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Re: Oggi ho letto questo...
Iaia ha scritto: ma davvero siamo ancora a questi livelli? Il lavaggio con la Coca-Cola mai sentito...sai che bruciore?
- Spoiler:
Ma vuoi vedere che davvero funziona la Coca Cola?già nel biberon la bevevo e non ho figli...
averlo saputo prima ...
ma la light o la Zero funzionano lo stesso? E la Cola del discount?
prendiamola con un sorriso,ma e' davvero incredibile che ai giorni d'oggi ci sia ancora tanta disinformazione
camila- mengonella
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Re: Oggi ho letto questo...
Michelle Obama alza i toni:
“Gli attacchi al mio programma contro l’obesità manovrati dai Repubblicani”
La First Lady americana risponde con un discorso pubblico e con un editoriale scritto per il New York Times a quanti definiscono il suo “Let’s Move” costoso ed inutile. I cibi salutari introdotti nelle scuole verrebbero scartati dai ragazzi che preferiscono il «cibo spazzatura». La moglie del presidente: “Chi mi critica lo fa per dare un colpo allo Stato e favorire i produttori di junk food”
http://www.lastampa.it/2014/05/29/esteri/michelle-obama-alza-i-toni-gli-attacchi-al-mio-programma-contro-lobesit-manovrati-dai-repubblicani-FmrFtj2ZgFX1bH0LE2SFcJ/pagina.html
PAOLO MASTROLILLI
Michelle Obama si mobilita di persona per difendere i programmi a cui ha dedicato la sua attività di First Lady, e per la prima volta sfida apertamente gli avversari politici repubblicani. Lo ha fatto con un discorso nei giorni scorsi, e adesso con un editoriale scritto per il New York Times.
Al centro della disputa c’è la sua iniziativa “Let’s Move”, lanciata per combattere l’obesità. I punti più importanti sono l’alimentazione salutista, soprattutto nelle scuole, e la spinta a fare attività fisica. In teoria dovrebbe essere un programma appoggiato da tutti, perché non c’è dubbio che l’emergenza esiste. Secondo gli ultimi dati pubblicati da Lancet, l’obesità è in aumento in tutto il mondo: oltre 2 miliardi di persone sono sovrappeso. Nel dettaglio, 671 milioni di esseri umani sono obesi, e il 13% del totale mondiale, cioé 87 milioni, vive negli Stati Uniti.
Davanti a numeri del genere, la First Lady che suggerisce alle scuole di mettere più frutta e vegetali nei menù, e meno “junk food”, cioé cibo spazzatura pieno di grassi, coloranti e zucchero, dovrebbe avere il consenso di tutti. Non si capisce quale genitore dovrebbe preferire che i suoi figli mangiassero porcherie.
Non è andata così, però. Da qualche tempo i repubblicani hanno lanciato la controffensiva anche su questo piano. Dicono che l’iniziativa di Michelle costa troppo, è intrusiva, e non raggiunge i suoi obiettivi, perché ai bambini i cibi salutari non piacciono e quindi dopo averli presi alla mensa li buttano.
La First Lady si è ribellata a questi attacchi, perché dietro ci vede una manovra partitica per azzoppare lei e il marito, a scapito dello stesso interesse dei bambini. Quindi ha tenuto un discorso, e pubblicato l’editoriale sul Times. Il primo punto dei suoi critici non regge, secondo Michelle, perché gli Stati Uniti già spendono 10 miliardi di dollari all’anno per pagare i pranzi degli studenti a scuola: perché non si possono prendere questi soldi, e usarli per offrire cibi migliori? Il secondo è solo una questione politica: l’avversione dei repubblicani per il governo è tale, che sono pronti a negare i consigli più condivisi dei nutrizionisti, pur di dare un colpo allo Stato, e magari favorire le aziende che producono “junk food”. Il terzo punto è ovvio per qualunque genitore: se chiedessimo ai nostri figli cosa vogliono mangiare a pranzo e cena, probabilmente i piatti più serviti in assoluto diventerebbero gelati, caramelle e dolci vari, con grande prevalenza di quelli al cioccolato. Questo però non significa che i genitori abdicano al loro dovere di educare i figli, e accettano i menù richiesti dai bambini, solo perché tanto non amano i cibi salutari. E’ faticoso, certo, ma lo scopo dell’educazione sarebbe proprio quello di insegnare ai figli i comportamenti migliori per loro, almeno quando si tratta di decidere cosa mettere in bocca. Qualche tempo fa, invece, il Congresso aveva aggirato l’ostacolo, classificando la pizza come vegetale, perché sopra c’è la salsa di pomodoro . Ora i repubblicani sembrano intenzionati ad andare nella stessa direzione, ma per farlo dovranno scontrarsi con la First Lady.
Beh, allora anche il cioccolato , essendo estratto da una pianta , può esere considerato frutta ?
“Gli attacchi al mio programma contro l’obesità manovrati dai Repubblicani”
La First Lady americana risponde con un discorso pubblico e con un editoriale scritto per il New York Times a quanti definiscono il suo “Let’s Move” costoso ed inutile. I cibi salutari introdotti nelle scuole verrebbero scartati dai ragazzi che preferiscono il «cibo spazzatura». La moglie del presidente: “Chi mi critica lo fa per dare un colpo allo Stato e favorire i produttori di junk food”
http://www.lastampa.it/2014/05/29/esteri/michelle-obama-alza-i-toni-gli-attacchi-al-mio-programma-contro-lobesit-manovrati-dai-repubblicani-FmrFtj2ZgFX1bH0LE2SFcJ/pagina.html
PAOLO MASTROLILLI
Michelle Obama si mobilita di persona per difendere i programmi a cui ha dedicato la sua attività di First Lady, e per la prima volta sfida apertamente gli avversari politici repubblicani. Lo ha fatto con un discorso nei giorni scorsi, e adesso con un editoriale scritto per il New York Times.
Al centro della disputa c’è la sua iniziativa “Let’s Move”, lanciata per combattere l’obesità. I punti più importanti sono l’alimentazione salutista, soprattutto nelle scuole, e la spinta a fare attività fisica. In teoria dovrebbe essere un programma appoggiato da tutti, perché non c’è dubbio che l’emergenza esiste. Secondo gli ultimi dati pubblicati da Lancet, l’obesità è in aumento in tutto il mondo: oltre 2 miliardi di persone sono sovrappeso. Nel dettaglio, 671 milioni di esseri umani sono obesi, e il 13% del totale mondiale, cioé 87 milioni, vive negli Stati Uniti.
Davanti a numeri del genere, la First Lady che suggerisce alle scuole di mettere più frutta e vegetali nei menù, e meno “junk food”, cioé cibo spazzatura pieno di grassi, coloranti e zucchero, dovrebbe avere il consenso di tutti. Non si capisce quale genitore dovrebbe preferire che i suoi figli mangiassero porcherie.
Non è andata così, però. Da qualche tempo i repubblicani hanno lanciato la controffensiva anche su questo piano. Dicono che l’iniziativa di Michelle costa troppo, è intrusiva, e non raggiunge i suoi obiettivi, perché ai bambini i cibi salutari non piacciono e quindi dopo averli presi alla mensa li buttano.
La First Lady si è ribellata a questi attacchi, perché dietro ci vede una manovra partitica per azzoppare lei e il marito, a scapito dello stesso interesse dei bambini. Quindi ha tenuto un discorso, e pubblicato l’editoriale sul Times. Il primo punto dei suoi critici non regge, secondo Michelle, perché gli Stati Uniti già spendono 10 miliardi di dollari all’anno per pagare i pranzi degli studenti a scuola: perché non si possono prendere questi soldi, e usarli per offrire cibi migliori? Il secondo è solo una questione politica: l’avversione dei repubblicani per il governo è tale, che sono pronti a negare i consigli più condivisi dei nutrizionisti, pur di dare un colpo allo Stato, e magari favorire le aziende che producono “junk food”. Il terzo punto è ovvio per qualunque genitore: se chiedessimo ai nostri figli cosa vogliono mangiare a pranzo e cena, probabilmente i piatti più serviti in assoluto diventerebbero gelati, caramelle e dolci vari, con grande prevalenza di quelli al cioccolato. Questo però non significa che i genitori abdicano al loro dovere di educare i figli, e accettano i menù richiesti dai bambini, solo perché tanto non amano i cibi salutari. E’ faticoso, certo, ma lo scopo dell’educazione sarebbe proprio quello di insegnare ai figli i comportamenti migliori per loro, almeno quando si tratta di decidere cosa mettere in bocca. Qualche tempo fa, invece, il Congresso aveva aggirato l’ostacolo, classificando la pizza come vegetale, perché sopra c’è la salsa di pomodoro . Ora i repubblicani sembrano intenzionati ad andare nella stessa direzione, ma per farlo dovranno scontrarsi con la First Lady.
Beh, allora anche il cioccolato , essendo estratto da una pianta , può esere considerato frutta ?
mafalda- Messaggi : 8513
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Re: Oggi ho letto questo...
Il referendum istituzionale: gli italiani scelgono tra monarchia e repubblica
Per la prima volta in Italia votano in una consultazione elettorale nazionale anche le donne. È già successo in primavera, tra il 10 marzo e il 7 aprile, ma si trattava di elezioni locali (erano andati a votare, in 5.722 comuni, 7.862.743 uomini e 8.441.537 donne). Oggi a Roma, dove non ci sono state nemmeno le amministrative di primavera, le donne ai seggi si sono subito rivelate in netta maggioranza sugli uomini. Il diritto di voto alle donne è stato riconosciuto da un decreto emanato dal governo Bonomi il 31 gennaio dello scorso anno, con il Paese diviso e il Nord ancora sotto l’occupazione tedesca......
Alle 22, ora di chiusura dei seggi in questa prima giornata elettorale, l’affluenza alle urne è molto alta: tra l’80 e il 90% in alcune sezioni di Milano, l’85 a Pavia e Piacenza, l’82% a Firenze, a Roma il 67% .....
Il re Umberto II, atteso per il voto in via IV Novembre, oggi non s’è visto. La regina invece è arrivata al seggio di largo Brazzà intorno alle otto e mezzo, ha rifiutato la scheda del referendum, rendendo così nullo il suo voto per la Costituente, e ora rischia una multa, stando alla legislazione vigente, dalle 200 alle 300 lire.....
Vince la repubblica (con il 54,3% dei voti). Il 12 giugno Alcide De Gasperi diventa capo provvisorio dello Stato; il 13 giugno Umberto II lascia l’Italia per l’esilio di Cascais, in Portogallo. Il 18 giugno, ufficialmente proclamata la Repubblica
• Hanno inizio i lavori dell’Assemblea costituente
http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerGiorno.php?year=1946&month=06&day=2
Per la prima volta in Italia votano in una consultazione elettorale nazionale anche le donne. È già successo in primavera, tra il 10 marzo e il 7 aprile, ma si trattava di elezioni locali (erano andati a votare, in 5.722 comuni, 7.862.743 uomini e 8.441.537 donne). Oggi a Roma, dove non ci sono state nemmeno le amministrative di primavera, le donne ai seggi si sono subito rivelate in netta maggioranza sugli uomini. Il diritto di voto alle donne è stato riconosciuto da un decreto emanato dal governo Bonomi il 31 gennaio dello scorso anno, con il Paese diviso e il Nord ancora sotto l’occupazione tedesca......
Alle 22, ora di chiusura dei seggi in questa prima giornata elettorale, l’affluenza alle urne è molto alta: tra l’80 e il 90% in alcune sezioni di Milano, l’85 a Pavia e Piacenza, l’82% a Firenze, a Roma il 67% .....
Il re Umberto II, atteso per il voto in via IV Novembre, oggi non s’è visto. La regina invece è arrivata al seggio di largo Brazzà intorno alle otto e mezzo, ha rifiutato la scheda del referendum, rendendo così nullo il suo voto per la Costituente, e ora rischia una multa, stando alla legislazione vigente, dalle 200 alle 300 lire.....
Vince la repubblica (con il 54,3% dei voti). Il 12 giugno Alcide De Gasperi diventa capo provvisorio dello Stato; il 13 giugno Umberto II lascia l’Italia per l’esilio di Cascais, in Portogallo. Il 18 giugno, ufficialmente proclamata la Repubblica
• Hanno inizio i lavori dell’Assemblea costituente
http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerGiorno.php?year=1946&month=06&day=2
mafalda- Messaggi : 8513
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Re: Oggi ho letto questo...
Speriamo che si metta la parola fine a questa triste vicenda
http://www.corriere.it/cronache/14_giugno_16/fermato-presunto-assassino-yara-1b68a216-f570-11e3-ac9a-521682d84f63.shtml
http://www.corriere.it/cronache/14_giugno_16/fermato-presunto-assassino-yara-1b68a216-f570-11e3-ac9a-521682d84f63.shtml
mafalda- Messaggi : 8513
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Re: Oggi ho letto questo...
Scusate se è in spagnolo ma questo articolo è veramente carino e inoltre citano una parola che qui abbiamo usato spesso Duende :
http://www.sopitas.com/site/279466-20-palabras-intraducibles-que-te-revolucionaran-el-cerebro/?utm_source=Twitter&utm_medium=Twitter&utm_campaign=Twitter
18. Duende
Come creatura fantastica e birichina può essere tradotto in altre lingue però c'è un altro significato che si usa solo in alcuni luoghi del mondo ispanico. Duende può essere anche lo spirito che s' impossessa degli artisti , che li riempie di ispirazione per fare qualcosa di bello.
La più curiosa e impossibile da tradurre per me è quella congolese:
Ilunga (tshiluba, al sudoeste del Congo):
Indica qualcuno che ha la serenità e l' altezza morale di perdonare una prima offesa, tollerare una seconda però mai e poi mai potrà nè perdonare nè tollerare una terza offesa
http://www.sopitas.com/site/279466-20-palabras-intraducibles-que-te-revolucionaran-el-cerebro/?utm_source=Twitter&utm_medium=Twitter&utm_campaign=Twitter
18. Duende
Come creatura fantastica e birichina può essere tradotto in altre lingue però c'è un altro significato che si usa solo in alcuni luoghi del mondo ispanico. Duende può essere anche lo spirito che s' impossessa degli artisti , che li riempie di ispirazione per fare qualcosa di bello.
La più curiosa e impossibile da tradurre per me è quella congolese:
Ilunga (tshiluba, al sudoeste del Congo):
Indica qualcuno che ha la serenità e l' altezza morale di perdonare una prima offesa, tollerare una seconda però mai e poi mai potrà nè perdonare nè tollerare una terza offesa
mafalda- Messaggi : 8513
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Re: Oggi ho letto questo...
Ma povera presentatrice cinese, non dovevano farla piangere
Questa ragazza cinese
ha eliminato l’Italia
Liu Yuxi si è fatta la fama di iettatrice: ogni volta che indossava la maglia di una squadra, questa veniva eliminata. E’ successo anche con l’azzurro, e con l’Italia
Liu Yuxi è una popolare anchor della Cctv, la televisione di Stato di Pechino che con oltre 100 inviati in Brasile sta coprendo i mondiali con uno sforzo 24 ore su 24. Liu è nota come «la più bella presentatrice della tv sportiva cinese», ma si è anche fatta notare per aver eliminato gli azzurri. Liu tifava Italia, come buona parte degli appassionati cinesi (un sondaggio dice che gli Azzurri sono – erano purtroppo – i più popolari tra i fan di qui, dietro la Germania). Ma Liu si è fatta anche un nome di «ammazza squadre», iettarice. L’anno scorso quando presentava i playoff del basket Nba si metteva le maglie delle squadre preferite, che regolarmente perdevano. Quest’anno ha cominciato con la casacca rossa dela Spagna prima della disfatta 1-5 con l’Olanda, ha proseguito con il rosso portoghese e il 7 di Cristiano Ronaldo quando i lusitani ne hanno preso quattro dalla Germania. I tifosi cinesi sul web hanno cominciato a protestare ed è nata la leggenda del sortilegio. Liu non si è fatta condizionare e si è concentrata sull’azzurro. Dopo la doppietta all’Inghilterra ha detto che la sua vera passione era l’Italia e prima del Costa Rica si è presentata in studio con la maglia di Balotelli. È finita come doveva finire. E i telespettatori l’hanno massacrata.
«Da oggi solo magliette bianche»
Per cercare di riparare, la presentatrice ha indossato la Celeste uruguagia, per pareggiare i conti a nostro favore nella partita dentro-o-fuori. Ma i telespettatori sui social network l’hanno accusata di opportunismo e slealtà, perché «non si usano i poteri malvagi per gufare, non è sportivo». La Rete com’è noto, sa essere cattiva e Liu ieri è tornata in tv cercando di scusarsi: «Non fai in tempo a conoscere una nazionale, ad amare tutti i suoi giocatori, che subito te la eliminano», ha cominciato a dire. Poi ha promesso che in futuro sceglierà sempre maglie di colore bianco (i tedeschi faranno gli scongiuri). E mentre si scusava è scoppiata a piangere in diretta.
http://www.corriere.it/esteri/14_giugno_26/questa-ragazza-cinese-ha-eliminato-l-italia-024e0b50-fd2b-11e3-ab47-248f75b22665.shtml
Questa ragazza cinese
ha eliminato l’Italia
Liu Yuxi si è fatta la fama di iettatrice: ogni volta che indossava la maglia di una squadra, questa veniva eliminata. E’ successo anche con l’azzurro, e con l’Italia
Liu Yuxi è una popolare anchor della Cctv, la televisione di Stato di Pechino che con oltre 100 inviati in Brasile sta coprendo i mondiali con uno sforzo 24 ore su 24. Liu è nota come «la più bella presentatrice della tv sportiva cinese», ma si è anche fatta notare per aver eliminato gli azzurri. Liu tifava Italia, come buona parte degli appassionati cinesi (un sondaggio dice che gli Azzurri sono – erano purtroppo – i più popolari tra i fan di qui, dietro la Germania). Ma Liu si è fatta anche un nome di «ammazza squadre», iettarice. L’anno scorso quando presentava i playoff del basket Nba si metteva le maglie delle squadre preferite, che regolarmente perdevano. Quest’anno ha cominciato con la casacca rossa dela Spagna prima della disfatta 1-5 con l’Olanda, ha proseguito con il rosso portoghese e il 7 di Cristiano Ronaldo quando i lusitani ne hanno preso quattro dalla Germania. I tifosi cinesi sul web hanno cominciato a protestare ed è nata la leggenda del sortilegio. Liu non si è fatta condizionare e si è concentrata sull’azzurro. Dopo la doppietta all’Inghilterra ha detto che la sua vera passione era l’Italia e prima del Costa Rica si è presentata in studio con la maglia di Balotelli. È finita come doveva finire. E i telespettatori l’hanno massacrata.
«Da oggi solo magliette bianche»
Per cercare di riparare, la presentatrice ha indossato la Celeste uruguagia, per pareggiare i conti a nostro favore nella partita dentro-o-fuori. Ma i telespettatori sui social network l’hanno accusata di opportunismo e slealtà, perché «non si usano i poteri malvagi per gufare, non è sportivo». La Rete com’è noto, sa essere cattiva e Liu ieri è tornata in tv cercando di scusarsi: «Non fai in tempo a conoscere una nazionale, ad amare tutti i suoi giocatori, che subito te la eliminano», ha cominciato a dire. Poi ha promesso che in futuro sceglierà sempre maglie di colore bianco (i tedeschi faranno gli scongiuri). E mentre si scusava è scoppiata a piangere in diretta.
http://www.corriere.it/esteri/14_giugno_26/questa-ragazza-cinese-ha-eliminato-l-italia-024e0b50-fd2b-11e3-ab47-248f75b22665.shtml
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La difesa di Facebook sui post manipolati
di ALESSIA RASTELLI
Clay Johnson, fondatore dell’organizzazione non profit «Department of Better Technology», lo ha definito «terrificante». Facebook, il gigante dei social network, ha condotto un esperimento psicologico su quasi 700 mila utenti manipolando, senza che ne fossero consapevoli, le loro emozioni.
Lo studio, pubblicato sulla rivista «Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America» (Pnas) e condotto con la Cornell University e la University of California , mirava a verificare se gli stati d’animo siano contagiosi anche nel mondo virtuale. Così, per un’intera settimana, dall’11 al 18 gennaio 2012, Facebook ha alterato l’algoritmo che determina cosa viene mostrato nella bacheca degli «amici», mostrando un maggior numero di post con parole positive oppure negative. Esito: l’umore degli utenti è stato realmente condizionato.
Al di là dei risultati, tuttavia, la modalità con cui è stato condotto l’esperimento ha scatenato la protesta di utenti e analisti, che va oltre il tema dell’uso dei nostri dati online. Se infatti va detto che chi si iscrive a Facebook accetta preliminarmente che i suoi dati possano essere usati anche per eventuali scopi di ricerca, adesso ci si è spinti più in là. Come nota tra gli altri Katy Waldman su «Slate», questa volta un social network ha consapevolmente alterato le emozioni delle persone, con una «metodologia che fa nascere serie questioni etiche».
Tanto che alla fine la stessa piattaforma ha scelto di difendersi pubblicamente. Adam Kramer, uno degli autori dello studio e «data scientist» di Facebook ha precisato che il contenuto manipolato ha riguardato lo 0,04% degli utenti. L’obiettivo inoltre, ha detto, era capire come fornire «un servizio migliore», mai «innervosire qualcuno».
1 luglio 2014 | 08:03
http://www.corriere.it/cultura/14_luglio_01/difesa-facebook-post-manipolati-07cde9fc-00e5-11e4-b768-bebbb8a7659d.shtml
di ALESSIA RASTELLI
Clay Johnson, fondatore dell’organizzazione non profit «Department of Better Technology», lo ha definito «terrificante». Facebook, il gigante dei social network, ha condotto un esperimento psicologico su quasi 700 mila utenti manipolando, senza che ne fossero consapevoli, le loro emozioni.
Lo studio, pubblicato sulla rivista «Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America» (Pnas) e condotto con la Cornell University e la University of California , mirava a verificare se gli stati d’animo siano contagiosi anche nel mondo virtuale. Così, per un’intera settimana, dall’11 al 18 gennaio 2012, Facebook ha alterato l’algoritmo che determina cosa viene mostrato nella bacheca degli «amici», mostrando un maggior numero di post con parole positive oppure negative. Esito: l’umore degli utenti è stato realmente condizionato.
Al di là dei risultati, tuttavia, la modalità con cui è stato condotto l’esperimento ha scatenato la protesta di utenti e analisti, che va oltre il tema dell’uso dei nostri dati online. Se infatti va detto che chi si iscrive a Facebook accetta preliminarmente che i suoi dati possano essere usati anche per eventuali scopi di ricerca, adesso ci si è spinti più in là. Come nota tra gli altri Katy Waldman su «Slate», questa volta un social network ha consapevolmente alterato le emozioni delle persone, con una «metodologia che fa nascere serie questioni etiche».
Tanto che alla fine la stessa piattaforma ha scelto di difendersi pubblicamente. Adam Kramer, uno degli autori dello studio e «data scientist» di Facebook ha precisato che il contenuto manipolato ha riguardato lo 0,04% degli utenti. L’obiettivo inoltre, ha detto, era capire come fornire «un servizio migliore», mai «innervosire qualcuno».
1 luglio 2014 | 08:03
http://www.corriere.it/cultura/14_luglio_01/difesa-facebook-post-manipolati-07cde9fc-00e5-11e4-b768-bebbb8a7659d.shtml
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Re: Oggi ho letto questo...
quindi Zuckeberg ci usa come cavie? Non gli basta bombardarmi di pubblicita' che ,guarda caso,sono rivolte a persone che hanno la mia eta',abitano nella mia zona,o sono interessate ai divani se il giorno prima per sbaglio sono finita su un sito di divani ...
camila- mengonella
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camila ha scritto:
quindi Zuckeberg ci usa come cavie? Non gli basta bombardarmi di pubblicita' che ,guarda caso,sono rivolte a persone che hanno la mia eta',abitano nella mia zona,o sono interessate ai divani se il giorno prima per sbaglio sono finita su un sito di divani ...
Da stamani sto guardando con sospetto le nostre faccine che mi erano sempre apparse simpatiche e spiritose
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Quando vedo questi oggetti, mi chiedo sempre come ho fatto a vivere finora senza
http://viaggi.corriere.it/foto-gallery/viaggi/dritte-dove/curiosita/14_luglio_08/i-20-accessori-piu-assurdi-ma-utili-portare-viaggio-9fff425a-069b-11e4-892c-55b032fa482c.shtml?photo=20
http://viaggi.corriere.it/foto-gallery/viaggi/dritte-dove/curiosita/14_luglio_08/i-20-accessori-piu-assurdi-ma-utili-portare-viaggio-9fff425a-069b-11e4-892c-55b032fa482c.shtml?photo=20
mafalda- Messaggi : 8513
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Re: Oggi ho letto questo...
Già.mafalda ha scritto:Quando vedo questi oggetti, mi chiedo sempre come ho fatto a vivere finora senza
...
Inoltre non mi serve certo un gilet multitasche per portare fino a dieci chili in più... ... ma anche quindici secondo quell'antipatica della mia bilancia...
Riala- mengonella
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Re: Oggi ho letto questo...
http://www.invasionidigitali.it/it/blog/la-cultura-torna-ad-invadere-la-notte-con-la-nbtw
Condividere la notte, arricchire la Cultura!
"Nessuna conoscenza, seppur eccellente e salutare, mi darà gioia se l' apprenderò per me stesso.
Se mi concedesse la sapienza con questa limitazione, di tenerla chiusa in me, rinunciando a diffonderla,
la rifiuterei"
Lucio Anneo Seneca
L'arte diventa conoscenza solo se condivisa recita un punto del nostro Manifesto e noi vogliamo condividerla in tutte le sue forme, insieme a voi. La prima volta, la prima condivisione, non si scorda mai, si sa, e a noi è rimasta talmente tanto in mente, e nel cuore, che vogliamo replicarla proprio nello stesso giorno!
L'incontro tra @InvasioniDigita e @Insopportabile e la nostra prima notte insieme. A questa ne è seguita una seconda, ancora più emozionanante. La notte bianca digitale!
Giovedì 10 luglio dalle ore 20 alle 02.00 con gli amici, i parenti, con sconosciuti, con amanti, con i soliti cugini di sempre, con mariti e mogli, con i figli…caricate le batterie dei pc, dei tablet e preparatevi a trascorrere un’altra notte con noi.
L’hashtag ufficiale della notte sarà #NBTW come sempre e poi la suddiviosne per argomenti in modo da dare la possibilità di seguirne anche solo uno se lo si desidera.
Ecco come saranno divisi gli argomenti e cosa twittare con lo specifico hashtag:
#NBTWliterature - comprende poesia, prosa, brani di libri, frasi e citazioni famose o proprie, proverbi, letture di scrittori, reading.
Qui potete postare brani vostri, brani che vi hanno emozionato, video di voi che leggete un brano (usando Vine o Instagram ad esempio) , video di un autore che legge un suo pezzo, ecc.
#NBTWmusic - ogni genere di musica, brani, video, canzoni popolari, jazz, rock, ecc anche pezzi propri
Qui vi potete sbizzarrire con la musica di ogni genere, se siete musicisti perché non cantare/suonare/fischiettare un vostro pezzo per l’occasione? Fateci conoscere la musica del vostro territorio, qualcosa che venga da lontano.
#NBTWart - quadri, statue, visite nei musei, gallerie d'arte, esposizioni temporanee e non.
Fateci vivere l’arte in ogni sua forma, un museo che vi è rimasto nel cuore, un quadro che ci racconti la sua storia. Se sei un Museo facci entrare nelle tue sale, seppur virtualmente, e ispiraci con la tua arte.
#NBTWtravel - viaggio attraverso le nostre città, i borghi, i centri storici, le piazze. Se siete in giro per la città partecipate “dal vivo” facendoci conoscere il luogo dove vi trovate oppure raccontateci per immagini o video quell’angolino d’Italia che proprio vi è rimasto nel cuore.
#NBTWfood – Ricette, consigli, abbinamenti di vino e tutto quello che vi solletica il palato. Fateci visitare la vostra terra attraverso la sua gastronomia e i vini che lì si producono.
Durante la notte, quando preferite, fatevi una foto con il cartello "La Cultura non dorme mai" e postatela! Scaricate il cartello qui.
Vi aspettiamo per trascorrere la notte insieme!
e' iniziata da qualche minuto e su Twitter stanno postando foto di monumenti,testi letterari,danze ,ricette,musica,opere d'arte ...tanta bellezza da dare il capogiro
Condividere la notte, arricchire la Cultura!
"Nessuna conoscenza, seppur eccellente e salutare, mi darà gioia se l' apprenderò per me stesso.
Se mi concedesse la sapienza con questa limitazione, di tenerla chiusa in me, rinunciando a diffonderla,
la rifiuterei"
Lucio Anneo Seneca
L'arte diventa conoscenza solo se condivisa recita un punto del nostro Manifesto e noi vogliamo condividerla in tutte le sue forme, insieme a voi. La prima volta, la prima condivisione, non si scorda mai, si sa, e a noi è rimasta talmente tanto in mente, e nel cuore, che vogliamo replicarla proprio nello stesso giorno!
L'incontro tra @InvasioniDigita e @Insopportabile e la nostra prima notte insieme. A questa ne è seguita una seconda, ancora più emozionanante. La notte bianca digitale!
Giovedì 10 luglio dalle ore 20 alle 02.00 con gli amici, i parenti, con sconosciuti, con amanti, con i soliti cugini di sempre, con mariti e mogli, con i figli…caricate le batterie dei pc, dei tablet e preparatevi a trascorrere un’altra notte con noi.
L’hashtag ufficiale della notte sarà #NBTW come sempre e poi la suddiviosne per argomenti in modo da dare la possibilità di seguirne anche solo uno se lo si desidera.
Ecco come saranno divisi gli argomenti e cosa twittare con lo specifico hashtag:
#NBTWliterature - comprende poesia, prosa, brani di libri, frasi e citazioni famose o proprie, proverbi, letture di scrittori, reading.
Qui potete postare brani vostri, brani che vi hanno emozionato, video di voi che leggete un brano (usando Vine o Instagram ad esempio) , video di un autore che legge un suo pezzo, ecc.
#NBTWmusic - ogni genere di musica, brani, video, canzoni popolari, jazz, rock, ecc anche pezzi propri
Qui vi potete sbizzarrire con la musica di ogni genere, se siete musicisti perché non cantare/suonare/fischiettare un vostro pezzo per l’occasione? Fateci conoscere la musica del vostro territorio, qualcosa che venga da lontano.
#NBTWart - quadri, statue, visite nei musei, gallerie d'arte, esposizioni temporanee e non.
Fateci vivere l’arte in ogni sua forma, un museo che vi è rimasto nel cuore, un quadro che ci racconti la sua storia. Se sei un Museo facci entrare nelle tue sale, seppur virtualmente, e ispiraci con la tua arte.
#NBTWtravel - viaggio attraverso le nostre città, i borghi, i centri storici, le piazze. Se siete in giro per la città partecipate “dal vivo” facendoci conoscere il luogo dove vi trovate oppure raccontateci per immagini o video quell’angolino d’Italia che proprio vi è rimasto nel cuore.
#NBTWfood – Ricette, consigli, abbinamenti di vino e tutto quello che vi solletica il palato. Fateci visitare la vostra terra attraverso la sua gastronomia e i vini che lì si producono.
Durante la notte, quando preferite, fatevi una foto con il cartello "La Cultura non dorme mai" e postatela! Scaricate il cartello qui.
Vi aspettiamo per trascorrere la notte insieme!
e' iniziata da qualche minuto e su Twitter stanno postando foto di monumenti,testi letterari,danze ,ricette,musica,opere d'arte ...tanta bellezza da dare il capogiro
camila- mengonella
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Re: Oggi ho letto questo...
Gemelli dell’eterologa spartiti tra due coppie: "Mio figlio avrà un gemello genetico, ma cresceranno in famiglie diverse"
La prima fecondazione eterologa incrociata tra coppie in cui uno dei partner è sterile. Si farà all'ospedale di Cattolica. così realizzeranno il sogno di una gravidanza. Parla una delle future madri: "Al bimbo dirò la verità"
"MIO marito regalerà il suo seme, l'altra signora donerà un ovocita. E gli embrioni che si formeranno cresceranno nella mia pancia e in quella della donna che non conosco né conoscerò mai, ma di cui so dolori e paure, angoscia e forza di volontà. Siamo due coppie in cui un partner è sterile, scambiandoci i gameti riusciremo finalmente a diventare genitori. I nostri figli saranno gemelli geneticamente, anche se forse non si vedranno mai".
Paola, riminese di 37 anni, è concreta e tranquilla mentre parla della strada che porta al bambino che sogna, di quella prima fecondazione eterologa incrociata che dovrebbe aver luogo tra poco più di un mese all'ospedale di Cattolica. Nel reparto di fisiologia riproduttiva diretto dal professor Carlo Bulletti dove ogni anno si fanno 900 cicli di fecondazione assistita.
Come è arrivata all'eterologa?
"Io e mio marito Alessandro abbiamo provato per anni ad avere figli, niente. Ogni mese era una delusione e così alla fine siamo passati alla medicina per ricominciare a sperare. Dopo quattro tentativi falliti di fecondazione assistita nelle strutture private, a più di quattromila euro l'una, è arrivata la sentenza, il dolore, la fine delle illusioni".
Perché dice: la fine delle illusioni?
"Ho scoperto di essere sterile, in menopausa anticipata mentre per mio marito gli esami erano praticamente perfetti. La donazione di ovociti, la fecondazione eterologa insomma, per noi era l'unica strada".
Pensavate all'estero?
"Noi fortunatamente non abbiamo problemi economici, a differenza di persone che hanno dovuto chiedere prestiti per andare in paesi stranieri a fare l'eterologa per riuscire a stringere tra le braccia un bambino. Ma a toglierci dalla testa qualsiasi idea di viaggio e trasferta è arrivata poco dopo la sentenza della Consulta. Così ci siamo mossi subito, siamo andati in ospedale a Cattolica per capire se e quando era possibile ricevere una donazione di ovociti".
E cosa le hanno prospettato?
"Tra le varie soluzioni la più rapida, come tempi, è quella che abbiamo scelto. C'è infatti una coppia che ha il nostro stesso problema, ma nel loro caso lui è sterile e lei no. Unendo le nostre forze e le nostre debolezze, scambiandoci i gameti, riusciremo forse ad avere una famiglia, il figlio che desideriamo. Dico forse perché mi sembra troppo bello per essere vero, perché dopo tante delusioni vado con i piedi di piombo".
Cosa le piace di questo scambio?
"L'idea che ci si aiuti tra persone che vivono e soffrono lo stesso problema, il pensiero che è un atto di generosità reciproco, alla pari. Perché io so benissimo quello che l'altra coppia ha passato e sta passando, conosco bene l'altalena di speranze e delusioni. Il desiderio che cresce e ti senti un muro davanti da superare. E so che lei e il marito provano le stesse cose, hanno vissuto lo stesso calvario prima di prendere la decisione finale,
prima di rivolgersi alla medicina".
Ma li conosce?
"Assolutamente no, né li vedrò mai, a meno che non cambino le leggi. Non ci incontreremo il giorno dei prelievi né quello dell'impianto e sicuramente nemmeno al parto, nemmeno se fosse lo stesso giorno visto che sono di un'altra regione anche se non so quale".
I bambini saranno gemelli dal punto di vista genetico, non le fa impressione?
"È la prima cosa che ho pensato quando me lo hanno proposto, ma non credo che ci sia niente di male in questo anche perché i figli sono di chi li cresce, il codice genetico non è così importante. E poi tutti i figli dell'eterologa, anche quelli che sono nati da una semplice donazione, avranno qualche fratello o sorella nel mondo, qualcuno con mezzo codice genetico uguale".
Nessun dubbio?
"No, forse sarei curiosa di vedere un giorno quel ragazzino o ragazzina se somiglia al mio".
Dirà a suo figlio o alla sua bambina come ha fatto a venire al mondo?
"Sì, anche se francamente non so quando. Spero, nel momento in cui sarà in grado di capire, di riuscire a trovare le parole adatte per spiegare che è nato da un atto d'amore, che è stato tanto desiderato o tanto voluta. Questo è l'importante. Di una cosa sono convinta: è un suo diritto sapere anche se per me non sarà facile parlarne. E lo confesso, non so neppure dire se vorrei che incontrasse il donatore e il fratello genetico. Per ora il problema non c'è visto che la legge dice che il donatore è segreto e anonimo".
E se cambia la legge e potrà conoscere il donatore?
"Faccio fatica a pensare così lontano, sono ancora presa dalle cose di oggi, tra gli esami da fare, l'idea dell'intervento, la speranza che questa volta veramente tutto funzioni. Ma se il bambino una volta cresciuto lo vorrà, io sarò d'accordo. E ovviamente mio marito la pensa come me. Abbiamo condiviso tutto, questi anni di dolore, di frustrazione, di tentativi falliti e ora la speranza".
Quel giorno avrà paura di perderlo?
"No, questo proprio credo di no. L'affetto, lo vedo in tutte le famiglie che conosco, si costruisce giorno per giorno stando assieme, ridendo e litigando, facendo i compiti e andando insieme alle giostre. I bambini sentono come loro genitori chi gli sta accanto, magari sgridandoli ma stando lì, nel bene e nel male. Presenti tutti i giorni, da quando si rifiutano di alzarsi dal letto per andare a scuola a quando da adolescenti tirano tardi sul computer e non ne vogliono sapere di andare a dormire".
Genitori e figli si diventa?
"Sì, per questo non mi sentirei minacciata se un giorno dovesse conoscere la donna che lo ha aiutato a venire al mondo. Come non dovrebbe avere paura nemmeno lei, che a sua volta avrà stretto tra le braccia e cresciuto con tenerezza e amore un bambino nato anche grazie a mio marito".
http://www.repubblica.it/salute/2014/09/18/news/i_gemelli_delleterologa_spartiti_tra_due_coppie-96053960
La prima fecondazione eterologa incrociata tra coppie in cui uno dei partner è sterile. Si farà all'ospedale di Cattolica. così realizzeranno il sogno di una gravidanza. Parla una delle future madri: "Al bimbo dirò la verità"
"MIO marito regalerà il suo seme, l'altra signora donerà un ovocita. E gli embrioni che si formeranno cresceranno nella mia pancia e in quella della donna che non conosco né conoscerò mai, ma di cui so dolori e paure, angoscia e forza di volontà. Siamo due coppie in cui un partner è sterile, scambiandoci i gameti riusciremo finalmente a diventare genitori. I nostri figli saranno gemelli geneticamente, anche se forse non si vedranno mai".
Paola, riminese di 37 anni, è concreta e tranquilla mentre parla della strada che porta al bambino che sogna, di quella prima fecondazione eterologa incrociata che dovrebbe aver luogo tra poco più di un mese all'ospedale di Cattolica. Nel reparto di fisiologia riproduttiva diretto dal professor Carlo Bulletti dove ogni anno si fanno 900 cicli di fecondazione assistita.
Come è arrivata all'eterologa?
"Io e mio marito Alessandro abbiamo provato per anni ad avere figli, niente. Ogni mese era una delusione e così alla fine siamo passati alla medicina per ricominciare a sperare. Dopo quattro tentativi falliti di fecondazione assistita nelle strutture private, a più di quattromila euro l'una, è arrivata la sentenza, il dolore, la fine delle illusioni".
Perché dice: la fine delle illusioni?
"Ho scoperto di essere sterile, in menopausa anticipata mentre per mio marito gli esami erano praticamente perfetti. La donazione di ovociti, la fecondazione eterologa insomma, per noi era l'unica strada".
Pensavate all'estero?
"Noi fortunatamente non abbiamo problemi economici, a differenza di persone che hanno dovuto chiedere prestiti per andare in paesi stranieri a fare l'eterologa per riuscire a stringere tra le braccia un bambino. Ma a toglierci dalla testa qualsiasi idea di viaggio e trasferta è arrivata poco dopo la sentenza della Consulta. Così ci siamo mossi subito, siamo andati in ospedale a Cattolica per capire se e quando era possibile ricevere una donazione di ovociti".
E cosa le hanno prospettato?
"Tra le varie soluzioni la più rapida, come tempi, è quella che abbiamo scelto. C'è infatti una coppia che ha il nostro stesso problema, ma nel loro caso lui è sterile e lei no. Unendo le nostre forze e le nostre debolezze, scambiandoci i gameti, riusciremo forse ad avere una famiglia, il figlio che desideriamo. Dico forse perché mi sembra troppo bello per essere vero, perché dopo tante delusioni vado con i piedi di piombo".
Cosa le piace di questo scambio?
"L'idea che ci si aiuti tra persone che vivono e soffrono lo stesso problema, il pensiero che è un atto di generosità reciproco, alla pari. Perché io so benissimo quello che l'altra coppia ha passato e sta passando, conosco bene l'altalena di speranze e delusioni. Il desiderio che cresce e ti senti un muro davanti da superare. E so che lei e il marito provano le stesse cose, hanno vissuto lo stesso calvario prima di prendere la decisione finale,
prima di rivolgersi alla medicina".
Ma li conosce?
"Assolutamente no, né li vedrò mai, a meno che non cambino le leggi. Non ci incontreremo il giorno dei prelievi né quello dell'impianto e sicuramente nemmeno al parto, nemmeno se fosse lo stesso giorno visto che sono di un'altra regione anche se non so quale".
I bambini saranno gemelli dal punto di vista genetico, non le fa impressione?
"È la prima cosa che ho pensato quando me lo hanno proposto, ma non credo che ci sia niente di male in questo anche perché i figli sono di chi li cresce, il codice genetico non è così importante. E poi tutti i figli dell'eterologa, anche quelli che sono nati da una semplice donazione, avranno qualche fratello o sorella nel mondo, qualcuno con mezzo codice genetico uguale".
Nessun dubbio?
"No, forse sarei curiosa di vedere un giorno quel ragazzino o ragazzina se somiglia al mio".
Dirà a suo figlio o alla sua bambina come ha fatto a venire al mondo?
"Sì, anche se francamente non so quando. Spero, nel momento in cui sarà in grado di capire, di riuscire a trovare le parole adatte per spiegare che è nato da un atto d'amore, che è stato tanto desiderato o tanto voluta. Questo è l'importante. Di una cosa sono convinta: è un suo diritto sapere anche se per me non sarà facile parlarne. E lo confesso, non so neppure dire se vorrei che incontrasse il donatore e il fratello genetico. Per ora il problema non c'è visto che la legge dice che il donatore è segreto e anonimo".
E se cambia la legge e potrà conoscere il donatore?
"Faccio fatica a pensare così lontano, sono ancora presa dalle cose di oggi, tra gli esami da fare, l'idea dell'intervento, la speranza che questa volta veramente tutto funzioni. Ma se il bambino una volta cresciuto lo vorrà, io sarò d'accordo. E ovviamente mio marito la pensa come me. Abbiamo condiviso tutto, questi anni di dolore, di frustrazione, di tentativi falliti e ora la speranza".
Quel giorno avrà paura di perderlo?
"No, questo proprio credo di no. L'affetto, lo vedo in tutte le famiglie che conosco, si costruisce giorno per giorno stando assieme, ridendo e litigando, facendo i compiti e andando insieme alle giostre. I bambini sentono come loro genitori chi gli sta accanto, magari sgridandoli ma stando lì, nel bene e nel male. Presenti tutti i giorni, da quando si rifiutano di alzarsi dal letto per andare a scuola a quando da adolescenti tirano tardi sul computer e non ne vogliono sapere di andare a dormire".
Genitori e figli si diventa?
"Sì, per questo non mi sentirei minacciata se un giorno dovesse conoscere la donna che lo ha aiutato a venire al mondo. Come non dovrebbe avere paura nemmeno lei, che a sua volta avrà stretto tra le braccia e cresciuto con tenerezza e amore un bambino nato anche grazie a mio marito".
http://www.repubblica.it/salute/2014/09/18/news/i_gemelli_delleterologa_spartiti_tra_due_coppie-96053960
camila- mengonella
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Re: Oggi ho letto questo...
La Repubblica , 19/09/14
Dagli archivi della polizia spuntano i messaggi destinati alle mogli e alle fidanzate rimaste in patria Parole che raccontano l’altra faccia di una tragedia senza fine
“Amore mio, non morire ti porterò in Italia con me” le lettere mai spedite dei migranti sepolti in mare
FRANCESCO VIVIANO
POZZALLO .
«Mio adorato amore, per favore non morire, io ce l’ho quasi fatta. Dopo mesi e giorni di viaggio sono arrivato in Libia. Domani mi imbarco per l’Italia. Che Allah mi protegga. Quello che ho fatto, l’ho fatto per sopravvivere. Se mi salverò, ti prometto che farò tutto quello che mi è possibile per trovare un lavoro e farti venire in Europa da me. Se leggerai questa lettera, io sarò salvo e noi avremo un futuro. Ti amo, tuo per sempre Samir». Questa è una lettera che non è mai arrivata a destinazione, una delle tante. Si conosce solo il mittente, “Samir”, probabilmente egiziano, età apparente 20-25 anni. È la lettera di un morto, uno dei tanti cadaveri giunti nei barconi a Pozzallo o ripescati da mercantili in navigazione e dalle navi della nostra Marina militare dell’operazione Mare Nostrum, che nel Canale di Sicilia da mesi raccolgono vivi e morti.
Quella di Samir è una delle tante lettere d’amore e di speranza inviate dagli uomini in fuga dal Sud del mondo alle mogli e fidanzate che hanno in Ghana, Nigeria, Egitto, Palestina, Etiopia, Eritrea. Lettere che non sono mai state spedite e che sono state trovate nelle loro tasche, molte chiuse in buste di plastica per non farle distruggere dal mare e che portavano addosso come reliquie. Spesso le reliquie sono diventati inutili testamenti. «Troviamo di tutto in quelle tasche e nelle buste di plastica che portano attorno al collo», racconta uno dei poliziotti della squadra mobile di Ragusa da mesi impegnato a Pozzallo, «fotografie dei figli, delle mogli, dei genitori. Non sono utili alle indagini, ma quando le traducono ti fanno venire un groppo in gola». Sono lettere scritte in arabo, francese e inglese, come quella di “George”, probabilmente di origine liberiana, che avrebbe scritto alla sua amata quando dal porto di Zuhara salì su uno dei barconi salpato verso le coste di Lampedusa: «Amore mio, finalmente sono arrivato. La vita comincia adesso, spero di tornare presto per portarti con me e vivere insieme lontani dalla guerra. Ti Amo».
Fotogrammi di una tragedia senza fine che si consuma ogni giorno nelle acque internazionali, tra la costa libica e quella siciliana. Spesso, consapevoli di non arrivare vivi alla destinazione sperata, i fuggitivi copiano queste lettere e le consegnano ad altri compagni di viaggio nella speranza che possano sopravvivere e inviare notizie ai loro congiunti. Su un pacchetto di sigarette trovato nelle tasche di uno dei tanti cadaveri ormai sepolti senza nome in uno dei tanti cimiteri sparsi tra le province di Ragusa e Agrigento e ritrovato da un collega del New York Times, c’era una brevissima lettera scritta a mano in dialetto tigrino, una delle lingue eritree. C’era scritto: «Volevo essere con te. Non osare dimenticarmi. Ti Amo tantissimo, il mio desiderio è che tu non mi dimentichi mai. Stai bene amore mio. A ama R». Era una lettera indirizzata ad una ragazza il cui nome cominciava per “A” e scritta da “R”. Mai arrivata a destinazione, ormai parte degli archivi dei fantasmi del mare. Racconta il poliziotto di Ragusa: «In alcuni fogli si leggono racconti della prigionia nelle carceri libiche, in attesa del trasferimento sui barconi che li avrebbero dovuti portare, vivi, in Italia». Lettere scritte alle madri dove ragazzi raccontavano la loro odissea, la traversata nel deserto, il pizzo pagato a ogni frontiera e il saldo ai trafficanti, i biglietti numerati presi per salire a bordo delle carrette che non si sa mai se arriveranno a destinazione.
L’archivio della speranza e della morte è lunghissimo. Nelle tasche dei molti morti e di alcuni sopravvissuti marinai e poliziotti hanno trovato le foto delle loro ragazze e dei figli lasciati in Eritrea, le fotocopie dei documenti d’identità dei loro bambini nella speranza che, un giorno o l’altro, anche loro li avrebbero raggiunti.
Dagli archivi della polizia spuntano i messaggi destinati alle mogli e alle fidanzate rimaste in patria Parole che raccontano l’altra faccia di una tragedia senza fine
“Amore mio, non morire ti porterò in Italia con me” le lettere mai spedite dei migranti sepolti in mare
FRANCESCO VIVIANO
POZZALLO .
«Mio adorato amore, per favore non morire, io ce l’ho quasi fatta. Dopo mesi e giorni di viaggio sono arrivato in Libia. Domani mi imbarco per l’Italia. Che Allah mi protegga. Quello che ho fatto, l’ho fatto per sopravvivere. Se mi salverò, ti prometto che farò tutto quello che mi è possibile per trovare un lavoro e farti venire in Europa da me. Se leggerai questa lettera, io sarò salvo e noi avremo un futuro. Ti amo, tuo per sempre Samir». Questa è una lettera che non è mai arrivata a destinazione, una delle tante. Si conosce solo il mittente, “Samir”, probabilmente egiziano, età apparente 20-25 anni. È la lettera di un morto, uno dei tanti cadaveri giunti nei barconi a Pozzallo o ripescati da mercantili in navigazione e dalle navi della nostra Marina militare dell’operazione Mare Nostrum, che nel Canale di Sicilia da mesi raccolgono vivi e morti.
Quella di Samir è una delle tante lettere d’amore e di speranza inviate dagli uomini in fuga dal Sud del mondo alle mogli e fidanzate che hanno in Ghana, Nigeria, Egitto, Palestina, Etiopia, Eritrea. Lettere che non sono mai state spedite e che sono state trovate nelle loro tasche, molte chiuse in buste di plastica per non farle distruggere dal mare e che portavano addosso come reliquie. Spesso le reliquie sono diventati inutili testamenti. «Troviamo di tutto in quelle tasche e nelle buste di plastica che portano attorno al collo», racconta uno dei poliziotti della squadra mobile di Ragusa da mesi impegnato a Pozzallo, «fotografie dei figli, delle mogli, dei genitori. Non sono utili alle indagini, ma quando le traducono ti fanno venire un groppo in gola». Sono lettere scritte in arabo, francese e inglese, come quella di “George”, probabilmente di origine liberiana, che avrebbe scritto alla sua amata quando dal porto di Zuhara salì su uno dei barconi salpato verso le coste di Lampedusa: «Amore mio, finalmente sono arrivato. La vita comincia adesso, spero di tornare presto per portarti con me e vivere insieme lontani dalla guerra. Ti Amo».
Fotogrammi di una tragedia senza fine che si consuma ogni giorno nelle acque internazionali, tra la costa libica e quella siciliana. Spesso, consapevoli di non arrivare vivi alla destinazione sperata, i fuggitivi copiano queste lettere e le consegnano ad altri compagni di viaggio nella speranza che possano sopravvivere e inviare notizie ai loro congiunti. Su un pacchetto di sigarette trovato nelle tasche di uno dei tanti cadaveri ormai sepolti senza nome in uno dei tanti cimiteri sparsi tra le province di Ragusa e Agrigento e ritrovato da un collega del New York Times, c’era una brevissima lettera scritta a mano in dialetto tigrino, una delle lingue eritree. C’era scritto: «Volevo essere con te. Non osare dimenticarmi. Ti Amo tantissimo, il mio desiderio è che tu non mi dimentichi mai. Stai bene amore mio. A ama R». Era una lettera indirizzata ad una ragazza il cui nome cominciava per “A” e scritta da “R”. Mai arrivata a destinazione, ormai parte degli archivi dei fantasmi del mare. Racconta il poliziotto di Ragusa: «In alcuni fogli si leggono racconti della prigionia nelle carceri libiche, in attesa del trasferimento sui barconi che li avrebbero dovuti portare, vivi, in Italia». Lettere scritte alle madri dove ragazzi raccontavano la loro odissea, la traversata nel deserto, il pizzo pagato a ogni frontiera e il saldo ai trafficanti, i biglietti numerati presi per salire a bordo delle carrette che non si sa mai se arriveranno a destinazione.
L’archivio della speranza e della morte è lunghissimo. Nelle tasche dei molti morti e di alcuni sopravvissuti marinai e poliziotti hanno trovato le foto delle loro ragazze e dei figli lasciati in Eritrea, le fotocopie dei documenti d’identità dei loro bambini nella speranza che, un giorno o l’altro, anche loro li avrebbero raggiunti.
mafalda- Messaggi : 8513
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Re: Oggi ho letto questo...
questo ci ricorda che dietro i numeri ci sono tante realta':tante vite spezzate mentre erano alla ricerca di pane e liberta' . Se ne parla al plurale ma sono tragedie individuali ...
camila- mengonella
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Re: Oggi ho letto questo...
Fa rabbrividire il fatto che si rendono conto che sono dei probabili condannati a morte
rosaneve- mengonella
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Re: Oggi ho letto questo...
Quanto vorrei far leggere queste lettere a tutti quelli che continuano a parlar male di queste persone dicendo che "dovrebbero starsene a casa loro".
Ma temo non servirebbe a molto...
Cristy- mengonella
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Re: Oggi ho letto questo...
Mozart e la nascita del Flauto Magico
di Salvatore Ronga
Era un teatrino alla periferia di Vienna, l'impresario un tipo ambiguo che sapeva far soldi e Amadeus di soldi ne aveva bisogno. I due pensarono di mettere in una scena una di quelle favolette che erano tanto in voga: magie e incantesimi, trucchi e altre cento diavolerie per sorprendere gli spettatori. Schikaneder, questo il nome dell'impresario, incominciò a scrivere il libretto. La storia era quella di un principe che riusciva a liberare la figlia della Regina della Notte dalle grinfie di un perfido mago. Era già completo il primo atto, quando andò in scena sulle tavole di un altro palcoscenico una favola molto simile. Un'arpa magica al posto del flauto. La musica non era la stessa, naturalmente, ma la trama sì. Schikaneder e Mozart si diedero da fare e, per non gettare alle ortiche il lavoro fatto a metà, pensarono di cambiare la trama in corso d'opera. I buoni diventarono cattivi e i cattivi diventarono buoni. E c'è da pensare che il disincanto di Amadeus di fronte alle alterne fortune della carriera, di fronte alle civetterie della moglie, di fronte all'ignoranza crassa dei potenti e alle invidie dei colleghi, gli avesse fatto intendere che così accade nella vita reale, che gli umani comportamenti dipendono dalle circostanze, che non ci sono i buoni da una parte e i cattivi dall'altra, che nell'uomo c'è tutta la miseria e tutta la nobiltà. Schikaneder farcì il tutto di ciarpame massonico e di massime filosofiche, disseminate qua e là, tra un corale all'ombra delle piramidi e un numero da circo con animali danzanti. Nacque Il Flauto Magico. Un capolavoro della musica. Quando in scena Papageno suona i suoi campanelli, il motivetto incatena il moto dell'universo, poche note per dare lo scacco a Dante, a Shakespeare, a Goethe e ai giganti che verranno.
Era il 30 settembre del 1791.
https://www.facebook.com/notes/la-rivista-intelligente/mozart-e-la-nascita-del-flauto-magico/708691489185327
di Salvatore Ronga
Era un teatrino alla periferia di Vienna, l'impresario un tipo ambiguo che sapeva far soldi e Amadeus di soldi ne aveva bisogno. I due pensarono di mettere in una scena una di quelle favolette che erano tanto in voga: magie e incantesimi, trucchi e altre cento diavolerie per sorprendere gli spettatori. Schikaneder, questo il nome dell'impresario, incominciò a scrivere il libretto. La storia era quella di un principe che riusciva a liberare la figlia della Regina della Notte dalle grinfie di un perfido mago. Era già completo il primo atto, quando andò in scena sulle tavole di un altro palcoscenico una favola molto simile. Un'arpa magica al posto del flauto. La musica non era la stessa, naturalmente, ma la trama sì. Schikaneder e Mozart si diedero da fare e, per non gettare alle ortiche il lavoro fatto a metà, pensarono di cambiare la trama in corso d'opera. I buoni diventarono cattivi e i cattivi diventarono buoni. E c'è da pensare che il disincanto di Amadeus di fronte alle alterne fortune della carriera, di fronte alle civetterie della moglie, di fronte all'ignoranza crassa dei potenti e alle invidie dei colleghi, gli avesse fatto intendere che così accade nella vita reale, che gli umani comportamenti dipendono dalle circostanze, che non ci sono i buoni da una parte e i cattivi dall'altra, che nell'uomo c'è tutta la miseria e tutta la nobiltà. Schikaneder farcì il tutto di ciarpame massonico e di massime filosofiche, disseminate qua e là, tra un corale all'ombra delle piramidi e un numero da circo con animali danzanti. Nacque Il Flauto Magico. Un capolavoro della musica. Quando in scena Papageno suona i suoi campanelli, il motivetto incatena il moto dell'universo, poche note per dare lo scacco a Dante, a Shakespeare, a Goethe e ai giganti che verranno.
Era il 30 settembre del 1791.
https://www.facebook.com/notes/la-rivista-intelligente/mozart-e-la-nascita-del-flauto-magico/708691489185327
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Re: Oggi ho letto questo...
http://www.ilpost.it/2014/10/06/specchio-complimenti-ikea/
LO VOGLIO!!!!!!!
posso scegliere? Preferirei parlasse italiano con una bella voce maschile profonda,grazie
LO VOGLIO!!!!!!!
posso scegliere? Preferirei parlasse italiano con una bella voce maschile profonda,grazie
camila- mengonella
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Re: Oggi ho letto questo...
Grande nonnina
Nonna di 114 anni mente sull’età
per iscriversi a Facebook
Anna Stoeher, del Minnesota, ha cercato di aprire un account sul social network ma ha trovato la sorpresa: non c’è spazio per chi è nato prima del 1905
Non solo gli under 13, anche gli ultracentenari per iscriversi a Facebook devono mentire sull’età. È successo ad Anna Stoeher, una nonnina di 114 anni del Minnesota, in Usa, che quando ha cercato di aprire un account sul popolare social network ha trovato l’amara sorpresa: l’anno di nascita «massimo» previsto dalla piattaforma è il 1905, cioè cinque anni dopo la sua data di nascita, il 1900. La signora Stoeher ha così dovuto mentire sull’età dichiarando 99 anni, contro i 114 effettivi.
Caro Mark, così non va
Non contenta, l’ultracentenaria ha scritto una lettera a Mark Zuckerberg. Incipit della missiva: «I’m still here», «sono ancora qui». La storia è stata ripresa da un corrispondente locale del network Nbc e ha fatto presto il giro dei siti americani, finendo anche sul Washington Post. Quello di mentire sull’età è uno stratagemma spesso usato dai ragazzini under 13 che in teoria non potrebbero aprire un profilo su Facebook. Ma spesso lo fanno mentendo e con la complicità dei genitori. Fece invece scalpore un anno fa l’affermazione del presidente Obama e della moglie Michelle che limitavano l’uso di Facebook alla figlia maggiore Mahalia di 15 anni e lo proibivano alla minore, Sasha di allora 12 anni, perché non aveva l’età giusta.
http://www.corriere.it/tecnologia/14_ottobre_14/nonna-114-anni-mente-sull-eta-iscriversi-facebook-2cfa435e-53b7-11e4-a6fc-251c9a76aa3c.shtml
Nonna di 114 anni mente sull’età
per iscriversi a Facebook
Anna Stoeher, del Minnesota, ha cercato di aprire un account sul social network ma ha trovato la sorpresa: non c’è spazio per chi è nato prima del 1905
Non solo gli under 13, anche gli ultracentenari per iscriversi a Facebook devono mentire sull’età. È successo ad Anna Stoeher, una nonnina di 114 anni del Minnesota, in Usa, che quando ha cercato di aprire un account sul popolare social network ha trovato l’amara sorpresa: l’anno di nascita «massimo» previsto dalla piattaforma è il 1905, cioè cinque anni dopo la sua data di nascita, il 1900. La signora Stoeher ha così dovuto mentire sull’età dichiarando 99 anni, contro i 114 effettivi.
Caro Mark, così non va
Non contenta, l’ultracentenaria ha scritto una lettera a Mark Zuckerberg. Incipit della missiva: «I’m still here», «sono ancora qui». La storia è stata ripresa da un corrispondente locale del network Nbc e ha fatto presto il giro dei siti americani, finendo anche sul Washington Post. Quello di mentire sull’età è uno stratagemma spesso usato dai ragazzini under 13 che in teoria non potrebbero aprire un profilo su Facebook. Ma spesso lo fanno mentendo e con la complicità dei genitori. Fece invece scalpore un anno fa l’affermazione del presidente Obama e della moglie Michelle che limitavano l’uso di Facebook alla figlia maggiore Mahalia di 15 anni e lo proibivano alla minore, Sasha di allora 12 anni, perché non aveva l’età giusta.
http://www.corriere.it/tecnologia/14_ottobre_14/nonna-114-anni-mente-sull-eta-iscriversi-facebook-2cfa435e-53b7-11e4-a6fc-251c9a76aa3c.shtml
mafalda- Messaggi : 8513
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Uomo paralizzato torna a camminare grazie la trapianto delle cellule
Tecnica rivoluzionaria usata da equipe medici polacchi e Gb
Quello che viene definito come un intervento rivoluzionario ha permesso al 40enne cittadino bulgaro Darek Fidyka, che era paralizzato dal 2010 dalla vita in giù dopo un accoltellamento, di tornare a camminare. Secondo il sito della Bbc, il trattamento compiuto da chirurghi polacchi in collaborazione con scienziati britannici, si è basato su un trapianto di cellule del suo sistema olfattivo inserite nel midollo spinale.
''E' stato raggiunto qualcosa di più impressionante dell'uomo che cammina sulla Luna'', ha detto Geoff Raisman, dell'Istituto di Neurologia dell'University College London che ha guidato il team di ricerca nel Regno Unito. I risultati di questo trattamento, che apre uno scenario del tutto nuovo per le persone paralizzate, sono stati pubblicati sulla rivista 'Cell Transplantation'.
http://www.ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/medicina/2014/10/21/uomo-paralizzato-torna-a-camminare-dopo-trapianto-cellule_70e54471-636b-4709-a0a0-cf4a9ddbecdc.html
camila- mengonella
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una splendida notizia
«UN GRANDE ONORE E UNA GRANDE RESPONSABILITÀ»
Cern: Fabiola Gianotti sarà il prossimo direttore
La scienziata italiana assumerà il mandato per cinque anni a partire dal 2016
Fabiola Gianotti sarà il prossimo direttore generale del Cern, l’organizzazione di Ginevra sede del superacceleratore Lhc che ha condotto gli studi sul bosone di Higgs. L’incarico sarà ufficialmente formalizzato nel corso della sessione di dicembre del consiglio del Cern.
«Un grande onore»
«È un grande onore e una grande responsabilità», ha dichiarato Gianotti, 52 anni, che lo scorso anno è stata inserita al 78mo posto tra le cento donne più potenti del mondo nella classifica stilata dalla rivista Forbes e al quinto posto nella lista della Persona dell’anno 2012 da Time. Gianotti è stata alla guida dell’esperimento Atlas, uno dei due che hanno verificato l’esistenza del bosone di Higgs e ora sarà la prima donna della storia a guidare il Cern dopo quindici direttori maschi.
«UN GRANDE ONORE E UNA GRANDE RESPONSABILITÀ»
Cern: Fabiola Gianotti sarà il prossimo direttore
La scienziata italiana assumerà il mandato per cinque anni a partire dal 2016
Fabiola Gianotti sarà il prossimo direttore generale del Cern, l’organizzazione di Ginevra sede del superacceleratore Lhc che ha condotto gli studi sul bosone di Higgs. L’incarico sarà ufficialmente formalizzato nel corso della sessione di dicembre del consiglio del Cern.
«Un grande onore»
«È un grande onore e una grande responsabilità», ha dichiarato Gianotti, 52 anni, che lo scorso anno è stata inserita al 78mo posto tra le cento donne più potenti del mondo nella classifica stilata dalla rivista Forbes e al quinto posto nella lista della Persona dell’anno 2012 da Time. Gianotti è stata alla guida dell’esperimento Atlas, uno dei due che hanno verificato l’esistenza del bosone di Higgs e ora sarà la prima donna della storia a guidare il Cern dopo quindici direttori maschi.
camila- mengonella
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Da "Repubblica"
"Così ho scoperto la mia vita desaparecida”
Parla Ignacio Montoya, alias Guido Carlotto, il nipote della presidente delle Nonne di Plaza de Mayo “Da quando ho saputo che i miei genitori furono uccisi dai generali convivo con le mie due identità”
MARCO ANSALDO
ROMA .
«Scoprire di avere un’altra identità è stata un’emozione, però non uno shock. Forse perché i genitori che mi avevano adottato mi hanno reso un uomo sereno, forse perché la mia identità era già precisa. Ma sono sempre io. Solo due cose sono cambiate: ora ho una famiglia grande, all’italiana, vista l’origine della mia madre biologica, mentre quella argentina era più ristretta; e il successo che riscuoto come pianista è incomparabilmente più forte. Dove vado a suonare adesso, con la mia orchestra, c’è sempre la stessa musica, ma molta più gente».
Lo chiamano senor Ignacio. Ma se gli dicono Guido, si gira lo stesso. Ignacio-Guido Montoya Carlotto, nipote di Estela, la leader delle Abuelas di Plaza de Mayo, le nonne che combattono per i desaparecidos dell’Argentina, è a Roma dove ha incontrato il Papa. Tre mesi fa, Ignacio non conosceva il suo vero passato. Poi i dubbi. La campagna delle Abuelas per svelare le ignominie della dittatura militare. La ricerca. E infine, decisiva, inoppugnabile, la prova del Dna. Ignacio Montoya ha scoperto di essere Guido Carlotto. Nipote di Estela Carlotto, nientemeno che la presidente delle Donne di Plaza de Mayo. Ma ha scoperto, soprattutto, di essere figlio di Laura e che anche suo padre era stato ammazzato dai generali.
C’era una presenza impalpabile ieri, all’ambasciata argentina a Roma, al ricevimento in onore di Estela e Ignacio-Guido: quella di Laura, la donna che 36 anni fa partorì suo figlio in un centro clandestino di detenzione a La Plata. Militante della gioventù peronista, quando fu sequestrata scoprì di essere incinta di 3 mesi. Riuscì a far sapere alla madre di essere viva, dicendo che se suo figlio fosse nato maschio lo avrebbe chiamato Guido, come il padre, il marito italiano di Estela. Sei mesi dopo, agosto 1978, i militari convocarono la Carlotto, allora maestra elementare, per consegnarle il cadavere della figlia Laura — «quasi un privilegio », dice adesso — uccisa con una raffica di mitra alle spalle.
Oggi Ignacio-Guido ha i riccioli neri che cominciano a imbiancare. Ma la sua favola felice non turba il suo volto da ragazzo che con pudore racconta una storia da brividi: «I miei genitori adottivi mi hanno cresciuto con amore — risponde a Repubblica — e in assoluta buona fede mi hanno reso la persona che sono oggi. Quando la mia coscienza sociale è emersa, ho sentito la storia dei desaparecidos come mia. Mi hanno così confermato che ero stato adottato, cosa che ignoravo. E nel giro di due mesi ho saputo chi erano i miei veri genitori, e completato la mia identità».
Estela, prorompente: «Oggi sono esattamente tre mesi che conosco mio nipote. Per me lui è perfetto». Ignacio-Guido, timido, non si pronuncia. È sposato, ha la sua carriera di musicista, un duo di tango, un trio itinerante, l’amore per Astor Piazzolla e Keith Jarrett. Una fede anche calcistica (il River Plate, contrapposto al San Lorenzo di Bergoglio): «Sì, con il Papa ho parlato di calcio. E tutti noi (“eravamo in 18 persone, il clan dei Carlotto”, dice Estela) eravamo molto contenti. È un Pontefice dal carattere forte, una persona tenace, capace di dare una svolta alla storia della Chiesa ». Estela, 84 anni, accarezza Ignacio-Guido. Se lo coccola con lo sguardo. I due confabulano. «Tutte noi Abuelas stiamo cercando i nostri nipoti — spiega — . Il ritrovamento di Ignacio ha scatenato in Argentina e in tutto il mondo reazioni inaspettate. Noi sappiamo che lui è Ignacio, ma è anche il nostro Guido!».
La vicenda dei Carlotto apre in realtà uno squarcio sulla vicenda dei desaparecidos. Che rischia di toccare l’Italia più in profondità di quanto si pensi. Spiega il ministro Carlos Chernak, diplomatico argentino: «Nell’elenco dei carnefici c’erano anche italiani. Licio Gelli lavorava qui in ambasciata con passaporto diplomatico. Alcuni che la giustizia argentina sta ancora cercando per estradarli possono trovarsi qui. E così alcuni dei bambini spariti, oggi uomini di 30-38 anni, portati allora in Italia. Se qualcuno, come Ignacio, avesse dubbi sulla sua identità, ci contatti». L’Argentina ha cominciato ad aprire gli archivi della giunta. La Chiesa sta già consegnando materiali sui bambini rubati. Il Papa è favorevole. Ai Carlotto, Bergoglio ha detto: «Se puede!». Si può.
"Così ho scoperto la mia vita desaparecida”
Parla Ignacio Montoya, alias Guido Carlotto, il nipote della presidente delle Nonne di Plaza de Mayo “Da quando ho saputo che i miei genitori furono uccisi dai generali convivo con le mie due identità”
MARCO ANSALDO
ROMA .
«Scoprire di avere un’altra identità è stata un’emozione, però non uno shock. Forse perché i genitori che mi avevano adottato mi hanno reso un uomo sereno, forse perché la mia identità era già precisa. Ma sono sempre io. Solo due cose sono cambiate: ora ho una famiglia grande, all’italiana, vista l’origine della mia madre biologica, mentre quella argentina era più ristretta; e il successo che riscuoto come pianista è incomparabilmente più forte. Dove vado a suonare adesso, con la mia orchestra, c’è sempre la stessa musica, ma molta più gente».
Lo chiamano senor Ignacio. Ma se gli dicono Guido, si gira lo stesso. Ignacio-Guido Montoya Carlotto, nipote di Estela, la leader delle Abuelas di Plaza de Mayo, le nonne che combattono per i desaparecidos dell’Argentina, è a Roma dove ha incontrato il Papa. Tre mesi fa, Ignacio non conosceva il suo vero passato. Poi i dubbi. La campagna delle Abuelas per svelare le ignominie della dittatura militare. La ricerca. E infine, decisiva, inoppugnabile, la prova del Dna. Ignacio Montoya ha scoperto di essere Guido Carlotto. Nipote di Estela Carlotto, nientemeno che la presidente delle Donne di Plaza de Mayo. Ma ha scoperto, soprattutto, di essere figlio di Laura e che anche suo padre era stato ammazzato dai generali.
C’era una presenza impalpabile ieri, all’ambasciata argentina a Roma, al ricevimento in onore di Estela e Ignacio-Guido: quella di Laura, la donna che 36 anni fa partorì suo figlio in un centro clandestino di detenzione a La Plata. Militante della gioventù peronista, quando fu sequestrata scoprì di essere incinta di 3 mesi. Riuscì a far sapere alla madre di essere viva, dicendo che se suo figlio fosse nato maschio lo avrebbe chiamato Guido, come il padre, il marito italiano di Estela. Sei mesi dopo, agosto 1978, i militari convocarono la Carlotto, allora maestra elementare, per consegnarle il cadavere della figlia Laura — «quasi un privilegio », dice adesso — uccisa con una raffica di mitra alle spalle.
Oggi Ignacio-Guido ha i riccioli neri che cominciano a imbiancare. Ma la sua favola felice non turba il suo volto da ragazzo che con pudore racconta una storia da brividi: «I miei genitori adottivi mi hanno cresciuto con amore — risponde a Repubblica — e in assoluta buona fede mi hanno reso la persona che sono oggi. Quando la mia coscienza sociale è emersa, ho sentito la storia dei desaparecidos come mia. Mi hanno così confermato che ero stato adottato, cosa che ignoravo. E nel giro di due mesi ho saputo chi erano i miei veri genitori, e completato la mia identità».
Estela, prorompente: «Oggi sono esattamente tre mesi che conosco mio nipote. Per me lui è perfetto». Ignacio-Guido, timido, non si pronuncia. È sposato, ha la sua carriera di musicista, un duo di tango, un trio itinerante, l’amore per Astor Piazzolla e Keith Jarrett. Una fede anche calcistica (il River Plate, contrapposto al San Lorenzo di Bergoglio): «Sì, con il Papa ho parlato di calcio. E tutti noi (“eravamo in 18 persone, il clan dei Carlotto”, dice Estela) eravamo molto contenti. È un Pontefice dal carattere forte, una persona tenace, capace di dare una svolta alla storia della Chiesa ». Estela, 84 anni, accarezza Ignacio-Guido. Se lo coccola con lo sguardo. I due confabulano. «Tutte noi Abuelas stiamo cercando i nostri nipoti — spiega — . Il ritrovamento di Ignacio ha scatenato in Argentina e in tutto il mondo reazioni inaspettate. Noi sappiamo che lui è Ignacio, ma è anche il nostro Guido!».
La vicenda dei Carlotto apre in realtà uno squarcio sulla vicenda dei desaparecidos. Che rischia di toccare l’Italia più in profondità di quanto si pensi. Spiega il ministro Carlos Chernak, diplomatico argentino: «Nell’elenco dei carnefici c’erano anche italiani. Licio Gelli lavorava qui in ambasciata con passaporto diplomatico. Alcuni che la giustizia argentina sta ancora cercando per estradarli possono trovarsi qui. E così alcuni dei bambini spariti, oggi uomini di 30-38 anni, portati allora in Italia. Se qualcuno, come Ignacio, avesse dubbi sulla sua identità, ci contatti». L’Argentina ha cominciato ad aprire gli archivi della giunta. La Chiesa sta già consegnando materiali sui bambini rubati. Il Papa è favorevole. Ai Carlotto, Bergoglio ha detto: «Se puede!». Si può.
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Re: Oggi ho letto questo...
L’amaca
MICHELE SERRA
N ON ho la sensazione che la lotta alla mafia sia una priorità”, dice Roberto Saviano in coda al processo che lo vede semi-risarcito della sua vita da recluso. E come smentirlo? Non lo è mai davvero stata, una priorità, se non a sprazzi, quando il tallone di ferro delle cosche diventava intollerabile perfino per un popolo in buona parte colluso oppure pavido come il nostro. Quanto all’oggi, alle pigrizie e alle complicità ataviche si somma l’esigenza di una classe dirigente giovane e impaziente che ha fretta di dimostrare che il rinnovamento è dietro l’angolo, che l’Italia non è quel vecchio grumo putrido che si dice in giro, che ce la si può fare; e si capisce che il noir inevitabile dell’antimafia, quel tono grave e allarmato, con tutte le sue verità insanguinate, un poco sia di impiccio, in fin dei conti la lotta alla mafia è una lagna, una terribile interminabile teoria di delitti, protervia, violenza, sfruttamento. Ci vorrebbe, caro Roberto, una Leopolda dell’antimafia, trovare la maniera di rendere moderna e candida come una camicia bianca la più nera e antica delle emergenze. La pancia arcaica del nostro paese, i suoi boss semianalfabeti, il suo familismo osceno, la sua sottomissione feudale al protettore di circondario, sono così inguardabili e indicibili che Matteo Renzi non è neanche in grado di concepirla, un’Italia così ripugnante. Bisogna spiegargliela: con pazienza, con metodo. Tu puoi provarci.
La Repubblica 11/11/14
MICHELE SERRA
N ON ho la sensazione che la lotta alla mafia sia una priorità”, dice Roberto Saviano in coda al processo che lo vede semi-risarcito della sua vita da recluso. E come smentirlo? Non lo è mai davvero stata, una priorità, se non a sprazzi, quando il tallone di ferro delle cosche diventava intollerabile perfino per un popolo in buona parte colluso oppure pavido come il nostro. Quanto all’oggi, alle pigrizie e alle complicità ataviche si somma l’esigenza di una classe dirigente giovane e impaziente che ha fretta di dimostrare che il rinnovamento è dietro l’angolo, che l’Italia non è quel vecchio grumo putrido che si dice in giro, che ce la si può fare; e si capisce che il noir inevitabile dell’antimafia, quel tono grave e allarmato, con tutte le sue verità insanguinate, un poco sia di impiccio, in fin dei conti la lotta alla mafia è una lagna, una terribile interminabile teoria di delitti, protervia, violenza, sfruttamento. Ci vorrebbe, caro Roberto, una Leopolda dell’antimafia, trovare la maniera di rendere moderna e candida come una camicia bianca la più nera e antica delle emergenze. La pancia arcaica del nostro paese, i suoi boss semianalfabeti, il suo familismo osceno, la sua sottomissione feudale al protettore di circondario, sono così inguardabili e indicibili che Matteo Renzi non è neanche in grado di concepirla, un’Italia così ripugnante. Bisogna spiegargliela: con pazienza, con metodo. Tu puoi provarci.
La Repubblica 11/11/14
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Re: Oggi ho letto questo...
@Mafalda condivido le considerazioni di Serra e mi rattrista l'amarezza
che vive Saviano nonostante i suoi strameritati
successi in tutto il mondo
Se fosse sfuggito consiglio di andare a rivedere l'intervista di ieri sera a Ballarò: eloquente
Purtroppo non riesco a riportare correttamente il video
ma basta seguire la ricerca su
Faccia a Faccia: Roberto Saviano - Ballarò 11/11/2014 Rai 3
che vive Saviano nonostante i suoi strameritati
successi in tutto il mondo
Se fosse sfuggito consiglio di andare a rivedere l'intervista di ieri sera a Ballarò: eloquente
Purtroppo non riesco a riportare correttamente il video
ma basta seguire la ricerca su
Faccia a Faccia: Roberto Saviano - Ballarò 11/11/2014 Rai 3
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