Ci hanno lasciato ...
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Re: Ci hanno lasciato ...
camila ha scritto:da FB
Marco Mengoni
"Adesso, mio dio, dimmi cosa devo fare
se devo farla a pezzi questa mia vita
oppure sedermi e guardarla passare
Però la vita com’è bella
e come è bello poterla cantare. " GRAZIE LUCIO...
Ospite- Ospite
Re: Ci hanno lasciato ...
Mi piace ricordare le parole di stima reciproca fra Lucio e Marco ,
Marco è stato fortunato ad aver trovato un" fan" così speciale, si porterà sempre con sé l'amicizia e l' ammirazione di questo grande artista
Marco è stato fortunato ad aver trovato un" fan" così speciale, si porterà sempre con sé l'amicizia e l' ammirazione di questo grande artista
mafalda- Messaggi : 8513
Data d'iscrizione : 20.05.10
Età : 61
Re: Ci hanno lasciato ...
Non riesco a crederci..sono triste come quando morì Faber....
Rosarossoblu- Messaggi : 7444
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Età : 49
Località : Genova
Re: Ci hanno lasciato ...
Non ho parole.....che giornata strana..... quando ho senito la notizia non riuscivo a crederci.....
Dispiace veramente tanto
Dispiace veramente tanto
layla- mengonella
- Messaggi : 1693
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Località : bergamo
Re: Ci hanno lasciato ...
Da una pagina Facebook cara ai bolognesi:
"Lucio ci ha lasciato...un pezzo di Bologna se n'è andata...
Oggi (01.03.2012) in Via D'Azeglio risuonavano le note di Lucio, un gesto semplice voluto da chi gli stava vicino.
Vogliamo, allo stesso modo, proporre a tutta Bologna (ma anche provincia e chiunque si senta di farlo, ovunque sia) di ricordare Lucio così, senza troppe parole o clamori, semplicemente con la sua musica. Domenica 04.03.2012 ore 12 in punto apriremo le finestre delle nostre case e alzeremo il volume dello stereo facendo risuonare per le vie le sue note.
Prima canzone: 04 Marzo 1943 e poi le canzoni che il cuore ci dirà.. Non sappiamo se sono state organizzate altre iniziative ma noi vogliamo farlo così, in questo modo semplice...
Se qualcuno vuole farlo insieme a noi... basta che Domenica alle 12 in punto apra la finestra e diffonda le Sue note insieme a noi...
anche solo per una mezzoretta..
grazie
Lo staff dell'Associazione Succede solo a Bologna"
https://www.facebook.com/succedesoloabologna
Domenica 4 marzo in Via D'Azeglio ci sarò.
"Lucio ci ha lasciato...un pezzo di Bologna se n'è andata...
Oggi (01.03.2012) in Via D'Azeglio risuonavano le note di Lucio, un gesto semplice voluto da chi gli stava vicino.
Vogliamo, allo stesso modo, proporre a tutta Bologna (ma anche provincia e chiunque si senta di farlo, ovunque sia) di ricordare Lucio così, senza troppe parole o clamori, semplicemente con la sua musica. Domenica 04.03.2012 ore 12 in punto apriremo le finestre delle nostre case e alzeremo il volume dello stereo facendo risuonare per le vie le sue note.
Prima canzone: 04 Marzo 1943 e poi le canzoni che il cuore ci dirà.. Non sappiamo se sono state organizzate altre iniziative ma noi vogliamo farlo così, in questo modo semplice...
Se qualcuno vuole farlo insieme a noi... basta che Domenica alle 12 in punto apra la finestra e diffonda le Sue note insieme a noi...
anche solo per una mezzoretta..
grazie
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Domenica 4 marzo in Via D'Azeglio ci sarò.
EffeCi- mengonella
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Età : 61
Località : Bologna
Re: Ci hanno lasciato ...
Mi dispiace moltissimo
Ho apprezzato il messaggio di Marco... semplice e profondo
Ho apprezzato il messaggio di Marco... semplice e profondo
Mila- Messaggi : 665
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Re: Ci hanno lasciato ...
mafalda ha scritto:Mi piace ricordare le parole di stima reciproca fra Lucio e Marco ,
Marco è stato fortunato ad aver trovato un" fan" così speciale, si porterà sempre con sé l'amicizia e l' ammirazione di questo grande artista
questo video fa male proprio
Guenda- mengonella
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Età : 43
Re: Ci hanno lasciato ...
Guenda ha scritto:
questo video fa male proprio
davvero
trixi- mengonella
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trixi- mengonella
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Località : Abruzzo
Re: Ci hanno lasciato ...
questa mattina in autobus passando x la strada da cui passo tutti i giorni ho notato x la prima volta il manifesto del concerto che avrebbe fatto il 26 marzo
Sele- mengonella
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Età : 38
Re: Ci hanno lasciato ...
ricordare Lucio con la sua musica...a km di distanza,ma ci sarò,la sua musica uscirà anche dalle mie finestre verso il mare che lui amava tantoEffeCi ha scritto:Da una pagina Facebook cara ai bolognesi:
"Lucio ci ha lasciato...un pezzo di Bologna se n'è andata...
Oggi (01.03.2012) in Via D'Azeglio risuonavano le note di Lucio, un gesto semplice voluto da chi gli stava vicino.
Vogliamo, allo stesso modo, proporre a tutta Bologna (ma anche provincia e chiunque si senta di farlo, ovunque sia) di ricordare Lucio così, senza troppe parole o clamori, semplicemente con la sua musica. Domenica 04.03.2012 ore 12 in punto apriremo le finestre delle nostre case e alzeremo il volume dello stereo facendo risuonare per le vie le sue note.
Prima canzone: 04 Marzo 1943 e poi le canzoni che il cuore ci dirà.. Non sappiamo se sono state organizzate altre iniziative ma noi vogliamo farlo così, in questo modo semplice...
Se qualcuno vuole farlo insieme a noi... basta che Domenica alle 12 in punto apra la finestra e diffonda le Sue note insieme a noi...
anche solo per una mezzoretta..
grazie
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Domenica 4 marzo in Via D'Azeglio ci sarò.
Sono andata sul sito ufficiale di Dalla,volevo vedere come avevano scelto di ricordarlo,ma il sito è rimasto uguale,come se Lucio non se ne fosse andato
http://www.luciodalla.it/
camila- mengonella
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Località : in giro per l'Italia
Re: Ci hanno lasciato ...
Ciao
E' stato il primo personaggio famoso che io abbia mai incontrato di persona quando avrò avuto 10 anni. L'ho poi rincontrato per caso un paio di anni fa mentre passeggiava in piazza maggiore a bologna.
Ieri sera ho rivisto la sua intervista alle invasioni barbariche nel 2008 (stupenda... la Daria mi sembrava meno ansiogena di oggi ) e quando parla di sua madre e della sua infanzia si capisce tanto del grande artista che è diventato.
Per me Anna e Marco e Futura rimangono capolavori indelebili nella mia memoria. Caruso è sì stupenda... ma ormai è come se non la sentissi più sua... è come diventata di tutti.
Marco è stato molto fortunato a collaborare con lui ...
E' stato il primo personaggio famoso che io abbia mai incontrato di persona quando avrò avuto 10 anni. L'ho poi rincontrato per caso un paio di anni fa mentre passeggiava in piazza maggiore a bologna.
Ieri sera ho rivisto la sua intervista alle invasioni barbariche nel 2008 (stupenda... la Daria mi sembrava meno ansiogena di oggi ) e quando parla di sua madre e della sua infanzia si capisce tanto del grande artista che è diventato.
Per me Anna e Marco e Futura rimangono capolavori indelebili nella mia memoria. Caruso è sì stupenda... ma ormai è come se non la sentissi più sua... è come diventata di tutti.
Marco è stato molto fortunato a collaborare con lui ...
Ospite- Ospite
Re: Ci hanno lasciato ...
A La vita in diretta, hanno parlato dell'attenzione di Lucio verso i giovani e qualcuno di cui non ricordo in questo momento il nome ha detto che Dalla aveva "provocatoriamente" detto che Marco Mengoni canta meglio di Prince. Io penso che ne fosse convinto e non volesse affatto provocare.
martha70- mengonella
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Re: Ci hanno lasciato ...
Anche per me la sua “Canzone” è indimenticabile.
L’ho visto la prima volta in platea alla prima di Tosca Amore disperato e la seconda sul palco, ad una tappa del Work in progress: si divertiva e giocava con la spensieratezza di un fanciullo, un piccolo movimento di mani et voilà… si prendeva tutta la scena!
Non lo sapevo, ma l’ho amato
L’ho visto la prima volta in platea alla prima di Tosca Amore disperato e la seconda sul palco, ad una tappa del Work in progress: si divertiva e giocava con la spensieratezza di un fanciullo, un piccolo movimento di mani et voilà… si prendeva tutta la scena!
Non lo sapevo, ma l’ho amato
Ultima modifica di cricri il Sab 03 Mar 2012, 08:53 - modificato 1 volta.
Ospite- Ospite
Re: Ci hanno lasciato ...
nel suo blog pubblico Piero C. ha postato un saluto a Dalla. alla fine racconta che era "in un giorno qualunque" la canzone che cantava Marco quando aveva colpito Lucio e poi l aveva chiamato x Meri Luis.
vallettadelre- mengonella
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Re: Ci hanno lasciato ...
martha70 ha scritto:A La vita in diretta, hanno parlato dell'attenzione di Lucio verso i giovani e qualcuno di cui non ricordo in questo momento il nome ha detto che Dalla aveva "provocatoriamente" detto che Marco Mengoni canta meglio di Prince. Io penso che ne fosse convinto e non volesse affatto provocare.
Abbiamo i fuori onda da Linus. Lì c'è Dalla senza filtri e obblighi che parla di Marco e interrompe pure il chiacchiericcio con Linus per farglielo sentire. E nomina Prince anche lì.
Era Dario Salvadori il tizio, che squallidamente ha usato Dalla e la sua morte per sparare melma su una cosa in cui Dalla credeva molto: i giovani.
A prescindere dal nome di Marco...è stato proprio l'esempio lampante di come gli "opinionisti" in tv, che si riciclano in ogni occasione buona dal naufragio della Concordia, passando per Sanremo fino alla morte di Lucio, parlino "tanto per". E in questo caso non onorando nemmeno la memoria di chi sarebbero chiamati a commemorare. Visto che Dalla si pronunciava così: "I pregiudizi sui ragazzi usciti dai talent?! Io penso non sia importante da dove un ragazzo arrivi, che è quello su cui si basano i qualunquisti. Non sono tutti figli d’arte, oggi gli artisti hanno bisogno dei talent per partire. L’importante, ripeto, non è da dove arrivi, ma dove stai andando"
Ecco: la figura dell'opinionista in tv è l'emblema del qualunquismo. Quello che Dalla odiava.
Non certo i talent show (perchè la frase di Salvadori era ovviamente, usando l'esempio di Marco, rivolta a "uno uscito dal gruppo di X Factor"...cosa che a lui, snob come pochi, fa schifo)...visto che anche Carone esce da Amici, ma per lui si è esposto andando anche a Sanremo a dirigerlo. E aveva offerto anche a Giusy Ferreri la possibilità di aprire qualche sua data.
Mi devo ricordare la prossima volta che accadono queste cose di spegnere la tv. Che tra quelli che vengono chiamati a dare un ricordo dall'artista scomparso e non perdono l'occasione per parlare di loro stessi, in un auto-elogio continuo, e questi opinionisti del niente, mi sto avvelenando da ieri sera. Me lo dico ogni volta ma ci casco sempre.
Ospite- Ospite
Re: Ci hanno lasciato ...
Quoto ogni singola parola magdebby. Fra l'altro poco prima la Zanicchi aveva fatto notare che alcuni avevano criticato Dalla direttore d'orchestra a Sanremo e fra questi c'era proprio Salvatori che infatti non ha negato la cosa. Ma sono d'accordo con te, bisognerebbe spegnere in questi casi anche per la melassa ipocrita e retorica che riversano sugli spettatori che magari si aspettano solo un ricordo affettuoso.
martha70- mengonella
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Re: Ci hanno lasciato ...
Parole sante magdebby
Io non l'ho vista la trasmissione ma appena ho letto il commento di martha ero sicuro che si trattasse di Salvadori
è talmente pieno di pregiudizi quell'uomo e assolutamente privo di apertura mentale che non riesce a vedere aldilà della punta del suo naso, su qualunque argomento . E' incredibile che debba passare i suoi pomeriggi a sparare cacchiate a pagamento
Io non l'ho vista la trasmissione ma appena ho letto il commento di martha ero sicuro che si trattasse di Salvadori
è talmente pieno di pregiudizi quell'uomo e assolutamente privo di apertura mentale che non riesce a vedere aldilà della punta del suo naso, su qualunque argomento . E' incredibile che debba passare i suoi pomeriggi a sparare cacchiate a pagamento
Kaiser- Messaggi : 11889
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Re: Ci hanno lasciato ...
Magdebby
per fortuna io ignoro proprio certa tv pomeridiana, dove imperversano omuncoli e donnicciole il cui unico scopo è quello della visibilità, visto che di arte ne hanno ben poca da offrire
per fortuna io ignoro proprio certa tv pomeridiana, dove imperversano omuncoli e donnicciole il cui unico scopo è quello della visibilità, visto che di arte ne hanno ben poca da offrire
duful- mengonella
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Re: Ci hanno lasciato ...
Non ho parole. Sono tanto triste...
poplar- Messaggi : 4645
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Re: Ci hanno lasciato ...
duful ha scritto: Magdebby
per fortuna io ignoro proprio certa tv pomeridiana, dove imperversano omuncoli e donnicciole il cui unico scopo è quello della visibilità, visto che di arte ne hanno ben poca da offrire
e tra l'altro Salvatori è proprio una delle cose che non perdono ad Arbore. Quando ero giovincella e seguivo con piacere la sua trasmissione, per allora, veramente innovativa Quelli della Notte l'unico che non sopportavo era proprio lui e non gli ho mai perdonato di averlo lanciato..... senza Arbore non sarebbe mai stato nessuno ,adesso si permette di scrivere libri sulla storia del rock e di fare il critico musicale dei miei stivali ..... roba che quando usci era poco più che un comico
ziggy- mengonella
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Re: Ci hanno lasciato ...
Non badate a quel che dice quell'illuso frustrato di Salvatori! E' un saccente e spara ca...te a raffica!! E' solo un nientologo
Iaia- mengonella
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Ritratto di DALLA - Michele Serra su Repubblica - 2/3/12
“L´artista imprendibile” (MICHELE SERRA).
Ieri in Italia, verso le undici del mattino, improvvisamente Lucio Dalla ha cominciato a cantare ovunque: nelle case, negli uffici, nelle automobili, per strada. Non è una metafora. È accaduto davvero.
La sua voce che sa essere insieme roca e limpida, negra e pucciniana, invadeva le città. Minuto dopo minuto, mentre la notizia della sua morte si irradiava per capillarità in tutto il paese, dai computer, dai palmari, dagli iPod, dai milioni di minime scatole che custodiscono in pochi centimetri tutta la musica del mondo, le canzoni di Dalla hanno cominciato a sgorgare come acqua, come lacrime. Senti che bella questa, questa non me la ricordavo, guarda che la migliore è questa, ora ti faccio sentire io la più bella di tutte. Caro amico ti scrivo, la sera dei miracoli, com´è profondo il mare, Anna bellosguardo e Marco cuore in allarme, Nuvolari che è basso di statura, quattro marzo, piazza grande, la casa in riva al mare, titoli e strofe, parole e ritornelli, pezzi di vita che scompaiono e tornano, scompaiono e tornano, scompaiono e tornano fino a che la vita non va in pezzi.
Il lutto per un grande artista popolare è anche questo risentirsi comunità, ritrovare memoria, confrontarla con la memoria degli altri, e sorprendersi di quante cose, in questo disperso e faticoso evo, ancora ci legano e ci fanno commuovere (muovere insieme). Nessuno e niente, come un cantante e le sue canzoni, è arte popolare ed è memoria. Uno come Dalla, poi, ha avuto il rarissimo talento di riuscire a essere “alto” e “basso”, colto e popolare, sperimentale e classico, difficile e facile come nessun altro. Così da toccare il pubblico tutto intero, dalla testa ai piedi. Critica e grande pubblico. Intellettuali e popolo. Gusti raffinati e bocche buone.
Proprio per questo, tra i nostri grandi cantautori, Dalla è il più imprendibile, il meno classificabile. Artisticamente. Politicamente. Umanamente. Era curioso di tutto e non si è negato niente. Dal lavoro con un poeta di vaglia come Roversi ai sabato sera televisivi, dal jazz da clubbino notturno al festival di Sanremo, dalle scritture musicali complicate al ballabile ruffiano, dallo scherzo alla cantata lirica, dallo sketch televisivo al concertone memorabile, dalle accoppiate vincenti con Morandi e De Gregori alla tutela artistica di tanti giovani talenti sconosciuti, Lucio ha voluto e saputo calpestare palcoscenici davvero di ogni calibro. L´assenza totale di snobismo (era troppo sicuro di sé per temere la banalità) gli consentiva una libertà di scelta davvero unica, un naturale anticonformismo. Poteva scrivere una canzone pensando a come l´avrebbe ascoltata Claudio Abbado e un´altra pensando a come l´avrebbe ascoltata un operaio su un´impalcatura.
Anche in privato, sapeva passare dal sublime al goliardico con una destrezza sconcertante: l´aggettivo che gli si adatta di meno, nell´arte come nella vita, è “noioso”. Non lo è stato mai.
Parte integrante di questa duttilità fantastica, di questo inesauribile sperimentare ma sempre al riparo da ogni sperimentalismo, era il suo tratto umano. Lucio era forte della sua curiosità per gli altri, la vita degli altri, l´arte degli altri. Sentiva molta musica, andava a teatro, leggeva, parlava poco del proprio lavoro, molto di quello altrui. Questa estroversione, nel mondo dello spettacolo che è parecchio narciso, è materia molto rara. Non si contano i cantanti, gli artisti di teatro e di cinema, gli scrittori che hanno ricevuto una telefonata di Lucio che aveva urgenza di comunicare interesse, gratitudine o entusiasmo per il loro lavoro.
Appassionato di mille cose – dall´arte contemporanea agli studi michelangioleschi – è morto senza che la sua vita di uomo e artista avesse dato segno alcuno di flessione o di resa. Era vivo, febbrile, entusiasta, più forte delle sue malinconie e dei suoi complessi, vincitore (di gran lunga) anche di se stesso, della sua infanzia difficile, di una lunghissima gavetta (il successo vero arrivò quasi a quarant´anni), di un´identità sessuale complicata, di una malattia invalidante, di un aspetto fisico non aitante spesso da lui rivoltato in scherzo e in gioco (i parrucchini assurdi, la trasandatezza ostentata).
Giorgio Bocca, cogliendone l´energia creatrice, lo descrisse “simile al dio Efesto, peloso, fuligginoso, gradevolmente deforme, che si muove rapido, come il grande fabbro, fra le macchine da lui create, gli scatoloni magici da cui escono le voci”. Che Lucio non ci sia più è sorprendente, ingiusto come ogni morte, ma più ingiusto ancora se si considera che il piccolo uomo irsuto, intelligente, fantasioso, generoso, amichevole, ci era così prossimo da non riuscire proprio a immaginarlo così lontano. Le sue canzoni sono rimaste qui, per nostra fortuna e privilegio, e nessuno riuscirà a strapparcele mai di mano. Le mie preferite sono “La sera dei miracoli” e “Com´è profondo il mare”. Ma certo ne dimentico qualcuna di formidabile, che ora sta veleggiando da qualche parte, tra i muri di Roma o di Bologna o di Palermo o di Trento o di altrove.
Da La Repubblica del 02/03/2012.
Ieri in Italia, verso le undici del mattino, improvvisamente Lucio Dalla ha cominciato a cantare ovunque: nelle case, negli uffici, nelle automobili, per strada. Non è una metafora. È accaduto davvero.
La sua voce che sa essere insieme roca e limpida, negra e pucciniana, invadeva le città. Minuto dopo minuto, mentre la notizia della sua morte si irradiava per capillarità in tutto il paese, dai computer, dai palmari, dagli iPod, dai milioni di minime scatole che custodiscono in pochi centimetri tutta la musica del mondo, le canzoni di Dalla hanno cominciato a sgorgare come acqua, come lacrime. Senti che bella questa, questa non me la ricordavo, guarda che la migliore è questa, ora ti faccio sentire io la più bella di tutte. Caro amico ti scrivo, la sera dei miracoli, com´è profondo il mare, Anna bellosguardo e Marco cuore in allarme, Nuvolari che è basso di statura, quattro marzo, piazza grande, la casa in riva al mare, titoli e strofe, parole e ritornelli, pezzi di vita che scompaiono e tornano, scompaiono e tornano, scompaiono e tornano fino a che la vita non va in pezzi.
Il lutto per un grande artista popolare è anche questo risentirsi comunità, ritrovare memoria, confrontarla con la memoria degli altri, e sorprendersi di quante cose, in questo disperso e faticoso evo, ancora ci legano e ci fanno commuovere (muovere insieme). Nessuno e niente, come un cantante e le sue canzoni, è arte popolare ed è memoria. Uno come Dalla, poi, ha avuto il rarissimo talento di riuscire a essere “alto” e “basso”, colto e popolare, sperimentale e classico, difficile e facile come nessun altro. Così da toccare il pubblico tutto intero, dalla testa ai piedi. Critica e grande pubblico. Intellettuali e popolo. Gusti raffinati e bocche buone.
Proprio per questo, tra i nostri grandi cantautori, Dalla è il più imprendibile, il meno classificabile. Artisticamente. Politicamente. Umanamente. Era curioso di tutto e non si è negato niente. Dal lavoro con un poeta di vaglia come Roversi ai sabato sera televisivi, dal jazz da clubbino notturno al festival di Sanremo, dalle scritture musicali complicate al ballabile ruffiano, dallo scherzo alla cantata lirica, dallo sketch televisivo al concertone memorabile, dalle accoppiate vincenti con Morandi e De Gregori alla tutela artistica di tanti giovani talenti sconosciuti, Lucio ha voluto e saputo calpestare palcoscenici davvero di ogni calibro. L´assenza totale di snobismo (era troppo sicuro di sé per temere la banalità) gli consentiva una libertà di scelta davvero unica, un naturale anticonformismo. Poteva scrivere una canzone pensando a come l´avrebbe ascoltata Claudio Abbado e un´altra pensando a come l´avrebbe ascoltata un operaio su un´impalcatura.
Anche in privato, sapeva passare dal sublime al goliardico con una destrezza sconcertante: l´aggettivo che gli si adatta di meno, nell´arte come nella vita, è “noioso”. Non lo è stato mai.
Parte integrante di questa duttilità fantastica, di questo inesauribile sperimentare ma sempre al riparo da ogni sperimentalismo, era il suo tratto umano. Lucio era forte della sua curiosità per gli altri, la vita degli altri, l´arte degli altri. Sentiva molta musica, andava a teatro, leggeva, parlava poco del proprio lavoro, molto di quello altrui. Questa estroversione, nel mondo dello spettacolo che è parecchio narciso, è materia molto rara. Non si contano i cantanti, gli artisti di teatro e di cinema, gli scrittori che hanno ricevuto una telefonata di Lucio che aveva urgenza di comunicare interesse, gratitudine o entusiasmo per il loro lavoro.
Appassionato di mille cose – dall´arte contemporanea agli studi michelangioleschi – è morto senza che la sua vita di uomo e artista avesse dato segno alcuno di flessione o di resa. Era vivo, febbrile, entusiasta, più forte delle sue malinconie e dei suoi complessi, vincitore (di gran lunga) anche di se stesso, della sua infanzia difficile, di una lunghissima gavetta (il successo vero arrivò quasi a quarant´anni), di un´identità sessuale complicata, di una malattia invalidante, di un aspetto fisico non aitante spesso da lui rivoltato in scherzo e in gioco (i parrucchini assurdi, la trasandatezza ostentata).
Giorgio Bocca, cogliendone l´energia creatrice, lo descrisse “simile al dio Efesto, peloso, fuligginoso, gradevolmente deforme, che si muove rapido, come il grande fabbro, fra le macchine da lui create, gli scatoloni magici da cui escono le voci”. Che Lucio non ci sia più è sorprendente, ingiusto come ogni morte, ma più ingiusto ancora se si considera che il piccolo uomo irsuto, intelligente, fantasioso, generoso, amichevole, ci era così prossimo da non riuscire proprio a immaginarlo così lontano. Le sue canzoni sono rimaste qui, per nostra fortuna e privilegio, e nessuno riuscirà a strapparcele mai di mano. Le mie preferite sono “La sera dei miracoli” e “Com´è profondo il mare”. Ma certo ne dimentico qualcuna di formidabile, che ora sta veleggiando da qualche parte, tra i muri di Roma o di Bologna o di Palermo o di Trento o di altrove.
Da La Repubblica del 02/03/2012.
Kaiser- Messaggi : 11889
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Re: Ci hanno lasciato ...
Kaiser, l'articolo mi ha placato
Ho assistito all'intervento penoso di Salvatori e mi è salito il sangue alla testa. Quoto ogni singola parola di Magdebby e aggiungo che sono sconcertata dal modo in cui la televisione fa suo ogni moto di commozione autentica delle persone comuni fagocitandolo e restituendocelo come inutile chiacchiericcio quando non come bieco sciacallaggio
Ho assistito all'intervento penoso di Salvatori e mi è salito il sangue alla testa. Quoto ogni singola parola di Magdebby e aggiungo che sono sconcertata dal modo in cui la televisione fa suo ogni moto di commozione autentica delle persone comuni fagocitandolo e restituendocelo come inutile chiacchiericcio quando non come bieco sciacallaggio
eripola- mengonella
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