IL MENGONI DELLA TUSCIA VERSIONE 2.0

L’EVOLUZIONE CONTINUA.

Esimi colleghi della A.Z.M.,

come ben sapete il letargo del Mengoni della Tuscia è finito.

L’animaletto celestialex magno per eccellenza, sprofondato in una dimensione catatonica e di isolamento per 9 lunghissimi mesi, alla fine ne è riemerso. Più forte che mai, più determinato che mai, e soprattutto……più evoluto che mai rispetto a quanto potessimo ricordare ed anche solo immaginare!

L’attesa per questo risveglio era così tanta che, in qualità di membro dell’A.Z.M., non ho potuto sottrarmi dal dedicare una intera settimana di osservazioni del Tusciano in azione nella fase post-letargica.

Ma andiamo per ordine, nel catalogare le prove della nuova fase evolutiva del Tusciano.

1) IL TUSCIANO NON PERDE PIU’ IL PELO…. MA LO RICOSTITUISCE IN UN FOLTO MANTO.

Se vi ricordate, quello che caratterizzò il Tusciano fin dalla sua prima apparizione nel laboratorio degli animali canterini, era stata l’assenza di ogni tipologia peluria – eccettuata la folta chioma e il ciuffo radar (emettitore di scariche ormonali).

Da queste ultime immagini pubbliche invece, non possiamo non verificare la comparsa di una folta peluria, che potrebbe essere nata a causa della lunga fase letargica del Mengoni. Troppo pigro per ricorrere a ceretta e pinzette sfoltitrici? Troppo indaffarato nella costruzione della sua arma di soggiogazione delle masse – l’oggetto rotondo detto Ciddì?!

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Noi della A.Z.M. crediamo che la peluria del Mengoni possa avere anche altra natura: una specie di corazza protettiva dagli agenti esterni e dagli attacchi delle specie predatrici?
A voi un altra eloquente immagine.

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2) IL TUSCIANO SI SPOGLIA – STA MUTANDO TEMPERATURA?

Anche lo studio di questo fenomeno evolutivo potrebbe dare risultati interessanti e contributi innovativi, per la branca più ampia dello studio dei cambiamenti climatici terrestri.

Vi ricordate il Tusciano, intabarrato in quegli sciarponi di lana che tanto lo resero famoso?

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Dimenticatelo! Eccolo infatti mostrare senza remore delle nudità davvero inedite per lui.
Cosa sta accadendo al Tusciano? Il surriscaldamento terrestre sta colpendo anche lui? Dopo l‘orso polare ed il pinguino imperatore, dovremo preoccuparci anche della sopravvivenza del tusciano alle alte temperature?

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E mentre la scienza si interroga…e il Mengoni si spoglia….c'è chi "soffre". Tutti noi.

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3) IL TUSCIANO E LA MEMBRANA PROTETTIVA

Se il Tusciano da una parte si scopre, da altra parte però si copre……e in maniera sempre più marcata e indelebile. Oggi infatti il Tusciano si presenta coperto di una seconda pelle sintetica e refrattaria a qualsiasi agente esterno, che non abbandona mai. ma proprio mai.

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Gli studiosi dell’A.Z.M. stanno cercando di scoprire di quale materiale innovativo sia composta questa membrana eccezionale, che non si rovina per il prolungato uso, non si sporca, non si decompone, diventa come una seconda pelle. Che sia una versione moderna di questa:

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o anche di questa, a cui probabilmente si ispira.

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O forse…non sarà mica l’anello di congiunzione tra il Mengoni della Tuscia e………….

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4) LO SGUARDO INGRAVIDANTE – L’ARMA FINALE.

Ma dopo aver studiato i nuovi aspetti di questa versione 2.0 del Mengoni della Tuscia, non possiamo non affermare che una delle sue caratteristiche più pericolose e temibili è rimasta immutata. Ed anzi è oggi addirittura amplificata, potenziata. Il temibile SGUARDO INGRAVIDANTE.

Ormai il Tusciano non si nasconde più. Il suo tentativo di soggiogare e rendere schiavo il genere umano è palese.
Il Tusciano ha diffuso e sta diffondendo intorno a tutti noi la sua arma letale.
Ve lo potreste ritrovare davanti nei posti più impensabili: mentre fate la spese al supermercato, quando andate a comprare il giornale, a giocare la schedina del totocalcio. Mentre gironzolate su internet. Quando andate dalla parrucchiera a fare la piega. Dal benzinaio per il pieno.

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Lo sguardo ingravidante del Tusciano è sempre dietro l’angolo.

Noi della A.Z.M. non vogliamo scatenare il panico, non vogliamo che la popolazione tema.
Non si conosce ancora un modo per rendere meno letale questo pericolo.
Ma possiamo, da studiosi, darvi delle istruzioni per affrontarlo: afferrate l’oggetto rotondo detto Ciddì. Apritelo. Distogliete gli occhi dallo sguardo ingravidante del Tusciano. Ce la potete fare. Daje.
Poi inserite l’oggetto rotondo nel lettore ciddì. E se non siete stati soggiogati e finiti da quello sguardo, fatevi soggiogare dalla voce dell’animale celestialex magno.
Perché c’è solo una cosa da fare ormai….farsi dare il colpo di grazia dalla versione 2.0 dell’era tuscianica.

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Esimi colleghi, io non sono riuscita a resistere.
Provateci un po’ voi.

La vostra,
Dr.ssa Valletta, membro della A.Z.M.