Ci hanno lasciato ...
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Re: Ci hanno lasciato ...
si sono ritrovati...ciao,Sandra e Raimondo
camila- mengonella
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Re: Ci hanno lasciato ...
L'ho appena letto....senza risultare cinica, credo che Sandra sia più felice così
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duful- mengonella
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Re: Ci hanno lasciato ...
era già molto malata,poi la morte di Raimondo l'ha devastata.Quanto si amavano.
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Re: Ci hanno lasciato ...
CINEMA
Addio ad Arthur Penn, 88 anni
il regista di «Bonnie & Clyde»
È morto a 88 anni Arthur Penn, il regista statunitense che cambiò il modo di fare cinema di un'intera generazione con il suo Bonnie & Clyde (in italiano Gangster story) del 1967. Ma tra l'elenco dei suoi film non è semplice scegliere il più famoso: da Anna dei miracoli (con Anne Bancroft) del 1962 a Alice's Restaurant (1969), da Piccolo grande uomo (1970) a Target-Scuola omicidi (1985).
L'ESORDIO - Se Bonnie e Clyde, 2 Oscar e 10 nomination, interpretato da Warren Beatty e Faye Dunaway, e che originariamente avrebbe dovuto avere Jean-Luc Godard e François Truffaut come sceneggiatori, trasportò definitivamente il cinema americano dalla sua epoca classica a quella moderna, già l'esordio dietro la macchina da presa di Penn, ex regista teatrale, non lasciò indifferente critica e pubblico, con Paul Newman nei panni di Billy the Kid (Furia selvaggia, 1958). Secondo la critica americana, due pietre miliari come Taxi Driver di Martin Scorsese e Il padrino di Francis Ford Coppola sarebbero stati impensabili senza Bonnie & Clyde. Per questo film, come per Anna dei miracoli e per Alice's Restaurant, Penn ricevette la nomination come miglior regista all'Oscar, ma senza vincerlo. Bonnie & Clyde aveva sconcertato i critici col suo mix senza precedenti di comicità, sesso e violenza estrema. Una scena famosa vede i due protagonisti rapinare una banca con cadenze comiche finché Clyde uccide un cassiere con un colpo di pistola in piena faccia. I critici avevano bocciato il film. Ma l'accoglienza del pubblico era stata trionfale. «La gente ride e alla fine del film esplode in un prolungato applauso», aveva scritto un critico. Memorabile anche lo slogan del film: «Sono giovani. Si amano. Uccidono persone».
VITA - Nato il 27 settembre 1922 a Philadelphia, Arthur Penn era figlio di un orologiaio e di un'infermiera di origine ebrea russa. I genitori si separarono quando Arthur aveva solo 3 anni. Con la madre e il fratello Irving (che sarebbe poi divenuto un celebre fotografo), si trasferì a New York, dove cambiò molte volte casa e scuola a seconda delle necessità professionali della madre. A 14 anni, Penn andò dal padre a Philadelphia, dove iniziò a studiare teatro durante il liceo. Tornato a New York, studiò col celebre Stanislavski, prima di diventare un autore televisivo negli anni 50. Nel dopoguerra aveva studiato anche in Italia, prima a Perugia e poi a Firenze.
29 settembre 2010
corriere della sera
Addio ad Arthur Penn, 88 anni
il regista di «Bonnie & Clyde»
È morto a 88 anni Arthur Penn, il regista statunitense che cambiò il modo di fare cinema di un'intera generazione con il suo Bonnie & Clyde (in italiano Gangster story) del 1967. Ma tra l'elenco dei suoi film non è semplice scegliere il più famoso: da Anna dei miracoli (con Anne Bancroft) del 1962 a Alice's Restaurant (1969), da Piccolo grande uomo (1970) a Target-Scuola omicidi (1985).
L'ESORDIO - Se Bonnie e Clyde, 2 Oscar e 10 nomination, interpretato da Warren Beatty e Faye Dunaway, e che originariamente avrebbe dovuto avere Jean-Luc Godard e François Truffaut come sceneggiatori, trasportò definitivamente il cinema americano dalla sua epoca classica a quella moderna, già l'esordio dietro la macchina da presa di Penn, ex regista teatrale, non lasciò indifferente critica e pubblico, con Paul Newman nei panni di Billy the Kid (Furia selvaggia, 1958). Secondo la critica americana, due pietre miliari come Taxi Driver di Martin Scorsese e Il padrino di Francis Ford Coppola sarebbero stati impensabili senza Bonnie & Clyde. Per questo film, come per Anna dei miracoli e per Alice's Restaurant, Penn ricevette la nomination come miglior regista all'Oscar, ma senza vincerlo. Bonnie & Clyde aveva sconcertato i critici col suo mix senza precedenti di comicità, sesso e violenza estrema. Una scena famosa vede i due protagonisti rapinare una banca con cadenze comiche finché Clyde uccide un cassiere con un colpo di pistola in piena faccia. I critici avevano bocciato il film. Ma l'accoglienza del pubblico era stata trionfale. «La gente ride e alla fine del film esplode in un prolungato applauso», aveva scritto un critico. Memorabile anche lo slogan del film: «Sono giovani. Si amano. Uccidono persone».
VITA - Nato il 27 settembre 1922 a Philadelphia, Arthur Penn era figlio di un orologiaio e di un'infermiera di origine ebrea russa. I genitori si separarono quando Arthur aveva solo 3 anni. Con la madre e il fratello Irving (che sarebbe poi divenuto un celebre fotografo), si trasferì a New York, dove cambiò molte volte casa e scuola a seconda delle necessità professionali della madre. A 14 anni, Penn andò dal padre a Philadelphia, dove iniziò a studiare teatro durante il liceo. Tornato a New York, studiò col celebre Stanislavski, prima di diventare un autore televisivo negli anni 50. Nel dopoguerra aveva studiato anche in Italia, prima a Perugia e poi a Firenze.
29 settembre 2010
corriere della sera
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Re: Ci hanno lasciato ...
Una lunga carriera nelle commedie all'italiana
Morto l'attore Vincenzo Crocitti
Era diventato noto al grande pubblico grazie alla parte del dottor Mariano Valenti in "Un medico in famiglia"
Una lunga carriera nelle commedie all'italiana
Morto l'attore Vincenzo Crocitti
Era diventato noto al grande pubblico grazie alla parte del dottor Mariano Valenti in "Un medico in famiglia"
ROMA - È morto nella notte a Roma dopo una lunga malattia l'attore Vincenzo Crocitti. Aveva 61 anni. Caratterista di valore, calabrese di origine, aveva interpretato alcuni film e serie tv di successo.
CON MONICELLI E SORDI - Aveva esordito a 28 anni con la parte dell'amato figlio di Alberto Sordi in Un borghese piccolo piccolo di Mario Monicelli. Dopo una lunga carriera nella commedia all'italiana, era diventato noto al grande pubblico grazie al ruolo del dottor Mariano Valenti in Un medico in famiglia su Raiuno e poi con il personaggio del vicebrigadiere Bordi in Carabinieri su Canale 5.
AL BANO E ORZOWEI - Agli inizi della carriera Crocitti partecipò anche al film musicale «Nel sole» nel 1967 con Al Bano e Romina Power e successivamente fece parte del cast del telefilm televisivo Orzowei. Tra gli altri film ha lavorato in Rag. Arturo De Fanti, bancario precario, Melodrammore, Romanzo popolare al fianco di Ugo Tognazzi, Michele Placido e una splendida Ornella Muti, Il colonnello Buttiglione diventa generale, I sette magnifici cornuti.
http://www.corriere.it/spettacoli/10_settembre_29/morto-attore-vincenzo-crocitti_01cc0d08-cba7-11df-a93d-00144f02aabe.shtml
Morto l'attore Vincenzo Crocitti
Era diventato noto al grande pubblico grazie alla parte del dottor Mariano Valenti in "Un medico in famiglia"
Una lunga carriera nelle commedie all'italiana
Morto l'attore Vincenzo Crocitti
Era diventato noto al grande pubblico grazie alla parte del dottor Mariano Valenti in "Un medico in famiglia"
ROMA - È morto nella notte a Roma dopo una lunga malattia l'attore Vincenzo Crocitti. Aveva 61 anni. Caratterista di valore, calabrese di origine, aveva interpretato alcuni film e serie tv di successo.
CON MONICELLI E SORDI - Aveva esordito a 28 anni con la parte dell'amato figlio di Alberto Sordi in Un borghese piccolo piccolo di Mario Monicelli. Dopo una lunga carriera nella commedia all'italiana, era diventato noto al grande pubblico grazie al ruolo del dottor Mariano Valenti in Un medico in famiglia su Raiuno e poi con il personaggio del vicebrigadiere Bordi in Carabinieri su Canale 5.
AL BANO E ORZOWEI - Agli inizi della carriera Crocitti partecipò anche al film musicale «Nel sole» nel 1967 con Al Bano e Romina Power e successivamente fece parte del cast del telefilm televisivo Orzowei. Tra gli altri film ha lavorato in Rag. Arturo De Fanti, bancario precario, Melodrammore, Romanzo popolare al fianco di Ugo Tognazzi, Michele Placido e una splendida Ornella Muti, Il colonnello Buttiglione diventa generale, I sette magnifici cornuti.
http://www.corriere.it/spettacoli/10_settembre_29/morto-attore-vincenzo-crocitti_01cc0d08-cba7-11df-a93d-00144f02aabe.shtml
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Re: Ci hanno lasciato ...
http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/09/30/news/morto_curtis-7575892/?ref=HRERO-1
Hollywood piange la morte di Tony Curtis
eterno seduttore di "A qualcuno piace caldo"
La figlia Jamie Lee annuncia in tv la scomparsa dell'attore, indimenticabile partner di Lemmon e della Monroe (con cui ebbe anche una vera love-story) nel cult di Billy Wilder. Ma il pubblico italiano lo ha amato anche a fianco di Roger Moore in "Attenti a quei due"
di CLAUDIA MORGOGLIONE
Tony Curtis vestito da donna con Marilyn Monroe
CHI AMA il cinema non potrà mai dimenticarlo vestito da improbabile donna, seduttore di una Marilyn Monroe al massimo del suo splendore. Ma ora Hollywood piange la scomparsa di uno degli ultimi esponenti della sua epoca d'oro: Tony Curtis è morto oggi a Los Angeles, al termine di una lunga malattia. Aveva 85 anni. Con lui se ne va un classico eroe brillante da commedia americana, l'allegro playboy del cult intramontabile A qualcuno piace caldo. Ma anche l'eponente di una famiglia d'arte che ha dato tanto al cinema: tra le sue mogli c'è stata la diva di Psyco Janet Leigh, la figlia Jamie Lee Curtis ha seguito le sue orme ed è diventata una star.
Ed è stata proprio lei, Jamie Lee, a dare la notizia, alla tv americana, della morte del padre. Attore amatissimo anche qui in Italia, grazie ai personaggi ironici, sorridenti, affascinanti interpretati in carriera: uomini quasi sempre personaggi raffinati, ricchi di humor. Non solo sul grande schermo, ma anche in tv: in coppia con Roger Moore, nella mitica serie Attenti a quei due.
Nato nel cuore del Bronx newyorkese da genitori poveri e immigrati, col vero nome di Bernard Schwartz, a dieci anni il futuro attore viene affidato dai genitori, insieme ai due fratelli più piccoli, alle cure dello Stato. Un'infanzia difficile, in cui impara precocemente a contare solo su se stesso, e in cui accumula frustrazione per la sua situazione ma anche una voglia matta di uscire dall'anonimato, dall'indigenza. Così, dopo una parentesi in Marina, si trasforma in James, poi Anthony, poi Tony Curtis, e comincia la sua avventura nel mondo difficile dello showbiz. Emigrando, ovviamente, nella Mecca del cinema: a Hollywood.
Tra la fine degli anni Quaranta e per la maggior parte dei Cinquanta, lo vediamo sullo schermo come spalla di vari attori celebri, come James Stewart in Winchester 73. Ma poi arrivano ruoli più importanti, da protagonista. Che culminano con l'exploit assoluto del 1959. Quando, oltre a Operazione sottoveste con Cary Grant, si trasferisce all'hotel Coronado di San Diego in California per girare con Marilyn Monroe e Jack Lemmon la commedia perfetta: A qualcuno piace caldo, capolavoro firmato Billy Wilder. Insieme all'altro protagonista maschile, interpreta un musicista che per sfuggire ai gangster si veste da donna per entrare in un'orchestrina tutta al femminile. Poi però, per sedurre la più bella componente della band (Zucchero, ovvero Marilyn), si trasforma in un finto miliardario impotente... e contribuisce a fare la storia del cinema.
Subito dopo, lo rivediamo in Spartacus (1960) di Stanley Kubrick, e nello Strangolatore di Boston (1968). Anche se la massima popolarità la ritrova solo quando, accanto a Roger Moore, gira la serie action-comedy televisiva anni Settanta Attenti a quei due: conquistando definitivamente l'amore del pubblico (italiano, in particolare). Nei decenni successivi, lo vediamo ancora, sporadicamente, sul grande schermo, in film come E io mi gioco la bambina (1980) o Vado a vivere a New York (1995). Senza però lasciare il segno.
Ma la vita di Tony Curtis è scandita anche dalle cronache rosa: celebri i suoi flirt con la Monroe ("ci amammo davvero, perse il nostro bambino", ha dichiarato lui molti anni dopo), con Natalie Wood. E con Janet Leigh, poi diventata la prima delle sue mogli. Da cui ha avuto due figli: e proprio una di loro, Jamie Lee Curtis, annuncia adesso la scomparsa del suo simpatico, adorabile e ingombrante papà.
(30 settembre 2010)
Hollywood piange la morte di Tony Curtis
eterno seduttore di "A qualcuno piace caldo"
La figlia Jamie Lee annuncia in tv la scomparsa dell'attore, indimenticabile partner di Lemmon e della Monroe (con cui ebbe anche una vera love-story) nel cult di Billy Wilder. Ma il pubblico italiano lo ha amato anche a fianco di Roger Moore in "Attenti a quei due"
di CLAUDIA MORGOGLIONE
Tony Curtis vestito da donna con Marilyn Monroe
CHI AMA il cinema non potrà mai dimenticarlo vestito da improbabile donna, seduttore di una Marilyn Monroe al massimo del suo splendore. Ma ora Hollywood piange la scomparsa di uno degli ultimi esponenti della sua epoca d'oro: Tony Curtis è morto oggi a Los Angeles, al termine di una lunga malattia. Aveva 85 anni. Con lui se ne va un classico eroe brillante da commedia americana, l'allegro playboy del cult intramontabile A qualcuno piace caldo. Ma anche l'eponente di una famiglia d'arte che ha dato tanto al cinema: tra le sue mogli c'è stata la diva di Psyco Janet Leigh, la figlia Jamie Lee Curtis ha seguito le sue orme ed è diventata una star.
Ed è stata proprio lei, Jamie Lee, a dare la notizia, alla tv americana, della morte del padre. Attore amatissimo anche qui in Italia, grazie ai personaggi ironici, sorridenti, affascinanti interpretati in carriera: uomini quasi sempre personaggi raffinati, ricchi di humor. Non solo sul grande schermo, ma anche in tv: in coppia con Roger Moore, nella mitica serie Attenti a quei due.
Nato nel cuore del Bronx newyorkese da genitori poveri e immigrati, col vero nome di Bernard Schwartz, a dieci anni il futuro attore viene affidato dai genitori, insieme ai due fratelli più piccoli, alle cure dello Stato. Un'infanzia difficile, in cui impara precocemente a contare solo su se stesso, e in cui accumula frustrazione per la sua situazione ma anche una voglia matta di uscire dall'anonimato, dall'indigenza. Così, dopo una parentesi in Marina, si trasforma in James, poi Anthony, poi Tony Curtis, e comincia la sua avventura nel mondo difficile dello showbiz. Emigrando, ovviamente, nella Mecca del cinema: a Hollywood.
Tra la fine degli anni Quaranta e per la maggior parte dei Cinquanta, lo vediamo sullo schermo come spalla di vari attori celebri, come James Stewart in Winchester 73. Ma poi arrivano ruoli più importanti, da protagonista. Che culminano con l'exploit assoluto del 1959. Quando, oltre a Operazione sottoveste con Cary Grant, si trasferisce all'hotel Coronado di San Diego in California per girare con Marilyn Monroe e Jack Lemmon la commedia perfetta: A qualcuno piace caldo, capolavoro firmato Billy Wilder. Insieme all'altro protagonista maschile, interpreta un musicista che per sfuggire ai gangster si veste da donna per entrare in un'orchestrina tutta al femminile. Poi però, per sedurre la più bella componente della band (Zucchero, ovvero Marilyn), si trasforma in un finto miliardario impotente... e contribuisce a fare la storia del cinema.
Subito dopo, lo rivediamo in Spartacus (1960) di Stanley Kubrick, e nello Strangolatore di Boston (1968). Anche se la massima popolarità la ritrova solo quando, accanto a Roger Moore, gira la serie action-comedy televisiva anni Settanta Attenti a quei due: conquistando definitivamente l'amore del pubblico (italiano, in particolare). Nei decenni successivi, lo vediamo ancora, sporadicamente, sul grande schermo, in film come E io mi gioco la bambina (1980) o Vado a vivere a New York (1995). Senza però lasciare il segno.
Ma la vita di Tony Curtis è scandita anche dalle cronache rosa: celebri i suoi flirt con la Monroe ("ci amammo davvero, perse il nostro bambino", ha dichiarato lui molti anni dopo), con Natalie Wood. E con Janet Leigh, poi diventata la prima delle sue mogli. Da cui ha avuto due figli: e proprio una di loro, Jamie Lee Curtis, annuncia adesso la scomparsa del suo simpatico, adorabile e ingombrante papà.
(30 settembre 2010)
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Re: Ci hanno lasciato ...
ciao Tony
Tyn@67- mengonella
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Re: Ci hanno lasciato ...
(ANSA) -ROMA, 8 OTT- E' morto a Roma il regista teatrale Luigi Squarzina. Nato a Livorno nel '27, e' stato uno dei protagonisti del teatro italiano del dopoguerra. Fu direttore dello Stabile di Genova, negli 1972-76, e successivamente del Teatro di Roma.
Intensa la sua attivita' di studio, quale docente di teatro al Dams di Bologna. La famiglia, che ha dato la notizia, ha fissato il funerale per lunedi' prossimo alle ore 10.30, nella chiesa di Santa Maria del Popolo nella capitale.
uno dei più grandi
Intensa la sua attivita' di studio, quale docente di teatro al Dams di Bologna. La famiglia, che ha dato la notizia, ha fissato il funerale per lunedi' prossimo alle ore 10.30, nella chiesa di Santa Maria del Popolo nella capitale.
uno dei più grandi
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Re: Ci hanno lasciato ...
Addio a Solomon Burke,re del Soul
ROMA (10 ottobre) - Solomon Burke, una delle leggende del Soul, è morto all'età di 70 anni all'aeroporto Schiphol di Amsterdam. Il cantante statunitense, nato a Philadelphia il 21 marzo del 1940 (nel 1936 o nel 1938 secondo altre fonti), padre di 21 figli, si faceva chiamare "The King of Rock'n'Soul", era membro della Rock and Roll Home of Fame ed era divenuto celebre nel 1966 con la hit "Everybody Needs Somebody to Love", cantata anche dai Blues Brothers nell'omonimo film del 1980. E' morto durante una tournée. Avrebbe dovuto suonare ad Amsterdam.
Burke iniziò la sua carriera come cantante di Gospel in veste di predicatore. Iniziò anche a coltivare generi "profani" come il blues, il rythm'n'blues, per approdare come interprete soul all'Atlantic Records con un primo brano di successo, "Just Out Of Reach (Of My Two Open Arms)" del 1966. Rimase un po' in seconda fila nell'empireo del Soul e R'n'B negli anni Sessanta rispetto a giganti come Aretha Franklin, Ray Charles, Bobby Womack, Curtis Mayfield, Stevie Wonder, Marvin Gaye, James Brown e Otis Redding. Quest'ultimo, però,contribuì al successo iniziale di Burke con una cover del 1965 della sua "Down in the Valley". E' stato uno dei modelli più forti per i Rolling Stones e anche per un musicista «outsider» come Tom Waits, che lo definì «uno degli architetti della musica americana».
Nonostante il successo, Solomon Burke non ha mai rinnegato le sue radici religiose, fonte d'ispirazione - era nato al piano di sopra di una chiesa gospel: «Molti artisti sostengono di trarre la loro ispirazione dalla chiesa, ma pochi sono si sono spinti così indietro e così in profondita» ha scritto sul suo sito. Oltre a 21 figli, Burke lascia anche 90 nipoti.
ROMA (10 ottobre) - Solomon Burke, una delle leggende del Soul, è morto all'età di 70 anni all'aeroporto Schiphol di Amsterdam. Il cantante statunitense, nato a Philadelphia il 21 marzo del 1940 (nel 1936 o nel 1938 secondo altre fonti), padre di 21 figli, si faceva chiamare "The King of Rock'n'Soul", era membro della Rock and Roll Home of Fame ed era divenuto celebre nel 1966 con la hit "Everybody Needs Somebody to Love", cantata anche dai Blues Brothers nell'omonimo film del 1980. E' morto durante una tournée. Avrebbe dovuto suonare ad Amsterdam.
Burke iniziò la sua carriera come cantante di Gospel in veste di predicatore. Iniziò anche a coltivare generi "profani" come il blues, il rythm'n'blues, per approdare come interprete soul all'Atlantic Records con un primo brano di successo, "Just Out Of Reach (Of My Two Open Arms)" del 1966. Rimase un po' in seconda fila nell'empireo del Soul e R'n'B negli anni Sessanta rispetto a giganti come Aretha Franklin, Ray Charles, Bobby Womack, Curtis Mayfield, Stevie Wonder, Marvin Gaye, James Brown e Otis Redding. Quest'ultimo, però,contribuì al successo iniziale di Burke con una cover del 1965 della sua "Down in the Valley". E' stato uno dei modelli più forti per i Rolling Stones e anche per un musicista «outsider» come Tom Waits, che lo definì «uno degli architetti della musica americana».
Nonostante il successo, Solomon Burke non ha mai rinnegato le sue radici religiose, fonte d'ispirazione - era nato al piano di sopra di una chiesa gospel: «Molti artisti sostengono di trarre la loro ispirazione dalla chiesa, ma pochi sono si sono spinti così indietro e così in profondita» ha scritto sul suo sito. Oltre a 21 figli, Burke lascia anche 90 nipoti.
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Re: Ci hanno lasciato ...
Grande voce e musicista di frontiera, gospel, rock, r&b, soul... . In una mia vecchia cassetta Greatest Hits degli anni 60 c'è pure un pezzo country.
Non sapevo della sua vita così pia e non sapevo che fosse ancora attivo
Mi diaspiace
Una ventina d'anni fa avevo preso anche un suo doppio Cd con tutta la sua roba degli anni 60 e mi gasava un casino (poi purtroppo disperso nei miei mille traslochi).
Ricordo anche un ottimo live di una 15ina d'anni fa At the house of blues (quella di New Orleans) con una band numerosissima e trascinante.
Se lo recuperate non ve ne pentite
Non sapevo della sua vita così pia e non sapevo che fosse ancora attivo
Mi diaspiace
Una ventina d'anni fa avevo preso anche un suo doppio Cd con tutta la sua roba degli anni 60 e mi gasava un casino (poi purtroppo disperso nei miei mille traslochi).
Ricordo anche un ottimo live di una 15ina d'anni fa At the house of blues (quella di New Orleans) con una band numerosissima e trascinante.
Se lo recuperate non ve ne pentite
- Spoiler:
- non è che gliel'ha tirata Elio facendogli un omaggio preventivo con Cry to me per Cassandra?
o magari gliel'han fatta ascoltare e gli è preso uno stranguglione
Ospite- Ospite
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