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Messaggio Da Ospite Lun 29 Nov 2010, 22:50

http://trovacinema.repubblica.it/attori-registi/mario-monicelli/170511?ref=HRER3-1


Mario Monicelli
Viareggio 15-05-1915
Biografia

Stimato dalla critica e amato dal pubblico, Mario Monicelli non ha mai rinunciato al compromesso tra il cinema d'autore e le esigenze del botteghino e ha creato nella sua lunga e fruttuosa carriera una serie indimenticabile di personaggi e con la sua opera esaminata nel complesso un affresco, amaro e ironico al tempo stesso, dell'Italia e della sua proverbiale arte di arrangiarsi.
Figlio del giornalista e drammaturgo Tommaso Monicelli, Mario nasce a Viareggio il 15 maggio 1915. All'inizio degli anni Trenta studia a Milano e intanto collabora con 'Camminare...', una rivista d'avanguardia in cui si occupa di cinema. Dopo le scuole superiori si iscrive alla facoltà di Storia e Filosofia dell'università di Pisa.
Nel 1935 partecipa per la prima volta alla Mostra del Cinema di Venezia con I ragazzi della Via Paal, un film a basso costo che riscuote un discreto successo tra il pubblico del Lido e ottiene anche un premio.
Dopo un periodo passato a lavorare come aiutoregista e sceneggiatore, nel 1949 Monicelli inizia la felice collaborazione con Steno che proseguirà per alcuni anni, fino al 1953.
Insieme, i due dirigono a quattro mani una serie di film che rappresentano le fondamenta della commedia all'italiana e soprattutto in alcune pellicole interpretate da Totò, Totò cerca casa (1949), Vita da cani (1950), Guardie e ladri (1951) e Totò e i re di Roma (1952), Steno e Monicelli si distinguono per la capacità di affrontaretemi realisti e drammatici, come la disoccupazione o la povertà, con i consueti toni leggeri e scanzonati.
Dopo Padri e figli, con il quale vince il suo primo orso d'argento al Festival di Berlino del 1957, Monicelli realizza I soliti ignoti (1958), Nastro d'argento per la miglior sceneggiatura, che inaugura il filone più raffinato della commedia all'italiana. Nel 1959 dirige La grande guerra, lettura magistrale delle vicende belliche viste con gli occhi della povera gente, interpretato dal duo Gassman-Sordi e vincitore del Leone d'oro a Venezia (ex-aequo con Il generale della Rovere di Roberto Rossellini).
Negli anni successivi Monicelli lavora ad una lunga serie di pellicole che ormai fanno parte dell'immaginario collettivo, come quelle che raccontano le avventure di Brancaleone da Norcia, L'Armata Brancaleone (1966) e il successivo Brancaleone alle crociate (1970), ambientate in un Medioevo grottesco e di pura invenzione, con il solito gruppo di perdenti a fare da protagonisti.
Indimenticabili anche le vicende del conte Mascetti e dei suoi compagni, protagonisti di Amici miei (1975) e Amici miei - Atto II (1982), apologo della vita considerata come un gioco continuo e del gioco come massima espressione dell'intelligenza e della vitalità.
E poi ancora successi e una valanga di premi per Monicelli grazie a titoli come Caro Michele (1976), Orso d'argento al Festival di Berlino, Un borghese piccolo piccolo (1977), David di Donatello per la miglior regia e Nastro d'argento per la sceneggiatura, Il Marchese del Grillo (1981), Orso d'argento a Berlino e ancora un Nastro d'argento per la miglior sceneggiatura, Speriamo che sia femmina (1985), David di Donatello e due Nastri d'argento, Il male oscuro (1990), premiato con il David di Donatello per la miglior regia, e Cari fottutissimi amici (1994), menzione speciale al Festival di Berlino.
Nella sua lunga carriera, coronata nel 1991 con il Leone d'Oro, Monicelli è stato anche candidato per ben due volte all'Oscar per la migliore sceneggiatura, nel 1965 con I compagni (1963) e nel 1966 con Casanova '70 (1965). A 92 anni ha affrontato il caldo del deserto tunisino per girare il film Le rose del deserto (2006), su una divisione medica italiana mandata allo sbaraglio, a combattere nel deserto libico.
Dopo aver deciso di chiudere la sua proficua carriera cinematografica, il novantenne regista ha realizzato un mediometraggio documentario dedicato al suo quartiere, il borgo Monti di Roma. Vicino al Colosseo c'è Monti è stato presentato alla Mostra del cinema di Venezia nel 2008. Sempre alla Mostra diretta da Marco Mueller Monicelli ha partecipato ai festeggiamenti per i 50 anni di 'La grande guerra' con una proiezione della pellicola restaurata a Piazza San Marco. (Aggiornato: marzo 2010)

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Messaggio Da Alux Mar 30 Nov 2010, 11:01

Ciao Mario, grazie per tutto quello che ci hai lasciato ciao uffa

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Messaggio Da Ospite Mar 30 Nov 2010, 15:05

http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/11/30/news/monicelli_nessun_funerale-9674077/?ref=HRER3-1

L'ADDIO AL MAESTRO
Monicelli, la famiglia: nessun funerale
Il saluto della gente alla Casa del cinema
Il nipote del regista non ritiene necessario fare un rito funebre. "La salma sarà portata al rione Monti". Viareggio proclama lutto cittadino, il sindaco di Roma Alemanno offre camera ardente in Campidoglio




ROMA - Non ci sarà nessun funerale per Mario Monicelli, morto suicida 1 nell'ospedale San Giovanni di Roma. Domani la salma del regista sarà prima portata al Rione Monti, dove abitava da anni, per l'ultimo saluto. Poi alla Casa del cinema dalle 11 alle 17, dove resterà fino al giorno successivo. Il corpo verrà poi cremato. Queste le disposizioni riferite dal nipote Niccolò, che stamattina è alla camera mortuaria dell'ospedale San Giovanni accanto all'ultima compagna del regista, Chiara Rapaccini, e le tre figlie. Il nipote del regista ha tenuto a precisare che "la famiglia non ritiene necessario fare un funerale", sottolineando che tutto verrà fatto "nel rispetto della volontà di Mario Monicelli e di tutta la famiglia". Il nipote ha quindi spiegato che il regista "sarà portato a Monti per un ultimo saluto ai monticiani. Poi sarà portato alla Casa del cinema, dove riceverà il saluto di tutti quelli che vorranno rivolgergli un ultimo omaggio". Niccolò ha aggiunto che la salma sarà cremata "in forma privata alla presenza dei soli familiari".

Il nipote: "Non è una fine tragica". "Non è una tragica fine, è un uomo che ha vissuto" spiega il nipote Niccolò Monicelli, respingendo l'idea che il gesto del grande vecchio del cinema italiano sia letto in una chiave drammatica. "Mi sembra che di messaggi ne abbia lasciati tanti - risponde a chi chiede se Monicelli abbia in qualche modo manifestato alla fine le sue intenzioni alla famiglia - ricordatelo con i suoi film".

Napolitano: "Tra personalità più originali del '900". "L'opera di Mario Monicelli si è caratterizzata per la straordinaria finezza, acutezza e capacità di penetrazione nel rappresentare comportamenti umani e costumi del nostro tempo e del nostro Paese - scrive il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel messaggio inviato a Chiara Rapaccini e ai suoi cari in cui ha espresso il dolore per la scomparsa del regista - Egli è stato tra le personalità più originali, operose e creative del cinema del Novecento e sarà ricordato da milioni di italiani per come ha saputo farli sorridere, commuovere e riflettere".

A Viareggio lutto cittadino, Roma offre camera ardente in Campidoglio. Mentre il Comune di Viareggio ha proclamato il lutto cittadino, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha offerto ai familiari del maestro "la possibilità, se lo ritengono, di allestire la camera ardente in Campidoglio". "Siamo di fronte - ha aggiunto il sindaco - a un grande regista e testimone della cultura contemporanea che merita di essere accolto qui in Campidoglio". A Viareggio, città natale di Monicelli, il sindaco Luca Lunardini ha disposto le bandiere a mezz'asta in tutti gli edifici pubblici. "Perdiamo un illustre concittadino, piangiamo la sua scomparsa", ha detto Lunardini, che ricorderà l'autore di Amici miei e L'armata Brancaleone questa sera alle 21 durante il Consiglio comunale. Lunardini ha fatto sapere che Viareggio sarà di nuovo a lutto nel giorno dei funerali. Il sindaco ha annunciato anche un imminente Consiglio comunale straordinario dedicato interamente al ricordo del regista scomparso. Ma non sarà l'unico omaggio della sua città natale. "Vogliamo ricordare il maestro Monicelli anche dedicandogli una piazza e intitolandogli la rassegna Europa Cinema che si tiene a Viareggio da molti anni", ha precisato Lunardini.

Procura apre fascicolo su suicidio. La procura di Roma ha aperto un fascicolo per fare luce sul suicidio di Mario Monicelli. Il fascicolo è intestato, per il momento, "atti relativi a", ossia senza ipotesi di reato e senza indagati. In ambienti giudiziari si sottolinea come sia prassi aprire fascicoli in casi analoghi, benché si tratti di suicidi. Su disposizione del procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani, in nottata il magistrato di turno ha compiuto un sopralluogo nel reparto di urologia dell'ospedale San Giovanni, dove era ricoverato l'anziano regista.
(30 novembre 2010)

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Messaggio Da Ospite Mar 30 Nov 2010, 15:48

"Solo gli stronzi muoiono"

" Quello che in Italia non c'è mai stato, una bella botta, una bella rivoluzione, Rivoluzione che non c'è mai stata in Italia... c'è stata in Inghilterra, c'è stata in Francia, c'è stata in Russia, c'è stata in Germania, dappertutto meno che in Italia. Quindi ci vuole qualcosa che riscatti veramente questo popolo che è sempre stato sottoposto, 300 anni che è schiavo di tutti."

Mario Monicelli (a Raiperunanotte, 25 marzo 2010).



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Messaggio Da Ospite Gio 16 Dic 2010, 19:47

http://www.repubblica.it/persone/2010/12/16/news/addio_a_blake_edwards-10285454/?ref=HRERO-1

Addio a Blake Edwards

Diresse film memorabili, come "Colazione da Tiffany" e "La pantera rosa"La sua leggerezza, la sua ironia, la sua capacità di dirigere interprete talentuosi - a cominciare da Peter Sellers - hanno lasciato un'impronta fortissima, nella storia del cinema. E adesso la settima arte pianga la scomparsa di Blake Edwards: il regista è morto a Brentwood, in California, all'età di 88 anni. Un grande autore di commedie che ci lascia in eredità una galleria di titoli indimenticabili, a cavallo tra gli anni Sessanta e i primi anni Novanta: film spiritosi come La Pantera rosa, graffianti e paradossali come Hollywood Party, romantici come Colazione da Tiffany, celebrazioni della bellezza femminile come Ten, ambigui e divertenti come Victor Victoria.

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Messaggio Da Ospite Gio 16 Dic 2010, 20:06

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Messaggio Da Ospite Gio 16 Dic 2010, 21:38

http://www.repubblica.it/persone/2010/12/16/news/addio_a_blake_edwards-10285454/?ref=HRERO-1

Addio al regista Edwards
maestro della commedia
Diresse film memorabili, come "Colazione da Tiffany", "La pantera rosa", "Hollywood party". Grande direttore d'attori, a cominciare da Peter Sellers, era poco amato dall'establishment hollywoodiano. Nel 2004 l'Oscar alla carriera. Benigni: "Scienziato dell'allegria"


di CLAUDIA MORGOGLIONE

La sua leggerezza, la sua ironia, la sua capacità di dirigere interprete talentuosi - a cominciare da Peter Sellers - hanno lasciato un'impronta fortissima, nella storia del cinema. E adesso la settima arte pianga la scomparsa di Blake Edwards: il regista è morto a Brentwood, in California, all'età di 88 anni. Un grande autore di commedie, un vero e proprio "scienziato dell'allegria", come l'ha definito Roberto Benigni, l'ultimo attore da lui diretto. Edwards ci lascia in eredità una galleria di titoli indimenticabili, a cavallo tra gli anni Sessanta e i primi anni Novanta: film spiritosi come La Pantera rosa, graffianti e paradossali come Hollywood Party, romantici come Colazione da Tiffany, celebrazioni della bellezza femminile come 10, ambigui e divertenti come Victor Victoria.

Nasce nel 1922, William Blake McEdwards (questo il suo vero nome). Ed è un figlio d'arte: suo nonno, J. Gordon Edwards, era un regista del muto e il padre, Jack McEdwards, un regista teatrale e produttore. Lui, Blake, inizia la carriera come comparsa, poi si cimenta come attore nei Cavalieri azzurri (1942) di Henry Hathaway. Ma è solo nel pieno degli anni Cinquanta che si avvicina al cinema, come sceneggiatore di sei film del suo amico Richard Quine. Nel 1953 sposa Patricia Walker, dalla quale ha due figli, Jennifer, ora attrice, e Geoffrey, che ha intrapreso la carriera di regista. I coniugi si separano nel 1967.

Ma torniamo alla carriera. La sua prima regia - Quando la ragazza è bella, 1955, segna già il suo destino di esperto di commedia. Confermata da un kolossal comico come Operazione sottoveste (1959). Ma è nel 1961, quando adatta per il grande schermo il romanzo di Truman Capote Colazione da Tiffany, che entra definitivamente nell'Olimpo hollywoodiano. Anche grazie all'interpretazione indimenticabile di Audrey Hepburn, idetificata nel ruolo forse come mai prima di allora.

Ma il successo non si ferma. Qualche anno dopo, nel 1964, debutta - con lui dietro la macchina da presa - una delle serie più esilaranti e longeve della storia del cinema, La Pantera Rosa, con Peter Sellers nei panni dello stravagante ispettore Clouseau, a caccia del ladro di gioielli David Niven. Una saga che continua fino al '93, quando il regista gira Il figlio della Pantera Rosa, con protagonista il nostro Roberto Benigni. Che è anche il suo ultimo film in assoluto. Solo come regia, però: perché negli anni successivi continua a dedicarsi alla scrittura e alla produzione.

Non solo Clouseau, però. Dalla fine geli anni Sessanta in poi, sono tante le sue pellicole che lasciano il segno. La più cult è forse Hollywood Party (1968), ancora con Sellers, nei panni di un cameriere a una festa vip. Una delle sue opere più feroci e originali. Da segnalare anche un dramma come I giorni del vino e delle rose (1962), con Jack Lemmon e Lee Remick alle prese con il problema dell'alcolismo; la sensuale e romantica avventura di 10 (1979), in cui lancia la bellezza di Bo Derek (il successo dell'attrice, però, si rivelerà molto effimero), e in cui dirige anche la sua nuova moglie, Julie Andrews. Che riporterà sullo schermo nell'esilarante commedia en travesti Victor Victoria (1982).

Eppure, malgrado i tanti exploit, Edwards non è mai stato un autore amato dall'estabilishment. Anzi, Hollywood lo ha sempre guardato con una certa diffidenza: un po' per il suo celebre caratteraccio, un po' perché ha spesso citato in tribunale, per un motivo o per l'altro legato ai contratti, le case di produzione. "C'è così poca gente con un briciolo di coscienza in questo posto", si sfogò una volta, per giustificare la sua bellicosità contro gli studios. E forse è anche per questo che olo nel 2004 che l'Academy of Motion Picture Arts and Sciences gli consegna l'Oscar alla carriera: premio meritatissimo, per un grande cineasta forse un po' sottovalutato.





(16 dicembre 2010)

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Messaggio Da mafalda Dom 19 Dic 2010, 10:15

E' morto Tommaso Padoa-Schioppa
ministro nel secondo governo Prodi
Aveva 70 anni. Ha avuto un malore durante una cena fra amici ed è deceduto per un arresto cardiaco. Era stato lui a coniare termini come "tesoretto" e "bamboccioni" e a parlare di "tasse bellissime da pagare". Il Professore "sconvolto e addolorato"
Tommaso Padoa Schioppa
ROMA - L'ex ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa è morto in serata a Roma per un arresto cardiaco. Stava partecipando a una cena organizzata a Palazzo Sacchetti, in via Giulia, dove aveva riunito un centinaio di amici. Verso le 21 ha avuto un malore ed è stato portato in un ospedale del centro della città dove è deceduto.


Padoa-Schioppa era nato a Belluno il 23 luglio del 1940 da una famiglia dell'alta borghesia. Laureatosi in economia alla Bocconi di Milano nel 1966, era approdato alla Banca d'Italia nel 1968. Tra il 1979 e il 1983 era stato direttore generale per l'Economia e la Finanza dell'Unione Europea e in seguito, tra il 1984 al 1997, vice direttore generale della Banca d'Italia. Quindi aveva ricoperto per un anno l'incarico di presidente della Consob. Dal 1998 al 2006 era stato membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea, all'interno della quale aveva sostenuto con convinzione la moneta unica. Nel 2006 era stato chiamato a far parte del secondo governo Prodi come tecnico indipendente. Attualmente era consigliere economico del primo ministro greco Giorgio Papandreu e solo tre giorni fa era stato nominato nel Consiglio di amministrazione del gruppo Fiat.

Il suo primo atto da ministro era stato il varo della Finanziaria 2007, una manovra rilevante che da alcuni era stata giudicata coraggiosa e indispensabile per rimettere in sesto le finanze pubbliche e da altri bollata come eccessiva e non necessaria. La sua permanenza al ministero dell'Economia, durata due anni, viene ricordata anche sul piano lessicale. Si devono a lui termini come "tesoretto" per l'extra gettito e "bamboccioni" per i giovani che restano a lungo a casa con i genitori ed espressioni come le "tasse bellissime da pagare" (video 5). Sul piano pratico aveva raddrizzato i conti pubblici, piegando il deficit sotto il 2% e introducendo criteri rigidi per la spesa sanitaria.

La somma delle sue varie esperienze l'aveva messo in luce come un economista con una radicata vocazione europeista, esperto conoscitore del funzionamento dei mercati internazionali, con la passione della musica classica e della letteratura d'avventura.

Romano Prodi si è detto "sconvolto e addolorato" per la morte di Padoa-Schioppa. L'ex presidente del Consiglio, che oggi si trova a Bologna, è stato avvertito telefonicamente da uno degli invitati alla cena organizzata ieri sera a Roma dall'ex ministro dell'Economia, "un amico", una delle persone a cui era "più legato", ha aggiunto ancora Prodi. Il Professore era stato invitato da Padoa-Schioppa alla cena di palazzo Sacchetti, insieme a tanti altri amici, ma per altri improrogabili impegni non ha potuto partecipare.
(18 dicembre 2010)


http://www.repubblica.it/politica/2010/12/18/news/padoa_schioppa-10375672/?ref=HREC1-1

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Messaggio Da Delilah Mar 21 Dic 2010, 12:22

Addio a Enzo Bearzot ct dell'Italia Mundial


Aveva 83 anni, le sue foto con Pertini sono sui libri di storia. Guidò la squadra in tre campionati del mondo

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Enzo Bearzot

MILANO - E' morto a Milano Enzo Bearzot, ct campione del mondo dell'Italia nel 1982. Il "vecio", allenatore amatissimo, se n'è andato in silenzio, rarissime le sue
interviste negli ultimi anni. Era nato nel settembre del '27, aveva dunque 83 anni. La sua foto con Pertini, e in mezzo la Coppa del Mondo, è sui libri di storia. E' stato un esempio di stile e compostezza, sia da calciatore che da allenatore.

E' stato alla guida della Nazionale, dal '75 al 1986. Esordì con un Italia-Finlandia 0-0. Giocò ct in tre Mondiali, ottenendo un insperato quarto posto in Argentina. Un
Mondiale in cui sbocciarono giovani come Gentile, Cabrini, Scirea,
Tardelli e Paolo Rossi. Un gruppo fantastico che poi Berazot avrebbe
portato alla vittoria nel Mondiale del 1982. E fu per le ragioni del
cuore che confermò un gruppo ormai sfiorito nel 1986, quando la
Nazionale fu eliminata in Messico agli ottavi di finale dalla Francia di
Platini. Fu la sua ultima partita alla guida della squadra azzurra.

Ora è forse ovvio dire che Bearzot non c'entrava nulla con il calcio di
oggi. Non avrebbe mai elencato i tredici errori arbitrali come ha fatto
Mourinho l'altro giorno. Si può parlare di uno stile Bearzot, certo. Uno
abituato a combattere con la stampa ogni mattina, ad affrontare -come
successe davanti a un albergo di Roma - un giovane tifoso che lo chiamò
scimmione perché non aveva convocato Beccalossi. Alla fine - la storia
insegna - ha avuto ragione lui.

Il suo capolavoro fu la preparazione del Mondiale 1982. Una squadra assediata, un
calcio allo sfascio che usciva dal calcioscommesse, un centravanti
-Paolo Rossi- reduce da una squalifica. Bearzot creò un gruppo perfetto,
con un allenatore in panchina, e uno in campo che si chiamava Zoff. Fu
un Mondiale giocato contro tutti quello in Spagna, nacque il famoso
fenomeno del silenzio stampa, poi replicato infinite volte.

Fu la vittoria del "noi soli contro tutti", con una stampa e un paese
totalmente contro, con un giovanissimo Antonio Matarrese presidente di
Lega che "voleva prenderli tutti a calci del sedere" dopo la deludente
amichevole pre-mondiale. Ma in Spagna fu un crescendo. Un girone
eliminatorio deludente, condite da feroci polemiche sul pareggio con il
Camerun (1-1) che diede la qualificazione all'Italia. Bearzot ha sempre
respinto con sdegno queste insinuazioni, e ne rimase ferito.

http://www.repubblica.it/sport/calcio/nazionale/2010/12/21/news/morto_enzo_bearzot-10446187/?ref=HREA-1
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Messaggio Da Kaiser Mar 21 Dic 2010, 12:35

triste ...io l'ho incontrato una volta pianto
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Messaggio Da Ospite Mar 21 Dic 2010, 13:23

triste Oh ... triste

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Messaggio Da Delilah Mer 22 Dic 2010, 23:45

Addio a Captain Beefheart grande visionario del rock
Artista creativo e assolutamente originale, rimarrà per sempre nella storia della Los Angeles dei freak come alter ego di Frank Zappa. Dalla Magic Band di fine anni Sessanta all'uscita dalla scena di metà Ottanta, alla rinascita come pittore di ERNESTO ASSANTE

Donald Van Vliet, alias Captain Beefheart, è morto ieri in California. Van Vliet era malato da tempo di sclerosi multipla. Con lui scompare uno dei grandi visionari del rock degli anni Sessanta e Settanta, compagno di strada di Frank Zappa, artista creativo e inimitabile, figura di riferimento per molti musicisti dei decenni successivi.

Per molto tempo Captain Beefheart è stato quasi un alter ego di Zappa, incarnando il lato più oscuro, istintivo e iconoclasta della controcultura freak. La sua stessa vicenda artistica e personale è strettamente legata negli anni Sessanta a quella del "genio" di Baltimora. Anch'egli cresce ai limiti del deserto di Mojave, manifestando sin dalla più giovane età una spiccata vocazione artistica, non solo musicale ma anche come pittore e scultore. Giovanissimo si trasferisce a Cucamonga dove Zappa aveva appena approntato il suo studio di registrazione e i due vengono così in contatto. Suonano insieme negli anni della gavetta, ma poi si separano per divergenze soprattutto caratteriali.

Van Vliet forma quindi la Magic Band e fa suo il vezzo dadaista di attribuire a ogni membro del gruppo un personaggio, un'identità, con un nome a esso collegato. Il leader è, così, Captain Beefheart, il chitarrista Jeff Cotton si trasforma in Antennae Jimmy Seemens e il batterista John French diventa Drumbo. La magic Band esegue un rhythm'n'blues musicalmente sporco e scalcinato su cui svetta la voce graffiante, allucinata e inquietante di Captain Beefheart, dotato
di una estensione vocale di ben sette ottave e mezza. E' però il momento del beat di importazione britannica e il gruppo non riesce a trovare un discografico disposto a puntare su un sound talmente istintivo e viscerale da vedere nel torrido e malato blues del Delta di inizio secolo il proprio, più credibile, progenitore.

La Magic Band registra quell'anno due dischi che vedranno la luce solo alcuni anni dopo. Mirror Man, pubblicato nel '71, è registrato dal vivo e contiene quattro brani che vanno ben oltre il formato dei tre minuti richiesto dalle radio nel '65. Quattro lunghe allucinazioni sonore dove si mescolano in modo sporco ma affascinante blues, rhythm'n'blues, improvvisazioni free jazz, mentre la voce del leader, attraverso una continua emissione di urla, grugniti e rantoli, enuncia testi idioti. Si tratta di musica destinata all'emarginazione, così come resta ai margini, per scelta, la cultura freak e il suo rifiuto bohemien della civiltà dei consumi. Captain Beefheart non è dotato della consapevolezza intellettuale di Zappa, ma Mirror Man è sicuramente un affresco impressionista da brividi di ciò che era il messaggio freak.

Safe as Milk, che vede la luce nel '67, è il primo disco di studio della Magic Band e presenta connotati piuttosto diversi. I brani sono dodici e la loro durata viene riportata ai canonici tre minuti. Se il lavoro di studio lima certe vette di pura libertà espressiva e sperimentale di Mirror Man, la base è sempre quel blues scorticante caratterizzato da steel guitar sgangherate ma efficacissime, una batteria libera da vincoli e la solita voce "posseduta". Captain Beefheart carica ogni brano di un corredo di gag e umorismo parodistico che lo accomuna a Zappa.

Ma se Zappa è diventato nel frattempo una star, Captain Beefheart e il suo seguito di psicopatici vivono nel più completo isolamento artistico, sabotati persino dai loro discografici, i quali manipolano i master della band per coprire gli effetti più sconci e orripilanti. Ed è proprio Zappa che decide di offrire al vecchio compagno di strada l'occasione per incidere un disco nella più totale libertà artistica, senza limiti di tempo e di budget. Beefheart amplia così la band, inserisce una sezione di fiati e si cimenta egli stesso al clarinetto basso. Ne scaturisce nel '69 Trout Mask Replica, vera e propria antologia del caos. Doppio album, ventotto brani di breve durata nei quali si scatenano tutte le componenti caratteristiche dei dischi precedenti. Dal punto di vista strettamente musicale si tratta di anarchia pura, improvvisazioni disordinate e devastanti cui fanno da contraltare dei blues privi di accompagnamento in cui Beefheart dà tutto se stesso, sfoggiando il suo allucinante repertorio di urla e versi bestiali. Sono presenti tra un brano e l'altro i caratteristici siparietti chiacchierati, cui partecipa lo stesso Zappa, ma in Trout Mask Replica l'umorismo viene soppiantato da un delirio al limite della psicosi. E' la chiara, definitiva, forse disperata manifestazione di odio verso la inquadrata, ordinata, gerarchizzata società del benessere industriale che ha reso prigionieri anche i giovani.

La vicenda di Captain Beefheart continuerà sino alla metà degli anni Ottanta, tra improvvisi ammorbidimenti, legati al tentativo di diventare una star anche in termini di vendite, e susseguenti rigurgiti della sua potenza devastatrice. Quindi il ritiro dalle scene e la rinascita come pittore. La sua figura resta comunque fissata nella storia della Los Angeles dei freak come il complemento, in termini di follia, dell'opera di Frank Zappa, e come romantico e straordinario esempio di come si potesse coniugare in maniera assolutamente originale arte, libertà e rock.
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Messaggio Da Ospite Mer 29 Dic 2010, 18:30

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/spettacolo/2010/12/29/visualizza_new.html_1645810999.html

Morta Isabelle Caro, modella anoressica
Immortalata da Oliviero Toscani per una campagna contro malattia


PARIGI - E' morta, a soli 28 anni, la modella e attrice francese Isabelle Caro, gravemente anoressica, salita agli onori della cronaca per aver posato nuda in uno spot anti-anoressia di Oliviero Toscani per la marca italiana Nolita. Il decesso è avvenuto a Tokyo il 17 novembre scorso, ma la notizia è stata diffusa solo oggi, prima dal sito del quotidiano svizzero '20 minutes' e poi da quello del settimanale francese Paris Match. L'immagine della Caro, che pesava solo 31 chili per 1 metro e 65, nelle foto di Toscani aveva fatto molto discutere in quanto ritenuta troppo esplicita e scioccante, tanto che il giurì per la pubblicità aveva vietato la campagna.

TOSCANI: ERA RAGAZZA MOLTO MALATA - "Purtroppo non ho un bel ricordo di Isabelle Caro, era una ragazza molto malata, prima nella testa che nel corpo, perché aveva una mente da anoressica, come tutte le persone che soffrono di questo disturbo era anoressica nel cervello": Oliviero Toscani ha ricordato così il suo incontro con Isabelle Caro, la modella anoressica della cui morte si è avuta notizia oggi e che fu protagonista di una campagna choc firmata dal noto fotografo nel 2007. "Non sapevo che fosse morta" ha detto, senza essere tuttavia sorpreso dalla notizia del decesso della 'ragazza che non voleva crescere', come la stessa Caro si è definita nel titolo della sua autobiografia, pubblicata anche in Italia da Cairo Editore. Nel nostro paese, la modella era diventata molto celebre dopo la campagna choc di Toscani, dove appariva completamente nuda nella sua malata magrezza. Alla campagna era seguita la presentazione di un libro fotografico con Monica Bellucci: "quella è stata l'ultima volta in cui l'ho vista, poi - ha concluso Toscani - non ho più avuto contatti".

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Messaggio Da Ospite Lun 03 Gen 2011, 14:54

Il mondo del cinema perde uno dei suoi grandi protagonisti. Pete Postlethwaite, definito da Spielberg: "Il miglior attore del mondo", candidato all'Oscar per "Nel nome del padre" che ricordiamo in stupende intepretazioni come in "Omen", "Amistad" e "I soliti sospetti", si è spento dopo una lunga malattia a 64 anni



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Messaggio Da eripola Lun 03 Gen 2011, 18:24

Anche Grazie Signora Thatcher, The Shipping News, L'ultimo dei Mohicani.

Mi spiace tanto pianto
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Messaggio Da camila Mer 05 Gen 2011, 12:25

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Spettacolo/Musica-morto-Gefferty-Rafferty-lautore-di-Baker-Street_311498139054.html

Roma, 5 gen. - (Adnkronos) - E' morto all'eta' di 63 anni, il cantante scozzese Gerry Rafferty. L'artista e' scomparso dopo una lunga malattia nella sua casa a Dorset, nel sud dell'Inghilterra. Nello scorso novembre e nell'estate del 2009 l'artista fu ricoverato per gravi problemi al fegato. Problemi collegati all'alcolismo che lo perseguitava da una ventina d'anni. La sua fama e' legata soprattutto al brano 'Baker Street', che ha segnato un'intera generazione, quella degli anni Ottanta.Il cantante e compositore di Paisley si e' fatto le ossa sulla tube, il metro' di Londra. E' poi entrato nel gruppo dei 'Humblebums' per debuttare come solista nel 1972. L'atmosferica 'Baker Street' raggiunse il numero 3 in Gran Bretagna e il 2 negli Usa. L'album abbinato, 'City to city', fini' per vendere piu' di 5 milioni di copie. Il suo ultimo lavoro risale al 2000. Aveva annunciato ai suoi fan, preoccupati dalla sua lunga assenza, un ritorno con un nuovo lavoro nel 2009. Lavoro che, pero', non ha mai visto la luce.
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Messaggio Da Ospite Mer 05 Gen 2011, 14:35

ce lo hanno 'strappato' 27 anni fa,quando diceva già cose che vengono negate ancora adesso


MAFIA: 27 ANNI FA UCCISO FAVA, CATANIA RICORDA GIORNALISTA LIBERO
(AGI) - Catania, 5 gen. - Una serie di iniziative oggi a Catania per ricordare il giornalista e scrittore Giuseppe Fava, ucciso dalla mafia la sera del 5 gennaio 1984 davanti all’ingresso del teatro Stabile. Aveva appena parcheggiato la sua Renault 5 e stava per aprire lo sportello quando un killer sparo’ attraverso il finestrino cinque colpi calibro 7,65 che lo raggiunsero al collo e alla nuca. In quegli anni Pippo Fava era un giornalista scomodo: attraverso i “Siciliani”, mensile da lui fondato un anno prima, conduceva inchieste contro l’intreccio tra mafia, affari e politica. Le manifestazioni in memoria di Fava si sono aperte nel suo paese di origine, Palazzolo Acreide, in provincia di Siracusa, con un dibattito sulla liberta’ di informazione per poi proseguire a Catania con un presidio sul luogo dell’agguato e altri dibattiti sempre sul tema del giornalismo libero.
Per il delitto la prima Corte d’Assise di Catania ha condannato il boss Nitto Santapaola e Aldo Ercolano, ritenendoli mandanti, e Marcello D’Agata, Francesco Giammuso e Vincenzo Santapaola, come organizzatori ed esecutori dell’omicidio. La Corte d’appello di Catania ha poi confermato le condanne all’ergastolo per Nitto Santapaola e Aldo Ercolano, mentre ha assolto D’Agata, Giammuso e Vincenzo Santapaola che in primo grado erano stati condannati all’ergastolo. La sentenza e’ stata confermata in Cassazione nel novembre del 2003. Giuseppe Fava, nato il 15 settembre 1925, si era laureato in giurisprudenza nel 1947 ed era diventato giornalista professionista nel 1952. Al mestiere aveva affriancato anche un’intensa attivita’ di scrittore, drammaturgo e regista teatrale. (AGI)

http://www.diritto-oggi.it/archives/00054403.html


la sua ultima intervista




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Messaggio Da Ospite Mer 05 Gen 2011, 14:52

Si è spento ieri Mick Karn, bassista della storica band dei Japan. In estate aveva annunciato di essere gravemente malato dal suo sito, chiedendo anche sostegno per affrontare le gravose cure mediche che lo aspettavano.



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Messaggio Da Ospite Mar 11 Gen 2011, 12:24

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/addio-a-lietta-tornabuoni/2141985/


Addio a Lietta TornabuoniLa giornalista, critico cinematografico de L'espresso, si è spenta a Roma a 79 anni. Collaborava con il nostro giornale da molto tempo ed era autrice di numerosi libri.
La sua ultima rubrica dedicata proprio a un film sulla morte



E' morta improvvisamente a Roma Lietta Tornabuoni, critico cinematografico de "L'espresso", con cui collaborava da molti anni. Si trovava al Policlinico Gemelli dove era stata ricoverata poco prima di Natale per una caduta.

Aveva 79 anni e da pochi giorni aveva consegnato alla redazione la sua ultima rubrica dedicata al film "Kill Me Please", del regista francese Olias Barco: una pellicola che, scriveva Lietta, «affronta l'argomento rimosso per eccellenza della nostra epoca, la morte».

La direzione e la redazione de "L'espresso" esprimono il loro profondo dolore per la perdita di una compagna di viaggio acuta, sensibile e colta come Lietta. Ai suoi familiari va, naturalmente, tutto il nostro cordoglio.

L'ultima rubrica della nostra collega sarà in edicola venerdì, con "L'espresso" cartaceo. Qui di seguito il nostro sito rende omaggio alla memoria di Tornabuoni ripubblicando le altre sue critiche cinematografiche uscite nelle scorse settimane, tutte su pellicole che sono ancora nei circuiti.

Grazie di tutto Lietta: ci mancherai.













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Messaggio Da Ospite Mar 11 Gen 2011, 21:48

mannaggia triste

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Messaggio Da Ospite Ven 14 Gen 2011, 19:17

Ci hanno lasciato ... - Pagina 7 BroadcastTrishKeenanmorta ... Ci hanno lasciato ... - Pagina 7 591958 Ci hanno lasciato ... - Pagina 7 591958 Ci hanno lasciato ... - Pagina 7 591958 sono veramente triste


Trish Keenan non ce l’ha fatta. Dopo due settimane passate in terapia intensiva alle prese con una gravissima forma di polmonite, la cantante dei Broadcast è scomparsa stamattina alle 9. La notizia è stata confermata dalla Warp Records, l’etichetta per la quale la band di Birmingham ha pubblicato tutti i suoi lavori.

I nostri pensieri vanno a James e Martin, ai suoi amici e alla sua famiglia. Si tratta di una tragica perdita prematura. Sentiremo molto la mancanza di Trish, una voce unica, un talento straordinario ed uno splendido essere umano.

Lo scorso mese la cantante aveva contratto l’influenza H1N1 durante un tour del gruppo in Australia. Nel corso delle vacanze natalizie le sue condizioni erano peggiorate ulteriormente anche a causa della polmonite che l’aveva colpita. Ci uniamo alle condoglianze dei fans che in questi minuti stanno comparendo su Twitter.


http://www.soundsblog.it/




Ci hanno lasciato ... - Pagina 7 591958

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Messaggio Da Ospite Ven 21 Gen 2011, 21:51

La Repubblica XL
La brutta notizia del giorno: Alex Kirst, batterista di Iggy Pop, è stato ucciso da un'auto mentre passeggiava in California. Kirst, 47 anni, è stato investito da una Chevrolet Tahoe o da una GMC Yukon bianca. Il fratello, Whitey, chitarrista di Iggy, dice che Kirst era uscito a comprare le sigarette. Ora si cercano testimoni per scoprire il colpevole. Questa è per te, Alex.


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Messaggio Da Ospite Sab 22 Gen 2011, 19:50

http://www.repubblica.it/cronaca/2011/01/22/news/tullia_zevi-11542155/?ref=HRER2-1

E' morta Tullia Zevi

ROMA - E' morta a Roma la giornalista e scrittrice Tullia Zevi, già presidente dell'Ucei, l'Unione delle comunità ebraiche italiane. Era ricoverata in ospedale da qualche giorno. Avrebbe compiuto 92 anni il prossimo febbraio. Esule con la famiglia prima in Svizzera e poi negli Stati Uniti dopo le leggi razziali del 1938, aveva partecipato attivamente alla lotta politica antifascista nei movimenti repubblicani e liberalsocialisti. Alla fine della guerra l'impegno nel giornalismo militante e nell'Unione delle comunità ebraiche italiane. Nel 2007 aveva pubblicato un libro, Ti racconto la mia storia. Dialogo tra nonna e nipote sull'ebraismo,in cui ha tracciato un bilancio della sua vita, delle sue battaglie di libertà e tolleranza.

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Messaggio Da Ospite Mer 26 Gen 2011, 12:08

http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2011/01/26/news/morto_mario_scaccia-11667586/?ref=HREC1-6

E' morto a 91 anni Mario Scaccia
Grande protagonista del teatro italiano


Era ricoverato al Gemelli dalla fine di dicembre, per un piccolo intervento, poi sono sopraggiunte una serie di complicazioni, e la fine. L'ultimo spettacolo, al Teatro Arcobaleno di Roma, è stato "Interpretando la mia vita". In scena da 70 anni, è stato un grande interprete dei classici e dei contemporanei, da Moliere a Miller. Al cinema ha recitato con Blasetti e Risi

ROMA - È morto stanotte, al Policlinico Gemelli di Roma, l'attore Mario Scaccia, uno dei maestri del teatro italiano, protagonista anche di una lunga lista di film d'autore. Aveva appena compiuto 91 anni, il 26 dicembre. Era stato ricoverato prima di Natale per un piccolo intervento ma poi, a causa di una serie di complicazioni, non è più uscito dall'ospedale. L'ultimo spettacolo che ha messo in scena, al teatro Arcobaleno, è in effetti un addio, un tributo a tutta la sua vita intitolato appunto "Interpretando la mia vita", tratto dall'omonimo libro di memorie scritto dallo stesso attore.

Scaccia, nato a Roma nel 1919, inizia presto la sua carriera di attore, come si legge nella biografia pubblicata sul suo sito ufficiale 1 (che include anche un blog molto frequentato dai fan dell'artista): "Appena reduce della seconda guerra mondiale s'iscrive nel 1946 all'Accademia d'Arte Drammatica di Roma, per poi esibirsi nel 1948 con la compagnia di Anton Giulio Bragaglia al Teatro Ridotto di Venezia". In effetti, confessò molto più tardi in un'intervista, all'Accademia aveva corso il rischio di non essere preso: "Dovetti partire per la guerra d'Africa dove ero ufficiale e organizzavo spettacoli per gli altri soldati. Quando sono tornato ho deciso di tentare con l'Accademia, ma non ero nell'elenco dei partecipanti alle selezioni e non mi avrebbero mai preso, però incrociai Silvio D'Amico e gli dissi che venivo dal Marocco: mi dovettero prendere per forza, ero un reduce".

Finita l'Accademia, prosegue la biografia ufficiale di Scaccia, "inizia quindi una vera attività professionale, dividendosi fra teatro leggero e teatro di prosa, recitando accanto ad attori come Vittorio Gassman, Macario, Lamberto Picasso, Memo Benassi, Isa Pola, e Nino Besozzi. Nel 1961 costituisce con Franco Enriquez, Valeria Moriconi e Glauco Mauri la celebre Compagnia dei Quattro".

Il repertorio di Scaccia è quanto mai ampio: ha recitato tutti i classici, Moliere, Goldoni, Lonesco, Pirandello, Courteline, Feydeau, O'Neill, Stoppard, Arthur Miller. Tra i personaggi che gli furono più cari Polonio in Amleto, Shylock nel Mercante di Venezia, Fra Timoteo nella Mandragola, e il Chicchignola di Petrolini, suoi grandi cavalli di battaglia. Al cinema ha interpretato numerosi film di Alessandro Blasetti, a partire dai primi anni '50, ma ha anche recitato con Luigi Zampa, DIno Risi, Pasquale Festa Campanile, Alberto Lattuada, Elio Petri, Mauro Bolognini, Steno, Lina Wertmuller. L'ultima interpretazione sul grande schermo è stata Gabriel, nel 2001, con la regia di Maurizio Angeloni.

Molti l'hanno definito come l'erede di Petrolini, ma in effetti Scaccia è stato molto di più, un uomo di teatro e di spettacolo nel senso più completo del termine, rimasto sul palcoscenico fino alla fine. Come tutti i grandi attori, in effetti aveva annunciato il ritiro moltissime volte. In un'intervista del 2007 dichiarò sconsolato: "Il teatro non c'è più perché non c'è più il pubblico". Ma poi aggiunse: "Purtroppo io vivo di teatro". Si è allontanato in effetti dall'ultimo spettacolo in scena, un mese fa, solo per andare in ospedale. Pensare che aveva annunciato un parziale ritiro dalle scene ("Reciterò solo nella mia città, a Roma", aveva detto) già quando aveva compiuto 78 anni, lamentando quanto le tournée fossero faticose per lui: "Per i vecchi non c'è posto", si era lamentato. Ma poi era in scena regolarmente, e non solo a nella capitale.

Una carriera davvero lunghissima: "Sono salito sulla scena per la prima volta a 3-4 anni. - aveva confessato in un'intervista a Repubblica - Mia zia, filodrammatica, aveva bisogno di una bambina, e io avevo i capelli lunghi". Una carriera anche piena di soddisfazioni e di successi, eppure, raccontava sempre l'attore, "per il teatro mi sono venduto la casa più volte". Nonostante il cinema e anche la televisione: Scaccia fu anche una protagonista della grande stagione degli sceneggiati della Rai. Ma negli ultimi anni della sua vita parlava assai male del piccolo schermo: "Non guardo mai la televisione. Non c'è mai niente di interessante". Del resto anche il giudizio sul teatro negli ultimi anni era sconsolato: "E' uscito dalla porta di servizio e non si sa che fine abbia fatto. Quello che lo sostituisce non è teatro".

I suoi 90 anni vennero festeggiati con una festa memorabile al Teatro Valle, a Roma: anche in quell'occasione Scaccia annunciò l'ennesimo addio al palcoscenico, sostenendo che non avrebbe potuto "recitare con il bastone". Alla sua città fu sempre molto vicino: le sue maschere romane sono state definite "una grande metafora sui mali dell'uomo, sulle sue debolezze, contraddizioni e confusioni". Di Roma accettava tutto, anche gli aspetti negativi. All'intervistatore che, qualche anno fa, gli ricordava la sporcizia per le strade della capitale, replicava: "Ma deve essere sporca. Roma non è mai stata dei romani: anche ai tempi di Marziale era la capitale del mondo ed era sporca".


(26 gennaio 2011)

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Messaggio Da Ospite Mer 26 Gen 2011, 12:36

triste Mi spiace. Lo avevo anche conosciuto.

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