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Re: Oggi ho letto questo...
Pompei, la svolta di Franceschini: "A Pasqua riaprono tre domus"
Parte il piano di rilancio del sito archeologico. Tornano visitabili la casa di Frontone, di Trittolemo e Romolo e Remo
Non solo crolli e degrado per Pompei, che con 2 milioni e mezzo di visitatori (2.457.051), in crescita rispetto al 2012, si conferma comunque il tesoro italiano più gettonato dopo il Colosseo. Lo anticipa il ministro della cultura Dario Franceschini, che assicura una svolta di accelerazione per il Grande Progetto di restauri cofinanziato con i 105 milioni Ue. "Stiamo lavorando, in sinergia con tutte le parti coinvolte, per superare le emergenze e rispettare la scadenza dei tempi richiesti dall'Unione Europea", sottolinea.
E intanto il sito archeologico campano, annuncia Franceschini, si prepara ad incantare il pubblico con la riapertura, per Pasqua, di alcune delle sue dimore più fastose, scrigni di delicate meraviglie che accoglieranno i visitatori già dall'ingresso principale di Porta Marina. Mentre il soprintendente Massimo Osanna spiega che si stanno studiando itinerari 'on demand' per ogni categoria di turista, dai croceristi mordi e fuggi ai più esigenti in cerca di approfondimenti ed esclusive."Stiamo cercando di fare tutto quello che è ragionevole fare e che il grande pubblico si attende da noi, garantendo l'apertura di quello che si può aprire in sicurezza", sorride il soprintendente. Basta con le transenne e le chiusure a tappeto degli ultimi anni, insomma.
Dopo i crolli e le polemiche per il degrado e le troppe domus chiuse ai visitatori, a Pompei si prova a voltare pagina: e se per l'Antiquarium - causa il complesso contenzioso che coinvolge anche l'Avvocatura dello Stato - bisognerà avere ancora un pò di pazienza, entro l'estate, assicura Osanna, sarà terminato il restauro del celeberrimo Cave Canem, mosaico icona del sito che decora il pavimento d'ingresso della Casa del Poeta Tragico.
Non solo: in tempo per la stagione calda, anticipa Osanna, verrà riaperta la Casa dei Vettii, le cui porte, fra lo sconcerto dei visitatori, sono serrate da undici anni. "Il restauro della Domus è previsto dal Grande Progetto - ricorda- ma abbiamo comunque deciso di anticipare i tempi e riaprire i cancelli accogliendo il pubblico nei locali non pericolosi, che sono tra l'altro il cuore della dimora, di cui fa parte anche l'atrio con l'affresco del priapo dal grande fallo".
La novità sono comunque le tre domus che riaprono i cancelli per Pasqua, dalla strepitosa dimora del politico Marco Lucrezio Frontone ("forse la casa più bella di Pompei - dice Osanna- con un ambiente architettonicamente complesso e pitture di straordinaria qualità") a quella di Trittolemo e quella Romolo e Remo con le pitture di animali grigi e porpora che adornano il lussureggiante giardino. Tutte dimore caratterizzate da pitture parietali interessantissime e ambienti in pratica mai visti, chiusi al pubblico da tempo immemorabile.
In campo da poche settimane, il neo soprintendente Osanna cerca di recuperare il tempo perduto puntando al coinvolgimento del personale, dai custodi ai funzionari, fino ai più giovani architetti e archeologi arrivati con le assunzioni dello scorso anno. "Puntiamo a riorganizzare il lavoro, distribuendo responsabilità e impegni", dice. In attesa che si riesca a porre riparo alla cronica carenza di personale, si prova a supplire con alchimie di organizzazione. "L'idea - spiega- è di garantire aperture ad orari delle domus più importanti in modo che il turista, debitamente informato da un tabellone all'ingresso, si possa costruire la propria giornata di visita e il proprio itinerario modulandolo sulle sue curiosità e sul tempo che ha disposizione". Nella delicatissima casa di Frontone, che è tra le più interessanti anche per l'ottimo stato di conservazione e riesce veramente a far rivivere l'atmosfera dell'epoca di età imperiale in cui l'aveva fatta costruire il suo facoltoso proprietario, l'estrema fragilità degli ambienti decorati richiede cautele particolari. Anche per questo, avverte Osanna, l'ingresso dovrà comunque essere contingentato
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2014/03/28/news/pompei_a_pasqua_riaprono_tre_gioielli-82117320/
ci sono foto delle pitture parietali che accompagnano l'articolo da lasciare cosi'
Parte il piano di rilancio del sito archeologico. Tornano visitabili la casa di Frontone, di Trittolemo e Romolo e Remo
Non solo crolli e degrado per Pompei, che con 2 milioni e mezzo di visitatori (2.457.051), in crescita rispetto al 2012, si conferma comunque il tesoro italiano più gettonato dopo il Colosseo. Lo anticipa il ministro della cultura Dario Franceschini, che assicura una svolta di accelerazione per il Grande Progetto di restauri cofinanziato con i 105 milioni Ue. "Stiamo lavorando, in sinergia con tutte le parti coinvolte, per superare le emergenze e rispettare la scadenza dei tempi richiesti dall'Unione Europea", sottolinea.
E intanto il sito archeologico campano, annuncia Franceschini, si prepara ad incantare il pubblico con la riapertura, per Pasqua, di alcune delle sue dimore più fastose, scrigni di delicate meraviglie che accoglieranno i visitatori già dall'ingresso principale di Porta Marina. Mentre il soprintendente Massimo Osanna spiega che si stanno studiando itinerari 'on demand' per ogni categoria di turista, dai croceristi mordi e fuggi ai più esigenti in cerca di approfondimenti ed esclusive."Stiamo cercando di fare tutto quello che è ragionevole fare e che il grande pubblico si attende da noi, garantendo l'apertura di quello che si può aprire in sicurezza", sorride il soprintendente. Basta con le transenne e le chiusure a tappeto degli ultimi anni, insomma.
Dopo i crolli e le polemiche per il degrado e le troppe domus chiuse ai visitatori, a Pompei si prova a voltare pagina: e se per l'Antiquarium - causa il complesso contenzioso che coinvolge anche l'Avvocatura dello Stato - bisognerà avere ancora un pò di pazienza, entro l'estate, assicura Osanna, sarà terminato il restauro del celeberrimo Cave Canem, mosaico icona del sito che decora il pavimento d'ingresso della Casa del Poeta Tragico.
Non solo: in tempo per la stagione calda, anticipa Osanna, verrà riaperta la Casa dei Vettii, le cui porte, fra lo sconcerto dei visitatori, sono serrate da undici anni. "Il restauro della Domus è previsto dal Grande Progetto - ricorda- ma abbiamo comunque deciso di anticipare i tempi e riaprire i cancelli accogliendo il pubblico nei locali non pericolosi, che sono tra l'altro il cuore della dimora, di cui fa parte anche l'atrio con l'affresco del priapo dal grande fallo".
La novità sono comunque le tre domus che riaprono i cancelli per Pasqua, dalla strepitosa dimora del politico Marco Lucrezio Frontone ("forse la casa più bella di Pompei - dice Osanna- con un ambiente architettonicamente complesso e pitture di straordinaria qualità") a quella di Trittolemo e quella Romolo e Remo con le pitture di animali grigi e porpora che adornano il lussureggiante giardino. Tutte dimore caratterizzate da pitture parietali interessantissime e ambienti in pratica mai visti, chiusi al pubblico da tempo immemorabile.
In campo da poche settimane, il neo soprintendente Osanna cerca di recuperare il tempo perduto puntando al coinvolgimento del personale, dai custodi ai funzionari, fino ai più giovani architetti e archeologi arrivati con le assunzioni dello scorso anno. "Puntiamo a riorganizzare il lavoro, distribuendo responsabilità e impegni", dice. In attesa che si riesca a porre riparo alla cronica carenza di personale, si prova a supplire con alchimie di organizzazione. "L'idea - spiega- è di garantire aperture ad orari delle domus più importanti in modo che il turista, debitamente informato da un tabellone all'ingresso, si possa costruire la propria giornata di visita e il proprio itinerario modulandolo sulle sue curiosità e sul tempo che ha disposizione". Nella delicatissima casa di Frontone, che è tra le più interessanti anche per l'ottimo stato di conservazione e riesce veramente a far rivivere l'atmosfera dell'epoca di età imperiale in cui l'aveva fatta costruire il suo facoltoso proprietario, l'estrema fragilità degli ambienti decorati richiede cautele particolari. Anche per questo, avverte Osanna, l'ingresso dovrà comunque essere contingentato
http://napoli.repubblica.it/cronaca/2014/03/28/news/pompei_a_pasqua_riaprono_tre_gioielli-82117320/
ci sono foto delle pitture parietali che accompagnano l'articolo da lasciare cosi'
camila- mengonella
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Re: Oggi ho letto questo...
non oggi,ma nel week end ho letto...stavo leggendo un romanzo in cui si citava il Duende .Non conoscevo la parola e il suo significato (non ho studiato Lorca ) quindi ho fatto un giro in rete per saperne di piu': sono inciampata in questo articolo inutile dirvi a chi mi ha fatto pensare
- Spoiler:
- LA VOCE E IL DEMONE DEL DUENDE
(OVVERO,IL CANTO CHE NON SI PUO` SPIEGARE)
Federico Garcia Lorca, citando il critico teatrale e scrittore inglese Kenneth Tynan, scrive così in “Gioco e teoria del Duende” (Adelphi): “ Billie Holiday e Tennessee Williams ce l’avevano. Ella Fitzgerald quasi, ma non proprio. E Miles Davis forse non aveva altro”.
“Duende” è una parola che si usa molto in Spagna. Espressioni probabilmente intraducibili come “questo ha molto duende”, sono decisamente frequenti. “Hai voce, conosci gli stili, ma non avrai mai successo perché non hai duende”, oppure, “i giorni in cui canto con duende, non mi supera nessuno”, o ancora, “tutto quel che ha suoni neri, ha duende” (Kenneth Tynan).
Cosa vuol dire quindi, duende?
Letteralmente significa “proprietario di una casa” e, in senso figurato, per gli spagnoli indica una sorta di folletto, o demone, che infesta una casa, dalle sembianze di un bambino o di un vecchietto. In senso translato, duende prende il significato di incanto, mistero.
Non si tratta quindi di un termine strettamente musicale, non lo usano gli addetti ai lavori, non è una parola che sentirete usare dai cantanti professionisti. Eppure, confrontandomi con la teoria di Garcia Lorca, non ho potuto fare a meno di notare la grande pertinenza che questo termine ha quando si parla di canto, o meglio, di un aspetto del canto.
Mi riferisco al suo “lato oscuro”, alla magia della voce che noi tutti sappiamo riconoscere all’ascolto, che pochi sanno riprodurre, che nessuno riesce a spiegare.
È quel potere misterioso ed evocativo che ci lega alla musica e al canto nel modo più profondo e nel luogo più nascosto del nostro io.
Non è forse vero che spesso la musica e il canto sono in grado di evocare sentimenti molto forti in noi, tali da indurci al pianto, alla disperazione, al riso e all’euforia? Non è forse vero che la musica riesce a farci stare molto bene ma anche molto male quando scava dentro di noi fino a rendere evidenti i nostri sentimenti? Che cosa provoca tutto questo?
C’è una lotta in atto in chi ascolta e in chi canta “con duende”.
In chi ascolta, è una lotta fra l’istinto e l’autocontrollo, ossia fra il cuore e la mente, la passione e la razionalità. Quando il cuore vince, ci lasciamo andare alle emozioni che l’ascolto induce.
In chi canta, e in senso generale, in chi fa arte, la lotta è con il proprio demone del duende, il folletto che abita la nostra casa artistica, un demonio forte e caparbio, pronto a darci battaglia finché non decidiamo di seguirlo e di lasciargli trasformare la nostra interpretazione (o la nostra opera d’arte) in qualcosa di magico e coinvolgente che riesce a superare le barriere razionali del pubblico ed a toccarlo nel profondo.
La facoltà di “arrivare” all’anima di chi ci ascolta non è una questione di capacità tecnica, né di bellezza timbrica, né di estensione vocale. Non è neanche una questione di recitazione: molti cantanti tentano di commuovere il loro pubblico o di affascinarlo inscenando interpretazioni melodrammatiche fatte di espressioni del volto, larghi gesti delle braccia e delle mani, mettendo su una vera parte da attori ma tutto questo non basta, è una finzione.
Riuscire ad entrare nell’anima degli altri è una questione di duende.È imparare a lasciar prevalere il nostro demone, il demone che gli artisti hanno dentro di sé, durante la performance. È un atto di crescita artistica che costa una grande fatica, ma quando tutto questo accade, il risultato è inimitabile.
Ogni cantante professionista, ogni studente di canto, ogni appassionato dovrà fare i conti con il proprio demone del duende. Io mi chiedo se ho cantato con duende ogni volta che finisco una canzone. Il percorso che ognuno di noi deve compiere, alla ricerca del proprio demone, è strettamente personale; è un viaggio dentro di noi per scoprire qual è la nostra verità artistica e per portarla alla luce.
Questo percorso inizia con la consapevolezza, con il porsi la domanda fondamentale: “Quando canto, canto con duende?”. Poi prosegue tutta la vita e può non terminare mai.
Pensate al duende come al piccolo folletto che impazza nella vostra anima: quando gli lascerete campo libero metterà a soqquadro tutti i vostri sentimenti. Sarà allora che cantando proverete le emozioni più forti, sarà allora che potrete sentire che il vostro canto sarà in grado di abbracciare tutto il pubblico che vi starà ascoltando.
Cito adesso alcuni artisti della voce del passato che indubbiamente cantavano con duende: la sopracitata Billie Holiday e Nina Simone, entrambe cantanti non dotate di una estensione vocale particolarmente sviluppata ma capaci di incantare il pubblico quasi fino ad ipnotizzarlo.
Jeff Buckley, cantante dalle indubbie qualità vocali, solo seconde tuttavia ad un modo di cantare commovente, struggente, che si deposita nel cuore di chi lo ascolta per non uscirne mai più, generando una sorta di innamoramento perenne.
Nick Drake, artista poco conosciuto, dalla voce esilissima ma quasi soprannaturale, che ci fa entrare in contatto con la sua anima fragile quando lo ascoltiamo.
Kurt Cobain, compianto cantante dei Nirvana, dal timbro sporco e impreciso ma dotato di una vocalità coinvolgente e disperata.
Edith Piaf, la grande interprete francese, dalla voce caleidoscopica e capace di passare da interpretazioni allegre e gioiose alla disperazione più nera.
Luigi Tenco e Rino Gaetano, cantautori scomparsi prematuramente e dotati di una intensità interpretativa che ancora oggi resta ineguagliata in chi cerca di riproporre le loro canzoni.
Gabriella Ferri, indimenticabile interprete romana, artista della voce e dello spettacolo troppo presto dimenticata. Mia Martini, forse la più grande artista della vocalità italiana che riusciva a trasformare la sua grande sofferenza interiore in una forza interpretativa travolgente, portando sul palco la sua vita stessa.
Irene Mezzacapo
http://www.accademialavoce.it/didattica-online/prova-didattica/
camila- mengonella
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Re: Oggi ho letto questo...
camila ha scritto:non oggi,ma nel week end ho letto...stavo leggendo un romanzo in cui si citava il Duende .Non conoscevo la parola e il suo significato (non ho studiato Lorca ) quindi ho fatto un giro in rete per saperne di piu': sono inciampata in questo articolo inutile dirvi a chi mi ha fatto pensare
- Spoiler:
LA VOCE E IL DEMONE DEL DUENDE
(OVVERO,IL CANTO CHE NON SI PUO` SPIEGARE)
Federico Garcia Lorca, citando il critico teatrale e scrittore inglese Kenneth Tynan, scrive così in “Gioco e teoria del Duende” (Adelphi): “ Billie Holiday e Tennessee Williams ce l’avevano. Ella Fitzgerald quasi, ma non proprio. E Miles Davis forse non aveva altro”.
“Duende” è una parola che si usa molto in Spagna. Espressioni probabilmente intraducibili come “questo ha molto duende”, sono decisamente frequenti. “Hai voce, conosci gli stili, ma non avrai mai successo perché non hai duende”, oppure, “i giorni in cui canto con duende, non mi supera nessuno”, o ancora, “tutto quel che ha suoni neri, ha duende” (Kenneth Tynan).
Cosa vuol dire quindi, duende?
Letteralmente significa “proprietario di una casa” e, in senso figurato, per gli spagnoli indica una sorta di folletto, o demone, che infesta una casa, dalle sembianze di un bambino o di un vecchietto. In senso translato, duende prende il significato di incanto, mistero.
Non si tratta quindi di un termine strettamente musicale, non lo usano gli addetti ai lavori, non è una parola che sentirete usare dai cantanti professionisti. Eppure, confrontandomi con la teoria di Garcia Lorca, non ho potuto fare a meno di notare la grande pertinenza che questo termine ha quando si parla di canto, o meglio, di un aspetto del canto.
Mi riferisco al suo “lato oscuro”, alla magia della voce che noi tutti sappiamo riconoscere all’ascolto, che pochi sanno riprodurre, che nessuno riesce a spiegare.
È quel potere misterioso ed evocativo che ci lega alla musica e al canto nel modo più profondo e nel luogo più nascosto del nostro io.
Non è forse vero che spesso la musica e il canto sono in grado di evocare sentimenti molto forti in noi, tali da indurci al pianto, alla disperazione, al riso e all’euforia? Non è forse vero che la musica riesce a farci stare molto bene ma anche molto male quando scava dentro di noi fino a rendere evidenti i nostri sentimenti? Che cosa provoca tutto questo?
C’è una lotta in atto in chi ascolta e in chi canta “con duende”.
In chi ascolta, è una lotta fra l’istinto e l’autocontrollo, ossia fra il cuore e la mente, la passione e la razionalità. Quando il cuore vince, ci lasciamo andare alle emozioni che l’ascolto induce.
In chi canta, e in senso generale, in chi fa arte, la lotta è con il proprio demone del duende, il folletto che abita la nostra casa artistica, un demonio forte e caparbio, pronto a darci battaglia finché non decidiamo di seguirlo e di lasciargli trasformare la nostra interpretazione (o la nostra opera d’arte) in qualcosa di magico e coinvolgente che riesce a superare le barriere razionali del pubblico ed a toccarlo nel profondo.
La facoltà di “arrivare” all’anima di chi ci ascolta non è una questione di capacità tecnica, né di bellezza timbrica, né di estensione vocale. Non è neanche una questione di recitazione: molti cantanti tentano di commuovere il loro pubblico o di affascinarlo inscenando interpretazioni melodrammatiche fatte di espressioni del volto, larghi gesti delle braccia e delle mani, mettendo su una vera parte da attori ma tutto questo non basta, è una finzione.
Riuscire ad entrare nell’anima degli altri è una questione di duende.È imparare a lasciar prevalere il nostro demone, il demone che gli artisti hanno dentro di sé, durante la performance. È un atto di crescita artistica che costa una grande fatica, ma quando tutto questo accade, il risultato è inimitabile.
Ogni cantante professionista, ogni studente di canto, ogni appassionato dovrà fare i conti con il proprio demone del duende. Io mi chiedo se ho cantato con duende ogni volta che finisco una canzone. Il percorso che ognuno di noi deve compiere, alla ricerca del proprio demone, è strettamente personale; è un viaggio dentro di noi per scoprire qual è la nostra verità artistica e per portarla alla luce.
Questo percorso inizia con la consapevolezza, con il porsi la domanda fondamentale: “Quando canto, canto con duende?”. Poi prosegue tutta la vita e può non terminare mai.
Pensate al duende come al piccolo folletto che impazza nella vostra anima: quando gli lascerete campo libero metterà a soqquadro tutti i vostri sentimenti. Sarà allora che cantando proverete le emozioni più forti, sarà allora che potrete sentire che il vostro canto sarà in grado di abbracciare tutto il pubblico che vi starà ascoltando.
Cito adesso alcuni artisti della voce del passato che indubbiamente cantavano con duende: la sopracitata Billie Holiday e Nina Simone, entrambe cantanti non dotate di una estensione vocale particolarmente sviluppata ma capaci di incantare il pubblico quasi fino ad ipnotizzarlo.
Jeff Buckley, cantante dalle indubbie qualità vocali, solo seconde tuttavia ad un modo di cantare commovente, struggente, che si deposita nel cuore di chi lo ascolta per non uscirne mai più, generando una sorta di innamoramento perenne.
Nick Drake, artista poco conosciuto, dalla voce esilissima ma quasi soprannaturale, che ci fa entrare in contatto con la sua anima fragile quando lo ascoltiamo.
Kurt Cobain, compianto cantante dei Nirvana, dal timbro sporco e impreciso ma dotato di una vocalità coinvolgente e disperata.
Edith Piaf, la grande interprete francese, dalla voce caleidoscopica e capace di passare da interpretazioni allegre e gioiose alla disperazione più nera.
Luigi Tenco e Rino Gaetano, cantautori scomparsi prematuramente e dotati di una intensità interpretativa che ancora oggi resta ineguagliata in chi cerca di riproporre le loro canzoni.
Gabriella Ferri, indimenticabile interprete romana, artista della voce e dello spettacolo troppo presto dimenticata. Mia Martini, forse la più grande artista della vocalità italiana che riusciva a trasformare la sua grande sofferenza interiore in una forza interpretativa travolgente, portando sul palco la sua vita stessa.
Irene Mezzacapo
http://www.accademialavoce.it/didattica-online/prova-didattica/
Allora siamo in due....
M&M- mengonella
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Re: Oggi ho letto questo...
Grazie Camila per aver postato questo articolo, davvero molto interessante, non conoscevo il Duende...adesso mi spiego molte cose...
Arianna- mengonella
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Re: Oggi ho letto questo...
Buonasera
grazie mille Camila
Questo articolo è molto affascinante : "un folletto che impazza nell'anima", "una sorta di innamoramento perenne" sono belle frasi e il breve elenco di artisti è proprio azzeccato. Forse ora, più probabilmente fra qualche anno, si potrebbe aggiungere un nome alla lista?
grazie mille Camila
Questo articolo è molto affascinante : "un folletto che impazza nell'anima", "una sorta di innamoramento perenne" sono belle frasi e il breve elenco di artisti è proprio azzeccato. Forse ora, più probabilmente fra qualche anno, si potrebbe aggiungere un nome alla lista?
djian- mengonella
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Re: Oggi ho letto questo...
Fatelo per la Danimarca. Il video virale contro le nascite zero
Fatelo per la Danimarca. Il video per incoraggiare le coppie danesi a fare figli in viaggio spopola su Facebook.
Può il sesso salvare il futuro della Danimarca?
La Danimarca come l'Italia ha un problema con le nascite zero e il tasso di natalità ha toccato il record più basso negli ultimi 27 anni. Cosa fare per risolvere il problema?
Partendo dal presupposto che viaggiare aumenta la libido e che la maggior parte dei bambini danesi sono stati concepiti in viaggio l'agenzia pubblicitaria Spies Travels offre una vacanza gratis a tutte le coppie che concepiscono in viaggio e una serie di prodotti, pannolini e pappe, per il primo anno di età del bambino.
Vincere è facile: basta iscriversi, viaggiare durante il periodo dell'ovulazione e mandare le prove del concepimento e il gioco è fatto. Lo spot pubblicitario non è un fake ma è reale. Alla fine del video la Danimarca si rivolge anche alle coppie gay, perché l'importante non è vincere ma partecipare.
http://www.zingarate.com/danimarca/fatelo-per-la-danimarca-video-nascite-zero.html
non sara' un pesce d'aprile ben congegnato?
mi domando se e come si accertino che la signora possieda...i requisiti e ..i "partecipanti" ,quanto visiteranno del luogo di vacanza,dal momento che il "contratto "prevede che riportino in patria un cosi' impegnativo souvenir ?
Fatelo per la Danimarca. Il video per incoraggiare le coppie danesi a fare figli in viaggio spopola su Facebook.
Può il sesso salvare il futuro della Danimarca?
La Danimarca come l'Italia ha un problema con le nascite zero e il tasso di natalità ha toccato il record più basso negli ultimi 27 anni. Cosa fare per risolvere il problema?
Partendo dal presupposto che viaggiare aumenta la libido e che la maggior parte dei bambini danesi sono stati concepiti in viaggio l'agenzia pubblicitaria Spies Travels offre una vacanza gratis a tutte le coppie che concepiscono in viaggio e una serie di prodotti, pannolini e pappe, per il primo anno di età del bambino.
Vincere è facile: basta iscriversi, viaggiare durante il periodo dell'ovulazione e mandare le prove del concepimento e il gioco è fatto. Lo spot pubblicitario non è un fake ma è reale. Alla fine del video la Danimarca si rivolge anche alle coppie gay, perché l'importante non è vincere ma partecipare.
http://www.zingarate.com/danimarca/fatelo-per-la-danimarca-video-nascite-zero.html
non sara' un pesce d'aprile ben congegnato?
mi domando se e come si accertino che la signora possieda...i requisiti e ..i "partecipanti" ,quanto visiteranno del luogo di vacanza,dal momento che il "contratto "prevede che riportino in patria un cosi' impegnativo souvenir ?
camila- mengonella
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Re: Oggi ho letto questo...
Kevin? È una diagnosi”
La vita dei tedeschi passa per il nome
Il difficile destino di chi è stato chiamato con termini esotici o stranieri.
“Contadino” e “Mugnaio” faticano di più a trovare lavoro di “Imperatore” o “Re”
ANSA
TONIA MASTROBUONI
INVIATA A BERLINO
Pensateci bene prima di ispirarvi a Hollywood quando battezzate vostro figlio. Se avete finito un pacchetto di fazzoletti per il finale di “Balla coi lupi”, potreste condannare vostro figlio Kevin a consumarne dieci, se un giorno cercherà un lavoro in Germania.
Che nomen omen, che il nome sia un segno non è dimostrabile, ma che sia un destino è provato: chi ne ha uno straniero o esotico deve faticare di più per trovare un lavoro. E la notizia è che anche chi ha un cognome tedesco, spesso non può dormire sonni tranquilli. Se si chiama Bauer (Contadino), Schneider (Sarto) o Müller (Mugnaio), avrà meno possibilità di essere invitato a fare un colloquio di chi porta senza merito né colpa un cognome come Kaiser (Imperatore) o König (Re). Dati esilaranti, non fossero drammaticamente veri, che emergono ad alcuni studi citati oggi dalla Süddeutsche Zeitung.
Il primo proviene dalla Commissione delle fondazioni tedesche per l’integrazione Svr e dimostra che chi ha origini turche deve mandare sette curricula per avere la chance di un colloquio, contro i cinque di chi ha la fortuna di portare un nome e un cognome tedeschi, a parità di qualifiche. In un paper di due psicologi, Raphael Silberzahn e Eric Luis Uhlmann, che hanno vagliato 222.824 dati, si scopre invece che chi si chiama re, barone, conte o imperatore, spesso ricopre posizioni più elevate. I due hanno calcolato anzi che è 27 volte più probabile che faccia carriera.
Infine, bisogna resistere alla tentazione di ispirarsi ai propri idoli. Uno studio dell’università di Oldenburg rivela che chi si chiama Jacqueline, Chantal, Justin, spesso viene discriminato rispetto a chi risulta iscritto all’anagrafe come Thomas, Hannah, Joachim. E di frequente sono gli insegnanti ad associare a nomi esotici bambini particolarmente agitati o che provengono da milieu difficili. Come ha sintetizzato una maestra citata nello studio: “Kevin non è un nome, ma una diagnosi”.
http://www.lastampa.it/2014/04/15/societa/kevin-una-diagnosi-la-vita-dei-tedeschi-passa-per-il-nome-TEKII8m9f1JR1Z12QWXwGM/pagina.html
La vita dei tedeschi passa per il nome
Il difficile destino di chi è stato chiamato con termini esotici o stranieri.
“Contadino” e “Mugnaio” faticano di più a trovare lavoro di “Imperatore” o “Re”
ANSA
TONIA MASTROBUONI
INVIATA A BERLINO
Pensateci bene prima di ispirarvi a Hollywood quando battezzate vostro figlio. Se avete finito un pacchetto di fazzoletti per il finale di “Balla coi lupi”, potreste condannare vostro figlio Kevin a consumarne dieci, se un giorno cercherà un lavoro in Germania.
Che nomen omen, che il nome sia un segno non è dimostrabile, ma che sia un destino è provato: chi ne ha uno straniero o esotico deve faticare di più per trovare un lavoro. E la notizia è che anche chi ha un cognome tedesco, spesso non può dormire sonni tranquilli. Se si chiama Bauer (Contadino), Schneider (Sarto) o Müller (Mugnaio), avrà meno possibilità di essere invitato a fare un colloquio di chi porta senza merito né colpa un cognome come Kaiser (Imperatore) o König (Re). Dati esilaranti, non fossero drammaticamente veri, che emergono ad alcuni studi citati oggi dalla Süddeutsche Zeitung.
Il primo proviene dalla Commissione delle fondazioni tedesche per l’integrazione Svr e dimostra che chi ha origini turche deve mandare sette curricula per avere la chance di un colloquio, contro i cinque di chi ha la fortuna di portare un nome e un cognome tedeschi, a parità di qualifiche. In un paper di due psicologi, Raphael Silberzahn e Eric Luis Uhlmann, che hanno vagliato 222.824 dati, si scopre invece che chi si chiama re, barone, conte o imperatore, spesso ricopre posizioni più elevate. I due hanno calcolato anzi che è 27 volte più probabile che faccia carriera.
Infine, bisogna resistere alla tentazione di ispirarsi ai propri idoli. Uno studio dell’università di Oldenburg rivela che chi si chiama Jacqueline, Chantal, Justin, spesso viene discriminato rispetto a chi risulta iscritto all’anagrafe come Thomas, Hannah, Joachim. E di frequente sono gli insegnanti ad associare a nomi esotici bambini particolarmente agitati o che provengono da milieu difficili. Come ha sintetizzato una maestra citata nello studio: “Kevin non è un nome, ma una diagnosi”.
http://www.lastampa.it/2014/04/15/societa/kevin-una-diagnosi-la-vita-dei-tedeschi-passa-per-il-nome-TEKII8m9f1JR1Z12QWXwGM/pagina.html
mafalda- Messaggi : 8513
Data d'iscrizione : 20.05.10
Età : 61
Re: Oggi ho letto questo...
Offende su Facebook,
finanziere rinviato a processo
Nella sentenza la Suprema Corte sottolinea che anche senza farne il nome, il maresciallo aveva facilmente reso identificabile il collega offeso
Chi parla male di una persona su Facebook, senza nominarla direttamente, ma indicando particolari che possono renderla identificabile, va incontro a una condanna per diffamazione. Lo si evince da una sentenza con cui la prima sezione penale della Cassazione ha rinviato a nuovo processo l’assoluzione di un maresciallo capo della Guardia di Finanza che aveva pubblicato nei sui «dati personali» su Facebook la frase «attualmente defenestrato a causa dell’arrivo di collega sommamente raccomandato e leccaculo...», aggiungendo quindi un’espressione volgare riferita alla moglie di quest’ultimo.
«Chiunque poteva individuarlo»
Per la frase incriminata, che aveva offeso la reputazione del maresciallo designato al posto suo al comando della compagnia, l’imputato era stato condannato dal tribunale militare di Roma a tre mesi di reclusione militare per diffamazione pluriaggravata. In Appello era stato assolto per insussistenza del fatto, poiché l’identificazione della persona offesa risultava - aveva spiegato la Corte militare d’Appello di Roma - possibile soltanto da parte di una ristretta cerchia di soggetti rispetto alla generalità degli utenti del social network, non avendo l’imputato indicato il nome del suo successore, la funzione di comando in cui era stato sostituito, o dato alcun riferimento cronologico. Nel ricorso contro l’assoluzione, il procuratore generale militare ha evidenziato come, al contrario, la pubblicazione su Facebook abbia determinato la conoscenza delle frasi offensive da parte di più «soggetti indeterminati iscritti al social network e che chiunque, collega o conoscente dell’imputato, avrebbe potuto individuare la persona offesa».
Facebook è un social network, non una piattaforma privata
La prima sezione penale della Cassazione (sentenza 16712) ha riconosciuto come la frase fosse «ampiamente accessibile, essendo indicata sul cosiddetto profilo» e l’identificazione della persona offesa favorita dall’avverbio «attualmente» riferita alla funzione di comando rivestita. Tra l’altro «il reato di diffamazione non richiede il dolo specifico» ma la «consapevolezza di pronunciare una frase lesiva dell’altrui reputazione e la volontà che la frase venga a conoscenza anche soltanto di due persone». Ad avviso della Corte, «i giudici di secondo grado non hanno adeguatamente indicato le ragioni logico-giuridiche per le quali il limitato numero delle persone in grado di identificare il soggetto passivo della frase a contenuto diffamatorio determini l’esclusione della prova della volontà dell’imputato di comunicare con più persone in grado di individuare il soggetto interessato». Ai fini di tale valutazione, conclude la Corte, «non può non tenersi conto dell’utilizzazione del social network, a nulla rilevando che non si tratti di strumento finalizzato a contatti istituzionali tra appartenenti alla Guardia di Finanza, né alla circostanza che in concreto la frase sia stata letta soltanto da una persona».
http://www.corriere.it/cronache/14_aprile_16/offende-facebook-finanziere-rinviato-processo-08a7fe84-c581-11e3-ab93-8b453f4397d6.shtml
finanziere rinviato a processo
Nella sentenza la Suprema Corte sottolinea che anche senza farne il nome, il maresciallo aveva facilmente reso identificabile il collega offeso
Chi parla male di una persona su Facebook, senza nominarla direttamente, ma indicando particolari che possono renderla identificabile, va incontro a una condanna per diffamazione. Lo si evince da una sentenza con cui la prima sezione penale della Cassazione ha rinviato a nuovo processo l’assoluzione di un maresciallo capo della Guardia di Finanza che aveva pubblicato nei sui «dati personali» su Facebook la frase «attualmente defenestrato a causa dell’arrivo di collega sommamente raccomandato e leccaculo...», aggiungendo quindi un’espressione volgare riferita alla moglie di quest’ultimo.
«Chiunque poteva individuarlo»
Per la frase incriminata, che aveva offeso la reputazione del maresciallo designato al posto suo al comando della compagnia, l’imputato era stato condannato dal tribunale militare di Roma a tre mesi di reclusione militare per diffamazione pluriaggravata. In Appello era stato assolto per insussistenza del fatto, poiché l’identificazione della persona offesa risultava - aveva spiegato la Corte militare d’Appello di Roma - possibile soltanto da parte di una ristretta cerchia di soggetti rispetto alla generalità degli utenti del social network, non avendo l’imputato indicato il nome del suo successore, la funzione di comando in cui era stato sostituito, o dato alcun riferimento cronologico. Nel ricorso contro l’assoluzione, il procuratore generale militare ha evidenziato come, al contrario, la pubblicazione su Facebook abbia determinato la conoscenza delle frasi offensive da parte di più «soggetti indeterminati iscritti al social network e che chiunque, collega o conoscente dell’imputato, avrebbe potuto individuare la persona offesa».
Facebook è un social network, non una piattaforma privata
La prima sezione penale della Cassazione (sentenza 16712) ha riconosciuto come la frase fosse «ampiamente accessibile, essendo indicata sul cosiddetto profilo» e l’identificazione della persona offesa favorita dall’avverbio «attualmente» riferita alla funzione di comando rivestita. Tra l’altro «il reato di diffamazione non richiede il dolo specifico» ma la «consapevolezza di pronunciare una frase lesiva dell’altrui reputazione e la volontà che la frase venga a conoscenza anche soltanto di due persone». Ad avviso della Corte, «i giudici di secondo grado non hanno adeguatamente indicato le ragioni logico-giuridiche per le quali il limitato numero delle persone in grado di identificare il soggetto passivo della frase a contenuto diffamatorio determini l’esclusione della prova della volontà dell’imputato di comunicare con più persone in grado di individuare il soggetto interessato». Ai fini di tale valutazione, conclude la Corte, «non può non tenersi conto dell’utilizzazione del social network, a nulla rilevando che non si tratti di strumento finalizzato a contatti istituzionali tra appartenenti alla Guardia di Finanza, né alla circostanza che in concreto la frase sia stata letta soltanto da una persona».
http://www.corriere.it/cronache/14_aprile_16/offende-facebook-finanziere-rinviato-processo-08a7fe84-c581-11e3-ab93-8b453f4397d6.shtml
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Re: Oggi ho letto questo...
Pelù contro Renzi al 1° maggio
L’attacco diventa caso politico
Il rocker dal palco del concertone: «Matteo è il boyscout di Gelli».
Picerno lo gela: «È un milionario, non conosce il valore dei soldi»
L’affondo di Piero Pelù contro Matteo diventa un caso politico.
Il rocker ha bollato renzi come «boyscout di Licio Gelli» durante la sua performance sul palco del Primo Maggio a Roma. È una querelle che nasce qualche anno fa. Dal Pd fanno notare che il cantante fu silurato dall’allora sindaco rottamatore dal ruolo di direttore artistico dell’Estate Fiorentina.
Beppe Grillo riprende in un post l’attacco al premier lanciato dal palco di San Giovanni. «Pelù al concerto del 1 maggio ha parlato di Renzie», scrive il leader del M5S prima di riportare integralmente le parole del rocker fiorentino: «Non vogliamo elemosine da 80 euro, vogliamo lavoro», ha detto ieri Pelù, definendo il presidente del Consiglio «il boy scout di Licio Gelli». «Sarebbe bene che i comici e i cantanti si occupassero del loro mestiere», risponde sottolinea Alessandra Moretti (Pd), deputata e capolista alle Europee per il Nord-Est.
«Quando la politica va veloce succede che il rock diventa lento», risponde a Pelù l’esponente del Pd Pina Picierno. «Probabilmente era impegnato in una registrazione di “The voice” e non si è accorto di quanto stava avvenendo nel nostro paese. - continua la capolista del Pd alle europee per la circoscrizione sud- forse non sa che gli 80 euro che il governo Renzi ha deciso di redistribuire a chi ha sempre pagato non sono un’elemosina come l’ha definita lui, ma il primo passo verso l’equità sociale che noi del pd vogliamo assolutamente riportare in questo paese. Mi dispiace, conclude la Picierno, che a dire no a questi 80 euro sia una persona fortunata e benestante grazie al suo talento. ogni tanto però bisognerebbe uscire dai panni del rocker milionario e indossare quelli di chi vive con mille euro al mese».
Interviene anche il deputato del Pd Dario Ginefra: «Io non ho votato per Renzi al congresso e a volte non ne condivido il modo di fare, ma trovo le parole di Piero Pelù offensive per l’intero popolo democratico». Il collega Edoardo Patriarca è sulla stessa linea: «È davvero preoccupante quando un cantante come Pelù fa concorrenza a Grillo. Ma sappia che il concerto del primo maggio non è certo un talent».
http://www.lastampa.it/2014/05/02/italia/politica/pel-contro-renzi-al-maggio-lattacco-diventa-caso-politico-jN7AzYmLUjYMKL5Ly4dJ5K/pagina.html
L’attacco diventa caso politico
Il rocker dal palco del concertone: «Matteo è il boyscout di Gelli».
Picerno lo gela: «È un milionario, non conosce il valore dei soldi»
L’affondo di Piero Pelù contro Matteo diventa un caso politico.
Il rocker ha bollato renzi come «boyscout di Licio Gelli» durante la sua performance sul palco del Primo Maggio a Roma. È una querelle che nasce qualche anno fa. Dal Pd fanno notare che il cantante fu silurato dall’allora sindaco rottamatore dal ruolo di direttore artistico dell’Estate Fiorentina.
Beppe Grillo riprende in un post l’attacco al premier lanciato dal palco di San Giovanni. «Pelù al concerto del 1 maggio ha parlato di Renzie», scrive il leader del M5S prima di riportare integralmente le parole del rocker fiorentino: «Non vogliamo elemosine da 80 euro, vogliamo lavoro», ha detto ieri Pelù, definendo il presidente del Consiglio «il boy scout di Licio Gelli». «Sarebbe bene che i comici e i cantanti si occupassero del loro mestiere», risponde sottolinea Alessandra Moretti (Pd), deputata e capolista alle Europee per il Nord-Est.
«Quando la politica va veloce succede che il rock diventa lento», risponde a Pelù l’esponente del Pd Pina Picierno. «Probabilmente era impegnato in una registrazione di “The voice” e non si è accorto di quanto stava avvenendo nel nostro paese. - continua la capolista del Pd alle europee per la circoscrizione sud- forse non sa che gli 80 euro che il governo Renzi ha deciso di redistribuire a chi ha sempre pagato non sono un’elemosina come l’ha definita lui, ma il primo passo verso l’equità sociale che noi del pd vogliamo assolutamente riportare in questo paese. Mi dispiace, conclude la Picierno, che a dire no a questi 80 euro sia una persona fortunata e benestante grazie al suo talento. ogni tanto però bisognerebbe uscire dai panni del rocker milionario e indossare quelli di chi vive con mille euro al mese».
Interviene anche il deputato del Pd Dario Ginefra: «Io non ho votato per Renzi al congresso e a volte non ne condivido il modo di fare, ma trovo le parole di Piero Pelù offensive per l’intero popolo democratico». Il collega Edoardo Patriarca è sulla stessa linea: «È davvero preoccupante quando un cantante come Pelù fa concorrenza a Grillo. Ma sappia che il concerto del primo maggio non è certo un talent».
http://www.lastampa.it/2014/05/02/italia/politica/pel-contro-renzi-al-maggio-lattacco-diventa-caso-politico-jN7AzYmLUjYMKL5Ly4dJ5K/pagina.html
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Re: Oggi ho letto questo...
Sapevo del dente avvelenato di Pelù contro Renzi, io stessa ho le mie riserve su di lui, ma non condivido affatto l'opionione di Pelù che mi pare calcolata apposta per il contesto del concertone. Mi sembra assurdo negare l'utilità di 80 euro in più su 1000 al mese. Tornasse a fare the voice che gli viene molto meglio
Dismiss- mengonella
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Re: Oggi ho letto questo...
Festa della mamma, polemiche per lo spot Desigual
Dalla Spagna arriva uno spot per la Festa della Mamma destinato a far discutere. Il noto marchio di abbigliamento iberico 'Desigual' è nell'occhio del ciclone per la sua campagna pubblicitaria, lanciata attraverso l'hashtag #tudecides.
LO SPOT CHE HA FATTO INFURIARE LE DONNE SPAGNOLE
Il nuovo spot Desigual ha mandato su tutte le furie molte donne spagnole. La pubblicità in oggetto prende di mira la battaglia “YoDecido”, dichiaratamente contro la nuova legge antiabortista del governo Rajoy, trasformando lo slogan in “#tudecides”: “Decidi di essere mamma? Buca i preservativi”. Nel video si vede una modella provare allo specchio uno dei coloratissimi abiti del brand. All’improvviso afferra un cuscino e lo infila sotto il vestito simulando una gravidanza e sublimando il desiderio di maternità. L’hashtag #tudecides si rivela nel gesto successivo della protagonista della pubblicità: spillone alla mano, la ragazza buca una fila di preservativi che poi ripone in borsa prima di uscire. L’augurio di “buona festa della mamma” chiude lo spot.
LE REAZIONI DELLA RETE
La reazione del web non si è fatta attendere: sul canale YouTube spagnolo del marchio pollici in giù e commenti negativi si sprecano. Si va dal “vergognoso” allo “schifo”, senza dimenticare gli indignati de “non si scherza con i bambini” o più semplicemente coloro che amano coltivare zizzania a non finire. In Italia le cose non sembrano andare meglio ed il popolo di Twitter si è fatto sentire inondando di tweet negativi l'account di Desigual. Di certo, se lo scopo della comunicazione del brand di abbigliamento era quello di provocare e far parlare di se stesso, si può dire che ha raggiunto il suo scolpo. Ma ora tocca fare i conti con tutti coloro che, questa provocazione, non l'hanno digerita affatto. Addirittura, c'è chi si sta mobilitando al fine di boicottare il marchio e di provocare un calo delle vendite. Tuttavia, Desigual ha scelto per il momento la tattica della non belligeranza, evitando qualsiasi dichiarazione in merito.
https://it.lifestyle.yahoo.com/blog/i-feel-good/festa-della-mamma-polemiche-per-lo-spot-desigual-155721321.html
Dalla Spagna arriva uno spot per la Festa della Mamma destinato a far discutere. Il noto marchio di abbigliamento iberico 'Desigual' è nell'occhio del ciclone per la sua campagna pubblicitaria, lanciata attraverso l'hashtag #tudecides.
LO SPOT CHE HA FATTO INFURIARE LE DONNE SPAGNOLE
Il nuovo spot Desigual ha mandato su tutte le furie molte donne spagnole. La pubblicità in oggetto prende di mira la battaglia “YoDecido”, dichiaratamente contro la nuova legge antiabortista del governo Rajoy, trasformando lo slogan in “#tudecides”: “Decidi di essere mamma? Buca i preservativi”. Nel video si vede una modella provare allo specchio uno dei coloratissimi abiti del brand. All’improvviso afferra un cuscino e lo infila sotto il vestito simulando una gravidanza e sublimando il desiderio di maternità. L’hashtag #tudecides si rivela nel gesto successivo della protagonista della pubblicità: spillone alla mano, la ragazza buca una fila di preservativi che poi ripone in borsa prima di uscire. L’augurio di “buona festa della mamma” chiude lo spot.
LE REAZIONI DELLA RETE
La reazione del web non si è fatta attendere: sul canale YouTube spagnolo del marchio pollici in giù e commenti negativi si sprecano. Si va dal “vergognoso” allo “schifo”, senza dimenticare gli indignati de “non si scherza con i bambini” o più semplicemente coloro che amano coltivare zizzania a non finire. In Italia le cose non sembrano andare meglio ed il popolo di Twitter si è fatto sentire inondando di tweet negativi l'account di Desigual. Di certo, se lo scopo della comunicazione del brand di abbigliamento era quello di provocare e far parlare di se stesso, si può dire che ha raggiunto il suo scolpo. Ma ora tocca fare i conti con tutti coloro che, questa provocazione, non l'hanno digerita affatto. Addirittura, c'è chi si sta mobilitando al fine di boicottare il marchio e di provocare un calo delle vendite. Tuttavia, Desigual ha scelto per il momento la tattica della non belligeranza, evitando qualsiasi dichiarazione in merito.
https://it.lifestyle.yahoo.com/blog/i-feel-good/festa-della-mamma-polemiche-per-lo-spot-desigual-155721321.html
- il video:
camila- mengonella
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Re: Oggi ho letto questo...
Sulla piattaforma mymovieslive stasera fanno rivedere gratuitamente alcuni film presentati a Cannes, stasera è la volta di Hunger , sono in programma altri film , è nescessario regitrarsi :
http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2014/05/15/news/mymovies_hunger-86152025/?ref=HRESS-8
http://www.repubblica.it/spettacoli/cinema/2014/05/15/news/mymovies_hunger-86152025/?ref=HRESS-8
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Re: Oggi ho letto questo...
la Repubblica @repubblicait 10 min
#EP2014 Francia, Marine Le Pen: "Popolo sovrano si riprende il suo destino, Hollande sciolga Assemblea Nazionale" http://larep.it/1jjcVmT
Speriamo che la gente capisca quanto è importante votare anche per le europee
#EP2014 Francia, Marine Le Pen: "Popolo sovrano si riprende il suo destino, Hollande sciolga Assemblea Nazionale" http://larep.it/1jjcVmT
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Re: Oggi ho letto questo...
la Repubblica @repubblicait 10 min
++ #ElezioniEuropee: Le Pen a Grillo ed euroscettici: "Unitevi a noi" #EP2014 ++ http://larep.it/1jjcVmT
++ #ElezioniEuropee: Le Pen a Grillo ed euroscettici: "Unitevi a noi" #EP2014 ++ http://larep.it/1jjcVmT
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Re: Oggi ho letto questo...
Juncker (Ppe) rivendica presidenza della Commissione Ue. Il capo dei conservatori europei, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, ha rivendicato in serata la vittoria nelle europee del suo campo con un tweet. "Il Partito Popolare Europeo - scrive - sta per vincere. E rivendica la presidenza della Commissione europea". Che spetterebbe al suo candidato, ovvero lo stesso Juncker.
da Paolo Gallori 21.56
http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni-europee2014/2014/05/25/news/elezioni_dalle_7_aperti_i_seggi_si_vota_per_73_eurodeputati-87129861/?ref=twhr
da Paolo Gallori 21.56
http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni-europee2014/2014/05/25/news/elezioni_dalle_7_aperti_i_seggi_si_vota_per_73_eurodeputati-87129861/?ref=twhr
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Re: Oggi ho letto questo...
Prime stime del Parlamento europeo: il Ppe conquista 211 seggi contro i 193 del Pse Il risultato è stato pubblicato sul sito ufficiale del Parlamento europeo
http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni-europee2014/2014/05/25/news/elezioni_dalle_7_aperti_i_seggi_si_vota_per_73_eurodeputati-87129861/?ref=twhr
http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni-europee2014/2014/05/25/news/elezioni_dalle_7_aperti_i_seggi_si_vota_per_73_eurodeputati-87129861/?ref=twhr
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Re: Oggi ho letto questo...
Primo exit poll in Italia: primo Pd, secondo M5s, terzo Forza ItaliaPd al 33%. M5S 26.5, Forza Italia 18%, Lega Nord 6%. L'altra Europa con Tsipras 4,2%
http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni-europee2014/2014/05/25/news/elezioni_dalle_7_aperti_i_seggi_si_vota_per_73_eurodeputati-87129861/?ref=twhr
http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni-europee2014/2014/05/25/news/elezioni_dalle_7_aperti_i_seggi_si_vota_per_73_eurodeputati-87129861/?ref=twhr
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Re: Oggi ho letto questo...
Grazie Mafalda per gli aggiornamenti
Arianna- mengonella
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Re: Oggi ho letto questo...
Non c' è di che Sono un ' appassionata di tutti i tipi di votazione
comunque gli exit poll erano tutti sbagliati
http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni-europee2014/2014/05/26/news/sondaggi_flop_europee-87221057/?ref=HRER2-1
comunque gli exit poll erano tutti sbagliati
http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni-europee2014/2014/05/26/news/sondaggi_flop_europee-87221057/?ref=HRER2-1
mafalda- Messaggi : 8513
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Re: Oggi ho letto questo...
Palazzo Chigi: domani a Ciampino l'arrivo dei bambini adottati in CongoPalazzo Chigi: domani a Ciampino l'arrivo dei bambini adottati in Congo
Il volo proveniente da Kinshasa atterrerà intorno alle 9,45. I piccoli saranno accompagnati dal ministro Maria Elena Boschi. La titolare della Farnesina, Federica Mogherini: "Ringrazio tutte le persone che in questo periodo hanno lavorato con una dedizione instancabile"
ROMA - Atterrerà domani mattina all'aeroporto di Ciampino, alle ore 9.45 circa, l'aereo inviato dal governo italiano per prelevare a Kinshasa la trentina di bambini congolesi adottati da 24 coppie italiane. Ad accompagnare i bambini, in rappresentanza del governo italiano, il ministro Maria Elena Boschi. E' quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi.
Ieri, un tweet del premier Matteo Renzi aveva annunciato la partenza dell'aereo per il Congo. Interrompendo così i lunghi mesi di incertezza che avevano seguito a gennaio il ritorno in Italia delle coppie italiane senza i bambini adottati per la decisione delle autorità locali di procedere ad accertamenti dopo aver appreso lo scorso settembre, in un rapporto ministeriale, che molti piccoli dati in adozione finivano per essere oggetto di traffici criminali internazionali.
Giunte in Congo nel novembre scorso, le coppie avevano trascorso due mesi in Africa nella speranza che le autorità congolesi trovassero un'intesa con il governo italiano, guidato allora da Enrico Letta. Anche perché i casi scabrosi citati nel rapporto del ministero congolese non riguardavano l'Italia. Ma trascorsi due mesi, erano scaduti i visti e le 24 coppie erano ripartite a malincuore, senza i bambini e senza certezze sull'esito di una vicenda molto dolorosa, per le famiglie e per i bambini.
A dar loro forza, le associazioni coinvolte nella adozioni e gli sforzi profusi all'epoca dai ministri Kyenge e Bonino, oltre al premier Letta, in una trattativa che è poi proseguita, evidentemente sotto traccia, nell'azione del governo Renzi. Fino alla sua positiva conclusione.
A margine della giornata Africa-Italia alla Farnesina, il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha voluto espressamente "ringraziare tutte le persone che in questo periodo hanno lavorato con una dedizione instancabile".
Massimo De Toma, uno dei genitori adottivi, ha raccontato all'Ansa l'attesa per l'arrivo dei bambini dal Congo: "Stiamo preparando una grande festa. Anche se, conoscendo bene il Paese di provenienza, aspettiamo di vederli. Ognuno di noi nella proprie case sta preparando una grande accoglienza per bambini che vedranno per la prima volta il nostro Paese. Ricordiamo però che si tratta di bambini abituati a non avere niente e che probabilmente rimarranno anche un po' storditi. Quindi cerchiamo di preservarli, nonostante il nostro grande entusiasmo".
http://www.repubblica.it/esteri/2014/05/27/news/p_chigi_domani_a_ciampino_bambini_adottati_in_congo-87384530/?ref=HREC1-14
Il volo proveniente da Kinshasa atterrerà intorno alle 9,45. I piccoli saranno accompagnati dal ministro Maria Elena Boschi. La titolare della Farnesina, Federica Mogherini: "Ringrazio tutte le persone che in questo periodo hanno lavorato con una dedizione instancabile"
ROMA - Atterrerà domani mattina all'aeroporto di Ciampino, alle ore 9.45 circa, l'aereo inviato dal governo italiano per prelevare a Kinshasa la trentina di bambini congolesi adottati da 24 coppie italiane. Ad accompagnare i bambini, in rappresentanza del governo italiano, il ministro Maria Elena Boschi. E' quanto si legge in una nota di Palazzo Chigi.
Ieri, un tweet del premier Matteo Renzi aveva annunciato la partenza dell'aereo per il Congo. Interrompendo così i lunghi mesi di incertezza che avevano seguito a gennaio il ritorno in Italia delle coppie italiane senza i bambini adottati per la decisione delle autorità locali di procedere ad accertamenti dopo aver appreso lo scorso settembre, in un rapporto ministeriale, che molti piccoli dati in adozione finivano per essere oggetto di traffici criminali internazionali.
Giunte in Congo nel novembre scorso, le coppie avevano trascorso due mesi in Africa nella speranza che le autorità congolesi trovassero un'intesa con il governo italiano, guidato allora da Enrico Letta. Anche perché i casi scabrosi citati nel rapporto del ministero congolese non riguardavano l'Italia. Ma trascorsi due mesi, erano scaduti i visti e le 24 coppie erano ripartite a malincuore, senza i bambini e senza certezze sull'esito di una vicenda molto dolorosa, per le famiglie e per i bambini.
A dar loro forza, le associazioni coinvolte nella adozioni e gli sforzi profusi all'epoca dai ministri Kyenge e Bonino, oltre al premier Letta, in una trattativa che è poi proseguita, evidentemente sotto traccia, nell'azione del governo Renzi. Fino alla sua positiva conclusione.
A margine della giornata Africa-Italia alla Farnesina, il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, ha voluto espressamente "ringraziare tutte le persone che in questo periodo hanno lavorato con una dedizione instancabile".
Massimo De Toma, uno dei genitori adottivi, ha raccontato all'Ansa l'attesa per l'arrivo dei bambini dal Congo: "Stiamo preparando una grande festa. Anche se, conoscendo bene il Paese di provenienza, aspettiamo di vederli. Ognuno di noi nella proprie case sta preparando una grande accoglienza per bambini che vedranno per la prima volta il nostro Paese. Ricordiamo però che si tratta di bambini abituati a non avere niente e che probabilmente rimarranno anche un po' storditi. Quindi cerchiamo di preservarli, nonostante il nostro grande entusiasmo".
http://www.repubblica.it/esteri/2014/05/27/news/p_chigi_domani_a_ciampino_bambini_adottati_in_congo-87384530/?ref=HREC1-14
mafalda- Messaggi : 8513
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Re: Oggi ho letto questo...
Finalmente questa rocambolesca storia è finita positivamente e 30 bambini potranno, finalmente avere un papà ed una mamma !
rosaneve- mengonella
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Re: Oggi ho letto questo...
INDAGINE DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI GINECOLOGIA E OSTETRICIA
SESSO, TUTTE LE BUFALE SULLA CONTRACCEZIONE A CUI CREDONO LE GIOVANISSIME
I dati di un sondaggio che ha coinvolto 9mila giovani donne, di cui 456 italiane, mostrano che circolano ancora falsi miti sui metodi anticoncezionali: dalla coca cola spermicida al bacio che fa rimanere incinta. Il risultato? Nel 2012 hanno partorito 9mila babymamme 'under 19'
28 maggio 2014
Una volta non se ne parlava, ma anche oggi che viviamo nell'era della comunicazione circolano ancora molte leggende e falsi miti sul sesso e sulla contraccezione. Dalle ragazze che credono che basti un bacio per restare incinta a quelle che si lavano con la coca cola dopo un rapporto sperando che la bevanda sia un efficace spermicida.
A lanciare l'allarme sulla disinformazione delle giovanissime su questi argomenti sono stati i ginecologi della Sigo (Società italiana di ginecologia e ostetricia), dal congresso della Società europea di Contraccezione (Esc) in corso a Lisbona, illustrando i risultati di un sondaggio che ha coinvolto 17 Paesi, fra cui l'Italia. Dalle interviste di quasi 9mila giovani donne tra i 20 e i 30 anni, di cui 456 italiane, sono emerse le bufale che circolano sul sesso e sulla contraccezione.
Il bacio: nell'elenco delle 'bufale' più diffuse resiste ancora il sempreverde effetto bacio. Una ex adolescente su 10 ha creduto che scambiandosi questa effusione poteva restare incinta.
Il coito interrotto: il 31% delle adolescenti crede - erroneamente - che il coito interrotto sia un efficace sistema contraccettivo.
I lavaggi con la coca cola: il 7% delle ragazze è convinto ancora che i lavaggi a base di Cola Cola possano funzionare come un valido spermicida.
La spirale: il 37% delle intervistate non conosce i sistemi intrauterini al rame (Iud) ovvero la cosiddetta spirale e il 41% non sa che quelli intrauterini a rilascio ormonale (Ius), per essere efficaci, devono essere inseriti in utero.
Disinformazione: una donna su cinque addirittura non ha parlato mai di contraccezione con il proprio medico.
La prima volta senza protezione: secondo un'altra indagine della Sigo (2013) il 42% delle 'under 25' italiane non ha usato nessuna protezione contraccettiva durante il primo rapporto sessuale. Rispetto a un'analoga ricerca del 2010 si è registrato un +5% di giovanissime che affronta la 'prima volta' senza precauzioni.
Le baby mamme: il risultato di tale situazione è che "nel 2012 hanno partorito 9 mila babymamme 'under 19'", come sottolinea Paolo Scollo, presidente nazionale Sigo.
L'educazione sessuale: "In Italia non è materia obbligatoria per legge - aggiunge Scollo - e la stragrande maggioranza dei ragazzi si informa consultando amici, fratelli o sorelle. Oppure molti teenager cercano informazioni su internet, dove è possibile trovare notizie errate o pericolose".
Il progetto 'Scegli tu': è nato 10 anni fa per promuovere una migliore cultura della sessualità e della contraccezione consapevole.
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http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Sesso-I-falsi-miti-sulla-contraccezione-653fc1d2-945f-46cb-9421-d16adcd7f9d4.html
SESSO, TUTTE LE BUFALE SULLA CONTRACCEZIONE A CUI CREDONO LE GIOVANISSIME
I dati di un sondaggio che ha coinvolto 9mila giovani donne, di cui 456 italiane, mostrano che circolano ancora falsi miti sui metodi anticoncezionali: dalla coca cola spermicida al bacio che fa rimanere incinta. Il risultato? Nel 2012 hanno partorito 9mila babymamme 'under 19'
28 maggio 2014
Una volta non se ne parlava, ma anche oggi che viviamo nell'era della comunicazione circolano ancora molte leggende e falsi miti sul sesso e sulla contraccezione. Dalle ragazze che credono che basti un bacio per restare incinta a quelle che si lavano con la coca cola dopo un rapporto sperando che la bevanda sia un efficace spermicida.
A lanciare l'allarme sulla disinformazione delle giovanissime su questi argomenti sono stati i ginecologi della Sigo (Società italiana di ginecologia e ostetricia), dal congresso della Società europea di Contraccezione (Esc) in corso a Lisbona, illustrando i risultati di un sondaggio che ha coinvolto 17 Paesi, fra cui l'Italia. Dalle interviste di quasi 9mila giovani donne tra i 20 e i 30 anni, di cui 456 italiane, sono emerse le bufale che circolano sul sesso e sulla contraccezione.
Il bacio: nell'elenco delle 'bufale' più diffuse resiste ancora il sempreverde effetto bacio. Una ex adolescente su 10 ha creduto che scambiandosi questa effusione poteva restare incinta.
Il coito interrotto: il 31% delle adolescenti crede - erroneamente - che il coito interrotto sia un efficace sistema contraccettivo.
I lavaggi con la coca cola: il 7% delle ragazze è convinto ancora che i lavaggi a base di Cola Cola possano funzionare come un valido spermicida.
La spirale: il 37% delle intervistate non conosce i sistemi intrauterini al rame (Iud) ovvero la cosiddetta spirale e il 41% non sa che quelli intrauterini a rilascio ormonale (Ius), per essere efficaci, devono essere inseriti in utero.
Disinformazione: una donna su cinque addirittura non ha parlato mai di contraccezione con il proprio medico.
La prima volta senza protezione: secondo un'altra indagine della Sigo (2013) il 42% delle 'under 25' italiane non ha usato nessuna protezione contraccettiva durante il primo rapporto sessuale. Rispetto a un'analoga ricerca del 2010 si è registrato un +5% di giovanissime che affronta la 'prima volta' senza precauzioni.
Le baby mamme: il risultato di tale situazione è che "nel 2012 hanno partorito 9 mila babymamme 'under 19'", come sottolinea Paolo Scollo, presidente nazionale Sigo.
L'educazione sessuale: "In Italia non è materia obbligatoria per legge - aggiunge Scollo - e la stragrande maggioranza dei ragazzi si informa consultando amici, fratelli o sorelle. Oppure molti teenager cercano informazioni su internet, dove è possibile trovare notizie errate o pericolose".
Il progetto 'Scegli tu': è nato 10 anni fa per promuovere una migliore cultura della sessualità e della contraccezione consapevole.
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camila- mengonella
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Re: Oggi ho letto questo...
ma davvero siamo ancora a questi livelli? Il lavaggio con la Coca-Cola mai sentito...sai che bruciore?
- Spoiler:
- Ma vuoi vedere che davvero funziona la Coca Cola?già nel biberon la bevevo e non ho figli...
Iaia- mengonella
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