APPUNTAMENTI con Marco Mengoni - RESOCONTI
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Re: APPUNTAMENTI con Marco Mengoni - RESOCONTI
Siete uniche... che belli questi resoconti...
Paz i Enza- mengonella
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Re: APPUNTAMENTI con Marco Mengoni - RESOCONTI
rosa60 ha scritto:
inoltre concordo anche sul discorso della gestualità...avete fatto caso a quando apre le braccia? le spalanca spessissimo, molto più che in altri concerti...io ci vedo un'apertura totale verso il suo pubblico, forse non lo ha mai amato come ora, è vero che gli è mancato
a un certo punto, invitando a battere le mani, ha fatto il gesto di battere le sue contro quelle del pubblico, anche questo per me ha significato una grande voglia di incontro e di contatto con il suo pubblico. E quando ha cantato "io.... lontanissimo da te" e non più "lontanissimo da me" mi sono sentita sollevata: forse ora si sente più vicino a sé stesso, e questo lo rende più aperto, più incline a cercare un "tu".
eripola- mengonella
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Re: APPUNTAMENTI con Marco Mengoni - RESOCONTI
che bei racconti, mi commuovete
grazie a Zoe, Daluxx ed Eripola
grazie a Zoe, Daluxx ed Eripola
duful- mengonella
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Re: APPUNTAMENTI con Marco Mengoni - RESOCONTI
Stasera mi sono immersa con calma nei video di Amaranta ed è stata proprio una goduria. Ammappa che concerto, che differenza rispetto al re matto tour. Come l'ho visto cambiato, diverso...molto piu' sicuro di sè, direi anche piu' soddisfatto di sè...determinato...sembra avere finalmente in mano la situazione, sembra aver preso le giuste misure da ogni aspetto del suo lavoro...sembra deciso a non lasciare ad altri il timone della sua barca...
un anno di piu', a quell'età, puo' voler dire molto e ancora di piu' se si tratta di un anno vissuto cosi' intensamente...
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Therese- mengonella
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Re: APPUNTAMENTI con Marco Mengoni - RESOCONTI
Quoto Therese .
Aggiungo che secondo me Marco sta bene anche perchè è soddisfatto del lavoro fatto finora , del cd e del progetto tutto...d'altronde è normale che da lui non ci dovevamo aspettare un semplice nuovo cd...
Aggiungo che secondo me Marco sta bene anche perchè è soddisfatto del lavoro fatto finora , del cd e del progetto tutto...d'altronde è normale che da lui non ci dovevamo aspettare un semplice nuovo cd...
Ospite- Ospite
EffeCi- mengonella
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Re: APPUNTAMENTI con Marco Mengoni - RESOCONTI
Sarò ripetitiva ma vi ringrazio anch'io veramente, perchè leggervi mi sembrava quasi di essere lì con voi
Sono felice sapere vedere Marco che sta bene vocalmente la sua voce è qualcosa di Magico.......io spesso metto le cuffie e chiudo gli occhi senza guardare i video è una "goduria"
E poi mi è parso di capire che sia soddisfatto del suo nuovo lavoro e non veda l'ora di farcelo ascoltare
@ Effe si vede proprio che siete beatamente in estasi
Sono felice sapere vedere Marco che sta bene vocalmente la sua voce è qualcosa di Magico.......io spesso metto le cuffie e chiudo gli occhi senza guardare i video è una "goduria"
E poi mi è parso di capire che sia soddisfatto del suo nuovo lavoro e non veda l'ora di farcelo ascoltare
@ Effe si vede proprio che siete beatamente in estasi
layla- mengonella
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Re: APPUNTAMENTI con Marco Mengoni - RESOCONTI
Metto qui un resoconto del Concerto a Villa Ada che mi è piaciuto parecchio e che, secondo me, vale proprio la pena leggere. E' di POPLAR del blog "Privè di Marco Mengoni" . Visto che è parecchio lungo metto fuori spoiler solo la parte che riguarda strettamente il concerto. Potete trovarlo anche qui:
http://marcomengoniprive.wordpress.com/2011/06/24/villa-ada-–-le-matrioske-del-mengoni-…che-non-siamo-noi/#comment-2770
Villa ADA – Le matrioske del Mengoni (…che non siamo noi)
Finalmente inizia il concerto. Come ha detto lillifly, di concerto si è trattato, non di “spettacolo” come quello del tour 2010. Certamente il flamenco, le coreografie e la scenografia del tour 2010 ci piacevano, ma è Marco che canta che fa lo spettacolo. Non c’é bisogno di niente: solo della musica e della sua voce.
Marco ha i pantaloni tanto criticati che aveva indossato a Verona e una giacca verde bandiera (“Dicono che sembro della Lega. Non sono della Lega”). Il capello ricciolo. Niente gel, niente cresta. Niente di niente. Inizia a cantare e l’impatto è sconvolgente: sarà perché è tanto che attendevamo questo momento, sarà perché i volantini che invitano al silenzio hanno fatto effetto, l’audience è assolutamente “congelata”, quasi come bloccata, trepidante, commossa, compostissima.
La prima canzone è “In Viaggio Verso Me” e noi siamo in trance. Ci mettiamo un po’ a scioglierci, perché l’emozione di risentirlo cantare dal vivo è troppo forte. Sul finale della canzone, Marco si “schiarisce” un attimino la voce con un acuto che fuga tutti i dubbi sulla condizione della sua voce. Nella mia registrazione, sembra che abbia cacciato un urlo direttamente nel microfono. Perfetta. Non c’è altro da dire. Perfetta. Marco inizia a scherzare e dice che i “cori un po’ stonati” li ha chiesti lui, perché gli piacevano così”. Ci scherzerà molto tutta la serata con i coristi improvvisati e io consiglio vivamente un ritorno ai Luani o, in mancanza, a una coppia di ragazzuoli che studiano canto.
Segue “Try”: magnifica. Io questa canzone la adoro!! Gli si stacca il microfono (prima volta). Marco dice che “Non è facile tornare dopo tanto tempo a cantare”. Annuncia una canzone nuova: abbiamo un balzo al cuore. Lo scherzetto ce lo farà un’altra volta, ma dentro di noi sappiamo che al massimo (ed è comunque UN GRAN MASSIMO), avremo delle nuove cover, ma di inediti non se ne parla ancora. Parte un intro (de “La Guerra”) orientaleggiante, ipnotico, bellissimo. Marco sembra una danzatrice balinese: muove le mani con movimenti circolari lenti ed aggraziati, accattivanti, per niente ridicoli. Trovatemi un ragazzo di 22 anni che non sembri almeno un po’ strano a gesticolare così: eppure su Marco anche questi movimenti sono naturali, sembra che non abbia fatto altro tutta la vita e che la canzone sia “nata” accoppiata a quei movimenti. Nel frattempo la sua voce, come uno strumento musicale, ricama vocalizzi sempre nuovi e sempre diversi. Lui parte con le sue “montagne russe”: su, giù, su, giù, più su e poi più giù…La cosa incredibile è che Marco non sta cantando niente in particolare: improvvisa tutto, sapientemente, mentre i suoi musicisti suonano una base ripetuta più o meno in modo regolare. Questo modo di cantare rientra in una tradizione che per noi italiani, eredi di uno stile molto diverso, canonico e abbastanza codificato, risulta esotica, strana, lontana. Invece nella musica cosiddetta “etnica” è caratteristica e diffusa. Può piacere o non piacere (a me piace), ma una cosa è certa: la naturalezza con la quale utilizza i suoi mezzi vocali in modi inconsueti, lascia stupiti.
Segue “No Stress”: un po’ lounge, mi ricorda vagamente alcune canzoni di Sade degli anni ’80. Qui c’è praticamente solo la voce di Marco, le percussioni e la chitarra. Posso dire che l’impatto è ottimo, ma devo ancora metabolizzarla (inoltre, lo confesso, non conoscevo l’originale…perché io so’ ANTIIICAAA). “Stanco” (con i cori sempre un po’ stonati), con variazioni pazzesche sul ritmo del basso e della batteria. La versione bollywood di “Psycho Killer” mi lascia sempre un po’ perplessa, perché faccio ancora fatica a staccarmi così drasticamente dall’originale, mi ci vuole un po’ per abituarmi a qualcosa che non è semplicemente all’opposto, ma che è proprio ALTRO. Marco fa delle cose con la voce semplicemente incredibili: va ascoltata molte volte, perché gli spunti sono infiniti, ogni singola frase, ogni parola quasi è cesellata, lavorata, plasmata. Una abbondanza che il testo della canzone non può e non riesce a contenere. Infatti qui ce ne sono due o tre di canzoni, racchiuse una nell’altra come matrioske.
“Mad World” fa fare un tuffo al cuore a tutti. Non c’è bisogno di parole. Basta ascoltare per capire. L’arrangiamento leggero, molto delicato, con batteria poco incisiva e le chitarre molto acustiche, permette a Marco di esprimersi pienamente con la sua voce. La parte finale l’ho percepita come “arrabbiata”, disperata: la canta a braccia aperte, quasi a voler dimostrare anche con i gesti, quanto sia pazzo ed incomprensibile questo mondo. Siamo tutte d’accordo nel ritenerla una delle perle della serata.
“Lontanissimo da te” inizia con un andamento un po’ Hotel California. A me questa canzone, pur nella sua semplicità, non è mai dispiaciuta. Questa versione un po’ Pink Floyd, mi piace molto. L’ultima “Lontanissimo da Te” fa tremare il mio registratore: quanta voce ha questo ragazzo? Quanta? “Helter Skelter” da da umpa è sempre un po’ strana, non c’è niente da fare. La taglia, l’accorcia, la rigira. Frase finale in crescendo frenetico. Marco gioca. Volutamente. Segue una “Fino a ieri” un po’ “Buena Vista Social Club”. Beh, guadagna molto, moltissimo e la parte finale è davvero molto carina. All’inizio di “Questa Notte Summer Version”, dice “Voglio più casino”: si vede che ci siamo contenuti troppo. Ad un certo punto si dimentica le parole e poi: “Non sto più con te. E pazienza: morto un papa se ne fa un altro”. Ferma tutto e dice “Stop”. Dice “un’altra” e poi “un’altra” e poi “un’altra”. Marco si diverte a cantare. Moltissimo. E non vuole rinunciare a questo divertimento.
“Starlight”. Penso subito: davvero molto, molto ambizioso. Marco non ha paura di niente: al timore reverenziale sostituisce sempre il desiderio genuino di sperimentare e mettersi alla prova. Finché manterrà questa sana incoscienza d’artista, non smetterà di stupirci. L’esperimento è parzialmente riuscito: la voce di Marco c’è ed apprezzo infinitamente il fatto che abbia deciso di cantarla a modo suo, senza tentare in alcun modo di imitare Bellamy. Da parte di Marco forse ci sarebbe voluta un po’ più di incisività e di attenzione al testo. Ciò che ha funzionato meno, a mio parere, sono l’arrangiamento e la parte musicale. Sly ha chiarito benissimo la questione. Da rifare e ritentare.
“Credimi Ancora” l’abbiamo cantata molto anche noi del pubblico. Prima dell’acuto finale dice “Vediamo se ci arrivo”: sembra quasi prendersi e prendere in giro coloro che sono sempre lì a discutere del fatto che la voce di Marco non è più quella di una volta, che non canta più come prima ecc. Ci è arrivato non bene: benissimo!!!
“Insieme a te Sto bene” è un altro gradito ritorno. La canzone l’ho adorata e questa sera mi piace moltissimo per come l’ha fatta. La voce è stata veramente incredibile: il mio registratore è andato su di giri. La parte finale tipo “Whose side are you on”. “Nessuno” diventa quasi una tarantella frenetica con la voce di Marco che sale sempre più in alto e sembra non fermarsi. Su “IUGQ” qualche coro si leva necessariamente: sono state brave per tutto il concerto, anche se adesso parte qualche coro…la parte in spagnolo mi fa venire in mente solo una cosa: se Marco la incide in spagnolo, Iglesias & Co. vedranno i sorci verdi. Come bis ci concede la “Helter Skelter” originaria.
:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
Rivelazioni: Josh, in realtà, non è figlio di Michael, bensì di quello che, finora è stato suo fratello, Peter, perché la perfida Joanna…scheeerzooo…
http://marcomengoniprive.wordpress.com/2011/06/24/villa-ada-–-le-matrioske-del-mengoni-…che-non-siamo-noi/#comment-2770
Villa ADA – Le matrioske del Mengoni (…che non siamo noi)
- Spoiler:
- Una raccomandazione a chiunque si avventuri a Villa Ada per la prima volta: allertate l’Unità di Crisi della Farnesina, perché, dopo una settimana che i vostri non hanno notizie e non hanno neanche ricevuto richieste di riscatto, sanno dove andare a cercarvi…
Inizierò il mio racconto dal momento in cui, lavate, stirate e autanate, giungiamo a Villa Ada, la giungla del Borneo de no’ artri.
La colpa è nostra, tutta nostra: siamo agitate, in tre non ne facciamo una normale, parliamo tutt’e tre contemporaneamente. Dobbiamo esternare, perché abbiamo un’ansia da pre-concerto mostruosa. Tutte parliamo e nessuna si preoccupa di pensare anche solo lontanamente alla strada da percorrere. Di solito mi oriento piuttosto bene, soprattutto nella giungla, che in Piemonte abbonda, ma stavolta sono troppo distratta dai miei pensieri, dalle mie emozioni e le mie compagne sono messe come me.
Garrule e in fibrillazione, trottiamo felici lungo il sentiero, al termine del quale immaginiamo già ci sia il famoso (che diventerà presto famigerato) laghetto. Dopo pochi minuti vediamo una camionetta militare: chi, se non loro, possono sapere dov’è il laghetto? I militari ci indicano vagamente una direzione che potrebbe portarci ugualmente a Trento, Bitonto e il Lago Balaton. Per non offendere, ringraziamo sentitamente i militi, come se ci avessero dato le indicazioni per trovare la pietra filosofale e ci incamminiamo. Dopo cinque minuti ci siamo già perse. Non so se siamo sfigate noi o se si sono messi d’accordo per farci uno scherzo, ma quando chiediamo dov’è il laghetto, riceviamo inevitabilmente risposte del tipo: “Mah, andate di là (indicando un punto cardinale che sta tra il sud-ovest il nord-est ed anche un punto cardinale che non è ancora stato scoperto) e poi andate giù”. Ma che sono delle indicazioni queste???? Dopo aver chiesto ad altre due persone, che indicano rispettivamente destra e sinistra, incontriamo un gentile signore, che sembra essere il più presente a sé
stesso e che ci parla di fantomatiche scale e di una discesa. L’unico punto fermo sembra essere che, in un modo o nell’altro, dovunque ci si trovi, qui a Villa Ada bisogna scendere… andiamo, andiamo e dopo aver cercato di far cascare un ciclista, riceviamo nuovamente l’indicazione delle scale ed ECCOLE le scale. Queste scale si addentrano nel sottobosco: dopo una decina di metri è chiaro che siamo inavvertitamente capitate sul set di un film di avventura con Jean Claude Van Damme che va a salvare un gruppo di monaci tibetani in Cambogia. A parte le scale sconnesse e scivolose, tronchi di alberi caduti ostruiscono il passaggio: ma c’è stato un tornado di recente a Roma? Mentre cerchiamo
di non lussarci una caviglia, procediamo con difficoltà, rimpiangendo di non aver portato il machete. Alla fine, per un caso fortuito e in modo inaspettato, giungiamo al laghetto. Ancora un po’ e ci cascavamo dentro: ci ha fermato la piccola folla già assiepata fuori.
Il bello deve ancora arrivare: Sly, affidandosi ai potenti mezzi pubblici della capitale è giunta in zona Villa Ada e, noi, che ci siamo perse diciotto volte, abbiamo anche la presunzione di darle indicazioni…inoltre ci stiamo telefonando con magdebby, alla quale non so dare alcuna indicazione perché lei non sa dirmi dov’è e io non so dirle dove andare, da dove non so dov’é…una scena da teatro dell’assurdo…alla fine magdebby, giunge: io non lo so come ho fatto a capire che lei è lei, ma l’ho capito. Infatti mentre mi telefona per chiedermi dove siamo, mi avvicino a lei e da dietro le dico “Ciaooo”. “Carràmba, che sorpresa”!!! Poco dopo Sly chiama nuovamente, non dev’essere molto lontana, ma la nostra mappa è approssimativa e noi esitiamo …mentre sono al telefono con lei, arriva un tizio biondo che parla inglese: non resisto all’occasione di sfoderare il mio inglese con il corridore vichingo finlandese che vuole sapere chi si esibirà. Mi prendo due minuti per catechizzarlo: scandisco bene M-a-r-c-o M-e-n-g-o-n-i e gli dico di ciccare su You Tube, perché è un cantante fantastico e di portare la buona novella nella terra delle renne, dei castori e dei denti bianchi. Vuole sapere come comprare i biglietti: mannaggia, è un private show. Vado a cercare di corrompere le ragazze all’entrata, però il mio tentativo di farlo imbucare è senza successo.
Gli diciamo di tornare più tardi, che da fuori si può sentire e vedere comunque abbastanza bene. Chissà se il finlandese sarà venuto a sentire Marco? Dopo una sfiancante camminata Sly arriva (meno male che alla stazione di polizia le hanno detto da che parte andare).
Finalmente inizia il concerto. Come ha detto lillifly, di concerto si è trattato, non di “spettacolo” come quello del tour 2010. Certamente il flamenco, le coreografie e la scenografia del tour 2010 ci piacevano, ma è Marco che canta che fa lo spettacolo. Non c’é bisogno di niente: solo della musica e della sua voce.
Marco ha i pantaloni tanto criticati che aveva indossato a Verona e una giacca verde bandiera (“Dicono che sembro della Lega. Non sono della Lega”). Il capello ricciolo. Niente gel, niente cresta. Niente di niente. Inizia a cantare e l’impatto è sconvolgente: sarà perché è tanto che attendevamo questo momento, sarà perché i volantini che invitano al silenzio hanno fatto effetto, l’audience è assolutamente “congelata”, quasi come bloccata, trepidante, commossa, compostissima.
La prima canzone è “In Viaggio Verso Me” e noi siamo in trance. Ci mettiamo un po’ a scioglierci, perché l’emozione di risentirlo cantare dal vivo è troppo forte. Sul finale della canzone, Marco si “schiarisce” un attimino la voce con un acuto che fuga tutti i dubbi sulla condizione della sua voce. Nella mia registrazione, sembra che abbia cacciato un urlo direttamente nel microfono. Perfetta. Non c’è altro da dire. Perfetta. Marco inizia a scherzare e dice che i “cori un po’ stonati” li ha chiesti lui, perché gli piacevano così”. Ci scherzerà molto tutta la serata con i coristi improvvisati e io consiglio vivamente un ritorno ai Luani o, in mancanza, a una coppia di ragazzuoli che studiano canto.
Segue “Try”: magnifica. Io questa canzone la adoro!! Gli si stacca il microfono (prima volta). Marco dice che “Non è facile tornare dopo tanto tempo a cantare”. Annuncia una canzone nuova: abbiamo un balzo al cuore. Lo scherzetto ce lo farà un’altra volta, ma dentro di noi sappiamo che al massimo (ed è comunque UN GRAN MASSIMO), avremo delle nuove cover, ma di inediti non se ne parla ancora. Parte un intro (de “La Guerra”) orientaleggiante, ipnotico, bellissimo. Marco sembra una danzatrice balinese: muove le mani con movimenti circolari lenti ed aggraziati, accattivanti, per niente ridicoli. Trovatemi un ragazzo di 22 anni che non sembri almeno un po’ strano a gesticolare così: eppure su Marco anche questi movimenti sono naturali, sembra che non abbia fatto altro tutta la vita e che la canzone sia “nata” accoppiata a quei movimenti. Nel frattempo la sua voce, come uno strumento musicale, ricama vocalizzi sempre nuovi e sempre diversi. Lui parte con le sue “montagne russe”: su, giù, su, giù, più su e poi più giù…La cosa incredibile è che Marco non sta cantando niente in particolare: improvvisa tutto, sapientemente, mentre i suoi musicisti suonano una base ripetuta più o meno in modo regolare. Questo modo di cantare rientra in una tradizione che per noi italiani, eredi di uno stile molto diverso, canonico e abbastanza codificato, risulta esotica, strana, lontana. Invece nella musica cosiddetta “etnica” è caratteristica e diffusa. Può piacere o non piacere (a me piace), ma una cosa è certa: la naturalezza con la quale utilizza i suoi mezzi vocali in modi inconsueti, lascia stupiti.
Segue “No Stress”: un po’ lounge, mi ricorda vagamente alcune canzoni di Sade degli anni ’80. Qui c’è praticamente solo la voce di Marco, le percussioni e la chitarra. Posso dire che l’impatto è ottimo, ma devo ancora metabolizzarla (inoltre, lo confesso, non conoscevo l’originale…perché io so’ ANTIIICAAA). “Stanco” (con i cori sempre un po’ stonati), con variazioni pazzesche sul ritmo del basso e della batteria. La versione bollywood di “Psycho Killer” mi lascia sempre un po’ perplessa, perché faccio ancora fatica a staccarmi così drasticamente dall’originale, mi ci vuole un po’ per abituarmi a qualcosa che non è semplicemente all’opposto, ma che è proprio ALTRO. Marco fa delle cose con la voce semplicemente incredibili: va ascoltata molte volte, perché gli spunti sono infiniti, ogni singola frase, ogni parola quasi è cesellata, lavorata, plasmata. Una abbondanza che il testo della canzone non può e non riesce a contenere. Infatti qui ce ne sono due o tre di canzoni, racchiuse una nell’altra come matrioske.
“Mad World” fa fare un tuffo al cuore a tutti. Non c’è bisogno di parole. Basta ascoltare per capire. L’arrangiamento leggero, molto delicato, con batteria poco incisiva e le chitarre molto acustiche, permette a Marco di esprimersi pienamente con la sua voce. La parte finale l’ho percepita come “arrabbiata”, disperata: la canta a braccia aperte, quasi a voler dimostrare anche con i gesti, quanto sia pazzo ed incomprensibile questo mondo. Siamo tutte d’accordo nel ritenerla una delle perle della serata.
“Lontanissimo da te” inizia con un andamento un po’ Hotel California. A me questa canzone, pur nella sua semplicità, non è mai dispiaciuta. Questa versione un po’ Pink Floyd, mi piace molto. L’ultima “Lontanissimo da Te” fa tremare il mio registratore: quanta voce ha questo ragazzo? Quanta? “Helter Skelter” da da umpa è sempre un po’ strana, non c’è niente da fare. La taglia, l’accorcia, la rigira. Frase finale in crescendo frenetico. Marco gioca. Volutamente. Segue una “Fino a ieri” un po’ “Buena Vista Social Club”. Beh, guadagna molto, moltissimo e la parte finale è davvero molto carina. All’inizio di “Questa Notte Summer Version”, dice “Voglio più casino”: si vede che ci siamo contenuti troppo. Ad un certo punto si dimentica le parole e poi: “Non sto più con te. E pazienza: morto un papa se ne fa un altro”. Ferma tutto e dice “Stop”. Dice “un’altra” e poi “un’altra” e poi “un’altra”. Marco si diverte a cantare. Moltissimo. E non vuole rinunciare a questo divertimento.
“Starlight”. Penso subito: davvero molto, molto ambizioso. Marco non ha paura di niente: al timore reverenziale sostituisce sempre il desiderio genuino di sperimentare e mettersi alla prova. Finché manterrà questa sana incoscienza d’artista, non smetterà di stupirci. L’esperimento è parzialmente riuscito: la voce di Marco c’è ed apprezzo infinitamente il fatto che abbia deciso di cantarla a modo suo, senza tentare in alcun modo di imitare Bellamy. Da parte di Marco forse ci sarebbe voluta un po’ più di incisività e di attenzione al testo. Ciò che ha funzionato meno, a mio parere, sono l’arrangiamento e la parte musicale. Sly ha chiarito benissimo la questione. Da rifare e ritentare.
“Credimi Ancora” l’abbiamo cantata molto anche noi del pubblico. Prima dell’acuto finale dice “Vediamo se ci arrivo”: sembra quasi prendersi e prendere in giro coloro che sono sempre lì a discutere del fatto che la voce di Marco non è più quella di una volta, che non canta più come prima ecc. Ci è arrivato non bene: benissimo!!!
“Insieme a te Sto bene” è un altro gradito ritorno. La canzone l’ho adorata e questa sera mi piace moltissimo per come l’ha fatta. La voce è stata veramente incredibile: il mio registratore è andato su di giri. La parte finale tipo “Whose side are you on”. “Nessuno” diventa quasi una tarantella frenetica con la voce di Marco che sale sempre più in alto e sembra non fermarsi. Su “IUGQ” qualche coro si leva necessariamente: sono state brave per tutto il concerto, anche se adesso parte qualche coro…la parte in spagnolo mi fa venire in mente solo una cosa: se Marco la incide in spagnolo, Iglesias & Co. vedranno i sorci verdi. Come bis ci concede la “Helter Skelter” originaria.
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Rivelazioni: Josh, in realtà, non è figlio di Michael, bensì di quello che, finora è stato suo fratello, Peter, perché la perfida Joanna…scheeerzooo…
- Spoiler:
- revelescion namber uàn, Marco sa benissimo di essere sottoposto a scandaglio, di essere scannerizzato continuamente in tutto ciò che dice, fa, per come si veste, se si veste o si sveste, e per quanto si veste, per come parla, se non parla, se parla troppo o troppo poco, per come pensa, se pensa e perché pensa. Per fortuna, però, gliene importa poco. Ha rivendicato a gran voce la sua libertà e il suo diritto ad essere come è, senza filtri, spontaneo e disarmante anche nelle sue gaffes (quando ha detto che deve fare attenzione a come parla a come pensa). Per il resto, la sua libertà e la sua creatività le ha espresse cantando, senza troppe parole. E io credo di aver capito: non con la testa, ma con il cuore e con l’anima. Ha risposto con la voce, cantando, a tutti coloro che lo vogliono in un modo piuttosto che in un altro. Che lo vorrebbero più com’era alle origini. Che lo vorrebbero più rock, meno soul, più così, più nell’altro modo. Marco prima di tutto ha dimostrato che a lui piace ancora, moltissimo, cantare, per il puro gusto di farlo, per il divertimento. Perché, a differenza delle logiche del mercato che sembrano continuamente tirarlo per la giacchetta, da una parte o dall’altra, Marco sembra cantare principalmente ancora perché GLI PIACE e questo mi riempie di gioia, perché finché Marco si divertirà, farà tutto ciò che vuole, ci stupirà sempre, ci spiazzerà con le sue scelte ardite e si sentirà libero. Però, come ha detto anche lui, è un riflessivo, quindi non è che faccia le cose solo per istinto. Pensa e pensa bene.
revelescion namber ciù, da ciò che ha detto Marco, a me pare di aver capito che un brano dell’album si chiamerà “Solo”, non solo il tour di novembre. Perché ad un certo punto, quando ha detto che stava per fare una canzone nuova, gli hanno urlato “Solo” e lui ha risposto una cosa del tipo: “Solo arriva poi”. Naturalmente posso anche aver preso fischi per fiaschi e chiedo venia, perché non era facile restare lucide (io lucida non lo sono neanche ad una settimana di distanza).
revelescion namber tri, : Marco è contento, orgoglioso, che la Sony abbia voluto investire su di lui (e segnatamente, sul progetto della Mad Box). Ha detto che si sono fatti un fondello così per questa cosa e che è felice, riconoscente mi è parso di capire, che la gente abbia deciso di “spendere” di più per lui. Insomma: Marco ci tiene tanto, veramente tanto a questa cosa e ha voluto dirlo.
revelescion namber for, : (avrei dovuto metterla al namber uàn) Marco HA ANCORA LA VOCE. A dispetto di tutti i menagramo e dei fratelli penitenti della compagnia dei Portasventura, Marco ha ancora tutta la sua voce e molta altra voce. Si deve essere dedicato al perfezionamento dei suoi bassi, perché questi toni sono molto più ricchi e pieni. E gli alti ci sono tutti. Ne sentiremo delle belle nel CD, ne sono certa.
La serata termina in modo delizioso al b&b, che si è trasformato in Casa Mengoni, perché, come ha detto la proprietaria, “Siamo tutte per quello lì”. Ci ritroviamo con le altre ospiti a tirare tardi a parlare di Marco, della sua musica, a scambiarci vedute sulla nostra stellina canterina e sulla musica più in generale.
Mentre noi eravamo qui in attesa e alcuni, come Orson Welles con “La Guerra Dei Mondi”, seminavano il panico e facevano scattare la psicosi collettiva su presunti passi falsi, su scelte sbagliate, su scarsa cura ed attenzione al suo percorso artistico, come se Marco fosse lì accasciato in un angolo, moscio come la poltrona di Fantozzi, un pupazzetto senza capacità di intendere e volere, Marco procedeva, come un treno ad alta velocità. Marco è già molto, molto più avanti di quanto avessi mai immaginato. Ci ha lasciati lì a parlare del più e del meno, qualcuno a ricordare i bei vecchi tempi come un vecchietto (“Era meglio quando era peggio”). Intanto lui correva, correva.
Ci aspettano grandi cose e, anche se non saranno grandi, saranno comunque speciali, uniche.
Re: APPUNTAMENTI con Marco Mengoni - RESOCONTI
Grazie Deli
Condivido molte delle cose che hanno scritto
Sulla questione di SOLO. chissà: è possibile che sia il titolo di una canzone? oppure un riferimento all'album oltre che al tour?
Io ricordo che il pubblico ha urlato "SOLO" quando Marco stava per introdurre Nessuno e ricordo anche l'affermazione di Marco "no, SOLO. arriva poi", ma l'ho interpretato come un riferimento in generale al tour
Condivido molte delle cose che hanno scritto
Sulla questione di SOLO. chissà: è possibile che sia il titolo di una canzone? oppure un riferimento all'album oltre che al tour?
Io ricordo che il pubblico ha urlato "SOLO" quando Marco stava per introdurre Nessuno e ricordo anche l'affermazione di Marco "no, SOLO. arriva poi", ma l'ho interpretato come un riferimento in generale al tour
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Re: APPUNTAMENTI con Marco Mengoni - RESOCONTI
Grazie,Delilah e grazie a POPLAR :bellissimo resoconto,condivisibile in toto. Ascolto e riascolto di continuo quel concerto,ogni volta colgo nuove sfumature...
Non c’é bisogno di niente: solo della musica e della sua voce.
L'unplugged è la sua dimensione ideale:magari ce ne fossero altre,di occasioni così...lo spero
Non c’é bisogno di niente: solo della musica e della sua voce.
L'unplugged è la sua dimensione ideale:magari ce ne fossero altre,di occasioni così...lo spero
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Re: APPUNTAMENTI con Marco Mengoni - RESOCONTI
Bellissimo il resoconto di Poplar e molto carino il Privè del Mengoni. Lo leggo spesso molto volentieri.
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Re: APPUNTAMENTI con Marco Mengoni - RESOCONTI
Li ho letti tutti d'un fiato i vostri resoconti...
Bellissimi! Rendete partecipi chi come me non è potuto andare..
Vorrei esprimere una mia opinione riguardo al fatto che l'unplugged è la sua dimensione, che lui non ha bisogno di ballerini e fronzoli vari... E' vero, però LUI lo PUO' fare uno spettacolo alla Michael Jakson (con le dovute proporzioni..). Si sa muovere, è bravo. Io l'ho trovato fantastico. Non mi ricordo ma a lui è piaciuto fare i concerti come lo scorso anno? Se si perchè non può continuare? Per la prima volta in Italia c'è uno che PUO'!!
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Vorrei esprimere una mia opinione riguardo al fatto che l'unplugged è la sua dimensione, che lui non ha bisogno di ballerini e fronzoli vari... E' vero, però LUI lo PUO' fare uno spettacolo alla Michael Jakson (con le dovute proporzioni..). Si sa muovere, è bravo. Io l'ho trovato fantastico. Non mi ricordo ma a lui è piaciuto fare i concerti come lo scorso anno? Se si perchè non può continuare? Per la prima volta in Italia c'è uno che PUO'!!
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newmoon38- mengonella
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Re: APPUNTAMENTI con Marco Mengoni - RESOCONTI
newmoon38 ha scritto:
Vorrei esprimere una mia opinione riguardo al fatto che l'unplugged è la sua dimensione, che lui non ha bisogno di ballerini e fronzoli vari... E' vero, però LUI lo PUO' fare uno spettacolo alla Michael Jakson (con le dovute proporzioni..). Si sa muovere, è bravo. Io l'ho trovato fantastico. Non mi ricordo ma a lui è piaciuto fare i concerti come lo scorso anno? Se si perchè non può continuare? Per la prima volta in Italia c'è uno che PUO'!!
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Ricapitolando:unplugged intimista?perfetto
Show pirotecnico,luci,scenografie e balletti?perfetto
Rock energetico?perfetto
Vintage anni 50?perfetto
modello glamour ?perfetto
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ecc.ecc ecc
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Re: APPUNTAMENTI con Marco Mengoni - RESOCONTI
camila ha scritto:newmoon38 ha scritto:
Vorrei esprimere una mia opinione riguardo al fatto che l'unplugged è la sua dimensione, che lui non ha bisogno di ballerini e fronzoli vari... E' vero, però LUI lo PUO' fare uno spettacolo alla Michael Jakson (con le dovute proporzioni..). Si sa muovere, è bravo. Io l'ho trovato fantastico. Non mi ricordo ma a lui è piaciuto fare i concerti come lo scorso anno? Se si perchè non può continuare? Per la prima volta in Italia c'è uno che PUO'!!
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newmoon38- mengonella
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Re: APPUNTAMENTI con Marco Mengoni - RESOCONTI
Deli grazie per avere postato questo resoconto! non conoscevo il blog, è stata una piacevole scoperta e ovviamente quoto tutto, soprattutto questa parte
@poplar3
Delilah ha scritto:
Mentre noi eravamo qui in attesa e alcuni, come Orson Welles con “La Guerra Dei Mondi”, seminavano il panico e facevano scattare la psicosi collettiva su presunti passi falsi, su scelte sbagliate, su scarsa cura ed attenzione al suo percorso artistico, come se Marco fosse lì accasciato in un angolo, moscio come la poltrona di Fantozzi, un pupazzetto senza capacità di intendere e volere, Marco procedeva, come un treno ad alta velocità. Marco è già molto, molto più avanti di quanto avessi mai immaginato. Ci ha lasciati lì a parlare del più e del meno, qualcuno a ricordare i bei vecchi tempi come un vecchietto (“Era meglio quando era peggio”). Intanto lui correva, correva.
Ci aspettano grandi cose e, anche se non saranno grandi, saranno comunque speciali, uniche.
@poplar3
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Re: APPUNTAMENTI con Marco Mengoni - RESOCONTI
camila ha scritto:Ric
apitolando:unplugged intimista?perfetto
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Paz i Enza- mengonella
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Re: APPUNTAMENTI con Marco Mengoni - RESOCONTI
non so se è il posto giusto... nel caso in cui non lo sia mi scuso in anticipo.
Non ho ancora scritto praticamente nulla sul festival gaber, quindi lo faccio ora.
Sono arrivata a Viareggio abbastanza presto ed avendo tempo mi sono recata all'hotel dove ha avuto luogo la conferenza stampa. Lì ho trovato molte mengonelle ( ), un po' meno marco ... tanta attesa per vederlo andare via in auto, anche se caruccio come al solito salutava con la manina e faceva smorfie attraverso il finestrino.
Grazie ad un colpo di fortuna l'ho incrociato al suo ritorno dalle prove... mi ha fatto piacere vederlo davvero bene, di ottimo umore nonostante la tensione per l'impegno e per ciò che comportava.
Venendo alla serata, tralasciando il tempo ( inizio ad avere il timore che sia marco a portarsi dietro qualche nuvoletta di troppo) che però mi ha offerto l'opportunità di vedere lo spettacolo dalla prima fila, è stata piacevole. Tutti gli artisti chi più (Andrea Mirò), chi meno (j-Ax) hanno omaggiato gaber in modo sentito e rispettoso.
marco
L'ho trovato davvero bene da un punto di vista vocale, era letteralmente paralizzato dalla paura ( e dal freddo) all'inizio... è salito sul palco in punta di piedi, stretto nelle spalle ed ha provato ad esternare (non riuscendoci a parole) la sua tensione ed il fatto di sentire il peso della serata. I pezzi del suo repertorio gli sono serviti per scaldarsi e per scrollarsi dalle spalle un po' della tensione accumulata; dal mio punto di vista a parte qualche passaggio vocale interessante li ha eseguiti senza infamia e senza lode. Nei pezzi di gaber e nell'omaggio ad A.W. ha mostrato tutto il suo talento, la sua sensibilità e la sua capacità interpretativa. Destra e sinistra l'ho trovato interessante nell'arrangiamento, mi ha colpito molto la mimica di marco, il riprendere la teatralità di gaber; era forse un po' legato dalla paura di commettere degli errori a livello di testo. Illogica ironia l'ho trovata splendida... ne ha colto lo spirito, il significato, l'atmosfera ed è riuscito a trasmetterla con una naturalezza disarmante. L'omaggio era sinceramente sentito ed incredibilmente intenso
è stato davvero bello vederlo così in forma, vedere che ogni volta è capace di andare oltre ogni aspettativa, vederlo affrontare e vincere difficili sfide.
è stato bello vedere le mengonelle ( mafalda mi spiace che non ci siamo incrociate)
Non ho ancora scritto praticamente nulla sul festival gaber, quindi lo faccio ora.
Sono arrivata a Viareggio abbastanza presto ed avendo tempo mi sono recata all'hotel dove ha avuto luogo la conferenza stampa. Lì ho trovato molte mengonelle ( ), un po' meno marco ... tanta attesa per vederlo andare via in auto, anche se caruccio come al solito salutava con la manina e faceva smorfie attraverso il finestrino.
Grazie ad un colpo di fortuna l'ho incrociato al suo ritorno dalle prove... mi ha fatto piacere vederlo davvero bene, di ottimo umore nonostante la tensione per l'impegno e per ciò che comportava.
Venendo alla serata, tralasciando il tempo ( inizio ad avere il timore che sia marco a portarsi dietro qualche nuvoletta di troppo) che però mi ha offerto l'opportunità di vedere lo spettacolo dalla prima fila, è stata piacevole. Tutti gli artisti chi più (Andrea Mirò), chi meno (j-Ax) hanno omaggiato gaber in modo sentito e rispettoso.
marco
L'ho trovato davvero bene da un punto di vista vocale, era letteralmente paralizzato dalla paura ( e dal freddo) all'inizio... è salito sul palco in punta di piedi, stretto nelle spalle ed ha provato ad esternare (non riuscendoci a parole) la sua tensione ed il fatto di sentire il peso della serata. I pezzi del suo repertorio gli sono serviti per scaldarsi e per scrollarsi dalle spalle un po' della tensione accumulata; dal mio punto di vista a parte qualche passaggio vocale interessante li ha eseguiti senza infamia e senza lode. Nei pezzi di gaber e nell'omaggio ad A.W. ha mostrato tutto il suo talento, la sua sensibilità e la sua capacità interpretativa. Destra e sinistra l'ho trovato interessante nell'arrangiamento, mi ha colpito molto la mimica di marco, il riprendere la teatralità di gaber; era forse un po' legato dalla paura di commettere degli errori a livello di testo. Illogica ironia l'ho trovata splendida... ne ha colto lo spirito, il significato, l'atmosfera ed è riuscito a trasmetterla con una naturalezza disarmante. L'omaggio era sinceramente sentito ed incredibilmente intenso
è stato davvero bello vederlo così in forma, vedere che ogni volta è capace di andare oltre ogni aspettativa, vederlo affrontare e vincere difficili sfide.
è stato bello vedere le mengonelle ( mafalda mi spiace che non ci siamo incrociate)
luna- mengonella
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Re: APPUNTAMENTI con Marco Mengoni - RESOCONTI
luna ha scritto: è stato davvero bello vederlo così in forma, vedere che ogni volta è capace di andare oltre ogni aspettativa, vederlo affrontare e vincere difficili sfide.
grazie luna
Sul concerto io non riesco a scrivere quasi nulla a parte il fatto che le voci che ci arrivavano sulla conferenza stampa già mi avevano un po' turbata, sono ancora in stato confusionale
Posso solo riportare alcune brevi impressioni… Ho apprezzato moltissimo Destra-Sinistra, non solo vocalmente, ma anche per la gestualità con cui Marco la ha accompagnata e per la vena così ironica che Marco ha ben compreso e interpretato. Mi hanno davvero colpito le sentite interpretazioni di Illogica allegria e Back to Black. Illogica allegria la sto riascoltando in continuazione: trovo la versione di Marco dolcissima e non riesco a staccarmene
Back to Black è stato un omaggio davvero riuscito: ascoltarlo dal vivo è stato uno dei momenti più emozionanti della serata
Credo che la fondazione Gaber sia riuscita a cogliere un'occasione preziosa invitando Marco al festival (alla faccia di quello che viene scritto…) perché è riuscito a interpretare le canzoni di Gaber mettendosi al servizio delle stesse, con grande umiltà e rispetto, ma nello stesso tempo facendole proprie. E grazie a lui Gaber è arrivato anche a molti che non lo conoscevano
Bellissima la giornata con i forumers presenti a Viareggio e la nottata a casa di Duful : è stato un piacere incontrare Kaiser e tutte le mengonelle, sia quelle che conoscevo già sia quelle che ho visto per la prima volta, compresa la piccola Anita
Zoe- mengonella
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Re: APPUNTAMENTI con Marco Mengoni - RESOCONTI
A VIAREGGIO SPLENDE IL SOLE, ANCHE DURANTE UN TEMPORALE
Domenica sono saltata sul treno in preda ad una strana agitazione, che mi ha più volte portata a pensare di aver sbagliato treno, di aver mancato la fermata di Viareggio, di aver scordato che dovevo cambiare a Pisa (sebbene fossi certa di aver preso il treno a quell'ora lì proprio per non dover cambiare ). Insomma, arrivo a Viareggio poco prima di avere un attacco di panico Telefono alle mengonelle sperando di poterle raggiungere, ma visto che non era sicuro che riuscissi ad arrivare all'hotel in tempo, sono andata direttamente alla cittadella. E qui ci sta un piccolo inciso: santa Effeci, mi ha rassicurato prima via sms e poi al telefono per me Viareggio era territorio sconosciuto e ostile, non ero neanche sicura di trovare un mezzo per arrivare in cittadella. poi Effe pronuncia una parola illuminante: taxi oh, in qualche modo ce la farò (ero anche disposta a farmi 5 kilometri a piedi con valigia al seguito, pur di raggiungere la meta ).
Comunque, tagliamo corto: trovo un autobus diretto alla cittadella (avevo anche trovato una signora gentilissima che si era offerta di portarmi a casa sua, prendere la macchina e portarmi alla cittadella, se non ci fossero stati autobus. ma questa è un'altra storia ).
Arrivata in zona cittadella ho il timore di essere atterrata in una landa desolata, poi sento il richiamo del pifferaio magico: c'è marco che sta facendo le prove Insomma, mi sono persa l'incontro con Guenda e soprattutto con la piccola Anita (sob ) e il cielo mi ha ripagata facendomi assistere alle prove, che erano appena iniziate cerco di non correre per mantenere una dignità, ma appena entro abbandono la valigia al suo destino e vado a godermi quel concerto inaspettato Prova La Guerra Prova In Viaggio Verso Me Prova Helter Skelter Prova Destra Sinistra Non avevo idea di cosa avrebbe cantato ed è stata una bella sorpresa: la canta bene, anche se si scorda metà testo
Lui è rilassato, ride e scherza da lontano con i fan. Si vede che si diverte, canta tutto benissimo ed è vocalmente in splendida forma, e io sono felice perché so che la sera farà bella figura sia con il pubblico che con la Fondazione
Durante le prove ci comunica la sua gioia, canticchia qualcosa tipo che noi fan gli siamo mancati, o che è felice di vederci lì, o una cosa simile; scusate ma non ricordo, ero emozionatissima e tra una foto e l'altra, mentre cercavo di registrare qualcosa col cell, dicevo pure una preghierina ad Apollo per ringraziarlo di avermi fatta arrivare lì in tempo Ed ero pure agitata perché quel pomeriggio lì il ragazzo era bello come il Sole, accidenti a lui
Nel frattempo per caso ho incontrato Pucca L'ho riconosciuta subito, lei invece ha passato 30 secondi a chiedersi chi era quella pazza al telefono che la salutava e le chiedeva di aspettarla Quando l'ho vista mi sembrava di conoscerla da sempre, volevo abbracciarla (non so se l'ho fatto, non ricordo nulla, in caso Pucca scusami ), ma al solito avrò detto due parole in croce...
Dopo un'oretta di prove arriva l'acquazzone, proprio mentre iniziano a provare L'illogica allegria Ci regala 50 secondi di Singing in the rain, prima di scendere dal palco e rinunciare definitivamente a provarla; e io penso sia stato anche un bene, perché la sera l'ha cantata in maniera perfetta, e forse se l'avessi sentita prima non mi sarei emozionata così tanto (scusate, sono un'egoista...).
La faccio corta perché ho già scritto un casino e il concerto non è ancora iniziato; della pioggia sapete già: quando ha cantato Silvestri ero in prima fila, poi ho preferito spostarmi più indietro perché davanti l'audio non era gran che e preferivo godermi al meglio la voce di Marco (tra l'altro ho trovato posto 5 o sei file più avanti rispetto al posto che avevo prenotato ). Bravo Silvestri, ma forse un po' sottotono; eccellente Andrea Mirò, che a me comunque piace, sia sui pezzi di Gaber che su Nessuno tocchi Caino (che preferisco cantata solo da lei, senza Ruggeri) Per me l'esibizione migliore della serata, peccato sia durata poco...
Poi J Ax (energia quanta ne vogliamo, ma non m'è piaciuto per nulla), David Anzalone con un monologo interminabile -carino i primi 5 minuti, poi basta...- ed ecco che è la volta di Marco Sale sul palco e torna a splendere il Sole, anche se è notte, anche se fino a un'ora prima ha piovuto, anche se siamo tutti zuppi di pioggia e intirizziti dal freddo. Arriva sul palco ed è uno scricciolo: si vede quanto sia emozionato e terrorizzato, sa che quella platea non è sua. E io sono felice, sono felice di vederlo scontrarsi con un mondo nuovo, perché so che superata la paura lascerà tutti a bocca aperta. E non mi ha smentita. Inizia cantando Helter Skelter, come hanno già detto una canzone che serve a lui per sciogliersi. E infatti mentre canta compie un gesto significativo: si toglie gli occhiali, che per me (ma è solo un'interpretazione mia) significa per lui levarsi la maschera e cantare come Marco Mengoni, non come Marco-Re Matto. Si leva gli occhiali e il maxischermo ci mostra in pieno i suoi occhi pieni di paura e insieme felici E io poso la macchina fotografica, perché mi tremano le mani e non riesco a scattare, e anche perché sento di non volere distrazioni: capisco che prima o poi arriverà la mazzata e voglio godermela in pieno
In viaggio verso me scorre via senza lasciare segni; già con Could you be loved vedo la gente accanto a me -fan accaniti di Gaber che inizialmente si chiedevano che ci facesse Marco lì- i gaberiani, dicevo, iniziano a sciogliersi anche loro insieme a quello scricciolo là sul palco, si lasciano andare e apprezzano le qualità vocali, pur al servizio di una canzuncella poverella quale Questa Notte.
Finalmente, pur con la bocca "felpata" e con l'ansia da prestazione che non vuole abbandonarlo Marco decide di affrontare Gaber: parte Destra Sinistra e Marco si inserisce nel pezzo con ironia: forse manca il cinismo riflessivo di Gaber, ma Marco non è Giorgio, e affronta la canzone a suo modo. Io sono entusiasta, i gaberiani intorno a me lo sono altrettanto; è il momento di Credimi Ancora: sbaglia le parole, la canta a metà tra il convinto e lo scazzato, ma ormai la breccia è aperta nelle orecchie di tutti e sebbene non la canti con la solita grinta la gente è ormai intenta ad ascoltarlo, non si distrae più
L'illogica allegria è per me il momento più alto non solo della sua esibizione, ma della serata in generale: per me la scelta della canzone non è casuale, e non è per nulla facile come qualche critico vuol far credere. Entrare in questo pezzo con il piglio giusto non è affatto semplice, Marco lo sa e la fa propria; quel "E sto bene" è liberatorio, per lui e per chi lo ascolta, io mi sono sentita riconciliata col mondo, vedevo davvero Marco (e un po' anche Gaber) fermarsi con l'auto e spegnere la radio per ascoltare la vita Forse perché è una canzone che amo, io l'ho sentita particolarmente: ho avuto la pelle d'oca (e stavolta il freddo non c'entrava nulla).
L'omaggio ad Amy Winehouse è stato bello e per me inaspettato, e quel "goodbye amy" finale conteneva così tanta dolcezza e rispetto che mi ha lasciato senza parole
Purtroppo Marco deve lasciare il palco, e io lo vedo un po' cresciuto dopo questa mezz'ora: ha superato la paura e incantato tre quarti di platea, non solo tra i fan ma anche tra chi non lo apprezzava prima.
La Vanoni l'ho vissuta un po' così: bravissima, eccezionale, ma ero ancora un po' scombussolata. Comunque il medley delle sue canzoni e Non insegnate ai bambini sono stati fantastici ed elegantissimi, come solo Ornella sa essere
Basta, il concerto è finito, è ora di concentrarsi sulle mengonelle Come al solito, sono stata un po' uno stoccafisso, ma sono stata felice di conoscere tanta gente per me ormai diventata familiare. Purtroppo ho avuto poco tempo per conoscervi ma lascio qualche espressione sparsa: Amaranta è dolcissima, come e più di quanto immaginassi; Effeci è un folletto pieno di gioia ed energia, simpaticissima e autoironica; Mafalda tenerissima, peccato aver scambiato due parole appena; Shanti e Luna le ho incrociate giusto per un saluto, spero ci sia occasione di rivedersi in futuro; Pucca è esattamente come la immaginavo Sono stata contenta di rivedere eripola e di conoscere lily
E un pensiero alle mengonelle con cui ho passato la notte bianca e parte del lunedì: anche Zoe è esattamente come la immaginavo, simpaticissima e dolce Therese è un vulcano, anche lei molto dolce e divertente Carota mi è sembrata molto materna, sia con Marco che con noi, che tenera Il kaiser è una certezza: mengonello fino al midollo, si sveglia al mattino e canta "solo lungo l'autostrada" duful è meravigliosa: gentilissima, disponibile, divertentissima e agguerrita verso i critici da strapazzo con lei e il kaiser abbiam passato mezzo pomeriggio in giro per Pisa cercando di tradurre il senso di "confusa voracità creativa" ovviamente senza riuscirci
Ora la smetto perché ho scritto un post kilometrico, ma voglio ribadire un concetto: è stato tutto bellissimo, sia Marco che voi siete stati una piacevole scoperta/riscoperta sono felice di esserci stata e di aver ascoltato dal vivo quelle 3 piccole grandi perle che per chi sa ascoltare fugano ogni eventuale dubbio sulle capacità vocali E interpretative di quello scricciolo lì che ha l'Arte dentro di sé
Domenica sono saltata sul treno in preda ad una strana agitazione, che mi ha più volte portata a pensare di aver sbagliato treno, di aver mancato la fermata di Viareggio, di aver scordato che dovevo cambiare a Pisa (sebbene fossi certa di aver preso il treno a quell'ora lì proprio per non dover cambiare ). Insomma, arrivo a Viareggio poco prima di avere un attacco di panico Telefono alle mengonelle sperando di poterle raggiungere, ma visto che non era sicuro che riuscissi ad arrivare all'hotel in tempo, sono andata direttamente alla cittadella. E qui ci sta un piccolo inciso: santa Effeci, mi ha rassicurato prima via sms e poi al telefono per me Viareggio era territorio sconosciuto e ostile, non ero neanche sicura di trovare un mezzo per arrivare in cittadella. poi Effe pronuncia una parola illuminante: taxi oh, in qualche modo ce la farò (ero anche disposta a farmi 5 kilometri a piedi con valigia al seguito, pur di raggiungere la meta ).
Comunque, tagliamo corto: trovo un autobus diretto alla cittadella (avevo anche trovato una signora gentilissima che si era offerta di portarmi a casa sua, prendere la macchina e portarmi alla cittadella, se non ci fossero stati autobus. ma questa è un'altra storia ).
Arrivata in zona cittadella ho il timore di essere atterrata in una landa desolata, poi sento il richiamo del pifferaio magico: c'è marco che sta facendo le prove Insomma, mi sono persa l'incontro con Guenda e soprattutto con la piccola Anita (sob ) e il cielo mi ha ripagata facendomi assistere alle prove, che erano appena iniziate cerco di non correre per mantenere una dignità, ma appena entro abbandono la valigia al suo destino e vado a godermi quel concerto inaspettato Prova La Guerra Prova In Viaggio Verso Me Prova Helter Skelter Prova Destra Sinistra Non avevo idea di cosa avrebbe cantato ed è stata una bella sorpresa: la canta bene, anche se si scorda metà testo
Lui è rilassato, ride e scherza da lontano con i fan. Si vede che si diverte, canta tutto benissimo ed è vocalmente in splendida forma, e io sono felice perché so che la sera farà bella figura sia con il pubblico che con la Fondazione
Durante le prove ci comunica la sua gioia, canticchia qualcosa tipo che noi fan gli siamo mancati, o che è felice di vederci lì, o una cosa simile; scusate ma non ricordo, ero emozionatissima e tra una foto e l'altra, mentre cercavo di registrare qualcosa col cell, dicevo pure una preghierina ad Apollo per ringraziarlo di avermi fatta arrivare lì in tempo Ed ero pure agitata perché quel pomeriggio lì il ragazzo era bello come il Sole, accidenti a lui
Nel frattempo per caso ho incontrato Pucca L'ho riconosciuta subito, lei invece ha passato 30 secondi a chiedersi chi era quella pazza al telefono che la salutava e le chiedeva di aspettarla Quando l'ho vista mi sembrava di conoscerla da sempre, volevo abbracciarla (non so se l'ho fatto, non ricordo nulla, in caso Pucca scusami ), ma al solito avrò detto due parole in croce...
Dopo un'oretta di prove arriva l'acquazzone, proprio mentre iniziano a provare L'illogica allegria Ci regala 50 secondi di Singing in the rain, prima di scendere dal palco e rinunciare definitivamente a provarla; e io penso sia stato anche un bene, perché la sera l'ha cantata in maniera perfetta, e forse se l'avessi sentita prima non mi sarei emozionata così tanto (scusate, sono un'egoista...).
La faccio corta perché ho già scritto un casino e il concerto non è ancora iniziato; della pioggia sapete già: quando ha cantato Silvestri ero in prima fila, poi ho preferito spostarmi più indietro perché davanti l'audio non era gran che e preferivo godermi al meglio la voce di Marco (tra l'altro ho trovato posto 5 o sei file più avanti rispetto al posto che avevo prenotato ). Bravo Silvestri, ma forse un po' sottotono; eccellente Andrea Mirò, che a me comunque piace, sia sui pezzi di Gaber che su Nessuno tocchi Caino (che preferisco cantata solo da lei, senza Ruggeri) Per me l'esibizione migliore della serata, peccato sia durata poco...
Poi J Ax (energia quanta ne vogliamo, ma non m'è piaciuto per nulla), David Anzalone con un monologo interminabile -carino i primi 5 minuti, poi basta...- ed ecco che è la volta di Marco Sale sul palco e torna a splendere il Sole, anche se è notte, anche se fino a un'ora prima ha piovuto, anche se siamo tutti zuppi di pioggia e intirizziti dal freddo. Arriva sul palco ed è uno scricciolo: si vede quanto sia emozionato e terrorizzato, sa che quella platea non è sua. E io sono felice, sono felice di vederlo scontrarsi con un mondo nuovo, perché so che superata la paura lascerà tutti a bocca aperta. E non mi ha smentita. Inizia cantando Helter Skelter, come hanno già detto una canzone che serve a lui per sciogliersi. E infatti mentre canta compie un gesto significativo: si toglie gli occhiali, che per me (ma è solo un'interpretazione mia) significa per lui levarsi la maschera e cantare come Marco Mengoni, non come Marco-Re Matto. Si leva gli occhiali e il maxischermo ci mostra in pieno i suoi occhi pieni di paura e insieme felici E io poso la macchina fotografica, perché mi tremano le mani e non riesco a scattare, e anche perché sento di non volere distrazioni: capisco che prima o poi arriverà la mazzata e voglio godermela in pieno
In viaggio verso me scorre via senza lasciare segni; già con Could you be loved vedo la gente accanto a me -fan accaniti di Gaber che inizialmente si chiedevano che ci facesse Marco lì- i gaberiani, dicevo, iniziano a sciogliersi anche loro insieme a quello scricciolo là sul palco, si lasciano andare e apprezzano le qualità vocali, pur al servizio di una canzuncella poverella quale Questa Notte.
Finalmente, pur con la bocca "felpata" e con l'ansia da prestazione che non vuole abbandonarlo Marco decide di affrontare Gaber: parte Destra Sinistra e Marco si inserisce nel pezzo con ironia: forse manca il cinismo riflessivo di Gaber, ma Marco non è Giorgio, e affronta la canzone a suo modo. Io sono entusiasta, i gaberiani intorno a me lo sono altrettanto; è il momento di Credimi Ancora: sbaglia le parole, la canta a metà tra il convinto e lo scazzato, ma ormai la breccia è aperta nelle orecchie di tutti e sebbene non la canti con la solita grinta la gente è ormai intenta ad ascoltarlo, non si distrae più
L'illogica allegria è per me il momento più alto non solo della sua esibizione, ma della serata in generale: per me la scelta della canzone non è casuale, e non è per nulla facile come qualche critico vuol far credere. Entrare in questo pezzo con il piglio giusto non è affatto semplice, Marco lo sa e la fa propria; quel "E sto bene" è liberatorio, per lui e per chi lo ascolta, io mi sono sentita riconciliata col mondo, vedevo davvero Marco (e un po' anche Gaber) fermarsi con l'auto e spegnere la radio per ascoltare la vita Forse perché è una canzone che amo, io l'ho sentita particolarmente: ho avuto la pelle d'oca (e stavolta il freddo non c'entrava nulla).
L'omaggio ad Amy Winehouse è stato bello e per me inaspettato, e quel "goodbye amy" finale conteneva così tanta dolcezza e rispetto che mi ha lasciato senza parole
Purtroppo Marco deve lasciare il palco, e io lo vedo un po' cresciuto dopo questa mezz'ora: ha superato la paura e incantato tre quarti di platea, non solo tra i fan ma anche tra chi non lo apprezzava prima.
La Vanoni l'ho vissuta un po' così: bravissima, eccezionale, ma ero ancora un po' scombussolata. Comunque il medley delle sue canzoni e Non insegnate ai bambini sono stati fantastici ed elegantissimi, come solo Ornella sa essere
Basta, il concerto è finito, è ora di concentrarsi sulle mengonelle Come al solito, sono stata un po' uno stoccafisso, ma sono stata felice di conoscere tanta gente per me ormai diventata familiare. Purtroppo ho avuto poco tempo per conoscervi ma lascio qualche espressione sparsa: Amaranta è dolcissima, come e più di quanto immaginassi; Effeci è un folletto pieno di gioia ed energia, simpaticissima e autoironica; Mafalda tenerissima, peccato aver scambiato due parole appena; Shanti e Luna le ho incrociate giusto per un saluto, spero ci sia occasione di rivedersi in futuro; Pucca è esattamente come la immaginavo Sono stata contenta di rivedere eripola e di conoscere lily
E un pensiero alle mengonelle con cui ho passato la notte bianca e parte del lunedì: anche Zoe è esattamente come la immaginavo, simpaticissima e dolce Therese è un vulcano, anche lei molto dolce e divertente Carota mi è sembrata molto materna, sia con Marco che con noi, che tenera Il kaiser è una certezza: mengonello fino al midollo, si sveglia al mattino e canta "solo lungo l'autostrada" duful è meravigliosa: gentilissima, disponibile, divertentissima e agguerrita verso i critici da strapazzo con lei e il kaiser abbiam passato mezzo pomeriggio in giro per Pisa cercando di tradurre il senso di "confusa voracità creativa" ovviamente senza riuscirci
Ora la smetto perché ho scritto un post kilometrico, ma voglio ribadire un concetto: è stato tutto bellissimo, sia Marco che voi siete stati una piacevole scoperta/riscoperta sono felice di esserci stata e di aver ascoltato dal vivo quelle 3 piccole grandi perle che per chi sa ascoltare fugano ogni eventuale dubbio sulle capacità vocali E interpretative di quello scricciolo lì che ha l'Arte dentro di sé
Alux- Messaggi : 11510
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che bei resoconti ragazze!
Guenda- mengonella
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Re: APPUNTAMENTI con Marco Mengoni - RESOCONTI
Alux
Ma quanti eravamo domenica? Si vede proprio che Marco dal vivo ci manca! Si sposta per cantare mezz'oretta e siamo tutti lì, da ogni parte d'Italia, con un tempo impossibile e mille peripezie.... Questo è amore.
Per me è sempre una gioia e una festa incontrarvi e passare le ore insieme a voi. Grazie a voi e grazie a Marco.
Ma quanti eravamo domenica? Si vede proprio che Marco dal vivo ci manca! Si sposta per cantare mezz'oretta e siamo tutti lì, da ogni parte d'Italia, con un tempo impossibile e mille peripezie.... Questo è amore.
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EffeCi- mengonella
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Re: APPUNTAMENTI con Marco Mengoni - RESOCONTI
Grazie per i vostri racconti
anche se non c'ero mi fate rivivere l'atmosfera bellissima che si crea tra noi ai concerti di Marco tutte le emozioni condivise..il cazzeggio...
@alux: veramente bellissimo il tuo
anche se non c'ero mi fate rivivere l'atmosfera bellissima che si crea tra noi ai concerti di Marco tutte le emozioni condivise..il cazzeggio...
@alux: veramente bellissimo il tuo
daluxx- mengonella
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Re: APPUNTAMENTI con Marco Mengoni - RESOCONTI
Alux qui ci vuole un abbraccione cosmoflegico!
Therese- mengonella
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Re: APPUNTAMENTI con Marco Mengoni - RESOCONTI
che bei resoconti! grazie luna, Zoe e Alux
duful- mengonella
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Re: APPUNTAMENTI con Marco Mengoni - RESOCONTI
Grazie ragazze per i resoconti e ancora grazie a Duful per la squisita ospitalità!
Ospite- Ospite
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