve tempo le risposte si moltiplicarono al punto che divenne impossibile tenere il conto. Ora so di avere 75 figli, ma stando ai miei calcoli ho ragione di pensare che possano essere fra i 120 e i 140. Alcuni messaggi mi ringraziavano per quello che avevo fatto, mentre altri mi chiedevano se mi faceva piacere essere contattato dai bambini quando fossero cresciuti». Pare che finora oltre 15 dei suoi “figli” lo abbiano contattato per conoscerlo, ma le richieste sarebbero in continuo aumento (e di certo dopo la visione del documentario il numero è destinato a salire). «Inizialmente, sono rimasto un tantino scioccato dalla richiesta di conoscermi – ha proseguito Seisler - ma poi mi sono reso conto che aiutare le persone a farsi una famiglia è qualcosa di realmente commovente. Quanto al mio incontro coi due bambini di Seattle, è stato tutto abbastanza strano, perché se da un lato sono i miei figli biologici, dall’altro non lo sono, perché non li sto crescendo io e non ho alcun controllo sul modo in cui vengono educati».

EGOISMO - Un atteggiamento che è stato definito «egoista» dalla moglie di Seisler (all'epoca però erano ancora fidanzati), che non solo non era a conoscenza del cospicuo numero di figli del marito ma non si è nemmeno preoccupata di nascondere tutto il suo disappunto nell’apprendere la notizia davanti alle telecamere dello show. Nel filmato, la donna, visibilmente sotto choc dopo la confessione di Seisler durante una cena, ammette di avere dei problemi «a pensare che tu possa avere 50, 60 o 70 discendenti biologici (non riesce a definirli «figli», ndr) perché non mi sono resa conto di quanti fossero. Ritengo che tu sia stato egoista: hai mai pensato alle conseguenze?». Evidentemente Seilser non l’ha fatto, ma a Seattle ci sono due bambini che sono genuinamente contenti che il loro «papà» non abbia pensato alle possibili conseguenze. «Se avessi potuto scegliere un padre per i miei nipotini – ha raccontato al giornale Usa la nonna dei due ragazzini - non avrei potuto scegliere qualcuno più perfetto di Ben».

Simona Marchetti

http://www.corriere.it/esteri/11_ottobre_01/sperma-donatore-reality_beaae8aa-ec20-11e0-827e-79dc6d433e6d.shtml

neutro c'è anche il video della 'confessione' alla moglie (si sarà venduto l'esclusiva anche di quello :uhm:)
Kaiser
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Messaggio Da camila Mar 04 Ott 2011, 11:33

Come ti uccido il nonno con Google

Condannata una famiglia inglese che ha tentato più volte di ammazzare il nonno. Per settimane avevano digitato su Google frasi del tipo: «Come uccidere una persona anziana»


Una vera e propria cospirazione: in cinque si erano messi per settimane a cercare su Google come uccidere nel migliore dei modi il nonno di famiglia. Una donna di 49 anni, figlia adottiva dell'uomo, le sue due figlie, di 16 e 14 anni, il figlio maggiore, 19 anni, e la fidanzata di quest'ultimo, 17. Erano tutti a interrogare il motore di ricerca su come porre fine alla vita del nonno 87enne per beccarsi l'eredità, digitando sul computer frasi del tipo: «Il modo più semplice per uccidere una persona anziana».

I TENTATIVI PER UCCIDERE IL NONNO
Dalle ricerche su Google sono passati ai fatti: prima hanno cercato di far morire di paura il nonnetto tirandogli dei sassi alla finestra in piena notte; quindi hanno provato a farlo esplodere con l'auto a cui avevano tagliato la pompa del carburante; infine sono usciti allo scoperto e sono passati alle maniere forti.

L'ARRESTO
Il 15 novembre la donna si è fatta trovare a terra sul prato della villa dell'uomo a Winchester, nell'Inghilterra meridionale, per attirarlo nell'esca. Appena l'ha visto uscire ha fatto segno ai suoi figli che si sono fatti avanti. Il maggiore tirato un pugno all'uomo. Le più piccole lo hanno colpito alla testa con dei mattoni nascosti in delle borse di plastica.

«COME UCCIDERE SENZA LASCIARE TRACCE»
Purtroppo per loro non ci sono riusciti. Il vecchietto è sopravvissuto, beccandosi solo qualche giorno d'ospedale, e loro sono finiti sotto inchiesta. Durante le indagini la polizia ha scandagliato il loro computer di famiglia, trovandovi traccia di decine di ricerche su Google del tipo: «1.000 modi per morire», «Come uccidere qualcuno», «Il modo più facile per uccidere una persona anziana» e «10 modi per uccidere qualcuno senza lasciare tracce».

Al motore di ricerca i cinque avevano rivolto anche domande più tecniche: «Si può uccidere qualcuno con un pugno?». Altre più esplorative: «Veleni per anziani». E una molto, molto precisa: «Se colpisci qualcuno dietro la testa con un mattone lo uccidi o lo ferisci solamente?».

http://www.vanityfair.it/news/mondo/2011/10/3/uccidere-nonno-persona-anziana-google

Sembra la trama di un Noir-grottesco ... sorriso come ti ammazzo il vecchietto...la famigliola omicidi ... risata
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Messaggio Da camila Mar 04 Ott 2011, 17:37

ancora news sul tunnel Gelmini snob
Gelmini, rimossa la nota sul tunnel Cern-Gran Sasso
Sul sito del Ministero dell'Istruzione scompare il comunicato-gaffe nel quale si parlava di una galleria tra i due istituti....


Il comunicato della discordia non c'è più. Il sito del Ministero dell'Istruzione ha infatti rimosso la nota con la quale il ministro Mariastella Gelmini si congratulava per il successo dell'esperimento del Cern che ha fatto registrare per la prima volta il superamento della velocità della luce da parte di un fascio di neutrini. Nello stesso comunicato, però, il ministro faceva un riferimento evidentemente errato, (come ha spiegato a Sky.it il professor Antonio Ereditato, responsabile dell'esperimento Opera del Gran Sasso), alla costruzione di un ipotetico tunnel Svizzera-Abruzzo e all'investimento milionario del Miur per realizzare la fantomatica galleria.

Ed ecco che a più di dieci giorni di distanza, a memoria della gaffe che ha portato alle dimissioni di Massimo Zennaro, portavoce del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, resta solo l'ironia di molti utenti del web.
La notizia del comunicato stampa rimosso, intanto, inizia a fare il giro di Internet e su Twitter Luca Perugini commenta: "Rimosso il comunicato Tunnel Gelmini. Ma non sanno che la rete ha memoria?". Navigando, infatti, è facile imbattersi in blog e pagine Facebook, come "Tunnel Gelmini", che hanno prontamente scaricato o salvato la schermata dal sito del Ministero ....

da qui
http://tg24.sky.it/tg24/politica/2011/10/04/tunnel_mariastella_gelmini_gran_sasso_cern_comunicato_rimosso_scuola_calo_bocciati.html

come diceva una mia amica veneta:l'è pezo el tacon del buso... risata ma ancora peggio che cerchino di mettere toppa su toppa!
Al ministero dell'istruzione,università e ricerca ( spia ) hanno poca familiarità con la rete e la sua capacità di "ricordare" snob
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Messaggio Da SarahM Mar 04 Ott 2011, 20:43

Da Wikipedia:


Cara lettrice, caro lettore,
in queste ore Wikipedia in lingua italiana rischia di non poter più continuare a fornire quel servizio che nel corso degli anni ti è stato utile e che adesso, come al solito, stavi cercando. La pagina che volevi leggere esiste ed è solo nascosta, ma c'è il rischio che fra poco si sia costretti a cancellarla davvero.
Il Disegno di legge - Norme in materia di intercettazioni telefoniche etc., p. 24, alla lettera a) recita:

«Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono.»

Negli ultimi 10 anni, Wikipedia è entrata a far parte delle abitudini di milioni di utenti della Rete in cerca di un sapere neutrale, gratuito e soprattutto libero. Una nuova e immensa enciclopedia multilingue, che può essere consultata in qualunque momento senza spendere nulla.
Oggi, purtroppo, i pilastri di questo progetto — neutralità, libertà e verificabilità dei suoi contenuti — rischiano di essere fortemente compromessi dal comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni.
Tale proposta di riforma legislativa, che il Parlamento italiano sta discutendo in questi giorni, prevede, tra le altre cose, anche l'obbligo per tutti i siti web di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine.
Purtroppo, la valutazione della "lesività" di detti contenuti non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all'opinione del soggetto che si presume danneggiato.
Quindi, in base al comma 29, chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto — indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive — di chiederne non solo la rimozione, ma anche la sostituzione con una sua "rettifica", volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti.
In questi anni, gli utenti di Wikipedia (ricordiamo ancora una volta che Wikipedia non ha una redazione) sono sempre stati disponibili a discutere e nel caso a correggere, ove verificato in base a fonti terze, ogni contenuto ritenuto lesivo del buon nome di chicchessia; tutto ciò senza che venissero mai meno le prerogative di neutralità e indipendenza del Progetto. Nei rarissimi casi in cui non è stato possibile trovare una soluzione, l'intera pagina è stata rimossa.
Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo
Articolo 27

«Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici.

Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.»

L'obbligo di pubblicare fra i nostri contenuti le smentite previste dal comma 29, senza poter addirittura entrare nel merito delle stesse e a prescindere da qualsiasi verifica, costituisce per Wikipedia una inaccettabile limitazione della propria libertà e indipendenza: tale limitazione snatura i principi alla base dell'Enciclopedia libera e ne paralizza la modalità orizzontale di accesso e contributo, ponendo di fatto fine alla sua esistenza come l'abbiamo conosciuta fino a oggi.
Sia ben chiaro: nessuno di noi vuole mettere in discussione le tutele poste a salvaguardia della reputazione, dell'onore e dell'immagine di ognuno. Si ricorda, tuttavia, che ogni cittadino italiano è già tutelato in tal senso dall'articolo 595 del codice penale, che punisce il reato di diffamazione.
Con questo comunicato, vogliamo mettere in guardia i lettori dai rischi che discendono dal lasciare all'arbitrio dei singoli la tutela della propria immagine e del proprio decoro invadendo la sfera di legittimi interessi altrui. In tali condizioni, gli utenti della Rete sarebbero indotti a smettere di occuparsi di determinati argomenti o personaggi, anche solo per "non avere problemi".
Vogliamo poter continuare a mantenere un'enciclopedia libera e aperta a tutti. La nostra voce è anche la tua voce: Wikipedia è già neutrale, perché neutralizzarla?
Gli utenti di Wikipedia


Ma stiamo scherzando? :stupore
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Messaggio Da Ospite Mar 04 Ott 2011, 23:12

Questa è la nostra Italia libera e democratica.
Noi che per primi utilizziamo il web, difendiamolo.
E difendiamo Wikipedia.

Questo è uno schifo.
E' sempre più uno schifo.

Ospite
Ospite


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Messaggio Da Alux Ven 07 Ott 2011, 11:28

Va a tre donne il Nobel per la Pace
OSLO - IL premio Nobel per la pace 2011 è andato a tre donne: Ellen Johnson Sirleaf, presidentessa della Liberia, Leymah Gbowee, avvocato liberiana e all'attivista yemenita Tawakkul Karman. "Per la loro lotta non violenta a favore della sicurezza delle donne e dei loro diritti verso una partecipazione piena al processo di costruzione della pace", recita la motivazione del premio.

Ellen Johnson Sirleaf, attuale presidente della Liberia e prima donna a rivestire questo incarico nel continente africano, ha ricevuto il riconoscimento insieme alla sua concittadina Leymah Gbowee, attivista pacifista e all'attivista yemenita Karman, che si occupa di diritti delle donne e democrazia nello Yemen, paese negli ultimi mesi in preda a gravi conflitti sociali e politici.

Arrivata al potere nel 2005, la "signora di ferro" africana è impegnata nella ricostruzione del suo paese, devastato da 14 anni di guerra civile, che ha causato la morte di 250.000 persone. Di formazione economista, con un Master of public administration conseguito ad Harvard nel 1971, Johnson-Sirleaf parte in esilio a Nairobi, in Kenya, nel 1980, dopo il rovesciamento dell'allora presidente William Tolbert. Torna in patria solo nel 1985, per partecipare alle elezioni del senato della Liberia, ma quando accusa pubblicamente il regime militare, è condannata a dieci anni di prigione. Rilasciata dopo poco tempo, si trasferisce a Washington e torna in Liberia solo nel 1997 nel ruolo di economista, lavorando per la Banca mondiale e per la Citibank in Africa.

Corre per la prima volta alle presidenziali contro Charles Taylor nel 1997, ma raggiunge solo il 10 per cento dei voti, contro il 75 per cento di Taylor, che poi l'accusa di tradimento. Dopo la sua vittoria alle elezioni del 2005, Johnson-Sirleaf pronuncia uno storico discorso alle camere riunite del Congresso degli Stati Uniti, chiedendo il supporto americano per aiutare il suo paese a "divenire un faro splendente, un esempio per l'Africa e per il mondo di cosa può ottenere l'amore per la libertà". Johnson-Sirleaf è madre di quattro figli (due vivono negli Usa e due in Liberia) e ha sei nipoti, alcuni dei quali vivono ad Atlanta.
http://www.repubblica.it/esteri/2011/10/07/news/nobel_pace-22845029/?ref=HRER1-1
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Messaggio Da mafalda Ven 07 Ott 2011, 15:49

Spettatori in fuga dalla Rai
il settembre nero della tv pubblica
Un milione di ascolti in meno per il primo canale rispetto ad un anno fa, in calo anche il secondo, tiene il terzo. Troppo deboli i programmi che sostituiscono quelli cancellati

di LEANDRO PALESTINI

ROMA - Lo spettatore Rai è in fuga. L'Auditel di settembre è un bollettino di guerra: le prime serate di RaiUno sono state un disastro, all'appello manca un milione di telespettatori, il 4% di share, che si tradurranno in meno soldi di pubblicità. RaiDue rispetto all'anno scorso perde l'1% di share, 471 mila fan. RaiTre, la rete Cenerentola col budget più basso, guadagna 232 mila spettatori. Altro che slogan "Rai di tutto di più". A forza di sottrargli i programmi più seguiti (da Annozero a Parla con me a Vieni via con me che va a La7), l'abbonato non siede più "in prima fila".

Il direttore generale Rai, Lorenza Lei, nel cda di oggi chiamerà a rapporto il direttore dell'ex rete ammiraglia Mauro Mazza e il responsabile di RaiFiction Fabrizio Del Noce proprio per parlare di questo settembre nero costellato di flop. Come lo show di Pino Insegno Me lo dicono tutti!, con solo 2 milioni 982mila spettatori, 11.89% di share. La finale di Miss Italia precipitata a quota 5 milioni 24mila: un milione di fan in meno. La fiction Le ragazze dello swing di Maurizio Zaccaro nel 2010 catturò 4 milioni 665mila fan (17.33% di share), quest'anno Il segreto dell'acqua con Riccardo Scamarcio ha avuto 2 milioni 638 mila spettatori (share 10.27%) e Tiberio Mitri il campione con Luca Argentero ha avuto 4 milioni 131mila spettatori (15.99% di share).
Allarme anche per il Tg1 delle 20: nel settembre 2010 lo seguivano in media 5 milioni 546 mila, quest'anno sono rimasti in 4 milioni 781 mila (22.47% di share) con saldo negativo di 765 mila utenti. In Rai si parla da tempo di un possibile rinvio a giudizio di Augusto Minzolini per la vicenda delle spese (68mila euro) fatte con carta di credito aziendale: si dice che il dg Rai potrebbe chiedere al direttore di farsi da parte.

"Non è corretto utilizzare un bene comune per usi di parte, soprattutto quando tale utilizzo ha un costo per la comunità", sostiene Francesco Siliato, docente di Cultura della Comunicazione al Politecnico di Milano, "accade invece che per preservare programmi di propaganda, la Rai cancelli quelli economicamente redditizi e mantenga i perdenti, a scapito di una corretta informazione e di un corretto uso delle proprie risorse economiche". L'opinione è in perfetta sintonia con l'allarme di Sipra (la concessionaria per la pubblicità Rai) che punta il dito contro i vistosi cali degli introiti pubblicitari. Il Tg1 per esempio vanta un record: ha meno appeal del traino che lo precede (L'Eredità di Carlo Conti) e in coda ha una zavorra nella rubrica Qui Radio Londra: l'access prime time di Giuliano Ferrara è del 15% di share, poco più di 4 milioni di fedelissimi.

RaiDue, la rete orfana di Santoro che il giovedì con Annozero aveva oltre 5 milioni di fedeli spettatori (20% di share) questo settembre ha tamponato l'emorragia con Star Academy. Ma Francesco Facchinetti ha avuto il 6,41% di share, 1 milione 351 mila spettatori. Il nuovo direttore Pasquale D'Alessandro sta provando a ridisegnare la rete, allo studio ci sarebbero nuovi format, ma intanto... Solo RaiTre ha il segno + con Ballarò di Giovanni Floris, che al debutto di stagione è schizzato al 17.66% di share (4 milioni 473 mila spettatori). Presa diretta di Riccardo Iacona ha migliorato il risultato dell'anno scorso di 4-5 punti di share: 2 milioni 724 mila spettatori, l'11.70 per cento di share. A RaiTre è in arrivo un nuovo direttore, Antonio Di Bella, mentre Paolo Ruffini dalla prossima settimana dirigerà La7, dopo mesi di attriti con il dg Lorenza Lei, che non ha confermato il fortunato format Vieni via con me della coppia Fazio-Saviano (eppure di lunedì fruttava 9-10 milioni di telespettatori). Ed è stato bocciato Parla con me di Serena Dandini (con la scusa del "niet" alle produzioni esterne) che pure dava un buon traino al Tg3 Linea notte: i giornalisti della testata da alcuni giorni non firmano i servizi per protesta contro le scelte aziendali.

E proprio sul fronte dei tg, a settembre il Tg2 serale ha avuto 2 milioni 431 mila spettatori (127 mila in meno rispetto al 2010) con share quasi inalterato. La Rai ha lasciato la testata senza direttore per sei mesi e, solo al secondo interim, è stato promosso Marcello Masi. Respiro di sollievo dei redattori, che lavorano però in condizioni di disagio: redazione e montaggio sono in luoghi diversi, occorre fare lo slalom tra le palazzine di Saxa Rubra. Per ora il più stabile è il Tg3 di Bianca Berlinguer: con 2 milioni 43 mila spettatori, perde appena 55 mila fan, con il 10.28%.
(06 ottobre 2011)
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2011/10/06/news/spettatori_rai-22774266/
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Messaggio Da Alux Ven 07 Ott 2011, 16:25

Finalmente sono riusciti nel loro intento di ammazzare la tv pubblica per favorire quella privata (e oggi pure quella a pagamento sul digitale), con buona pace dei diritti dei cittadini, sempre più ignorati uffa
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Messaggio Da camila Mar 11 Ott 2011, 18:25

Premier in aula, ma il governo va ko
L'opposizione: "E' finita, salga al Colle"
La bocciatura a Montecitorio sul bilancio davanti gli occhi di un Berlusconi allibito. Assenti Bossi e Tremonti. Dai banchi delle opposizioni si alza l'urlo "dimissioni, dimissioni". Fini: "Evidenti implicazioni politiche". Cicchitto: "Ora dobbiamo verificare se c'è fiducia"


ROMA - La presenza in Aula di Silvio Berlusconi non è bastata ad evitare una pesante sconfitta dagli esiti imprevedibili. L'esecutivo è stato battuto infatti oggi pomeriggio a Montecitorio sull'assestamento del bilancio 2010. L'articolo 1 del rendiconto è stato bocciato con 290 a favore e 290 contro. La maggioranza richiesta era di 291 "sì".
Alla votazione non ha partecipato il ministro Tremonti, rimasto sull'ingresso dell'Aula, scatenando la rabbia dei parlamentari del Pdl. Assente anche Bossi, rimasto a parare con i cronisti in Transatlantico. Presente invece il premier, che una volta resosi conto dell'accaduto ha mostrato tutto il suo stupore. Allibito, è rimasto per un po' seduto al banco del governo, poi ha scambiato qualche parola con i ministri vicini. Alla fine si è alzato e, senza salutare nessuno dei ministri ma intrattenendosi brevemente con il capogruppo del Pdl, Cicchitto, ha lasciato l'emiciclo, scuotendo vistosamente un foglio che aveva in mano.

Dall'opposizione si è invece applaudito e urlato: "Dimissioni, dimissioni!". "La maggioranza che sostiene il governo non esiste più, né nel Paese né in questa Camera", ha commentato il capogruppo del Pd, Dario Franceschini. "Berlusconi si convinca ad andare al Quirinale", rincara il segretario dei democratici Pierluigi Bersani. Gian Luca Galletti dell'Udc fa notare che "è la prima volta dall'inizio della storia della repubblica che il governo viene battuto in
aula su un provvedimento del genere". Bocciare l'assestamento di bilancio, sottolinea anche Antonio Di Pietro, "è un atto politico uguale alla sfiducia verso l'azione di governo e di maggioranza, è la dimostrazione che i conti non tornano, che il governo non ha la maggioranza nemmeno per il bilancio dello Stato". Per Di Pietro ora la parola deve passare al Capo dello Stato. "Anche nella prima Repubblica - aggiunge - una bocciatura come questa avrebbe comportato che il governo andasse a rimettere il proprio mandato al Capo dello Stato. Berlusconi non lo farà mai e penso che stia allora al Capo dello Stato valutare autonomamente" se ci sono le condizioni per andare a votare subito.

La seduta è stata quindi aggiornata a domani mattina, ma prima di accordare il rinvio il presidente della Camera Gianfranco Fini ha sottolineato che il voto con cui è stato bocciato il primo articolo del rendiconto di bilancio dello Stato "ha evidenti implicazioni di carattere politico". Il presidente ha poi fatto rilevare che si tratta di un fatto che non ha precedenti e per questo ha convocato per domani mattina la
Giunta per il regolamento della Camera che dovrà capire se e come l'Aula potrà riprendere l'esame sullo stesso articolato dopo la bocciatura dell'articolo uno dell'assestamento di bilancio. Nel pomeriggio Fini ha avuto tra l'altro anche un colloquio con il presidente Napolitano, presente casualmente a Montecitorio per un convegno in calendario già da tempo.

Dopo la bocciatura, Berlusconi si è chiuso a colloquio con Tremonti. All'incontro hanno partecipato anche diversi esponenti della maggioranza, tra cui Bonaiuti, Cicchitto, Romano, Moffa, Lupi, Verdini, Fitto e Brambilla. L'impatto della bocciatura del bilancio secondo Cicchitto non avrà conseguenze sulla tenuta del governo, ma ha dovuto ammettere la necessità di uno stop sul ddl intercettazioni 1. "Io credo che il governo debba rendersi disponibile a un confronto politico e a verificare se abbia o meno la fiducia in Parlamento", ha poi aggiunto il capogruppo del Pdl.

A determinare la batosta del governo è stata l'assenza di 19 deputati del Pdl, a partire dal "ribelle" Claudio Scajola. A questi si sono aggiunti sette parlamentari di Popolo e territorio (gli ex Reponsabili), e tra questi spicca il nome di Domenico Scilipoti, e i 4 del gruppo misto, compresi Miccichè e Ronchi. Agli assenti vanno aggiunti anche i deputati di centrodestra in missione.

(11 ottobre 2011)

http://www.repubblica.it/politica/2011/10/11/news/governo_battuto-23053622/?ref=HREA-1
:stupore
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Messaggio Da Alux Mar 11 Ott 2011, 18:30

tiprego
Manteniamo la calma, si sa come certi parlamentari cambino idea come cambia il vento... Però, chissà... ansia
Alux
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Messaggio Da camila Mar 11 Ott 2011, 18:34

Reira ha scritto: tiprego
Manteniamo la calma, si sa come certi parlamentari cambino idea come cambia il vento... Però, chissà... ansia

zabetta

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