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bello, io l'ho letto col titolo "Condominium"

un altro che mi è piaciuto molto è "L'isola di cemento" che ha molte caratteristiche simili a Condominium, anche se qua la "lotta per la sopravvivenza" non è tra condomini, ma tra un impiegato della city che casca incidentalmente in uno spazio compreso tra le corsie delle aggrovigliate tangenziali intono ad una grande città (l'isola di cemento, appunto) da cui non riesce più a uscire e dove si scontra con altri personaggi prigionieri di questa "zona d'esclusione e di emarginazione".
Ovviamente il traffico continuo di auto sopra le loro teste passa senza rendersi conto di nulla di ciò che avviene nell'"isola".

Uno degli ultimi libri che ho letto è un classico, che non so come nè perchè non avevo mai letto....credo xchè avevo visto il film, e non mi era piaciuto per niente.
Ma questo è uno di quei libri che è ben difficile rendere al cinema e ve lo voglio segnalare, nel caso ve lo foste perso. Bello, scritto benissimo, toccante...e per nulla noioso...

Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati
E' la storia dell'attesa della "grande occasione", nella quale si consuma la vita del tenente Giovanni Drogo e dei suoi compagni; su di loro trascorrono, inavvertiti, i mesi, poi gli anni nell'attesa della grande battaglia che non arriva, che non esiste...solo alla fine il protagonista avrà l'occasione x dimostrare il suo valore, quando riuscirà ad affrontare la Morte con dignità.

“La porta della camera palpita con uno scricchiolio leggero. Forse è un soffio di vento, un semplice risucchio d’aria di queste inquiete notti di primavera. Forse è invece Lei che è entrata, con passo silenzioso, e adesso sta avvicinandosi alla poltrona di Drogo. Facendosi forza, Giovanni raddrizza un po’ il busto, si assesta con una mano il colletto dell’uniforme, dà ancora uno sguardo fuori dalla finestra, una brevissima occhiata, per l’ultima sua porzione di stelle. Poi nel buio, benché nessuno lo veda, sorride.”

Ho finito ieri La vita davanti a se' di Romain Gary


ho letto qui che era consigliato agli estimatori di Pennac ( ) e devo dire che avevate ragione, quindi grazie del consiglio (Delilah ).
Il libro è molto toccante, e scritto in modo magistrale, tutto dal punto di vista del piccolo protagonista.

Vi posto l'incipit, per ingolosire chi non l'ha ancora letto: "Per prima cosa vi posso dire che abitavamo al sesto piano senza ascensore e che per Madame Rosa, con tutti quei chili che si portava addosso e con due gambe sole, questa era una vera e propria ragione di vita quotidiana, con tutte le preoccupazioni e gli affanni. Ce lo ricordava ogni volta che non si lamentava per qualcos'altro, perché era anche Ebrea. Neanche la sua salute era un granché e vi posso dire fin d'ora che una donna come lei avrebbe meritato un ascensore."

e poi:

"La gente tiene alla vita più che a tutto il resto, è anche buffo se si pensa a tutte le belle cose che ci sono al mondo"

Ero sicura che ti sarebbe piaciuto

"Il Metodo Antistronzi"
Robert I. Sutton

Come creare un ambiente di lavoro più civile e produttivo o sopravvivere se il tuo non lo è.

Mi attirava il titolo!!!

La foto de le chatelet che ha postato lula mi ha subito riportato alla mente uno dei libri più coinvolgenti che abbia mai letto un romanzo che raccomando a tutti di leggere

Goliarda Sapienza

	« Non sapevo che il buio non è nero Che il giorno non è bianco Che la luce acceca E il fermarsi è correre Ancora Di più »
	(Goliarda Sapienza)

Goliarda Sapienza (Catania, 19 giugno 1924 – Gaeta, 30 agosto 1996) è stata un'attrice teatrale, attrice cinematografica e scrittrice italiana.

« Sicuramente voi che leggete state pensando che la mia conquista comportava di necessità qualcosa di molto sgradevole: dormire con un essere menomato, se non mostruoso molto brutto. Il fatto è che voi la leggete questa storia, e mi anticipate, mentre io la vivo, la vivo ancora. »
	(L'arte della gioia)

Figlia di Giuseppe Sapienza e Maria Giudice, (sua madre è stata la prima dirigente donna della Camera del Lavoro di Torino), Goliarda crebbe, per volere dei genitori, in un clima di assoluta libertà da vincoli sociali: il padre ritenne opportuno non farle nemmeno frequentare la scuola, ad evitare che la figlia fosse soggetta a imposizioni e influenze fasciste.

A sedici anni si iscrisse all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica di Roma, dove si era trasferita nel frattempo la sua famiglia. Per un periodo intraprese anche la carriera di attrice teatrale, distinguendosi in ruoli di protagoniste pirandelliane. Lavorò saltuariamente anche nel cinema, spinta inizialmente da Alessandro Blasetti ma in seguito si limitò a piccole apparizioni da figurante, spesso non accreditate, come in Senso di Luchino Visconti. Si legò sentimentalmente al regista Citto Maselli, ma sposò poi, anni dopo, lo scrittore e attore Angelo Maria Pellegrino.
Negli ultimi anni della sua vita fu docente di recitazione presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.

Lasciò la carriera di attrice per dedicarsi alla scrittura: verso la fine degli anni sessanta finì tuttavia in carcere, per un furto di oggetti in casa di amiche. Sempre in carcere, ma anche successivamente, continuò l'opera di scrittrice pubblicando però molto poco, fatta eccezione per alcune sue opere come Le certezze del dubbio, pubblicato grazie all'incontro con il conterraneo Beppe Costa, che si batté a lungo per lei, tentando senza successo (a differenza di Anna Maria Ortese) di farle assegnare il vitalizio della Legge Bacchelli, né riuscendo ad ottenere la ristampa delle sue opere.
Il suo L'arte della gioia, una sorta di "grande romanzo novecentesco", rimase a lungo inedito. Rifiutato per vent'anni dalle più importanti case editrici italiane, fu infine pubblicato postumo (2000) e quindi oggetto di una fortunata operazione commerciale (2008): opportunamente sostenuto dalla critica e presentato come un capolavoro dimenticato, ebbe un buon successo di vendite.

libri

Lettera aperta (1967)

Il filo di mezzogiorno (1969)

L'Università di Rebibbia (1983)

Le certezze del dubbio (1987)

L'arte della gioia, Stampa Alternativa (2000), Einaudi (2008)

Destino coatto (2002)

Io, Jean Gabin, Einaudi, 2010


film

Un giorno nella vita, regia di Alessandro Blasetti (1946)

Fabiola, regia di Alessandro Blasetti (1948)

Senso, regia di Luchino Visconti (1954)

Ulisse, regia di Mario Camerini (1955)

Persiane chiuse, regia di Luigi Comencini (1950)

Altri tempi , regia di Alessandro Blasetti (1951)

Gli sbandati, regia di Francesco Maselli (1955)

Lettera aperta a un giornale della sera , regia di Francesco Maselli (1970)

Dialogo di Roma, regia di Marguerite Duras (1983)


tv

Lo sciallo, originale televisivo, regia di Silverio Blasi, 1956

..............


sto finendo di leggere "L'arte della gioia" (quasi 600 pagine )

l'ultimo libro che ho letto è questo



lo consiglio vivamente a tutti, è divertentissimo...certo, forse per i molto credenti potrebbe risultare a tratti blasfemo

Grazie ai suggerimenti trovati in questo bel topic, mi sono innamorata di Eric-Emmanuel Schmitt e sto leggendo pian piano la sua produzione.
Ho letto Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano, Odette Toulemonde, La sognatrice di Ostenda ma questo mi ha colpito piu' di tutti e ve lo consiglio. Il tema è originale e fa riflettere, molto ben scritto


Il romanzo racconta le vicende parallele di due personaggi, il vero Adolf Hitler, a tutti noto, e il fittizio Adolf H., che non è altro che Hitler come avrebbe potuto essere nella fantasia di Schmitt se nel 1908 fosse stato ammesso all'Accademia di Belle Arti di Vienna, invece che bocciato, come e' realmente accaduto.
Le due storie procedono in parallelo, all'inizio corrono vicine, poi si distanzieranno sempre di piu'...

E' interessante soprattutto capire quale sia stato per l'autore l'elemento che ha fatto la differenza. L'autore si dice convinto che cio' che davvero differisce il personaggio "buono" da quello "cattivo", sia proprio "la parte dell'altro", cioè il ruolo che l'altro, il prossimo, ha ricoperto nella vita dell'uno e dell'altro.
Uno, dopo la delusione della bocciatura, non ha piu' permesso all'"altro" di entrare nella propria vita, si è chiuso in se stesso e il suo disagio si è trasformato in pericolosa psicosi. L'altro, dopo la gratificazione di un successo, si è aperto, ha riconosciuto il suo iniziale disagio esistenziale come un problema e ha chiesto aiuto all'"altro".

Ma tutto è nato da un evento casuale, come una bocciatura ad un esame. L'ipotesi e' affascinante e al tempo stesso sconvolgente. A nessuna persona "normale" piace pensare che tra se' ed un serial killer, la differenza puo' essere data dal caso, da un esame andato bene o male. Ma Schmitt è convinto che non bisogna prendere le distanze, xchè il male è dentro ognuno di noi e che vada sempre tenuto sotto controllo...

Vi propongo un classico, che ho letto e riletto, Il maestro e Margherita di Michail Bulgakov. E' un vero capolavoro, davvero splendido con un ritmo che non ti aspetteresti da un romanzo sovietico del 1940. E' pervaso di un umorismo favoloso, effervescente, oscillante tra senso del grottesco e satira sociale , surreale, onirico...

Sembrano due romanzi in uno, e sembrano scritti da mano diverse, tanto l'autore riesce a cambiare stile a seconda di cosa racconta.
C'è la storia del diavolo, che sotto le spoglie dell’esperto di magia nera Woland, arriva a Mosca insieme al suo inquietante seguito, e mette in subbuglio la città ;
c'è la strana e struggente storia d’amore tra il Maestro, uno scrittore in crisi esistenziale, e Margherita, una donna sposata che per lui darebbe l’anima al Diavolo, e lo fa per davvero, diventando strega e volando sopra la città, partecipando come regina al Gran Ballo di Satana (spettacolare descrizione di un turbine di ballerine, musiche, animali e sarabande di folla) ;
e c'è infine il romanzo dentro il romanzo, l'umanissima vicenda di Ponzio Pilato e Gesù, narrata nel romanzo del Maestro

La lettura è un poì' impegnativa, ma non tanto come si potrebbe pensare ... e poi ne vale la pena...

Il petalo cremisi e il bianco di Michel Faber è un romanzo che mi è piaciuto molto, e mi sono piaciuti anche tutti gli altri romanzi che ho letto dello stesso autore. E' un testo voluminoso, ma scorrevole, avvincente, con un toccante ritratto di donna.
Non vi lascerà indifferenti.


E' ambientato nella Londra vittoriana intorno al 1870. Faber ha elaborato l'opera, per più di vent'anni e molto tempo è stato dedicato alla ricostruzione della vita quotidiana nella capitale inglese di fine '800, con una mole di documentazione di tutto rispetto.

Il romanzo descrive l'ascesa di Sugar, giovanissima prostituta e del suo mondo, dipinto con toni crudi e realistici. Sugar, dopo anni passati in un bordello, riesce a diventare l'amante di un industriale dei cosmetici, William Rackam, che la assume come istitutrice della figlia pur di averla in casa accanto a sè. La vita di Sugar non sarà facile neppure in quell'ambiente, ma alla fine riuscirà ad affrancarsi da un destino che sembrava per lei già tracciato, da una condizione di abbruttimento e sfruttamento magistralmente descritta .

Lo stile è particolare, e sfocia spesso in una sorta di dialogo fra autore e lettore con una sorta di voce fuori campo, con la quale l'autore, con ammiccamenti e provocazioni, cerca di inserirsi nei pensieri del lettore: gli parla, lo stuzzica, lo guida...e, solo dopo averlo completamento avvinto dalla trama, lo lascia andare da solo per il romanzo...

"Quando ho catturato il tuo sguardo la prima volta e tu hai deciso di seguirmi, probabilmente pensavi di arrivare qui e sentirti a casa. Ma adesso ci sei davvero, in quest'aria fredda, tagliente, trascinato nell'oscurità piú nera, e inciampi su un terreno accidentato, senza riconoscere nulla ..... Su, risparmiami la ritrosia: tu speravi che avrei soddisfatto desideri che non osi neppure nominare, o almeno che ti avrei intrattenuto un po'. Adesso esiti, ancora aggrappato a me, ma già tentato di abbandonarmi...... Il nevischio ti punge le guance, piccoli sputi taglienti e gelidi che sembrano di fuoco, braci ardenti nel vento. Incominciano a farti male le orecchie. Ma ti sei lasciato sviare, e adesso è troppo tardi per tornare indietro ...."

Di Faber belli anche i romanzi Sotto la pelle, I centonovantove gradini , A voce nuda e le raccolte di racconti La pioggia deve cadere e I gemelli Fahrenheit

merçi therese

@Therese: sono contenta che ti sia piaciuto Eric-Emmanuel Schmitt

Vi segnalo anche l'ultima opera pubblicata, i racconti Concerto in memoria di un angelo: ancora una volta il confine tra bene e male, buono e cattivo sembra davvero esile e i ruoli risultano a volte intescambiabili…

Ho ricominciato a leggere per la terza volta Il Conte di Montecristo. Dalla prima volta che l'ho letto mi ha subito appassionato tantissimo. E naturalmente ho poi visto le trasposizioni televisive e cinematografiche...

terminato di leggere "L'arte della gioia" di Goliarda Sapienza (che mi è tanto piaciuto e di cui parlerò appena avrò l'ispirazione ) ho iniziato un libro nuovo, di tutt'altro genere per variare un po'

"Il gioco dell'angelo" di Carlos Ruiz Zafòn


ma, come sul dirsi, tutto è legato da un filo sottile e già dalla prima pagina vengo a a sapere che il protagonista, David, è nato nel 1900, esattamente come Modesta la protagonista dell'"Arte della gioia"

Ubik, l'ombra del vento di Zafon l'hai letto?

duful ha scritto:Ubik, l'ombra del vento di Zafon l'hai letto?

no, questo è il primo

Anch'io ho finito di leggere L'arte della gioia di Goliarda Sapienza e ho cominciato La vita istruzioni per l'uso di Georges Perec



«Un altro esempio di ciò che chiamo "iper-romanzo" è "La vie mode d'emploi" di Georges Perec. [...] Credo che questo libro [...] sia l'ultimo vero avvenimento nella storia del romanzo. E questo per molti motivi: il disegno sterminato e insieme compiuto, la novità della resa letteraria, il compendio d'una tradizione narrativa e la summa enciclopedica di saperi che danno forma a un'immagine del mondo, il senso dell'oggi che è anche fatto di accumulazione del passato e di vertigine del vuoto, la compresenza continua d'ironia e angoscia, insomma il modo in cui il perseguimento d'un progetto strutturale e l'imponderabile della poesia diventano una cosa sola». da Italo Calvino, Lezioni americane

ubik ha scritto:

duful ha scritto:Ubik, l'ombra del vento di Zafon l'hai letto?

no, questo è il primo

Se ti piace Il gioco dell'angelo, leggi anche L'ombra del vento....l'ho letto tempo fa e mi è piaciuto molto

@duful tu per caso di Zafon hai letto anche Marina?

Ho finito La morte di Ivan Il'ic di Tolstoj


Ivan Il'ic ha una vita soddisfacente, una buona carriera, una vita familiare e sociale apparentemente appagante. Nel nuovo appartamento di Pietroburgo, città in cui si è trasferito dopo una promozione, cade da uno sgabello, sistemando una tenda, e prende un colpo al fianco. Il dolore provocato dalla caduta diventa, nei giorni, sempre più forte e tutte le cure si rivelano inutili. Il pensiero della morte gli fa riconoscere la falsità della sua vita, di chi lo circonda, dei suoi apparenti successi. L'unica persona che gli sa stare vicino è un giovane servo che lo assiste fino alla terribile agonia. Morente, capisce che così libererà, prima che se stesso, gli altri dalla sofferenza e con questo pensiero muore sereno.

Nonostante l'argomento, la lettura è stata piacevole e non mi ha lasciato quel senso di amarezza che mi aspettavo.

Ora ho iniziato Racconti dell'età del jazz, di Fitzgerald

....ho cominciato La vita istruzioni per l'uso di Georges Perec

Le ultime parole famose....bello, ma non l'ho finito perché mi è venuta voglia di leggere Jonathan Coe, I terribili segreti di Maxell Sim



"9 marzo 2009, Maxwell Sim, neo-agente di commercio, viene trovato nudo e in coma etilico nella sua auto in Scozia, durante una bufera di neve. Nel bagagliaio un cartone pieno di spazzolini ecologici. Cos'è accaduto? Com'è arrivato fin lì? Torniamo indietro di qualche mese: Maxwell ha quarantotto anni e sta attraversando un periodo difficile, sembra aver toccato il fondo. Appena divorziato, in cattivi rapporti con il padre, incapace di comunicare con la sua unica figlia, capisce che nonostante i suoi settantaquattro amici su Facebook non ha nessuno al mondo con cui condividere i suoi problemi. Non avendo più niente da perdere, decide di accettare una curiosa opportunità di lavoro: un viaggio da Londra alle isole Shetland per pubblicizzare un'innovativa marca di spazzolini ecocompatibili. Si mette in macchina con mente aperta, le migliori intenzioni e la voce amica del navigatore come compagnia. Ben presto si accorge che il viaggio prende una direzione più seria, che lo porta nei luoghi più remoti delle isole britanniche, ma soprattutto nei più profondi e bui recessi del suo passato. Jonathan Coe reinventa il romanzo picaresco per i nostri tempi".

che mi è piaciuto tantissimo, come quasi sempre Coe

Adesso sto leggendo Gianrico Carofiglio, La manomissione delle parole (che mi ha regalato una mia amica stamattina )



"In un mondo in cui le parole vengono manipolate e travisate, Gianrico Carofiglio ci ricorda in questo saggio che restituire loro il senso è il primo, indispensabile passo per fondare la verità: dei sentimenti e delle idee. La sua indagine si concentra su. una selezione di parole-chiave – “vergogna”, “giustizia”, “ribellione”, “bellezza”, “scelta” - e su un ambito a lui familiare, quello del linguaggio dei giuristi, che più di altri produce conseguenze concrete sulle persone e sul mondo. È un'indagine a un tempo linguistica, letteraria e storica - e dunque, inevitabilmente, critica e civile - che si dispiega attraverso il confronto con grandi autori e grandi testi: da Tucidide a Victor Klemperer, da Cicerone a Primo Levi, da Dante a Kavafis, da Italo Calvino a Piero Calamandrei alle pagine esemplari della Costituzione italiana."

DarkLullaby ha scritto:

@duful tu per caso di Zafon hai letto anche Marina?

sì , ho letto che in realtà è stato scritto prima degli altri due. ha la stessa impostazione di racconto thriller/fantastico. a me è piaciuto, anche se considero l' Ombra del vento il migliore dei suoi.
ho letto anche l'ultimo che è uscito "Il palazzo della mezzanotte" , scritto ancor prima degli altri, era considerato del settore letteratura per ragazzi. in effetti è così, con protagonisti bambini/ragazzi, sempre all'interno di una storia sviluppata nel solito modo un po' giallo un po' fantastica

devo ancora commentare l'"Arte della gioia" ma nel frattempo sono arrivato a metà del "Gioco dell'angelo"

beh, devo dire che mi è successa una cosa ben strana

nelle primissime pagine, se non nella prima, del gioco dell'angelo il protagonista presentandosi dice di essere nato nel 1900

anche Modesta, la protagonista dell'arte della gioia, dice nelle prime pagine che è nata nel 1900

però uno vive a Barcellona e l'altra in Sicilia


poi, nel primo capitolo, narra del nostro protagonista che va in una specie di bordello, che viene ben descritto dal punto di vista dell'arredamento e dell'ambiente, e quando ci torna il giorno dopo scopre che il posto dove è stato in realtà è un rudere bruciato anni prima e al posto dei saloni bizzarramente arredati dove ha girato la sera precedente trova solo mura diroccate, con i segni dell'incendio del passato

talo qualo l'AMAZONIA del "sostenuto"

che coincidenza

io ho iniziato L'arte della gioia

anna ha scritto: che coincidenza

mi ha inquietato un po'