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Messaggio Da Alux Mar 11 Ott 2011, 18:35

cami era esattamente quello che intendevo risata
sai com'è... una folata di vento può far volare una banconota dove prima non c'era magia
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Messaggio Da mafalda Mar 11 Ott 2011, 18:44

Calma snob questi sono attaccati alle poltrone come le cozze agli scogli, sanno benissimo che la maggior parte di loro non avrà una seconda chance..... ora Berlusconi è avvisato, sa perfettamente, come lo ha capito ben bene negli ultimi mesi, dove vogliono andare a parare i suoi vassalli..... :uhm:
qui finisce tutto nuovamente a tarallucci e vino aiuto
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Messaggio Da camila Mar 11 Ott 2011, 18:59


Pare che non sia mai successo nella storia della Repubblica...
E' stato bocciato l'articolo 1 del testo,del rendiconto generale dello stato:non possono ripresentare un testo diverso azzdici
alura stavolta qualcuno dovrà pur trarne le dovute conclusioni :uhm:
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Messaggio Da Ospite Mer 12 Ott 2011, 08:40

INTERCETTAZIONI


Legge bavaglio, si rimanda
il ddl torna sul binario morto



Cicchitto annuncia il rinvio dell'esame del disegno di
legge
, ma Franceschini ribatte: "Stop completo". Reguzzoni: "Una legge
così va fatta tenendo conto delle richieste dei magistrati. Le priorità
sono altre"


ROMA - E' Fabrizio Cicchitto ad annunciare il ritiro
del disegno di legge: "E' certo che ora si rinvia l'esame del ddl
intercettazioni", dice il capogruppo del Pdl alla Camera, subito dopo
che il governo è andato sotto sul Bilancio 1.
Pochi minuti prima era stato il capogruppo leghista, Marco Reguzzoni, a
dare l'altolà al provvedimento: "La legge serve ma le nostre priorità
sono altre, per questo spero che venga ritirato". Questo mentre il
ministro per le Riforme Umberto Bossi annuncia che non andrà al vertice
di maggioranza con il premier Silvio Berlusconi in programma per
stasera a palazzo Grazioli (un vertice poi definitivamente saltato). Il
provvedimento finisce così su un binario morto: troppi i mal di pancia,
sul testo, nella stessa maggioranza. Fallito del tutto il tentativo di
agganciare il Terzo Polo su una formula di compromesso.
"Noi - spiega Reguzzoni- siamo per una legge equilibrata che tuteli la
privacy dei cittadini e per questa ragione auspichiamo un'intesa. Ma a
noi della Lega interessano le misure concrete, come l'autorizzazione
del ministero dei Trasporti alla Singapore airlines, che ha chiesto di
utilizzare Malpensa come hub. Autorizzazione che il ministro Matteoli
dovrebbe dare ma che, non si capisce perquale motivo, ancora non è
arrivata. Non è una cosa da poco -ha concluso Reguzzoni- perchè
parliamo di centinaia di posti di lavoro e

di un giro d'affari importante per il Nord".
Sui contenuti della legge, il capogruppo leghista dice: "Io la penso
come Palamara, una legge va fatta ma tenendo conto delle richieste dei
magistrati e del fatto che non si può pubblicare tutto sempre e
comunque, insomma bisogna tutelare le persone non coinvolte dai reati".
Sui rischi, invece, del voto segreto, Reguzzoni osserva: "Ci sono
sempre rischi quando ci sono voti segreti, ma non ci sono rischi per la
tenuta della maggioranza e non ce ne sono sul voto finale".
Franceschini: "Andare oltre". "Domani non si può
cominciare con Il ddl intercettazioni", aveva detto il capogruppo del Pd
alla Camera Dario Franceschini subito dopo la sconfitta del governo sul
bilancio. "Non è un incidente ma il capolinea, un'umiliazione per
Berlusconi che arrivato in aula scopre in diretta che non ha più la
maggioranza", spiega.
Finocchiaro: "Stop anche al processo breve". Anna
Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato, commenta il voto di
oggi e le conseguenze possibili sul ddl: "Dopo ciò che è successo oggi
alla Camera, governo e maggioranza non possono fare finta di niente.
Quello che è avvenuto ha un significato politico molto serio e grave. Se
andranno avanti sulle intercettazioni alla Camera e sul processo breve
al Senato si assumeranno una responsabilità molto seria. Questo governo è
finito e le parole del capogruppo della Lega alla Camera sulle
intercettazioni sono la testimonianza di questa fine. Stoppare
immediatamente due provvedimenti ad personam come quello sulle
intercettazioni e quello sul processo breve sarebbe la prima assunzione
di responsabilità da parte di questo Esecutivo".

(11 ottobre 2011)


http://www.repubblica.it/politica/2011/10/11/news/reguzzoni-23055837/?ref=HRER1-1

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Messaggio Da camila Ven 14 Ott 2011, 12:38

C'è chi l'ha pensato,c'è chi l'ha disegnato,c'è chi l'ha stampato,c'è chi l'ha distribuito,c'è chi lo ha affisso....
Povera Italia e ...povero italiano! offeso
Oggi ho letto questo... - Pagina 21 La%2Bdestra%2Bmanifesto%2B-%2BNonleggerlo%2Bmini


Ultima modifica di camila il Ven 14 Ott 2011, 13:31 - modificato 1 volta.
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Messaggio Da Ospite Ven 14 Ott 2011, 12:41

camila ha scritto:C'è chi la pensato,c'è chi l'ha disegnato,c'è chi l'ha stampato,c'è chi l'ha distribuito,c'è chi lo ha affisso....
Povera Italia e ...povero italiano! Oggi ho letto questo... - Pagina 21 82568
Oggi ho letto questo... - Pagina 21 La%2Bdestra%2Bmanifesto%2B-%2BNonleggerlo%2Bmini
C'è chi patetica .... Oggi ho letto questo... - Pagina 21 498557

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Messaggio Da Alux Sab 15 Ott 2011, 17:38

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Messaggio Da camila Mer 19 Ott 2011, 09:06

Posto «familiare» e banca ore
Luxottica rivoluziona la fabbrica
Firmato l’integrativo: flessibilità per i genitori, job sharing. E in busta paga entra un premio per il risparmio energetico


BELLUNO — Ancora una volta, tocca a Luxottica (e ai sindacati del territorio) fare vera innovazione nelle relazioni industriali. Se da altre parti si stracciano gli accordi e si decide l’uscita da Confindustria, dentro il colosso mondiale dell’occhialeria si passa «da un modello di rivendicazione a uno di fattiva partecipazione», come dice uno dei protagonisti della trattativa, Paolo Da Lan, segretario provinciale a Belluno della Uilta Uil. E' stato firmato il nuovo contratto integrativo aziendale, che sarà applicato a tutti i dipendenti del gruppo, circa 8.000. Avrà la solita durata triennale ma introduce forme di flessibilità che di consueto hanno ben poco. A cominciare dal job sharing familiare, che potrà consentire al lavoratore di condividere il proprio posto di lavoro (e la paga) con un parente stretto, sia un coniuge disoccupato o in cassa integrazione, sia un figlio prossimo alla conclusione degli studi, o ancora uno dei due in grado di sostituirlo in caso di impendimento temporaneo.

In una realtà dove il 65% dei dipendenti è donna, può essere il modo di recuperare al lavoro (sia pure parzialmente) il marito che ha perso il proprio posto in un’altra azienda «e di inserirlo nei benefici di welfare introdotti in Luxottica », aggiunge Da Lan. Il job sharing è già previsto dal contratto nazionale«ma così l’abbiamo normato, con tre casi specifici di applicazione ». Una seconda innovazione è rappresentata dal part time ciclico, «che contribuisce all’eliminazione dei contratti interinali o di somministrazione, abbassando il tasso di precarietà». Il lavoratore gode di un contratto a tempo indeterminato che gli assicura un periodo fisso all’anno, durante i picchi produttivi. Per il periodo rimanente, potrà dedicarsi a una seconda attività ma non dovrà sottoporsi ogni volta al rischio del rinnovo del contratto a termine. L’integrativo è una specie di piccola enciclopedia della flessibilità. In trentacinque pagine si scorrono, per esempio, interventi a sostegno del dipendente impegnato a crescere i piccoli: i lavoratori (sia papà che mamme) potranno, in vista di una maternità, conferire a una «banca ore» straordinari e giorni di ferie che si potranno trasformare successivamente in permessi aggiuntivi e retribuiti per accudire i figli piccoli; sullo stesso solco, si assicurano 5 giorni di permessi di paternità, pagati al 100%, in occasione della nascita di un bambino.

E ancora: retribuzione piena anche dopo i 180 giorni di assenza in caso di malattie gravi (attualmente superando questa soglia la legge prevede metà stipendio). Questo in cambio di un sacrificio «alla Brunetta» per le malattie brevi: riduzione proporzionale del premio integrativo annuale (ma solo se si va oltre un certo «bonus» di assenze). La novità più curiosa riguarda l’introduzione del risparmio energetico come ulteriore parametro per il premio annuale, accanto a quelli tradizionali di redditività e produttività individuale. «In ballo non c’è una gran cifra - spiega ancora Da Lan - questa voce riguarda circa 80 euro». Ma in questi casi vale soprattutto il principio. Se gli addetti di un reparto o di un ufficio, con una gestione più attenta delle macchine o dell’illuminazione, riducono l’uso di carta o i consumi di energia elettrica, potranno avere un ulteriore beneficio economico. S’inorgoglisce Nicola Pelà, direttore delle risorse umane del gruppo: «Sia la parte normativa che la parte economica dell’accordo testimoniano, ancora una volta, la volontà di considerare le relazioni industriali in Luxottica laboratorio di innovazione. In uno scenario complesso, il dialogo continuo e la comprensione delle posizioni altrui premiano sempre».

Claudio Trabona
18 ottobre 2011

http://corrieredelveneto.corriere.it/belluno/notizie/economia/2011/18-ottobre-2011/posto-familiare-banca-ore-luxottica-rivoluziona-fabbrica-1901855948188.shtml





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Messaggio Da camila Mer 19 Ott 2011, 14:39

"Condotta antisindacale", il tribunale di Roma annulla i ministeri leghisti di Monza
Il giudice Anna Baroncini ha annullato i decreti che istituivano le sedi distaccate dei dicasteri in Lombardia


14:13 - Il Tribunale di Roma ha accolto il ricorso dei sindacati, cancellando le sedi distaccate dei ministeri a Monza. Lo stop del giudice Anna Baronicini è arrivato per "condotta antisindacale". Il magistrato ha condannato Palazzo Chigi al pagamento di un terzo delle spese legali. La causa era stata avanzata dal Sindacato indipendente della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Il ricorso era stato promosso dai sindacati della presidenza del Consiglio che avevano appreso "dell'istituzione delle sedi a Monza - spiega il presidente del consiglio direttivo del Sipre (Sindacato indipendente della Presidenza del Consiglio dei ministri) Alfredo Macrì - dai giornali e dai tg. La decisione era stata adottata e portata avanti senza coinvolgere le organizzazioni sindacali o attivando, come previsto dalla legge, informazione preventiva e concertazione prima di procedere" al taglio del nastro, trasformatosi l'estate scorsa in una vera e propria festa leghista.

Ora un decreto del giudice del lavoro, depositato stamani, annulla gli effetti dei provvedimenti "stabilendo la chiusura - sottolinea Macrì - delle sedi periferiche affidate ai ministri Bossi e Calderoli", rispettivamente "un dipartimento e una struttura di missione". Condannando per di più la presidenza del Consiglio al pagamento di un terzo delle spese legali.

La sentenza, in realt, si limita ad annullare gli effetti dei provvedimenti che sono stati adottati con condotta antisindacale. "Di fatto - precisa Macrì - le sedi periferiche cessano di essere strutture della presidenza del Consiglio. Noi - puntualizza - ci eravamo spinti più in là, chiedendo l'annullamento dei decreti istitutivi. Ma questo tipo di decisione è stato rinviato al giudice amministrativo. Tuttavia, la sentenza depositata oggi ci dà ragione e rende "inagibili" le sedi di Monza".

http://www.tgcom.mediaset.it/politica/articoli/1025082/tribunale-cancella-ministeri-monza.shtml

Han ballato una sola estate...e anche stavolta noi paghiamo :incazz
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Messaggio Da camila Mer 19 Ott 2011, 23:25

Manovra, inchiesta di Italia Oggi: "La casta esenta se stessa dai tagli"

Solo proclami e nessuna sostanza, è questo il succo del discorso sui tagli ai costi della politica. Dopo le proteste degli indignati, le richieste delle opposizioni e le preghiere delle associazioni cattoliche, una ricerca condotta da Italia Oggi rivela che la casta della politica si è esentata dai tagli previsti dalla manovra correttiva. Il quotidiano finanziario 'Italia Oggi' riferisce di essere in possesso di una nota del Tesoro che autorizzerebbe la restituzione del prelievo dagli stipendi di ministri e sottosegretari.
Nella nota, il ministero dell'Economia spiega che i tagli del 5% per i redditi sopra i 90mila euro e del 10% per quelli sopra i 150mila euro valgono per tutti i dipendenti della pubblica amministrazione, ma non per ministri e sottosegretari.
Ma cosa si sono inventati i nostri rappresentanti al Parlamento? Siccome ricoprono cariche politiche e non sono titolari di un rapporto di lavoro dipendente, a loro non si applicano i tagli disposti dall'articolo 9 comma 2 della manovra. Per questa ragione sarà loro rimborsato, nella mensilità di novembre, quanto già trattenuto.
19 ottobre 2011
http://notizie.tiscali.it/articoli/economia/11/10/19/casta-esentata-tagli.html

qui l'inchiesta
http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1739368&codiciTestate=1&sez=giornali&testo=&titolo=I%20ministri%20rimborsati%20dei%20tagli


urlo urlo urlo
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Messaggio Da camila Gio 20 Ott 2011, 13:28

Libia, Cnt: "Gheddafi catturato e ferito"
Sirte caduta nelle mani del Cnt

Il Consiglio nazionale di transizione ha dichiarato di aver conquistato la città natale del colonnello che sarebbe stato preso insieme ai suoi familiari e colpito a entrambe le gambe. Non ci sono conferme ufficiali. Nei giorni scorsi le forze ribelli avevano espugnato l'altro caposaldo gheddafiano, Bani Walid

http://www.repubblica.it/

fusse che fusse la vorta bona? scusa
Spoiler:
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Messaggio Da duful Gio 20 Ott 2011, 18:52

http://www.repubblica.it/esteri/2011/10/20/dirette/libia_cnt_catturato_gheddafi-23556755/?ref=HREA-1

Libia, Cnt: "Ucciso Gheddafi"
Confermata la morte del rais





Oggi ho letto questo... - Pagina 21 181707722-8c982ef0-6afd-43e9-8f71-a1284db6d873


Dopo settimane di assedio, le truppe del Consiglio nazionale di
transizione hanno espugnato Sirte, ultima roccaforte delle forze
lealiste. Dopo la caduta della città, hanno iniziato a inseguirsi voci
sempre più circostanziate riguardanti prima la cattura del Rais e poi la
sua morte, confermata poi da fonti militari dei ribelli,
dall'ambasciatore libico a Roma e dai vertici del Consiglio nazionale
transitorio. Il Colonnello stava cercando di fuggire all'alba quando il
suo convoglio è stato attaccato da aerei Nato. Ferito in uno scontro a
fuoco con i miliziani del Cnt, Gheddafi sarebbe poi spirato. Il ministro
della Difesa, Ignazio La Russa: "Con la caduta di Sirte anche la nostra
missione è terminata"
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Messaggio Da duful Gio 20 Ott 2011, 18:55

http://www.corriere.it/esteri/11_ottobre_20/libia-cade-sirte_4bef6e14-fb05-11e0-b6b2-0c72eeeb0c77.shtml

La fine di Gheddafi: ucciso a Sirte
L'urlo ai ribelli: «Non sparate»



La «Bbc»: «Scovato da un combattente di vent'anni»
Il cadavere portato nella moschea di Misurata



MILANO - Muammar Gheddafi è stato ucciso giovedì mattina, nelle
stesse ore in cui i nuovi leader della Libia annunciavano la presa di
Sirte, città natale del Colonnello e ultimo bastione di resistenza. La
notizia viene confermata dal primo ministro del Consiglio nazionale di
transizione libico, Mahmoud Jibril. Che commenta: «Aspettavamo da tempo
questo momento». E proclama: «È tempo di dare vita a una nuova Libia
unita, un popolo e un futuro». Secondo la tv araba Al Jazeera,
il cadavere di Muammar Gheddafi è stato caricato sul tetto di un
veicolo e portato nella moschea di Misurata. Intorno, una vasta folla
gridava: «Il sangue dei martiri non è stato versato invano». L'emittente
rivela anche che il Colonnello sarà sepolto in un luogo segreto, sempre
a Misurata.
LA PISTOLA D'ORO - Secondo un medico che ha potuto vedere il
cadavere a Misurata, Gheddafi è morto in seguito alle ferite letali
riportate alla testa e allo stomaco. Diverse le versioni sugli ultimi
istanti di vita del Colonnello. Il corrispondente della Bbc
da Sirte, riferisce di aver parlato con il ribelle, ventenne, che dice
di aver scovato Gheddafi e che ora mostra al mondo la pistola d'oro che
avrebbe sottratto all'ex Rais. Il giovane racconta che Gheddafi era
nascosto in una buca nel centro di Sirte e che l'ex leader libico lo ha
supplicato di non sparare.
GLI ULTIMI MINUTI DEL COLONNELLO - Gheddafi «è stato ucciso in un attacco da parte dei combattenti», dice a Reuters
il ministro dell'Informazione del Cnt, Mahmoud Shammam. La tv libica e
altre emittenti mostrano le immagini di soldati che accerchiano due
grosse tubature sotto un'autostrada dove sarebbe stato trovato Gheddafi.
«È stato colpito in testa», testimonia Abdel Majid Mlegta, uno dei
responsabili militari del Cnt, «c'è stato un fuoco intenso contro il suo
gruppo ed è morto». Majid aveva riferito in precedenza che Gheddafi
era stato catturato all'alba ed era stato ferito a entrambe le gambe
mentre cercava di fuggire in un convoglio attaccato da caccia della
Nato. L'Alleanza, da parte sua, riferisce che un suo aereo ha sparato
contro un convoglio vicino a Sirte, ma non ha confermato la notizia che
Gheddafi fosse tra i passeggeri.
LE IMMAGINI - A poche ore dalla notizia della morte di Gheddafi, una foto del volto insanguinato del leader è stata diffusa dall'agenzia France Presse, firmata da Philippe Desmazes. In seguito il canale inglese di Al Jazeera ha
mandato in onda le immagini del cadavere di Muammar Gheddafi trascinato
dai ribelli lungo una strada. Si vede il corpo mezzo nudo del leader
libico deposto, a cui viene strappata la maglia. Il volto è rosso di
sangue e ha un foro di proiettile su un lato della testa. Accanto al
volto di Gheddafi ci sono le gambe di un combattente del Consiglio
nazionale transitorio in uniforme.
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Messaggio Da mafalda Ven 21 Ott 2011, 15:13

IL CASO
Rissa per un tweet in Parlamento
Leghista zimbello del web
Polledri si offende per il termine "omofobo" forse scambiandolo per "omosessuale". E per tutti il giorno si va avanti tra malintesi e commenti

di MARCO PASQUA

ROMA - Rissa sfiorata, alla Camera, per colpa di Twitter. Il social network irrompe nell'aula di Montecitorio: il leghista Massimo Polledri, offeso da un tweet del deputato democratico Pierangelo Ferrari, che gli dava dell'"omofobo", arriva quasi ad aggredire il parlamentare dell'opposizione. "Io non sono malato", gli ha urlato contro Polledri. Una vera e propria esplosione di rabbia, che, però, potrebbe essere frutto di un fraintendimento. O di ignoranza, secondo le voci del web. Per alcuni, infatti, Polledri avrebbe scambiato il termine di "omofobo" con quello di "omosessuale": quanto è bastato per farlo sentire "malato" (secondo un'errata e, per fortuna, superata concezione dell'omosessualità).

La frase incriminata viene lanciata in rete poco dopo le dodici di oggi, mentre alla Camera si discute la ratifica di un trattato internazionale. Il tweet è accompagnato dall'hashtag "opencamera", creato nello scorso mese di luglio dal democratico Andrea Sarubbi, insieme all'utente Tigella, per raccontare, seduta per seduta, le attività della Camera. Polledri aveva appena finito, nel suo intervento, di attaccare la Bce, quando Ferrari scrive: "L'on Polledri, Lega, ultracattolico e omofobo, interviene attaccando la Bce. Nel nome di CrediNord, la banca leghista fallita".

"Una critica legittima - osserva Ferrari, interpellato telefonicamente - che, sinceramente, mi è sembrata doverosa, ricordando anche la sua
posizione imbarazzante contro la legge sull'omofobia". Poco dopo aver terminato il suo intervento, però, Polledri si alza dal suo scranno, e si dirige a passo spedito verso i banchi dell'opposizione. "Vigliacco, io non sono malato, tu non puoi dire quelle cose", inizia ad urlare, mentre Emanuele Fiano (Pd) si alza e cerca subito di bloccarlo. Impresa che gli riesce, grazie anche al suo metro e 94 centimetri di altezza. Giovanna Melandri assiste alla scena, sorpresa per una reazione che, anche a distanza di ore dai fatti, appare ancora incomprensibile ai più. Il tutto viene raccontato, in diretta, da Sarubbi ai suoi quasi cinquemila follower, che rilanciano immediatamente la notizia. Chi assiste alla scena parla di una persona "fuori controllo, che ha perso la testa". Su Twitter partono le congetture su quello che potrebbe aver capito Polledri, anche se il giudizio della maggior parte degli utenti sul comportamento del leghista è spietato. Mariop89 non ha dubbi: "E' scandaloso che Polledri pensa che omofobo significa omosessuale. Quanta ignoranza in parlamento".
Simontemplar84 si chiede se "Polledri abbia fatto almeno le elementari". Jane_lane è meravigliata: "Sono perplessa più dal fatto che per Polledri omosessualità=malattia, piuttosto che per la sua confusione omofobo=omosessuale". "Polledri non è omofobo, è omologo di un ignorante", attacca Byebyepapi. Interviene anche il deputato Guido Melis, sempre del Pd: "Omofobia: paura irrazionale nei confronti dell'omosessualità. Non coincide con omosessuale, spiegatelo all'on Polledri".

Un'ipotesi che circola tra gli utenti dei sito è che Polledri, che non usa Twitter, sia stato male informato dal suo ufficio stampa o da qualche altro collega leghista. "Qualcuno deve avergli riferito, magari in maniera non corretta, il tweet di Ferrari", suggerisce il 39enne romano Sarubbi che, intanto, su Twitter, continua a spiegare in inglese la lite ai colleghi politici stranieri, stupiti dalla reazione del leghista. "Polledri è uno psichiatra - osserva Ferrari - non è possibile che non sappia il significato di omofobo". Il più contento di tutti, adesso, sembra essere Sarubbi. La sua creatura, "opencamera", dopo una partenza quasi in solitaria, è riuscita a far entrare in maniera dirompente Twitter a Montecitorio e, subito dopo, a trasferire quella quasi-rissa sulle pagine virtuali del sito di microblogging. "Questa è una notizia. Lite in Aula per un tweet di #opencamera . L'Italia cambia, ragazzi", scrive fiero nel pomeriggio.

http://www.repubblica.it/politica/2011/10/20/news/twitter_omofobo-23588776/?ref=HREC1-9

non è possibile che questo episodio sia realmente avvenuto triste
mafalda
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Messaggio Da mafalda Mar 25 Ott 2011, 08:27

http://www.repubblica.it/politica/2011/10/25/news/berlusconi_passo_indietro-23804243/?ref=HREA-1

Il Cavaliere pronto a gettare la spugna
"Stavolta potrei fare il passo indietro"
Scontro tra Pdl e Lega sulle misure richieste dall'Europa: per il Carroccio le pensioni non si toccano. Il pessimismo del premier. Nel Pdl c'è anche chi pensa a una soluzione "alla Zapatero" con l'annuncio delle elezioni a marzo. L'allarme del Quirinale: gli impegni si rispettano. L'ipotesi Letta o Schifani

di FRANCESCO BEI
Silvio Berlusconi e Umberto Bossi
ROMA - Il passaggio più drammatico del governo, con un piede già oltre il precipizio, si consuma alle sette di sera. Quando Berlusconi incrocia il suo sguardo con quello di Umberto Bossi e scandisce bene le parole davanti al Consiglio dei ministri: "Le richieste che ci fanno in Europa sono pesanti, sono onerose sul piano del consenso elettorale, ma sono ineludibili. Vi chiedo quindi un mandato pieno per andare a Bruxelles, altrimenti è inutile che io parta".

Anche Gianni Letta, aprendo la riunione, era stato del resto molto esplicito: "Nessuno qui dentro può immaginare che il presidente del Consiglio si presenti al Consiglio europeo a mani vuote". Nella richiesta di Berlusconi alla Lega di un "mandato pieno" c'è infatti anche la constatazione che, in caso contrario, per il premier non resterebbe altra strada che gettare la spugna e chiudere anzitempo la sua esperienza a palazzo Chigi.

Una possibilità che, per la prima volta, abbandonando i soliti toni baldanzosi, Napolitano sente evocare dalla viva voce del Cavaliere, ricevuto in mattinata. Al capo dello Stato, preoccupatissimo per il precipitare degli eventi, si presenta infatti un Berlusconi più realista del solito. Pessimista sulle possibilità di andare avanti: "Io davvero non so se ce la faccio. È chiaro che a Bruxelles ci vado solo se c'è l'accordo con Bossi". Altrimenti il premier affaccia la possibilità di un "passo indietro", anzi appare addirittura "pronto" a farlo se la situazione lo dovesse richiedere.

La situazione è talmente grave che nel Pdl, per tutto il pomeriggio, si affastellano ipotesi estreme. Si discute di scenari "alla Zapatero", con la possibilità di un voto anticipato a marzo e annuncio immediato del "passo indietro". Oppure di un governo guidato da Gianni Letta o Renato Schifani, che potrebbe trovare in Parlamento il sostegno del terzo polo.

Qualcuno pensa che sia solo un modo per aumentare la pressione sulla Lega, altri, stanchi del Cavaliere, ci puntano davvero. Sta di fatto che il capo dello Stato si dà da fare per tenere i contatti con tutti, dando vita a un giro di pre-consultazioni che coinvolge anche i principali esponenti dell'opposizione. Incontra Enrico Letta, vicesegretario del Pd, e sente al telefono Pier Ferdinando Casini. A tutti, governo e opposizione, ripete che "l'Italia deve garantire i suoi impegni", dando così ragione a Barroso e Van Rompuy. Perché "servono risposte urgenti e concrete", il tempo degli annunci è scaduto.

Né il Pd né il terzo polo sono disposti a fare sconti o concedere aiuti a gratis. Chiedono la testa del premier, altrimenti il governo si arrangi. E anche Napolitano ammette che questa volta Berlusconi ce la deve fare con le sue gambe, non è possibile fare altrimenti. E se il Cavaliere davvero dovesse farsi da parte oppure essere sfiduciato dalla Lega, il centrosinistra suggerisce la strada di un esecutivo di salvezza nazionale "alla Ciampi", guidato da Mario Monti, che tiri fuori l'Italia dal buco nero dove si è cacciata.

Il governo invece è nel caos. Nel faccia a faccia con Bossi il premier ricorre ai toni drammatici per indurlo a mollare sulle pensioni. "Siamo con le spalle al muro - ripete in maniera accorata - e se non portiamo subito qualcosa a Bruxelles ce ne andiamo a casa tutti. Significa esporre l'Italia a un rischio enorme: te la senti di assumerti la responsabilità di farci fare la fine della Grecia? Perché è questo quello che accadrà".

Di fronte ai ripetuti "niet" di Bossi deve saltare anche il Consiglio dei ministri previsto per oggi per approvare il decreto sviluppo. Come soluzione di ripiego si pensa a una conferenza stampa con l'annuncio delle cose da fare e un "papiello" da portare a Bruxelles con i tempi di attuazione previsti per ogni provvedimento, sperando che il Consiglio europeo si accontenti di un pezzo di carta. Insomma, la strategia è ancora molto lontana da quelle "risposte concrete" chieste dal capo dello Stato e dai vertici Ue.

Nel Consiglio dei ministri, per uscire dall'impasse delle pensioni, si discute anche dell'ampio menu di riforme da approvare al più presto: mercato del lavoro, liberalizzazioni degli ordini professionali, riduzione del debito pubblico con dismissioni di beni demaniali.

Alla fine Berlusconi sembra rincuorato: "Vedete che da un male può nascere un bene. Può essere la volta buona che riusciamo a fare quella rivoluzione liberale per la quale siamo scesi in campo". Una ventata di ottimismo che spiazza i ministri che lo stanno a sentire: l'ennesimo colpo da attore mentre il teatro brucia.

(25 ottobre 2011)
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Messaggio Da camila Mar 25 Ott 2011, 13:57

http://www.repubblica.it/economia/2011/10/25/news/eredit_berlusconi-23810140/?ref=HREA-1

Più discrezionalità nella legittima per i figli
spunta anche la norma "anti-Veronica"
Berlusconi potrebbe destinare a piacere metà delle quote riservate alla prole, garantendo la maggioranza Fininvest a Marina e Piersilvio. Quarantesima legge ad personam per risolvere la successione all'impero di Arcore.
MILANO - Il diavolo sta nei dettagli. E tra le pieghe del Decreto sviluppo imposto all'Italia da Berlino e Parigi si nasconde la 40esima legge ad personam dell'era Berlusconi: la "taglia-legittima" (o "anti-Veronica"). Tre righe secche mimetizzate a pag. 203 della bozza che restituiscono al Cavaliere il ruolo di king-maker nella delicata partita per la successione nella dinastia di Arcore.

Il succo della questione è semplice: se Berlusconi, toccando tutti i ferri del caso, facesse testamento con le leggi attuali, il controllo di Fininvest passerebbe di diritto alla seconda moglie Veronica Lario e ai figli Barbara, Eleonora e Luigi con una quota del 56,1%. Relegando Marina e Piersilvio nello scomodo ruolo di azionisti di minoranza con il 43,9%. Il Decreto sviluppo - ritoccando l'articolo 537 bis del Codice civile - cambia le carte in tavola e rimette il premier al centro dei giochi: consentendogli, in teoria, di lasciare fino al 53,38% dell'impero di famiglia ai due primogeniti e di ridimensionare Veronica e i suoi figli a soci di Serie B con il 46,62%.
A garantire il miracoloso ribaltone è la revisione della legittima, la quota di eredità che spetta per legge in caso di morte a moglie e figli. Oggi la norma ha paletti rigidi che limitano la discrezionalità del genitore che redige il testamento. Nel caso dei Berlusconi, per dire, il presidente del Consiglio sarebbe obbligato a girare il 25% del suo patrimonio alla moglie - e Veronica Lario è tale fino al divorzio - e il 50% ai figli, diviso in parti uguali. A lui rimarrebbe in mano solo il 25% da distribuire a piacere. Questa formula (vedi tabella) concentrerebbe automaticamente nelle mani della seconda moglie e dei suoi tre figli il controllo del Biscione.

Visti gli screzi in famiglia, il premier è da tempo a caccia di una soluzione che gli liberi le mani. Il primo Cavallo di Troia - andato in fumo - è stata un norma presentata dalla Associazione delle aziende familiari (Adaf) che tagliava tout court la quota della legittima al 50% dell'eredità. Lo scopo dell'Adaf era quello "di agevolare il passaggio di controllo delle pmi tricolori garantendo continuità aziendale e riducendo la conflittualità tra figli". L'effetto collaterale era quello di togliere le castagne dal fuoco al Cavaliere.
Fallito questo tentativo, la legge "anti-Veronica" è rispuntata nel decreto sviluppo. L'articolo 542 conferma che alla moglie spetta un quarto dell'eredità e ai figli la metà. Ma i margini di manovra di chi redige il testamento raddoppiano: del 50% riservato ai figli, solo la metà va divisa in parti uguali. Il resto può essere distribuito a piacere a uno o più di loro a sua scelta. In soldoni: oggi Silvio Berlusconi ha in mano un jolly pari al 15,9% di Fininvest che non gli consente di sparigliare le carte e fa pendere l'ago della bilancia nel risiko di Arcore verso la seconda moglie. Se la bozza diventerà legge, invece, il premier avrà a disposizione il 31,74%. E a decidere chi terrà in futuro le redini dell'impero di casa sarà solo lui.

(25 ottobre 2011)


Per interessi del tutto privati si mette a rischio l'uguaglianza dei diritti dei figli di tutte le famiglie italiane...si torna al medioevo,a quando il ripristino dello ius primae noctis ? diavolo
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Messaggio Da camila Mer 26 Ott 2011, 09:37

LA NECESSITÀ DI UNA SVOLTA VERA
Mettere il Paese davanti a tutto

Prima il Paese. L'Italia non è la Grecia. È la settima economia al mondo, la seconda industria manifatturiera d'Europa. Ha più patrimonio che debiti. È ricca il doppio della Spagna. È perfettamente solvibile. Fine. Non merita ironie e sarcasmi. Ma il rispetto deve conquistarselo. E poi pretenderlo. Le misure che l'Europa ci chiede sono sempre state necessarie. Ora lo sono anche per gli altri, per la salvezza dell'euro. Le avessimo adottate per tempo, non correremmo il rischio di confezionarle in fretta e male. Da commissariati. Qualcuno dice: no al diktat di Bruxelles. Bene, ma non scordiamoci che: siamo un Paese fondatore dell'Unione europea; che chiediamo ogni anno 200 miliardi in prestito; che viviamo di export e moriremmo di autarchia (è già accaduto). Il resto sono chiacchiere in libertà e perniciose illusioni.

Sarà anche ingiusto, ma oggi siamo percepiti come il lato debole dell'Europa. Perché non siamo più credibili. Abbiamo annunciato per mesi provvedimenti poi smentiti o non attuati. Varato sì una manovra da 59,8 miliardi, di cui 20 però incerti, ma per la crescita, che rende sostenibile il debito, non è stato fatto finora nulla. Alesina e Giavazzi, sul Corriere , hanno proposto misure concrete. Discutiamone. Non basta una lettera d'intenti (Tremonti l'ha firmata?) per dimostrare agli altri, dopo mesi di ondeggiamenti, che facciamo finalmente sul serio. Berlusconi sembra voler sopravvivere a se stesso. Ma se non è in grado di adottare, per l'opposizione della Lega, provvedimenti seri ed equi, non solo sulle pensioni, ne tragga le conseguenze. E in fretta. Vada da Napolitano e rimetta il mandato. Esiste in Europa, piaccia o no (a noi non piace perché vi vediamo anche un pregiudizio anti-italiano) un problema legato alla persona del premier, più che al governo. E la colpa è solo sua. Il Cavaliere, con il quale la storia sarà meno ingenerosa della cronaca, è anche uomo d'azienda. Sa valutare il momento in cui è necessario mettersi da parte per salvare la sua creatura, il partito e le future sorti del centrodestra italiano. Ma prima ancora viene il Paese. Una volta tanto.

E la soluzione quale potrebbe essere? Non è semplice. Più volte, su queste colonne, si è invitato il premier a fare come Zapatero: chiedere le elezioni anticipate e dire che non si ricandiderà. L'avesse fatto, saremmo fuori dal mirino della speculazione. Come la Spagna. Oggi, davanti alla palese dissoluzione di una maggioranza, che vota la fiducia ma non governa, l'esito non potrebbe essere che quello di elezioni ravvicinate, imposte dagli eventi. Un eventuale governo Letta o Schifani, o tecnico (improbabile) di cui si parla in queste ore, si troverebbe comunque nella scomoda necessità di dare una risposta economica credibile ai mercati. E di fare scelte impopolari e costose in termini di consensi. Una proposta utile potrebbe essere quella di considerare il «pacchetto Europa» di un eventuale nuovo esecutivo come un programma bipartisan, aperto al contributo e al voto di tutti. Un'opposizione responsabile, se si trovasse al governo, non potrebbe fare diversamente su molti temi oggi in discussione. E non avrebbe più l'alibi della presenza ingombrante di Berlusconi. Ma a giudicare dalle dichiarazioni di queste ore, sembrano prevalere populismo e opportunismo. Le malattie italiane sono tante, purtroppo.
Ferruccio de Bortoli

http://www.corriere.it/editoriali/11_ottobre_26/mettere-il-paese-davanti-a-tutto-ferruccio-de-bortoli_bc8b4710-ff92-11e0-9c44-5417ae399559.shtml
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Messaggio Da camila Gio 27 Ott 2011, 16:51

La Lega: Virgilio era un terrone

Favoloso a Mantova: l'assessore al turismo si scaglia contro la celebrazione del poeta perché «se n'è andato a Roma, poi in Calabria, infine a Napoli, insomma ci ha traditi». E aggiunge: «Molto meglio il padano Teofilo Folengo»
(27 ottobre 2011)
"Cara Mantova, bentornata in Lombardia". Così esultava Roberto Formigoni l'anno scorso per la città lombarda espugnata dal centrodestra. Non calcolava la Tunisia. Proprio il viaggio in Tunisia fatto dal sindaco del Pdl Nicola Sodano per negoziare il prestito del raro mosaico di Virgilio tra le Muse per la grande mostra virgiliana aperta a Palazzo Te il 15 ottobre ha scatenato la Lega, alleata di giunta sempre più inquieta: cultura sprecona, costi eccessivi. In più, la provocazione dell'assessore al Turismo, Vincenzo Chizzini: era meglio celebrare il poeta Teofilo Folengo, perché Virgilio, testuali parole, "se n'è andato a Roma, in Calabria, infine a Napoli, dove è sepolto. Ci ha traditi".

Ma non bastava Virgilio terrone.

Il parlamentare bossiano Gianni Fava ha bollato l'inaugurazione con gli ospiti tunisini (console, ministro, sindaco di Cartagine), presente la connazionale Afef Jnifen con Marco Tronchetti Provera, come "ricettacolo di soubrette a fine carriera".
L'estrema rozzezza dei toni ha fatto infuriare il mite sindaco Sodano, inasprendo i rapporti già tesi. Al punto che la parte oltranzista della Lega minaccia di ritirare i suoi assessori.

Chissà se il presidente Napolitano, già pesantemente offeso dal capogruppo leghista l'anno scorso, verrà a omaggiare Virgilio il 7 dicembre. Meglio la prima della Scala. T. M.


http://espresso.repubblica.it/dettaglio/la-lega-virgilio-era-un-terrone/2164844#commentatutti

« Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc
Parthenope; cecini pascua rura duces »

« Mi ha generato Mantova, la Puglia mi ha strappato alla vita, ora Napoli conserva i miei resti; ho cantato pascoli, campi, eroi »


Questo è per l'assessore Chizzini:gli sarà capitato di leggere l'epitaffio in latino...gli faccio omaggio della traduzione,i miei avi parlavano questa astrusa lingua ,in Terronia spia

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Messaggio Da mafalda Gio 27 Ott 2011, 17:46

Camila, è uno scherzo , vero ? neutro
Non può essere una notizia vera triste
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Messaggio Da camila Ven 28 Ott 2011, 11:39

Ferrara occupa Rai Due, lo spazio che fu di Annozero ora è suo

Da gennaio l'Elefantino sarà in onda il giovedì in prima serata sulla seconda rete. "E' stata un'ispirazione, ho preso la cattedra di Enzo Biagi e ora il trono di Michele Santoro"
Giuliano Ferrara è sportivo: “Che c’è? Sono impegnato. Ci sentiamo più tardi”. Richiama: “Volete sapere del mio nuovo programma? Bene, potete pure scrivere che sono cornuto, ma vi voglio dare una notizia”. Calma, prego: “Una mattina sfogliavo un giornale, leggevo gli ascolti di Rai 2 e di Gianluigi Paragone, stanco di manifestazioni, petizioni, appelli e un’ispirazione mi ha travolto”.

Che fare in quei momenti di vorace estrosità? Ferrara accende una sigaretta, prende la tastiera e scrive al direttore generale Rai: “Cara Lorenza…”. Non c’è bisogno nemmeno di arrivare al punto perché Lorenza Lei, entusiasta per l’offerta, ordina uomini, scalette, studi. E annuncia in Vigilanza: “A gennaio avremo un sostituto di Annozero su Rai 2”, tanto per far dimenticare il disastro di Star Academy e la scomparsa di milioni di euro in pubblicità.

Il direttore del Foglio ha spedito la lettera senza ricevuta di ritorno, ma avrà quel che chiede: “Non conosco l’esito. Non posso sapere i progetti di viale Mazzini”. Però, quel pezzo di palinsesto che fu di Santoro è un trofeo incustodito: “Ascolta con attenzione, mi spiace che il tono di voce sul giornale valga zero, ma senti il mio gusto: prima eredito la cattedra di Enzo Biagi, adesso il trono di Michele Santoro …”. Puntini sospensivi.

Manca soltanto Daniele Luttazzi e poi, ironia berlusconiana, l’editto di Sofia è completo. E Qui Radio Londra? “Ah, non ci rinuncio”. Anche se l’espatrio di Ferrara è un cerotto per fermare l’emorragia di ascolti su Rai 1: il monologo quotidiano è fiacco, il contratto triennale è intoccabile, meglio provare altrove. L’ex ministro di B. è pronto a infiltrarsi nel ciclone campagna elettorale, c’è persino il titolo: “Eccolo: L’esame. Perché vorrei che ci sia un confronto di opinioni, io non sono per la verità estrapolata come il molare dal dentista, io non sono la voce del popolo. Vorrei qualcosa di veloce e dinamico: pochi filmati, due mie interviste a due personaggi diversi, un gruppo di persone che giudica e consente al sondaggista Nando Pagnoncelli di fare le sue statistiche”.

Reduce dal balletto di piazza Farnese contro Nicolas Sarkozy, splendido il giro di valzer con Daniela Santanchè, l’ex comunista Ferrara è sempre fedele al Cavaliere. Rientra in quel gruppetto di giornalisti di destra che, senza chiedere permessi, può decidere quando e come lavorare per il servizio pubblico. Poi, il resto è protocollo. Stupida burocrazia. Lorenza Lei, arguta, detta tempi e modi: sede di via Teulada (la più centrale), periodo gennaio-giugno (si vota, magari), massima discrezione (l’operazione vale la riconferma). Per motivi intellettuali o politici, Ferrara è un fenomeno del genere: sarà l’unico giornalista che, fallito un esperimento di cinque minuti, viene promosso in prima serata per due ore. Il direttore è sincero: “Non mi aspetto cifre esplosive di share, vorrei concedere ai telespettatori due ore di sana e pacata riflessione”. Sana, vedremo. Pacata, chissà. Per l’azienda i numeri Auditel sono una categoria dello spirito, poco importa se un giorno Mediaset vince: non si litiga fra parenti.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/10/28/ferrara-occupa-rai2-il-nuovo-annozero-lui/166920/
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Messaggio Da Delilah Ven 28 Ott 2011, 11:52

camila ha scritto:La Lega: Virgilio era un terrone

Favoloso a Mantova: l'assessore al turismo si scaglia contro la celebrazione del poeta perché «se n'è andato a Roma, poi in Calabria, infine a Napoli, insomma ci ha traditi». E aggiunge: «Molto meglio il padano Teofilo Folengo»
(27 ottobre 2011)
"Cara Mantova, bentornata in Lombardia". Così esultava Roberto Formigoni l'anno scorso per la città lombarda espugnata dal centrodestra. Non calcolava la Tunisia. Proprio il viaggio in Tunisia fatto dal sindaco del Pdl Nicola Sodano per negoziare il prestito del raro mosaico di Virgilio tra le Muse per la grande mostra virgiliana aperta a Palazzo Te il 15 ottobre ha scatenato la Lega, alleata di giunta sempre più inquieta: cultura sprecona, costi eccessivi. In più, la provocazione dell'assessore al Turismo, Vincenzo Chizzini: era meglio celebrare il poeta Teofilo Folengo, perché Virgilio, testuali parole, "se n'è andato a Roma, in Calabria, infine a Napoli, dove è sepolto. Ci ha traditi".

Ma non bastava Virgilio terrone.

Il parlamentare bossiano Gianni Fava ha bollato l'inaugurazione con gli ospiti tunisini (console, ministro, sindaco di Cartagine), presente la connazionale Afef Jnifen con Marco Tronchetti Provera, come "ricettacolo di soubrette a fine carriera".
L'estrema rozzezza dei toni ha fatto infuriare il mite sindaco Sodano, inasprendo i rapporti già tesi. Al punto che la parte oltranzista della Lega minaccia di ritirare i suoi assessori.

Chissà se il presidente Napolitano, già pesantemente offeso dal capogruppo leghista l'anno scorso, verrà a omaggiare Virgilio il 7 dicembre. Meglio la prima della Scala. T. M.


http://espresso.repubblica.it/dettaglio/la-lega-virgilio-era-un-terrone/2164844#commentatutti

« Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc
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Messaggio Da camila Mer 02 Nov 2011, 10:38

La vergogna delle auto blu-blu
Scritto da: Fabio Cavalera alle 16:43 del 01/11/2011


In Italia circolano 72 mila auto blu: il dato ufficiale basta consultarlo sul sito del Formez che ha compiuto il monitoraggio per conto del ministero della pubblica amministrazione. Numero sbalorditivo ma il bello deve ancora venire.
Già, perchè si scopre che la nostra burocrazia è riuscita a catalogare le auto di servizio in tre gruppi: le "auto blu-blu" (proprio così, due volte blu) che sono quelle di rappresentanza politico-istituzionale "a disposizione di autorità e alte cariche dello Stato e delle amministrazioni locali" (circa 2 mila), poi le "auto blu" (una sola volta blu) che sono quelle a disposizione dei "dirigenti apicali" (testuale, circa 10 mila), infine le "auto grigie" adibite, dice la relazione del Formez, ai "servizi operativi" (60 mila). Gli addetti sono 35 mila (di cui 14 mila autisti), la spesa per il personale è di 1,2 miliardi di euro all'anno. La spesa di gestione è di 350 milioni di euro che, sommando gli ammortamenti, diventa di 650 milioni. C'è poco da commentare, basta una parola: vergogna.

E nel Regno Unito? Occorre una premessa: le auto di servizio vengono gestite da un'authority che dipende dal ministero dei trasporti e si chiama "Government Car and Despatch Agency". In pratica, se un dipartimento ha bisogno di un'auto blu deve rivolgersi e farne richiesta all'Agenzia. Ecco i numeri ufficiali (anche in questo caso consultabili facilmente sul sito della "GCDA" oltre che del governo): al 31 marzo 2010 le auto blu in dotazione ai ministeri erano 78, il parco auto era complessivamente di 261 nel 2010, sceso a 195 nel 2011. Per parco auto s'intendono le vetture "blu-blu" (usiamo la terminlogia italiana e non quella britannica che si limita a un sobrio "ministerial cars") e le vetture "blu" e "grigie", utlilizzate per i servizi (ad esempio trasporto documenti e posta). Gli addetti sono 239 e il costo complessivo è di circa 7 milioni di sterline.

Ammettiamo pure che alla statistica sfuggano le auto di rappresentanza della famiglia reale (che sono 8). Ammettiamo che sfuggano pure quelle dei magistrati dell'Alta Corte e dei sindaci delle maggiori città. Nonostante tutto il raffronto fra Roma e Londra (sulle auto blu-blu) è imbarazzante. E poi ci sorprendiamo se scivoliamo sempre più giù...

twitter: @fcavalera.

http://bigben.corriere.it/


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Messaggio Da camila Mer 02 Nov 2011, 15:05

Berlusconi e Apicella, rimandata sine die la pubblicazione del nuovo album

02 nov 2011 - La difficilissima situazione internazionale, che sta costringendo proprio in queste ore il premier ad un tour de force in vista del consiglio dei Ministri di questa sera, ha portato Silvio Berlusconi e Mariano Apicella a rimandare a data da destinarsi la pubblicazione del loro nuovo album congiunto: a rivelarlo è stato l'arrangiatore e autore Angelo Valsiglio nel corso di un'intervista rilasciata al periodico della SIAE "Viva Verdi". In vista della pubblicazione del disco, intitolato "Il vero amore" e già pronto sin dallo scorso settembre, era già stato programmato un sontuoso showcase in un non meglio specificato locale di Milano per il mese di ottobre: poi la crisi del debito sovrano e le conseguenti tensioni sia coi partner europei sia in seno alla maggioranza di governo hanno costretto l'illustre paroliere a optare per un profilo molto più basso, fino a rimandare a tempo indeterminato il lancio dell'album sul mercato. Nel disco, riferisce Marinella Venegoni su La Stampa, trovano spazio undici brani, firmati da Berlusconi - coinvolto nel progetto in veste di paroliere - e Apicella, compositore delle musiche: i testi, tutti in italiano, eccezion fatta per qualche inserto in napoletano, sono accompagnati da - come ammette lo stesso Valsiglio - "una produzione davvero elegante e raffinata, con tinte brasiliane". E' emerso anche lo stralcio di una lirica, nella quale i più potranno riconoscere la mano dell'autore: "Ascoltale queste canzoni sono per te/sentile quando hai sete di carezze/cantale quando hai fame di tenerezze/ prendile queste note, rubale al nostro amore/tienile dentro il cuore/portale via con te/ spogliati che c’è il mare/tutto da respirare...".


http://www.rockol.it/news-307442/Berlusconi-e-Apicella,-rimandata-sine-die-la-pubblicazione-del-nuovo-album

censura noi affoghiamo nella melma e lui ...canta
Spoiler:
e " qualcuna" si è affrettata a recensirlo vomito
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Messaggio Da mafalda Gio 03 Nov 2011, 18:48

http://blog.panorama.it/italia/2011/11/03/andrea-rosi-sony-italia-vi-racconto-il-futuro-del-settore-discografico/
Andrea Rosi (Sony Italia): “Vi racconto il futuro del settore discografico”

«Il download andrà progressivamente a esaurirsi, si affermerà sempre più lo streaming. Per la musica si passa da un concetto di contenuto a uno di servizio, magari compreso nella tariffa di altri servizi, come il canone della tv o l’abbonamento al telefono». Ecco, mentre in Italia ancora ci si stupisce per la flessione del cd e qualcuno la etichetta come una novità, Andrea Rosi, presidente di Sony Music Italia, racconta le tendenze del settore. E lo fa con cognizione di causa, con quella giustificata fama da innovatore che si porta dietro: dodici anni fa era direttore di Vitaminic, portale che anticipava iTunes e tutti i suoi epigoni odierni, oggi guida il braccio italiano di una delle più importanti case discografiche del mondo.

Musica come servizio, insomma?
«Ma sì, ne parlava Gerd Leonhard già nel 2003 paragonandola all’acqua. Si può pagare la bottiglia, oppure quando si apre il rubinetto. In questo secondo caso sembra gratuita, ma non lo è, è fornita e tariffata come un servizio, come un flusso, non a confezione».
Nel frattempo come si è modificato l’approccio al mercato delle case discografiche?
«Si stanno trasformando. Prima avevamo contratti con gli artisti per gestire le loro registrazioni, ora si parla in generale di diritti. Ci stiamo allargando verso campi che includono concerti dal vivo, immagine, sponsor, digitale».

I cantanti collaborano?
«La complicità è basilare per agire su numerosi territori. Uno dei più grandi malintesi del passato era immaginare le major come delle succhia sangue che si accanivano su dei poveri tapini».

Quanto ha inciso la pirateria su questo processo?
«Diciamo che è andata di pari passo con le nuove opportunità offerte dalla tecnologia. Di sicuro ha inciso sui tagli ai costi e sull’emorragia di posti di lavoro nel settore. Ma ci stiamo reinventando con competenze nuove, persone con uno spirito più fresco. Oggi si parla di digital sales, di web marketing, di marketing virale».

E c’è chi immagina un tracollo della case discografiche, però.
«La tenuta non è assolutamente in discussione. La situazione generale è difficile, ma le opportunità non mancano. Il consumo della musica è aumentato, bisogna riuscire a monetizzarlo. In Svezia ci sono 6,5 milioni di abitanti e 1 milione di abbonati a Spotify (noto servizio di musica in streaming, ndr). È tutta questione di cultura».

Come la si crea?
«Non con la repressione. Mi rendo conto che sul tema ci sia molta ignoranza. Scaricare musica in Italia è vista solo nell’accezione negativa del termine, invece è un business importante, con prezzi competitivi e un servizio di qualità, che, non dimentichiamolo, riconosce il diritto d’autore. Ci saranno sempre i furbi, questo è chiaro».

Su questo punto dovrebbe esserci il soccorso delle leggi.
«Certo, le regole sono le fondamenta, assieme a un maggior impegno da parte delle istituzioni e delle industrie per far capire cosa sta succedendo, quali rischi si corrono. E questo discorso vale pure per il cinema e l’editoria».

Soprattutto oggi che numerosi siti offrono link per scaricare in pochi minuti, senza attese, interi dischi, film e libri non appena escono nei negozi, al cinema o arrivano sugli scaffali. Anzi, a volte, addirittura in anticipo.
«Capiamoci: non è sostenibile fare paragoni, in termini di offerta e di prezzi, con la pirateria gratuita. Non può essere elevata al livello di competitor, non ha alcun senso. Il lavoro in qualche modo va retribuito. Scaricare illegalmente un disco sarà sempre come buttare un mattone nella vetrina di Prada e portarsi via un vestito».

marco.morello
Giovedì 3 Novembre 2011

(Se il paese di riferimento è la Svezia, la vedo dura per l' Italia :uhm: )
mafalda
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Messaggio Da daluxx Ven 04 Nov 2011, 10:32

Veramente interessante questo articolo!!!!
Grazie mafalda per averlo riportato ok
Per come stiamo messi in Italia..in generale proprio..pure io la vedo dura..
magia
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mengonella
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