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Interviste, articoli e recensioni, chi canta e chi suona

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Interviste, articoli e recensioni, chi canta e chi suona - Pagina 8 Empty Re: Interviste, articoli e recensioni, chi canta e chi suona

Messaggio Da camila Ven 13 Mag 2011, 13:34

Gli ex Pink Floyd hanno suonato insieme di nuovo
L'apparizione a sorpresa di Gilmour e Mason al concerto di Roger Waters a Londra

Ieri sera, l’ex bassista e fondatore dei Pink Floyd Roger Waters ha tenuto un concerto all’O2 Arena di Londra, per una data del suo tour da solista The Wall Live. Ma al momento di suonare “Comfortably Numb”, si è unito a lui l’ex chitarrista David Gilmour, e per la canzone finale, “Outside the Wall”, si è aggiunto anche l’ex batterista del gruppo Nick Mason con un tamburello. A luglio scorso Waters promise che gilmour avrebbe suonato “Comfortably Numb” durante un concerto del tour (non specificò quale), ma la presenza di Mason era del tutto inaspettata. Si tratta della terza volta in cui i componenti originali della band si riuniscono in trent’anni, dopo che Waters lasciò il gruppo al termine del Wall tour del 1980/1981. La prima occasione fu al Live 8 del 2005 e la seconda all’evento benefico della Hoping Foundation, lo scorso anno (dove suonarono solo Waters e Gilmour). Il quarto membro della band, il tastierista Roger Wright, è morto nel 2008 (Syd Barrett, primo ispiratore della band è morto nel 2006).



http://www.ilpost.it/2011/05/13/reunion-pink-floyd/
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Messaggio Da duful Ven 13 Mag 2011, 15:17

http://mag.sky.it/mag/musica/2011/05/02/matteo_becucci_intervista_ex_factor.html

Il vero fattore X, i concorrenti di X Factor dimostrano di averlo solo una volta usciti dal talent, che dalla prossima stagione approderà su Sky. Lo sa bene Marco Mengoni (guarda la fotogallery), che nel giro di un anno è riuscito a porre le basi per una carriera duratura, ma lo sanno anche gli Aram Quartet, che dopo la vittoria alla prima edizione sono scomparsi nel nulla. Matteo Becucci, premiato alla seconda stagione, sta provando a dimostrare di avere le carte in regola col suo primo album eponimo, che segue gli EP Impossibile e Cioccolato amaro e caffè.

Ma, in bilico tra Mengoni e gli Aram, gli altri finalisti o concorrenti delle quattro edizioni di X Factor che fine hanno fatto? C’è chi come Noemi (leggi l’intervista), soltanto quinta classificata nel corso del secondo anno, si è già affermata come nuovo talento della musica italiana: tra un Wind Music Awards, due album di successo e collaborazioni di prestigio come quelle con Fiorella Mannoia e Vasco Rossi, la rossa di Roma sembra essere assieme a Mengoni la partecipante del talent con le migliori prospettive future. Sembrava partita bene anche Giusy Ferreri, medaglia d’argento nella prima edizione, ma dopo i primi dischi e l’exploit rock all’ultimo Sanremo (leggi l’intervista), la sua popolarità appare in netto calo. Ha buone possibilità Nathalie, vincitrice della passata edizione, ma soltanto col tempo potrà dimostrare di essere all’altezza di un successo duraturo.

Le aspettative hanno invece bruciato gli Aram Quartet, che pur avendo vinto la prima edizione si sono sciolti nel 2010. Emanuele Dabbono e Jury Magliolo, terzi classificati nella prima e seconda edizione, sono pressoché spariti. I Bastard Sons of Dioniso (leggi l’intervista), che hanno furoreggiato a X Factor 2 e si sono piazzati dietro Becucci, hanno dimostrato buone qualità ma, privi di una vetrina televisiva, hanno pagato il loro essere poco mainstream, senza riuscire così a fare il grande salto (almeno per ora). Per finire, rimaniamo in attesa di conferme da parte del bravo Giuliano Rassu e delle Yavanna (secondo e terze a X Factor 3), di Davide Mogavero e del bizzarro Nevruz Joku (argento e bronzo all’ultima edizione), che hanno ancora un po’ di tempo a disposizione prima di essere dichiarati dispersi.

In occasione dell’uscita del suo disco, ecco cosa ci ha raccontato Matteo Becucci

Il suo album è stato anticipato dal singolo La cucina giapponese: com’è il suo rapporto con il cibo del Sol Levante?
Mi piace moltissimo, soprattutto a pranzo, perché di solito di notte ho difficoltà a prendere sonno e se a mezzogiorno mi mangio un piatto di pasta, poi dopo crollo. Ma la cucina giapponese è stata per me anche l’occasione di sviluppare la metafora di un rapporto che in apparenza è perfetto, ma che poi nella sostanza ti lascia poco.

Rispetto a quanto ci aveva abituati a X Factor, la voce che sentiamo nel disco è leggermente diversa…
Quelle di X Factor erano tutte esibizioni dal vivo, il lavoro in studio è sempre differente. La mia voce è chiara e lineare, così per quanto riguarda i suoni abbiamo deciso di incattivire un po’ tutto il resto, anche perché volevo che questo disco avesse dentro un po’ di elettronica.

Ultimamente è stato in giro con il musical Jesus Christ Superstar nei panni di Giuda: come è andata?
Benissimo. Dopo il musical ho cominciato a prendere lezioni di recitazione perché se tornassi a fare altri spettacoli vorrei essere più preparato dal punto di vista della recitazione. Anche se poi, in realtà, le recensioni sono state molto positive.

Cos’è più difficile, andare bene a X Factor o mantenere il successo dopo?
Mah, l’esperienza a X Factor è molto particolare, sei chiuso dentro questa casa per mesi e non ti rendi molto conto di quel che ti succede attorno. Io non l’ho vissuta con molta pressione, anche perché non avevo guardato l’edizione precedente e non sapevo bene quel che mi aspettava. Ma anche una volta uscito da X Factor ho sempre vissuto tutto con grande serenità.
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Messaggio Da Therese Ven 13 Mag 2011, 18:02

http://www.sologossip.com/2011/05/13/novita-dal-mondo-di-marco-mengoni-renato-zero-e-il-legame-con-marco-mengoni-video/

Novità dal mondo di Marco Mengoni, Renato Zero e il legame con Marco Mengoni (VIDEO)
Pubblicato il 13 Maggio, 2011

Interviste, articoli e recensioni, chi canta e chi suona - Pagina 8 Marco-Mengoni-e-Renato-Zero

Pochi giorni fa il celebre cantautore italiano Renato Zero ha rilasciato un’intervista nella quale ha parlato della sua musica e della voglia di ritornare a cantare in compagnia di altri artisti. L’artista, il cui vero nome è Renato Fiacchini, ha citato collaborazioni di grande successo quali Dalla-De Gregori e Daniele-De Gregori-Mannoia-Ron affermando che “l’unione fa la forza”:
<BLOCKQUOTE>“Ora vorrei provare a guardarmi allo specchio con occhi diversi. Insomma, sento il bisogno di tornare a fare “compagnia” come accadeva a De Filippo, a Dapporto, o a Wanda Osiris.Non è una novità che l’unione fa la forza. Vedi Dalla e De Gregori, ma anche esperimenti del passato come il tour a quattro di Daniele, De Gregori, Mannoia e Ron o, ancor prima, quello di Jovanotti, Ramazzotti, e Daniele”. </BLOCKQUOTE>
Soffermandosi su questo argomento l’intervistatore ha chiesto al cantautore con chi vorrebbe affrontare un’avventura di questo tipo e, senza alcuna esitazione Renato ha fatto quattro nomi, tra i quali compare anche quello di Marco Mengoni (Gli altri tre sono Mario Biondi, Giorgia e Giuliano Sangiorgi). Sicuramente scoprire di essere uno dei cantanti con cui Renato vorrebbe collaborare è un grande onore per Marco ed anche per i suoi fan che di sicuro saranno orgoglioso del loro beniamino.
Parlando sempre del vincitore di “X-Factor 3” e di Renato Zero dobbiamo dare attenzione ad un evento che li ha visti fianco al fianco, ossia il concerto di Elisa. L’esibizione si è tenuta venerdì scorso a Roma al Gran Teatro e tra il pubblico era appunto presente Marco in compagnia di Fiorella Mannoia e, udite udite, proprio del sessantunenne. Nel corso della serata, tornando nuovamente ad un altro artista citato dal cantautore, si è esibito sul palco anche Giuliano Sangiorgi, leader dei Negramano reduce da un’operazione alle corde vocali.

Preferite i Negramano o Marco Mengoni?

Tornando nuovamente a parlare del legame tra i due cantanti, vogliamo dare attenzione alla raccolta di brani di Renato uscita il 10 maggio in onore dei suoi 60 anni. Nel cofanetto, contenente le più belle canzoni del cantante eseguite nel corso del tour “SeiZero”che si è tenuto a Roma, è presenta anche l’esibizione di Marco sulle note di “Per non essere così”. Anche questa notizia renderà felice l’ex x-factor, che grazie all’opportunità data dal grande Renato riuscirà a farsi apprezzare da un altro tipo di pubblico.

Vi piacerebbe veder duettare Marco e Renato?
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Messaggio Da camila Lun 16 Mag 2011, 13:23

Voci: album di pop 'vecchio' e poi uno rock per Paul McCartney

Paul McCartney avrebbe terminato di registrare un album di "vecchi" standard pop dell'epoca pre-rock, al quale vorrebbe farne seguire uno di rock tosto. Così perlomeno riporta Perez Hilton, il noto celebrity blogger che di tanto in tanto pubblica anche notizie "serie"; non sempre queste ultime poi però risultano vere, quindi meglio prendere le anticipazioni con una certa cautela. Sir Paul, secondo Hilton (all'anagrafe Mario Armando Lavandeira junior), ha lavorato con un'orchestra realizzando una dozzina di canzoni; alcune di esse vedrebbero l'apporto di Diana Krall. "E' lo stile di musica di mio papà", avrebbe detto McCartney. "Era una cosa che volevo fare da sempre, già dal periodo dei Beatles, ma poi Rod Stewart ha dato di matto e allora ho pensato 'meglio aspettare, altrimenti qui pensano che voglio copiare Rod'. Sono giusto delle canzoni che ammiro, ma cerco di stare alla larga da quelle troppo risapute. E' musica del tipo 'tornando a casa dal lavoro', musica che metti su e ti versi un bicchiere di vino". Macca, sempre secondo Hilton, vorrebbe poi mettere mano ad un disco di "heavier rock" e spera di lavorare con Dave Grohl dei Foo Fighters per alcuni brani.

http://www.rockol.it/news-245537/Voci--album-di-pop-vecchio-e-poi-uno-rock-per-Paul-McCartney
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Messaggio Da camila Ven 20 Mag 2011, 13:01

Pilar: «Concerto gratis (solo per chi vota)»

La cantautrice, il 13 giugno farà come San Tommaso. Finito il referendum, si metterà alla porta dello spazio in cui si esibisce. Facendo passare solo chi con se porterà la scheda elettorale (timbrata). «Se non vedo, non credo»

di Lavinia Farnese · 19 maggio 2011

Come San Tommaso, la cantautrice Pilar, «se non vede non crede». È giovane, bella come la sua voce, di successo (con Femminile singolare), «impegnata», e ha deciso: il 13 giugno, aprirà la porta all’ascolto della sua voce (e della chitarra di Federico Ferrandina), live, in uno spazio privato, a Roma e a chiunque vorrà. Purché porti con se «un biglietto speciale». Ovvero, il proprio documento. E la tessera elettorale. Attenzione: timbrata. Una prova, nulla di più, che l’ospite abbia votato a un referendum «troppo importante per essere ignorato»: quello - su acqua, nucleare e legittimo impedimento - del 12 e 13 giugno.
Il concerto, San Tommaso is back, organizzato da lei insieme a Giovanna Mirabella nello studio del fotografo romano Paolo Soriani, in un passaparola via Facebook, da «gioco» si sta facendo, like dopo like, «format virale». Trasformandosi in un «aperivoto», a cui il resto d’Italia ha risposto, chiedendo di unirsi: Enna, Napoli, Milano, Treviso. L’attore sardo Jacopo Cullin, per esempio, organizzerà una sua performance a New York. I Second Grace a Palermo. Gnu quartet a Genova.
Lei, Pilar (al secolo Ilaria Patassini), è per il sì, ma invita tutti, «signore e signori, gente di destra/sinistra/su e giù, opossum, cattolici, metodisti e/o sconsiderati seguaci di Hello Kitty» ad andare alle urne. «Perché la Bellezza dell’Italia finisca di essere bestemmiata, offesa, violentata».

http://www.vanityfair.it/show/musica/2011/05/19/pilar-referendum-12-e-13-giugno-san-tommaso-is-back#?refresh=ce

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Messaggio Da duful Lun 23 Mag 2011, 18:41

http://realityshow.blogosfere.it/2011/05/wind-music-awards-2011-ecco-il-cast-delle-serate-di-venerdi-27-e-sabato-28-in-onda-su-italia-1-il-7.html

Wind Music Awards 2011, ecco il cast delle serate di venerdì 27 e sabato 28 (in onda su Italia 1 il 7, 14 e 21 giugno): oltre 50 artisti presenti


Venerdì 27 e sabato 28 maggio all'Arena di Verona andrà in scena la quinta edizione dei Wind Music Awards, con la conduzione di Vanessa Incontrada (voto: 7) e Teo Mammucari (5). L'evento andrà in onda martedì 7, 14 e 21 giugno in prima serata su Italia 1. Saranno oltre 50 gli artisti che saliranno sul palco.
VENERDÌ 27 MAGGIO Giovanni Allevi, Biagio Antonacci, Stefano Bollani, Marco Carta, Carmen Consoli, Cesare Cremonini, Gigi D'Alessio, Due di Picche (JAx e Neffa), Elisa, Fabri Fibra, Raphael Gualazzi, Il Volo, Ligabue, Fiorella Mannoia, Marco Mengoni, Modà, Simona Molinari, Negramaro, Noemi, Nomadi, Virginio Simonelli, Roberto Vecchioni, Renato Zero, Zero Assoluto, Nina Zilli e Zucchero. Ospiti internazionali: i Beady Eye di Liam Gallagher.
SABATO 28 MAGGIO Niccolò Agliardi, Malika Ayane, Alessandra Amoroso, Annalisa Scarrone, Biagio Antonacci, Claudio Baglioni, Mario Biondi, Alessandro Casillo, Francesco De Gregori, Emma Marrone, Ghost, Litfiba, Modà, Simona Molinari, Erica Mou, Max Pezzali, Pooh, Povia, Francesco Renga, Alfredo Serafini, Daniele Silvestri, Subsonica e Renato Zero. Ospiti internazionali: gli Hooverphonic.

Giovedì 26 maggio saranno registrate le partecipazioni di Gianna Nannini e della cantautrice anglo-pakistana Rumer.
Durante i Wind Music Awards 2011 ritireranno il riconoscimento gli artisti che hanno pubblicato e venduto nell'arco di tempo compreso tra maggio 2010 e maggio 2011, oltre 120 mila copie (multi platino) o 60 mila copie (platino) o 30.000 copie (oro) dei loro dischi in Italia. Oltre a questi premi, durante la due giorni veronese, verranno consegnati altri riconoscimenti sempre dedicati ai più grandi artisti nazionali: il "Digital Songs" che verrà assegnato ai brani che hanno avuto oltre 60.000 download (multi platino) e 30.000 download (platino). A questi si aggiungono il premio delle associazioni del settore discografico di Confindustria Cultura Italia FIMI, PMI e AFI che verrà assegnato a Niccolò Agliardi, Simona Molinari, Erica Mou, Povia, Daniele Silvestri, Roberto Vecchioni e Zero Assoluto e i premi speciali "Arena di Verona". Come da tradizione, sul palcoscenico dei Wind Music Awards si alterneranno, in veste di premiatori, molti personaggi del mondo dello spettacolo, della televisione, dello sport, della cultura e, in qualità di ospiti, importanti artisti nazionali e internazionali.
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Messaggio Da camila Mer 25 Mag 2011, 12:49

Adele rifìuta milioni, canterà solo nei locali piccoli

Adele sta rifiutando offerte del valore potenziale di milioni di euro. La cantante londinese, che lo scorso 5 maggio ha compiuto 23 anni ed il cui secondo album "21" è da varie settimane al numero uno sia negli USA sia in Gran Bretagna, teme infatti di esibirsi ai festival o in luoghi dall'ampia capienza in quanto ritiene che potrebbe avere degli attacchi di ansia. Adele, che secondo la "Rich list" del "Sunday Times" può contare su una fortuna di 7 milioni di euro, sentita dalla rivista musicale britannica "Q" ha affermato che continuerà a cantare solamente in locali piccoli o a massimo medi. La cantante ha anche così spiegato: "Io di festival non ne faccio. Il pensiero di un vasto pubblico davanti a me mi spaventa da morire. Inoltre penso che la mia musica non funzionerebbe, è troppo lenta. Detesterei annunciare una mia esibizione ad un festival e poi avere un ca**o di attacco d'ansia e non andare in scena". La chanteuse di Tottenham ha quindi rivelato che recentemente il suo management le ha proposto tre serate alla O2 Arena di Londra, che può arrivare a 23.000 spettatori, ma lei ha rifiutato perché preferisce un posto da 400 paganti.. "Piuttosto che fare una sola serata alla O2, faccio dodici anni al Barfly", ha detto. Nel Regno Unito, intanto, la scorsa domenica sera "21" ha raggiunto le sedici settimane non consecutive al vertice della locale chart.

http://www.rockol.it/news-249061/Adele-rif%C3%ACuta-milioni,-canter%C3%A0-solo-nei-locali-piccoli
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Messaggio Da Zoe Gio 26 Mag 2011, 11:14

http://www.rockol.it/news-249600/Bono-rivela-titoli-di-canzoni-del-nuovo-album-degli-U2

Bono rivela titoli di canzoni del nuovo album degli U2

Bono, intervistato dalla rivista irlandese "Hot Press" per un servizio essenzialmente sul presidente Barack Obama, ha risposto ad un paio di domande sui prossimi progetti discografici degli U2. Il prossimo album "vero e proprio" della band "probabilmente" uscirà nel corso "del prossimo autunno". Il giornalista Olaf Tyaransen ha chiesto al frontman, visto che inizialmente gli U2 avevano programmato di pubblicare un nuovo disco in questo periodo, in concomitanza con l'ultima tranche di concerti nordamericani, se l'album in questione fosse il favoleggiato "Songs of ascent". "No, in realtà ne abbiamo in ballo un po'", ha risposto il cantante ridendo. E poi: "Abbiamo 'Songs of ascent', che è una specie di album estatico, ambient, canzoni molto belle. Ma è un disco da vetrate artistiche, elegiaco. Penso che alcune sue canzoni si possano descrivere come belle. C'è una canzone che si chiama 'Mount Zion', bella. C'è una canzone che si chiama 'Soon', c'è una canzone che si chiama 'Every breaking wave'. Poi c'è...siamo andati in studio con RedOne per fare della musica da club e adesso abbiamo della roba da club veramente straordinaria, una si chiama 'I'll believe her when she sings'. Fammi pensare se adesso riesco a ricordarmele tutte...'North star', questa in realtà è una ballata, è una bella canzone che in realtà abbiamo già suonato sul palco un po' di volte in tour. E poi noi, quella specie di album rock...anche se penso che 'rock' sia la parola sbagliata...la prossima specie di album 'normale degli U2 come band', l'abbiamo iniziato a fare con Danger Mouse. Brian Burton, Danger Mouse. Il quale è una specie di mix tra Brian Eno e Danny Lanois. E' un tipo cerebrale, ma con profonde riserve di istinto che lui preferisce sempre rispetto all'intelletto. Su di noi ha un bell'impatto perché ci incoraggia parecchio a distoglierci da tutte le cose che conosciamo". Bono prosegue affermando che il gruppo ha al momento circa 10 canzoni con Danger Mouse, 18 canzoni per "Spider-Man" e 20 strumentali per "Spider-Man". Il giornalista ha poi chiesto al cantante se vi sia una data di pubblicazione per il prossimo album degli U2. "Penso il prossimo autunno. Cioé, come sempre, sarà pronto quando è terminato anche se a me sembra sempre che un album degli U2 non sia mai completato. Quando sarà quasi finito, lo pubblicheremo. E sarà probabilmente il prossimo autunno. Vogliamo fare le cose per bene. Cioé, perché uno vorrebbe un altro album degli U2? C'è un sacco di gente che ha nostri dischi, perché uno in più? Deve essere veramente bello".


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Messaggio Da Delilah Gio 26 Mag 2011, 13:53

Si celebra Zero, si dimentica Dylan

Il problema della rappresentazione della musica in tv

Il compleanno di Bob Dylan, il 70°, è stato quasi completamente
ignorato dalle tv generaliste. Per l'occasione, l'informazione
mainstream non ha trovato di meglio che alludere a una sua passata
dipendenza dall'eroina. Vero, falso? Con Dylan, con gli artisti bisogna
sempre stare attenti e poi la cosa che di lui più importa è la musica.
Per fortuna Studio Universal (Mediaset Premium, DTT) gli ha riservato
una serata con un «focus» dedicato al suo rapporto con il cinema: c'è
una tenera intervista dove il cantautore confessa di amare François
Truffaut e ce n'è una più lunga del professor Alessandro Carrera,
dylanologo, che racconta molto bene la sua «anima cinematografica».

Interviste, articoli e recensioni, chi canta e chi suona - Pagina 8 Dylan_c1--140x180

Sullo sfondo resta il problema della rappresentazione della musica in tv. È un vecchio dilemma: ricordo che molti anni fa, discutendo sulla voce «musica e tv» per la Garzantina sulla
televisione, erano saltati fuori molti problemi sul consumo della
musica in tv. Una posizione radicale era questa: attraverso il
televisore (ci si riferiva alle sue qualità tecniche) si sente solo
cattiva musica e si attribuiva alle sigle l'unico momento di felice
incontro. Poi le cose sono evolute in fretta: c'è stato il fenomeno dei
videoclip, ovvero la narrativizzazione della musica, sono nati i canali
satellitari e tematici, i televisori stessi offrono ormai una qualità di
suono di eccellenza.

Quindi, come pare inevitabile, festeggiamo il compleanno di
Renato Zero e ignoriamo quello di Dylan, tanto ci pensa la rete a
mantenere vivo il mito. Dylan da tempo ha oltrepassato i confini della
spettacolarità mainstream per generare una vera e propria «cultura di
fandom», per diventare un prodotto di culto alimentato, in primis, dal
suo Never Ending Tour e poi dalla miriade di siti a lui dedicati che in
questi giorni si dedicano alla scelta della canzone preferita. Dylan non
è più racchiudibile entro i confini di un testo o di un medium ma ha
creato una cosmologia fantastica e transmediale, se pur di nicchia.

Aldo Grasso

http://www.corriere.it/spettacoli/11_maggio_26/grasso_renato_zero_dylan_fb44e9f0-8753-11e0-8601-a1952c3da2ae.shtml
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Messaggio Da Tyn@67 Gio 26 Mag 2011, 22:29

RADIO2 LIVE PRESENTA:
CRISTINA DONÀ IN CONCERTO
VENERDÌ 27 MAGGIO
ORE 21.00


Venerdì 27 maggio, dalle ore 21:00 circa, Radio2 trasmetterà il concerto della cantautrice Cristina Donà, registrato a Roma. La serata è presentata da Gerardo Panno.
Radio2 Live propone il esclusiva il concerto di Cristina Donà registrato all’Auditorium Parco della Musica di Roma nell’ambito dell’attuale tour. L’artista, che è una delle voci più originali della nostra musica d’autore, presenta il suo ultimo album “Torno a casa a piedi”, lavoro di successo con cui è tornata quest’anno sulla scena. Un disco ricco di atmosfere musicali, fresche aperture, rock colorito e suggestioni. A circa due anni dal precedente “Piccola faccia”, l’artista si è presentata in chiave più solare, per celebrare la vita con leggerezza e ironia. E in concerto, ripercorre una carriera iniziata negli anni ’90, all’insegna del nuovo cantautorato di matrice rock. Cristina Donà esordì nel 1997 con “Tregua”, prodotto da Manuel Agnelli degli Afterhours. Un disco sorprendente che ottenne la Targa Tenco per il miglior album di debutto. Da lì, è iniziato un cammino singolare, che ha fatto di Cristina una delle personalità femminili più rilevanti della scena musicale italiana, con significative escursioni internazionali. Collaborazioni di rilievo con Mauro Pagani, Morgan, Marco Parente e Robert Wyatt in “Nido” (1999). L’esordio in libreria con “Appena sotto le nuvole” (2000). Lo storico concerto alla Royal Festival Hall di Londra per il Meltdown Festival (2001) e all’Eurosonic Festival di Groningen (2002). La collaborazione con Davey Ray Moor dei Cousteau per l’album “Dove sei tu” (2003). L’exploit dell’album in inglese “Cristina Donà” (2004) lodato dalla critica internazionale e il Premio Chatwin come artista nel mondo. Il memorabile tour teatrale “Il suono della luce” nel 2006. L’eccellente album “La quinta stagione” (2007) prodotto da Peter Walsh e “Piccola faccia” (2008), lavoro che ripercorre il meglio del repertorio dell’artista con l’aggiunta di cover di Peter Frampton e Terence Trent D’Arby. Negli ultimi anni Cristina Donà ha intrecciato la sua vita artistica con l’esperienza della maternità e ha collaborato con Saverio Lanza, chitarrista, pianista e compositore con cui ha scritto le canzoni di “Torno a casa a piedi”.

http://www.radio2live.rai.it/dl/Radio2/sito/PublishingBlock-65ebe128-ee77-42af-9466-baf07213b77f.html?refresh_ce

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Messaggio Da Zoe Ven 27 Mag 2011, 16:42

http://www.rockol.it/news-250235/Concerti,-Lenny-Kravitz--due-date-in-Italia-a-novembre
Concerti, Lenny Kravitz: due date in Italia a novembre

Toccherà anche il nostro Paese il tour in supporto al nuovo album di Lenny Kravitz, "Black and white America", la cui pubblicazione è prevista per il prossimo 30 agosto: il rocker statunitense - già titolare di otto dischi di studio e oltre 35 milioni di copie vendute in tutto il mondo - sarà di scena il 20 novembre al Palaverde di Treviso ed il giorno successivo al Forum di Assago, alle porte di Milano. Gli iscritti al fan club ufficiale della star statunitense riceveranno, il prossimo 3 giugno, istruzioni su come accedere ad una prevendita anticipata degli biglietti per gli eventi, mentre tutti gli altri dovranno attendere istruzioni dal promoter italiano dell'artista. Nella scaletta degli show, oltre ai brani estratti dal nuovo album, non mancheranno anche episodi di repertorio che hanno fatto di Kravitz uno dei nomi più in vista sul ponorama rock mondiale. "E' un disco molto 'rotondo', dove le mie influenze di sentono tutte chiaramente, dal rock al funk, passando per il jazz e l'r'n'b. Sarà un disco molto 'crudo', con molti più sintetizzatori rispetto al passato", ebbe a dire relativamente al disco il cantante e polistrumentista qualche settimana fa: "Il significato del titolo? Beh, è la mia vita. Sono nato a metà strada tra quello che si è soliti chiamare il mondo 'bianco' e quello 'nero' (la madre di Kravitz, l'attrice Roxie Roker, era afroamericana, mentre il padre, il produttore Sy Kravitz, aveva ascendenze ebraico-russe, ndr): la mia vita è sempre stata piena di contrasti, e questo si è riflesso non solo nelle mie esperienze, ma anche in quelle della nazione della quale vivo. Nazione che evidentemente ha saputo superare questi contrasti, visto chi ha deciso di mettere alla Casa Bianca. Ogni disco è personale, ma questo credo lo sia più di altri: un po' perché riguarda più da vicino la mia storia, un po' perché permetterà agli ascoltatori di entrare più profondamente nella mia vita e nella mia personalità".
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Messaggio Da Tyn@67 Lun 30 Mag 2011, 20:56

RADIO2 LIVE PRESENTA:
MARTA SUI TUBI IN CONCERTO

DALLA SALA A DI VIA ASIAGO
VENERDÌ 10 GIUGNO
ORE 21.00


Venerdì 10 giugno, dalle ore 21.00 circa, Radio2 trasmetterà il concerto della band rock Marta Sui Tubi, dalla Sala A del centro Rai di Via Asiago a Roma. La serata è presentata da Gerardo Panno e Lorenzo Scoles.

Radio2 Live propone in uno speciale show radiofonico Marta Sui Tubi, una delle migliori band della scena rock italiana contemporanea. Giovanni Gulino (voce), Carmelo Pipitone (voce e chitarra), Ivan Paolini (batteria), Paolo Pischedda (piano e organo hammond) e Mattia Boschi (violoncello) presentano l’ultimo eccellente album “Carne con gli occhi”, prodotto da Tommaso Colliva (Muse, Calibro 35, Afterhours), e a cui è seguito un tour di grande successo. Lo stile ruvido, immediato, brillantemente elettrico dei Marta Sui Tubi, il loro corrosivo approccio descrittivo sono confermati ed esaltati nel nuovo disco, insieme alle loro notevolissime qualità di musicisti. Il titolo “Carne con gli occhi” prende spunto da una frase in dialetto siciliano. Quando si usa dire “si un pezzo di carne cu l’occhi” si fa riferimento a qualcuno che non ha spina dorsale, un soggetto passivo che non sa prendere decisioni, uno che va al rimorchio di qualcun altro, il pecorone che segue il gregge. Come dicono i Marta: “Carne con gli occhi siamo noi quando spegniamo il nostro cervello accendendo la TV”. I Marta Sui Tubi, considerati oggi uno dei migliori gruppi live del nostro paese, nascono come duo, formato da Giovanni Gulino e Carmelo Pipitone. Originari di Marsala, ora con base a Milano, registrano il loro album d’esordio “Muscoli e Dei” che esce a fine 2003. Tutta la stampa e televisioni musicali lo accolgono come un capolavoro. Nello stesso periodo la famiglia si allarga con l’inserimento alla batteria di Ivan Paolini. Al MEI 2004 i Marta vengono premiati come miglior gruppo indipendente italiano. Il secondo album “C’è gente che deve dormire” esce nel 2005 ed è impreziosito dalla partecipazione di diversi ospiti: Bobby Solo, Moltheni, Paolo Benvegnù, Enrico Gabrielli e altri. A inizio 2008 i Marta sui Tubi aprono la loro etichetta “Tamburi Usati” e pubblicano in aprile “Nudi e Crudi”: un DVD+CD audio che contiene le registrazioni di diversi concerti. Il terzo disco intitolato “Sushi & Coca” esce ad ottobre 2008, segnando una svolta nel suono del gruppo, con l’inserimento nell’organico di Paolo Pischedda e Mattia Boschi. Nel febbraio del 2011 arriva “Carne con gli occhi”, il potente nuovo disco della band, presentato con grande successo al pubblico nel tour che sta attraversando la penisola.
http://www.radio2live.rai.it/dl/Radio2/sito/PublishingBlock-65ebe128-ee77-42af-9466-baf07213b77f.html?refresh_ce
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Messaggio Da Delilah Mer 01 Giu 2011, 01:06

"Ho scelto di andar via dall'Italia
per cantare meglio la nostra realtà"

Ivano Fossati sta registrando il suo nuovo album nel cuore della Provenza tra vecchi dischi in vinile e strumenti supertecnologici: "Cerco un equilibrio tra ragione e sentimento"

dal nostro inviato ERNESTO ASSANTE

ST. REMY DE PROVENCE - Il "viaggiatore" si è messo nuovamente in movimento. Ivano Fossati ha passato il confine ed è andato in un posto assai particolare per iniziare a lavorare al suo prossimo album. È andato a St. Remy al centro della Provenza, nel triangolo tra Marsiglia, Avignone e Arles. È il paese dove è nato Michel de Nostradamus, ma a Fossati la lettura del futuro, dei segni, il vaticinio, non interessano molto. Lui, genovese, 60 anni a settembre, è certamente più interessato alla realtà, a quello che vede e che vuole raccontare: "Scrivere canzoni è un mestiere particolare. Non puoi dettare regole a te stesso e io, in particolare, non ci riesco proprio", ci dice Fossati, "Detto questo è comunque vero che le canzoni risentono di quello che vivi, di quello che capita attorno a te, e questo gli permette di non essere solo finzione. È quasi una banalità dirlo. Altrimenti sarebbero soltanto piccole menzogne".

Fossati ci accoglie nelle stanze dello Studio Le Fabrique, un'antica magione immersa nel verde. Nelle grandi stanze della fattoria Fossati si è ritirato con i suoi musicisti, "in piena tranquillità", dice sorridendo, mentre ci accompagna verso la sala principale, trasformata in uno studio di registrazione. "Non ci siamo arrivati per caso in un posto come questo", dice il cantautore, "avevo trovato uno studio a Nizza, uno spazio moderno, bello, ma costruito in un seminterrato. Pietro Cantarelli mi ha
detto "aspetta, fammi vedere se trovo qualcosa di meglio". Non voleva proprio stare in un posto "chiuso". Ed ha trovato questo piccolo angolo di paradiso". La Fabrique non sembra uno studio di registrazione, è una grande casa accogliente, calda, piacevolmente "antica", così come è sentimentalmente "antico" il modo in cui Fossati lavora al suo nuovo disco: "Lavoro a un album, non a una collezione di canzoni scollegate. Mi piace ancora l'idea di realizzare un disco, con un suo inizio, uno sviluppo tra un brano e l'altro e una fine. Non voglio dire che non mi piaccia la rivoluzione digitale in corso, capisco che le cose cambiano e che c'è un'intera generazione che vuole ascoltare musica in un altro modo. Ma questo non vuol dire che io debba lavorare facendo solo singoli. Le due cose possono convivere. Potrei dire con un pizzico d'ironia che cerco un equilibrio tra ragione e sentimento".

Del resto lo Studio Le Fabrique dove Fossati lavora spinge naturalmente a ragionare sulla musica con i piedi saldamente posati sulla storia e sulla tradizione: Fossati è circondato dall'archivio del più grande critico musicale francese, Armand Panigel, scomparso nel 1995, un tesoro musicale composto da una delle più grandi collezioni di incisioni di musica classica, con oltre 200.000 dischi in vinile che coprono le pareti e con la loro presenza visibile, tangibile, offrono al cantautore uno splendido contrasto tra passato e presente: "È un luogo magnifico anche per questo", dice Fossati, "è un posto in cui ci si sente circondati dalla musica".

Nelle stanze della grande casa Fossati si è trasferito per alcune settimane, ma è già da tempo che il cantautore genovese ha passato il confine con la Francia, trovando a Nizza un riparo: "Mi serviva uscire dalle abitudini, muovermi fuori dall'Italia, sfuggire a un clima che francamente per molti versi rischia di diventare asfittico e arrivare qui, in Provenza credo sia stato provvidenziale. No, non ho lasciato l'Italia: vivere a Leivi, "sul cucuzzolo" vicino Chiavari mi piace ancora. Ma mi piace anche cambiare punto di vista, provare a vedere la realtà del nostro paese da fuori. E spesso non è facile, non è piacevole". Però, ogni tanto, le cose possono cambiare: "Va riconosciuto che questo nostro Paese è in grado di riservarci qualche buona sorpresa. Ma non capisco perché ci voglia sempre tanto tempo. Siamo storicamente un popolo abituato a sopportare, siamo forse i più pazienti "incassatori" d'Europa. Non è più una scusante valida, bisogna svegliarsi. Però le schiarite nel cielo sono segni importanti e oggi ce le possiamo godere. Magari è la pioggia che va".
Il disco nasce senza strumenti elettronici, con un approccio "naturale" alla musica, prodotto da Pietro Cantarelli e dallo stesso Ivano Fossati con l'aiuto di Marti Jane Robertson che siede tranquilla al desk nei panni dell'ingegnere del suono, ruolo che ricopre con passione da 17 al fianco di Fossati.

E poi c'è una band vera e propria, formata da Claudio Fossati, suo figlio, Max Gelsi, Guido Guglielminetti, Riccardo Galardini, Fabrizio Barale, lo stesso Cantarelli e il nuovo acquisto Gian Guido Ponzini. Fossati e Cantarelli sono un team collaudatissimo, lavorano insieme da oltre dieci anni e nella grande sala di registrazione si muovono all'unisono: "Il confronto è importante", dice Fossati, "è naturale scrivere canzoni da solo, ma le stesse canzoni prendono vita, forma, quando vengono condivise con gli altri. Io non sono un solitario, e questa dimensione "collettiva" qui a St. Remy, dove siamo tutti insieme a lavorare, è quella che preferisco". Il lavoro continuerà nelle prossime settimane, quando Fossati si sposterà nelle campagne intorno a Oxford, allo "Hookend Manor", "E lì respireremo una musica diversa. È stato lo studio di David Gilmour e Trevor Horn, ci hanno lavorato i Pink Floyd e i Radiohead...".
(31 maggio 2011)

http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2011/05/31/news/intervista_fossati-16995165/index.html?ref=search
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Messaggio Da Ospite Gio 02 Giu 2011, 11:40

Rino Gaetano: l'omaggio di Fanpage a trent'anni dalla morte


Il 2 giugno 1981 Rino Gaetano è morto a seguito dei traumi riportati durante un incidente automobilistico: un cantautore che ha davvero segnato la storia della musica italiana. Anche in questo caso, Music Fanpage si propone di ricordare questo grande artista ripercorrendo le tappe salienti della sua vita ma soprattutto della sua carriera. Rino Gaetano nacque a Crotone nell’ottobre 1950 con il nome di Salvatore Antonio Gaetano. Dopo essersi trasferito all’età di 10 anni a Roma a causa del lavoro dei genitori visse il resto della sua vita nella Capitale.



L’amore di Rino Gaetano per la musica è davvero precoce: giovanissimo, infatti, fonda con alcuni amici il gruppo dei Krunx insieme ai quali compone alcune canzoni ma si esibisce principalmente in cover dei Beatles e dei Rolling Stones. Fu grazie all’amicizia con Marcello Casco che Rino Gaetano iniziò a conoscere da vicino il mondo musicale italiano, frequentando gli stessi locali dove iniziavano a muovere i primi passi musicali artisti del calibro di Francesco De Gregori e Antonello Venditti.

Dopo un viaggio a Milano, durante il quale si propose alla casa discografica Blue Bell, Rino Gaetano strinse amicizia con un altro grande cantautore italiano prematuramente scomparso: Fabrizio De Andrè. Sarà solo nel 1973 che Rino Gaetano otterrà il suo primo contratto discografico con la It alla quale appartenevano già gli allora quasi sconosciuti Venditti, De Gregori e Dalla. Il primo brano di Rino Gaetano fu pubblicato sotto lo pseduonimo di Kammammuri ed era intitolato I Love You Marianna: si tratta di una canzone dedicata alla nonna del cantautore, di nome Marianna appunto, alla quale Rino Gaetano era molto legato da piccolo.


Il primo album pubblicato da Rino Gaetano nel 1974 non ebbe un grande successo ma iniziò a far conoscere al pubblico lo stile ironico del cantautore che lo accompagnò sempre nella sua carriera. La vera svolta, stando alle parole dello stesso Rino Gaetano, arrivò dopo l’incontro con Nicola di Bari: fu proprio questo incontro a far decollare la carriera del cantautore di Crotone. Solo nel 1975 arriverà finalmente il successo per Rino Gaetano: il 45 giri Ma il Cielo è Sempre Più Blu, infatti, fu molto apprezzato dal pubblico che finalmente si iniziò ad accorgere del talento del giovane cantautore.

Nel 1978 Rino Gaetano parteciperà al Festival di Sanremo: in realtà il cantautore non aveva intenzione di prendere parte al festival della canzone italiana ma fu convinto dalla casa discografica It. Inizialmente Rino Gaetano avrebbe voluto presentare il brano Nuntereggae Più ma optò per Gianna nonostante lui stesso lo considerasse troppo simile a Berta Filava, un altro dei suoi successi.

Come potete vedere dal video, in quell’occasione Rino Gaetano riuscì a dimostrare perfettamente come il Festival di Sanremo fosse una realtà a lui completamente estranea e nonostante tutto si piazzò al terzo posto nella kermesse, rimanendo in cima alla classifica per i quattro mesi successivi e vendendo 600 mila copie di Gianna.

http://music.fanpage.it/rino-gaetano-lomaggio-di-fanpage-a-trentanni-dalla-morte/


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Messaggio Da Zoe Gio 02 Giu 2011, 12:20

http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2011/06/02/news/ringo_starr-17098777/?ref=HREC2-8

IL COLLOQUIO
Ringo Starr: "Suonare con Paul?
Impossibile, lui è troppo occupato"

L'ex Beatle sta per partire in tour con la sua nuova superband. "Il mio sogno era suonare la batteria e l'ho fatto con i più grandi. Cosa volere di più dalla vita?"

dal nostro inviato GINO CASTALDO

DUNSFOLD PARK (Surrey) - Sull'orecchio sinistro porta quattro orecchini tondi d'argento, quattro palline che sembrano una simbolica firma di quei quattro, i fab four, croce e delizia della sua vita postbeatlesiana. Non si arrabbia quando gli chiedono sempre cose che riguardano i Beatles? "Ma no, sono abituato", risponde serafico, come chi è "costretto" a convivere con la più grande fortuna che possa mai essere capitata a un batterista di Liverpool. "Quando entro in una stanza c'è sempre qualcuno che dice: ecco c'è uno dei Beatles, magari non sono neanche certi di quali Beatle, ma lo dicono".

Per fortuna nulla può veramente innervosire Ringo Starr, la bonomia fatta persona, ancora asciutto, in perfetta forma all'età di settant'anni (a luglio, proprio quando sarà in Italia, saranno 71). La leggenda vivente spunta fuori da un grande hangar in un piccolo aeroporto sperduto nel cuore del verdissimo Surrey, annunciato da un presentatore che sottolinea: "qui Ringo e la sua band hanno provato per il tour, e questa davanti a voi sarà l'ultima prova". La cosiddetta superband vanta una serie di vecchie glorie del rock, tipo Rick Derringer, Edgar Winter, Richard Page, maturi signori vestiti come rocker, verosimilmente tinti, a parte Winter che sfodera la sua lunga chioma bianca. Ma a togliere la possibile polverosa tristezza ci pensa il sorriso di Ringo, irresistibile quando sale sul palco e porta la band a suonare Boys, ricordo di giovinezza protobeatlesiana, una canzone che cantava sgraziato con Paul e John dietro a fargli "wa-ciua, wa-wa-ciua". Poi concede a Winter e Page un paio di cantate, e chiude con Whit a little help from my friends, con tutti a battere le mani, felici: piccoli assaggi di un tour che girerà in tutta Europa e che il 3 e 4 luglio approderà nel nostro paese (Milano e Roma). Gentile, Ringo risponde subito dopo alle domande dei giornalisti. A quando una band con Paul McCartney? chiedono alcuni.

"Gliel'ho chiesto un paio d'anni fa, gli ho detto vieni a suonare con me, ti concedo un paio di numeri, ma lui ha risposto che era troppo occupato. Se per questo lo chiesi anche a George, e mi rispose: "hai abbastanza soldi?"". Col mito della band ha fatto pace da tempo: "Sono stato benedetto. Il mio sogno fin da quando avevo quattordici anni era suonare la batteria e ho potuto farlo con i musicisti più grandi. Cosa volere di più dalla vita?". Appena può dice I love Liverpool! con le dita che fanno il segno della pace: questo perché tempo fa gli scappò detto in televisione che in fondo della sua città natale non gli mancava nulla. Oggi invece non fa che ripetere: "è la mia città, la mia memoria, la mia famiglia, la mia giovinezza, I love Liverpool!".

Per Ringo Starr la musica è puro divertimento. Ne rifiuta gli aspetti maniacali e stressanti: "Sono molto rilassato, non mi va di fare cose troppo faticose, ora faccio due mesi in tour, poi vacanza, sto con la famiglia, poi si parlerà del disco nuovo, che uscirà in gennaio, con un pezzo che si intitola In Liverpool, poi l'anno prossimo un tour americano, ma con molte pause in mezzo". E infatti le sue uscite hanno sempre l'aria di una gita tra amici. E questo di fatto sembra la superband che ha allestito: un gruppo di vecchi amici che vogliono principalmente divertirsi. Parlano anche gli altri, Derringer, Page, l'altro batterista Gregg Bissonette, è tutto uno scambio di complimenti. Ma perché non c'è mai stata una riunione dei Beatles, questo almeno può dircelo? "Non c'è una vera ragione. In fondo ognuno di noi era in giro a suonare. E quando smettemmo era davvero dura, perché non c'erano tecnologie adatte, ci esibivamo in spazi enormi con amplificatori piccoli così, poi sarebbe stata tutta un'altra cosa. Ma non è successo. Ora sono "l'ultimo beatle rimasto", ma anche Paul dice la stessa cosa. Ma io vengo ancora da Ringoland, è la mia vita, in fondo la conquista più importante della mia vita, a parte la famiglia, è il fatto di potere essere ancora qui a suonare, non è meraviglioso?". Ricordi? "Tanti, troppi, e nel tour andrò a suonare in molti dei luoghi che sono stati importanti. Sarò ad Amburgo dove suonammo da ragazzi, era una città pazza, ci divertivamo moltissimo, e dormivamo nei camerini, poi suonerò a Vienna, in Austria, dove girammo le scene sulla neve in Help. Nessuno di noi sapeva sciare, fu molto divertente. Richard Lester ci fece mettere gli sci e ci spinsero giù lungo una pista". E un ultimo messaggio? "Peace and love, dovunque, ogni giorno, lo dirò sempre".
(02 giugno 2011)
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Messaggio Da camila Gio 09 Giu 2011, 09:45

Giorgia diventa mamma a tutta dance
Esce il singolo "Il mio giorno migliore" che anticipa l'album a settembre
Interviste, articoli e recensioni, chi canta e chi suona - Pagina 8 C_2_articolo_1011988_imagepp

08:49 - A quattro anni da "Stonata", Giorgia pubblica il brano "Il mio giorno migliore" che fa da apripista al nuovo album che esce a settembre. "La mia musica riflette come sono adesso: - dice - equilibrio instabile, movimento continuo. Controllare tutto è impossibile, ora lo so". Mamma di Samuel che ha 15 mesi avuto da Emanuel Lo che "con Samuel è molto dolce, ai limiti dell'ansioso e dell'iperprotettivo: a volte sono quasi gelosa del loro rapporto".
"Il mio giorno migliore - singolo in uscita venerdì - è nata così: ritmata, sbarazzina, lontana dalle ballad della Giorgia più oscura". L'artista canta: “Il giorno migliore c'è per ognuno, è il giorno in cui l'anima funziona, dà un senso all'esistere e gli ricorda il motivo per cui farlo.L'anima è semplice, va dritta non ha dubbi, ha esperienza e altra ne cerca per essere sé, ballare con lei... è l'unica".

Ma non è tutto. Giorgia deve anche avere a che fare con un bebè. "Io e il mio compagno Emanuel Lo abbiamo avuto un bambino, Samuel, che ora ha 15 mesi". Un cambiamento radicale nella vita della cantante: "Ho cercato per anni pulizia, precisione, un suono perfetto. Distraendomi dalla funzione primaria del canto: cantare dev'essere anche liberatorio, un modo di esprimersi senza pensarci troppo. Il mio spartiacque, la vera differenza tra il prima e il dopo, è Samuel: adesso non ho spazio per rimuginare, mentre compongo mi chiedo se ho comprato i pannolini, se li ho lavati, se ho preso le cose giuste per la pappa".

Riguardo all'amore la cantautrice romana afferma: "Amo molto Emanuel, anche se per ora non lo sposo. Muoviamo i nostri passi in questo nuovo assetto, lottando per qualche scampolo di intimità. Niente è come prima, ma può essere meglio. Ha otto anni meno di me, ma era pronto a diventare genitore prima che lo fossi io. Con Samuel è molto dolce, ai limiti dell'ansioso e dell'iperprotettivo: a volte sono quasi gelosa del rapporto tra loro".


http://www.tgcom.mediaset.it/spettacolo/articoli/1011988/il-giorno-migliore-di-giorgia.shtml
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Messaggio Da Ospite Ven 10 Giu 2011, 10:23

L'eleganza dei Coldplay all'Heineken Festival


Con l'inedito 'Hurts Like Heaven'. Prima i Beady Eye. Cremonini in versione rock


10 giugno, 09:34



di Paolo Biamonte

I Coldplay arrivano puntuali sul palco dell'Heineken Jammin' Festival
e aprono il loro concerto con un pezzo nuovo, 'Hurts Like Heaven' che
farà parte del nuovo album. Come a mitigare l'impatto, arrivano subito
'Yellow' e 'In My Placei'', due dei pezzi che hanno contribuito a farli
diventare delle star. Il concerto è elegantissimo, tutto giocato su
sofisticati effetti di laser e giochi di luci e una delicata atmosfera
circense, arricchita dai fuochi d'artificio. Chris Martin è in gran
forma, ormai è un front man esperto che, come di prammatica, si alterna
tra chitarra acustica e un pianoforte verticale dall'aspetto volutamente
sgangherato. "Grazie di essere qui, spero che vi siano piaciuti anche i
Beady Eye" dice al pubblico con la simpatica disinvoltura di chi è
perfettamente consapevole del suo sex appeal. Con i suoi compagni,
Johnny Buckland, Guy Berryman e Will Champion condivide un look con
giubbino in stile militare, Buckland e Berryman hanno rispettivamente la
chitarra e il basso decorati in stile graffiti. Nessuna concessione al
kolossal ma molta concentrazione sulla musica. "Questa è una nuova
canzone, spero che vi piaccia e credo che vi piacerà" dice Martin
annunciando "Major Minus", un brano con un coro ricalcato su "Sympathy
for The Devil".

In tutto saranno cinque i pezzi inediti in scaletta: "Us Against The
World", "Charlie Brown" ed "Every Teardrop" i titoli degli altri tre.
"Lost", "Violet Hill", "Politik", "Viva la vida", che nel frattempo, per
volere di Pepe Guardiola è diventato l'inno del Barcellona delle
meraviglie, "Life is for Living", "Clocks" sono i pezzi di un concerto
di grande eleganza e intensità, un set ricco di dinamiche che vive sulla
naturale vocazione dei Coldplay alla melodia, sul loro gusto per la
combinazione di suoni e stili e alla capacità di avere un suono, che
spesso rievoca gli U2 ma che ormai è un marchio di fabbrica.

Davvero una bella conclusione per la prima giornata dell'Heineken
Jammin' Festival che nel pomeriggio aveva visto salire sul palco i Beady
Eye, la band formata da Liam Gallagher dopo la burrascosa fine degli
Oasis e la lite con il fratello Noel, che, mentre il fratello è in tour,
è a Los Angeles a finire il suo disco solista. I Beady Eye sono una
continuazione degli Oasis con un'accentuazione dell'influenza di John
Lennon, autentico eroe del più giovane dei Gallagher. Sono ancora una
band più da club che da grande spazio: Liam dal canto suo continua ad
avere il suo consueto atteggiamento da hooligan del Manchester City. Tra
Beady Eye e Coldplay ha suonato Cesare Cremonini che se l'é cavata bene
in un ambiente che poteva anche risultare difficile per un musicista di
estrazione pop come lui. Cesare ha puntato sulla sua anima più rock
anche se poi il pubblico si è entusiasmato per "50 Special", il pezzo
dei Lunapop che ormai é diventato un classico della musica pop italiana
degli anni 2000.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/spettacolo/2011/06/09/visualizza_new.html_839462866.html

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Messaggio Da camila Lun 27 Giu 2011, 09:37

Vasco Rossi: «Mi dimetto da rockstar»

L'annuncio al Tg1: «Basta tour. A una certa età non c'ho più il fisico. Ma continuerò a scrivere canzoni»

26 giugno 201


Basta concerti negli stadi, tour, musica dal vivo. Vasco Rossi sente tutto il peso dei suoi 60 anni. E con un'intervista al Tg1 annuncia la sua decisione: «Mi dimetto da rockstar». Il Blasco spiega che continuerà a scrivere canzoni, ma che quella in corso è la sua ultima tournèe dal vivo. «Magari farò dei concerti all'improvviso, ma uno a 60 anni non può fare la rockstar, non c'ha il fisico...» dichiara. Insomma: basta con i live.
Del resto, proprio le ultime date di San Siro hanno evidenziato qualche problema fisico per il rocker. A causa di uno stiramento, l'ultimo concerto è iniziato in ritardo (e lo sforamento dell'orario gli è costato una multa da 1000 euro). Ma non può essere certo questa la ragione della sua scelta. Anche perché - come gli capita da sempre - Vasco ha fatto il pienone in tutte e quattro le date milanesi. Così come per le prossime all'Olimpico: quelle dell'1 e del 2 luglio potrebbero dunque rappresentare il suo commiato. L'ultima volta di Siamo solo noi, Sally e Albachiara: accendini accesi, allora, per il saluto a un mito del rock.


http://www.vanityfair.it/show/musica/2011/06/26/vasco-rossi-rockstar-annuncio-tg1

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Messaggio Da camila Lun 27 Giu 2011, 19:33

Emma: «Questo è l'anno della mia beatificazione»

La star di Amici ringrazia i fan accorsi alla Villa Reale di Monza per una delle prime tappe del suo tour italiano. «Quest'anno sono passata dal palco di San Remo a Santoro fino a San Siro: è l'anno della mia beatificazione»

Tra un'apertura di concerto e l'altra di Vasco Rossi (San Siro il 21 e 22 giugno e poi a Roma all'Olimpico il 1 luglio) Emma Marrone accende i suoi fan a Villa Reale a Monza in una delle tappe del suo A me piace così tour, dall'omonimo album, già triplo disco di Platino e da poco riuscito con tre brani inediti. La giovane star di Amici ha trovato fan che la aspettavano dalle 9 del mattino e un piccolo incidente che ha richiesto l'intervento di un'ambulanza: una delle ragazze tra il pubblico è infatti inciampata sbattendo il volto.
La star, che ha chiesto che la facciata di Villa Reale fosse illuminata di viola, ha scherzato con il pubblico: «Quest'anno è l'anno della mia beatificazione: dal palco di San Remo, allo studio di Santoro, fino alla consacrazione a San Siro».ltre ai brani del suo album, tra cui la hit Calore, Emma ha reso omaggio a Vasco con Tango della gelosia, a Gianna Nannini, di cui ha aperto alcuni concerti, con America, e a Domenico Modugno con una sua rivisitazione personale di La lontanza.
L'artista salentina proseguirà con altre 11 date italiane. 


http://www.vanityfair.it/show/musica/2011/06/27/emma-marrone[i]

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Messaggio Da Zoe Dom 03 Lug 2011, 15:08

http://www3.lastampa.it/musica/sezioni/news/articolo/lstp/409778/

03/07/2011 - INTERVISTA
Francesco De Gregori: "Ora voglio una vita vivace e disordinata"


L'artista aprirà Traffic a Torino con Brondi e Donà: «Perchè no?
Amo gli incontri musicali»
GABRIELE FERRARIS

TORINO
Francesco De Gregori inaugura giovedì prossimo a Torino i concerti dell’ottava edizione di Traffic, il più grande fra i free festival europei, che resiste impavido ai tagli dei finanziamenti pubblici sciorinando su quattro sere un cartellone tutto italiano, in omaggio al Centocinquantenario dell’Unità. Sul palco di piazza San Carlo si confronteranno generazioni e stili diversi, dalla Pfm ai Verdena, da Edoardo Bennato ai rinati Area con Manuel Agnelli chiamato a ricoprire il ruolo che fu di Demetrio Stratos.

De Gregori condividerà il palco con Cristina Donà, rappresentante della leva cantautorale degli Anni Novanta, e con il giovanissimo Vasco Brondi, il giovanissimo talento che si fa chiamare Le Luci della Centrale Elettrica. Nuovi incontri per il Principe, dopo lo straordinario sodalizio con Lucio Dalla.
«Il tour con Lucio è finito – conferma De Gregori. - Dopo cento e passa concerti, quello che volevamo dire l’abbiamo detto. Non è escluso che ci siano altre occasioni, altre idee. Ma non sarebbe la prosecuzione di questo tour, che è durato già ben più di quanto prevedessimo».

E adesso Traffic: l’aspettavano da un bel po’...
«Sì, già due anni fa Max Casacci (leader dei Subsonica e direttore artistico del Festival, Ndr) mi aveva proposto un progetto, che non si realizzò perché già stava prendendo forma quello con Dalla. Stavolta Max è tornato alla carica: a novembre ero a Torino, e lui è venuto a parlarmi di questa serata sulla canzone d’autore, con Cristina e Vasco Brondi. Beh, mi sono detto, perché no?».

Che cosa farete?
«Faremo qualche pezzo insieme, ma non vorrei anticiparli, per lasciare un minimo di sorpresa. Se non li scrive, mi fa una cortesia».

Sono cortese. E con Vasco Brondi pensa di intendersi? L’hanno definito «il nuovo De Gregori».
«Penso che Vasco basti a se stesso, e poi non mi sembra che le sue canzoni assomiglino alle mie; lui viene da un mondo musicale diverso, molto sperimentale, però è ben ancorato alla forma canzone, in quel senso è davvero un cantautore».

Termine che lei ha a lungo rifiutato.
«E’ un termine che una volta gente come me un po’ si vergognava ad usare, ma le cose cambiano. Certo che se per cantautore si intende uno che, reclinato sulla chitarra, canta con voce flebile su tre accordi, beh, allora quel termine lo rifiuto. E chi lo accetterebbe?».

La serata di Traffic promette bene.
«Cristina e Vasco sono due artisti interessanti, e ho sempre amato gli incontri musicali, soprattutto in un festival, dove tutto accade con molta naturalezza. Anche di recente, al festival Poiesis di Fabriano, c’era Neri Marcorè e così, sui due piedi, abbiamo improvvisato insieme Caterina e Viva l’Italia, che ormai è una canzone che non si può non fare...».

E la situazione di oggi – la situazione sociale, politica, morale del Paese – non le ispira un’altra canzone così, di quelle che una volta si dicevano «impegnate»?
«Guardi, sto pensando a un nuovo album, ci lavorerò su quest’inverno, ho già parecchi spunti, ad esempio un pezzo sul mio famigerato “processo del Palalido”: però non credo proprio che parlerò di quello che avviene oggi in Italia: lo fanno già i comici».

Si chiama fuori?
«No, non è un rifiuto a priori, semplicemente non mi viene. Non mi interessa “esternare”, lo fanno già in tanti, a destra e a sinistra. Anche in passato, se ho scritto canzoni di un certo tipo, l’ho fatto sempre con un linguaggio sfumato, e senza un legame immediato con l’attualità. Viva l’Italia e La Storia, per dire, non sono legate alla loro contemporaneità. Per questo sono diventate dei classici: sono sempre attuali».

Purtroppo. Non tenterò quindi di estorcerle dichiarazioni «politiche». Sarebbe avvilente per entrambi. Però una sua opinione sulle ultime vicende, quanto meno sull’esito dei referendum, potrebbe darmela...
«Che vuole che dica? Il fatto che la gente vada a votare è positivo, sono contento: però le assicuro che al mattino non mi alzo con l’ossessione dei referendum, o di qualsiasi altra questione legata alla politica di giornata».

Con quale ossessione si alza?
«Beh, non parlerei di ossessioni, per mia fortuna. Oggi penso alla musica, ho rimesso insieme la mia band dopo la parentesi con Lucio, ho ripreso in mano il mio suono, le mie carabattole, sono in un periodo di grande effervescenza, proprio ora sto lavorando su una canzone, La testa nel secchio, che non ho mai suonato dal vivo, e che mi piacerebbe inserire nelle scalette del prossimo tour. Sarà un tour molto divertente: ho convinto i miei impresari a portarci in giro per i club, andremo al Vox, al Fuori Orario, a Hiroshima, in quei posti dove passa la musica più viva, e dove c’è un pubblico speciale, esigente, non “addomesticato”. Dopo tanti teatri, dopo un bagno di velluti rossi, sento il bisogno di ritrovare una dimensione, come dire?, più “disordinata”...».

Abbasso la routine, insomma.
«Non l’ho mai fatta, la routine. E’ faticosa e frustrante. E pure scomoda. Cerco di rimanere vivace, di non ragionare per schemi, di non dare retta a chi di default mi indica una strada ovvia. Cerco di metterci del mio, insomma».

Allora mi sorprenda. Lei è stato e resta il massimo avversatore di Sanremo: al Festival non ci ha mai messo piede, e secondo logica mai ce lo metterà. Benché, dopo la vittoria del nostro amico Vecchioni, fors’anche uno come lei potrebbe farci un pensiero...
«Chiariamo: non è importante andare o non andare al Festival di Sanremo. Sono scelte personali, legate alla cultura in cui sei cresciuto fin dai tuoi esordi. Non sono un integralista, e se mi piacesse il Festival ci andrei. Non è che non ci vado perché devo rispettare un fioretto: semplicemente, ciò che vedo a Sanremo non mi piace, e quindi non ci vado. Mi pare logico. Ma non è una questione di vita o di morte, Sanremo non è lo spartiacque della musica italiana».
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Messaggio Da camila Mer 06 Lug 2011, 13:26

Claudio Baglioni: «A fine carriera
mi ritiro in convento»

Il cantautore romano lo rivela al settimanale "A". E su Berlusconi: «E' sfinito, stanco e deluso dalla politica»


MILANO - «Tante volte mi sono detto Claudio fa come Greta Garbo, come Battisti, come Mina. Continua a ingombrare la vita degli altri mandando messaggi da lontano. Poi non l’ho mai fatto...». Nella lunga intervista ad “A”, il settimanale diretto da Maria Latella, in edicola da mercoledì 6, Claudio Baglioni racconta la sua infanzia all’oratorio e la sua vocazione: «Andai da mia madre e le dissi: "Ho sentito la voce, mi voglio fare prete"». Poi parla di fede e svela un progetto: «Negli ultimi anni della mia vita andrò in convento: non è una battuta è una riflessione che dura. Sì, un convento di clausura: per pensare, per interrogarmi, per assaporare i silenzi. La fede è ricerca continua. E oggi sento il bisogno di essere utile, di fare qualcosa per qualcun altro. Forse è un modo per farmi perdonare successo, denaro, riflettori. Ma forse è anche qualcosa di più grande: la felicità non si vive da soli, si divide e si scambia».

«IO, BERLUSCONI E MARONI, UN CONCERTO INSIEME PER LAMPEDUSA» - Anche quest’anno a settembre andrà in scena a Lampedusa O’ Scia’, l’evento musicale ideato da Baglioni che lancia una proposta al presidente del Consiglio e al ministro dell’Interno. «Berlusconi adora cantare, adora il palcoscenico, adora stupire. E ha ancora un appeal formidabile: giri il mondo e c’è solo lui. Nel bene e nel male. E allora se riuscissimo a organizzare un concerto a Lampedusa sarebbe assolutamente un evento». Baglioni spiega che «le cose a due funzionano meno di quelle a tre» e azzarda: «Dobbiamo riuscire a convincere anche Roberto Maroni. Ha una sua band, Distretto 51. Nel 2007 si esibirono a Varese... Ho dei ricordi: la notte bianca, il ministro alla tastiera: Roberto ha i numeri, è un ottimo pianista-organista. Le confesso una cosa: ho anche un suo disco e qualche volta l’ascolto». Poi parla del Berlusconi cantante: «Silvio non è originale, ma è intonato. In gergo si dice lui canta tutto in anticipo, come se avesse fretta di arrivare. Una volta gli dissi "rubi il tempo" e mi preoccupai pensando che quell’osservazione potesse essere stata presa male».

«BERLUSCONI MI HA CONFIDATO: SONO STANCO DI STARE A PALAZZO CHIGI» «"Claudio sono stanco, questa politica mi ha sfinito, mi ha deluso. Sai continuo a chiedermi chi me l’ha fatto fare”». Nella lunga intervista ad “A” Claudio Baglioni racconta anche la sua amicizia con il presidente del Consiglio e l’ultimo sfogo telefonico del premier. «“Claudio sei fortunato. Beato te che canti, suoni, fai innamorare le ragazze". Io pensavo: l’avventura politica e imprenditoriale del capo del governo ruota attorno al suo piacere di esibirsi, di avere un pubblico a cui piacere. La vita di Berlusconi doveva essere quella, non questa». Baglioni confessa che dopo aver guardato con sospetto la fase della discesa in campo del premier ora si è convinto che «Berlusconi è meglio, molto meglio, di come viene raccontato. Silvio non è snob, non è aristocratico come succede spesso alle persone di potere. L’ho osservato stringere la mano a cinquecento persone di seguito ma non perchè lo deve fare, ma perchè gli piace farlo. In questo è naif, è spontaneo. Lui non si vergogna a dire "facciamo il partito dell’amore"; è sincero».

«QUESTA POLITICA CI GUARDA DALL'ALTO IN BASSO» - «La politica è tutto; peccato che l’idea di servizio venga sempre rovesciata». Claudio Baglioni dice: «Oggi la politica guarda tutti dall’alto in basso, ma ai nostri leader vorrei dire una cosa: non puoi essere il Marchese del Grillo, non puoi dire: "Io sono io e voi non siete un cazzo". Devono cominciare a capirlo perché la gente non ne può più e il vento dell’antipolitica comincia a soffiare forte. Recentemente ho incontrato Mastella che conosco da anni e mi sono sfogato: «Clemente non sono mai stato democristiano, ma mi manca quella politica, mi manca l’autorevolezza di certi leader. Oggi c’è solo rissa, provocazione, offesa... Ma alla fine i tifosi più scatenati sono i primi che poi ti tagliano la testa».

«BOSSI: “CLANDESTINI FORA DAI BALL?” SEMBRA UN COMMENTO DA BAR» - «Quel "fora dai ball" è un uffa, un grido spazientito; non può essere un programma. In quelle tre parole non c’è nessuna analisi, nessuna soluzione». Claudio Baglioni condanna le parole del leader della Lega: «Bossi esprime il pensiero di una persona che si sta scolando un grappino in un bar di Belluno; ma lui è un leader. Sia più ambizioso, esprima concetti, immagini soluzioni. Poi dice basta a immigrazione clandestina e torna a "chiamare" i turisti. «Maroni si sta muovendo bene e capisco il senso del suo lavoro: l’irregolarità va frenata; questa idea della clandestinità va "curata". Serve un cammino verso un concetto forte di legalità. A Lampedusa e all’Italia. Ma mi faccia dire una cosa: la paura dei turisti non è comprensibile. Non c’è uno scippo, non c’è un furto, c’è solo il mare più bello del mondo».

«HO UN PROGETTO CON LA PRESTIGIACOMO: LAMPEDUSA ISOLA OIL FREE» - «Ho incontrato più volte il ministro dell’Ambiente. Con Stefania Prestigiacomo c’è un progetto di lavoro che va avanti da dieci settimane: trasformare Lampedusa nella prima isola al mondo "oil free"». Claudio Baglioni spiega la nuova sfida per l’isola: «Niente gasolio, niente benzina, niente energia "sporca"; solo macchine elettriche per la mobilità, solo pannelli solari per calore e luce». Poi svela un retroscena sulla casa del premier: «Gli ho scritto una email: Silvio non voglio fare i conti con i soldi tuoi, ma quella casa sul mare mettiamola a disposizione del mondo. Trasformiamola in un museo dell’ immigrazione».


http://www.corriere.it/spettacoli/11_luglio_05/baglioni-convento-intervista_b11e77e8-a6ec-11e0-bbaa-d83a3b6f7958.shtml

azzdici Baglio',fa caldooo...il sole picchia spia
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Messaggio Da Therese Mer 06 Lug 2011, 20:28

http://www.funweek.it/tv/star-academy-mistero-sui-casting.php

C'è aria di mistero intorno al nuovo talent show di Rai Due, 'Star Academy': lo show, molto simile al vecchio 'Operazione trionfo', rimpiazzerà 'X Factor' e dovrebbe partire il 13 settembre.

L'unico problema è che non si hanno notizie certe sui casting per i concorrenti, sui quali si baserà il programma e il suo eventuale successo: niente campagna promozionale, nessun annuncio nè sul sito ufficiale, nè su quello della casa di produzione Endemol e neanche su Facebook.

Un modus operandi molto diverso da 'X Factor' ma anche dal concorrente
'Amici', che invece organizzano massicce campagne di casting in tutta
Italia sponsorizzandoli e mandandoli in onda.

Da Televisionando.it si apprende che un annuncio generico, che parlava di provini per un talent show autunnale, è apparso il 23 giugno su alcuni siti specializzati in provini, e che i casting per il Nord e per il Centro Italia sono già conclusi.

Come mai questa partenza in sordina per un talent che si candida a riempire il vuoto lasciato da 'X Factor' e che verrà contrapposto ad un altro talent, 'Baila' di Barbara D'Urso, Interviste, articoli e recensioni, chi canta e chi suona - Pagina 8 10161 Interviste, articoli e recensioni, chi canta e chi suona - Pagina 8 10161Interviste, articoli e recensioni, chi canta e chi suona - Pagina 8 10161 in partenza il 20 settembre su Canale 5?

C'è incertezza anche sulla sorte dei vincitori di 'Star Academy': si parla dell'accesso di diritto al Festival di Sanremo 2012 tra i big (come accadde con Marco Mengoni, vincitore di 'X Factor 3'), ma anche su questo tema non ci sono notizie certe.

L'unica cosa certa sembra essere il conduttore, Francesco Facchinetti, che è passato da un talent show all'altro senza grandi scossoni, ma non si sa ancora nulla neanche dell'eventuale giuria.

Mistero è dunque la parola d'ordine per 'Star Academy': sarà una scelta mirata?

Staremo a vedere cosa succederà dal 13 settembre!
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Messaggio Da Delilah Ven 08 Lug 2011, 12:32

Adele e Lady Gaga, star agli antipodi
la strana coppia di regine della musica


La soul singer inglese, sovrappeso e dalla voce calda, e la diva dai look esagerati: è soprattutto grazie ai loro album che l'industria discografica Usa, dopo sette anni di declino e di pirateria, registra una crescita. Confronto tra due personalità diversissime ma entrambe capaci di catturare il pubblico
di CLAUDIA MORGOGLIONE

UNA È INGLESE, l'altra è americana. Una canta un soul in salsa indie, l'altra un pop sofisticato che sfrutta tutte le potenzialità dei mezzi tecnici e discografici attuali. Una spinge chi la ascolta a concentrarsi sulla sua voce, l'altra "distrae" con i lok eccentrici e le coreorafie complicate. Una non ha paura di essere sovrappeso, l'altra (pur non avendo un fisico da top model) va tranquillamente in giro col lato B scoperto. Una emoziona in un contesto intimista, l'altra stupisce coniugando carisma personale e look al di la di ogni eccentricità. Eppure, Adele e Lady Gaga - queste due artiste decisamente agli antipodi - hanno un elemento in comune: è grazie all'interesse suscitato dai loro dischi, e alla loro capacità di conquistare un pubblico vastissimo, che l'industria musicale a stelle e strisce, per la prima volta dopo sette anni, registra un incremento.

Certo, non si tratta di chissà quale balzo in avanti: secondo gli ultimi dati Nielsen, relativi al primo semestre 2011, la crescita di vendita di album su territorio statunitense, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, è stata pari al 3,6% : in totale, 221,5 milioni di "pezzi". Non accadeva dal 2004. E a trainare questo mini-exploit, alla faccia perfino della pirateria così diffusa, sono state loro, queste due signore della musica che più diverse tra loro non si potrebbe.

E cominciamo da Adele, cantautrice londinese, classe 1988. Una che, fin dagli esordi - seguiti dal boom degli ultimi due anni - ha puntato tutto su un unico elemento: se stessa. Il talento di cui è dotata, la capacità di incidere sull'anima di chi la ascolta. Non a caso, tra i suoi non idoli non ci sono personaggi stile Madonna o Michael Jackson, ma storiche interpreti del jazz e del blues come Ella Fitzgerald ed Etta James. Il suo primo singolo è datato 2008: ma il boom planetario arriva nel 2019, con l'album 19, e poi in questo 2011, con 21. Un trionfo che non passa per copertine patinate, o tour straosferici con decine di ballerini: in scena di solito appare lei, a volte armata di chitarra, e i musicisti che la accompagnano. Concessioni al mito dominante dell'immagine: nessuna, o quasi. Ecco perché il suo successo dimostra che non sempre l'apparenza conta più della sostanza.

E lei, Adele, è fiera di questo suo essere controcorrente. Col suo bel viso pieno - gli occhi allungati e chiari, il capelli castano-rossicci - non cerca di sembrare ciò che non è. E recentemente si è anche schierata contro la mania imperante dello showbiz della magrezza che rischia di scivolare nell'anoressia: "Non consiglierei a nessuno di essere sovrappeso - ha dichiarato - ma nemmeno di smettere di mangiare e ridursi a uno scheletro".

Di altro tenore, invece, le tante dichiarazioni pubbliche attribuite a Lady Gaga. Una che, per mantere a livelli vertiginosi la sua popolarità, sa usare tutti i mezzi a disposizione: da Twitter (su cui lei posta regolarmente frasi e immagini a affetto) ai look folli, con seminudità continuamente esibite e scarpe i cui tacchi sfidano le leggi della fisica. In questi ultimi due anni, l'abbiamo vista in ogni salsa: dall'uscita, sul palco, da un enorme uovo, alla suora sexy, ogni volta è una provocazione differente. Per non parlare del celebre abito tutto di carne animale, di cui si è parlato per mesi. Una catena di situazioni a effetto, sulle orme del suo idolo Madonna.

Ma questo non vuol dire che Stefani Joanne Angelina Germanotta (questo il suo vero nome), classe 1986, newyorkese di origine italiana, sia necessariamente un fenomeno di plastica. Artisti veterani del calibro di Elton John, che certo non ha bisogno di agganciarsi all'ultimo carro del vincitore, la considerano un genio; i gay la adorano per le sue battaglie sui diritti, e l'hanno applaudita nella sua ultima esibizione all'Europride di Roma 3; e anche alcuni critici musicali con la puzza sotto il naso sostengono che i suoi album - l'ultimo, uscito di recente, è Born this way - sono sofisticati ed eleganti. Insomma: liquidarla come pura finzione è riduttivo. Anche perché poi la gente i suoi dischi li compra: per ascoltarli, evidentemente.

E allora forse il dominio incontrastato di queste due signore della musica ci dice qualche altra cosa. E cioè che al di là dello stile e del modo di presentarsi, la ricetta è e resta quella di imporsi ai gusti del pubblico. Solo con la propria voce, in un caso, o con trampoli e parrucca verde, come nell'altro: l'importante è catturare gli spettatori.

http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2011/07/08/news/musica_industria-18795207/?ref=HRERO-1
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Messaggio Da layla Mer 13 Lug 2011, 01:43

GLI EX BEATLES

Ringo e Paul di nuovo insieme?
Un'ipotesi per l'apertura delle Olimpiadi


Per ora è solo una voce ma c'è chi li vorrebbe tutt'e due in scena, a Londra nel 2102, per l'inagurazione dei Giochi



MILANO - Più gossip che realtà. Però l'idea di un ritorno in scena dei due Beatles superstiti è molto seducente. Paul Mc Cartney e Ringo Starr, di nuovo insieme, per una serata memorabile. La voce circola sui tabloid popolari inglesi che hanno già individuato il luogo e il momento: l'inaugurazione dei Giochi Olimpici del 2012 a Londra. La notizia è sospinta soprattutto dalla speranza che l'accompagna più che da elementi concreti. Forse qualcuno l'ha messa in giro ad arte, contando sull'effetto mediatico che potrebbe anche favorire la formidabile riunione, sull'onda di una vasta emozione collettiva. I protagonisti tacciono, da loro nessuna conferma. Ma Paul McCartney ha rilanciato le aspettative, rispondendo in modo ambiguo a una tv americana che gli chiedeva conto di un eventuale ritorno sul palco con l'ex batterista dei Beatles. Parlando con 'Us tv', McCartney ha annuito quando gli è stato chiesto se parteciperà alle Olimpiadi di Londra, ma subito dopo aver realizzato d'aver detto troppo è tornato indietro: «Ho sentito una voce secondo la quale sarei richiesto - ha detto Paul, riferendosi poi ai Beatles - e ho sentito che puntano su quel tipo di musica».

RISPOSTE IN TV - Secondo il 'Sun', una fonte tenuta anonima ha dichiarato: «McCartney semplicemente non ha voluto entrare nei dettagli. Ha parlato con gli organizzatori e ha detto che adorerebbe far parte dei giochi, in qualche modo». La fonte ha poi aggiunto: «Gli organizzatori della cerimonia vogliono che la leggenda della musica appaia durante il grande evento britannico. E vogliono anche Ringo Starr sul palco per rendere tutto davvero speciale». Il giornale arriva talmente lontano da supporre che gli altri due membri del celebre gruppo di Liverpool, John Lennon scomparso nel dicembre 1980 e George Harrison scomparso nel novembre 2001 potrebbero essere rappresentati dai figli di Paul e Ringo. Ipotesi irreale, ma i Beatles sono amati da tutto il mondo e, certo, il loro tributo alle Olimpiadi di Londra 2012 sarebbe semplicemente straordinario.


Fontehttp://www.corriere.it/spettacoli/soundsandsummers/11_luglio_12/ritornano-beatltes_b401f0fa-ac7f-11e0-96a7-7cc3952b9d04.shtml
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Messaggio Da Delilah Gio 13 Ott 2011, 01:47

Wayne Shorter: "Pop e jazz sono in mano ai conservatori"

Fonte : GIACOMO PELLICCIOTTI - la Repubblica | 12 Ottobre 2011

Il grande sassofonista, 78 anni, tornerà in Italia con il suo gruppo per tre concerti da domani al 17. Ci racconta cosa rimane dei miti della musica afroamericana e quali sono le prospettive per il futuro. Con Miles Davis ho passato bei tempi, non ho nessun rimpianto. E´ stata l´esperienza più vicina alla verità che ci potesse essere Una sfida interiore, un´esperienza mistica I musicisti di oggi non irradiano l´aura della loro storia. Anche quelli pop e rock, che danno l´impressione di non sapere raccontare neanche la loro vita di tutti i giorni
ROMA. Se n´è stato via per un po´, in vacanza, soprattutto dagli studi di registrazione Wayne Shorter, il sassofonista più lirico del pianeta, compositore sublime, pupillo di maestri jazz come Miles Davis e Art Blakey. Ma adesso è tornato. Uno come lui, che è in pista dalla metà del secolo scorso, non ce l´ha fatta a resistere lontano dal palco. E a 78 anni portati con inalterata classe, il musicista di Newark torna in Europa con il suo affiatato quartetto di fuoriclasse, Danilo Perez al piano, John Patitucci al contrabbasso e Brian Blade alla batteria. Tre le tappe italiane: il 13 a Bari, il 15 a Reggio Emilia e il 17 come anteprima al Roma Jazz Festival. Subito dopo il tour, Wayne annuncia un nuovo album del quartetto e, a seguire, un secondo con grande orchestra.
Da Londra dove ha trionfato al Barbican, ritroviamo uno Shorter tutt´altro che rassegnato a una tranquilla vecchiaia. Affascinante quando rievoca gli eroi della sua giovinezza come Lester Young, Coleman Hawkins e, naturalmente, Davis, ma pronto a nuove sfide per far capire attraverso la musica i problemi di questo inizio secolo così tormentato.
Venti anni fa è scomparso Miles Davis e la Sony pubblica ora un corposo album di inediti del celebre quintetto con Wayne Shorter, Herbie Hancock, Ron Carter e Tony Williams dal tour europeo del 1967. Nel dvd in bianco e nero siete così eleganti in giacca e cravatta, alle prese ogni sera con gli stessi brani. Che effetto le fa rivedersi dopo tanto tempo?
«Non ho visto il dvd, ma ricordo bene quei concerti, come tutti gli anni con Miles. Abbiamo passato bei tempi insieme, non ho nessun rimpianto. E´ stata l´esperienza più vicina alla verità che ci potesse essere. Ogni concerto era diverso perché non facevamo prove e improvvisavamo al momento. Puro jazz istantaneo in cui ciascuno raccontava la sua storia senza stare a pensarci tanto su. Una storia narrata come una sfida interiore, un´esperienza mistica».
Lei è rimasto uno dei pochi testimoni viventi di quell´era epica del jazz. Oggi abbiamo musicisti formidabili, che suonano tutto e hanno studiato tutto, ma senza quell´aura straordinaria che emanava dai grandi maestri del passato. Come se lo spiega?
«Perché i musicisti che suonano oggi non irradiano l´aura della loro storia. Parlo anche dei musicisti pop, rock e più commerciali che danno l´impressione di non sapere raccontare neanche la loro vita di tutti i giorni fuori dal palco. Penso che nel suono della musica di oggi non debbano esserci al primo posto la tecnica e il virtuosismo. Diceva spesso Art Blakey ai musicisti più giovani: "Suoni il tuo strumento molto bene, sei abile e, come un acrobata, riesci a fare esercizi complicati, ma dove sei tu? Dov´è la tua persona? Non ti puoi sempre nascondere dietro lo strumento».
Uno dei suoi eroi da ragazzo era Lester Young, il fidanzato di Billie Holiday, il coolster per antonomasia, il sassofonista-mito col suono vellutato. Lo ha mai incontrato?
«Una volta in Canada. Ero quasi alla fine del mio servizio militare, avevo dieci giorni liberi e andai in vacanza a Toronto. Una sera ero in un nightclub, la Town Tavern dove suonava Lester che amavo fin da teenager. Durante l´intervallo ero seduto al bancone del bar a bere un bicchiere e me lo vedo spuntare dietro, sempre elegantissimo, con quella sua camminata lenta. "Sembri uno che viene da New York", mi bisbigliò. Mi chiese cosa stavo bevendo ed io: "Cognac". "Vieni giù in cantina che potrai assaporare un vero cognac". Detto, fatto. Cominciammo a parlare, ma non ricordo più di cosa, davanti a un bicchierone. Poi lui tornò a lavorare. Non si atteggiava a divo, era molto alla mano, contento di incontrare uno che veniva da New York. Gli raccontai che ero nell´esercito, ma non ebbi il coraggio di dirgli che ero un musicista».
Erano Lester Young e Coleman Hawkins i sassofonisti che hanno aperto l´età moderna. Ha conosciuto anche Hawkins?
«Ho viaggiato con lui in autobus durante il tour europeo del 1967. Insieme a Miles Davis e noi del quintetto, c´erano anche Sarah Vaughan, Pee Wee Russell e diversi altri. Mi ricordo che in Spagna Miles e Sarah mollarono per disaccordi contrattuali e noi suonammo in quartetto, Herbie, Ron, Tony ed io. Un giorno Coleman Hawkins mi consigliò di comperare un sassofono placcato d´oro perché, secondo lui, aveva un suono più scuro e bluesy».
E´ vero o era una battuta?
«In parte sì, perché si parlava dei concerti dal vivo. Oggi sembrano discorsi un po´ naif, ma in quei giorni non dipendevamo dai microfoni come adesso. E´ vero che Miles suonava dentro il microfono, ma a volte lo faceva anche di spalle e la sua tromba si sentiva lo stesso. Allora non piangevamo troppo se i microfoni non erano proprio ok».
Non solo ha suonato con gli eroi del jazz e ha inventato con Joe Zawinul la magica alchimia fusion del Weather Report, ma si è misurato anche con star molto diverse come Joni Mitchell e Milton Nascimento.
«Ho fatto un disco con Joni Mitchell perché ha uno spirito libero e combattente. Milton l´ho scelto perché aveva un sound diverso dalla solita bossa nova allora in voga. Nella sua musica ci sono tracce suggestive di Africa e Amazzonia. Milton è uno che ha coraggio. Ora che ci penso, per me leggende come Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Thelonious Monk o Bud Powell che mi hanno fatto scoprire la musica a 15 anni non sono solo musicisti, ma supereroi. Perché hanno cambiato la realtà, ci hanno spinto a essere liberi quando, in America, era molto difficile».
Oggi come vede la situazione, anche politica, in America?
«Adesso dobbiamo sperare nella sfida di Obama o di qualcuno più giovane, anche se la politica oggi è un po´ deludente. Per questo la musica che suono ora parla dell´inatteso. Oggi tutta la gente del mondo deve imparare come comportarsi di fronte all´inaspettato, negoziando di continuo con ciò che suona familiare, il conservatorismo e le abitudini più castranti tipo "amo questa canzone perché mi ha fatto incontrare mia moglie" o cose del genere. No, no, devi interagire con l´inatteso se incontri qualcuno che non è come te, non è della stessa razza o il tuo vicino di casa ti sembra differente perché parla un´altra lingua. Devi tenere conto dell´inatteso a tutti i livelli della politica, dell´arte, di tutto. Siamo in mezzo ad un grande cambiamento epocale che non è più possibile ignorare».
Delilah
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