1000Voci di poesia
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Re: 1000Voci di poesia
Consolazione
Non pianger più. Torna il diletto figlio
a la tua casa. È stanco di mentire.
Vieni; usciamo. Tempo è di rifiorire.
Troppo sei bianca: il volto è quasi un giglio.
Vieni; usciamo. Il giardino abbandonato
serba ancóra per noi qualche sentiero.
Ti dirò come sia dolce il mistero
che vela certe cose del passato.
Ancóra qualche rose è ne' rosai,
ancóra qualche timida erba odora.
Ne l'abbandono il caro luogo ancóra
sorriderà, se tu sorriderai.
Ti dirò come sia dolce il sorriso
di certe cose che l'oblìo afflisse.
Che proveresti tu se fiorisse
la terra sotto i piedi, all'improvviso?
Tanto accadrà, ben che non sia d'aprile.
Usciamo. Non coprirti il capo. È un lento
sol di settembre; e ancor non vedo argento
su 'l tuo capo, e la riga è ancor sottile.
Perché ti neghi con lo sguardo stanco?
La madre fa quel che il buon figlio vuole.
Bisogna che tu prenda un po' di sole,
un po' di sole su quel viso bianco.
Bisogna che tu sia forte; bisogna
che tu non pensi a le cattive cose...
Se noi andiamo verso quelle rose,
io parlo piano, l'anima tua sogna.
Sogna, sogna, mia cara anima! Tutto,
tutto sarà come al tempo lontano.
Io metterò ne la tua pura mano
tutto il mio cuore. Nulla è ancor distrutto.
Sogna, sogna! Io vivrò de la tua vita.
In una vita semplice e profonda
io rivivrò. La lieve ostia che monda
io la riceverò da le tue dita.
Sogna, ché il tempo di sognare è giunto.
Io parlo. Di': l'anima tua m'intende?
Vedi? Ne l'aria fluttua e s'accende
quasi il fantasma d'un april defunto.
Settembre (di': l'anima tua m'ascolta?)
ha ne l'odore suo, nel suo pallore,
non so, quasi l'odore ed il pallore
di qualche primavera dissepolta.
Sogniamo, poi ch'è tempo di sognare.
Sorridiamo. È la nostra primavera,
questa. A casa, più tardi, verso sera,
vo' riaprire il cembalo e sonare.
Quanto ha dormito, il cembalo! Mancava,
allora, qualche corda; qualche corda
ancora manca. E l'ebano ricorda
le lunghe dita ceree de l'ava.
Mentre che fra le tende scolorate
vagherà qualche odore delicato,
(m'odi tu?) qualche cosa come un fiato
debole di viole un po' passate,
sonerò qualche vecchia aria di danza,
assai vecchia, assai nobile, anche un poco
triste; e il suono sarà velato, fioco,
quasi venise da quell'altra stanza.
Poi per te sola io vo' comporre un canto
che ti raccolga come in una cuna,
sopra un antico metro, ma con una
grazia che sia vaga e negletta alquanto.
Tutto sarà come al tempo lontano.
L'anima sarà semplice com'era;
e a te verrà, quando vorrai, leggera
come vien l'acqua al cavo de la mano.
Gabriele d'Annunzio
Non pianger più. Torna il diletto figlio
a la tua casa. È stanco di mentire.
Vieni; usciamo. Tempo è di rifiorire.
Troppo sei bianca: il volto è quasi un giglio.
Vieni; usciamo. Il giardino abbandonato
serba ancóra per noi qualche sentiero.
Ti dirò come sia dolce il mistero
che vela certe cose del passato.
Ancóra qualche rose è ne' rosai,
ancóra qualche timida erba odora.
Ne l'abbandono il caro luogo ancóra
sorriderà, se tu sorriderai.
Ti dirò come sia dolce il sorriso
di certe cose che l'oblìo afflisse.
Che proveresti tu se fiorisse
la terra sotto i piedi, all'improvviso?
Tanto accadrà, ben che non sia d'aprile.
Usciamo. Non coprirti il capo. È un lento
sol di settembre; e ancor non vedo argento
su 'l tuo capo, e la riga è ancor sottile.
Perché ti neghi con lo sguardo stanco?
La madre fa quel che il buon figlio vuole.
Bisogna che tu prenda un po' di sole,
un po' di sole su quel viso bianco.
Bisogna che tu sia forte; bisogna
che tu non pensi a le cattive cose...
Se noi andiamo verso quelle rose,
io parlo piano, l'anima tua sogna.
Sogna, sogna, mia cara anima! Tutto,
tutto sarà come al tempo lontano.
Io metterò ne la tua pura mano
tutto il mio cuore. Nulla è ancor distrutto.
Sogna, sogna! Io vivrò de la tua vita.
In una vita semplice e profonda
io rivivrò. La lieve ostia che monda
io la riceverò da le tue dita.
Sogna, ché il tempo di sognare è giunto.
Io parlo. Di': l'anima tua m'intende?
Vedi? Ne l'aria fluttua e s'accende
quasi il fantasma d'un april defunto.
Settembre (di': l'anima tua m'ascolta?)
ha ne l'odore suo, nel suo pallore,
non so, quasi l'odore ed il pallore
di qualche primavera dissepolta.
Sogniamo, poi ch'è tempo di sognare.
Sorridiamo. È la nostra primavera,
questa. A casa, più tardi, verso sera,
vo' riaprire il cembalo e sonare.
Quanto ha dormito, il cembalo! Mancava,
allora, qualche corda; qualche corda
ancora manca. E l'ebano ricorda
le lunghe dita ceree de l'ava.
Mentre che fra le tende scolorate
vagherà qualche odore delicato,
(m'odi tu?) qualche cosa come un fiato
debole di viole un po' passate,
sonerò qualche vecchia aria di danza,
assai vecchia, assai nobile, anche un poco
triste; e il suono sarà velato, fioco,
quasi venise da quell'altra stanza.
Poi per te sola io vo' comporre un canto
che ti raccolga come in una cuna,
sopra un antico metro, ma con una
grazia che sia vaga e negletta alquanto.
Tutto sarà come al tempo lontano.
L'anima sarà semplice com'era;
e a te verrà, quando vorrai, leggera
come vien l'acqua al cavo de la mano.
Gabriele d'Annunzio
Ospite- Ospite
Re: 1000Voci di poesia
Non è il tuo amore che voglio
voglio soltanto saperti vicina
e che muta e silenziosa
di tanto in tanto, mi tenda la tua mano.
GARCIA LORCA
voglio soltanto saperti vicina
e che muta e silenziosa
di tanto in tanto, mi tenda la tua mano.
GARCIA LORCA
Ospite- Ospite
Re: 1000Voci di poesia
Oggi vi propongo un classico della poesia di tutti i tempi..... buona giornata a tutti..
L'albatro
Spesso, per divertirsi, gli uomini d'equipaggio
Catturano degli albatri, grandi uccelli dei mari,
Che seguono, indolenti compagni di vïaggio,
Il vascello che va sopra gli abissi amari.
E li hanno appena posti sul ponte della nave
Che, inetti e vergognosi, questi re dell'azzurro
Pietosamente calano le grandi ali bianche,
Come dei remi inerti, accanto ai loro fianchi.
Com'è goffo e maldestro, l'alato viaggiatore!
Lui, prima così bello, com'è comico e brutto!
Qualcuno, con la pipa, gli solletica il becco,
L'altro, arrancando, mima l'infermo che volava!
Il Poeta assomiglia al principe dei nembi
Che abita la tempesta e ride dell'arciere;
Ma esule sulla terra, al centro degli scherni,
Per le ali di gigante non riesce a camminare.
Charles Baudelaire
Souvent, pour s'amuser, les hommes d'équipage
Prennent des albatros, vastes oiseauz des mers,
Qui suivent, indolents compagnons de voyage,
Le navire glissant sur les gouffres amers.
À peine les ont-il déposeés sur le planches,
Que ces rois de l'azur, maladroits et honteux,
Laissent piteusement leurs grandes ailes blanches
Comme des avirons traîner à côté d'eux.
Ce voyageur ailé, comme il est gauche et veule!
Lui, naguère si beau, qu'il est comique et laid!
L'un agace son bec avec un brûle-guele,
L'autre mime, en boitant, l'infirme qui volait!
Le Poète est semblable au prince des nuées
Qui hante la tempête e se rit de l'archer;
Exilé sul le sol au milieu des huées,
Ses ailes de géant l'empêchent de marcher.
L'albatro
Spesso, per divertirsi, gli uomini d'equipaggio
Catturano degli albatri, grandi uccelli dei mari,
Che seguono, indolenti compagni di vïaggio,
Il vascello che va sopra gli abissi amari.
E li hanno appena posti sul ponte della nave
Che, inetti e vergognosi, questi re dell'azzurro
Pietosamente calano le grandi ali bianche,
Come dei remi inerti, accanto ai loro fianchi.
Com'è goffo e maldestro, l'alato viaggiatore!
Lui, prima così bello, com'è comico e brutto!
Qualcuno, con la pipa, gli solletica il becco,
L'altro, arrancando, mima l'infermo che volava!
Il Poeta assomiglia al principe dei nembi
Che abita la tempesta e ride dell'arciere;
Ma esule sulla terra, al centro degli scherni,
Per le ali di gigante non riesce a camminare.
Charles Baudelaire
Souvent, pour s'amuser, les hommes d'équipage
Prennent des albatros, vastes oiseauz des mers,
Qui suivent, indolents compagnons de voyage,
Le navire glissant sur les gouffres amers.
À peine les ont-il déposeés sur le planches,
Que ces rois de l'azur, maladroits et honteux,
Laissent piteusement leurs grandes ailes blanches
Comme des avirons traîner à côté d'eux.
Ce voyageur ailé, comme il est gauche et veule!
Lui, naguère si beau, qu'il est comique et laid!
L'un agace son bec avec un brûle-guele,
L'autre mime, en boitant, l'infirme qui volait!
Le Poète est semblable au prince des nuées
Qui hante la tempête e se rit de l'archer;
Exilé sul le sol au milieu des huées,
Ses ailes de géant l'empêchent de marcher.
Ospite- Ospite
Re: 1000Voci di poesia
A volte basta veramente poco......ma veramente poco.....
Un sorriso.
Un sorriso non costa niente e produce molto arricchisce chi lo riceve,
senza impoverire chi lo da.
Dura un solo istante,
ma talvolta il suo ricordo è eterno.
Nessuno è così ricco da poter farne a meno,
nessuno è abbastanza povero da non meritarlo.
Crea la felicità in casa,
è il segno tangibile dell'amicizia,
un sorriso da riposo a chi è stanco,
rende coraggio ai più scoraggiati,
non può essere comprato, ne prestato, ne rubato,
perché è qualcosa di valore solo nel momento in cui viene dato.
E se qualche volta incontrate qualcuno
che non sa più sorridere,
siate generoso,dategli il vostro,
perché nessuno ha mai bisogno di un sorriso
quanto colui che non può regalarne ad altri.
Gino Mazzella
Un sorriso.
Un sorriso non costa niente e produce molto arricchisce chi lo riceve,
senza impoverire chi lo da.
Dura un solo istante,
ma talvolta il suo ricordo è eterno.
Nessuno è così ricco da poter farne a meno,
nessuno è abbastanza povero da non meritarlo.
Crea la felicità in casa,
è il segno tangibile dell'amicizia,
un sorriso da riposo a chi è stanco,
rende coraggio ai più scoraggiati,
non può essere comprato, ne prestato, ne rubato,
perché è qualcosa di valore solo nel momento in cui viene dato.
E se qualche volta incontrate qualcuno
che non sa più sorridere,
siate generoso,dategli il vostro,
perché nessuno ha mai bisogno di un sorriso
quanto colui che non può regalarne ad altri.
Gino Mazzella
Ospite- Ospite
Re: 1000Voci di poesia
La meditazione.
La nostra paura più profonda
non è di essere inadeguati.
La nostra paura più profonda,
è di essere potenti oltre ogni limite.
E' la nostra luce, non la nostra ombra,
a spaventarci di più.
Ci domandiamo: " Chi sono io per essere brillante,
pieno di talento, favoloso? "
In realtà chi sei tu per NON esserlo?
Siamo figli di Dio.
Il nostro giocare in piccolo,
non serve al mondo.
Non c'è nulla di illuminato
nello sminuire se stessi cosicchè gli altri
non si sentano insicuri intorno a noi.
Siamo tutti nati per risplendere,
come fanno i bambini.
Siamo nati per rendere manifesta
la gloria di Dio che è dentro di noi.
Non solo in alcuni di noi:
è in ognuno di noi.
E quando permettiamo alla nostra luce
di risplendere, inconsapevolmente diamo
agli altri la possibilità di fare lo stesso.
E quando ci liberiamo dalle nostre paure,
la nostra presenza
automaticamente libera gli altri.
Nelson Mandela
La nostra paura più profonda
non è di essere inadeguati.
La nostra paura più profonda,
è di essere potenti oltre ogni limite.
E' la nostra luce, non la nostra ombra,
a spaventarci di più.
Ci domandiamo: " Chi sono io per essere brillante,
pieno di talento, favoloso? "
In realtà chi sei tu per NON esserlo?
Siamo figli di Dio.
Il nostro giocare in piccolo,
non serve al mondo.
Non c'è nulla di illuminato
nello sminuire se stessi cosicchè gli altri
non si sentano insicuri intorno a noi.
Siamo tutti nati per risplendere,
come fanno i bambini.
Siamo nati per rendere manifesta
la gloria di Dio che è dentro di noi.
Non solo in alcuni di noi:
è in ognuno di noi.
E quando permettiamo alla nostra luce
di risplendere, inconsapevolmente diamo
agli altri la possibilità di fare lo stesso.
E quando ci liberiamo dalle nostre paure,
la nostra presenza
automaticamente libera gli altri.
Nelson Mandela
Ospite- Ospite
Re: 1000Voci di poesia
andiamo verso la sera e queste luci non sono già più quelle di qualche manciata di giorni fa: tra la veglia e il sonno le vite sono sospese, e noi come funamboli, lassù, guardiamo ora il cielo ora la terra...
per un caso mentre tu dormi
per un involontario movimento delle dita
ti faccio solletico e tu ridi
ridi senza svegliarti
così soddisfatta del tuo corpo ridi
approvi la vita anche nel sonno
come quel giorno che mi hai detto:
lasciami dormire, devo finire un sogno.
20-8-1981
Antonio Porta , da Invasioni Mondadori 1984
Ospite- Ospite
Re: 1000Voci di poesia
"come quel giorno che mi hai detto:
lasciami dormire, devo finire un sogno."
frase bellissima, mi sono venuti i brividi
grazie Miskin
lasciami dormire, devo finire un sogno."
frase bellissima, mi sono venuti i brividi
grazie Miskin
Aeris- mengonella
- Messaggi : 6125
Data d'iscrizione : 15.05.10
Re: 1000Voci di poesia
Sotto la pioggia camminava la primavera
Sotto la pioggia camminava la primavera
con i suoi piedi esili e lunghi sull'asfalto di Mosca
chiusa tra gli pneumatici i motori le stoffe le pelli
il mio cardiogramma era pessimo quel giorno
quel che si attende verrà in un'ora inattesa
verrà tutto da solo
senza condurre con sè
coloro che già partirono
suonavano il primo concerto di Ciajkowskj sotto la pioggia
salirai le scale senza di me
un garofano sta all'ultimo piano della casa al balcone
sotto la pioggia camminava la primavera
con i suoi piedi esili e lunghi sull'asfalto di Mosca
ti sei seduta di fronte a me non mi vedi
sorridi a una tristezza che fuma lontano
la primavera ti porta via da me ti conduce altrove
e un giorno non tornerai più ti perderai nella pioggia.
N.Hikmet
Sotto la pioggia camminava la primavera
con i suoi piedi esili e lunghi sull'asfalto di Mosca
chiusa tra gli pneumatici i motori le stoffe le pelli
il mio cardiogramma era pessimo quel giorno
quel che si attende verrà in un'ora inattesa
verrà tutto da solo
senza condurre con sè
coloro che già partirono
suonavano il primo concerto di Ciajkowskj sotto la pioggia
salirai le scale senza di me
un garofano sta all'ultimo piano della casa al balcone
sotto la pioggia camminava la primavera
con i suoi piedi esili e lunghi sull'asfalto di Mosca
ti sei seduta di fronte a me non mi vedi
sorridi a una tristezza che fuma lontano
la primavera ti porta via da me ti conduce altrove
e un giorno non tornerai più ti perderai nella pioggia.
N.Hikmet
Ospite- Ospite
Re: 1000Voci di poesia
Costantino Kavafis, Le finestre
In queste tenebrose camere, dove vivo
giorni grevi, di qua di là m'aggiro
per trovare finestre (sarà
scampo se una finestra s'apre). Ma
finestre non si trovano, o non so
trovarle. Meglio non trovarle, forse.
Forse sarà la luce altra tortura.
Chia sa che cose nuove mostrerà.
In queste tenebrose camere, dove vivo
giorni grevi, di qua di là m'aggiro
per trovare finestre (sarà
scampo se una finestra s'apre). Ma
finestre non si trovano, o non so
trovarle. Meglio non trovarle, forse.
Forse sarà la luce altra tortura.
Chia sa che cose nuove mostrerà.
Zoe- mengonella
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Data d'iscrizione : 13.05.10
Re: 1000Voci di poesia
Sono solo.
Posizione fetale in attesa.
T'invoco dolce sposa, candida incomprensione,
prova immacolata d'esistenza materiale;
muta compagna vieni
a smarrire l'ego mio più fragile
L'amniotico presente affoga
Tutto ciò che sono
mentre vivo d'echi e attesa
di un risveglio lusinghiero
Giungerà me stesso e la vita.
Al di là di ciò che sono
gli altri,
cannibali di me,
attendono carne e vagiti.
Ma non mi fermerò,
non più in questa vita.
Mai più mani tese,
pensieri al miele per chi tradisce:
soltanto il vuoto a chi mi lascia
Sorella incomprensione
Dolcemente culla i miei silenzi.
Muta compagna triste, dimmi:
anche se mi sforzo
chi se ne accorge?
Mentre dormo
sogno
di nascere.
Anonimo.
Posizione fetale in attesa.
T'invoco dolce sposa, candida incomprensione,
prova immacolata d'esistenza materiale;
muta compagna vieni
a smarrire l'ego mio più fragile
L'amniotico presente affoga
Tutto ciò che sono
mentre vivo d'echi e attesa
di un risveglio lusinghiero
Giungerà me stesso e la vita.
Al di là di ciò che sono
gli altri,
cannibali di me,
attendono carne e vagiti.
Ma non mi fermerò,
non più in questa vita.
Mai più mani tese,
pensieri al miele per chi tradisce:
soltanto il vuoto a chi mi lascia
Sorella incomprensione
Dolcemente culla i miei silenzi.
Muta compagna triste, dimmi:
anche se mi sforzo
chi se ne accorge?
Mentre dormo
sogno
di nascere.
Anonimo.
Ospite- Ospite
Re: 1000Voci di poesia
L'attesa è uno spazio aperto, riempito da battiti anche accelerati, come la fiamma che, vibrante, tiene sospeso lo sguardo di chi veglia nella notte..
La Tigre assenza
Ahi che la Tigre,
la Tigre Assenza,
o amati,
ha tutto divorato
di questo volto rivolto
a voi! La bocca sola
pura
prega ancora
voi: di pregare ancora
perchè la Tigre,
la Tigre Assenza,
o amati,
non divori la bocca
e la preghiera...
Cristina Campo luglio-settembre 1969
La Tigre assenza
Ahi che la Tigre,
la Tigre Assenza,
o amati,
ha tutto divorato
di questo volto rivolto
a voi! La bocca sola
pura
prega ancora
voi: di pregare ancora
perchè la Tigre,
la Tigre Assenza,
o amati,
non divori la bocca
e la preghiera...
Cristina Campo luglio-settembre 1969
Ospite- Ospite
Re: 1000Voci di poesia
Buon mattino, ancora uno radioso, che il tempo ci regala ..
Passa la nave mia colma d'oblio
per aspro mare , a mezza notte il verno,
infra Scilla e Caribdi; et al governo
siede 'l signore , anzi 'l nimico mio ..
Petrarca
( Solo una quartina stamane, ma che quartina !! A dirci, anche, che ogni esperienza ha la sua dose di violenza: sbattuti fra opposte forze, spesso siamo nemici di noi stessi..
Passa la nave mia colma d'oblio
per aspro mare , a mezza notte il verno,
infra Scilla e Caribdi; et al governo
siede 'l signore , anzi 'l nimico mio ..
Petrarca
( Solo una quartina stamane, ma che quartina !! A dirci, anche, che ogni esperienza ha la sua dose di violenza: sbattuti fra opposte forze, spesso siamo nemici di noi stessi..
Ospite- Ospite
Re: 1000Voci di poesia
Nazim Hikmet, Su un viaggio
Apriamo le porte
chiudiamo le porte
passiamo le porte
e alla mèta dell'unico viaggio
né città
né porto.
Il treno deraglia
la nave naufraga
l'aereo s'abbatte
un biglietto è stampato sul ghiaccio.
Se potessi
ricominciare o no questo viaggio
ricomincerei.
Apriamo le porte
chiudiamo le porte
passiamo le porte
e alla mèta dell'unico viaggio
né città
né porto.
Il treno deraglia
la nave naufraga
l'aereo s'abbatte
un biglietto è stampato sul ghiaccio.
Se potessi
ricominciare o no questo viaggio
ricomincerei.
Zoe- mengonella
- Messaggi : 9955
Data d'iscrizione : 13.05.10
Re: 1000Voci di poesia
Se il tempo ci detta le sue ragioni, noi abbiamo il sentire per sfuggire : improvvise aperture, squarci di sole , pozze di vita che
come specchi ridanno luce anche agli angoli più dimenticati...
e ognuno ha le sue, di luci....
E tremavano vane le onde, le parole
il tuo regno e per questa salsedine
sulla siepe acquatica
Io dico che questa voce,
la voce della poesia,
si ripete per questi chiari
spazi stellari
e riempie di sè
questo firmamento delle cose.
Gli estri, le cose esatte
le monotone cose poi, ma questo
puoi estendere alle nuvole,
quando, rarefatto il tempo, il vuoto
è un rudere di passaggio.
Estratti da " Parole del tempo "
Lorenzo Calogero, Reggio Calabria ( 1910-1961)
Ospite- Ospite
Re: 1000Voci di poesia
O Capitano! Mio Capitano!Il nostro duro viaggio è finito,
la nave ha scapolato ogni tempesta, il premio che cercavamo ottenuto
il porto è vicino, sento le campane, la gente esulta,
mentre gli occhi seguono la solida chiglia, il vascello severo e audace:
ma, o cuore, cuore, cuore !
Walt Whitman : " O Capitano ! Mio Capitano"
( 1° strofa: estratto )
O captain!My captain!Our fearful trip is done,
This ship has weather'd every rack, the prize we sought is won,
The port is near, the bells I hear, the people all exulting,
While follow eyes the steady keel , the vessel grim and daring;
But O heart! heart! heart!
Ospite- Ospite
Re: 1000Voci di poesia
Nazim Hikmet
Ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
è la mia nostalgia
cresciuta sul ramo inaccessibile
è la mia sete
tirata su dal pozzo dei miei sogni
è il disegno
tracciato su un raggio di sole
ciò che ho scritto di noi è tutta verità
è la tua grazia
cesta colma di frutti rovesciata sull'erba
è la tua assenza
quando divento l'ultima luce all'ultimo angolo della via
è la mia gelosia
quando corro di notte fra i treni con gli occhi bendati
è la mia felicità
fiume soleggiato che irrompe sulle dighe
ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
ciò che ho scritto di noi è tutta verità.
(Berlino, 1961)
Ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
è la mia nostalgia
cresciuta sul ramo inaccessibile
è la mia sete
tirata su dal pozzo dei miei sogni
è il disegno
tracciato su un raggio di sole
ciò che ho scritto di noi è tutta verità
è la tua grazia
cesta colma di frutti rovesciata sull'erba
è la tua assenza
quando divento l'ultima luce all'ultimo angolo della via
è la mia gelosia
quando corro di notte fra i treni con gli occhi bendati
è la mia felicità
fiume soleggiato che irrompe sulle dighe
ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
ciò che ho scritto di noi è tutta verità.
(Berlino, 1961)
Zoe- mengonella
- Messaggi : 9955
Data d'iscrizione : 13.05.10
Re: 1000Voci di poesia
quando il cuore batte e ritma la vita
il meccanismo celeste è dentro di noi : siamo come le stelle che pulsano,
e la musica che accellera i battiti è la forza segreta del cuore e del cielo
Il blues sei tu in me
Quando il cuore mi batte un ritmo
fuori tempo, allo stesso scintillante passo di Dio
e so trovare soltanto quei pensieri
che oscurano la bellezza del vivere con te
allora so di avere il blues che mi fa urlare
yeah- ho urlato
le nuvole han ringhiato
la pioggia è scesa
ed ha lavato
questo mio blues
il blues sei tu in me
Voglio dirlo più forte ora
voglio gridare i miei pensieri ora
perchè non avevo mai avuto il blues
prima di conoscere te
Sipho Sepamla , Soweto 1976
When my hearth pulsates a rhythm
off-beat with God's own scintillating pace
and I can trace only those thoughts
that mar the goodness of living with you
then I know I've got the blues for howling
yeah I've been howling
clouds have been muffling
and the rain has come
and washed away
these blues of mine
the blues is you in me
I want to say it louder now
I want to holler my thoughts now
for I nevere knew the blues until I met you
Ospite- Ospite
Re: 1000Voci di poesia
Grazie per essere sempre presente, ad appagare il mio cuore sempre in cerca di parole.
Ospite- Ospite
Re: 1000Voci di poesia
:stamattina l'alba è più tagliente..
immagino le persone che si infilano nei metrò sfidando la durezza metropolitana : e penso alla fatica che è anche vivere , se non si hanno dei ganci in mezzo al cielo
Tunnel
Questa paziente, che è l'alba,
estrema ansia della notte
come insinuasse un grido
un vento nel tunnel del
metrò, il guardiano ha appena
abbassato i cancelli, c'è già
un flusso in agguato penetra
anch'esso dietro il vento, sono
la stessa cosa
impronta d'un territorio
disperato e di orrore
Sebastiano Addamo, 1990 " le linee della mano
Ospite- Ospite
Re: 1000Voci di poesia
Siamo già un pò inoltrati nel pomeriggio e per palati che san gustare le parole e i suoni, ci devono essere ogni tanto anche pietanze più gustose ( si consiglia di sorbire lentamente, gustando ogni parola e suono..)
A essere cucchiara di tutte le pentole
ti sconfondi di brodo soffritto e caponata
meglio conservarsi per una sola portata
lasciando ad altri la frittata
mi inviti a pasta e sarde
a pastiera di pasqua
e a ricotta salata
poi apri la bocca e dici cacca
pretendendo d'insegnare a spese d'altri
quand'è il caso
mi calo la visiera
e do coltellate di bellezza
niente illusioni
non hai virtù di guarire
scrofole col tocco
non fare come l'Ochino di Cariddi
che in braghe di cerusico
dà aranciate e lupini
a un lumacone idropico
in tempo di carestia tutti si gettano su una scarda di formaggio
e i formiconi rodono anco la scorza del sorbo..
da " Fendenti fonici" di Jolanda Insana, Messina 1982
( C'è qualche siciliana checi può spiegare il verso sull'Ochino di Cariddi ? ..
Ne approfitto per ringraziare tutte quante le poetesse del topic: vabbè che è finito il tour e l'estate e siamo un pò immalinconite..ma mi mancano le altre voci poetiche...
A essere cucchiara di tutte le pentole
ti sconfondi di brodo soffritto e caponata
meglio conservarsi per una sola portata
lasciando ad altri la frittata
mi inviti a pasta e sarde
a pastiera di pasqua
e a ricotta salata
poi apri la bocca e dici cacca
pretendendo d'insegnare a spese d'altri
quand'è il caso
mi calo la visiera
e do coltellate di bellezza
niente illusioni
non hai virtù di guarire
scrofole col tocco
non fare come l'Ochino di Cariddi
che in braghe di cerusico
dà aranciate e lupini
a un lumacone idropico
in tempo di carestia tutti si gettano su una scarda di formaggio
e i formiconi rodono anco la scorza del sorbo..
da " Fendenti fonici" di Jolanda Insana, Messina 1982
( C'è qualche siciliana checi può spiegare il verso sull'Ochino di Cariddi ? ..
Ne approfitto per ringraziare tutte quante le poetesse del topic: vabbè che è finito il tour e l'estate e siamo un pò immalinconite..ma mi mancano le altre voci poetiche...
Ospite- Ospite
Re: 1000Voci di poesia
Eccomi Miskin.....
A volte è necessario cercare qualcosa, qualcuno, che ci riporti precisamente sulla Terra. Ne abbiamo bisogno e ne godiamo intensamente, perchè crederci ci fa credere di più in noi stessi.....
"Angel Surrounded by Paysans" (1949)
I am the angel of reality,
Seen for a moment standing in the door.
I am one of you and being one of you
Is being and knowing what I am and know.
Yet I am the necessary angel of earth,
Since, in my sight, you see the earth again,
Cleared of its stiff and stubborn, man-locked set
And, in my hearing, you hear its tragic drone
Rise liquidly in liquid lingerings,
Like watery words awash; like meanings said
By repetitions of half-meanings. Am I not,
Myself, only half a figure of a sort,
A figure half seen, or seen for a moment, a man
Of the mind, an apparition appareled in
Apparels of such lightest look that a turn
Of my shoulders and quickly, too quickly, I am gone?
Wallace Stevens
ANGELO CIRCONDATO DA PAYSANS
Io sono l’Angelo della realtà,
intravisto un istante sulla soglia.
Sono uno come voi, e ciò che sono e so
per me come per voi, è la stessa cosa.
Eppure, io sono l’Angelo necessario della terra,
poiché chi vede me vede di nuovo
la terra, libera dai ceppi della mente, dura,
caparbia, e chi ascolta me ne ascolta il canto
monotono levarsi in liquide lentezze e afferrare
in sillabe d’acqua; come un significato
che si cerchi per ripetizioni approssimando.
O forse io sono soltanto una figura a metà,
intravista un istante, un’invenzione della mente,
un’apparizione tanto lieve all’apparenza
che basta che io volga le spalle,
ed eccomi presto, troppo presto, scomparso.
A volte è necessario cercare qualcosa, qualcuno, che ci riporti precisamente sulla Terra. Ne abbiamo bisogno e ne godiamo intensamente, perchè crederci ci fa credere di più in noi stessi.....
"Angel Surrounded by Paysans" (1949)
I am the angel of reality,
Seen for a moment standing in the door.
I am one of you and being one of you
Is being and knowing what I am and know.
Yet I am the necessary angel of earth,
Since, in my sight, you see the earth again,
Cleared of its stiff and stubborn, man-locked set
And, in my hearing, you hear its tragic drone
Rise liquidly in liquid lingerings,
Like watery words awash; like meanings said
By repetitions of half-meanings. Am I not,
Myself, only half a figure of a sort,
A figure half seen, or seen for a moment, a man
Of the mind, an apparition appareled in
Apparels of such lightest look that a turn
Of my shoulders and quickly, too quickly, I am gone?
Wallace Stevens
ANGELO CIRCONDATO DA PAYSANS
Io sono l’Angelo della realtà,
intravisto un istante sulla soglia.
Sono uno come voi, e ciò che sono e so
per me come per voi, è la stessa cosa.
Eppure, io sono l’Angelo necessario della terra,
poiché chi vede me vede di nuovo
la terra, libera dai ceppi della mente, dura,
caparbia, e chi ascolta me ne ascolta il canto
monotono levarsi in liquide lentezze e afferrare
in sillabe d’acqua; come un significato
che si cerchi per ripetizioni approssimando.
O forse io sono soltanto una figura a metà,
intravista un istante, un’invenzione della mente,
un’apparizione tanto lieve all’apparenza
che basta che io volga le spalle,
ed eccomi presto, troppo presto, scomparso.
Ospite- Ospite
Re: 1000Voci di poesia
Grazie a te Miskin
La malinconia in questo periodo si fa sentire e ci sono troppe emozioni da assimilare… E si trascurano un po' le cose preziose che abbiamo…
Emily Dickinson
Tenevo un gioiello fra le dita –
e mi addormentai –
Il giorno era tiepido, i venti monotoni –
Mi dissi: “Durerà” –
Mi svegliai e sgridai le mie dita innocenti,
la gemma era sparita –
E adesso, un ricordo di ametista
è tutto ciò che mi resta.
(1861)
I held a Jewel in my fingers –
And went to sleep –
The day was warm, and winds were prosy –
I said: “'Twill keep” –
I woke – and chid my honest fingers,
The Gem was gone –
And now, an Amethyst remembrance
Is all I own. –
La malinconia in questo periodo si fa sentire e ci sono troppe emozioni da assimilare… E si trascurano un po' le cose preziose che abbiamo…
Emily Dickinson
Tenevo un gioiello fra le dita –
e mi addormentai –
Il giorno era tiepido, i venti monotoni –
Mi dissi: “Durerà” –
Mi svegliai e sgridai le mie dita innocenti,
la gemma era sparita –
E adesso, un ricordo di ametista
è tutto ciò che mi resta.
(1861)
I held a Jewel in my fingers –
And went to sleep –
The day was warm, and winds were prosy –
I said: “'Twill keep” –
I woke – and chid my honest fingers,
The Gem was gone –
And now, an Amethyst remembrance
Is all I own. –
Zoe- mengonella
- Messaggi : 9955
Data d'iscrizione : 13.05.10
Re: 1000Voci di poesia
Il lago dei cigni all’ipermercato
Qui dentro dobbiamo ballare comunque
rotti
allenati
semidei
potendo solo rappresentare per gradi lo stacco o l’inciampo
il corpo flesso o la paresi
nulla impedirebbe il salto
l’arabesque dell’equilibrio
la piroettata folle
la spaccata finale
ma tutto ci trattiene
vincolati ogni giorno alla marcia sincronica
appesantita ad ogni tipo d’economia violenta
così
stiamo contratti
ed appesi a caso
nei passo a due degli altari
delle cucine verandate
delle camerette
delle quinte abnormi degli stabili abitativi
dei teatrini acchittati dei centri commerciali
e goffi
nella presa senza salto degli amici del sabato
degli amici della pizza
degli amici per far stare insieme i figli
degli amici connessi
o persi
negli assolo mortali dei disco pub
dei karaoke
della partita
del culo sprofondato nel traffico
nel ballettio sbattuto dei tram
e poi
come da partitura
finisce brusca la musica
“ prego signori avvicinarsi alle casse “
e il brutto anatroccolo muore.
Michelangelo Ricci
Qui dentro dobbiamo ballare comunque
rotti
allenati
semidei
potendo solo rappresentare per gradi lo stacco o l’inciampo
il corpo flesso o la paresi
nulla impedirebbe il salto
l’arabesque dell’equilibrio
la piroettata folle
la spaccata finale
ma tutto ci trattiene
vincolati ogni giorno alla marcia sincronica
appesantita ad ogni tipo d’economia violenta
così
stiamo contratti
ed appesi a caso
nei passo a due degli altari
delle cucine verandate
delle camerette
delle quinte abnormi degli stabili abitativi
dei teatrini acchittati dei centri commerciali
e goffi
nella presa senza salto degli amici del sabato
degli amici della pizza
degli amici per far stare insieme i figli
degli amici connessi
o persi
negli assolo mortali dei disco pub
dei karaoke
della partita
del culo sprofondato nel traffico
nel ballettio sbattuto dei tram
e poi
come da partitura
finisce brusca la musica
“ prego signori avvicinarsi alle casse “
e il brutto anatroccolo muore.
Michelangelo Ricci
Ospite- Ospite
Re: 1000Voci di poesia
Sia lode al sabato che piano di scende a regalarci tempo, tempo, tempo..
Assenza
Nessuno è perfetto, tuttavia
Quando, senza di te, io mi consolo
pensando a come un tuo difetto
Sia ormai capace di rovinare tutto,
E a come potrei quasi volere la tua assenza,
O, allora la barriere che io pongo
Tra di noi svanisce.
Vedo soltanto il puro tu degli occhi,
E le distanze, come ad un cancello,
S'aprono: si incontrano i ricordi
Di noi due, riunendo
I desideri.
Sthepen Spender/
No one is perfection, yet
When being without you, I console
Myself, by dwelling on some blemish
Once marked, which now might seem to mar the whole,
Telling myself your absence might become my wish.
Oh then, that barrier wich I set
Between us, vanishes.
I see only the pure you of your eyes.
Distances between us lying
Open like a gate
Through which our mtual memories meet
Uniting wishes.
Ospite- Ospite
Re: 1000Voci di poesia
Miskin
IL GATTO
Vieni, mio bel gatto, sul mio cuore innamorato;
ritira le unghie nelle zampe,
lasciami sprofondare nei tuoi occhi
in cui l'agata si mescola al metallo.
Quando le mie dita carezzano a piacere
la tua testa e il tuo dorso elastico
e la mia mano s'inebria del piacere
di palpare il tuo corpo elettrizzato,
vedo in ispirito la mia donna.
Il suo sguardo, profondo
e freddo come il tuo,
amabile bestia,
taglia e fende simile a un dardo,
e dai piedi alla testa
un'aria sottile,
un temibile profumo ondeggiano
intorno al suo corpo bruno.
Charles Baudelaire
IL GATTO
Vieni, mio bel gatto, sul mio cuore innamorato;
ritira le unghie nelle zampe,
lasciami sprofondare nei tuoi occhi
in cui l'agata si mescola al metallo.
Quando le mie dita carezzano a piacere
la tua testa e il tuo dorso elastico
e la mia mano s'inebria del piacere
di palpare il tuo corpo elettrizzato,
vedo in ispirito la mia donna.
Il suo sguardo, profondo
e freddo come il tuo,
amabile bestia,
taglia e fende simile a un dardo,
e dai piedi alla testa
un'aria sottile,
un temibile profumo ondeggiano
intorno al suo corpo bruno.
Charles Baudelaire
Ospite- Ospite
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